Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

PENSIERI SPARSI

 

Questi "Pensieri sparsi" sono stati raccolti, come piccoli fiori profumati, per dare un momento di serenità e di pausa nel caos quotidiano. Qualora violassero in qualche modo il diritto d'autore, si prega di segnalarlo.

 

SCRIVIMI, TI PREGO


Se mi ami, scrivimi,
ti prego; se sei imbronciato con me,
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio.

Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po' irritato.

Dunque, decìditi...
Esci dalla tua indolenza!
E non dire
che non hai nulla da scrivere.

Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi:
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!

Basilio il Grande

 


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AUTUNNO

Fammi uguale, Signore, a quelle foglie
moribonde che vedo oggi nel sole
tremar dell’olmo sul più alto ramo.

Tremano sì, ma non di pena: è tanto
limpido il sole, e dolce il distaccarsi
dal ramo per congiungersi alla terra.

S’accendono alla luce ultima, cuori
pronti all’offerta: e l’agonia, per esse,
ha la clemenza d’una mite aurora.

Fa ch’io mi stacchi dal più alto ramo
di mia vita, così, senza lamento,
penetrata di Te come del sole.

Ada Negri

MIO DIO ECCOMI

E il cuore
quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra,
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
sarai una statua davanti all'Eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti dicendo:
Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrai perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.


Giuseppe Ungaretti

 

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C'E' UN TEMPO...


Per ogni cosa c'è il suo momento,
il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare
e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e
un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e
un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Che vantaggio ha chi si dà da fare con fatica?

Qoèlet, 3, 1-9

 

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QUANDO DIO CI PORTA

Ho sognato che camminavo in riva la mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore che mi camminava accanto.
Ma in alcuni tratti ho visto un’orma sola: proprio nei giorni più dolorosi della mia vita.
Allora ho detto :
“ Signore, io ho scelto di vivere sempre con te, e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato proprio nei momenti più difficili?”
Ed Egli mi ha risposto :
“ Figlio, tu sai che ti amo, e mai ti ho abbandonato. Tu vedi dei giorni nei quali sulla sabbia c’è un’orma sola: è la mia!
Proprio in quei giorni io ti ho portato in braccio”.

Anonimo brasiliano


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LA COSA MIGLIORE

Ci sono situazioni in cui, obbiettivamente, noi non sappiamo quale sia la cosa migliore da chiedere al Signore, se rimanere in un luogo o cambiare, se essere liberati da una croce o tenerla, in questa situazione in cui noi non sappiamo che cosa sia conveniente domandare, lo Spirito intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili, Lui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Ecco il segreto! Solo lo Spirito Santo sa il segreto di Dio su di noi, il progetto di Dio su di noi, Lui solo sa qual'è la cosa che Dio ci vuol dare! Allora se noi lasciamo pregare Lui questa preghiera è infallibile! Perché Lui chiede a Dio la cosa che Dio vuole darci.

(P. Raniero Cantalamessa)

 

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BEATI COLORO...

Beati coloro, per i quali seguire Gesù Cristo non ha altro significato che vivere della grazia, e per i quali grazia non ha altro significato che seguire Gesù Cristo.

Dietrich Bonhoeffer

 

 


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SUL PALMO DELLA SUA MANO

La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle;
la rugiada bagni l’erba
su cui poggi i passi.

Il sorriso brilli sul tuo volto
ed il cielo ti copra di benedizioni.

Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.

Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della Sua mano
fino al nostro prossimo incontro.


Antica benedizione Gaelica

 

 

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AI GIOVANI

Giovani non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass media.
L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale.

Giovanni Paolo II

 

 

 

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L’ALTA TORRE DELLA FEDE

Le montagne ci sembrano grandi perché sono vicine; le stelle, al contrario, anche se incomparabilmente più grandi, sembrano piccoli punti. Se fossimo in cielo, le stelle apparirebbero enormi, come infatti sono, e le montagne ci sembrerebbero granelli di sabbia.
Gli uomini di questa terra, che hanno il loro cuore attaccato al mondo, considerano come enormi gli affari terreni. Quando ottengono una eredità o raggiungono onori, sono colmi di gioia. Quando perdono una moneta, disturbano tutti coloro che sono vicini.
Al contrario, colui che serve Dio, chi abita sull’alta torre della fede, è così lontano dalle cose di quaggiù, che tutti i cosiddetti grandi ed importanti problemi gli appaiono come giochi di bambini. Paragonando con l’eternità tutte le sfortune del mondo, non le teme più dei morsi di una zanzara.

