Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare.

Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno 2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel 2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069 intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

 

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel 388-6938.777.
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

 

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AGGIORNAMENTI

 

PADOVA, 1-16 giugno 2013 - "MOSTRA COLLEZIONISMO ANTONIANO"

Sabato 1° giugno alle ore 9,00, a Padova, Sala dello Studio Teologico della Basilica del Santo,  verrà inaugurata l'interessante "MOSTRA COLLEZIONISMO ANTONIANO".

Infatti,
il Circolo Filatelico Numismatico di Camposampiero (PD), del quale è segretario il nostro socio Oscar Tessarolo,  ha organizzato una esposizione di sapore antoniano e nel periodo Antoniano più sentito dai fedeli, cioè quello della "Tredicina" dedicata a Sant'Antonio presso la sua casa e dimora.
La mostra abbraccia vari aspetti: filatelia, numismatica, medaglistica ed immaginette sacre (dal 1600 al 1900).
 Orario di apertura: 9.00-19.00.

Renzo Manfè
Vice Presidente A.I.C.I.S.

 

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SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 2- 2013
MARZO - APRILE 2013

 

Santino in copertina: “CONSUMATUM EST"
(Collezione di Giancarlo Gualtieri)



Canivet: intaglio su pergamena prima metà secolo XVIII. Produzione tedesca. Su un fondo a reticella e a motivi vegetali, si trova la miniatura centrale con Gesù in croce e la scritta "Consumatum est". Il motivo dello sfondo è interrotto solo da leggeri rami terminanti con una rosa posta alla sommità. Quattro conchiglie completano la decorazione. La cornice esterna è caratterizzata da linee curve di colore dorato”.

 

VITA ASSOCIATIVA

 

31 MARZO 2013 - SANTA PASQUA DI RISURREZIONE: AUGURI VIVISSIMI


“L’Agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori con il Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della Vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”.

Il Presidente Giancarlo Gualtieri e tutto il Consiglio Direttivo, con la gioia di Maria di Magdala all’alba del mattino di Pasqua, annunciano che Cristo è veramente risorto e per noi tutti ha vinto la morte per sempre!
Sia questa la certezza che riempie i nostri cuori di gioia traboccante e incontenibile. Auguri a tutti gli associati di serene e gioiose festività pasquali.

 

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CALENDARIO RIUNIONI MENSILI AICIS A ROMA NEL 2013 CON ORARIO 15.30-17.00

 


Ecco le date approvate dal Consiglio Direttivo per gli incontri sociali del 2012, in una delle sale della Parrocchia di Santa Maria in Portico a Piazza Campitelli, nel primo martedì del mese:
8 gennaio, 5 febbraio, 5 marzo, 2 aprile, 7 maggio, 4 giugno, 2 luglio, (agosto = chiusura), 3 settembre, 1 ottobre, 5 novembre e 3 dicembre.

 

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IL CALENDARIETTO 2013 IN PVC DEL XXX ANN.RIO AICIS, OFFERTO DAL SOCIO PAOLO EMILIO CAMAIORA

 

 

Il socio Paolo Emilio Camaiora, titolare della SATEC Srl anche quest’anno ha offerto a tutti gli associati il calendarietto da portafoglio in pvc che riporta sul lato frontale la riproduzione della Tessera 2013 per il XXX annIversario di fondazione della nostrta associazione.
Un sentito ringraziamento.


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CONSEGNATA ALL’ARCHIVIO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
L’ANNATA 2012 DI SANTINI E SANTITÀ

 


Nello scorso mese di febbraio il proboviro Antonino Cottone, a nome dell’AICIS, ha consegnato “brevi manu”, all’Archivio della Congregazione per le Cause dei Santi l’Annata 2012 della nostra Rivista “Santini e Santità” per gli Atti della stessa. Siamo veramente lieti che la nostra pubblicazione bimestrale, che riporta sempre i Nuovi Decreti della citata Congregazione con una foto e brevi cenni della vita dei nuovi modelli di santità, sia presente negli Archivi della Congregazione vaticana.

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INVITO AL RINNOVO DELLA QUOTA SOCIALE 2013

 

Diversi associati tesserati nel 2012 non hanno ancora rinnovato la quota di euro 35.00 relativa al corrente anno. Mentre anche a costoro trasmettiamo sia il presente numero della Rivista, che le 15 immaginette di pagina 2 e la foto di Benedetto XVI citata qui appresso ed a pagina 16, facciamo presente che a norma del nostro Statuto la qualifica di socio decade con il 31 dicembre dell’anno relativo all’ultimo pagamento.
Invitiamo, pertanto, quanti non avessero ancora versato la quota 2013 a provvedere al più presto. Grazie.

 

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27 FEBBRAIO 2013: DELEGAZIONE AICIS
PRESENTE ALL’ULTIMA UDIENZA PUBBLICA DI BENEDETTO XVI

 

 

Il Santo Padre Benedetto XVI, alle ore 10.00 del 27.2.2013, ha tenuto in una Piazza San Pietro l’ultima udienza pubblica alla presenza di circa 200.000 fedeli provenienti da tutto il mondo.
L’AICIS era presente con una rappresentanza: Renzo Manfè per il Consiglio Direttivo, Giuliana Faraglia per i Revisori dei conti, Antonino Cottone di Misilmeri (PA) per i Probiviri e Don Paolo Mazzoleni di Colli a Volturno (IS) per tutti gli associati.
Tra le foto scattate al Santo Padre benedicente da parte di Antonino Cottone ne è stata scelta una particolarmente significativa che il Consiglio Direttivo allega al presente numero della Rivista come dono per tutti gli associati.

