Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2005 è di euro 22,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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VITA ASSOCIATIVA

8 NOVEMBRE - LE ANIME DEL PURGATORIO - I LUTTINI: CONFERENZA IN SEDE DI MARIA ROSA PANISI

    La conferenza del mese di novembre è stata tenuta dalla socia Maria Rosa Panisi durante la riunione sociale dell'8 novembre u.s. a Piazza Campitelli 9. La Panisi ha ripercorso le origini della commemorazione dei defunti.
Lo stesso Sommo Pontefice aveva ricordato qualche giorno prima che la grande famiglia della Chiesa trova in questi giorni un tempo di grazia, e lo vive, secondo la sua vocazione, stringendosi in preghiera intorno al Signore ed offrendo il suo Sacrificio redentore in suffragio dei fedeli defunti. La Panisi si è, inoltre, soffermata sulle immaginette dedicate alle anime del Purgatorio e sui luttini.


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DAL 2 GENNAIO 2006: INIZIO DEL VERSAMENTO DELLA QUOTA SOCIALE

Invitiamo i soci a non versare nel corrente anno la quota del 2006, bensì ad attendere il 2 gennaio prossimo e ciò per semplificare la nostra contabilità.
Con la Circolare Informativa di gennaio p.v., infatti, sarà inviato a tutti l'apposito modulo postale con il numero di conto corrente e la relativa causale.


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PUBBLICAZIONI SRL, SOCIA AICIS, PUBBLICA UN ALBUM DI IMMAGINETTE SACRE

La società Pubblicazioni Srl di Lugo (Ravenna) pubblica in questo mese di dicembre “L'Album dei Santini”: una indubbia novità nel panorama della raccolta delle figurine vendute nelle edicole.
La lodevole iniziativa interessa noi soci, ma anche tutti coloro che ruotano attorno al mondo delle immaginette sacre: cultori, studiosi, appassionati, collezionisti, amanti dell'arte in genere e, perché no?, i bambini, che attraverso questa iniziativa ideata e realizzata dal nostro socio Graziano Toni si avvicineranno per la prima volta al bellissimo mondo dei santini.
Un grazie a Vittorio Pranzini, un grande esperto del settore, autore di numerosi saggi e pubblicazioni sull'argomento, che ha curato l'opera.


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18 DICEMBRE, DOMENICA: SANTA MESSA A ROMA PER I SOCI AICIS DEFUNTI

Domenica 18 dicembre, alle ore 18.30, una Santa Messa verrà celebrata per i soci defunti della Famiglia AICIS. Ricordiamo in particolare i soci Alessandro Rovati e il Saverio Sesti, venuti a mancare nel corrente anno, e nel contempo il nostro amato Fondatore, Comm.Gennaro Angiolino nel 3° anniversario della scomparsa (23 dicembre 2002) e tutti i soci e familiari defunti.
La liturgia Eucaristica verrà celebrata nella Basilica di Sant'Antonio in Via Merulana.


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NEL 3° ANNVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI GENNARO ANGIOLINO, IDEATORE, FONDATORE E 1° PRESIDENTE DELL'A.I.C.I.S.

Il consigliere GIANNI ZUCCO di Roma  ci ha inviato il seguente ricordo commemorativo.

"In data 23 dicembre 2005 ricorre il terzo anniversario della scomparsa del nostro primo Presidente. L'occasione casuale della sua conoscenza fu, e mi sembra ovvio, una esposizione di immaginette sacre in località Castel Gandolfo (Roma), dove ero andato spinto dalla curiosità dell'avvenimento, letto su alcune locandine. Sin dalle prime parole che mi rivolse, avvertii quel senso di rispettosa confidenza con la quale era solito mettere a completo agio l'occasionale interlocutore. Piccolo di aspetto, sereno nell'espressione, lo ascoltai mentre intratteneva con il suo forbito parlare la numerosa e autorevole platea di invitati, e così insieme agli altri seguii il suo intervento con attenzione e curiosità.
Il seguito è storia recente ed inizia ad essere lunga la mia ‘militanza' nell'associazione, divenuta in questi ultimi anni più fattiva e collaborativa. Conservo ancora quelle vecchie “Circolari”, che egli subito mi procurò e che rappresentarono una novità ed un punto di riferimento per la mia collezione, certamente non confrontabili con le attuali dell'infaticabile Manfè.
Infatti il nostro vice presidente ha poi trasformato le poche pagine di una volta in un mensile completo, pur non abbandonando mai la linea guida del Fondatore, il nostro amato Comm.Gennaro Angiolino. Ricordo la sua malattia così insidiosa e maligna che lui stesso ci confidò, nella riunione del maggio del 2002, in maniera spontanea e con grande semplicità e naturalezza, pur essendo complicata e tremendamente spaventosa. Uomo sincero e disponibile, ricco di fede e di cultura, coraggioso nel superare prove ed ostacoli, dolce di temperamento, sensibile e senza molte pretese: ecco perché ancora oggi sono qui a raccontarlo ed a ricordarlo.

GIANNI ZUCCO

NOTIZIE VARIE

 

LA BEATA VERGINE MARIA CHE "SCIOGLIE I NODI"

Il socio Don DAMIANO MARCO GRENCI ci ha trasmesso l'unito articolo:

"Nella chiesa romanica di San Pietro ad Augsburg si trova un dipinto (forse del ‘700) che rappresenta la figura di Maria.
L'immagine è quella di una giovane donna, bella, vestita di rosso con un drappo blu come mosso dal vento sopra le spalle e i fianchi. Ha un atteggiamento sereno, ma è tutta concentrata sul compito che le è affidato: sciogliere i grossi e piccoli nodi di un nastro bianco, aggrovigliato, offertole da sinistra da un Angelo, per poi lasciarlo scivolare a destra, ormai libero e liscio, nelle mani di un altro Angelo.
L'icona descrive il conforto che ispira "il sapere che esiste una mano capace di sciogliere i nodi". [...]


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I DIVERSI TITOLI A MARIA SANTISSIMA
Dicembre: Immacolata Concezione

La festa dell'otto dicembre Se conoscete qualche signora che risponda al nome Concetta , oppure una di lingua spagnola, che si chiami Concepción , bene entrambe ci ricordano che Maria Santissima è colei che è “sine labe originali concepta ”, cioè concepita senza macchia di peccato, vale a dire Immacolata.
Papa Clemente XII, il 6 dicembre 1708, aveva già istituito la festa dell'Immacolata per tutta la Chiesa e aveva sollevato un vivace entusiasmo nei fedeli, sia popolari che dotti.
Successivamente, a seguito delle apparizione della Madonna, Santa Caterina Labouré, nel 1830, diffuse quella che fu chiamata la medaglia miracolosa : con l'immagine dell'Immacolata: Concepita senza peccato . Questa medaglia suscitò un'intensa devozione, ma non trascurabile fu il fatto che rimaneva aperto il problema della definizione dogmatica. In altre parole era necessario spiegare come una persona umana, quindi bisognosa di redenzione fosse esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata.
Chi si decise ad accogliere queste richieste fu Pio IX, il quale non appena asceso al soglio pontificio (1846) iniziò le pratiche necessarie. Interpellati tutti i vescovi (2 febbraio 1849) ne ebbe una risposta plebiscitaria: su 665 risposte 570 erano entusiasticamente favorevoli, otto con-trarie, le rimanenti più o meno incerte sull'opportunità della definizione. La commissione incaricata diede risposta favorevole alla domanda «se vi siano nella Sacra Scrittura testimonianze che provino solidamente l'immacolato concepimento di Maria». In tal modo il Papa Pio IX poté procedere alla solenne definizione dogmatica, l'8 dicembre 1854, alla presenza di oltre duecento fra cardinali e vescovi, e di una incalcolabile moltitudine di fedeli esultanti.
Ma dopo solo quattro anni, ecco le apparizioni di Lourdes mostrarono una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine “ tota pulcra ”, “ gratiæ plena ” e priva di ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità.
Eppure già nel 1330, John Duns (detto Scoto, proprio perché di origine scozzese), aveva indicato un'ingegnosa soluzione, che lo portò ad essere definito come il dottor Sottile. Affermò che la Madre di Dio rivelava la perfezione della redenzione operata dal Figlio, il Verbo incarnato, tramite una redenzione preventiva, prima e fuori dal tempo. Gesù si rivela Redentore veramente perfetto quando non soltanto libera, ma addirittura preserva dal peccato.
Quindi l'Immacolata Concezione, lungi dal compromettere la necessità e l'universalità della redenzione, la esalta al massimo grado. Inoltre l'Immacolata Concezione si addice perfettamente a Colei che è chiamata a essere la Madre di Dio.
All'otto dicembre la Chiesa invita a celebrare l'inizio della redenzione umana e del cambiamento radicale dell'umana condizione, poiché con il concepimento della persona di Maria appare nell'universo una donna la cui natura umana non si trova in una condizione decaduta, in una condizione di peccato. Il progetto del Padre sull'uomo si ricostituisce: nel concepimento di Maria in previsione della morte di Cristo; per noi, in conseguenza della morte di Cristo.
" Oggi è l'alba del giorno della redenzione, del giorno in cui l'uomo è rigenerato. La beata Vergine Maria, dice la bolla di Pio IX, «è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale» (Pio IX, Munificentissimus , 8 dicembre 1854). È la nuova Eva nella nuova creazione: «più giovane del peccato, più giovane della razza da cui è uscita» (G. Bernanos).
Definiamo gli elementi presenti nelle immaginette che raffigurano la Madonna (fin dall'inizio dei tempi "in mente Dei"), quando porta titoli riferentesi alla sua "predilezione". Molte immaginette mostrano Maria bianco vestita, con manto azzurro, che sovrasta il globo (o una nube) appoggiando i piedi sulla falce di luna. Il capo è coperto da una corona di dodici stelle, come nella presentazione della Madonna nella visione di Apocalisse 12, 1. Le mani sono congiunte in preghiera, oppure sono unite al seno. A volte l'Immacolata Concezione è collegata con l'immagine della donna della stirpe di Eva (Gen 3, 15) che schiaccia la testa al serpente. Queste raffigurazioni si ispirano alle opere di B. E. Murillo e di G. Reni.

ATTILIO GARDINI

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FASSICOMO E PAVONI: UN BINOMIO PER LA SANTITA' ED I SANTINI

La socia onoraria EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO di Roma ci ha trasmesso un articolo sul

1° CENTENARIO DEI RELIGIOSI PAVONIANI A GENOVA - 1905-2005


In quest'anno 2005 ricorre il primo centenario dell'arrivo a Genova dei Religiosi Pavoniani, invitati dall'arcivescovo Mons.Edoardo Pulciano a farsi carico dell'Istituto dei Derelitti, ricevuti in eredità nel 1902 dal fondatore don Eugenio Fassicomo.
La Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata era stata fondata a Brescia nel 1847 dal Beato Ludovico Pavoni (1784-1849 ) per assicurare continuità alla propria opera: un istituto in cui “ almeno i più derelitti ed i più trascurati dai genitori trovassero gratuito ricovero e crescessero con sicurezza, educati anche nelle arti onorate” . Vero pioniere della formazione professionale, don Pavoni aveva voluto nella sua congregazione sia Fratelli sacerdoti che Fratelli laici “ maestri d'officina ”; nell'istituto di Via san Barnaba a Brescia erano attivi diversi laboratori, fra cui una tipografia che, iniziata nel 1821, è considerata la prima scuola d'arte grafica in Italia. Simile il programma di don Eugenio Fassicomo, così enunciato nella sua ‘Memoria della prima pietra dello Stabilimento per i giovani derelitti', posta l'8 maggio 1901: “ Non si redime che col lavoro. Non si corregge che con l'amore” . [...]                                                                                           


EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO

 

 

 

 