San Roberto Bellarmino


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LE VIRTÙ UMANE

La persona laboriosa utilizza con profitto il tempo, che non è solo denaro, è gloria di Dio. Fa quello che deve e si impegna in quello che fa, non per abitudine o per riempire le ore, ma come frutto di riflessione attenta e ponderata. Pertanto è diligente.
Nell'uso attuale, la parola diligente ci ricorda la sua origine latina. Essa deriva dal verbo diligere, che significa amare, apprezzare, scegliere come risultato di un'attenzione delicata, accurata. Non è diligente la persona precipitosa, bensì chi lavora con amore, con premura.
Gesù, perfetto uomo, scelse un lavoro manuale che eseguì in modo delicato e attento per quasi tutto il tempo della sua permanenza sulla terra.
Esercitò il suo mestiere di artigiano tra gli abitanti del suo paese, dimostrandoci chiaramente, con quell'attività umana e divina, che il lavoro ordinario non è un particolare di scarsa importanza, bensì il cardine della nostra santificazione, l'occasione continua del nostro incontro con Dio, per lodarlo e glorificarlo con l'opera della nostra intelligenza e delle nostre mani.

Amici di Dio – San Josemaria Escrivà

 

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SE

Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo,
Se sai aver fiducia in te stesso
quando tutti dubitano di te
tenendo conto pero' dei loro dubbi;
Se sai aspettare
senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato
non rispondere con calunnie
o essendo odiato
non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono
ne' parlare troppo da saggio.
Se sai sognare
senza fare dei sogni i tuoi padroni,
Se riesci a pensare
senza fare di pensieri il tuo fine,
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori
proprio nello stesso modo;

Se riesci a sopportare
di sentire la verita' che tu hai detto,
distorta da imbroglioni
che ne fanno una trappola per gli ingenui;
Se sai guardare le cose,
per le quali hai dato la vita distrutte
e sai umiliarti a ricostruirle
con i tuoi strumenti ormai logori;
Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire
una sola parola su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi,
i tuoi polsi a sorreggerti
anche dopo molto tempo
che non te li senti piu'
e cosi' resistere quando in te non c'e' piu' nulla
tranne la volonta' che dice : resisti !
Se sai parlare con i disonesti
senza perdere la tua onesta'
o passeggiare con i re
senza perdere il tuo comportamento normale.

... Se non possono ferirti ne' i nemici
ne' gli amici troppo premurosi
Se per te contano tutti gli uomini,
ma nessuno troppo
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
tua e' la Terra e tutto cio' che vi e' in essa
e – quel che piu' conta –
tu sarai un Uomo, figlio mio !


Rudyard Kipling


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HO CERCATO DIO

Ho cercato Dio
con la mia lampada così brillante
che tutti me la invidiavano.

Ho cercato Dio negli altri.
Ho cercato Dio
nelle piccolissime tane dei topi.
Ho cercato Dio nelle biblioteche.
Ho cercato Dio nelle università.

Ho cercato Dio
col telescopio e con microscopio.
Finchè mi accorsi che
avevo dimenticato quello che cercavo.
Allora, spegnendo la mia lampada,
gettai le chiavi, e mi misi a piangere...
e subito, la Sua Luce fu in me...

Angelus Silesius

 

PREZIOSITA’ DEL SILENZIO


Il silenzio è mitezza
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti,
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore.
Il silenzio è misericordia
quando non riveli le colpe dei fratelli,
quando perdoni senza indagare il passato,
quando non condanni, ma intercedi nell'intimo.
Il silenzio è pazienza
quando soffri senza lamentarti,
quando non cerchi consolazione tra gli uomini
quando non intervieni
ma attendi che il seme germogli lentamente.
Il silenzio è umiltà
quando taci per lasciare emergere i fratelli,
quando celi nel riserbo i doni di Dio,
quando lasci che il tuo agire venga interpretato male,
quando lasci ad altri la gloria dell'impresa.
Il silenzio è fede
quando taci perché è Lui che agisce
quando non cerchi comprensione
perché ti basta sapere di essere amato da Lui.
Il silenzio è adorazione
quando abbracci la Croce
senza chiedere perché.