 

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28 FEBBRAIO 2013: È DECEDUTO IL SOCIO GIOVANNI COSTANZO, SEGRETARIO AICIS DAL 1992 AL 1994

Il 28 febbraio è venuto a mancare il prof. Giovanni Costanzo di Roma. Costanzo, eletto al Consiglio Direttivo AICIS nel 1992, ha svolto l’incarico di Segretario dal 4 febbraio 1992 fino al termine del 1994, quindi, sempre come Direttivo, è stato coordinatore per gli scambi dei soci fino al termine del 1997.
Assiduo nel partecipare alla vita associativa attraverso suggerimenti utili e preziosi, a mostre, e altre iniziative, porgiamo a a Giovanni Costanzo il nostro ringraziamento che traduciamo concretamente in preghiera (continua)

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CONFERENZA DEL DR. SANDRO ERCOLE DI ROMA NELLA PROSSIMA RIUNIONE SOCIALE DEL 5.3.2013

 

Il 5 marzo p.v., nel corso della riunione mensile AICIS, il dr. Sandro Ercole di Roma terrà una conferenza sul tema “Religiosità e Santità in Terra d’Abruzzo”.


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ICONOGRAFIA, SEGNI DI PROTEZIONE CELESTE


LA VISIONE DI COSTANTINO


di Elisabetta GULLI GRIGIONI


Nel numero di gennaio 2013 della rivista «Arte», alcune pagine sono occupate da un articolo di Sergio Risaliti, Massi di luce. La croce e il labirinto, dedicato a una monumentale installazione di Mimmo Paladino, collocata davanti alla Chiesa di Santa Croce a Firenze, concepita appositamente per la piazza (dieci giorni di permanenza, circa duecentomila visitatori). Si tratta di una gigantesca croce latina, commissionata da Fondazione Florens, ottenuta accostando tra loro circa sessanta blocchi di marmo di varie dimensioni (alcuni squadrati, altri informi, già naturalmente di differenti colori, «scelti con triplice intento: plastico, figurativo, architettonico»), mantenendoli in asse con l’altare maggiore collocato all’interno della basilica.

L’artista, che i ravennati conoscono grazie a un’importante mostra allestita a cura di Claudio Spadoni alla Loggetta Lombardesca e a Santa Maria delle Croci (Mimmo Paladino in scena, 20 marzo-7 luglio 2005), oltre a dispiegare una complessa simbologia allusiva a figure archetipiche desunte dalla filosofia antica, dall’universo allegorico medievale, dalla ritualità sacrificale cristiana, ha tenuto conto di molti elementi ambientali, per esempio della presenza, sul lato destro della chiesa di una statua marmorea raffigurante Dante Alighieri, ponendo sulla croce, «in contrappunto», una stele antropomorfa.
La croce monumentale, esaltata da una copertura della piazza in cui è collocata realizzata, per un’estensione di circa quattromila metri quadrati, con lucenti ciottoli bianchi è opera di grande importanza anche perché chiedendo alla popolazione in visita di interagire lasciando un segno del proprio passaggio (profilo di una mano, un nome, una data) l’artista la immette in un emozionante vissuto spirituale, partecipe, quale testimonianza, di un attualissimo dibattito sul rapporto tra arte contemporanea e sacro.
Sembra, l’evento d’arte fiorentino, introduzione impegnativa alla spiritualità dell’anno 2013 che sarà percorso dalla figura della croce: in quanto essa sia simbolo principe della Fede cui Benedetto XVI ha dedicato un periodo speciale, e in quanto simbolo fondamentale nella vicenda costantiniana che con l’editto di Milano del 313, in quest’anno commemorato, ha dato una svolta alla condizione di persecuzione dei cristiani della Chiesa primitiva.
Non è il caso di soffermarsi qui sulla complessa situazione storica dell’Editto che Franco Cardini definisce« una specie di“oggetto misterioso” della storia del IV secolo e del cristianesimo» (QN 16 ottobre 2012). (Continua...)

 

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S. PANTALEONE - Heiliger PANTALEON

 

di Giancarlo GUALTIERI

 

Il tredicesimo e penultimo, in ordine alfabetico, dei “Quattordici Santi Ausiliatori”, è S. Pantaleone Medico e martire del III secolo. (Figg.1 e 2).
Esercitò la sua professione di medico tra le persone povere senza chiedere in cambio alcun compenso per questo gli fu attribuito l’epiteto di anargiro, (letteralmente dal greco senza argento) ma fu anche il medico di corte dell’imperatore di Costantinopoli Galerio. Questi appena saputo della sua adesione al cristianesimo lo fece prima imprigionare, poi sottoporre ad orrende torture ed infine condannare a morte. Vani furono i tentativi da parte dei carnefici di procuragli la morte nei modi più crudeli, Pantaleone ne uscì sempre indenne, anzi pregò Dio di perdonarli, motivo per il quale egli ricevette pure il nome di Panteleemon, che in lingua greca significa appunto colui ha compassione di tutti.
Il 27 luglio del 305 gli furono inchiodate le braccia sul cranio (Fig.3), e si lasciò mozzare la testa dal boia.

Emblema: Palma del martirio Etimologia: in greco Pantaleémon, in latino Pantaleo, significa interamente
leone, forte in tutto.

Ausilio:, viene invocato contro le infermità di consunzione (progressivo deperimento fisico dovuto a grave malattia)

Attributi: In numerose raffigurazioni Pantaleone è presentato con riferimenti ed attributi specifici della sua attività di medico: un vaso d´unguenti, un mortaio, una scatola di medicine; talvolta è invece rappresentato con le mani inchiodate sopra la testa, da cui anche la protezione da lui stesso accordata ai sofferenti di emicrania

Patronato: patrono dei medici e delle ostetriche.

