Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

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SAN LIBERATO AGOSTINIANO, MARTIRE

 

 

 

Nella ridente valle santa reatina esiste una piccolo borgo, frazione di Cantalice, denominato San Liberato.
Qui nella piccola e graziosa chiesa parrocchiale è venerato San Liberato Martire.

Il nome Liberato deriva dai tardi nomi latini Liberatus, Liberator e Liberata, derivati da "liberare".
È diffuso per le forme fondamentali al Centro ed al Sud Italia. La forma Liberante è tipica della Sicilia.

Il nome è diffuso tra i santi e il beati del Martirologio Romano e tra i innumerevoli martiri delle catacombe romani, i “corpi santi”.

Nel Martirologio Romano è presente:
- San Liberato (Liberale) Martire a Roma, 20 dicembre
- Beato Liberato Weiss e compagni martiri francescani, 3 marzo
- Santi Liberato, Bonifacio, Servio, Rustico, Rogato, Settimo e Massimo agostiniani martiri, 2 luglio

 

Sono poi presenti altri santi e beati con questo nome, ad esempio San Liberato da Loro Piceno francescano marchigiano, venerato il 6 settembre.

Molti anche i cosiddetti “corpi santi”.
Tra di essi ricordiamo: San Liberato Martire di Calvisi Sannitico di Gioia Sannitica (CE), autenticate nel 1687; San Liberato Martire di Roccamorfina (IS), estratte dalla catacomba di Ponziano, e autenticate nel 1780; San Liberato Martire di Fratta Polesine (RO), estratte dalla catacomba di Felice ed Adautto, e autenticate nel 1727; San Liberato Martire di San Marco la Catola (FG), estratte dalla catacomba di Priscilla, e autenticate nel 1754. Per citarne alcuni tra i più famosi e venerati.

 

 

La domanda ora è ovvie: chi è il patrono di San Liberato di Cantalice (RI)?
La risposta non è così semplice.

S. Liberato, frazione di Cantalice, è un piccolo centro di circa 500 abitan­ti ubicato al confine nord del comprensorio comunale. Il nome gli deriva dal Santo Patrono, abate agostiniano, a cui è intitolata la Chiesa parrocchiale costruita su una rupe spugnosa. Questa è di origine molto antica. Con il nome di oratorio o monastero, è citata nella bolla del 1153 del Papa Anastasio IV inviata al Vescovo di Rieti Dodone, in merito alla delimitazione dei confini dato che la diocesi era divisa politicamente tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa; ancora per lo stesso motivo è menzionata nella bolla del 1182 del Papa Lucio III al Vescovo Benedetto. La Chiesa di S. Liberato, pur essendo sog­getta alla giurisdizione canonica della Diocesi di Rieti, come feudo era dipen­dente dall’Abbazia di Ferentillo in Val Nerina e godeva dell’esenzione da ogni gravame di tasse nei confronti di grandi e piccoli feudatari dal 1178, quando l’Imperatore Federico I di Svevia, prendendo sotto la sua protezione il Vescovo e la chiesa reatina, concesse tale privilegio

Questo certamente favorì il sorge­re di alcuni nuclei abitativi attorno al piccolo oratorio. Nei primi anni del 1600 fu elevata a parrocchia e, pur essendo ancora sog­getta all’Abbazia di Ferentillo, si trovava sotto la giurisdizione canonica della Diocesi di Cittaducale che si era formata nel 1502 con le chiese sottratte alla Diocesi di Rieti nella parte del Regno di Napoli. Dal 1818, soppressa la Diocesi di Cittaducale, ha fatto parte della Diocesi dell’Aquila per essere riannessa defi­nitivamente a quella di Rieti nel 1972.

Da qui si deduce che il Santo dell’omonimo borgo è l’abate agostiniano Liberato, cos’ raffigurato nella statua posta nella nicchia a destra dell’altare.

 

Per possiamo dire che a San Liberato sono venerati due santi di questo nome.
Infatti a destra della suddetta statua è posta un’altra nicchia in cui sono custodite le reliquie, se pur poche, dei Santi Martiri Liberato, Aurelio e Felciano, estratte dalla catacombe di Ponziano, in Roma, e autenticate nel 1683 e solo in seguito donate alla Chiesa di S. Liberato.

Quindi si può capire che il piccolo borgo ha due patroni di nome Liberato: l’abate agostiniano Liberato, il cui culto è presente in altre località del centro Italia (es. Narni, Civita Castellana) e il martire romano Liberato, le cui reliquie sono presenti in parrocchia solo dopo il 1683.

Concludendo due notizie sul martire agostiniano.


Sant’Agostino ricevuto il battesimo da Ambrogio, a Milano, nel 387, ritorna in Africa per mettere in atto il suo proposito di vita monastica. Anche quando divenne vescovo, nel 395, e poi per tutta la vita, visse da monaco, pur assillato dalle tante occupazioni pastorali e propagò con ogni mezzo la vita religiosa in tutta l'Africa cristiana.
Alla sua morte, avvenuta nel 430, Agostino lascia alla Chiesa monasteri maschili e femminili, ben fiorenti di religiosi e religiose e di ricche biblioteche.
Le invasioni dell'Africa romana prima da parte dei Vandali poi degli Arabi distrussero le fondazioni monastiche agostiniane.
Fra i monasteri africani che l'Ordine considera di ispirazione fondamentalmente agostiniana, riveste una importanza particolare quello di Gafsa in Tunisia per il martirio dei suoi religiosi: Bonifacio diacono, Liberato abate, Severo, Rustico, Rogato, Settimio e Massimo monaci.
In seguito all'editto emanato nel 484 dal re Unnerico che ordinava la consegna ai mori dei monasteri con i loro abitanti, i sette religiosi di quel monastero furono incarcerati e, dopo aver sopportato acerbe prove, vennero martirizzati a Cartagine, offrendo un grande esempio di fede e di unione fraterna. La loro celebrazione fu concessa all'Ordine il 6 giugno 1671 e la memoria liturgica ricorre il 2 luglio, secondo il Martirologio Romano: “Commemorazione dei santi martiri Liberato, abate, Bonifacio, diacono, Servio e Rustico, suddiaconi, Rogato e Settimo, monaci, e il fanciullo Massimo: a Cartagine, nell’odierna Tunisia, durante la persecuzione dei Vandali, sotto il re ariano Unnerico, furono sottoposti a crudeli torture per aver confessato la fede cattolica e difeso l’unicità del battesimo; uccisi a colpi di remi sul capo mentre erano inchiodati a legni su cui si era tentato di bruciarli, conclusero il corso del loro ammirevole combattimento, ricevendo dal Signore la corona del martirio”.

 

 

FONTI e BIBLIOGRAFIA

* AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
* Bellini P. – Il progetto agostiano di vita. La famiglia agostiana tra utopia e realtà – Tolentino, 1982 (I edizione)
* C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
* Casagrande Gianfranco – Conoscere e amare i Santi e i Beati Agostiniani – Editrioce Shalom, 2009
* Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2013
* Provincia Agostiniani d’Italia – Messale Agostiniano – Roma, 1976
* Rojo Martìnez Fernando – Il fascino di Dio. Profili di agiografia agostiniana – Roma, 2000
* sito web di chiesacattolica.it
* sito web di newsaints.faithweb.com
* sito web di prolococantalice.it
* sito web di santiebeati.it
* sito web di wikipedia.org

 

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- Sacro Cuore di Gesù e Santità e Sacro Cuore

- "Sarà chiamato Emmanuele"

- "Saremo condotti..."


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