Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

 

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.

Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato, comprese le immagini, ove presenti, da G. C.


Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

 

 

 

 

 

Anno di San Giuseppe (2020 - 8 dicembre - 2021) - Giuseppe, padre putativo di Gesù è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Fu dichiarato patrono della Chiesa cattolica dal beato Pio IX l’8 dicembre 1870.
- Incisione da lastra di rame - Seconda metà del 1700, area germanica. [Collezione M.F. Damato]

 

 

4/2021 - SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI

1 - Beato Carlo Acutis – 12 ottobre. Retro: Preghiera. Santino offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

2 - B. don Ignazio Klopotowski. Retro: Cenni di vita. Santino a colori offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

3 - San Giuseppe, che si venera nella Basilica pontificia S. Antonio di Padova ad Afragola (NA). Retro: Preghiera. Santino offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

4 - San Francesco d’Assisi. Santino edizioni C.E.F.A. – SC 82. Retro: “Preghiera Semplice”. Santino offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

5 - N.S. del Santo Rosario di Fontanellato. Pieghevole. Al centro: Preghiera. Retro: invocazione dantesca alla Vergine (Paradiso 33,1- 21. Santino offerto da Margherita GRANDI

. 6 - San Giuseppe. Retro: Preghiera. Santino (Ediz.EGIM Srl 33) offerto da Giuseppe MILAZZO.

7 - La morte di San Giuseppe. Quadro di G.A.Guardi. Retro: Attestato di Partecipazione Perpetua. Santino offerto da Emanuele MACCHIAVERNA.

8 - San Giuseppe. Ediz.FARS, art.3018/S40. Retro: Preghiera. Santino offerto da Gerardo CARDONA.

9 - Maria Ss.ma del Carmine (ediz. FARS, art.3018/M250. Retro: Preghiera. Santino offerto da Gerardo CARDONA.

10 - Beato Junipero Serra, frate minore (Editrice VELAR, U240). Retro: Preghiera. Santino offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

11 - San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti (1694-1775). Retro: Preghiera. Santino offerto da p. Michele M. GIULIANO, ofm.

12 - Nostra Signora di Guadalupe. Retro: Preghiera in lingua francese. Santino offerto da Roberto DE SANTIS.

 

(Un sentito “grazie” a tutti gli offerenti)

 

 

VITA ASSOCIATIVA

 

7 SETTEMBRE: RIAPERTE LE RIUNIONI AICIS A ROMA - P.ZA CAMPITELLI

 

“Lo scorso 7 settembre si è riaperta presso la Parrocchia di Santa Maria in Portico, Piazza Campitelli, la serie delle riunioni mensili con la garanzia del “green pass” e, inoltre, con lo svolgimento nel cortile interno, all’aperto, almeno di questa sessione settembrina. Nella foto ricordo sono presenti da sinistra: il socio Franco Mozzetti di Roma, il Presidente Giancarlo Gualtieri, l’Assistente Ecclesiastico AICIS Padre Davide Carbonaro, O.M.D., Parroco di S.Maria in Campitelli, il Vice Presidente Renzo Manfè, il Tesoriere Giani Zucco e il Revisore dei Conti Luigi Zanot. Non molto partecipata questa prima riunione in quanto alcuni soci romani erano ancora fuori città.

 

APPROVATO DAI SOCI IL RENDICONTO ECONOMICO FINANZIARIO 2020


Il Rendiconto dell’Esercizio 2020 è stato pubblicato sulla Rivista nr.3 del 2021 ed a tutti i soci aventi diritto è stato inviato l’apposita scheda per la relativa votazione con busta preindirizzata per la restituzione all’AICIS.

Sono pervenute in Segreteria 60 schede. 59 soci hanno votato “SI” al Rendiconto dell’Esercizio 2020 ed 1 socio ha votato “NO”, ma senza motivarlo. Alcuni hanno aggiunto un’osservazione o un suggerimento che il Consiglio Direttivo prenderà in considerazione. Pertanto, il Rendiconto dell’Esercizio 2020 si ritiene approvato.

Un sentito ringraziamento a quanti hanno collaborato partecipando concretamente alla votazione.

 

9 OTTOBRE: FESTA DI SAN GIOVANNI LEONARDI OFFERTA AICIS DI 4 CASULE PER LE MISSIONI LEONARDINE

 

Transito di san Giovanni Leonardi (1541-1609), fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, Cofondatore del Collegio di Propaganda Fide e patrono dei farmacisti. L’Aicis, legata al grande Santo, in quanto fondata a pochi metri dal luogo dove Egli riposa, riconoscente verso l’Ordine della Madre di Dio che ospita l’Associazione fin dal 6 luglio 1983, anche quest’anno è lieta di fare dono di 4 casule (una per ciascun ciclo liturgico annuale) per le Missioni Leonardine.

 

ANNO 2022: PROGRAMMAZIONE QUOTA E GIORNI DI RIUNIONE SOCIALE MENSILE IN ROMA

 

Nella riunione di settembre 2021 il Consiglio Direttivo ha deliberato che la quota sociale per il 2022 sarà di euro 38.50, come in questi ultimi anni. I pagamenti sono da effettuarsi dal 1° gennaio 2022 sul conto AICIS ccp 39389069. Per eventuali Bonifici, l’IBAN è: IT19 H076 0103 2000 0003 9389 069; e dall’estero: BIC/SWIFT=BPPIITRRXXX: H076 0103 2000 0003 9389 069.

La programmazione delle riunioni sociali mensili nella Parrocchia di Santa Maria in Portico a Piazza Campitelli 9, in Roma, saranno: 11 gennaio (2° martedì), 7 febbraio, 1° marzo, 5 aprile, 3 maggio, 7 giugno, 5 luglio, (vacanze in agosto), 6 settembre, 8 novembre (2° martedì) e 6 dicembre.

 

IN QUESTI MESI CI HANNO LASCIATO…

 

Ci è pervenuta la notizia che hanno terminato il loro pellegrinaggio terreno i seguenti soci:

nel novembre 2020 PIETRO CALLONI di Montefoscoli (Pisa). Rinviamo i lettori a pag.16 per un profilo sul nostro socio. Un sentitissimo grazie ai familiari di Pietro che recentemente hanno voluto trasmettere una offerta all’AICIS in memoria del loro congiunto.

Nel 2021 ci hanno lasciato: il 29 gennaio LIGORIO GIOVANNNI di Laigueglia (SV);

il 1° febbraio ADA GENNAI di Capannoli (Pisa)

e il 2 febbraio MARIA TERESA BISE CASELLA di Villars-sur-Glane (Svizzera).

 

Per i quattro soci defunti presentiamo sentite condoglianze alle famiglie. La memoria degli scomparsi sia occasione di lode a Dio per il bene compiuto. Li affidiamo al Signore, perché doni loro la gioia dell’incontro con Lui. Li affidiamo anche a tutti i Santi, dei quali raccoglievano da decenni le immagini e ne studiavano ed imitavano la vita, perché, accolti nella grande famiglia del cielo, possano continuare ad essere per noi testimoni dei valori del Vangelo. Noi associati A.I.C.I.S. preghiamo per loro. Il Consiglio Direttivo assicura la celebrazione di Sante Messe in loro suffragio.

 

 

UN SANTINO DI DANTE ALIGHIERI

Ovunque, in Italia e all’estero, in questo anno 2021, si celebrano i 700 anni della morte del nostro sommo poeta Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.

Diverse e tutte magnifiche sono le manifestazioni che sono state allestiste e che, covid permettendo, ognuno potrà visitare a cominciare dalla sua città natale, l’odiosa-amata Firenze, alla stessa Ravenna, dove Dante visse gli ultimi anni della sua vita e dove si trova la sua tomba.

Certamente sono tutte iniziative di grande importanza per celebrare il Padre della lingua italiana e l’autore della Divina Commedia.

 

Non è però di uno di questi eventi contemporanei che qui voglio recensire. La mia intenzione, infatti, è richiamare l’attenzione dei filiconici su alcune iniziative editoriali che vennero realizzate un secolo fa in occasione del sesto centenario della morte di Dante.

Non mi soffermo molto sulla prima, una ricercata serie di “splendide cartoline, di gran pregio artistico ed estremamente rare” che, agli inizi del secolo scorso, vennero pubblicate dallo stampatore fiorentino EGISTO SBORGI.

Mi basti qui senalare al lettore interessato che di recente queste “splendide cartoline” sono state oggetto di un interessante e dettagliato articolo di LUIGI NEGLIA, Il “Divino” dantesco: una lettura attraverso le immagini, sull’ultimo numero “Santini et similia” (Anno XXVI, n. 102, pp. 13-23), al quale rinvio.

 

La seconda iniziativa, che ritengo più interessante per noi collezionisti di immaginette sacre, è un santino fustellato “Dante e la Vergine”, cartaceo, in bianco e nero, mm. 117x66 ca, qui riprodotto, che venne edito – come si evince dalle note tipografiche riportate nel retro – nel 1921, esattamente un secolo fa, a Ravenna dall’Agenzia Ecclesiastica diretta da don ANDREA DE STEFANI (1868-1947), rettore anche della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo.

Vi si legge, sempre nel retro: “Dante, il sommo Poeta cattolico, di cui si celebra quest’anno il VI centenario della morte, fu un grande devoto della vergine. Egli affermò di invocare sempre, mattina e sera, il nome di Lei: Il nome del bel fior che io sempre invoco / E mane e sera… (Par., XXIII, vv. 88-89)”.