La leggenda della vita: scarse sono le notizie storiche della vita e quelle del suo martirio che ci sono giunte con le Passio, di seguito riporto quella tratta dal“Compendio delle Vite de’ Santi e relative immagini per tutti i giorni dell’anno” edito dai Fratelli Banzo
- Roma 1844. «S. Pantaleone di professione medico nacque in Nicomedia di padre pagano, e di madre cristiana. Istruito da Ermolao Sacerdote di santa vita nella fede di Gesù Cristo imparò da quello che molto meglio con la sola invocazione del nome di Gesù, che la medina d’Esculapio ed Ippocrate avrebbe guarito ogni sorte di male.
Volle egli far l’esperienza di ciò; onde incontratosi in un fanciullo ucciso da una vipera, con la invocazione
del SS. Nome di Gesù rese la vita al fanciullo, e diede la morte alla vipera. Commosso da quel miracolo corre a ritrovare il suo Catechista, e gli domanda il battesimo. Acceso di vivo zelo per la salute delle anime, assicurò per la prima quella del suo genitore.
Inspirato da Dio fece sotto gli occhi paterni apparire la omnipotenza del Dio de’ Cristiani donando a un cieco la vista (continua)

 

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CENTENARIO DELLA MORTE DEL BEATO SPINELLI


14 APRILE 1853 - 6 FEBBRAIO 1913
La vita del beato Spinelli tra intuizioni divine e calvari umani

Francesco Spinelli, di origine bergamasca, nasce a Milano il 14 Aprile 1853. A soli 22 anni è ordinato sacerdote dal Vescovo di Bergamo.
Lo stesso anno, pellegrino a Roma, in S. Maria Maggiore contemplando il mistero dell’Incarnazione davanti alle reliquie della culla di Betlemme, è raggiunto da una luce interiore: dare vita a una comunità di giovani donne che consacrino la propria vita al Signore presente nell’Eucaristia, pregando giorno e notte per ricevere l’amore con cui servire i fratelli più poveri, «rifiutati» da tutti e bisognosi di cure e istruzione. «Mi sono inginocchiato, piansi, pregai, e sognai uno stuolo di vergini che avrebbero adorato Gesù in Sacramento».
Per don Spinelli l’incarnazione storica di Gesù continua con l’incarnazione quotidiana nell’Eucaristia, quale presenza d’amore per tutti, da adorare e servire nei poveri.
Il 15 dicembre 1882, a Bergamo, il sogno diventa realtà: don Francesco inizia con le prime tre suore la nuova famiglia religiosa delle Suore Adoratrici del SS: Sacramento, attingendo dall’Eucaristia l’amore per
servire i fratelli.
La sua opera si dedica soprattutto alle ragazze povere che dalle valli bergamasche giungono in città e a loro offre casa, lavoro e una educazione.
Le opere di Dio, però, hanno sempre il sigillo della croce, della sofferenza. Il 4 marzo 1889, a causa un dissesto finanziario in cui involontariamente fu coinvolto, don Spinelli venne licenziato dalla diocesi di Bergamo e accolto nel clero di Cremona dal vescovo Geremia Bonomelli.
È il Calvario più doloroso. Queste le parole pronunciate mentre usciva da casa: «Non porto con me un centesimo; sono fallito, ma non ho tradito, piuttosto altri hanno tradito la mia buona fede. Perdono di cuore. Pregate, state unite e l’Istituto continuerà».
Don Francesco si presenta nella casa filiale di Rivolta d’Adda: invita le suore a stare unite e chiede loro se sono disposte ad affrontare fatiche e disagi pur di dare continuità all’Istituto. Unanime è la risposta. Nel quotidiano si moltiplicano sacrifici e gioie: davanti all’Eucaristia il fondatore e le sue suore trovano unità, forza e conforto e pace. L’Istituto intanto cresce e case filiali si aprono in tutta la Lombardia e nel nord Italia. Le suore si dedicano ai più poveri, specialmente nelle parrocchie, accanto ai bambini, ai malati a domicilio e accogliendo disabili gravi, «quelli che nessuno vuole», specifica il Padre. Don Francesco, pur con la salute compromessa da crescenti sofferenze fisiche, (continua)

 

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UN SIGNIFICATIVO E GRADITO DONO ALL'A.I.C.I.S. DI PADRE DAVIDE CARBONARO, O.M.D.

Il nostro Assistente Ecclesiastico Padre Davide Carbonaro, O.M.D., nella riunione AICIS di dicembre 2012, intervenendo per una preghiera e per gli auguri a tutti gli associati di gioioso Santo Natale e sereno nuovo anno, ha fatto dono all’Associazione di un foglio del 1600 contenente 32 riquadri relativi a santi del mese di luglio, senza immagine, ma con una “massima” di buona vita e con le indicazioni sia di un piccolo sacrificio da compiere che di una intenzione di preghiera. Tale foglio proveniente da una raccolta con i mesi dell’anno è stato fatto stampare da San Giovanni Leonardi. (continua)

1° GENNAIO: AFFIDAMENTO AL SANTO PROTETTORE PER TUTTO IL 2013
di Padre Davide CARBONARO O.M.D.

 

È antico il culto dei Santi e la Chiesa ne ha sempre affermato il valore e la ricchezza perché, guardando a questi modelli di vita evangelica, potesse il volto del discepolo di Gesù risplendere con più efficacia lungo il pellegrinaggio terreno.
Ora, nella tradizione dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondati a Lucca da San Giovanni Leonardi (1541-1609), fra i ricordi cari che segnarono le consuetudini devote dei primi fratelli di comunità, si conserva un gesto che i Chierici hanno da sempre condiviso con il popolo di Dio.
Si tratta dell’affidamento al “Santo protettore” con la consegna del santino nel primo giorno dell’anno.
Non è una novità questo gesto; probabilmente il Leonardi lo mutuò dal vissuto spirituale dei Padri Domenicani e soprattutto dalla prassi e dagli esercizi di pietà dell’associazione laicale dei Colombini che s’ispiravano al movimento spirituale di Girolamo Savonarola (1452- 1498).
Ma ascoltiamo la testimonianza di alcuni biografi del Leonardi per poter contestualizzare questo gesto di pietà privata e popolare.
Il P. Giuseppe Bonafede (1605) (foto a destra) nella prima biografia del Santo conservata ancora manoscritta nel nostro Archivio di Campitelli, parlando dell’orazione e della contemplazione che il Leonardi con la testimonianza della sua vita santa e timorata consegnava ai suoi discepoli, così riporta come da memoria di testimoni l’uso del nostro esercizio di pietà: “Esso (P. Giovanni) fu che introdusse in Lucca o per dire meglio rinnovò quell’usanza antica nella Santa Chiesa, di assegnare nel principio dell’anno a ciascheduno dei fedeli un Santo per particolare Avvocato e Protettore nel modo che oggi ad ognuno è noto”. (G.Bonafede, Vita del Venerabile Padre Giovanni Leonardi, pag. 1082).
Si tratta quindi di un’usanza antica nella Chiesa che il Santo restaurò con particolare zelo, sentendo necessari in quel tempo di radicale riforma dei costumi, l’intercessione e l’imitazione dei Santi.
Ancora il P. Ludovico Marracci (1612-1700), fratello di Ippolito lo scrittore dell’Immacolata, nella prima biografia edita del Leonardi riferisce: “Si segnalò poi sempre nella veneratione de’ Santi, et egli fu, che introdusse in Lucca l’uso d’assegnare a ciascheduno de’ fedeli nel primo giorno dell’anno un Santo per particolare Avvocato; et a quelli della sua Congregatione volle di più, che se n’assegnasse un altro nel principio di ciaschedun Mese, facendone ordine particolare nelle Regole communi con obligare ognuno a confessarsi e comunicarsi, et a chiedere qualche mortificatione al superiore in refettorio nel tempo della mensa in quel giorno che ne correva la festa: il che pur anco alla giornata si osserva” (L. Marracci, Vita del Venerabil P.Giovanni Leonardi lucchese, Roma, presso il Varese 1623, pag. 363). (continua)