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5 NOVEMBRE: FESTA DI SAN NICANDRO, VESCOVO DI MIRA

Inaugurato un monumento bronzeo a Sannicandro di Bari.
Il dr.Vittorio Polito, giornalista di BariSera, ci ha gentilmente indicato il sito di Sannicandro di Bari ove sono riportate le iniziative religiose e culturali ed i festeggiamenti in onore del proprio fondatore: San Nicandro, vescovo di Mira.
I preparativi delle solenni celebrazioni del 5 novembre u.s. sono iniziate già dal novembre 2004 con una lettera diramata ai sannicandresi, residenti in Italia ed all'estero, da Don Francesco Gramegna, Don Nicola Rotundo e Mons.Giacomo Giampetruzzi.
Ne riportiamo alcuni brani: “ E' noto a tutti infatti che nel novembre scorso, per un singolare privilegio, sono giunte nella nostra cittadina alcune reliquie del Santo Vescovo di Mira, collocate in un apposito luogo della nostra Chiesa Matrice per essere venerate dai fedeli. Dobbiamo a San Nicandro il nome del nostro paese. Deriviamo dal Suo il nostro nome. Dimenticarlo significherebbe essere privati anzitutto di quel necessario legame con la storia che, se davvero conosciuta, non può che far crescere in noi, come singoli e come comunità, il senso di appartenenza ad una comune identità, come nel tempo ci è stata trasmessa. Crediamo fermamente che fare memoria di San Nicandro valga per tutti noi il messaggio iscritto in quello stesso nome. Nicandro infatti è nome greco che vuol dire uomo della vittoria. Recuperare quel nome significa nuovamente imparare ad essere oggi uomini e donne della speranza, orgogliosi certo delle proprie radici, pronti però allo stesso tempo ad intraprendere altri cammini, mai stanchi di nuove e più promettenti avventure. La storia personale del Vescovo Nicandro ci educa a questa visione dando concretezza ai nostri sogni e aspirazioni per un futuro più sereno. Dalle scarne notizie pervenuteci sulla sua vita emerge la statura di un vero uomo di Dio che ha testimoniato la grandezza della sua vocazione e passione. Sull'esempio di Tito, compagno dell'apostolo Paolo, che lo ordinò vescovo inviandolo a Mira nell'attuale Turchia, ha posto le basi di quella primitiva comunità cristiana, spendendosi completamente per il gregge affidatogli e affrontando con coraggiosa disponibilità il martirio, perchè fedele solo al suo Dio. Fu ucciso con ferocia e disprezzo ma il suo spirito non è stato soffocato. La sua voce ci raggiunge ancora oggi e ci parla di perdono, giustizia e solidarietà, coraggio e impegno, fraternità e condivisione. La sua memoria, soprattutto nelle Chiese dell'Oriente, si è tramandata ininterrottamente come esempio e modello da imitare.[…]. Il culto a San Nicandro, come indicherebbe la tradizione, ci è stato consegnato da uomini venuti dall'Oriente, probabilmente monaci, fieri di poter conoscere un coraggioso testimone di Cristo ad altre regioni del Mediterraneo. Osiamo immaginare che per il loro arrivo tra noi, essi abbiano consegnato ai nostri lontani progenitori il culto speciale verso il Santo di Mira, primo Vescovo e martire di quella città, sulla cui cattedra sarebbe succeduto, due secoli e mezzo dopo, lo stesso San Nicola”.
Nel pomeriggio del 5 novembre u.s. alle ore 17.00, Mons. Cacucci, Vescovo di Bari-Bitonto, ha accolto il Successore del Vescovo Nicandro sulla cattedra di Mira, Sua Eminenza il Metropolita Chrysostomos Kalaitsis, inviato da Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli. Sono seguiti i saluti delle varie autorità. Da sottolineare la presenza dell'Assessore regionale Mario Loizzo. Il benvenuto dalla voce del sindaco Antonio Baccellieri poi da quella del Vescovo e infine le parole del Metropolita che rivolgendosi ai numerosi presenti ha detto: “ Diletto Popolo di Dio, Cristiani di Sannicandro e di Bari, sono grato al grande Dio dei predecessori nella mia Metropoli di Mira, cioè dei Santi Nicandro e Nicola, per questo nostro incontro. Abbiate la certezza che la città di Mira, in me suo odierno Vescovo Chrysostomos, [...] 

  (fonte: sito http://www.sannicandronline.it )                   

       RENZO MANFE'


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1305-2005: VII CENTENARIO DI SAN NICOLA DI TOLENTINO

Carluccio Frison di Massa Finalese (MO) ci ha proseguito l'unito articolo per ricordare il settimo centenario di San Nicola da Tolentino. Una Visita al Santuario di San Nicola a Tolentino 1305-2005 : che nel corso di questo anno, ormai al termine, sia caduto il VII Centenario di San Nicola da Tolentino è cosa a tutti nota. Più volte, anche nei precedenti numeri della nostra circolare, è stato ricordato, così come a tutti noi, appassionati cultori di immaginette sacre, sono note le vicende di questo fulgido Santo marchigiano, il più noto dell'Ordine Agostiniano, la cui vita rappresenta un luminoso segno della fecondità del messaggio cristiano. Tanto luminoso e fecondo che il pellegrinaggio alla sua tomba, al Santuario di Tolentino , in provincia di Macerata, ha costituito sempre una significativa manifestazione della religiosità popolare.
E qui, da sette secoli, ormai, sono giunte molte generazioni di devoti, che credono in San Nicola, nella sua figura carismatica e taumaturgica. Tutto ciò ha senz'altro contribuito al diffondersi nelle comunità cristiane del culto di San Nicola, testimone esemplare di credente, di religioso agostiniano e di sacerdote, come anche ci risulta ricordato in tante sue diverse rappresentazioni iconografiche, assai diffuse, anche a livello di santino. E credo che quasi tutti i collezionisti conservino nelle loro raccolte più di una immaginetta di San Nicola da Tolentino. Rispetto, infatti, ad altre figure di Santi, il cui culto risulta maggiormente diffuso, moltissime e tutte diverse sono le immaginette relative a San Nicola.
Vi è un motivo di questa fortuna “iconica”? La risposta può essere solo affermativa. Credo infatti che tutto ciò si possa spiegare solo con un elevato numero di immaginette in circolazione e una loro libera ed ampia diffusione. Il che avviene alla fonte stessa del culto di San Nicola, proprio là, a Tolentino, ove si trova il suo Santuario. Anche per questo, vi faccio sempre volentieri una visita, quando capito da quelle parti, per un momento di riflessione e di preghiera. Dopo tutto, Tolentino non è molto distante dal bellissimo mare delle Marche!
Ed è un giro che, se me lo concedete, consiglio caldamente a tutti i soci. Dapprima una visita alla bellissima Chiesa, per una preghiera, poi a spasso liberamente per le Cappelle laterali, per il Chiostro, alla tomba del Santo, ecc. E alla fine si scoprirà che non sarà stata una visita infruttuosa: ne esce fortificato e rinvigorito lo spirito… Ma anche la propria raccolta di santini aumenterà di numero. Infatti, visitando il Santuario, guardatevi tutt'intorno: oltre al consueto negozietto di ricordini, si trovano in bella mostra tutti i santini (nella mia ultima visita, ne ho raccolto più di una ventina di nuovi) relativi alle figure dei Servi di Dio, Venerabili, Beati e Santi dell'Ordine Agostiniano e, poi, alcune immaginette di S. Agostino e tutte quel le di San Nicola da Tolentino… E quest'anno, per il VII centenario della morte del Santo, come si può ben vedere, erano più di una decina le nuove immaginette stampate e a disposizione di tutti i pellegrini...

CARLUCCIO FRISON

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CURIOSANDO TRA I LIBRI: NOTIZIE STORICHE SUI SANTINI

La prof.ssa MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI di Roma ci ha trasmesso un nuovo servizio delle notizie storiche sulle immaginette sacre raccolte curiosando tra i libri.

L'IMMAGINETTA DEVOZIONALE IN EUROPA NEL SECOLO XIX 6 - Santini spagnoli del 1800

E' interessante descrivere, sia pur molto brevemente, i santini prodotti in Spagna nel 1800, anche se per quantità (non per qualità) furono certamente al di sotto delle numerose incisioni in xilografia e in calcografia ivi realizzate in precedenza, come si può dedurre anche dall'esiguo numero degli esemplari attualmente reperibili.
Attingendo le informazioni dal testo di D.Sella e dalla sua ricca collezione, apprendiamo e ricordiamo i nomi delle case editrici attive nella città di Barcellona: Riera, Peña y Sacanell, Bordas, R. Sola y Roca; nella città di Valenza Sanchis e Marti.
I santini trinati ad esecuzione meccanica, fortemente rappresentativi di questo secolo, sotto l'influsso forse della Francia, si diffusero anche in Spagna, come esemplificato dalla prima figura, tratta da (1), che riporta il santino “Questo è il cuore che tanto ha amato il mondo, siderografia su fondo trinato a punzone nello stile francese, sul retro preghiera di offerta del cuore. Edizione J.Peña y Sacanell, R. de Estudios, 12, Barcellona, metà circa del secolo XIX.” Suggestiva ci appare l'immagine in bianco e nero e molto fine lo sfondo a trina con sottili decorazioni, inserite nella base ad effetto “tulle”, ad incorniciare l'ovale e la didascalia.
Anche per i santini spagnoli, come già ipotizzato per quelli italiani, si può essere indotti a pensare che i supporti trinati nell'800 siano stati prodotti e acquistati all'estero (per esempio in Francia o anche a Norimberga), mentre le illustrazioni erano probabilmente realizzate sul posto. Le due successive figure sembrano suggerire o confermare l'ipotesi, estensibile in questo caso anche alle figurazioni.
Nella pagina a fianco, in alto, è riportata una immaginetta tratta da (1) con ” Nostra Signora dei derelitti e sua cappella, siderografia; fondo trinato a punzone; preghiera sul retro. Edizione P.Marti; San Ferdinando, 39, Valenza, ultimo decennio del secolo XIX o inizi del XX” ; (Nota (2): ricordiamo che la cappella si trova a Valenza; la Madonna “ de los desamparados ” è celebrata il giorno 8 maggio con solenni festeggiamenti, essendo patrona di tutta la regione valenciana; a Lei sono dedicati altari in molte Chiese dell'America latina e anche a Manila, nelle Filippine) .  [...]


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SANTUARI MARIANI IN ITALIA

Continua l'elenco dei Santuari Mariani italiani stilata dal Prof. FRANCESCO BRACALETTI [...]

                5-FRIULI VENEZIA GIULIA

APRATO DI TARCENTO UD. - Madonna del GIGLIO
AQUILEIA UD .- Madonna Assunta in cielo
BERTIOLO UD V.G.- Madonna Assunta in cielo
SCRENCIS CAMPOROSSO IN VALCANALE UD - Madonna del MONTE LUSSARI
CASTELNUOVO NEL FRIULI PN - . Madonna de Monte“ ZUCCO
CIVIDALE DEL FRIULI UD - Madonna del MONTE
COMERZO DI MAIANO UD . - Madonna del monte COMERZO
CORDOVADO PN -Madonna delle GRAZIE
CORMONS GO “ ROSA MISTICA
CORTALE UD - ROSA MISTICA
CORTALE FANNA PN - Madonna“ della STRADA
FRISANCO PN Madonna della STANGADA
GORIZIA GO - Madonna del MONTE SANTO
GRADO GO - Madonna di BARBANA
GRADO GO - Madonna delle GRAZIE
LATISANA UD - Madonna delle GRAZIE
MANIAGO PN - Madonna MMACOLATA
MARANO LAGUNARE GO - Madonna della SALUTE
MARSURE PN “ “
MONTE MONFALCONE GO . “ “
MARCELLIANA MONRUPINO TS . “ ASSUNTA
MONTEREALE VALCELLINA PN . “ ASSUNTA
MUGGIA VECCHIA TS . “ “ GRAZIE
NIMIS UD “ “ PIANELLE PAULARO UD . “ “ CLAP
PERCOTO UD . “ “ MURIS
PLAINO UD . “ “ TAVIELE
POFFABRO PN . “ “ SALUTE
PONTEBBA UD “ “ GRAZIE
PONTEBBA UD . “ MAGGIORE
PORCIA PN FRIULI V.G. MADONNA
PORDENONE PN . “ “ ANGELI
PORDENONE PN“ “ GRAZIE
PRATA DI PORDENONE PN . “ “ BATTUTI
PREPOTTO UD .““ CASTELMONTE
QUALSO UD“ ASSUNTA
RAVEO UD . “ “
RAVEO REANA UD . “ “ ANGELI
RIBIS DI REANA DI ROIALE UD . “ “ CARMINE
RUALIS UD FRIULI V.G. “ “ LA SALETTE
S.GIOVANNI AL NATISONE UD “ “ TAVIELE [...]                              