Anonimo

 

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CHI TROVA UN AMICO...

Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti. Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille.
Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui. C`è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
C`è anche l`amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi. C`è l`amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari. Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si nasconderà.
Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati.
Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c`è prezzo, non c`è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico.

Siracide 6; 5-17

 

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I GIORNI
CHE CI SONO DONATI

“Gesù“ diceva Don Camillo al Cristo dell’altare maggiore “è una malinconia da impazzire : quassù non succede niente!“.

“Non capisco,“ rispondeva sorridendo il Cristo crocifisso “ogni mattina il sole nasce e ogni sera tramonta, vedi miliardi di stelle ruotare sul tuo capo ogni notte, l’erba spunta nei prati, il tempo continua il suo giro, Dio è presente e si manifesta a ogni istante e in ogni dove. Mi pare che succedano molte cose Don Camillo. Mi pare che succedano le cose più importanti”.

Giovannino Guareschi


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MANDAMI QUALCUNO DA AMARE

Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona.

Madre Teresa di Calcutta


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Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio.
Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti. Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri : pur se noiosi ed incolti, hanno anch'essi una loro storia. Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito.
Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.
Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d'inganno. Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti.
Non ostentare cinismo verso l'amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione ed aridità, esso resta perenne come il sempreverde.

Accetta docile la saggezza dell'età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d'animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.
Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso.
Tu sei figlio dell'universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d'esistere.
E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v'è dubbio che l'universo si stia evolvendo a dovere.
Perciò stà in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui.
E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni , nella chiassosa confusione dell'esistenza, mantieniti in pace con il tuo spirito.
Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso.
Sii prudente.
Sforzati di essere felice.



Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora
nell'antica Chiesa di San Paolo

 

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LA STORIA DEL MONDO


Questa e’ la differenza essenziale tra paradiso ed inferno: gente che ama e gente che non ama...
Per questo Gesu’ dice che la storia del mondo finira’ nella storia di un bicchiere di acqua donato o rifiutato; nel fatto di un pane donato o rifiutato, nel fatto di una porta di casa tenuta aperta o chiusa.
Proprio cosi’: tutta questa storia immensa del mondo, aggrovigliata e tragica, finira’ in una sorpresa quasi infantile: “Io avevo fame, e tu mi desti da mangiare”.
E tutti costoro a chiedere “Quando, Signore e’ accaduto questo?”. “Quando lo faceste all’ultimo di voi, lo faceste a me stesso”:
Questa la piu’ tragica delle meraviglie: chissa’ quanti penseranno d’essere dentro, invece si troveranno ad essere fuori.

David Maria Turoldo


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RICETTA "BUON DI'"

Mettere insieme:
quattro cucchiai di buona volontà,
due grammi di pazienza,
un pizzico di speranza,
una dose di buona Fede.

Aggiungete
una misura di tolleranza,
due manciate di umiltà,
una spruzzatina di simpatia,
un poco di prudenza,
una larga quantità di buon umore.

Condite il tutto con molto buon senso,
lasciate cuocere a fuoco lento
e avrete una...

BUONA GIORNATA

 

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PER GODERE DI BUONA SALUTE

Per godere buona salute di anima e di corpo,
prendete radici di fede, verdi fronde di speranza,
rose di carità, viole di umiltà, gigli di purità,
assenzio di contrizione, legno della Croce.
Legate tutto in un fascetto col filo della rassegnazione,
mettetelo a bollire nel fuoco dell'Amore, nel vaso dell'orazione,
nel vino di santa allegrezza e acqua minerale di temperanza,
ben chiuso col coperchio del silenzio.
Lasciatelo la mattina nel sereno della meditazione,
prendetene una tazza mattina e sera
e così godrete buona salute, che di vero cuore ve la desidero.