L’ideatore dell’immaginetta (forse lo stesso don Andrea De Stefani) ha voluto raffigurare l’atto finale del viaggio ultraterreno di Dante, come descritto nel canto XXXIII del Paradiso. Il poeta, accompagnato da San Bernardo di Chiaravalle (1091-1153), sta in devota contemplazione della Vergine Maria, davanti alla quale si è genuflesso e alla quale fa rivolgere, dallo stesso Bernardo, la sublime e famosa preghiera

 

“Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio / Umile ed alta più che creatura / termine fisso d’etterno consiglio…” (il testo, vv. 1-21, è integralmente riportato nel retro del santino), per poter contemplare, libero da ogni legame terreno, Dio (“l’amore che muove il sole e l’altre stelle”, Par., XXXIII, v.145).

 

E grazie a questa intercessione, di fronte agli occhi del Poeta – e, ovviamente, di chi guarda il santino – si palesano Dio, la Trinità e l’Incarnazione. A destra dell’immagine sono raffigurati altri due Santi: San Francesco d’Assisi (1181/82-1226), fondatore dell’Ordine Francescano, e San Domenico di Guzmán (1170-1221), fondatore dell’Ordine dei Predicatori, per un duplice motivo:

 

il primo perché Dante – si legge in basso –, nel suo Paradiso “esalta in modo speciale i due Santi fondatori di ordini religiosi”;

il secondo perché, in quello stesso anno, il ventunesimo del secolo, insieme al Centenario Dantesco, ricorreva anche il Centenario della fondazione del Terzo Ordine Francescano e il Centenario della morte di San Domenico (l’apertura del Giubileo Domenicano, dal 6 gennaio 2021 al 6 gennaio 2022, è stata ricordata nel primo numero, pubblicato ad inizio anno, del nostro Notiziario da Padre Giovanni Calcara).

 

Concludo, segnalando, per chi volesse iniziare una nuova tematica, che esistono altri santini “danteschi”: mi è capitato, infatti, di trovare sulle bancarelle dei mercatini (ed ora su quelli online) delle immaginette – ovviamente di più recente produzione – che si ispirano alla Divina Commedia di Dante Alighieri, riportando citazioni dei suoi versetti ma anche illustrazioni e/o miniature tratte dal Paradiso.

 

 

CERCO/SCAMBIO: Sono il socio Francesco Bracaletti e da molto tempo sto cercando i seguenti numeri della serie classica della Santa Lega Eucaristica: 42 - 255 - 274 - 330 - 336. Chi può cedermeli, mi contatti alla e-mail: francelso60@libero.it. Grazie dell’attenzione.

 

 

LUNGO I SENTIERI DEL FONDATORE DELL’A.I.C.I.S. (parte 6a ) di Attilio GARDINI

Continuiamo a presentare articoli e scritti del fondatore e primo Presidente dell’Aicis: il Comm. Gennaro Angiolino (1928-2002). Il socio Attilio Gardini ha rintracciato la Circolare informativa per i Soci Aicis del Marzo 1995 con un parziale elenco bibliografico da cui si evincono i tre principali Centri d’interesse del fondatore: la Filiconia, lo Scautismo e la Filatelia. Aggiungendo quanto rintracciato in Internet, insieme ai libretti cartacei, proprietà dello scrivente propongo questo elenco, sospettando però che la bibliografia non sia esaustiva

 

 

FILICONIA, FILATELIA E SCAUTISMO di G. Angiolino

FILICONIA, FILATELIA E SCAUTISMO di G. Angiolino

  • –  G. Angiolino, Storia dello Scautismo nautico, Roma, Ed. Giglio, 1988;

  • –  G. Angiolino, La famiglia Leopardi ed alcune sue parentele, (Mosca, Gassi, Lazzari, Regnoli, Angiolino), Roma 1998;

     
  •  G. Angiolino, Bibliografia sulle immaginette religiose, 1996.

  • –  G. Angiolino, Riconoscimenti a Gennaro Angiolino, 16 pagg.

  • –  G. Angiolino, Immaginette mariane, Ed. Roseto, 1992.

  • –  G. Angiolino, Il Sacro Cuore di Gesù nelle immaginette, Ed. Roseto, 1993.

  • –  G. Angiolino, Fiori e piante nelle immaginette religiose, Ed. Roseto, 1994.

  • –  G. Angiolino, Il volto muliebre nelle immaginette, Roseto, 1995.

  • –  G. Angiolino, Il calendario dei santi, Ed. Roseto, 1996.

  • –  G. Angiolino, I francobolli italiani a soggetto mariano. Colore. Testo in 5 lingue. 104 pag. Ente Poste Italiane.

  • –  G. Angiolino, La serie “ARDA” - 12 immaginette disegnate da Padre Agostino Ruggi D’Aragona OP, di cui 10 scout, stampa monocolore su carta colorata.

  • –  G. Angiolino, Santi e Santini: Iconografia Popolare Sacra Europea dal sedicesimo al ventesimo Secolo, Ed Guida, Napoli, 1985;

  • –  G. Angiolino, Immaginette sacre, Roma, Universal, 1983;

  • –  G. Angiolino, I Santi della Compagnia di Gesù, Roma, Universal, 1986;

  • –  G. Angiolino, Torcelli G.C., Immaginette religiose a soggetto militare. Mostra Militaria in Europa, Roma, 1992;

  • –  G. Angiolino, Annulli speciali di San Marino. Cataspex aggiornato nel testo al 30 Agosto 1969, con numerazione secondo la classificazione filatelica universale. Libreria AbeBooks;

  • –  G. Angiolino, I servizi postali della Marina Militare italiana. Sco.te.so. Guida aggiornata al 18 ottobre 1969. Libreria AbeBooks;

  • –  G. Angiolino, Le telecomunicazioni nel francobollo, Ed. Editalia, Roma 1984;

  • –  G. Angiolino, Il lavoro italiano nel francobollo, Ed. Editalia, Roma 1987;

  • –  G. Angiolino, L’Europa nel francobollo, Editalia, Roma, 1988;

  • –  G. Angiolino, Lo Sport nel francobollo, Ed. Editalia, Roma, 1988;

  • –  G. Angiolino, I mondiali di calcio nel francobollo, Ed. Editalia 1990.

Quasi a conferma di questo vasto lavoro letterario conviene rileggere parte della com- memorazione funebre riportata nella Circolare informativa per i Soci Aicis del Gennaio 2003, dove il nostro secondo Presidente Aicis, conte Gian Lodovico Masetti Masini scriveva in merito:

“Il Comm. Gennaro Angiolino fu sposo, padre e amico impareggiabile, pronto al bene del prossimo come lo era stato sin dai suoi primi anni, quando, aderendo allo Scautismo cattolico sotto la guida del Domenicano P. Agostino Ruggi d’Aragona, mostrava già tutta la prepara- zione spirituale e la prontezza del suo ingegno”.

Ricordava spesso quelle sue prime esperienze nel mondo; in periodo clandestino, sotto l’occupazione tedesca, Gennaro partecipava alla vita scautistica, resistenza morale che ne corroborava il carattere e lo immetteva ben presto nella vita da lui tanto intensamente trascorsa e impreziosita con il suo spirito e la sua opera. (...).
La filatelia, argomento di tanti suoi studi, fu coltivata da lui con impegno scientifico e nello stesso tempo con una passione che lo portò̀ a coltivarne la divulgazione diffondendo, attraverso varie pubblicazioni, il metodo di studio e le nozioni e informazioni tanto necessarie a chi si avventura nella ricerca e perciò anche nel collezionismo.

Ma nulla vi fu in lui di quel facile dilettantismo che si arresta alla superficie senza estendere e approfondire la ricerca. 

Tra i vari titoli di sua pubblicazione ricordiamo il volume “Le telecomunicazioni nel francobollo”, edito nel 1984 dall’Editalia. Esso scritto da Gennaro Angiolino e presentato dallo scienziato Prof. Antonino Zichichi, resta come significativo contributo dell’autore per scienza e metodo nell’ambito della storia del francobollo.
La Radio Vaticana e l’Osservatore Romano ai quali collaborò intensamente per tanti anni hanno raccolto importanti suoi lavori molti dei quali meriterebbero ora una ristampa, così come almeno la sua bibliografia, ricca di contributi e di valore. L’attività in opere culturali di ispirazione religiosa come le esposizioni, l’illustrazione di eventi, la collaborazione al Circolo San Pietro, gli valsero elogi e riconoscimenti, tra cui quello prestigioso della Commenda dell’Ordine di San Gregorio Magno (...)”. 

Il 23.12.2021 ricorre il 19° ann.rio della morte del Comm. G. Angiolino. Ricordiamolo nella preghiera

 

LE MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE IN ITALIA Salussola Monte (Biella) - 25/7 e 7/8 agosto 2021: MOSTRA “SANTINI - PATRIMONIO DI FEDE, STORIE E CULTURA”

 

Dopo una quindicina d'anni di annuali esposizioni di immaginette sacre della sua collezione a Follina (TV), finalmente lo scorso 25 luglio e dal 7 all’8 agosto u.s. il socio e filiconico Mario Tasca ha esposto nella Parrocchia di Santa Maria Assunta della sua città natale: Albissola Monte (Biella) con la tematica “Santini – Patrimonio di Fede, Storie e Cultura”.

 

Infatti, domenica 25 luglio, dopo la Santa Messa delle ore 10.00, è avvenuta l’inaugurazione della esposizione di santini e la visita guidata: orario 10-13 e 15-20. Sabato 7 agosto, apertura dalle 15 alle 20 e domenica 8 agosto apertura dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.00; è seguito un concerto.

 

Grande la partecipazione del pubblico. Per molti le immaginette esposte sono state una novità, per altri una curiosità, ma l’interesse suscitato è andato oltre le aspettative.

ARDEGIO (BERGAMO) – 27/29 agosto 2021: Mostra di “IMMAGINETTE CONTEMPORANEE”

 

“Immaginette contemporanee” è un progetto espositivo creato ad hoc per la seconda edizione del festival cinematografico “Sacrae Scenae”, il primo festival internazionale dedicato alle devozioni popolari.