6 - LAZIO

ALATRI FR - Madonna della LIBERA
ALATRI FR - “ MAGGIORE
ALBANO LAZIALE RM- Madonna della “ ROTONDA
ALLUMIERE RM - Madonna di CIBONA
ALLUMIERE RM - “ “ GRAZIE
AMASENO FR - “ “ AURICOLA
AMATRICE RI - “ “ FILETTA
AMATRICE RI - “ “ ICONA PASSATORA
AMATRICE RI - “ “ LIBERATRICE
ANAGNI FR - “ “ GRAZIE
ANGUILLARA SABAZIA RM - “ “ GRAZIE
ANTICOLI CORRADO RM - “ “ GIGLIO
ANTRODOCO RI - “ “ GROTTE
ARICCIA RM - “ “ GALLORO
ARPINO FR-“ ASSUNTA
ARTENA RM “ “ PACE
AUSONIA FR “ “ PIANO
BAGNOREGIO VT - “ ANNUNZIATA
BAGNOREGIO VT - “ “ BUON CONSIGLIO
BASSANO ROMANO VT“ “ PIETA'
BOLSENA VT - “ “ GIGLIO
BORBONA RI - “ “ MONTE
BOVILLE ERNICA FR - “ “ GRAZIE
CAMERATA NUOVA RM - “ “ GRAZIE
CAMPAGNANO RM - “ “ SORBO
CANETRA RI - “ “ STELLA
CAPRANICA RM - MARIA AUXILIUM CHRISTIANORUM
CAPRANICA VT - Madonna del PIANO CAPRANICA PRENESTINA RM LAZIO “ “ MENTORELLA [...]

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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"


250° ANNIVERSARIO DI CONFERMA DEL CULTO DEL BEATO GIOVANNI LICCIO

Il Prof.ANTONINO BLANDINI di Catania ha trasmesso, per gli associati, l'immaginetta del Beato Giovanni Liccio, nell'ambito della campagna “Un santino per ogni socio” e il seguente articolo.

" Da poco tempo si è concluso il 250° della conferma del culto di un insigne seguace di san Domenico, il primo frate predicatore siciliano ad essere stato riconosciuto beato : Giovanni Liccio da Caccamo, vissuto nel sec. XV e discepolo del beato Pietro Geremia, il grande riformatore dell'Ordine e maestro di tanti novizi attratti dalla perfetta vita comunitaria che regnava nel convento di S. Zita in Palermo.
La vita del beato Giovanni, definito dai contemporanei “l'uomo che parlava con gli angeli”, l'araldo del Vangelo, il predicatore dal volto luminoso, è fondamentale per la comprensione della storia dei domenicani non solo di Sicilia.
Liccio nacque verso l'anno 1426 a Caccamo (Palermo)  da Giorgio e Teresa Faso, pastori e contadini analfabeti. La tradizione vuole che una luce abbia avvolto la povera casa nel quartiere Gabbato e che una Croce luminosa abbia aleggiato sul tetto. Rimasto orfano, ad appena 6 mesi, della giovane mamma, il neonato fu affidato alla zia paterna, Berta, la quale l'allevò con succhi di melograno, rischiando di farlo morire, finchè una vicina,Tommasa detta “ la Corva ”, s'offrì d'allattarlo al seno. Il Signore ricambiò il generoso gesto guarendo della lebbra suo marito appena si trovò in contatto col piccolo.
Morto anche il padre, fu riaffidato ai parenti e crebbe fervoroso nella preghiera, avvertendo presto la vocazione alla vita religiosa. A 15 anni, in Palermo, fu accolto nell'Ordine dei Predicatori dal b.Geremia , distinguendosi per sapienza, umiltà e carità. In quel tempo, la crisi della vita religiosa si era attenuata: Giovanni ebbe la grazia di trovarsi in una comunità esemplare come quella di S. Zita.
Ordinato sacerdote, nel 1456, iniziò l'attività apostolica nel convento di San Domenico. Lasciato l'insegnamento, si dedicò alla missione della predicazione anche nell'Italia settentrionale. Virtuoso, modesto e capace, predicò pure a Vicenza assieme al beato Matteo Carceri, non aspirando ai gradi accademici o a ricevere onori. Soleva ripetere: ” Non andiamo incontro ai fratelli come maestri, perché di maestro ve n'è uno solo, ma come servitori della verità che è Gesù ”.
Dalla voce bella e suadente, la sua oratoria sacra era irresistibile. Convinto della necessità della riforma dell'Ordine, si dedicò esclusivamente al ministero della Parola, dimostrandosi un lottatore formidabile dal viso buono e dal sorriso dolce e riuscendo a comporre molte divergenze sorte tra conventi e tra frati. Nel 1463, rientrò nella provincia sicula per fondare il convento “Spirito Santo” in Polizzi Generosa. Lasciò una larga impronta di profeta anche nei due conventi palermitani. L'obbedienza, nel 1479, lo mandò “ ad praedicandum ” a Napoli: la sua eloquenza faceva accorrere folle di fedeli affascinati dalla sua personalità. Alla vocazione evangelizzatrice sottopose ogni altra preoccupazione, questo siciliano di fuoco che nell'apostolato della Parola dimostrò uno sconfinato amore verso il Crocefisso e l'Addolorata.
Come s. Domenico, il nostro celebrava con le virtù e la predicazione l'amore di Dio e ne rifletteva l'immagine, usando misericordia verso i peccatori.
Alla scuola di s. Pietro da Verona, apprese la fortezza, di s.Tommaso d'Aquino, l'amore alla verità, di s.Vincenzo Ferreri, l'itineranza evangelizzatrice, di s.Caterina da Siena, l'amore alla Chiesa, di s.Antonino Pierozzi, la direzione spirituale, dal b.Geremia, lo stile di vita.
Richiamato in Sicilia dal maestro generale Cassetta da Palermo, visitò carceri e ospedali meritando l'appellativo d'apostolo dei siciliani. Sereno nelle avversità, con abnegazione e carità beneficò e pacificò i nemici, confidando nella forza della preghiera. Nel 1487, ispirato dalla B.V.Maria e illuminato da tanti fatti straordinari, avviò tra numerose difficoltà la fondazione del convento “Santa Maria degli Angeli”, con annessa chiesa nella sua cittadina natale. Nel 1495, ottenne la trasfiliazione da Santa Zita a S.Maria degli Angeli, con facoltà di devolvere a quest'ultimo tutti i suoi beni. A Caccamo, fondò pure un monastero domenicano femminile. Il generale Torriciaci lo nominò vicario generale dei conventi osservanti di Sicilia e poi di tutta la Provincia, con il compito di visitatore e di riformatore; esercitò tale responsabilità con spirito di servizio e di fedeltà.
Ebbe la gioia di convertire i peccatori più incalliti e di confermare nella perseveranza i fedeli, realizzando apostolicamente la sua vocazione di uomo di preghiera, di studio e di carità. Nel 1501, si ritirò definitivamente a Caccamo, dove si consumò nel ministero delle confessioni e nell'aiuto verso i poveri. Istituì la prima scuola pubblica gratuita nel convento domenicano, che fu sede di noviziato, di studentato e di una preziosa biblioteca. Il 14 novembre di dodici anni dopo, nel giorno di venerdì caro alla Passione del Signore, ricco di meriti rese l'anima a Dio.
Da allora il pellegrinaggio al suo sepolcro è ininterrotto; i suoi concittadini, in segno di voto, continuano a vestire l'abito religioso domenicano. Le esequie furono trionfali: una folla immensa accorse a rendergli omaggio esclamando:  ” E' morto il beato! ”. I miracoli che si verificarono accanto alla sua salma furono strepitosi. La municipalità l'acclamò :” Viventi set mortui clari miraculis, tutelaris patriae lumine”.
Giovanni sarebbe diventato compatrono di Caccamo assieme a s.Giorgio e venerato come testimone della fede e predicatore della verità. Il processo canonico ebbe alterne vicende. Ad ogni ricognizione e traslazione si ripetevano tanti prodigi. Benedetto XIV approvò il decreto d'iscrizione del Liccio nell'albo dei beati concedendo al Regno delle Due Sicilie di celebrarne la festa nel “ dies natalis” . Dal punto di vista iconografico è rappresentato con la Croce, il Libro, il Rosario, il fuoco, il teschio.
La fama e il culto del beato hanno varcato gli oceani, al seguito dei suoi concittadini emigrati che non hanno mai mancato d'invocarlo. Nel 1993, il cardinale Salvatore Pappalardo concesse di poter prelevare una reliquia del beato perché fosse custodita presso la comunità caccamese di Chicago, dove venne costruita una cappella votiva con una copia dell'urna reliquiaria. Giovanni Liccio è anche venerato in altre parti dell'America e soprattutto in Guatemala.
Animatore delle comunità caccamesi d'oltreoceano è fra' Giovanni Calcara da Caccamo, cultore del beato e studioso della pietà religiosa del nostro popolo. Padre Calcara, in virtù dei suoi studi perfezionati all' Angelicum, è stato nominato docente di dottrina sociale della chiesa a Palermo, presso la facoltà di giurisprudenza dell'UMSA.

A . BLANDINI

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IL SANTUARIO DELLA MADONNA DI TIRANO NEL V CENTENARIO DELLE APPARIZIONI FESTA: 29 SETTEMBRE

Il socio GIUSEPPE GOTTI di Milano ci ha inviato l'immaginetta della B.V. di Tirano per l'iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il 29 settembre 1504 la Madonna apparve al beato (titolo datogli dal popolo; non c'è atto formale della Chiesa) MARIO OMODEI salutandolo con queste parole: “ Bene avrai ”. Poi chiese che in quel luogo si costruisse un tempio in suo onore, promettendo salute spirituale e corporale a chi l'avesse invocata. La richiesta fu accolta prontamente poiché la Vergine cominciò subito a dispensare grazie e miracoli.
Infatti, circa sei mesi dopo l'Apparizione, veniva posta solennemente la prima pietra del Tempio, “ con grande pompa, largo intervento di autorità e numeroso concorso di popolo ”. Mario, il veggente, era figlio di Remigio degli Homodei, una famiglia venuta dal Milanese nel secolo XII. Aveva circa 30 anni ed era sposato da un anno nel momento in cui gli apparve la Vergine Maria nella casetta che vediamo a sinistra nella foto. Ebbe 3 figli: Giovanni, Romedio,divenuto poi sacerdote,e Pietro.
La stima della sua virtù e della sua pietà, già grandi s'accrebbero dopo il prodigioso evento e lo accompagnò fino alla morte.
I presunti architetti del tempio sono i Fratelli Rodari di Como. Sopra l'altare è posta la statua in legno della Vergine, opera di G.Angelo Maino (1519-1524). Il suo viso ha un'espressione dolcissima. Dietro l'altare è indicato il luogo dove Maria posò i suoi piedi. Ogni giorno accorrono i devoti per deporre ai piedi della Vergine problemi e sofferenze e per avere salute e consolazione. Per questo è invocata anche con il titolo di ‘Madonna della Salute' .[...]