Dalla farmacia tanto accreditata dell'amorosissimo Cuore di Gesù, nostro Salvatore

Beato Luigi Maria Monti

 

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SULLA MESSA

La Messa non è preghiera solo individuale, ma è soprattutto l'azione collettiva dell'assemblea del popolo del Signore (Pio XII, Enciclica Mediator Dei)

E' necessario, allora, parteciparvi sempre attivamente non "come spettatori muti ed estranei (Pio XI, Divini cultis) ma rispondendo al Sacerdote, assumendo la posizione appropriata (in piedi, in ginocchio, seduti).

La casa del Signore non è il ristorante - la sua mensa è la tavola di famiglia (G.Card. Lercaro: A Messa, figlioli)

 

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Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.  Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

San Paolo, Romani 8, 35-39

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POESIE DI P. DAVID MARIA TUROLDO

 

 

Da "IO NON HO MANI"

 

IO NON HO MANI

 

Io non ho mani
che mi accarezzino il volto,
(duro è l'ufficio
di queste parole
che non conoscono amori)
non so le dolcezze
dei vostri abbandoni:
ho dovuto essere
custode
della vostra solitudine:
sono
salvatore

O GIORNI MIEI

 

Solo a sera m'è dato
assistere alla deposizione
della luce, quando
la vita, ormai
senza rimedio, è perduta.

Mio convoglio funebre
di ogni notte: emigrazione
di sensi, accorgimenti
delle ore tradite, intanto
che lo spirito è rapito
sotto l'acutissimo arco
dell'esistenza: l'accompagna
una musica di indicibile
silenzio.

Invece dovere ogni mattina risorgere
sognare sempre
impossibili itinerari.

MEMORIA

E' la memoria una distesa
di campi assopiti
e i ricordi in essa
chiomati di nebbia e di sole.

Respira una pianura
rotta solo dagli eguali ciuffi di sterpi
in essa unico albero verde la mia serenità.

 

 

Da "GLI OCCHI MIEI LO VEDRANNO"

 

 

ALLORA RIDERO' DELLA SUA DELUSIONE

Armata di falce verrà
pronta a ingaggiar battaglia.
Altri forse avranno un gesto
di pietà:
forse pensavano
fossero le radici.
E certo non sapevano
che celavo una continua
attesa d'andarmene.

ITINERARI

Liberata l'anima ritorna
agli angoli delle strade
oggi percorse, a ritrovare i brani.

Lì un gomitolo d'uomo
posato sulle grucce,
e là una donna offriva al suo nato
il petto senza latte.
Nella soffitta d'albergo
una creatura indecifrabile:
dal buio occhi uguali
al cerchio fosforescente d'una sveglia
a segnare ore immobili.

E io a domandare alle pietre agli astri
al silenzio: chi ha veduto Cristo.

ASCOLTA IL NOSTRO GRIDO, O GIOBBE

Ma ora a noi avanzano
Solo l'inverno e la notte
E senza scampo sono le nostre vite
In queste città maledette.
La morte siede sugli usci delle case
o con gli zoccoli di cavallo va per le strade
in stridori di migliaia di trombe;
o volteggia trionfante
sul capo in risa di corvi a stormo.

Invece fiorito è il deserto, popolata
di uccelli e di alberi la tua solitudine.
Angeli danzano al canto nuovo.

DIO NON VIENE ALL'APPUNTAMENTO



Ma quando declina questo
giorno senza tramonto?
All'incontro cercato
nessuno giunge.
E le pietre bevono
Il sangue di questo cuore
Ancora per miracolo vivo.


 

DA "NEL SEGNO DEL TAU"

 

 

È TEMPO, AMICO

Certo per me, amico, è tempo
di appendere la cetra
in contemplazione
e silenzio.

Il cielo è troppo alto
e vasto
perché risuoni di questi
solitari sospiri.

Tempo è di unire le voci,
di fonderle insieme
e lasciare che la grazia canti
e ci salvi la Bellezza.

Come un tempo cantavano le foreste
tra salmo e salmo
dai maestori cori
e il brillio delle vetrate
e le absidi in fiamme.

E i fiumi battevano le mani
al Suo apparire dalle cupole
lungo i raggi obliqui della sera;
e angeli volavano sulle case
e per le campagne e i deserti
riprendevano a fiorire.

Oppure si udiva fra le pause
scricchiolare la luce nell'orto, quando
pareva che un usignolo cantasse
"Filii et Filiae", a Pasqua.