 

Con questa mostra del 27/28 agosto u.s., l’artista Nadia Nespoli ha arricchito la programmazione del Festival componendo un archivio artistico di rappresentazione e interpretazione dell’iconografia tradizionale della Madonna delle Grazie di Ardesio.

L’esposizione è stata ospitata all’interno della Casa del Pellegrino, negli spazi antistanti il sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio, nel cuore del borgo antico. “Immaginette contemporanee” è costituita da un’installazione ispirata alla cripta del Santuario, alle cui pareti sono esposti gli ex voto a Maria.

In modo simile, Nadia Nespoli allestisce “un muro di madonnine”: un’imponente parete di 16mq ricoperta da 300 immaginette della Madonna dipinte a mano.

 

“In ciascuno di questi piccoli dipinti”, rivela l’artista, “la luce e la trasparenza dell’icona sono il senso sacro della costruzione, sono le ‘mattonelle’ che compongono lo stesso muro”. (Fonte: Comunicato Stampa. Margherita Zanoletti)

Misilmeri (Palermo) - 22 agosto/4 settembre 2021: MOSTRA di IMMAGINETTE SACRE “MILITES CHRISTI”

 

Il Segretario AICIS Antonino Cottone ha presentato quest’anno a Misilmeri (Catania) la sua collezione “MILITES CHRISTI”: nell’Oratorio della Chiesa Madre della cittadina siciliana il 22 agosto alle ore 18.00, è stata inaugurata la Mostra che costituisce un itinerario iconografico fra i Santi Militari, dalla “Legio” ai giorni nostri.

È stato un interessante excursus di santità e martirio lungo venti secoli. L’esposizione era ricca di tanti pezzi oltremodo interessanti e particolari. Oltre l’AICIS, hanno concesso il loro Patrocinio alla preziosa esposizione gli Amici di San Giusto e la Parrocchia di San Giovanni Battista.

La Chiesa da sempre ha dedicato attenzione a questo fenomeno religioso, popolare e sociale delle immaginette sacre. Lo stesso San Paolo VI se ne è occupato nell’Evangelium Nuntiandi, in quanto esso coinvolge non solo la liturgia, ma anche le pratiche religiose, il culto dei santi, le processioni, le feste religiose e simili.

Di grande soddisfazione è stata la partecipazione dei visitatori. Molti hanno desiderato approfondire il tema centrale con tante domande. L’esposizione, con ingresso gratuito, è rimasta aperta al pubblico fino al 4 settembre u.s.

Milano - 2/31 ottobre 2021: MOSTRA di IMMAGINETTE “ROSARIO VISUALE”

Nadia Nespoli rende omaggio alla chiesa di Santa Maria alla Fonte in Chiesa Rossa (Sec. X) [ndr. è una chiesa di Milano che sorge lungo il Naviglio Pavese all'altezza della Conca Fallata. Dà il nome al quartiere “Chiesa Rossa”.

Accesso alla mostra dal Parco di Chiesa Rossa, via San Domenico Savio 3- Milano] con Rosario visuale, un’installazione tridimensionale che evidenzia il valore storico e religioso dei “santini” nel vissuto quotidiano. Realizzata in collaborazione con Fondazione Maimeri e con Laboratorio Artemisia, l’esposizione è costituita da una parete ricoperta da 300 immaginette dipinte a mano da Nadia Nespoli nel corso del 2021. Le immaginette riproducono l’iconografia della Madonna del latte presente all’interno dell’antica “Chiesa Rossa”, e sono collocate ritmicamente, una accanto all’altra, come i mattoncini di un muro. Richiamando e al tempo stesso trasfigurando l’arte seriale di Andy Warhol, la reiterazione attuata da Nadia Nespoli assume un significato radicalmente nuovo.. Ogni immagine del suo Rosario visuale è un esemplare unico e numerato, realizzato con tecnica mista su carta di diverso formato e composizione. L’immagine di Maria è ripetuta come le Ave Maria recitate nel rosario, come un mantra mai uguale a se stesso: ogni ripetizione, ogni variazione è un’offerta di tempo, è riscoperta, meditazionE un’offerta di tempo, è riscoperta, meditazione e preghiera.

 

Spiega la curatrice dell’iniziativa, Margherita Zanoletti: “Ciascun visitatore è invitato a scegliere la ‘propria’ immaginetta, staccarla dal muro e portarla a casa. Questo semplice gesto permette a chiunque lo desideri di prendere parte attiva a un progetto partecipativo, in cui parte dei proventi ricavati sarà devoluta alla comunità di Frati Minori Cappuccini a cui è affidata la Chiesa di Santa Maria alla Fonte”. (Fonte: Comunicato Stampa)

 

Congregazione delle Cause dei Santi

30.8.2021: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI

 

Il 30 agosto 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E. Rev.ma il Signor Card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i seguenti decreti riguardanti:

3 NUOVI VENERABILI Durante l’Udienza, il Papa ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”: 1 - Servo di Dio PLACIDO CORTESE (al secolo: Nicolò), sacerdote professo dei Frati Minori Conventuali. 2 - Serva di Dio MARIA CRISTINA CELLA MOCELLIN, fedele laica e madre di famiglia. 3 - Serva di Dio ENRICA BELTRAME QUATTROCCHI, fedele laica.

1 - PLACIDO CORTESE (1907-1944) Padre Placido Cortese, al secolo Nicolò, nasce a Cherso (oggi Croazia) il 7 marzo 1907. A tredici anni (1920) entra nel Collegio dei Frati Minori Conventuali a Camposampiero (PD).

Il 10.10.1924 emette la professione dei voti semplici e quelli perpetui il 4 ottobre 1928. Fin da giovane, s’impegna a corrispondere con tutto sé stesso all’amore di Dio che vive con gioia e nel desiderio di operare il bene. Completa la formazione teologica a Roma dove è ordinato sacerdote il 6 luglio 1930. Salvo un breve periodo a Milano, trascorre quasi tutta la vita nel convento di Sant’Antonio a Padova, come Custode della Provincia Patavina e direttore della rivista «Il Messaggero di Sant’Antonio».

Padre Placido sa mettere il Signore al primo posto nel suo cuore e nella sua giornata per donarlo agli altri. Nel 1940, viene trasferito nel convento di San Francesco di Cherso. (Continua)

 

2 - MARIA CRISTINA CELLA MOCELLIN (1969-1995) Maria Cristina nasce a Cinisello Balsamo il 18 agosto 1969 in una famiglia dai sani princìpi cristiani. Frequenta la parrocchia della Sacra Famiglia, impegnandosi poi come catechista e animatrice dell’oratorio, rivelando un carattere forte e coerente. A Cusano Milanino frequenta il liceo linguistico; conosce le Figlie di Maria Ausiliatrice e inizia a pensare alla sua consacrazione religiosa.

Nel 1985, durante una vacanza estiva a Valstagna (Vicenza), paese dei suoi nonni, conosce Carlo Mocellin: capisce, dopo qualche tempo, di essere innamorata di lui. Nell’estate del 1987, compare un sarcoma alla gamba sinistra. Il 9 dicembre subisce un primo intervento chirurgico, poi seguono lunghi mesi di chemioterapia che non le impediscono comunque di superare la maturità ed iscriversi alla Facoltà di Lingue della Università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano.

Il 2 febbraio 1991, Maria Cristina e Carlo contraggono matrimonio e si stabiliscono a Carpanè (VI).

La Serva di Dio, verso il Signore, manifesta in tutti i suoi atti un vero e proprio innamoramento, che si esprime nelle parole, attestate soprattutto nel Diario, come pure nelle sue scelte di vita. Dopo aver avuto due figli, (Continua)

3 - ENRICA BELTRAME QUATTROCCHI (1914-2012)

La Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi nacque a Roma il 6 aprile 1914 da Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, ultima di quattro figli. Una vita ordinaria vissuta in modo straordinario è stata quella dei suoi genitori, che poi sono i primi sposi ad essere beatificati come coppia il 21 ottobre 2001 da San Giovanni Paolo II, proprio nel 20° anniversario dell’Esortazione Apostolica “Familiaris Consortio”. Infatti, fattore molto importante… la loro quotidianità di coniugi e genitori fu sempre sostenuta dalla preghiera, dalla fedeltà al Vangelo e dall’unione intima con Gesù Eucarestia.

Ben presto la piccola Enrica si trovò a rimanere da sola con i genitori e i nonni materni, dopo la partenza, tra il 1924 e il 1927, dei fratelli maggiori: Filippo, che divenne don Tarcisio; Stefania, che prese il nome di suor Cecilia quando divenne monaca benedettina, e Cesare, divenuto monaco trappista con il nome di don Paolino. Intensamente impegnata nelle attività di volontariato e nell’associazionismo cattolico, fin da piccola entrò a far parte delle Figlie di Maria, delle Sorelle Cristiane e delle Dame di San Vincenzo, spingendosi fino alle zone degradate di Trastevere e Montagnola per prestare assistenza ai bisognosi.

A partire dal 1936 accompagnò regolarmente i malati a Lourdes e a Loreto. Dal 1939 fu volontaria della Croce Rossa, arrivando a diplomarsi infermiera l’anno successivo, mettendosi al servizio negli ospedali militari durante la guerra e prestando soccorso ai perseguitati politici, ai soldati e ai rifugiati.

Insieme alla madre, fu anche attivamente impegnata nell’Associazione Cattolica Internazionale delle opere per la Protezione della giovane, divenendone segretaria generale fino al 1976. Nel 1942, concluse gli studi universitari laureandosi in Lettere moderne presso l’università di Roma. Si specializzò in seguito in storia dell’arte, che insegnò a partire dal 1944.