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Madonna di Lourdes: la statua di tutti


LA MADONNA DI LOURDES “LA STATUA DI TUTTI”
OFFERTA DAI FEDELI ALL’OFTAL DI ALESSANDRIA


di Roberto DE SANTIS

 

Era l’ottobre del 2010 quando, rientrando da un Pellegrinaggio al Santuario di Lourdes, un gruppo di dame e barellieri della Diocesi di Alessandria inizia a parlare di una processione aux flambeaux in Diocesi, come avviene a Lourdes tutte le sere.
Questa l’idea da cui è nata, giorno dopo giorno, la bella iniziativa che l’OFTAL (Opera Federativa Trasporti Ammalati a Lourdes) propone ormai da due anni in occasione dell’anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette.
Maria, come a Lourdes, apre la processione... seguendo Lei e insieme a Lei i fedeli si mettono in cammino verso Gesù. Certamente tutti seguono un simulacro con la consapevolezza che l’onore è rivolto a Colei che in essa vi è rappresentata.
Amichevolmente viene chiamata la “Statua di tutti”: è la statua donata all’OFTAL e per l’intera Diocesi di Alessandria.
È infatti grazie al contributo, piccolo o grande non importa, di tantissime persone che hanno creduto in questo progetto, che è tra noi questa bella effigie della Madonna di Lourdes.
La statua, interamente scolpita a mano in legno di tiglio presso lo storico laboratorio artigianale Stuflesser di Ortisei ad inizio 2012, riproduce fedelmente l’Incoronata del Cabuchet di Lourdes, ossia la statua che secondo Bernadette, assomigliava maggiormente ad Aquero, così come le era apparsa.
Ed è anche la copia della statua in gesso, riproduzione dell’originale, che viene portata in processione tutte le sere (continua)

 

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MOSTRE DI SANTINI

 

ROMA, 9-16 Marzo 2013
Mostra di immaginette devozionali “SAN GIUSEPPE”


Nell’ambito delle iniziative del Giubileo del Primo centenario della Pia Unione del Transito di San Giuseppe che si è aperto a Roma il 17 gennaio u.s., dal 9 al 16 marzo p.v., nella Chiesa del Transito di San Giuseppe nel quartiere Trionfale in Roma, sarà allestita una esposizione sul tema “San Giuseppe”. Questa mostra è stata montata negli anni ‘90 dal nostro Presidente e fondatore dell’AICIS, il comm.Gennaro Angiolino con le immaginette sacre di proprietà della Pia Unione.

Perché e come è nata tale Pia Unione?
Don Guanella, sapendo che nel mondo ogni giorno muoiono centinaia di migliaia di persone, e conoscendo la potenza della preghiera che ottiene tutto dal Cuore di Dio, pensò di organizzare come una grande santa Crociata di preghiere (continua)

I soci che desiderano maggiori informazioni possono accedere al sito: http://www.piaunionedeltransito.org/.

 

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LICATA (AG), 15-24 Marzo 2013
Mostra di immaginette devozionali “IMAGO PASSIONIS - II Edizione”


Il 15 marzo prossimo a Licata (Agrigento), con il Patrocinio dell’AICIS, verrà inaugurata la seconda edizione della mostra: “IMAGO PASSIONIS”. La mostra, che è infatti alla sua seconda edizione, dopo il grande successo dello scorso anno, rappresenta un ideale percorso attraverso i riti e le tradizioni della Settimana Santa così come viene vissuta a Licata, attraverso foto d’epoca e, soprattutto circa 600 santini d’epoca e moderna, che , in parallelo alle foto, accompagnano il visitatore attraverso i vari momenti della Settimana Santa.
La mostraè organizzata dai soci Aicis Giovanni Armenio e Giuseppe Ballacchino che si occuperanno dell’esposizione dei santini, e da Pierangelo Tomoneri, della Pro-Loco di Licata, che si occuperà dell’esposizione delle foto, con il patrocinio del Comune di LIcata e della Pro-Loco di Licata e del Gruppo Culturale Chiesa Madre di Licata.
Il percorso iconografico, allestito all’interno dello splendido Chiostro di San Francesco, partirà dalla Lavanda dei Piedi, Ultima Cena, Getsemani, Flagellazione, Ecce Homo, la via del Calvario, Veronica, Crocifissione, Deposizione, Sindone, Resurrezione. (continua)

 

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BEATIFICAZIONI NELLA CHIESA NEL MESE DI APRILE 2013

1) -7 APRILE 2013 A Cordova in Spagna: BEATIFICAZIONE di CRISTOFORO di SANTA CATERINA (al secolo, CRISTOFORO FERNANDEZ VALLADOLID). Sacerdote, Fondatore della Compagnia Ospedaliera di Gesù Nazareno a Còrdoba (+1690).
Rappresentante del Santo Padre alla cerimonia: S.Em.Angelo Card.Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