E NON CHIEDERE NULLA

Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:

il tempo è malato
i fanciulli non giocano più
le ragazze non hanno
più occhi
che splendono a sera.

E anche gli amori
non si cantano più,
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
al freddo di queste liturgie:

ognuno torna alla sua casa
sempre più solo.

Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva.
E la gente, l’umile gente
abbia ancora chi l’ascolta,
e trovino udienza le preghiere.

E non chiedere nulla.

 

 

 

DA "RITORNIAMO AI GIORNI DEL RISCHIO", 1985

 

”Torniamo ai giorni del rischio,
quando tu salutavi a sera
senza essere certo ma
di rivedere l’amico al mattino.
E i passi della ronda nazista
dal selciato ti facevano eco
dentro il cervello, nel nero
silenzio della notte.

Torniamo a sperare
come primavera torna
ogni anno a fiorire.”

E i bimbi nascano ancora,
profezia e segno
che Dio non si è pentito.

Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami
persuadono a fatica
e altro vento spira
di più raffinata barbarie.

Torniamo all'amore,
pure se anche del familiare
il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile...

Siamo composti con brani di morti
uguali a città
rifatte da macerie di secoli.

Allora al comune bivacco eravamo
tutti disperati e volevamo
morire per sentirci più vivi.

Non questo certo era l'augurio!
La nuova parola è stata uccisa
Dal piombo sulle bocche squarciate.

Una mediazione invocavano morendo
tra l'avvenimento grande e la sorte di ognuno,
l'avvento attendevano dell'uomo umile.

Ma noi rimpiangemmo le vecchie catene
come il popolo ambiva nel deserto
l'ossequio al re per le sicure ghiande:

non vogliamo il rischio di essere liberi,
il peso di dover decidere da noi
e l'amore di farci poveri.

Da sotterra urlano i morti
e per le strade vanno
come nell'ora dell'agonia di Cristo.

Per le strade vagano i fratelli
senza casa, liberi
d'ogni ragione d'essere morti.

La notte è simile al giorno
Il bene al male s'eguaglia,
spoglio quale una pianura d'inverno.

RAGIONE RISORGA


Torniamo amici,
ai giorni de "l'Uomo":
al fiordo della nostra amicizia
ove sicuri ci aspettavamo la sera
dai vichi della città
così ferita dai passi delle ronde
per l'intera notte.

Talloni d'acciaio battevano i selciati
e tu sentivi dilatarsi
e infittirsi coi battiti del cuore
la cupa eco, a sobbalzo
tra fantasmi e urla di fanciulli in sonno.

Torniamo al tempo del rischio,
a fare delle nostre rare speranze
il mazzo come di spighe
raccolte dai campi più devastati.

Nostra amicizia, oasi
ancora intatta nella memoria,
l'albero più verde fra tutti
alto sulle nuove macerie:
Dopo, amici, le amate lettere
le dolcissime lettere - altra
bibbia ugualmente vera -
dopo le strazianti lettere
dei condannati a morte
d'Italia e d'Europa,
e le cronache lugubri dei lager...

Perché notte si è fatta
ugualmente cupa:
più non rilucono luci
dalle absidi
né persuadono più
sermoni dai pergami.

Morta è la preghiera
la pietà è morta,
distrutta l'Ecumene!

Oriente e Occidente installano missili
incrociatori carichi di morte
solcano i cieli
e tutti i più ricchi paesi
vendono armi ai più poveri.

In tanto precipitoso irrompere
di sorti maligne scrosciano

tempi di fanatismi
e tutti, per contagiosa espansione, in gara
innalzano sinistri vessilli.

È tempo di più raffinata barbarie
tempo di morte più organizzata,
la morte " industriale ":
questo scialare di morte!...

Ma pure è tempo, questo,
di Oscar Arnulfo Romero
vescovo fatto popolo, e ieri
di Martin Luther King
altro agnello di Pasqua
e di milioni di fanciulli uccisi
perfino in terre cristiane,
nostri Vietnam più veri.

Torniamo, amici, a riprendere
i nomi di battaglia,
a indossare le armi della luce.

Amicizia ancora ci raccolga
dagli amari deserti
e come ago infallibilmente fisso
ci attiri al polo dei salvati:
fede compia il prodigio
che almeno Ragione risorga...