Nel 1956 manifestò l’intenzione di entrare in una Congregazione religiosa, ma dopo un lungo discernimento, in dialogo con le sue guide spirituali, scelse come propria vocazione il servizio generoso ai suoi anziani familiari. Dal 1976 fu Sovrintendente del Ministero per i Beni culturali e ambientali. Il 15 novembre 2001, a Pacognano, si consacrò nel movimento Testimoni del Risorto, fondato da Don Sabino Palumbieri, S.D.B.

Intensificò in quegli anni l’attività di incontri, a cui da anni si dedicava, accogliendo giovani, coppie, sacerdoti, seminaristi, religiosi, vescovi e cardinali. A partire dal 2009 la sua salute peggiorò significativamente, senza che tuttavia la Serva di Dio smettesse di farsi carico dei bisogni altrui. Nel 2010 adottò Francesco Beltrame, figlio di un suo cugino, per consentire la continuazione del cognome Beltrame Quattrocchi.

Morì a Roma il 16 giugno 2012, all’età di 98 anni. La Serva di Dio visse la sua consacrazione al Signore al’interno della famiglia, dedicandosi totalmente alla cura e all’assistenza dei suoi genitori e impegnandosi in un’opera intensa di carità. Allo stesso tempo, si rese disponibile ad accompagnare con il suo consiglio e la sua parola chiunque si rivolgesse a lei. La preghiera, la lettura e la meditazione della Parola di Dio, la partecipazione quotidiana alla celebrazione eucaristica ritmavano con regolarità le sue giornate. La fede formava il suo modo di guardare e affrontare la realtà. (Continua)

(www.causesanti.va)

 

LA CONGREGAZIONE DEI SANTI RACCONTATA DALL’INTERNO: STORIA, OBIETTIVI E “BILANCIO DI MISSIONE”

(Intervista al Cardinale Prefetto Marcello Semeraro) Giancarlo LA VELLA

Ci sono modi infiniti di definire la santità. Uno di essi è considerarla un modello, anzi “il” modello, di bellezza di una creatura umana. È questo che fa dal 1969, l’anno della sua nascita, il dicastero vaticano preposto a scandagliare nelle vite dei candidati agli altari: cercare nei loro connotati quelli del Vangelo, perché ogni cristiano possa vederli come testimoni credibili e soprattutto imitabili.

 

Dietro la proclamazione di un Santo c’è un impegno collettivo scrupoloso, che dura anni, talvolta decenni, e richiede l’intervento di varie competenze e un complesso di costi (il bilancio 2021 del dicastero si aggira sui 2 milioni di euro).

La “fabbrica dei santi” è un’espressione che “può essere anche simpatica, se intesa nel senso positivo, ossia quale luogo in cui si lavora tanto per arrivare alla presentazione seria e onesta di persone degne” di questo titolo, osserva il prefetto della Congregazione, il cardinale Marcello Semeraro che spiega il funzionamento della struttura.

La santità è una chiamata che il Signore rivolge personalmente a “tutti i fedeli di ogni stato e condizione” (Lumen gentium), eppure la Chiesa fin dalle origini ha avvertito l’esigenza di riconoscere le testimonianze esemplari e di accettare “ufficialmente” la loro fedeltà al messaggio evangelico.

Che ruolo svolge in proposito la Congregazione delle cause dei santi? Come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II, la santità è certamente la vocazione universale, per tutti e ciascuno. Quanto, poi, al riconoscimento ufficiale della santità di un singolo cristiano, si dirà che si tratta di un’antica tradizione. Fin dai primi tempi, infatti, quando si diffondeva la notizia di qualche martire, o di qualcuno che aveva vissuto il Vangelo in maniera esemplare, li si proponeva come modelli di vita a tutto il popolo e come intercessori presso Dio nelle necessità dei credenti.

Per dichiarare la santità di una persona varieranno i procedimenti e le normative canoniche, ma il fulcro fondamentale è questo: la Chiesa ha creduto sempre alla raggiungibilità della santità da parte dei suoi membri e che questi dovevano essere conosciuti e proposti alla venerazione pubblica.

Quanto alla Congregazione delle cause dei santi, essa segue l’iter di beatificazione e canonizzazione dei Servi di Dio assistendo i vescovi nell’inchiesta su martirio o virtù eroiche oppure offerta della vita e sui miracoli di un fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto fama di santità, o di martirio, o di offerta della vita.

Servo di Dio è chiamato il fedele cattolico di cui è stata iniziata la causa di beatificazione e canonizzazione e per il quale in ogni caso è sempre necessaria una autentica, diffusa e duratura “fama di santità”, ossia l’opinione comune secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane e feconda per la comunità cristiana. La vostra attività comporta un vero e proprio “gioco di squadra” nel quale sono impegnati postulatori, testimoni, consultori, teologi, studiosi, medici, cardinali, vescovi.

 

Quante persone vengono coinvolte e come si articola il lavoro della Congregazione nelle sue diverse fasi? La nuova normativa nelle Cause dei Santi, introdotta nel 1983, ha abbreviato di molto i tempi dei processi di beatificazione e canonizzazione. Basta pensare, ad esempio, che in passato per iniziare lo studio sulla vita, le virtù o il martirio di un Servo di Dio bisognava aspettare i 50 anni dalla sua morte. Oggi non è più così. La lunghezza delle Cause, tuttavia, dipende da molti fattori: alcuni sono intrinseci alle stesse (complessità della figura dei candidati, o del periodo storico in cui vissero), altri esterni (come la volontà, la preparazione e la disponibilità delle persone che vi devono operare: postulatori, collaboratori esterni, testimoni, ecc.). Ogni causa ha i suoi numeri: i testimoni ascoltati nella fase diocesana possono essere anche molte decine, come pure consistenti sono gli altri specialisti.

Anche quanto ai tempi, ogni processo di beatificazione e canonizzazione ha i suoi: quelli delle indagini, dell’ascolto dei testimoni, della stesura delle Positiones, dell’esame da parte dei consultori teologi e, a seconda delle cause, dei consultori storici.

 

Vi sono poi i tempi dei periti medici quando si tratta di esaminare un possibile miracolo di guarigione. Il tutto, se questi passaggi sono stati positivi, passa poi alla sessione ordinaria dei membri della Congregazione, cioè dei cardinali e vescovi. Terminato tutto questo processo, l’ultima parola spetta al Papa, alla cui approvazione il prefetto della Congregazione sottopone le varie cause. Esse sono davvero tante (attualmente, quelle in corso nella fase romana sono quasi millecinquecento, mentre quelle in fase diocesana sono più di seicento) e il fatto stesso che non tutte vadano in porto dimostra la serietà delle procedure.

Con questo, però, non s’intende che quanti non sono proposti alla venerazione dei fedeli non siano state figure esemplari per la loro testimonianza di vita. Il gran numero di canonizzazioni e beatificazioni promosso dalla Congregazione è un indicatore della vitalità della Chiesa, in ogni sua epoca.

In media, su quante cause lavorate e quante vengono portate a conclusione ogni anno? Il bilancio di questi ultimi cinque decenni di attività della Congregazione è non solo positivo, ma sorprendente. Lo snellimento delle procedure ha permesso di aumentare il numero delle persone proposte alla venerazione dei fedeli: provengono da tutti i continenti e appartengono a tutte le categorie del popolo di Dio. Il bilancio spirituale e pastorale di questi cinquanta anni dall’istituzione della Congregazione delle Cause dei Santi (1969) è singolare: fino al 2020 il numero complessivo è di 3003 beatificazioni e 1479 canonizzazioni.

Annualmente, essendoci normalmente due sessioni ordinarie al mese e in ciascuna l’esame di quattro cause, il numero approssimativo di quelle portate a conclusione in un anno è di 80-90. Per questi e altri dati, si può visitare il sito della Congregazione (www.causesanti.va), che offre in maniera agile e anche completa tutte le informazioni sulla Congregazione e sul cammino verso la santità.

Ad oggi, oltre ai principali documenti e pubblicazioni il sito contiene più di un migliaio di schede sui beati e i santi degli ultimi sette pontificati, arricchite con immagini, citazioni, biografie, omelie, link esterni e materiale multimediale.

 

Spesso all’esterno la stessa vitalità che innalza agli altari dei modelli di vita cristiana viene etichettata come “la fabbrica dei santi”. Come può essere spiegata sinteticamente la linea di rigore seguita nei riguardi di un candidato alla beatificazione e alla canonizzazione?

(Continua)

 

NOTIZIE DAL MONDO

 

I SANTINI DI PIERLUIGI BENASSI NEL MUSEO DI LAGARO DI CASTIGLIONE DEI PEPOLI (BO)

 

Pierluigi Benassi, socio AICIS, in questo 2021, dopo anni di ricerca, ha trovato a Lagaro di Castiglione dei Pepoli, un luogo che ha accolto la sua grande collezione di immaginette sacre grazie alla Pro Loco di Lagaro e all’ing. Sante Tarabusi, Presidente della Pro Loco e fautore di questo museo.

Attualmente, i volumi della ricerca catalogati ed esposti a Lagaro sono 417 su 25 temi di raccolta. Le immaginette sacre sono oltre le 160.000. Il lavoro di ricerca e catalogazione Benassi lo ha iniziato fin dai primi anni ‘70, mentre la sistemazione in volumi ragionati è partita dal 2002.

I temi trattati sono: i luoghi mariani d’Italia, santuari, chiese e oratori, i santi del giorno, i santi in ordine alfabetico, i servi di Dio, i venerabili, i beati, i santi di ogni ordine religioso, i santi patroni dei mestieri, i santi guaritori, i santi locali bolognesi e delle valli bolognesi, le Madonne, la vita di Maria, le Madonne nei paesi stranieri.

 

Ci sono anche i ricordini, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, le scale sacre, gli ordini vescovili e cardinalizi, gli ingressi delle parrocchie, i vari ordini e congregazioni di religiosi e religiose, i calendari religiosi dal 1840 al 2021, i “luttini” (ricordini dei defunti) dal 1840 ad oggi, le Benedizioni pasquali dal 1840, la vita di Gesù e di Maria, le litanie dei Santi, di Maria, del Sacro Cuore e tanto altro. (CONTINUA)

 

Complimenti a Pierluigi Benassi.