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GESU' BAMBINO DI PRAGA

I soci ROMANO PEDRANI e SALLY DANIELE  di Legnano hanno trasmesso l'immaginetta del Bambino Gesù venerato nel Santuario di Praga per l'iniziativa “ Un santino per ogni socio ”. La prof.ssa LAURA CIULLI di Viterbo in merito alla devozione al Bambino Gesù ci ha inviato alcune notizie.
“I Carmelitani Scalzi di Praga, presso il convento di s. Maria della Vittoria, nel quartiere di Mala Strana, nell'anno 1628 ricevettero in dono dalla principessa Polyssena una piccola statua in cera, raffigurante il Bambino Gesù in abiti regali, che benedice con la destra e sorregge un piccolo globo con la mano sinistra. Porgendola al Padre Priore ella disse: “ Le dò quanto ho di più caro al mondo !”. Il piccolo santo simulacro, posto nella Cappella del Noviziato, non tardò ad essere sorgente di benefici per tutti coloro che a lui si rivolgevano.
Nel 1631 i Sassoni attaccarono Praga che fu presa: e fu così che le chiese furono confiscate ed anche i Carmelitani di Santa Maria della Vittoria dovettero abbandonare il convento. Il simulacro di Gesù Bambino, mutilato dagli eretici, venne da questi gettato tra le rovine. Fu padre Cirillo della Madre di Dio a ritrovarlo nel 1637; lui che sin da novizio ne era molto devoto e ne aveva spesso sperimentato l'aiuto. Il piccolo Gesù riprese il suo posto nell'Oratorio per essere venerato da tutti, tanto che la sua benedizione non tardò: Praga rimase immune da un assedio degli Svedi. Vennero rifatte le manine.
Nel frattempo la fama del taumaturgico Bambino si era diffusa. La baronessa Rolowrat, malata e ormai sul punto di morire, riacquistò la piena salute non appena le venne fatto baciare il simulacro del Santo Bambino. Nell'avvento del 1639 si potè venerare per la prima volta il “Piccolo Re” esposto sull'altare della Beata Vergine e il 4 gennaio 1644, nella festa del Ss.Nome di Gesù, il Priore celebrò la prima S.Messa nella nuova Cappella, chiamata “Eremitorium Dulcis Pueri Jesu” con la partecipazione di molti fedeli. [...]

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13 Dicembre: CIANCIANA (AG) - SANTA LUCIA, vergine e martire

L'immaginetta è stata offerto da ROBERTO MICELI di Cianciana (AG).
"Nacque a Siracusa. La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283.  Il più antico documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno "della mia patrona Lucia". Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappò gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì.
Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani.


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16 Dicembre: FESTA DEL BEATO CLEMENTE MARCHISIO

Il socio GIUSEPPE VECCHIO di Aci Catena (CT) ci ha fatto pervenire 500 immaginette del Beato Marchisio per l'iniziativa “ Un santino per ogni socio ”.
Il 1° marzo 1833 nacque Clemente Marchisio a Racconigi (Cuneo). Vicino a casa sua, c'era la chiesa dei Padri domenicani, dove il piccolo si recava tutte le mattine a servire la S.Messa e recitare il s.Rosario. Lì iniziò a sentire la chiamata al sacerdozio. Venne ordinato il 20 settembre 1856, a Susa. Nel Convitto Ecclesiastico di Torino, sotto la guida di Don Giuseppe Cafasso, guardando all'esempio dei santi preti torinesi, quali lo stesso Cafasso, Don Cottolengo e Don Bosco, completò e perfezionò la sua formazione. Per due anni, viceparroco a Cambiano, poi a Vigone, a soli 27 anni, era inviato parroco a Rivalba, un piccolo centro di campagna, dove subito trovò molte difficoltà.
Le sue armi pacifiche e invincibili erano la preghiera, la celebrazione fervorosa della Santa Messa ogni giorno, la predicazione assidua delle grandi Verità della Fede, con la sua passione ardente per Gesù e la sua affezione grande alla Madonna, il Rosario sgranato intero ogni giorno: così iniziò la sua conquista delle anime a Dio. A Rivalba, Don Marchisio costruì un laboratorio aperto alle ragazze del paese, per evitare che andassero a servizio nelle città con molti pericoli per la loro vita e per la loro anima. Ma le suore che dirigevano il piccolo istituto presto se ne andarono: Don Marchisio, seguendo il consiglio di Mons. Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, istituì una Congregazione di Suore, sotto il titolo di Figlie di San Giuseppe, per provvedere all'opera intrapresa.
Ma il buon Dio gli cambiò presto le carte in tavola. Da prete lucido e santo qual era, meditava ogni giorno sul mirabile mistero dell'Eucaristia e, illuminato da Dio, si rese conto che nel suo tempo – come del resto anche nel nostro – c'era una grande lotta da parte di Satana e dei suoi seguaci contro questo. Le idee che veniva maturando le scriverà nel libro La Santissima Eucaristia combattuta dal Satanismo che pubblicherà nel 1894, distribuendolo di propria mano durante il Secondo Congresso Eucaristico nazionale, celebrato a Torino nel settembre di quell'anno. Proprio per questo, dopo aver dato l'inizio al suo Istituto, le Figlie di San Giuseppe, sentì l'ispirazione di volgerle ad attendere soltanto a tutto quello che riguardava il culto eucaristico e la celebrazione della S.Messa, in primo luogo la preparazione delle ostie e del vino. Un compito nascosto, ma di singolare importanza, perché rivolto innanzi tutto a garantire la validità, il decoro e la santità della celebrazione del Santo Sacrificio. [...]                                                                                                                      

(Paolo Risso)

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26 Dicembre: Festa di Santo STEFANO, protomartire PATRONO DELLA CITTA' E DELLA DIOCESI DI PRATO

Il socio PAOLO CONTELLA di Prato ci ha trasmesso la bella immaginetta di Santo Stefano, tratta da un'opera di Andrea della Robbia. Le nuove conversioni dovute alla predicazione degli Apostoli crescevano in numero elevate, al punto che essi furono costretti a eleggere sette Diaconi che provvedessero agli affari materiali e di importanza secondaria.
Uno di questi, era Stefano, che rimase a Gerusalemme nonostante la persecuzione dei cristiani seguente al divieto fatto agli Apostoli di insegnare nel nome di Gesù. Stefano divenne il bersaglio preferito di quanti odiavano e non tolleravano i cristiani. Un giorno Stefano rispose con la veemenza della parola ispirata, mettendo in luce la nuova legge e la nuova alleanza superiori alla legge antica. I suoi interlocutori non seppero tenere testa alla sua eloquenza e riuscirono a farlo tacere solo con la violenza. Comperarono dei testimoni e condussero Stefano davanti ai giudici chiedendo la sentenza di morte.
Stefano chiese la parola per la sua difesa e nuovamente esaltò la nuova alleanza e la nuova legge, imputando loro la morte del Messia. Fu trascinato fuori dalla città e lo lapidarono. Caduto in ginocchio proclamò le parole: "Signore, Gesù ricevi il mio spirito. Non imputar loro questo peccato." (Da: www.enrosadira.it/santi/s/stefano.htm)


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28 Dicembre: ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI S. GASPARE DEL BUFALO

Il Dr.STEFANO IORI di Grottaferrata (Roma) ci ha inviato le immaginette per l'iniziativa “ Un santino per ogni socio ”.
Nato a Roma il 6 gennaio 1786 da Antonio ed Annunziata Quartieroni, fin dai primi anni si fece notare per una vita dedita alla preghiera e alla penitenza. Completati gli studi presso il Collegio Romano, nel 1798 indossò l'abito talare e si diede ad organizzare opere di assistenza spirituale e materiale a favore dei bisognosi. Si deve a lui la rinascita dell'Opera di S. Galla, della quale fu eletto direttore nel 1806. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l'apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in S. Maria in Pincis e specializzandosi nella evangelizzazione dei " barozzari ", carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino.
Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni.
Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale. [...]                                                                       

  CANDIDO PAGLIA
(Da www.santiebeati.it )


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1° Dicembre: Anniversario della morte della Ven. MARIA ROSA PELLESI

Il socio GIACOMO ANASTASI di Catania ha trasmesso le immaginette della Venerabile Pellesi per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Bruna Pellesi nacque a Morano di Prignano (MO) l'11 novembre 1917 ultima di nove fratelli. A ventitrè anni Bruna lasciò il lavoro nei campi e il servizio a sei nipotini rimasti orfani e partì per Rimini con l'intenzione di consacrarsi al Signore. Dopo aver trascorso a Rimini il postulandato e il noviziato il 24 settembre 1941 vestì l'abito delle Suore Terziarie Francescane di S. Onofrio, chiamate in seguito, su sua proposta, Francescane Missionarie di Cristo.
Dopo aver servito per qualche anno i bambini dell'asilo a Sassuolo e a Ferrara Suor Maria Rosa si ammalò e fu costretta ad entrare in sanatorio (1945) a causa di una grave forma di tubercolosi polmonare. Fu l'inizio di un lungo calvario che si concluse solo con la sua morte che avvenne a Sassuolo l'1 dicembre 1972. L'opera apostolica di suor Maria Rosa risplendette soprattutto in questi anni di malattia, tempo in cui consolò e servì tanti che condividevano la sua stessa situazione. Ora riposa nel cimitero di Sassuolo in attesa di raggiungere la Casa Madre di Rimini che tanto amava. Avendo accettato la volontà di Dio in tutto, ripeteva: “Mi son fatta suora per glorificare il Signore, ebbene lo glorificherò da ammalata”.
Il suo pregare, lavorare, soffrire era per gli altri e diceva: “Voglio che tutti siano salvi, voglio portare tutti in Paradiso”. Dai sanatori esercitò l'apostolato della scrittura, si pensi che i suoi scritti sono raccolti in 16 volumi di 2134 pagine. Scrisse quasi 2000 lettere a consorelle, sacerdoti, laici, ammalati, esortandoli ad essere coraggiosi testimoni cristiani. Incitava tutti ad amare il Papa, la vera Chiesa, non ascoltando i nuovi profeti. Il 1° febbraio 1977 si avviò la causa di beatificazione con il nulla osta per l'introduzione del 6 marzo 1981. I vescovi emiliani nella lettera postulatoria, scrissero fra l'altro: “il suo esempio è certamente di particolare aiuto ai sacerdoti, religiosi, fedeli, anziani, ammalati, nel riscoprire il valore della sofferenza offerta a Dio con amore”. Il 1° luglio 2000 è stata dichiara Venerabile.              

 ANTONIO  BORRELLI
(Da: www.santiebeati.it)

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31 dicembre: Anniversario della morte di Padre FRANCESCO DA NAPOLI

Padre MICHELE GIULIANO ci ha spedito un'immaginetta del Servo di Dio p.Francesco da Napoli per la campagna “ Un santino per ogni socio ”.
Padre Francesco nacque a Napoli da povera, ma onesta famiglia, il 13 settembre 1763. Entrò nell'Ordine dei Frati Minori a 16 anni e nel 1787 fu ordinato sacerdote. La sua vita sacerdotale fu tutta spesa in un continuo olocausto a Dio e per il bene delle anime. Trascorreva buona parte della notte in preghiera; mortificava il suo corpo attraverso duri cilici e frequentemente si flagellava a sangue. La sua giornata era impiegata nello svolgimento del sacramento della Riconciliazione nella Chiesa di San Pietro a Napoli e per le vie e le case della città, portando con la sua parola semplice e suadente la luce della fede e delle buone opere che fiorivano nelle anime che avevano la ventura di incontrarsi con lui.
La sua particolare missione fu quella di portare conforto nei dolori, lenire la sofferenza, additare la speranza agli sfiduciati. Gli ultimi anni della sua vita furono tormentati da una grave malattia da lui pazientemente sopportata, e lo stesso male lo portò alla morte. Raggiunse la meta, il paradiso, il 31 dicembre 1841 in concetto di santità. Il suo corpo, rimasto insepolto per ben 35 giorni, emanava un soavissimo profumo. La folla accorse numerosa per l'ultima visita di colui che chiamavano già “ il Santo ”. Non pochi tagliuzzarono il suo saio al fine di poter conservare qualcosa di lui, avere una reliquia del santo figlio di Francesco d'Assisi.
Il corpo del Servo di Dio riposa a Napoli nella Basilica di San Pietro ad Aram.