2)-13 aprile 2013 a Venezia: BEATIFICAZIONE di LUCA PASSI, Sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea (+1866).
Rappresentante del Santo Padre alla cerimonia: S.Em.Angelo Card.Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

3)-21 aprile 2013 a Sondrio: BEATIFICAZIONE di NICOLA RUSCA, Sacerdote diocesano e Arciprete di Sondrio (+1618), Martire.
Rappresentante del Santo Padre alla cerimonia: S.Em.Angelo Card.Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Antonino Cottone

 

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Miracoli e apparizioni mariane nei santini
La celebrazione di miracoli e apparizioni mariane nei santini

La perfetta alchimìa tra fonti orali e iconografia si trasforma in storia al servizio dei più poveri e degli analfabeti

di Paola GALANZI

 

La storia, ed in particolar modo l’archeologia, nell’attenta indagine e nella rigorosa ricostruzione, a ritroso nel tempo, delle fitte trame del passato e delle sue tracce, attingono i dati da molteplici fonti: dalla letteratura alla numismatica a una miriade eterogenea di fonti materiali e, laddove queste risultassero essere carenti e limitate o, peggio ancora, inesistenti, si affidano alla tradizione orale, la più antica ed assai efficace forma di comunicazione di massa che sin dai tempi più remoti permise la rapida e massiva diffusione di eventi degni di memoria collettiva.
L’affascinante iter divulgativo di episodi o fatti salienti di cui le comunità, e comunque il numero maggiore di persone, dovevano essere informate, iniziò oltre due millenni fà con gli ex voto, originariamente scene tragiche per lo più di naufragi o di spaventosi incendi, approssimativamente raffigurate su tavolette lignee, che i miracolati indossavano per scampato pericolo appesi al collo, con duplice funzione: da un lato quella prettamente religiosa di ringraziamento - il voto, appunto - alle divinità benigne provvidenzialmente intervenute e dall’altro quella a carattere marcatamente sociale, atta a catalizzare la pubblica pìetas per la grave disgrazia subita e, inevitabilmente, a suscitare negli astanti la compassione e la solidarietà.


IMMAGINE DELL’EX VOTO

EX VOTO: Tavoletta votiva lignea offerta alla Madonna detta della Salvezza per ringraziamento per lo scampato pericolo in un naufragio - Chiesa della Madonna omonima di Vigo di Cadore (Belluno) - Anno 1795 Gli attori in tali circostanze furono principalmente mercanti, profondi conoscitori di rotte e dei venti, cui il fato avverso aveva fatto perdere ogni bene posseduto e fonte unica di sussistenza, risparmiati tuttavia nel bene supremo da Dei compassionevoli e generosi che pubblicamente, tramite appunto l’ostensione dell’ex voto, venivano così ringraziati e solennizzati.
Successori ed eredi indiscussi degli ex voto suddetti, i santini, con specifico riferimento a quelli commemorativi di apparizioni della Beata Vergine Maria e di eventi prodigiosi ad Ella direttamente collegati, divennero così, sin dalle prime xilografie stampate su carta del secolo XIV, il più immediato e potente mezzo di catechesi per immagini adottato dalla Chiesa a servizio dei più poveri, totalmente analfabeti.

L’immagine devozionale in xilografia stampata su carta e colorata a mano più antica conosciuta nel nostro Paese - e una tra le più antiche in assoluto in tutta Europa - risale al periodo tra la fine del secolo XIV ed i primi inizi del successivo e celebra la Madonna del Fuoco, indulgente Protettrice di Forlì, miracolosamente scampata nell’anno 1425 ad un rogo di straordinarie proporzioni e sin da allora custodita ed esposta alla devozione popolare nel duomo della città.
Similmente, l’evento prodigioso tramandato a distanza di circa tre secoli dal Santino cromolitografico protagonista dell’odierno articolo, riporta le lancette del tempo indietro all’anno 1573, in un allora piccolo e insalubre centro del Granducato di Toscana nei pressi di Pistoia: Monsummano.
Dal carattere aspro e ingeneroso a causa delle malsane paludi da sempre caratterizzanti il territorio, grazie ad una grandiosa opera di risanamento promossa a seguito della miracolosa apparizione dalla munifica signoria medicea, Monsummano - oggi nota come Monsummano Terme - poté disporre infine di porzioni di terre bonificate destinate al pascolo di greggi ed armenti.
Fu così che i suoi abitanti, fondamentalmente poveri pastori e contadini senza alcuna istruzione, iniziarono la transumanza delle greggi, scendendo dal castello - il piccolo, originario nucleo abitativo della città alta - a valle. Tra essi, che dal pascolo traevano modesto ed unico sostentamento, vi era la pastorella Jacopina Mariotti, pia fanciulla dal carattere mite e riservato. Si tramanda come in un caldo pomeriggio del 9 di giugno dell’anno suddetto, concedendosi una breve pausa dal faticoso lavoro, ella dedica le sue preghiere alla Santa Vergine dipinta a fresco entro una piccola edicola votiva posta lungo la strada. A preghiera conclusa Jacopina si accorge però di aver smarrito il suo piccolo gregge e, piangente, si rivolge di nuovo alla Madonna invocandone accoratamente l’aiuto per ritrovarlo.
Il suo pianto pare avesse commosso la Madonna che, secondo una documentata tradizione, le indica dove ritrovarlo. Inoltre le ordina di recarsi dal Rettore della chiesa del castello per suggerirgli, a nome suo, di costruire una chiesa nel luogo della sua manifestazione.
Dopo questi fatti ha inizio il primo movimento devozionale popolare per la Madonna del Piano, che andrà man mano sempre più crescendo.
A distanza di due mesi appena dalla prima manifestazione, le autorità locali, interpretando la volontà popolare, decidono di costruire un Tabernacolo alla Madonna del Piano e destinano a tale scopo le numerose offerte dei pellegrini che da tutta la Valdinievole si riversano sul luogo della manifestazione.
Un’altra manifestazione della Madonna del Piano, e questa volta più decisiva e determinante per l’erezione del Santuario e del Movimento Mariano che ne derivano, e che si estenderà a tutta la Toscana, specialmente nel Fiorentino e in parte nel nord Italia, avvenne il 10 Giugno 1602 ed è testimoniata dal Rettore di Monsummano Alto Simone Casciani.