Catamarca (Argentina), 4 settembre 2021: CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DEL VEN.LE MAMERTO ESQUIÙ, OFM

 

Il Venerabile Mamerto Esquiú è stato beatificato il 4 settembre u.s. presso la spianata del Templo de San José, Piedra Blanca, Catamarca (Argentina), nel corso di una concelebrazione presieduta dal cardinale Luis Héctor Villalba. Mamerto nasce l’11 maggio 1826 a San Josè de Piedra Blanca (Argentina). Nel 1841 entra nel noviziato dei Frati Minori della Provincia dell’Asunción e, il 14.7.1842, emette la professione religiosa. Il 18.10.1848, è ordinato sacerdote e si dedica all’insegnamento, alla direzione delle anime e alla predicazione. In quest’ultimo ministero è molto apprezzato, non solo dai cattolici, ma anche dagli ambienti liberali. Fra Mamerto accetta anche di svolgere un ruolo politico attivo, come deputato e membro del Consiglio di governo di Catamarca. Nel 1862 si trasferisce come missionario apostolico in Bolivia, dove insegna teologia nel seminario di Sucre. (CONTINUA)

Nel 1870 [Fonte: ofm.org)

Varsavia (Polonia), 12 settembre 2021: BEATIFICAZIONE DEL CARD. STEFAN WYSZYNSKI E MADRE ELZBIETA ROZA CZACKA

 

Domenica 12 settembre 2021 a Varsavia il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi cardinale Marcello Semeraro ha proclamato beati due polacchi: il card. Stefan Wyszynski per ben 33 anni primate di Polonia e presidente dei vescovi polacchi nonché legato pontificio nella capitale polacca, e la Madre Elzbieta Roza Czacka, fondatrice della Congregazione di suore francescane ancelle della Croce.

All’Omelia il presule ha detto: “Carissimi sorelle e fratelli, le parole del cantico della Vergine Maria esprimono oggi anche il nostro rendimento di grazie a Dio, perché ci troviamo qui per la beatificazione del Cardinale Stefan Wyszynski e di Madre Elżbieta Róża Czacka. […] Dio continua anche oggi a suscitare autentici testimoni di santità, a lode e gloria del Suo nome. Così fu per il Cardinale Wyszyński, originario di Zuzela, dove la sua famiglia lo educò alla fede in Dio e all’amore per la Patria. Ricevuta il 3.8.1924 l’ordinazione presbiterale, iniziò allora la sua vita di sacerdote, segnata da molte prove, che affrontò con fermezza e fiducia. Uno dei momenti più drammatici fu indubbiamente quello della Seconda guerra mondiale e della eroica e tragica insurrezione di Varsavia del 1944. […] Non si risparmiò in nulla, sopportò tutte le umiliazioni e sofferenze, culmine delle quali furono i tre anni di prigione dal 1953 al 1956. San Giovanni Paolo II, indirizzando una lettera ai suoi connazionali all’indomani dell’elezione al Soglio di Pietro, scrisse al loro Cardinale Primate: «Non ci sarebbe sulla Cattedra di Pietro questo Papa polacco, se non ci fosse la tua fede, che non ha indietreggiato dinanzi al carcere e alla sofferenza. Se non ci fosse la tua eroica speranza, la tua fiducia senza limiti nella Madre della Chiesa» (San Giovanni Paolo II, Lettera ai connazionali polacchi, 23 ottobre 1978). 
      Una fede incrollabile in Dio e nella sua Provvidenza appartenne anche a Madre Elżbieta Róża Czacka.

      Anch’ella iniziò a riconoscere la chiamata divina fin dagli anni della fanciullezza, prima a Biała Cerkwa e poi a Varsavia. Colpita ventidue anni da una completa cecità, decise di dedicare la sua vita al servizio delle persone non vedenti, che all’epoca, nel territorio della Polonia, non potevano contare sull’aiuto degli altri e ricevere una valida istruzione. Fondò per questo la Società di cura per i non vedenti e la Congregazione delle Suore Francescane Ancelle della Croce. Aprì scuole e organizzò laboratori, adattò l’alfabeto Braille alla lingua polacca e perfezionò il metodo delle forme abbreviate nella scrittura. Con la sua straordinaria operosità la Beata Elżbieta Róża ci attesta che non ci sono ostacoli per chi voglia amare Dio e come Dio.
   Oggi il Cardinale Wyszyński e Madre Czacka vengono beatificati insieme. E’ come il compimento di un incontro storico, grazie al quale essi si conobbero a Laski già 95 anni fa, nel 1926. Il giovane sacerdote fu edificato dalla fede e dalla tenacia di quella donna che, mossa dalla carità divina, era totalmente dedita a Dio e al prossimo. Ne nacque una preziosa collaborazione, una condivisione sincera di intenti e propositi. Ma soprattutto una comunione di fede, e di amore a Dio e all’uomo bisognoso e indifeso”. 

8.9.2021 – 50° ANN.RIO DI SACERDOZIO DEL CARD.MARCELLO SEMERARO – “TANTI AUGURI, EMINENZA”
    L’8 settembre u.s. il card.Marcello Semeraro ha celebrato il 50° di ordinazione sacerdotale. Per l’occasione l’Associazione dell’A.I.C.I.S. porge fervidi auguri.
  Il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in un’intervista a “Portalecce”, in occasione del suo giubileo, afferma:

“Sono grato al Signore per l’esperienza episcopale ad Oria: fu la mia prima palestra. […]. Avevo bisogno di imparare una ‘arte pastorale. Poi il trasferimento alla Chiesa di Albano, che “è stata per diciassette anni mio campo di lavoro”. “Tutto quello che sono riuscito a fare, però, è stato possibile per la collaborazione di tante persone, presbiteri, diaconi, religiosi/e, fedeli laici. I loro nomi sono nel mio cuore e nella mia preghiera”, confida il porporato.

A proposito di laici, dice: “Per me l’apporto del laicato è stato decisivo, soprattutto a partire dall’esperienza del convegno della Chiesa italiana a Verona e quindi con la visita pastorale (2010 al 2014). Da lì ha preso avvio lo stile di pastorale generativa che oggi, per la Chiesa di Albano, risulta essere un anticipo e un tirocinio per il ‘cammino sinodale’ incoraggiato da Francesco e avviato in questi giorni”.
   

“Sono convinto che il processo indicato dal Papa esiga anzitutto la convinzione che la ‘sinodalità’ non è anzitutto un fare, ma un modo di essere e di vivere. Per ricorrere ad una categoria teologica molto corrente direi che si tratta anzitutto di stile. Lo stile […] è attuazione del mistero della comunione ecclesiale, che predilige il discernimento personale, anzitutto e, quindi, messo in comune”. In secondo luogo, “la sinodalità è l’attivazione di comportamenti e iniziative sinodali nei livelli distinti e comunicanti di comunità parrocchiale, Chiese particolari e Chiese locali”

Il terzo livello è “quello delle delibere e delle decisioni che spettano al vescovo nella diocesi, alle Conferenze episcopali”, “al Synodus Episcoporum come collaborazione al Papa e altre realtà che hanno diretto legame col Successore di Pietro. In ogni caso il processo sinodale è un processo sempre in atto, da compiersi con umiltà e fraternità”. G.A.        [Fonte: SIR]

CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE PREVISTE NEL MONDO IN OTTOBRE E NOVENBRE 2021


1-Cosenza, 3 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Santa Maria Assunta dei Venerabili Servi di Dio NUCCIA TOLOMEO e MARIA SAMA’. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro.

2-Napoli, 9 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Santa Maria Assunta del Venerabile Serva di Dio MARIA LORENZA LONGO. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro.

3-Tropea (VV), 10 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Maria Santissima di Romania del Venerabile FRANCESCO MOTTOLA. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Marcello Semeraro.

4-Cordoba (Spagna), 16.10.2021: Beatificazione nella Cattedrale di N.S.dell’Assunzione dei venerabili JUAN ELIAS MEDINA e 126 COMPAGNI. La cerimonia sarà presieduta dal card. Marcello Semeraro.


5-Brescia, 23 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Santa Maria Assunta della venerabile LUCIA RIPAMONTI. La cerimonia sarà presieduta dal card. Marcello Semeraro.

6-Rimini, 24 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di San Francesco (Tempio Malatestiano) della venerabile SANDRA SABATTINI. La cerimonia sarà presieduta dal card. Marcello Semeraro.

7-Tortosa (Spagna) 30 ottobre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Nostra Signora Santa Maria dei Venerabili FRANCESO CASTOR SOJO LOPEZ e 3 COMPAGNI

8-Manresa (Spagna), 8 novembre 2021: Beatificazione nella Basilica di Santa Maria dei Venerabili BENET DOMENECH BONET DA SANTA COLOMA DE GRAMENET e 2 COMPAGNI.

9-Katowice (Polonia), 20 novembre 2021: Beatificazione nella Cattedrale di Chrystus Kròl del venerabile JAN MACHA. La cerimonia sarà presieduta dal card. Marcello Semeraro.

10-Kalongo (Uganda) 21 novembre 2021: Beatificazione nella Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore del Venerabile GIUSEPPE AMBROSOLI.

MONTEFOSCOLI (PI) – IL SOCIO A.I.C.I.S. PIETRO CALLONI CI HA LASCIATO


     Pietro Calloni di Montefoscoli, da tanti anni socio AICIS, ci ha lasciato all’età di 83 anni. Mancherà a un gran numero di associati Aicis con i quali si intratteneva parlando di santini.