NOTTE OSCURA

 

Era aperta solo al tuo occhio
quella Notte oscura:
e dunque perché non li uccidesti
avanti che uccidessero?

I grandi deliravano
In parate e uniformi
E noi non capivamo.

Aquile e svàstiche
e canti di morte
salmi e canti e benedizioni
di reggimenti col teschio
sui berretti neri
sulle camice nere
sui gagliardetti neri...

E discorsi fin o all'urlo
accanito delle folle d'Europa,
della saggia e civilissima
e cristiana Europa.

Così abbiamo tutti cantato
almeno una volta
i canti della morte.

L'inizio è sempre uguale:
"Nostra è la Ragione"! E poi,
l'esaltazione degli eroi.

Poi le medaglie
e le corone e i monumenti
e i momenti del silenzio
all'Altare della Patria.

Dio, cosa costano gli eroi!

Mio papa, padre del mondo, Giovanni,
ho visto le tue parole frangersi
sulle gemme delle mitrie
come luce dei fari
sul prisma dei paracarri:

Hitler e la Gestapo sono eterni,
ora le vedo quelle tue parole
gemme sull'arena.

 

DA "IL GRANDE MALE", Mondadori 1987

 

Ancora un'alba sul mondo:
altra luce, un giorno
mai vissuto da nessuno,
ancora qualcuno è nato:
con occhi e mani
e sorride.

Tutto deve ancora avvenire
nella pienezza:
storia è profezia
sempre imperfetta.
Guerra è appena il male in superficie,
il grande male è prima,

il grande Male
è Amore-del-Nulla

NON RUBATEMI

Per favore, non rubatemi
la mia serenità.
E la gioia che nessun tempio
ti contiene, o nessuna chiesa
t'incatena:
Cristo sparpagliato
per tutta la terra,
Dio vestito di umanità:
Cristo sei nell'ultimo di tutti
come nel più vero tabernacolo:
Cristo dei pubblicani,
delle osterie dei postriboli,
il tuo nome è colui
che-fiorisce-sotto-il-sole.

Perdona le chiese, i preti
prima fra tutti:
dei filosofi
non cancellare il nome
dalla tua anagrafe.

Solo parole, o Papa:
parole, e di contro
la irreparabile morte
della Parola.

Le chiese, un frastuono
gli uomini sempre
più soli
e inutili.

E il cielo è vuoto:
Dio ancor più che morto
assente!

E i torturati
in grumi neri
inutilmente
urlano.

 

 

DA "CANTI ULTIMI"

 

NON SO QUANDO SPUNTERA' L'ALBA



Non so quando spunterà l'alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso
non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:
e potrò vederti in volto
senza arrossire.

Ti sento, Verbo, risuonare dalle punte dei rami
dagli aghi dei pini dall'assordante
silenzio della grande pineta
- cattedrale che più ami - appena
velata di nebbia come
da diffusa nube d'incenso il tempio.

Subito muore il rumore dei passi
come sordi rintocchi: segni di vita o di morte?
Non è tutto un vivere e insieme un morire?
Ciò che più conta non è questo,
non è questo:
conta solo che siamo eterni,
che dureremo, che sopravviveremo...
Non so come, non so dove, ma tutto perdurerà:
di vita in vita e ancora da morte a vita
come onde sulle balze di un fiume senza fine

Ieri all'ora nona mi dissero:
il Drago è certo, insediato nel centro
del ventre come un re sul trono.
E calmo risposi: bene! Mettiamo in orbita:
prendiamo finalmente la giusta misura
davanti alle cose
e con serenità facciamo l'elenco:
e l'elenco è veramente breve.

Appena udibile, nel silenzio,
il fruscio delle nostre passioncelle del quotidiano,
uguale a un crepitare di foglie
sull'erba disseccata

Morte necessaria come la vita,
morte come interstizio
tra le vocali e le consonanti del Verbo,
morte, impulso a sempre nuove forme.