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SANTA PAOLINA VISINTAINER A 100 ANNI DALLA NASCITA

Il socio RENZO FLOR di Trento ci ha trasmesso l'immaginetta di s.Paolina Visintainer per l'iniziativa “ Un santino per ogni socio ”.
La presenza di Dio mi è così intima che mi pare impossibile di perderla, e questa presenza dà nell'anima mia una gioia che non posso spiegare ”. Ecco una delle caratteristiche di Santa Paolina. Si sentiva particolarmente unita a Gesù nel Ss.mo Sacramento: “ Egli è qui con me ” (lettera del 1910), e confessava:
Ho detto a Nostro Signore: vogliamo essere vostre per sempre ” (lettera del 1911).
Di lei scriveva Padre Rossi che le fu vicino per anni: “ Madre Paolina non ha bisogno di essere convinta a servire Dio: ha una fede salda e una fiducia straordinaria in Nostro Signore ” (da l la Biografia ). E la stessa santa annotava nel suo Testamento: “ Abbiate sempre molta fiducia nella Divina Provvidenza. Non scoraggiatevi mai, mai, nonostante vengano venti contrari. Vi dico nuovamente: abbiate fiducia in Dio e in Maria Immacolata. Rimanete fedeli e andate avanti”.
Amabile Visintainer nacque a Vigolo Vattaro il 16 dicembre 1865. A causa della crisi economica gravante sul Trentino, il 25.9.1875 emigrò con la famiglia e una vera folla di Trentini verso il Brasile. Nello Stato di Santa Caterina, nell'attuale comune di Nova Trento, suo padre e altri cinque capifamiglia fondarono Vigolo, dove all'età di 14 anni Amabile insieme a Virginia Nicolodi cominciò ad occuparsi della assistenza ai malati, della catechesi e della manutenzione della chiesa di san Giorgio. Il 12 luglio 1890, insieme con l'amica, Amabile accolse e assistette Angela Viviani gravemente malata di cancro.
Ebbe così inizio la Congregazione delle Piccole suore dell'Immacolata Concezione, approvata dal vescovo locale il 25.8.1895. Assunto il nome di Paolina del Cuore agonizzante, Amabile guidò con semplicità e saggezza la Congregazione , organizzando scuole, ospedali, educandati, laboratori. Invitata dal vescovo di San Paolo a dedicarsi colà ai figli degli schiavi, ebbe molto a soffrire. Mostrò eroica obbedienza e umiltà quando nel 1909 fu invitata a lasciare la guida della Congragazione. Visse quindi 33 anni nell'oscurità come semplice suora, dapprima fra i malati, poi addetta a lavori manuali. Morì il 9 luglio 1942.  [...]


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BEDONIA (PR) - Santuario della MADONNA di SAN MARCO

La socia JENNY BOCCHI LUSARDI di Parma ci ha inviato un congruo numero di immaginette della Madonna di San Marco di Begonia per l'iniziativa “ Un santino per ogni socio ”. Il santuario è posto sul colle di S. Marco, poco sopra il centro storico di Bedonia. Qui la tradizione colloca un episodio che sarebbe accaduto nei primi anni del Seicento: alcuni mercanti veneziani aggrediti da briganti vennero risparmiati e per ringraziamento fecero erigere un sacello a ridosso di una fonte che sgorgava in quel luogo. La cappellina, detta " del Pozzo ", divenne méta di devoti. Intorno al 1685, nei pressi della fonte, fu costruito da tale Marco Lezoli di Bedonia un oratorio dedicato a S. Marco, che presto accolse i fedeli che si recavano alla cappella del Pozzo. Nell'oratorio fu messa nel 1731 una statua lignea detta "Madonna della Consolazione" proveniente, sembra, dal territorio pontremolese.
Inoltre a Bedonia si aprì una scuola mantenuta dalle beneficienze alla Madonna della Consolazione. Questa istituzione diede in seguito vita a un seminario che, fondato nel 1846, produsse un nuovo incremento alla devozione mariana. Si decise di edificare un santuario più grande, ma i lavori intrapresi nel 1860, furono compiuti solo nel 1954, quando fu innalzata la cupola su progetto dell'architetto Robuschi. L'edificio, a croce greca, ha la facciata fiancheggiata da portici. Nell'interno, sotto l'altar maggiore, vi è la cripta. L'immagine venerata rappresenta la Madonna col Bambino ed è opera databile alla prima metà del ' 500. A fianco del santuario vi è il complesso del seminario ove si vede la facciata cuspidata a due ordini di logge dell'antico santuario, divenuto poi cappella per i seminaristi. Infine, si ricorda la statua bronzea della Madonna di S. Marco che fu posta nel 1937 sul Monte Penna (m. 1755) al confine con la Liguria. (Da: http://vacanze.itinerarionline.it )

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MOLFETTA: LA CONFRATERNITA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

Il socio CORRADO de GENNARO di Molfetta, per l'iniziativa “Un santino per ogni socio”,ha trasmesso 500 immaginette stampate dalla Confraternita dell'Immacolata Concezione di Molfetta, in occasione del 150° anniversario del Dogma dell'Immacolata, pronunciato da Papa Pio IX nella Basilica Vaticana l'8.XII.1854.
Un grazie sentitissimo all'Amministrazione della citata Confraternita nelle persone di: il priore Gaetano Mastropietro, il Primo Componente Nicolò Vista, il secondo Componente Sebastiano Spagnoletta e il Padre spirituale Don Domenico Amorosini, parroco della Parrocchia San Bernardino di Molfetta.
La Confraternita dell'Immacolata Concezione, istituita dal vescovo di Molfetta mons.Antonio Bovio il 26 maggio 1613 con il compito di curare e diffondere il culto all'Immacolata e assistere le nubili orfane con piccoli contributi, continua ad essere il punto di riferimento attivo all'interno della parrocchia contribuendo alla crescita del popolo di Dio, in linea con i principi dettati dal Concilio Vaticano II, il quale sancisce il ruolo fondamentale delle associazioni religiose formate da laici.
La sede è ancora oggi nei locali della Parrocchia San Bernardino, un ex convento dei Frati Minori Osservanti, detti “Zoccolanti”, fatto erigere dalla cittadinanza nel 1451 per riconoscenza verso il Santo senese. Nel 1813, a seguito della soppressione del convento, con la funzione di Civico Ospedale i locali furono assegnati alla Congrega del Monte di Pietà, facendo sorgere subito annose controversie tra questa Confraternita e quella dell'Immacolata Concezione per il possesso dei locali.
Il simulacro raffigurato nell'immagine gentilmente concessami per tutti i soci AICIS dall'Amministrazione della Confraternita è del 1600. L'identità dello scultore non è nota anche se risulterebbe un'attribuzione ad un certo Brudaglio o Brodaglio. La statua viene portata a spalla dai Confratelli nella processione dell'otto dicembre, festa liturgica dell'Immacolata Concezione. Un momento solenne che si ripete ogni anno e al quale partecipano moltissimi devoti che affidano a Lei, la Madre Celeste che ha generato il Figlio di Dio fatto Uomo in terra, dolori, speranze e gioie, fiduciosi di ottenere il suo aiuto materno.

CORRADO de GENNARO
(Le notizie storiche sono tratte dal libro: “ La Parrocchia di s.Bernardino fra storia e cronaca”).

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L'ANGOLO DELLA PREGHIERA

Il socio GIANCARLO GUALTIERI ci ha inviato il contenuto della presente pagina.
Dicembre è il mese in cui la Chiesa festeggia la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo e oltre agli Auguri di un Santo Natale a tutti i soci e alle loro famiglie vorrei inoltrare due inviti:
·    uno ai papà e alle mamme ad allestire in ogni casa un piccolo Presepe - magari insieme all'albero di Natale - la cui origine risale, secondo la tradizione, a Francesco d'Assisi che realizzò il primo presepe a Greccio nel 1223;
·    uno a tutti i bambini a scrivere la “letterina” ai loro genitori e a Gesù bambino come si usava un tempo, tradizione che ormai va scomparendo.

PREGHIERA AL S. BAMBINO

Amabilissimo Gesù Bambino,
Voi, nascendo in un vile presepio,
nei rigori di cruda stagione e in estrema povertà,
intendeste insegnare a me l'umiltà di cuore,
la mortificazione dei sensi
e il distacco dei beni fallaci della terra.

Liberatemi dunque, o Divino Infante,
dalla superbia della vita
e dai piaceri disordinati del mondo,
e fate che il mio cuore cerchi principalmente
i veri beni del Cielo.

O Re pacifico, datemi la pace Vostra.
O Agnello mansuetissimo
rendete il mio cuore simile al Vostro.
O Bontà infinita, concedetemi tutte le grazie
necessarie a salvarmi; e,
se piace alla sovrana Vostra liberalità,
accordatemi specialmente la grazia.

O bel Pargoletto,
nascete spiritualmente nell'anima mia,
ed infiammatemi del Vostro amore,
affinché, amandovi e seguendovi in terra,
meriti poi di amarvi e godervi nel Cielo,
Così sia.


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MOSTRE



GEMONA DEL FRIULI (UD), Giugno 2005- Mostra di immaginette sacre

Abbiamo avuto ora notizia che nel mese di giugno u.s. a Gemona del Friuli, nella Cappella presso il DUOMO S.MARIA ASSUNTA, è stata allestita una interessante mostra generica di immaginette sacre, con orario feriale per i visitatori: 8.30-12.00 e 14.30-18.00.
La bella foto a sinistra del centro di Gemona è tratta dal sito http://www.gemona.fvg.it/


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PARABIAGO (MI), 9-12 settembre 2005 – Mostra di Santini

A Parabiago, città della calzatura, nel milanese, la comunità parrocchiale di Ravello ha celebrato con gioia la festa patronale "Gesù Crocifisso" e ha ricordato con riconoscenza il 50° e il 40° anniversario di sacerdozio di don Renato Banfi, prevosto di Parabiago dal 1900 e di don Giuseppe Beretta, fondatore della comunità "Ismaele".
Tra le tante manifestazioni e mostre allestite per l'occasione, ha avuto un buon successo una esposizione di immaginette devozionali “Mostra delle immaginette sacre” a cura dei signori Zarbà e Ravizza.


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SAN BENEDETTO PO (MN), 8-16 Ottobre - Mostra di immaginette sacre

Da sabato 8 a domenica 16 ottobre sono stati in programma a San Benedetto Po  due week-end ricchi di eventi, ampliando per l'occasione la già nutrita proposta turistica offerta dalla cittadina. Infatti, insieme con le visite alla basilica giuliesca, al complesso dei chiostri e al Museo Civico, nella prestigiosa cornice del Refettorio monastico, è stato possibile ammirare una serie di mostre a carattere filatelico, documentario e culturale, che hanno dato rilievo anche agli aspetti più divulgativi e popolari.
Infatti è stata presente anche una singolare “Mostra di immaginette devozionali”. "I santini" sono stati scelti in relazione alle devozioni locali.


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ROMA, 5 novembre – 3 dicembre 2005 Mostra di incisioni sulle Confraternite romane

Sabato 5 novembre u.s. a Roma, in via Anicia 10, (Trastevere) nella sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria SS.ma dell'Orto, che compie in questo 2005 ben 513 anni dalla fondazione, è stata allestita a cura di Bruno Forestieri, simpatizzante AICIS, una esposizione di incisioni e immagini sul tema “Confraternite in processione attraverso le antiche incisioni”. 
La mostra, che sta riscuotendo molto successo con presenze di amatori del settore, ma anche semplici curiosi, scolaresche e turisti stranieri, rimarrà aperta al pubblico fino al 3 dicembre, nei soli giorni di venerdì e sabato dalle ore 16.30 alle ore 19.30. Un romano del passato, per avere informazioni e nozioni sulle confraternite, non avrebbe certamente avuto bisogno di andare a visitare una mostra a loro dedicata, poiché le confraternite erano tutti i giorni in “mostra” nelle chiese e nelle vie di Roma svolgendo la loro missione di preghiera, carità e assistenza. Quel romano ne avrebbe saputo più di noi, infatti, sarebbe stato in grado di riconoscere la confraternita dall'abito, dallo stendardo, ne avrebbe saputo il titolo, la chiesa in cui aveva sede, il giorno della festa patronale.
Per un interesse più personale avrebbe saputo se distribuiva doti matrimoniali, di quanti scudi e quali erano i requisiti per concorrervi. Non mancava neanche di essere informato circa il privilegio della confraternita di liberare un carcerato e addirittura un condannato a morte. Contava anche su aiuti materiali e assistenza in caso di malattia e altre necessità della vita. [...]