 

   Nel 2016 aveva editato un libro: “La Pietà popolare nel territorio di Montefoscoli”. La presentazione del volume, organizzata dalla locale Venerabile Confraternita della Misericordia è avvenuta il 2 giugno del 2016 nel Centro "Falcone e Borsellino" di Montefoscoli con gli interventi di S.E. Alberto Silvani, Vescovo di Volterra e dell’Arch. Fabio Lazzareschi.

Il Vescovo di Volterra in tale occasione ha ribadito concetti espressi nella presentazione stampata del libro: “Veramente ammirevole e pregevole il lavoro di Pietro Calloni che con pazienza e competenza ha raccolto in questo volume le immagini sacre di questo territorio, segno della devozione di un popolo che desidera camminare alla presenza del Signore e che vuole santificare il tempo e il lavoro con un richiamo continuo al soprannaturale. Il servizio da lui reso sia invito per tutti a continuare nella nostra tradizione cristiana”. L’idea di questa pubblicazione Calloni me l’aveva confidata già nel 2000. Infatti, ci si sentiva spesso e l’ho sempre incoraggiato a non demordere, poiché l’idea del libro era valida e costituiva un servizio per la comunità locale. Ricordo che soffriva del fatto che tante lapidi, nicchie, croci, edicole, vere testimonianze di fede, in molti luoghi del suo territorio risentivano di intemperie, incuria, vandalismo.
    Nei primi mesi del 2016 mi ha telefonato soddisfatto annunciandomi l’uscita del libro e spedendomene una copia.


   Ma dobbiamo aggiungere che Montefoscoli, ricorderà Pietro Calloni come un grande appassionato di moto, che ha fatto parte, negli anni ’60 e ’70, del Consiglio del “Moto CLub Pontedera” contribuendo di fatto all’organizzazione di varie manifestazioni come la gara di velocità Saline-Volterra.

Inoltre, è stato grande pilota in gare di regolarità, tra le quali la gara “Valli Fiorentine”.

La sua lungimiranza e volontà di far crescere il movimento motoristico lo rese grande sostenitore della realizzazione del campo di motocross di Valleverde, che contribuì a costruire.

Ed infine, egli è stato Volontario della Misericordia di Montefoscoli. Nell’ultima parte della sia operosa vita ha partecipato al progetto di “Casa Ilaria” non facendo mai mancare, fino a che la salute glielo ha permesso, di dare dei buoni consigli e partecipare alla Santa Messa presso la Badia.

Ci lascia un uomo eccezionale e competente, simbolo della Città dei Motori” è il messaggio dell’attuale Consiglio del MotoCLub Pontedera e del suo presidente Eugenio Leone. “Lo ricorderemo tutti come un amico” aggiungono da Casa Ilaria. Tutti ci stringiamo intorno al dolore della famiglia. (R.Manfè)

BOLOGNA, 26.9.2021 – DI DON GIOVANNI FORNASINI


     Nella Basilica di San Petronio, a Bologna, il 26 settembre 2021 il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto la Messa di beatificazione del giovane Don Giovanni Fornasini, ucciso nel corso della Seconda Guerra mondiale.
    Nell’omelia, il porporato disegna i tratti di questo giovane sacerdote, ucciso “in odium fidei” a soli 29 anni, dalle SS che mal sopportavano la sua carità e il suo amore senza limiti per le 333 anime di Sperticano, dove era parroco. “Don Fornasini fu l’angelo custode dei suoi parrocchiani” sottolinea il cardinale Semeraro che ricorda l’opera del sacerdote che perse la vita in modo violento sul Monte Sole, nel 1944. “Seppelliva i cadaveri insepolti; nel solco del Vangelo di questa Liturgia, dissetava e nutriva i bisognosi; accoglieva tutti i rifugiati dei dintorni nella sua canonica, dove poi si insediarono i nazisti. Negoziava perfino con loro, maneggiando il dizionario di tedesco che si era procurato. Cercava così di attirare nel bene anche gli oppressori. In tal modo riuscì a difendere dagli abusi degli occupanti anche la dignità di alcune ragazze, impedendo lo scandalo dei piccoli”.
   Ricordando le letture del giorno, il porporato parla della categoria del giusto, vittima della prepotenza degli uomini. “In questa luce guardiamo oggi al beato Giovanni Fornasini. Più che essere l’eroe di un qualsiasi ideale, egli è autenticamente martire di Cristo”. (Benedetta Capelli)         [Fonte: vaticannews.va]

ROMA COLLEZIONA” del 2-3 ottobre 2021 – Mostra di Santini “SAN FRANCESCO D’ASSISI”


    L'A.I.C.I.S. - "Associazione Italiana Cultori Immagini Sacre" - in collaborazione con “Roma Colleziona”, presenterà il prossimo sabato 2 e domenica 3 ottobre, presso il Complesso Scolastico “Seraphicum” di Via del Serafico 3, la mostra di santini: “San Francesco d’Assisi”. Il tema è d’obbligo anche perché la manifestazione si svolgerà a ridosso della grande festa religiosa del grande santo umbro che con il suo esempio ha rivoluzionato la vita della Chiesa e di tutti noi, ha fondato l’Ordine dei Frati Minori, ha istituito il primo Presepe.  Il Parlamento italiano, nel 2005, ha deciso il 4 ottobre quale “solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni”. Orario dei visitatori: Sabato ore 10.00 - 17.00 - Domenica ore 09 - 13.00 - Ingresso Libero - Espositori: G. Gualtieri e R. Manfè.


San Giovanni Leonardi e gli Angeli
IL “TRATTATO SUGLI ANGELI” DI SAN GIOVANNI LEONARDI -


     Gli Angeli convertono la nostra visione delle cose. La fede ci ricorda come non si esaurisce tutto nello spazio visibile, ma Dio ha creato oltre il visibile anche l’invisibile.  Conserviamo degli scritti giovanili di San Giovanni Leonardi, appunti e omelie redatti nei tempi successivi alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 22 dicembre 1571. Tra questi, un breve Trattato sugli Angeli, pubblicato da P.Vittorio Pascucci nei Sermoni. Si tratta di poche carte disposte in forma di dialogo, come era in uso nella prassi catechistica del tempo.
    San Giovanni Leonardi fu tra i pionieri dell’insegnamento catechistico, in ossequio a quanto richiesto dal Concilio di Trento: cominciare a risvegliare la fede dei piccoli con l’insegnare loro la Dottrina Cristiana. Ci piace pensare che questo trattatello sarebbe stato svolto in uno di quegli “Oratori” il cui metodo fu proprio inventato dai due santi toscani, poi amici a Roma: San Giovanni Leonardi e San Filippo Neri. Il tono del dialogo: domanda e risposta potrebbero richiedere il coinvolgimento di un pubblico. Ed è possibile ipotizzare che trattatelli di questo genere ispirarono oratori musicali come quello seicentesco “La Caduta degli Angeli” di Francesco Nicolò de Rossi, recentemente eseguito dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli.
    Nel piccolo Trattato, il Leonardi illustra la fede della Chiesa sugli Angeli. Lo fa riprendendo il caratteristico linguaggio legato alla Scolastica e alle categorie aristoteliche: materia, forma, specie, natura, atto, potenza, essenza. Sentiamo come il Santo di Lucca si esprime nel presentare le figure angeliche. Comincia a disquisire sull’intelletto e la conoscenza.
    L’interlocutore desidera sapere se gli Angeli hanno conoscenza come gli uomini.

Così il Leonardi riferisce: “Conoscono direttamente per essenza e non discutono di ciò che intendono”. Sta qui la loro perfezione rispetto all’umano. Sono creati da Dio con una retta volontà e orientati in modo libero solo al bene. Il curioso interlocutore chiede se gli Angeli come gli uomini, hanno sentimenti ed emozioni. Il Leonardi risponde: “Solo in ordine all’intelletto e non ai sensi, essi possono amare perché è loro connaturale, e amano Dio sopra ogni realtà”. Naturalmente, essi non sono coeterni con Dio, ma sono creati da lui, e costituiscono la “parte nobilissima” di questo mondo corporeo.
    Agli Angeli appartiene la beatitudine naturale ed ebbero bisogno anche loro della grazia e dell’aiuto sovrannaturale, per convertirsi a Dio. Tuttavia, riportando l’opinione di San Tommaso d’Aquino, il Leonardi afferma che gli Angeli: “Furono creati in grazia per conseguire la loro ultima perfezione”. Inoltre, essi, meritarono la beatitudine subito dopo il primo atto di carità. Il ragionamento del Leonardi punta sul concetto della “conversione”. Se gli Angeli con la loro grazia e gloria sono chiamati a convertirsi a Dio, quanto più l’uomo dovrà convertirsi: “intensamente e trepidamente” in modo da accrescere la gioia angelica. “Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7). La riflessione prosegue sulla “natura angelica”.
     Queste creature celesti sono incorruttibili perché “forme semplici” senza materia. E come mai, interviene l’interlocutore, essi nella Bibbia appaiono in forma umana, come l’Angelo che accompagnò Tobia?  E ancora, essendo puro spirito appaiono in un luogo concreto e questo, non è dato per ciò che è incorporeo.
     Risponde il Leonardi: L’Angelo è, dove opera, tuttavia egli non può essere dappertutto perché questo compete solo a Dio. A tal punto, la riflessione ritorna sulla facoltà della conoscenza angelica. E’ proprio degli spiriti celesti conoscere il futuro? Il Santo avverte che solo a Dio appartiene tale facoltà e che gli Angeli, possono conoscere il futuro solo attraverso “i segni” o “le rivelazioni” che Egli partecipa loro per dono. Persino i misteri della Fede come la Resurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste, e simili, non sono conosciuti se non in Dio e come a Lui piace rivelare.  Infine, il Leonardi risponde alla domanda sul numero degli Angeli affermando che: “Essi eccedono le specie delle cose corporali create”.  
    Vi è una gerarchia angelica: “Tre ordini, sedici cori, ogni coro la sua legione, ogni legione è costituita da seimila seicento sessantasei angeli”. Una grandissima moltitudine di cui è dato solo a Dio conoscere il numero. Le schiere angeliche eccedono il numero delle cose create naturali per la loro nobiltà. Il Leonardi prosegue la sua dimostrazione dall’evidenza del creato: “Tu vedi che l’acqua è più nobile della terra, però eccede quella dieci volte più, l’aria poi, è più nobile dell’acqua e precede quella di dieci volte; il fuoco essendo più nobile eccede l’aria di dieci volte. E così via ascendendo nei cieli”.
    Per similitudine, questa eccedenza si verifica anche negli Angeli, dove un coro trascende l’altro per nobiltà. Tuttavia, anche se il numero delle schiere angeliche sembra infinito, solo a Dio, afferma la Santa Chiesa, è noto il numero dei predestinati, dove “mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano” (Dn 7,10).
Santini natalizi

 

SANTINI NATALIZI


GESU’ BAMBINO NELLA COLLEZIONE BRICCOLI
di Renzo Manfè  


Presentiamo il libro “L’ORNAMENTO DELL’ANIMA – Un percorso tra immagini e oggetti della devozione e con so
ttotitolo “LA COLLEZIONE FILIPPO BRICCOLI” di Danilo Montanari Editore, 2012- Edizione in tiratura limitata di 700 esemplari numerati.