Inoltre il 7 Luglio dello stesso anno, durante la celebrazione della Messa sgorga improvvisa, dopo una lunga siccità, una fonte nova, evento attribuito dal popolo all’intercessione della Madonna del Piano a lungo da tutti invocata. Da quel giorno la Madona del Piano verrà chiamata: Madonna della Fontenova.
L’esplosione devozionale mariana, già notevole dopo i fatti del 9 Giugno 1573, diventa incontenibile dopo i fatti del 7 Luglio 1602, tanto da richiedere un intervento del Granduca di Toscana, Ferdinando I de’ Medici.
Per intervento del medesimo viene ordinato che si appaltino i lavori dell’erigendo Santuario Mariano, la cui prima pietra (continua)


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PADRE MICHELE GIULIANO: 10° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO

 

Padre Michele M. Giuliano, uno dei soci AICIS tra i più attivi nel far stampare e donare a tutti gli associati immaginette sacre (ad esempio tra i 15 santini presenti in questo numero della rivista ben 5 sono suoi) ha celebrato il 22.2.2013 il X annIversariorio della sua ordinazione sacerdotale.
Padre Michele è stato ordinato sacerdote il 23.2.2003 a Napoli.
Ha celebrato la Prima S.Messa solenne a Sparanise (Caserta), suo paese natale, il 19 marzo 2003, festa di San Giuseppe, con la presenza dell’allora vescovo di Teano-Calvi, Mons.Francesco Tommasiello, che per l’occasione ha tenuto l’omelia.
Lo scorso 25 febbraio insieme a 150 pellegrini circa dell’attuale comunità di Afragola si è recato nel Santuario della B.V. del S.Rosario di Pompei per ringraziare la Santa Vergine Maria dei dieci anni di ordinazione sacerdotale. Dopo la celebrazione eucaristica ha donato al Santuario la Casula indossata il giorno dell’ordinazione sacerdotale, consegnandola nelle mani di Mons.Tommaso Caputo, vescovo di Pompei.
Il santino-ricordo, riprodotto qui a fianco, dono di P.Michele ai soci, è allegato alla presente rivista. (continua)

Renzo Manfè

 

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LA VITA È BELLA SOLO SE LA SI DONA …

 

di Frà Michele M. GIULIANO, O.F.M.

Il 22 Febbraio u.s., nella nostra Basilica Pontificia di S. Antonio, ho ricordato i dieci anni della mia Ordinazione Sacerdotale avvenuta nella Basilica di S. Chiara in Napoli il 23 Febbraio 2003 per la preghiera consacratoria e l’imposizione delle mani di Mons. Mario Milano, allora Vescovo di Aversa.
Era presente il Ministro Provinciale che ha tenuto l’omelia, fra Agostino e diversi confratelli. Al termine della Celebrazione è stata letta una lettera della Segreteria di Stato, con la quale si comunicava la benedizione del S. Padre per quanti avrebbero partecipato alla Celebrazione e un messaggio del nostro Ministro Generale.
Fra Pio ha mostrato ancora una volta le sue qualità curando l’allestimento del Chiostro dove sono convenuti, nonostante l’inclemenza del tempo, i miei familiari, amici e i membri della nostra comunità parrocchiale per il taglio della torta.
Ancora sento nel cuore il bisogno autentico di ringraziare Dio per il grande Dono concessomi.
Il Beato Giovanni Paolo II nel suo libro“Dono e mistero” stampato per ricordare il 50° Anniversario del suo Sacerdozio scrisse: “Il Sacerdozio è mistero indicibile della Divina Misericordia”.
Davvero posso affermare di aver sperimentato questo fin d’ora. Giorno dopo giorno, alzando il Calice della Salvezza, ho avvertito sempre di più di trovarmi di fronte ad un mistero più grande di me, accorciando quella distanza che esiste tra la terra e il cielo.
E questo esclusivamente perché mi sono sentito Amato e ho lasciato che Lui riempisse le mie giornate con la sua presenza. Il Serafico Padre nostro Francesco, stando al racconto delle Fonti, riempieva le sue labbra di dolcezza grande ogni qualvolta nominava il Santissimo nome di Gesù.
Da qui l’identità del Sacerdote “Alter Cristus” e quindi il mio ringraziamento sincero per quanto la sua paterna bontà ha operato. Un’espressione che mi è particolarmente cara in questo periodo è la seguente: “La Vita è bella, solo se la si dona”.
È del Beato Clemente Vismara (1897-1988), Missionario del PIME in Birmania. Ogni giorno, è un dono sempre nuovo da parte di Dio. Noi, siamo chiamati a viverlo in pienezza. Se mi venisse chiesto: “sei felice?”, senza esitazione risponderei :“SI”. Sono felice di essere “strumento di Pace”; sono felice di essere “dono” per gli altri;sono felice di essere frate in questa provincia religiosa; sono felice di poter liberamente Amare il mio prossimo, come ci ha insegnato Gesù sulla Croce: “Nessuno ha un amore più grande di questo = dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,13). (continua)

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SERVA DI DIO MARIA CONCETTA PANTUSA