 

 


PER IL MATTINO DI PASQUA

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade
zufolando, così,
fino a che gli altri dicano: è pazzo!
E mi fermerò soprattutto coi bambini
a giocare in periferia,
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri
e saluterò chiunque incontrerò per via
inchinandomi fino a terra.
E poi suonerò con le mie mani
le campane sulla torre
a più riprese
finché non sarò esausto.
E a chiunque venga
anche al ricco dirò:
siedi pure alla mia mensa,
(anche il ricco è un povero uomo).
E dirò a tutti:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è suo dono
eccetto il nostro peccato.
Ecco, gli darò un'icona
dove lui bambino guarda
agli occhi di sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada
è già primavera
ancora primavera
una cosa insperata
non meritata
una cosa che non ha parole;
e poi gli dirò d'indovinare
se sia una lacrima
o una perla di sole
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso.

Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più neppure alle mie lacrime,
e queste gioie sono tutte povere:
metterò un garofano rosso sul balcone
canterò una canzone
tutta per lui solo.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta sempre solo
da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: pace!
e poi cospargerò la terra
d'acqua benedetta in direzione
dei quattro punti dell'universo,
poi non lascerò mai morire
la lampada dell'altare
e ogni domenica mi vestirò di bianco.

ALBERO DALL'OMBRA LIEVE...

 

 

 

Albero ramato di voti e speranze come non altro,
pianta dell'uomo che sogna olio fluente,
olio da versare sopra le ferite, olio
che consácri sempre un messia: olivo,
non del tuo legno son fatte le croci!
Albero di Cristo: “Anche gli olivi piangevano
quella Notte, e le pietre erano più pallide
e immobili, l'aria tremava tra ramo
e ramo: e Lui, tutto un sudore di sangue
- la bocca senza voce - mentre abbracciava la terra”.
Ma gli stessi olivi lo vedranno salire in alto
e sparire nel sole: gli stessi olivi
dai quali i fanciulli avevan strappato i rami
per corrergli incontro: una selva di rami
e di voci a cantargli d'allora l'osanna e alleluia.
Olivo, albero essenziale, dall'ombra lieve come
una carezza; e pure ossuto, e nodoso, e carico
di ferite, uguale alla vita: immagine
di ciò che più amiamo! Sempre un tuo ramo
trovi la colomba in volo dopo i diluvi! E siano
i figli virgulti d'olivo intorno a ogni
mensa; e perfino la cenere fatta
di sue foglie d'argento plachi
le tempeste; come le stesse
del mercoledì delle ceneri mettano
in fuga anche la nostra morte.
E papa Giovanni, il padre del mondo, torni
col suo ramo d'olivo in mano

IN ATTESA

Amici, mi sento
un tino bollente
di mosto dopo
felice vendemmia:

in attesa del travaso.

Già potata è la vite
per nuova primavera.

IN MUTA ATTESA

Parole, e segni, e immagini,
ringhiere alle nostre solitudini:
maschere di depistaggio
dalla strada verso il nudo
Essere:
certo, neppure da nominarsi,
appena da invocare
in silenzio:
là tu permani
oltre lo stesso Dio:
e io di qua
in muta attesa…

DIO, PERFINO I BAMBINI

Dio, perfino i bambini!
Sempre e dovunque i bambini
sacrileghe vittime
dei nostri orgogli di adulti.
Ma forse tutti i soldati
sono bambini:
i soldati non sanno
non devono sapere,
è tolta loro la ragione.

 

 

DA "MIA APOCALISSE"

 


TEMPO VERRA'

Tempo verrà che non avrete un metro
di spazio per ciascuno:
lo spazio di un metro
che sia per voi. Tutti
vi dovrete rannicchiare:
nemmeno coricati!
Se pure non sarete
accatastati uno sull’altro.
Allora uno resterà soffocato
dal ribrezzo dell’altro.

Non avrà spazio
neppure il pensiero
e tutto sarà nel Panottico:

pupilla di un
Polifemo
fissa al centro del cielo:

non ci sarà un solo angolo,
un remoto angolo
per il più segreto
dei pensieri.

Il cuore sarà cavo
come il buco nero
in mezzo alle galassie.

La mente di tutti
una lavagna nera…

Un groviglio di fili
senza corrente
i sentimenti
a terra.

E NON HANNO

E non hanno neppure
la gioia di andare
come tu andavi (oh David)
imperioso alla conquista!
E non importava sapere di cosa,
bastava la fede
almeno nell’uomo!