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CISLAGO (VA), 8 Dicembre 2005 – Mostra di Immaginette: “L'IMMACOLATA ED I SANTI”

Il socio LUCIANO GALBUSERA di Cislago organizza nella locale Scuola Elementare “ Giuseppe Mazzini” una esposizione di proprie immaginette devozionali sul tema: ” L'Immacolata ed i Santi ”. Collaborano all'allestimento oltre a Galbusera, il socio Francesco Bonazzoli ed i signori Pietro Frattini, Renato Caironi, Mario Restelli, Abbondanzo Rimordi, Francesco Lanzani, Mario Buffoni e Vincenzo Villivà. La mostra rimarrà aperta al pubblico nel solo giorno della festa dell'Immacolata Concezione dalle ore 8.00 alle ore 19.00.

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ROMA, 17 Dicembre 2005 – INAUGURAZIONE MOSTRA DEL PRESEPE

Il socio SANDRO ERCOLE, Dirigente della Sezione Romana dell'Associazione Italiana Amici del Presepe, comunica a tutti gli associati che intorno alle ore 17.30 di sabato 17 dicembre p.v. si terrà la cerimonia di inaugurazione della Mostra del Presepe in Santa Maria in Via, a pochi passi da Montecitorio.
La mostra, allestita nel chiostro cinquecentesco della citata Chiesa, ha l'ingresso in Via del Mortaro


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CISLAGO (VA), 10-22 Dicembre 2005 – Mostra di Immaginette sacre: “ LA NATIVITA ' NELLE IMMAGINETTE SACRE”

In vista delle prossime festività religiose del Santo Natale, il socio LUCIANO GALBUSERA di Cislago nel locale Asilo “Sacra Famiglia” organizzerà una mostra di immaginette devozionali sul tema: “ La Natività nelle immaginette sacre”.
L'esposizione che sarà inaugurata il 10 dicembre rimarrà aperta ai visitatori nei giorni feriali e festivi fino al giorno 22 dicembre p.v. Presteranno la propria collaborazione per l'allestimento: il socio Francesco Bonazzoli e i sigg. Renato Caironi, Pietro Frattini, Mario Restelli, Abbondanzo Rimordi, Francesco Lanzani, Vincenzo Villivà e Mario Buffoni. Luciano Galbusera con i suoi collaboratori coglie questa occasione per augurare a tutti gli associati ed al Consiglio Direttivo un sincero augurio di buone feste natalizie e di sereno nuovo anno.

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FOLLINA (TV)- 4 Dicembre e dall'8 Dicembre 2005 al 6 Gennaio 2006 -
Mostra di immaginette: “SANTINI-RICORDO DELLA PRIMA COMUNIONE” e “SANTINI, PATRIMONIO DI FEDE, STORIA E CULTURA”

Il socio MARIO TASCA di Follina, in occasione del 2° mercatino di Natale denominato "Colori d'Inverno", che si tiene a Follina (Treviso) domenica 4 dicembre, allestisce, con orario continuato, un'esposizione di immaginette sacre, nello stesso stabile ove ha presentato la Mostra lo scorso Santo Natale, in via Roma 18, ma con uno spazio espositivo raddoppiato!
L'esposizione avrà come titolo ed argomento: " Santini Ricordo della Prima Comunione - Da fine 800 agli anni 60" : un argomento in sintonia con l'anno Eucaristico che si è chiuso il 24 ottobre u.s., in coincidenza della conclusione in Vaticano dell'XI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Oltre ai dieci nuovi pannelli che illustrano l'evolversi dei Santini-ricordo che immortalavano una delle tappe fondamentali della vita di ogni cristiano, saranno ripresentati le immaginette della scorsa edizione natalizia: "Santini, patrimonio di Fede, Storia e Cultura".
Come già operato nel Santo Natale scorso, dall'8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione, l'esposizione si sposterà nella splendida abbazia S. Maria di Follina, dove proseguirà fino all'Epifania.


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LATINA, 9 dicembre 05-20 gennaio 2006 – Mostra di immaginette sacre: “RICORDANDO IL NATALE”

Il socio PIETRO MASTRANTONI di Sezze (LT) il 9 dicembre inaugurerà nel Museo Cambellotti di Latina una mostra di circa 500 immaginette sacre, dal 1800 ad oggi, completandola con altri oggetti del settore cosiddetto “cartaceo”, come letterine di Natale, cartoline, dischi, spartiti musicali… ovviamente sempre di ‘sapore' natalizio.
L'esposizione, che rimarrà disponibile alle visite degli interessati fino al 20 gennaio 2006, avrà il seguente orario: 9-13 e 15-18.


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BOLOGNA, 23 dicembre 2005 – 8 gennaio 2006 – Mostra di santini: IL SANTO NATALE E S.GIUSEPPE

L'opera Pia "Il Pane di S.Antonio", con la collaborazione del C.E.I.S. (Collezionisti Emiliani di Immagini Sacre) e il Patrocinio dell'IBC-Istituto per i Beni Librari, organizza nella Basilica di San Salvatore, che vari autori dicono antichissima sede di Canonici Regolari, una mostra di immaginette devozionali sul tema: “ Il Santo Natale e San Giuseppe ”.
Il materiale in esposizione nella Basilica di S.Salvatore (Via C.Battisti, angolo Via Volto Santo), abbraccia il periodo dal 1800 ai giorni nostri. La mostra che verrà inaugurata il 23 dicembre sarà visitabile dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 fino all'8 gennaio 2006.


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LASTRE IN RAME PER IMMAGINETTE NEL MUSEO DIOCESANO DI PISTOIA

Il Palazzo Rospigliosi di Pistoia, voluto da Giovan Battista Rospigliosi (1511-1566) detto Bati, ospita attualmente il Museo Diocesano. In esso sono esposte opere provenienti dalle chiese della Diocesi; vi si ammirano arredi liturgici, paramenti sacri e dipinti di scuola pistoiese.
Il museo, quindi, mostra non solo i pezzi più raffinati del patrimonio diocesano, testimonianza significativa della qualità artistica assai alta delle opere diffuse nel pistoiese, ma offre anche la possibilità di seguire il mutare dello stile attraverso i secoli nei differenti oggetti destinati alle esigenze di uso, di culto e di decoro della comunità ecclesiale. Completano il Museo, oltre carteglorie, navicelle, ostensori, lampade pensili in argento , reliquiari, pissidi, messali anche delle lastre in rame per stampare le immaginette sacre del XVII-XVIII secolo.

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NUOVE CAUSE DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

Cracovia: insediato il tribunale rogatorio per la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II.
Raccoglierà le testimonianze provenienti dal suo Paese natale sulla santità della sua vita

CRACOVIA, venerdì, 4 novembre 2005 -
Questo venerdì, festa di san Carlo Borromeo e giorno dell'onomastico di Karol Wojtyla, si è insediato ufficialmente a Cracovia il tribunale rogatorio incaricato di raccogliere le testimonianze sulla sua causa di beatificazione e canonizzazione provenienti dalla Polonia. […]
La cerimonia di insediamento è stata simile a quella che ha avuto luogo il 28 giugno 2005 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, quando con l'insediamento del tribunale diocesano è stato dato il via alla causa di beatificazione del Papa. Prima dei vespri, monsignor Slawomir Oder, Postulatore del processo di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II, ha consegnato la nomina di Vicepostulatore a padre Stefan Rylko CRI. Successivamente sono stati insediati anche due membri della Commissione storica, don Jacek Urban e don Grzegorz Rys. I lavori del processo rogatorio verranno svolti sotto la guida di monsignor Tadeusz Pieronek, già Rettore della Accademia Pontificia di Cracovia, e d'ora in avanti giudice delegato di monsignor Dziwisz. Il Vicepresidente del tribunale è don Andrzej Scaber. Nominati anche il promotore di giustizia don Piotr Majer e tre notai: don Andrzej Wójcik, don Miroslaw Czapla e don Stanislaw Molendys.
Tutti i membri del tribunale hanno giurato “ di adempiere fedelmente e diligentemente all'incarico” e di "mantenere il segreto circa le deposizioni dei testimoni ”. Lo stesso giuramento è stato prestato da monsignor Stanislaw Dziwisz, perché come primo giudice della arcidiocesi di Cracovia è de iure il Presidente del tribunale rogatorio.
Dopo il giuramento, è stato letto il protocollo e la lettera rogatoria del Cardinale Camillo Ruini, nella quale il Vicario di Roma chiede all'Arcivescovo di Cracovia di istituire un tribunale per ascoltare i testimoni provenienti dalla Polonia. Alla cerimonia di insediamento del tribunale rogatorio hanno preso parte anche il Cardinale Franciszek Macharski, già Arcivescovo Metropolita di Cracovia e il Cardinale Marian Jaworski, Arcivescovo Maggiore di Leopoli. Le migliaia di fedeli, che affollavano la Cattedrale , hanno eleVato una preghiera per l'anima di Karol Wojtyla, accompagnati dalla musica composta proprio in vista di questi vespri da don Robert Tyrala.
La Cattedrale del Wawel – all'interno della quale sono custodite le reliquie del Patrono della Polonia, San Stanislao di Szczepanow, e di molti padri della Patria –, è sempre stato un luogo speciale per Giovanni Paolo II. Proprio lì, infatti, nella cripta di San Leonardo il 2 novembre 1946 celebrò la sua prima messa. (Fonte: ZENIT) P. Jerónimo Gracián de la Madre de Dios, O.C.D. (1545-1614)


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P. Jerónimo Gracián de la Madre de Dios, O.C.D. (1545-1614)

Il 1° luglio u.s. la Congregazione per le Cause dei Santi ha concesso l'autorizzazione per l'istruzione della inchiesta diocesana sulla vita e le virtù di P. Jerónimo Gracián de la Madre de Dios, O.C.D. (1545-1614), al Tribunale del Vicariato di Roma.

Sr. María Cristina de Jesús Sacramentado, O.C.D. (1890-1980).

Il 24 luglio u.s.è avvenuta la cerimonia solenne di apertura a S. Fernando (Cádiz) della Inchiesta Diocesana sulla vita e le virtù di sr. María Cristina de Jesús Sacramentado, O.C.D. (1890-1980). Il Convento delle Carmelitane di San Fernando era stato fondato dalla Serva di Dio.

 

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NOTIZIE DAL MONDO

 

LA STATUA DELLA PRIMA SANTA ECQUADORIANA IN VATICANO - Il Papa benedice la statua del “Giglio di Quito” collocata in Vaticano- CITTA' DEL VATICANO, 19 Ottobre 2005.-

Benedetto XVI il 19 ottobre u.s. ha benedetto la statua di santa Mariana de Jesús Paredes y Flores, “ la Azucena de Quito” (“il giglio di Quito”) (1618-1645), la prima santa dell'Ecuador.
La statua, collocata in una delle nicchie poste all'esterno della Basilica vaticana, è stata realizzata dallo scultore ecuadoregno Mario Tapia, di 38 anni, che riconosce che l'opera ha cambiato la sua vita. “ Prima non credevo nei santi, anche se credevo in Dio. Di santa Mariana de Jesús conoscevo solo il nome, ma ora sento che mi è entrata dentro” , ha confessato. “Ora ho iniziato a credere nei santi, perché ho visto che non sono bugie; i miei sogni non erano inutili, perché tutto ciò che sognavo è diventato realtà”, ha aggiunto.
Lo scultore ecuadoregno ha affermato che a volte, dopo aver lavorato per otto ore all'enorme blocco di marmo di Carrara (la statua è alta 5,65 metri e larga 2,08), era solito addormentarsi tra le braccia incrociate della santa. Santa Marianita de Jesús Paredes y Flores, nata a Quito, orfana fin da bambina, aveva consacrato a Dio la sua verginità e, non potendo entrare in monastero, aveva condotto in casa propria una vita ascetica, dedita alla preghiera. Accolta in seguito nel Terz'Ordine francescano, si era dedicata con gioia e amore all'aiuto spirituale dei suoi compatrioti senza distinzione di razza o colore.
E' stata beatificata il 20 novembre 1853 da Pio IX e canonizzata il 4 giugno 1950 da Pio XII.