1953 - 27 Marzo - 2013: Maria Concetta Pantusa nel 60° anniversario della morte

Maria Concetta nasce a Celico (Cosenza) il 3.2.1894.
Riceve dalla mamma una solida formazione cristiana. Il padre Pasquale per distoglierla dal desiderio di
abbracciare la vita consacrata nel 1910 la conduce con sé in Brasile dove si reca in cerca di lavoro. Qui, Maria Concetta sposa un giovane ferroviere, Vito De Marco, che muore nella prima guerra mondiale. Dopo molte traversie, l’8 maggio 1930, insieme con l’unica figlia, fattasi poi Clarissa, e con Suor Speranza Elena Pettinato si trasferisce ad Airola (BN).
Concetta che desidera entrare nell’Ordine delle Clarisse, deve vestire un abito monacale alla maniera Passionista, e vivere in una casa per l’educazione dei piccoli.
Tutti la chiamavano e la chiamano ancora: Suor Concetta; tuttavia non è mai stata suora. Il Signore riversa in lei molti doni: la profezia, il miracolo, la visione, l’estasi, le stimmate e i dolori della Passione. Nell’umile stanzetta dove vive, in via Monteoliveto, il 17 febbraio 1947, per tre ore, dalle 13 alle 16, da un’immagine del volto di Gesù della Santa Sindone di Torino, vede uscire dal sangue; i sangue sgorga come da una sorgente e rimane in ebollizione per tre ore.
Questo fenomeno si ripete il 28 febbraio e, per la terza volta, il 4 marzo. Da quel giorno i fatti miracolosi si susseguono con continuità. Suor Concetta muore (continua)


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Venerabile Rachelina Ambrosini


La ragazza fatta per il Cielo: la Ven. Rachelina Ambrosini

 

Rachele nasce il 2 luglio 1925 a Venticano (AV) da famiglia cattolica praticante.
Si distingue per la sua grande pietà fin dalla tenera età; ha infatti una particolare predilezione verso i poveri e i bisognosi, a cui dona cibo, vestiti, denaro ed assistenza. A quattro anni ha in visione la Vergine
Maria e a otto Sant’Antonio, per il quale la bambina nutre una particolare devozione, le preannunzia: “Guarirai presto e bene ma prima dei 16 anni mi raggiungerai in Paradiso”.
Giovane intelligente, gentile e obbediente, viene educata in scuole cattoliche. Aiutata da uno zio sacerdote, studia con buoni risultati nel paese natale, poi si trasferisce prima a Bari per il ginnasio, e poi a Roma per il liceo. Quando ha undici anni, suo padre si ammala gravemente, e nelle sue preghiere la ragazza offre la propria vita in cambio della guarigione paterna.
Suo padre guarisce rapidamente, ma Rachelina sviluppa prima un’otite purulenta, poi un malessere diffuso, infine una meningite, che le mina il fisico nel 1941. E proprio durante questo periodo ella lascia numerose testimonianze scritte, in particolare un diario e delle lettere.
Sembra aspirare ad un “di più” che non appartiene a questo mondo: lo si rileva dai consigli che generosamente regala alle amiche: “Ama la vita come l’unico mezzo col quale potrai raggiungere una eterna felicità in Cielo; amala come dono di Dio, stringila con affetto anche se ha la forma di una croce".

Nel momento in cui scrive queste parole la croce sta già contrassegnando la sua vita: prima un’otite purulenta, poi un malessere diffuso, infine una meningite. "La sofferenza è come una mandorla amara. Tu la butti via, credi che sia finita nella fredda terra. Invece ripassando per quel posto, dopo alcuni anni, troverai un bel mandorlo in fiore".
Il 10 marzo 1941 muore in un ospedale romano prima del compimento dei suoi 16 anni, esattamente come le aveva profetizzato sant’Antonio. Dall’11 maggio 2012, Rachelina Ambrosini è Venerabile.

Ringraziamo la Fondazione Rachelina Ambrosini che ci ha trasmesso l’immaginetta allegata per tutti gli associati AICIS. La Fondazione è la volontà di porre la propria opera al servizio del bene con semplicità, incoraggiando l’altruismo come l’ideale etico da mettere in pratica in tutte le manifestazioni della vita. (continua)

(Fonte: http:/www.fondazionerachelinaa.ambrosini.it)

 

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Curiosando in Libreria

SANTINI IN ORDINE. GUIDA PER CAPIRLI E COLLEZIONARLI


L’autore Attilio Gardini è nato a Imola (Bo) nel 1946, vive a Forlì dove insegna chimica negli istituti superiori. Volto noto dello Scautismo forlivese e cofondatore dell’associazione “Amici di don Arturo Femicelli”, dedita a mantenere vivo il ricordo e l’insegnamento del poliedrico sacerdote scomparso nel 2002, è anche appassionato collezionista di santini.
Socio dell’Associazione italiana cultori immagini sacre (Aicis), dove cura una rubrica sulla rivista ufficiale “Santini e santità”, ha coniato il termine filiconici per coloro che amano raccogliere le singolari immagini.
Da sempre appassionato di immaginette religiose. Ha coniato il termine «filiconici » per coloro che amano collezionare i santini.
È socio dell’Associazione Italiana Cultori Immagini Sacre (Aicis) e cura una rubrica sulla rivista ufficiale«Santini e santità». (continua)

Chi è interessato al libro “SANTINI IN ORDINE”, 184 pagine in B/N, può telefonare al nr. 0984.34700, presso Editoriale Progetto 2000, Via degli Stadi, 27 – 87100 Cosenza; e-mail: deguzza@tin.it

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Culto di San Giuseppe in Puglia e Sicilia
“A TE, O BEATO GIUSEPPE…”:


Il culto di San Giuseppe nelle immagini Devozionali
di Stefania COLAFRANCESCHI

 

Una panoramica sull’iconografia devozionale di s. Giuseppe in Puglia e Sicilia, deve tener conto da una parte dell’azione di diffusione promossa dai religiosi, e incrementata dal laicato più sensibile alle forme
di pietà individuale, che si faceva committente e promotore di nuovi soggetti rappresentativi, come pure dei luoghi in cui la devozione era praticata, e inoltre degli aspetti che ne hanno accompagnato l’evoluzione nel tempo.

