Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

COLLABORAZIONI

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SANTI CORPI

 

SAN PLATANO

Culto estremamente locale è tributato a San Platano il cui nome evoca le ombreggianti piante omonime. La scarsità di fonti certe sulla sua vita, sia orali che scritte, non ci permette di ricostruire la storia dell’intera sua esistenza terrena. Una tradizionale ballata popolare, conosciuta come canto dei “goccius”, è stata tramandata di generazione in generazione, ma purtroppo non è possibile distinguervi con esattezza gli elementi storicamente attendibili da quelli puramente leggendari.
La fantasiosa vicenda di questo santo inizia in un celeberrimo luogo quale il Cenacolo in cui Gesù istituì l’Eucaristia. Qui gli apostoli continuarono a nascondersi per timore dei giudei dopo la passione e morte del Cristo, nonché in seguito alla sua risurrezione.
A sorvegliare la porta d’ingresso ed avvertire in caso di pericolo, venne posta una bambina di nome Rosa (o Rode), che fu così anche educata al cristianesimo. In seguito, in età adulta, Rosa si trasferì in Mauritania, ove convolò a nozze con un nobile romano. Da questa unione nacquero due figli, Platano e Antioco, che in segreto furono educati dalla madre al cristianesimo, vista l’avversità del marito ancora pagano.
I due fratelli divennero medici instancabili nel curare i malati, ma anche apostoli del Vangelo, desiderosi di portare ovunque l’annuncio di salvezza di Cristo Risorto. La loro fama giunse sino a Roma ed all’imperatore Adriano, assai preoccupato per il diffondersi della nuova dottrina predicata da Cristo. Il sovrano decise allora di fermare con la forza i suoi seguaci, ritenuti pericolosi per l’impero romano. L’imperatore e i suoi procuratori promisero ricchezze e successo ai cristiani disposti ad abiurare la loro religione e così fece anche con Platano ed Antioco, i quali si dimostrarono però irremovibilmente fermi e convinti nella loro fede che non rinnegarono.
Giunse così anche per loro la stagione della persecuzione, che negli intenti dei romani avrebbe dovuto distruggere la fede in Cristo, mentre al contrario si rivelò seme di nuovi cristiani. Platano e Antioco furono imprigionati, legati con pesanti catene e lasciati a digiuno per lunghi giorni. Interrogatori e vari tentativi furono messi in atto per distoglierli dalle loro convinzioni, ma essi rimasero sempre saldi nella fede e non cedettero ai pagani.
Numerosi fatti miracolosi intervennero a ritardare la loro atroce fine, segno dell’aiuto e della presenza divina. Condannati ad arrostire nel fuoco e nella pece bollente, non bruciarono. Allora l’imperatore ordinò di gettarli nell’arena in pasto ai leoni affamati e ad altri animali feroci, i quali anziché sbranarli li leccarono quasi volerli accarezzare, mentre tutta la folla sbigottita assisteva silenziosa. L’imperatore diede dunque ordine di abbandonarli nel mare su una piccola barca di paglia, sperando che i due morissero annegati o divorati dai pesci: ma anche questa volta si salvarono ed il vento li trascinò miracolosamente sulle coste della Sardegna, facendoli approdare nell’isola che oggi porta il nome di Sant’Antioco. Anche qui iniziarono ad esercitare la loro professione di medici ed a farsi portatori della Buona Novella, scopo al quale volevano ormai dedicare tutta la loro vita.
La loro fama ben presto si diffuse in tutta la Sardegna sino a Cagliari. In questa città era allora prefetto un certo Gallone, che comunicò la notizia all’imperatore. Platano venne così rimandato a Roma e qui fu probabilmente crocifisso insieme a parecchi altri cristiani, ma neppure così la morte prevalse su di lui. La tradizione vuole che i tiranni abbiano intrecciato le viscere di Platano su di un fuso ed il santo, dopo essere stato sventrato, morì decapitato. Antioco, suo fratello, morì invece abbandondosi al Signore nella preghiera, mentre i soldati al di fuori della sua caverna attendevano il suo ritorno per ucciderlo.
In data 13 dicembre il Martyrologium Romanum riporta la commemorazione esclusivamente di Sant’Antioco, lasciando alla sola comunità di Villaspeciosa, in provincia di Cagliari, la venerazione di San Platano. Questo paese da secoli considera questo santo quale speciale testimone di Cristo, con rinnovato ardore e devozione invoca la sua intercessione e lo considera un valido modello nel cammino verso la santità.


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SAN BOTONTO

A Torino sorge il complesso del Monte dei Cappuccini, una delle odierne immagini simbolo della città, formato dall’omonimo convento e dalla chiesa di Santa Maria al Monte.
Al suo interno, sotto la mensa dell’altere laterale di destra dedicato a San Francesco, sono conservate le reliquie del piccolo martire romano Botonto, avvolte in un simulacro di cera opera di Luigi Cantù ed ornate da abiti nobiliari.
La vicenda di questo bambino invece è purtroppo avvolta dal mistero.
Il 28 dicembre 1841 a Roma sulla via Nomentana, vicino a l cimitero di Sant’Agnese, vennero rinvenuti i suoi resti e quelli di altri sette martiri con una ampolla di sangue. L'iscrizione sepolcrale indica il suo nome così: “Botonto qui vixit annis III. Mensibus II. in pace.” [Botonto, che visse tre anni e due mesi, (è qui ) nella pace]. Il martirio risalirebbe dunque all’epoca della persecuzione di Diocleziano, cioè al 303 circa. Il nome “Botontòs”, che significa pastore oppure esclamante, ed il tipo di sepoltura rivelerebbero l’appartenenza del piccolo martire ad una nobile famiglia di origine greca. Per concessione di papa Gregorio XVI, le reliquie del martire vennero donate al re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia. Questi ne decise la solenne traslazione nella chiesa del convento torinese del Monte dei Cappuccini, che avvenne il 15 gennaio 1843, con la partecipazione di una grande folla.


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SANTA FELICITA



Questa martire romana è venerata a Torino nella Chiesa del Convitto delle Vedove e Nubili

 

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SANT’AGAPE


Vergine e martire, venerata nella Parrocchia di San Michele Arcangelo in Onero

 

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SAN REGIO

Venerato nel Santuario di Concesa (MI) dei Carmelitani Scalzi


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SANT’URBICO


Venerato nella Chiesa del Collegio San Vincenzo in Piacenza


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SAN VITALIANO


Fanciullo di appena 10 mesi e 28 giorni, venerato a Stresa


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SAN BENEDETTO


Venerato a Piano dei Monti di Madonna del Sasso (VB), festeggiato la terza domenica di agosto


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SAN BENEDETTO


Venerato nell’Oratorio della Visitazione presso Fobello (VC)

 

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dello stesso Autore:

 

- Altri Santi Regali

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