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“IO NON LO SO”, IL TITOLO DI UN FILM SU SUOR NEMESIA VALLE (1847-1916)
ROMA, 19 Ottobre 2005 -

Sono appena terminate le riprese della fiction televisiva “Io non lo so”, che racconta la vita di suor Nemesia Valle, suora della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, beatificata da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004.
Il film, realizzato dalla NOVA -T, casa di produzioni televisive dei Frati Cappuccini fondata 23 anni fa a Torino, è prodotto dalla Provincia Italia delle Suore della Carità.
La storia è ambientata ai giorni nostri e ha per protagoniste due donne molto diverse, una suora arrivata da poco che si sta organizzando per il nuovo incarico di maestra delle novizie ed una vigilessa single con un passato sofferto. Al centro della vicenda c'è la storia di suor Nemesia, che la suora racconta alla ragazza per cercare di affrontare alcuni nodi fondamentali del percorso vocazionale. Da questo confronto tra due mondi che hanno ben poco in comune nascerà una profonda amicizia.
La suora è interpretata da Anna Ferruzzo (“Annalisa” nel film “Il Miracolo”), la vigilessa da Francesca Draghetti (del quartetto comico la “Premiata Ditta”). Nel cast figurano anche attori come Daniela Poggi, Massimo Wertmüller e Claudia Koll. Compariranno nel film anche alcune suore della Carità. “ Questa è soprattutto una bella storia d'amicizia – ha commentato il regista della NOVA -T, Paolo Damosso – e poi, in un mondo tutti vantano certezze inconsistenti, il massimo dell'apertura e della disponibilità verso gli altri è ripetere ogni giorno: IO NON LO SO! Questo vuol dire mettersi in ricerca, abbattere i muri della diffidenza e aprirsi al mondo che ci circonda. Ed è un'eredità molto attuale lasciata da Nemesia Valle”.


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UN FILM SU S. PIETRO CELEBRA I 6 MESI DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI - CITTA' DEL VATICANO

- Il 20 ottobre u.s., giorno in cui Benedetto XVI ha compiuto i suoi primi sei mesi di pontificato, la giornata di lavoro del Sinodo dei Vescovi si è conclusa con la proiezione del film “San Pietro”. La pellicola, diretta da Giulio Base e proiettata nell'Aula del Sinodo, è stato un omaggio di Ettore Bernabei, presidente di “Lux Vide” – la casa di produzione che l'ha realizzata – e membro del Consiglio d'Amministrazione del Centro Televisivo Vaticano.
Il film “San Pietro” inizia con il grido di dolore di Maria (Lina Sastri) ai piedi della Croce, come racconta il quotidiano “Avvenire”. L'inquadratura quindi si sposta e appare Pietro (Omar Sharif) che piange a poche centinaia di metri dalla collina dove Cristo è morto. Pietro piangerà anche alla fine del film, quando verrà crocifisso a testa in giù, ma allora saranno lacrime di gioia per aver dato la vita proprio come Gesù.
La croce viene issata, mentre Pietro recita il Padre Nostro, circondato dalla prima comunità di Roma – riporta il quotidiano dell'episcopato italiano –. Una dissolvenza e appare l'obelisco di piazza San Pietro ripreso dall'alto durante una affollatissima celebrazione dei nostri giorni ”. “ Siamo a pochissima distanza dal luogo in cui il primo Papa ha subito il martirio – ha affermato il Segretario Generale del Sinodo, monsignor Nikola Eterovic –. Abbiamo rivissuto il clima della Chiesa dei primi tempi. Ma Pietro è sempre con noi, at-traverso i suoi successori, fino a Benedetto XVI ”.  [...]   (Fonte: ZENIT)

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SANNICANDRO DI BARI RICORDA IL SUO FONDATORE E PROTETTORE

La cittadina di Sannicandro di Bari ricorda in questi giorni con una serie di manifestazioni civili e religiose il suo protettore San Nicandro.
Nell'ambito delle manifestazioni dedicate a San Nicandro, primo Vescovo di Mira e fondatore di Sannicandro, la città intende riappropriarsi di una delle pagine più significative della sua storia religiosa e civile, segnata indelebilmente nelle sue radici, dall'incontro del Vescovo Nicandro , che, al pari di Nicola , suo successore in quella sede episcopale, addita alla Chiesa che è in Bari il cammino del dialogo e della mutua comprensione con le Chiese dell'Oriente, in vista della piena unità.
Sarà presente alle celebrazioni il Metropolita di Mira, Chrysostomos Kalaitsis, inviato di Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli che insieme a Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari, reciteranno la preghiera ecumenica e accenderanno la lampada uniflamma. Il tutto finalizzato a riannodare il rapporto ecumenico con le chiese dell'ortodossia.
Le celebrazioni che si svolgono quest'anno si pongono in ideale collegamento con l'arrivo di una reliquia del Santo Vescovo, il 5 novembre 2004, dono della Chiesa di Roma a Sannicandro che, nel fare memoria del Santo “ fondatore ”, intende riappropriarsi di una delle pagine più significative della sua storia religiosa e civile. Tra le numerose manifestazioni religiose e civili in programma è prevista anche l'inaugurazione di una mostra di bellissime icone bizantine dell'artista greca Maria Kolivà , dal titolo “ Gli occhi di Dio ”. L'artista ha già esposto a Bari nel Museo Civico la sua ricca ed interessante collezione. Le tecniche usate da Maria Kolivà per le sue icone sono particolarmente originali, infatti, tratta prima di tutto il legno con una base bianca ottenuta con gesso, zinco, titanio, colla ricavata dalla ossa di coniglio, disegna con il carboncino e lo dipinge con una mistura di tuorlo d'uovo, aceto, polvere di pietra e di terra, ecc.
Le manifestazioni, che si svolgeranno il 5 e 6 novembre prossimi, sono organizzate in collaborazione con l'Associazione Italo-Ellenica “ Pitagora ” di Bari sotto l'attenta e magistrale regia della signora Sarina Garufi che tanto tempo ha dedicato alla organizzazione dell'importante e nutrIto programma           

  VITTORIO POLITO
(Da: www.modugno.it )

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MILANO 11 NOVEMBRE: INCONTRO SU CHARLES DE FOUCAULD

In occasione della beatificazione di Charles de Foucauld, l'11 novembre, a Milano, nella Cappella San Francesco dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, c'è stato un incontro sul tema: “Charles del Foucauld, fratello universale.Per ricordarne la figura di studioso e uomo di dialogo”.
  L'incontro, promosso dal Dipartimento Scienze Religiose e dal Centro Studi Camito-Semitici di Milano, ha come Relatore interno G.L. Potestà e come Relatori esterni: L. Galand, M. Borrmans, V. Brugnatelli.


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ROMA - XI ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI DOSSIER - Instrumentum mensis Octobris pro lectura Magisterii Summi Pontifici Benedicti XVI, pro evangelizatione in terris missionum

La celebrazione dell'XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dedicata al tema “Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”, che ha concluso l'Anno dell'Eucaristia, ha costituito per la vita della Chiesa l'avvenimento centrale di questo mese.
Dal 2 al 23 ottobre, oltre 250 Padri Sinodali provenienti da ogni parte del mondo si sono riuniti in Vaticano, attorno al Santo Padre Benedetto XVI che ha seguito costantemente i lavori del Sinodo, per riflettere e pregare sul mistero dell'Eucaristia.
Durante gli appuntamenti domenicali per la recita dell'Angelus e quelli del mercoledì per l'udienza generale, il Santo Padre non ha mancato di sottolineare l'importanza dell'Eucaristia per la vita e la missione di tutta la Chiesa e ha voluto ricordare in diverse occasioni il suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, che indisse l'Anno dell'Eucaristia e questa Assemblea Sinodale.
I lavori del Sinodo sono stati scanditi anche da momenti di preghiera per i Padri Sinodali e dal festoso incontro di Papa Benedetto XVI con oltre centomila bambini della Prima Comunione raccolti in piazza San Pietro per una catechesi sull'Eucaristia guidata dal Santo Padre e l'adorazione eucaristica. In occasione della chiusura del Sinodo e dell'Anno dell'Eucaristia, nella domenica in cui la Chiesa celebrava la Giornata Missionaria Mondiale, il Santo Padre Benedetto XVI ha sottolineato ancora una volta lo stretto legame esistente tra Eucaristia e Missione e durante la canonizzazione di alcuni nuovi Santi, ha ricordato come anche l'azione missionaria dei più grandi Santi abbia sempre avuto come fonte e nutrimento il sacramento dell'Eucaristia. (Fonte: ZENIT)

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ROMA - PREGHIERA PER FRANZ JAGERSTATTER, assassinato dal nazismo - ROMA, 4 novembre 2005

Il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, ha presieduto questo venerdì a Roma un incontro di preghiera in memoria di Franz Jägerstätter, contadino austriaco ucciso a 36 anni per la sua opposizione al nazismo motivata dalla fede.
L'iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio, movimento ecclesiale nato a Roma, ha avuto luogo in serata nella Basilica di San Bartolomeo sull'Isola Tiberina, dedicata ai testimoni della fede del XX secolo. Insieme al Cardinale Schönborn hanno partecipato all'incontro altri Vescovi austriaci che in questi giorni si trovano a Roma per la loro visita quinquennale “ad limina Apostolorum”.
Franz Jägerstätter, cattolico, sposato con Franziska e padre di tre figli, fu decapitato il 9 agosto 1943 per la sua pubblica opposizione a Hitler e al nazismo in nome della sua fede. Durante la cerimonia, è stato consegnato un manoscritto di Jägerstätter che rimarrà nella Basilica in ricordo di questo testimone della fede. [...]

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  CATANIA: BABY-SINDACI DELLA SICILIA A TREVICO PER SANT'EUPLIO

Il prof.Blandini di Catania ci ha trasmesso l'unito breve articolo da “ La Sicilia ” del 6 novembre u.s.
Un gruppo di baby sindaci siciliani, provenienti dalla provincia di Catania, con al seguito i rispettivi baby-consigli comunali, arriveranno domani a Trevico per rendere omaggio alle reliquie di Sant'Euplio, conservate nella ex cattedrale del centro della Baronia, il cui martirio compie quest'anno il XVII centenario.
I giovani sono diretti a Firenze per commemorare un altro grande della loro terra, l'indimenticato Giorgio La Pira, politico, storico e giurista insigne. Faranno tappa per un giorno in Irpinia, per scoprire i luoghi dove riposano le spoglie del loro giovane conterraneo, martirizzato nel 304 dopo Cristo, durante la persecuzione di Diocleziano.
La presenza dei giovani catanesi a Trevico è la diretta conseguenza delle celebrazioni eupliane che hanno richiamato studiosi provenienti da ogni parte d'Italia. I baby-sindaci arriveranno a Trevico intorno alle 16,30 e saranno ricevuti dal parroco don Michele Cogliani, organizzatore e ispiratore dell'incontro, e dal sindaco Giuseppe Solimine. Dopo la sosta in cattedrale, dove potranno vedere l'urna che contiene i resti di sant'Euplio i ragazzi visiteranno il centro storico di Trevico e degusteranno alcuni prodotti locali. Incontreranno anche i ragazzi delle scuole trevicane per uno scam-bio di idee e di esperienze.
«È un modo - ha detto don Michele Cogliani - per creare una linea di scambio tra questa terra e Catania. Per aprire nuove vie alla collaborazione culturale e all'incontro tra popolazioni diverse e lontane, accomunate dalla fede nel nome di un giovane catanese che si fece uccidere per difendere la sua religione».