L’enciclica di Leone XIII Quamquam pluries del 1889, sul culto riconosciuto al santo, “modello specialmente ai lavoratori”, prescriveva una Orazione a San Giuseppe (fig.1, a, b): la preghiera è stampata sul retro di gran parte delle immaginette coeve e di inizio Novecento che trasmettono, come si vedrà, aspetti iconografici di antica origine. Le immagini devozionali, come incisioni e stampe, santini e ricordini commemorativi, quadri, ex-voto, fogli volanti, conobbero una notevole circolarità nel corso dell’Ottocento, e l’inizio del Novecento; poi si andò riducendo la produzione, semplificando la tecnica di esecuzione, impoverendo l’aspetto grafico e iconologico, a vantaggio di un’essenzialità che sconfina nello stereotipo, come si coglie attraverso un esame comparativo.
Il percorso figurativo che si vuole proporre, è articolato attraverso l’iconografia narrativa, in primo luogo, per un approccioagli episodi salienti della vita del santo, quindi attraverso l’iconografia di tipo simbolico, in cui più forte è il valore emblematico del santo, e più rilevabili i caratteri a lui riconosciuti dalla Chiesa e dai devoti.
Le rappresentazioni artistiche del ciclo cristologico (1) evidenziavano nella scena del “Sogno di San Giuseppe”, detta anche “Primo Annuncio”, il momento iniziale della sua storia evangelica, a cui fa seguito l’Annunciazione, scena in cui talvolta è presente, in penombra e di sfondo, o appena rievocato dagli strumenti di lavoro.
La Visitazione, il Censimento e il Viaggio a Nazareth, cioè gli episodi precedenti la Natività, sono meno ricorrenti rispetto alla Nascita, e all’Adorazione dei pastori e dei Magi.
La Presentazione al Tempio e la Circoncisione sono temi meno frequenti rispetto alla Fuga in Egitto, e la Vita a Nazareth, come pure la scena del Ritrovamento nel Tempio.
Infine, la morte di san Giuseppe, di cui il Vangelo non parla, ha avuto espressione nella religiosità popolare, nel patrocinio sui morenti e gli agonizzanti.
A fronte di questo ampio spettro narrativo e rappresentativo, abbiamo un altro genere di iconografia correlata, di carattere simbolico, che riveste un valore complementare, sul piano devozionale, pur nella sua essenzialità.
Sono gli attributi che lo denotano, infatti, ad accompagnare invariabilmente la sua figura, conferendogli, insieme alla specificità identitaria, l’emblema delle virtù riconosciute
di Padre putativo, Uomo giusto, Lavoratore, Patriarca.
La ricchezza e la profondità di questi titoli ha dato luogo a dettagli figurativi e attitudini gestuali che, per la loro varietà, costituiscono un campo d’indagine.
Gli attributi tradizionalmente legati a san Giuseppe sono:
il bastone fiorito, il giglio, gli arnesi da lavoro, presenti nelle rappresentazioni, specie dopo l’istituzione della festa liturgica (1621), tanto nell’arte e nelle immagini devozionali, che nella statuaria coeva.
Il bastone fiorito è un elemento iconografico arcaico, che fa riferimento all’episodio dei vangeli apocrifi dell’elezione dello sposo per Maria (2).
Le più antiche raffigurazioni presentano piccole infiorescenze, richiamando il fiore di mandorlo, allusione alla verga fiorita di Aronne, come nell’incisione seicentesca (fig.2, a); tale è l’elemento decorativo dell’abito del santo, e il mazzolino nella mano del Bambino Gesù, che si osservano nella statua di Chiusa Sclafani (Palermo) (fig.2, b).
Il giglio, simbolo di purezza, compare successivamente abbinato al santo, e ne caratterizzerà definitivamente la figura, prevalendo sull’altro elemento iconografico (fig.2, c, d).

(Fig. 1, a, b)

(Fig. 2 a)

(Fig. 2 b)

(Fig. 2, c, d)

Note

(1) Per l’iconografia giuseppina, cfr. l’ampia rassegna storico-artistica di p. G. Verri CSJ, Joseph nell’arte, in La Voce di San Giuseppe, 103, 6 (2005), pp. 3-23.
(2) I brani dell’apocrifo Protovangelo di Giacomo, e dello Pseudo-Matteo, parlano dell’apparizione prodigiosa di una colomba, segno di elezione divina; questo elemento narrativo si richiama all’episodio biblico della nomina di Aronne a sacerdote (Num 17 , 17-24): vd I Vangeli apocrifi, a c.di Marcello Craveri, Einaudi, Torino, 1990, pag 14.

Nota: Si ringrazia l’Editore di aver consentito la pubblicazione dell’articolo, presente nel volume ‘Dalla Sicilia alla Puglia: la festa di S.Giuseppe’, TALMUS ART Editore, San Marzano di San Giuseppe (TA), 2012 - info@talmus.it


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Le dimissioni di Papa Benedetto
11 febbraio 2013:

LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI AL MINISTERO PETRINO

 

Benedetto XVI ha lasciato il pontificato il 28.2.2013.
Riportiamo qui a fianco il santino che Padre Michele M.Giuliano invia in dono a tutti i soci e che alleghiamo a questo numero di “Santini e Santità”.
Il Papa ha annunciato l’11 febbraio scorso le sue dimissioni.
Lo ha fatto perché ritiene che, nel momento attuale, la Chiesa ha bisogno di una persona con più vigore e animo. Ci sarà tempo per riflettere sulle motivazioni che hanno portato a questa scelta clamorosa. Ecco il testo che il Papa ha letto (in latino) ai cardinali nel concistoro convocato l’11.2.2013 per le canonizzazioni.

"Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, N. Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

Ricordiamo che il Vescovo di Roma può dimettersi. Infatti il Codice di Diritto Canonico stabilisce, al comma due del canone 332, che “nel caso che il romano pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata”, come d’altronde ha fatto Benedetto XVI.
“Non si richiede invece – precisa il diritto canonico– che qualcuno la accetti”.
All’Angelus del 24 febbraio 2013, poi, Benedetto XVI ha affermato:"Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze".

Nell’ultima Udienza generale del 27 febbraio u.s. Papa Benedetto ha detto: "In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo.
Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi".
E, infine, il 28 febbraio, da Castelgandolfo ha inviato ai presenti e al mondo il seguente ultimo saluto: "Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità".

Renzo Manfè


A tutti gli associati inviamo in dono, con la presente rivista, la foto-ricordo che il proboviro Antonino Cottone

GRAZIE, BENEDETTO

 

 

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