Ora nessuno sa
in quale direzione andare,
e tutti cercano una maniglia
nel vuoto:
o appena si affacciano
alla linea gialla della strada
subito vengono
da forze misteriose.
ribattuti indietro.
e continuano a urlare
ma nessuno sa cosa.

Tutti dentro una luce sempre uguale,
al neon:
e sola
continuerà a brillare,
appena sorridente
la gigantografia
in fosforescenza
del GRANDE FRATELLO
onnivedente,
COME STA SCRITTO!

E anche in piccole foto,
o di varia grandezza,
ma sempre uguali, a miriadi
a ogni pulsante appese:
appese agli stipiti e agli archi delle vie,
appese, le più grandi ai frontali dei palazzi
e negli stadi
e dai rosoni delle chiese,
COME STA SCRITTO:
anche le chiese
saranno allora
la STESSA COSA.

Né alcuno che possa dire
che nome porta o chi sia!
E tutti nel feroce
invincibile sospetto
l’uno dell’altro

 

DAVID, E' SCADUTO IL TEMPO

 

David, è scaduto il tempo d’imbarco!
Ora il tuo posto
è la lista d’attesa.
Grazia rara è
se ancora qualcuno conservi
(con molte incertezze) memoria
del tuo nome, almeno
il sospetto
che tu sia esistito.

Premono formicai di anonimi
alle stazioni della metropolitana.
Moltitudini che urlano
invocando di salire,
a grappoli.

Tutti sconosciuti l’uno all’altro
ignoto il proprio volto
perfino a te stesso,
e il volto del proprio padre:

anche lui sbarcato
a forza dal predellino dell’ultimo tram
nella notte.

VA SCOMPARENDO

Va scomparendo perfino
l’intelligenza dei fanciulli,
e gli adulti non hanno più memoria:

anche la lingua va morendo,
né ci sarà la Neolingua a salvarci:
ci saranno solo dei segni
e dei grugniti…

se appena qualcuno mostrerà
di comprendere, si dirà:
“è intelligente”!

E continueremo
ad ingannarci:
illusi di aver capito.

Anima mia, non pensare male di Lui:
gli è impossibile fare altro.

E vedrai il Male non vincerà.

 

 

 

DA "O SENSI MIEI"

 


IN MEMORIA DEL VESCOVO ROMERO

"In nome di Dio vi prego, vi scongiuro,
vi ordino: non uccidete!
Soldati, gettate le armi..."

Chi ti ricorda ancora,
fratello Romero?
Ucciso infinite volte
dal loro piombo e dal nostro silenzio.

Ucciso per tutti gli uccisi;
neppure uomo,
sacerdozio che tutte le vittime
riassumi e consacri.

Ucciso perché fatto popolo:
ucciso perché facevi
"cascare le braccia
ai poveri armati",
più poveri degli stessi uccisi:
per questo ancora e sempre ucciso.

Romero, tu sarai sempre ucciso,
e mai ci sarà un Etiope
che supplichi qualcuno
ad avere pietà.

Non ci sarà un potente, mai,
che abbia pietà
di queste turbe, Signore?
nessuno che non venga ucciso?

Sarà sempre così, Signore?

VOGLIAMO ANCORA PROFETI

Vogliamo ancora profeti
a rompere le nuove catene
in questo infinito Egitto del mondo:

oceano di gemiti e pianto di schiavi
sotto imperiosi terrori.

Ferocie dei nuovi faraoni, pur essi
ancora più schiavi e macabri
dentro bare di acciaio.

Dio di Elia
Dio di Giona e di Natan...
e di Oscar Romero!

Dio di Cristo
mandato sempre a morire

 

 

DALLA MORTE ALLA VITA


Cristo Gesù, possa la tua morte
essere la mia vita
e nel tuo morire
possa io imparare a vivere.
Possa la tua lotta
essere il mio riposo,
la tua debolezza umana
il mio coraggio,
la tua mortificazione il mio onore,
la tua passione la mia delizia,
la tua tristezza la mia gioia,
nella tua umiliazione
possa io essere esaltato.
In una parola,
possa io trovare
tutte le mie benedizioni
nelle tue sofferenze. Amen.


(Blessed Peter Faber SJ)

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