 In copertina: “Ricordo di nonna Rideau”, canivet, produzione francese, scuola di Lione, sec.XVIII e XVIII. L’introduzione è del Cardinale Achille Silvestrini, mentre la presentazione è della nostra socia Elisabetta Gulli Grigioni.
   Gli esemplari pubblicati nel libro, come anche quelli del Bambino Gesù, riprodotti in basso e nelle due pagine seguenti, sono stati esposti in una mostra presso le vetrine del Private Banking della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa nel novembre 2010 in Piazza del Popolo a Ravenna.
    Il nostro socio Filippo Briccoli di Ravenna ha da sempre uno spiccato spirito “collezionistico” verso l’oggettistica religiosa scaturito fin dalla fanciullezza da una raccolta di santini vista tra le pareti domestiche. La sua raccolta trae origine da un primo nucleo di belle cromolitografie, alcune delle quali incorniciate da delicati pizzi meccanici. Successivamente, dai prodotti seriali e industriali, la sua ricerca si è orientata verso manufatti polimaterici, soprattutto i ‘collage’ e gli intagli, di raffinata composizione e complessa simbologia teologica, specializzandosi nell’oggettistica religiosa fra cui si collocano le immagini del cosiddetto ‘Bambino vestito” la cui ispirazione devozionale, sentita e teologicamente temprata, si impreziosisce grazie all’intervento di una manualità a volte solo volenterosa, a volte virtuosistica. La ricerca, sistematica e capillare, ha dato origine ad una collezione molto ampia di oggettistica religiosa. A fianco abbiamo solo un piccolo assaggio della vasta collezione del socio Briccoli e sono tre santini del sec.XIX di Gesù Bambino nel portinfante di pagina 12 e 13 del volume, che egli stesso commenta così:
-(foto 1) Gesù guarda la croce che stringe tra le braccia; -(foto 2) Gesù Bambino è dentro una raggiera di cuori infiammati; -(foto 3) sull’apice dell’intaglio/ritaglio un cuore intersecato dalla lettera A.
     La pagina 19 ci presenta 4 manufatti di produzione conventuale italiana del secolo XIX sul tema “Gesù Bambino nel cuore: configurazione mistica dell’amore divino bramoso dell’amore umano”.
    Filippo Briccoli descrive i quattro manufatti così:
-(foto 1) Gesù Bambino nel cuore, sec.XIX, cm. 13,2 x 8,6. Intaglio/ritaglio simmetrico su carta lavorata in doppio. Gesù è inserito in un calice circondato da cuori fiammeggianti. A forma di cuore (intagli in negativo) sono pure i fiocchi dei nastri che fasciano il Bambino.
-(Foto 2): Gesù Bambino nel cuore. Sec.XIX, seconda metà, cm.10,8 x 6,8.
-(Foto 3): Gesù Bambino nel cuore. Sec.XIX, seconda metà, cm.11 x 8,8.
-(Foto 4): Gesù Bambino nel cuore. Sec.XIX, seconda metà, cm.11,8 x 7,5. Il cuore e gli ornamenti geometrici sono composti da sottilissime striscioline di carta intrecciate fra di loro, incollate su fondo di carta blu scuro.

Il manufatto devozionale di pagina 20 rappresenta ‘Gesù Bambino nel cuore’, e Briccoli così lo descrive:   “Produzione italiana conventuale fra il XIX e il XX secolo, apribile a quadrifoglio. Carte bianche colorate e dorate, tessuti, nastro e fili di seta, figurine e fiori in cromolitografia, fili dorati e argentati, muschio.
   Nella forma chiusa (fig.1) bordata d’argento, la figura di Gesù Bambino, ritagliata da cromolitografia, è incollata su rivestimento di seta, ornata da fiori di carta e da paillettes. Aprendo il cuore per mezzo di due nastrini, si formano tre quadrifogli dentellati cosparsi di figure, di simboli e di fiori collocati tra varie massime di perfezione manoscritte.
   Su due petali opposti del primo quadrifoglio (fig.2) sono applicate due immagini di Gesù, una con aureola dorata e calice sul portinfante, l’altra, con il Bambino seduto su cuscino di muschio, assistito da due testine angeliche.
   Nel secondo quadrifoglio (fig.3), Gesù Bambino Buon Pastore aureolato d’oro, è posto sul petalo che fronteggia una colomba con fiori nel becco.
   Nel terzo (fig.4) una colomba in volo porta fiori nel becco e una lettera amorosa legata al collo. Sul petalo opposto figura un Calvario stilizzato, con alcuni simboli della Passione”.

 

“SANTI PATRONI” DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE D’ITALIA
di GIANCARLO GUALTIERI

 

16ª REGIONE: TOSCANA: parte seconda

 

Province: Carrara – Pisa – Pistoia – Prato – Siena

 

La Santa principale della Regione Toscana è:

 

SANTA CATERINA DA SIENA

(Siena, 25 mar. 1347 – Roma, 29 apr. 1380),


   Caterina è nata nel rione di Fontebranda, nella contrada dell'Oca, figlia di Jacopo Benincasa, tintore di panni, e di sua moglie Lapa Piacenti, è senza alcun dubbio la Santa della Toscana più venerata e conosciuta nel mondo. Caterina fu canonizzata da Pio II nel 1461; proclamata patrona d'Italia nel 1939 da Pio XII (assieme a san Francesco d'Assisi); dichiarata dottore della Chiesa da Paolo VI nel 1970 e compatrona d'Europa da Giovanni Paolo II il 1º ottobre del 1999. La sua tomba si trova nella Chiesa della Minerva a Roma.
   A Siena le celebrazioni in onore della Santa iniziano ogni anno con la Messa Solenne nella Chiesa del Santuario, proseguono poi con la cerimonia dell'offerta dell'olio per la lampada votiva, nel pomeriggio, in Piazza del Campo, con la benedizione all'Italia e all'Europa con la Reliquia della testa di Santa Caterina, e terminano con la caratteristica sbandierata delle Contrade. Festa: 29 aprile. (Figg.1-2)

 

l Santo Patrono della città di CARRARA è:

 

SAN CECCARDO DI LUNI

(800~ – Luni 860~)


   San Ceccardo è stato vescovo della diocesi di Luni, una cittadina etrusca della Liguria confinante con il comune di Carrara in Toscana, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Secondo alcune fonti era di origini bizantine e subì il martirio da vescovo quando i normanni di re Hastings conquistarono Luni nell'860.
   Secondo la leggenda nel luogo dove venne ucciso scaturì una piccola fonte miracolosa intorno alla quale fu costruita sin dal XIV secolo, la chiesa di San Ceccardo ad Acquas. Il suo corpo oggi si trova nel Duomo di Carrara. Il 16 giugno di ogni anno, San Ceccardo, patrono della città, del comune e del vicariato di Carrara viene festeggiato con una solenne processione, mentre le Sacre Reliquie, dopo il Solenne Pontificale della sera presso il Duomo di Sant'Andrea Apostolo, vengono esposte alla devozione dei fedeli.
  