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IL LEGAME SPIRITUALE CON GIOVANNI PAOLO II NON SI E' INTERROTTO  CITTA' DEL VATICANO

– Il 18 novembre u.s. nell'Aula Paolo VI, in presenza del Santo Padre Benedetto XVI, ha avuto luogo la proiezione del film "Giovanni Paolo II", realizzato dalla "Lux Vide" e dalla RAI con la collaborazione di altre televisioni europee e della CBS degli Stati Uniti d'America.
Al termine della proiezione, il Papa ha ringraziato il Presidente della "Lux Vide", Dr. Ettore Bernabei e quanti hanno collaborato alla realizzazione del lungometraggio che ha inizio con l'attentato del 13 maggio 1981, in P.za San Pietro. La Rai lo ha trasmesso il 27-28 u.s.
" La visione di questo film " - ha detto Benedetto XVI - " ha rinnovato in me e penso in quanti hanno avuto il dono di conoscere Giovanni Paolo II il senso di profonda gratitudine a Dio per aver donato alla Chiesa e al mondo un Papa di così elevata statura umana e spirituale". " Al di là, tuttavia, di ogni valutazione particolare " - ha proseguito il Papa - " ritengo che questo film costituisca un ulteriore attestato, l'ennesimo, dell'amore che la gente nutre per Papa Wojtyla e del suo grande desiderio di ricordarlo, di rivederlo, di sentirlo vicino. Al di dà degli aspetti più superficiali ed emotivi di tale fenomeno, vi è certamente un'intima dimensione spirituale, che noi qui in Vaticano constatiamo ogni giorno, vedendo la schiera di pellegrini che si recano a pregare, o anche solo a rendere un rapido omaggio alla sua tomba nelle Grotte Vaticane".
" Quel legame affettivo e spirituale con Giovanni Paolo II, che si è fatto strettissimo nei giorni della sua agonia e della sua morte, non si è interrotto. Non si è più sciolto, perché è un legame tra anime: tra la grande anima del Papa e quelle di innumerevoli credenti; tra il suo cuore di padre e i cuori di innumerevoli uomini e donne di buona volontà, che in lui hanno riconosciuto l'amico, il difensore dell'uomo, della verità, della giustizia, della libertà, della pace. In ogni parte del mondo moltissime persone hanno sopratutto ammirato in lui il coerente e generoso testimone di Dio". (Fonte: VIS)


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1505-2005:V CENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA GUARDIA SVIZZERA  CITTA' DEL VATICANO

– Il 22 novembre u.s. è stato presentato presso la Sala Stampa della Santa Sede il programma delle manifestazioni commemorative del Quinto centenario della Fondazione della Guardia Svizzera Pontificia, il corpo militare in funzione più antico del mondo. 
Riassumendo la storia della fondazione del Corpo, il Colonnello Mäder ha ricordato che Papa Giulio II (1503-1513) voleva poter contare su una guardia del corpo che lo avrebbe tutelato nei momenti critici e che avrebbe rappresentato il nucleo permanente di un esercito più vasto da formare in caso di bisogno. Giulio II scelse gli svizzeri tenendo conto della loro tradizione nazionale, dell'alto numero di fanti a pagamento disponibili nel paese e soprattutto del rispetto per la Chiesa che caratterizzava i Cantoni svizzeri.
Con la Bolla del 21.6.1505, Giulio II comunica- va agli Stati 'Confoederatis Superioris Alemanniae' di aver dato incarico al Prelato di anticamera Peter von Hertenstein, di reclutare duecento soldati svizzeri da condurre a Roma sotto il comando del Capitano Kaspar von Silenen. Un primo contingente di 150 membri attraversò le Alpi e le regioni italiane di Lombardia e Toscana entrando a Roma il 22 gennaio 1506.
 Le manifestazioni del V Centenario avranno inizio il 21 gennaio 2006. (Fonte: VIS) Sul fronte delle emissioni, Pier Paolo Francini, capo ufficio dell'Ufficio Filatelico-NumIsmatico del Governatorato della Città del Vaticano, ha annunciato una moneta commemorativa da 2 euro e una serie di due distinti francobolli, realizzati dall'ex guardia svizzera Rudolf Mirer.


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PADOVA 23-27 OTT.2005-20° ANN.RIO DEL MARTIRIO DI PADRE EZECHIELE

Ezechiele (Lele) Ramin nasce a Padova nel 1953. Studia al collegio Barbarigo dove prende coscienza della miseria in cui viveva una gran parte dell'umanità. Per questo organizza, sempre a Padova, il gruppo locale di “Mani Tese” e porta a termine diversi campi di lavoro per sostenere dei microprogetti. In questo ruolo lo troviamo a Monselice e a Montagnana nel '71 e '72. 
Alla fine di quell'anno, decide di entrare tra i missionari comboniani. Fà delle esperienze pastorali tra gli indios del Sud Dakota e un lungo periodo nella Bassa California Messicana.  Dopo l'ordinazione, deve fermarsi in Italia alcuni anni prima di raggiungere il Brasile il 20 gennaio 1984, assegnato a Cacoal in Rondonia.
Qui si trova immerso nella problematica indigena della ripartizione delle terre, che prese totalmente a cuore fino al giorno del martirio il 24 luglio 1985, per difendere il diritto dei più deboli ad un fazzoletto di terra. Martire della carità lo ha definito Papa Giovanni Paolo II, qualche giorno dopo la sua morte. La sua uccisione è da attribuirsi alla sua azione in difesa degli Indios Suruì e dei lavoratori della terra nello Stato di Rondonia (Brasile).  A Padova, nella parrocchia di P. Ezechiele Ramin, San Giuseppe, il 23.10.2005, è stato inaugurato il suo busto in bronzo, realizzato dallo scultore Ettore Greco.


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IMMAGINETTE SACRE RECISE A META'...TRA I SEGNI

Il Pio luogo degli Esposti di Malegno
L'antico ospedale degli esposti di Valle Camonica operò durante lo svolgersi dei secoli per fronteggiare il drammatico problema dei trovatelli dei quali assicurava la raccolta e l'accudimento. Il meccanismo della "ruota" - una sorta di bussola piazzata a fianco dell'ingresso dell'ospizio che permetteva ai depositanti di rimanere occultati agli incaricati della ricezione che, girando sinistramente, provocava il ferale tintinnìo di una campanella annunziante, spesso nella muta profondità delle ore notturne, l'avvenuto abbandono furtivo di un morbido fardello, rappresentava il segno più tragico dello stato miserevole in cui versava la Valle, ma nello stesso tempo diventava simbolo della pietà dei nostri antenati che - dinanzi ad un radicato disordine morale ed al ruvido, triste calendario della vita quotidiana - avevano saputo creare una così preziosa istituzione
. La struttura malegnese, sviluppatasi presumibilmente da una stazione di posta e di ristoro inserita nella rete di collegamenti viari creata in epoca romana, assunse intorno al Mille le funzioni di xenodochio della pieve di Cividate, per fornire rifugio ed assistenza religiosa a passanti e pellegrini. Dai primi decenni del Duecento l'ospizio fu retto da un insediamento di frati Umiliati, la cui attiva presenza nell'ambito della società indigena è testimoniata da una serie di atti notarili risalenti ai secoli XIII-XIV.
Ma nel 1459 il brefotrofio risultava governato da un Bartolomeo di Malegno, su incarico ricevuto dal Capitano di Valle Camonica per facoltà conferita dal consiglio valligiano. Vi abitavano trentasei ospiti, tra fatui e bambini dei quali si ignorava la paternità. Dal secondo Cinquecento al 1800 l'ospedale riceveva ogni anno una media di 31,5 bambini, chiamati " figli della terra " o esplicitamente " bastardi” deposti nei portoni delle chiese, sotto i porticati degli oratori campestri, alle grate delle santelle, ai crocicchi dei viottoli ecc., affinché ne fosse agevolato il ritrovamento; muniti di contrassegni utili per eventuali riconoscimenti si presentavano sistemati in " cesti di giunchi ", "involti in cenci grossolani", infilati entro panni logori da carbonai o in rozzi sacchetti riempiti di fieno, coperti da pelli di pecora.
Tra i segnacoli più comuni, accompagnati dall'attestato dell'avvenuta somministrazione dell'acqua battesimale, si avevano: medagliette dedicate all'Immacolata (con la scritta "Maria concepita senza peccato prega per noi che a Voi ricorriamo"), di varie grandezze, intere o spezzate in modi particolari; distintivi di Cristo crocefisso o di Santi; piccoli crocefissi mancanti dei braccio del bastone inferiore; "amuleti detti volgarmente agnus" ricamati con simboli religiosi; immaginette sacre recise a metà ; pezzetti di carta o cartone rigati o decorati; coccarde di stoffa; frammenti di fotografie; lamine di ottone; monete "tagliate in forma di conio"; rametti di ulivo.
Al momento dell'accettazione si metteva al collo del bambino una medaglia marcata nel diritto con numero progressivo ed anno di ingresso, nel rovescio con la dicitura "Brefotrofio di Valle Camonica ".
(Da: "Le voci di Malegno - edito dalla biblioteca comunale di Malegno - di Oliviero Franzoni" – Fonte di testi e foto: sito web del Comune di Malegno)


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MADONNA DELLA STRADA, PATRONA DEI NETTURBINI ROMANI

Il socio AGOSTINO CERINI ci ha fatto pervenire le seguenti notizie su La Madonna della Strada. "Riorganizzando le mie Immaginette sacre ho trovato questa bella Madonna con Bambino, patrona dei Netturbini di Roma. Da buon cultore di santini mi sono subito attivato per avere maggiori notizie sull'affresco conservato nella Chiesa del Gesù in Roma.
L'opera si trovava in una chiesetta sulla strada percorsa dai pellegrini che venivano a Roma da ogni parte del mondo cristiano, diretti alla Basilica dell'Ara Coeli ( di fronte a P.za Venezia ). Questo fino al primo Giubileo del 1300, indetto da Papa Bonifacio VIII. Con l'arrivo a Roma dei Gesuiti, la venerazione dei Romani per la Madonna della Strada si diffuse in tutta la città. Papa Paolo III, nel 1540, aveva loro concesso ai Gesuiti il beneficio parrocchiale della chiesetta della Madonna della Strada, detta pure, poiché situata situata nella Piazza degli Altieri, Santa Maria Alteriorum.
Successivamente s.Ignazio di Loyola concepì di costruire qui la Chiesa dedicata al Nome di Gesù. Demolita quindi la storica chiesetta, nel 1575 fu costruita l'attuale grande Chiesa. L'immagine della Madonna della Strada, venerata dal popolo romano, si trova ora sull'altare della cappellina a sinistra della tribuna o "Cappella della Madonna della Strada ”. Ne fu architetto e decoratore il padre Giuseppe Valeriani (1542-1596), che creò un armonioso sacello a pianta rotonda inscritta in una croce greca e sormontata da una cupola poggiante su otto colonne.
Riporto ora il Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti circa il titolo e il patronato della Madonna della Strada. “ Protocollo 996/03/L […] perciò l'Eminentissimo signor cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la città di Roma, accogliendo i voti comuni, ha approvato in forma solenne la scelta della beata Vergine Maria con il medesimo titolo a Patrona presso Dio dei “Netturbini Romani”. […] La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, a sua volta, in vigore della facoltà a lei concesse dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dopo aver esaminato l'esposto ha dato il proprio consenso e conferma la Beata Vergine Maria con il titolo: “Madonna della Strada, Patrona presso Dio dei netturbini Romani ”, con i diritti e i privilegi liturgici connessi secondo le leggi. Nonostante qualsiasi circostanza in contrario. Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, lì 17 novembre 2003. Francesco Cardinale Grinze - Prefetto Domenico Sorrentino - Arcivescovo Segretario”

AGOSTINO CERINI

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