Ecco di seguito il testo della preghiera che i carraresi rivolgono al loro santo patrono: “San Ceccardo, Patrono di Carrara, che nell'adempimento del tuo sacro ministero coronasti con la gioia del martirio la tua mirabile vita, infondici nel cuore la fiamma dell'apostolato cristiano, la serenità nel compiere sempre la volontà di Dio e la forza di abbracciare la nostra croce. Ti chiediamo con spirito di amore filiale la protezione per la nostra città, dai monti al mare, e per tutti quelli che abitano questa terra dalla quale hai fatto sgorgare una limpida acqua salutare, simbolo della continuità delle tue grazie per noi. Benedici i tuoi figli dal Cielo affidati al tuo paterno aiuto. Amen”. Festa: 16 giugno. (Fig.3)

 

Il Santo Patrono della città di PISA è:

SAN RANIERI SCACCERI

(Pisa, 1115~ - 17 giugno 1161)


   Ranieri, figlio di un ricco mercante pisano, alla giovane età di 19 anni scelse di abbandonare la sua vita agiata e di vivere in povertà al seguito di un eremita di nome Alberto. Si trasferì quindi in Terra Santa dove trascorse alcuni anni e nel 1154 ritornò nella sua città natale nel monastero di San Vito conducendo una vita di penitenza e operando tantissimi miracoli, secondo una leggenda nel momento della sua morte tutte le campane delle chiese di Pisa si misero a suonare da sole. Nel 1632 San Ranieri venne eletto patrono della diocesi e della città di Pisa. L’urna contenente il suo corpo si trova nella cappella del Duomo di Pisa dedicata all'Incoronata oggi denominata per l'appunto di “San Ranieri”.
    Le celebrazioni in onore del santo patrono iniziano la sera del 16 giugno con la caratteristica “Luminara” quando, al passaggio della processione, su tutte le finestre delle case vengono accesi dei lumini. Poi migliaia di lumi galleggianti vengono deposti sulle acque del fiume Arno che, trasportati dalla corrente, offrono a tutti i presenti uno spettacolo molto suggestivo.
   La serata si conclude con fantasmagorici fuochi d’artificio.
   Il 17 di giugno, giorno della memoria liturgica di San Ranieri, si svolge sulle acque dell’Arno una suggestiva “Regata”. Quattro galee dei rispettivi quartieri storici: Santa Maria (la celeste), San Francesco (la gialla), San Martino, (la rossa) e Sant'Antonio (la verde) si sfidano per la conquista del palio di San Ranieri.
   I prodieri si devono arrampicare su di una cima per raggiungere il palio in cima al pennone montato su di una chiatta in mezzo al fiume. Va ricordato infine che San Ranieri è anche il patrono della dinastia del Principato di Monaco e della nobile famiglia dei Grimaldi. Festa: 17 giugno. (Fig.4)


 

Il Santo Patrono della città di PISTOIA è:


SAN GIACOMO IL MAGGIORE, detto anche Giacomo di Zebedeo

(Betsaida, ... – Gerusalemme, 44)


   Giacomo il Maggiore, figlio del pescatore Zebedeo e di Salome e fratello dell’apostolo Giovanni, fa parte, secondo quanto riportato nei Vangeli, della lista dei dodici apostoli che accompagnarono Gesù durante la sua vita pubblica. Secondo un’antica tradizione Giacomo, dopo essersi recato in Spagna per diffondere il Vangelo, ritornò in Giudea dove fu fatto arrestare e condannare a morte per decapitazione dal re Erode Agrippa I.
   Giacomo fu, quindi, il primo apostolo a subire il martirio. Il suo corpo fu trafugato da alcuni suoi seguaci e seppellito in luogo sicuro in Galazia, nel nord-ovest della Spagna. Secondo la leggenda il sepolcro contenente le spoglie di Giacomo fu scoperto da un anacoreta intorno alla metà del IX secolo dopo un’apparizione di una stella luminosa sul luogo chiamato in seguito appunto “campus stellae - campo della stella” l’attuale Santiago di Compostela. La tomba divenne da subito meta di numerosi pellegrini e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa cattedrale a lui dedicata. Il cosiddetto “Cammino di Santiago” divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale, gli altri due altri erano quelli che portavano a Gerusalemme, al Santo Sepolcro di Gesù e a Roma, alla tomba dell'apostolo Pietro.
    Le origini della venerazione della città di Pistoia a San Jacopo risalgono all'anno 849, quando grazie alla sua intercessione, si evitò che la città venisse invasa dai Saraceni. In segno di gratitudine per la grazia ricevuta, i pistoiesi elessero San Jacopo a loro patrono e gli edificarono una chiesetta entro il primo cerchio di mura. Nel 1145 poi, il vescovo S. Atto, si fece donare dal vescovo di Santiago una reliquia, un frammento di osso del cranio del santo, e venne portata con grandi onoranze a Pistoia e deposta in una cappella appositamente costruita. Ogni anno i pistoiesi, nel periodo che va dal 16 al 25 di luglio ed i successivi otto giorni “ottava di San Jacopo”, festeggiano il loro protettore e patrono della città con solenni celebrazioni religiose, la “vestizione” della statua con un pastrano rosso, la storica processione con la reliquia del Santo per le vie cittadine fino alle Quattro Antiche Porte dove il vescovo impartirà la solenne benedizione alla città, una grande fiera ed il palio dei cavalli barberi. Festa: 25 luglio. (Fig.5)

 

 

Il Santo Patrono della città di PRATO è:


SANTO STEFANO († Gerusalemme, 33 o 34 circa)


      Stefano fu il primo dei “Sette Diaconi” (Stefano, Filippo detto l'Evangelista, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola di Antiochia) scelti dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede. È detto il “protomartire”, in quanto fu il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare il proprio credo in Gesù Cristo. I giudei, invidiosi del successo di Stefano per la diffusione del Vangelo, lo accusarono di proferire bestemmie contro il loro Dio e lo portarono davanti al Sinedrio di Gerusalemme (il supremo consiglio ebraico preposto all'emanazione delle leggi e alla gestione della giustizia), che lo condannò a morte per lapidazione. Il suo di Stefano, secondo la leggenda, ritrovato intorno al 415 da un sacerdote di nome Luciano, dopo aver avuto in sogno le indicazioni del luogo dove era stato sepolto, fu traslato nella chiesa di Sion a Gerusalemme. Durante le crociate gran parte delle reliquie di Stefano ritenute miracolose furono razziate e diffuse in numerose chiese costruite in suo onore in tutta Europa. A Roma la più famosa è quella di Santo Stefano Rotondo al Celio, costruita nel V secolo da papa Simplicio.

 

Attualmente in Italia vi sono ben 14 Comuni che portano il suo nome e molte città e paesi lo hanno eletto a loro santo patrono. L’attributo di Stefano sono le pietre della lapidazione ed è invocato contro i calcoli (il mal di pietra) ed è appunto il patrono dei tagliapietre e muratori.

La cittadina di Prato da sempre ha scelto Stefano come Santo Patrono dedicandogli la prima Chiesa della città, la Pieve di Santo Stefano sulla quale sarà poi costruito il Duomo. Ogni anno i cittadini di Prato festeggiano il loro Santo Protettore con celebrazioni religiose ed una solenne processione per le vie della cittadina. Viene allestita una grande fiera dove si possono trovare i prodotti tipici del posto come gli amaretti ed il “berlingonzo” un dolce al forno tipico toscano, dalla classica forma a ciambella. Festa: 26 dicembre (Fig.6)

 

 

 

SIENA - i Santi Patroni della città sono:

 

SANT'ANSANO DI SIENA, MARTIRE (Roma, 284 - Dofana-Siena, 1 dicembre 304

 

Ansano, romano di nascita, figlio di Tranquillino della nobile famiglia degli Anici, abbracciò giovanissimo la religione cristiana grazie alla matrona Massima. Durante la persecuzione di Diocleziano, denunciato dal suo stesso padre, fu catturato, fatto prigioniero e condannato al martirio insieme a Massima. Ansano riuscì miracolosamente a fuggire rifugiandosi presso la città di Siena.

Qui evangelizzò la popolazione diventando il “battezzatore dei Senesi”. Di nuovo catturato fu condannato al rogo, ma le fiamme si spensero non appena venne gettato sul fuoco, infine fu fatto decapitare con la spada sulle rive del fiume Arbia.

 

Ansano è il patrono principale della Città e dell'Arcidiocesi di Siena e viene festeggiato ogni anno con una solenne processione, alla quale partecipano tutte le 17 Contrade, che parte da Piazza del Campo per arrivare al Duomo dove, presso l'altare del Santo, l'Arcivescovo di Siena presiede alla celebrazione della Santa Messa. Per i cittadini di Siena la festa di Sant'Ansano segna quindi l'inizio dell'Anno Contradaiolo. Festa: 1° dicembre (Fig.7)

 

SAN CRESCENZIO MARTIRE

Crescenzio, secondo quanto riportato dalle poche notizie che ci sono giunte, apparteneva ad una nobile famiglia romana di religione cristiana che si era rifugiata a Perugia durante la persecuzione di Diocleziano. Crescenzio, ritornato a Roma dopo la morte del padre Eutimio, sebbene avesse solo undici anni, fu vittima dei carnefici romani e decapitato sulla via Salaria.

Sepolto nel cimitero di Priscilla, il corpo, su richiesta del vescovo Antifredo, fu trasportato da Roma a Siena nella metà del sec. XI, città della quale divenne uno dei quattro patroni insieme a Sant’Ansano, San Savino e San Vittore. La sua festa ricorre il 14 settembre e la memoria della traslazione il 12 ottobre. Festa: 14 settembre (Fig.8)

 

SAN SAVINO O SABINO (III sec.)

 

Scarse e contrastanti sono le notizie su questo santo, molto probabilmente si tratta di un vescovo italiano che operò e predicò nel centro Italia, ad Assisi e a Spoleto.

Secondo una leggenda devozionale fu arrestato durante le persecuzioni anticristiane, processato e condannato a morte, subì il martirio dopo che gli furono mozzate le mani. A Siena è raffigurato, insieme a Sant'Ansano e a San Vittore, in una delle tre statue di marmo che si trovano nella Loggia della Mercanzia, tutte opere di Antonio Federighi (1420~ - 1483) scultore e architetto considerato uno dei più grandi artisti del rinascimento senese. Festa: 7 dicembre (Fig. 9)

 

 

 

SAN VITTORE (III sec.)


    Difficile dire quale sia il Santo in questione, molto probabilmente ci si riferisce a San Vittore soldato romano martire in Africa.

Festa: 29 dicembre. (Fig.10)

   Va ricordato che Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255~ – 1318~) pittore italiano, primo maestro della scuola senese, realizzò una monumentale pala d’altare per onorare la Madonna alla quale è dedicata la cattedrale di Siena.

In questo polittico detto “La Maestà del Duomo di Siena”, uno dei dipinti più importanti dell'arte pre-rinascimentale italiana, sono raffigurati inginocchiati attorno alla Madonna i quattro Santi protettori di Siena: Sant'Ansano, San Crescenzio, San Savino, e San Vittore. Oggi viene festeggiato dai senesi solo Sant'Ansano.

 

 

 

 

 

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