Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

L'ORA DELLA PREGHIERA 5

DI L.M.


 

 

“… Se prima, con quella giaculatoria – Padre Ti amo, Padre Misericordia – Io vi promisi di salvare cento anime, adesso Io raddoppio la Mia Misericordia e ne salverò duecento. Non stancatevi quindi di dirla...” -Gesù, 27.8.2000-

Grani grossi: Gloria al Padre…; Padre nostro…, Padre mio, Tu sei veramente il mio grande Dio

Grani piccoli: Padre Ti amo, Padre misericordia

Alla fine: Salve Regina…

 

 


 

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Mese di San Giuseppe - Quaresima 2021

 

Lettera agli Amici dell’Istituto
 
Protector Sanctæ Ecclesiæ, ora pro nobis!


Gricigliano, 9 marzo 2021
 
            Carissimi Amici,

            In questo santo Tempo di Quaresima, ho il piacere di segnalarVi alcune iniziative dei nostri sacerdoti della Provincia italiana dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, che possono esserVi di grande profitto spirituale. In ogni apostolato dell’Istituto le iniziative sono tante, ma alcune potrebbero interessarvi particolarmente.
 

  1. Sul sito dell’Istituto, sono da poco pubblicate delle prediche quaresimali sulle Beatitudini. Esse vengono predicate a Livorno, e la registrazione compare a questo link: http://www.icrss.it/2021/02/23/quaresimali-2021-le-beatitudini/ .

  2. Stiamo preparando il primo invio di una nuova rivista trimestrale di formazione dottrinale ed apologetica, dei sussidi sulle verità della nostra Fede indirizzati ai giovani ed agli adulti. Questo nuovo trimestrale sarà diverso dalle pubblicazioni già proposte dall’Istituto di Cristo Re.

Infatti si sente sempre di più l’esigenza di offrire alle famiglie un supporto didattico piacevole che dia un insegnamento completo sui misteri di Dio, la Redenzione, la morale evangelica, la storia della Chiesa, e tanti altri temi fondamentali. Per gli adulti, ma ancora di più per i bambini e i ragazzi, vogliamo offrire il meglio di quello che la Chiesa ha sempre insegnato. Proponiamo dunque due serie diverse:

  • una per i bambini e i ragazzi;

  • una per gli adulti.

A coloro che desiderano farsi un’idea più precisa su questa rivista e vogliono riceverne la prima copia, chiederei gentilmente di mandarci un indirizzo postale completo, specificando se vogliono ricevere il trimestrale per i bambini e ragazzi, o quello per gli adulti, o entrambi. In questo modo, potremo prevedere una quantità approssimativa di copie da dare alle stampe. Il costo dell’abbonamento annuo sarà inferiore a € 30,00, cosicché che tutti possano beneficiare di tali sussidi.

  1. Per volontà del Santo Padre Francesco, in occasione dei centocinquanta anni dalla proclamazione, da parte del Beato Pio IX, di San Giuseppe come Patrono della Chiesa Universale, quest’anno 2021 è dedicato a San Giuseppe, Sposo delle Beata Vergine Maria. I nostri sacerdoti stanno organizzando alcune cerimonie in onore del padre virginale di Gesù: potete indirizzarVi direttamente a loro per conoscere i dettagli organizzativi.

  2. Il Beato Pio IX presenta la Basilica del Laterano (simbolo della
    Chiesa intera) a San Giuseppe col Bambino in trono

     
              Ringraziamo la Provvidenza, perché ieri, solennità esterna della festa di San Tommaso d’Aquino, patrono dell’Istituto, sei giovani ragazze hanno ricevuto il velo da novizie delle nostre Suore Adoratrici. Deo gratias!
     
    Dal profondo del cuore Vi ringrazio per il sostegno che saprete fornirmi, a mo’ di fioretto ed obolo quaresimali, a beneficio dello sviluppo dell’apostolato dell’Istituto in Italia. Sapete bene che senza il fedele e costante aiuto dei nostri Amici e Benefattori, l’Istituto non avrebbe potuto portare avanti nessuna opera di apostolato in Italia, giacché noi dipendiamo soltanto dalla bontà della Provvidenza Divina e dalla Vostra generosità.
     
    AugurandoVi un buon mese di San Giuseppe, mi confermo Vostro devotissimo, 

                in Christo Rege
                           


     
                P.S.:Vi pregherei, infine, di prendere nota che da gennaio ho cancellato il mio account WhatsApp, a causa delle nuove inaccettabili condizioni di utilizzo e condivisione dei dati da parte del proprietario dell’applicazione. Pertanto, non ricevo più nessun messaggio via WhatsApp, bensì tramite un’altra applicazione, chiamata Signal.

                Per sostenere l’apostolato dell’Istituto in ITALIA, potete versare il vostro dono sul conto corrente bancario dell’Opera San Gregorio ONLUS, Banco Popolare BPM, codice Iban: IT38L0503402801000000004328. L’Opera di San Gregorio Onlus può ricevere donazioni fiscalmente deducibili.

 

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 18 – Dalle 10 alle 11 del mattino (2)

Gesù prende la croce

 

- Gesù incontra la sua Santissima Madre Gesù prende la croce Così dicendo, ansioso, ti fai mettere la croce sulle tue santissime spalle.

 

Ah, mio Gesù! La croce per il tuo amore è troppo leggera, ma al peso della croce si unisce quello delle nostre colpe, enormi ed immense quanto la distesa dei cieli. E tu, affranto mio Bene, ti senti schiacciare sotto il peso di tante colpe; la tua anima inorridisce alla vista di esse e sente la pena di ogni colpa, la tua santità resta scossa di fronte a tanta bruttezza e perciò, addossando la croce sulle tue spalle, vacilli, affanni, e dalla tua santissima umanità trafila un sudore mortale.(...) La salita al Calvario Mio pazientissimo Gesù, vedo che fai i primi passi sotto il peso enorme della croce, ed io unisco i miei passi ai tuoi; e quando tu, debole, svenato e vacillante starai per cadere, io sarò al tuo fianco per sorreggerti, presterò le mie spalle sotto di essa per dividerne insieme con te il peso. Tu non disdegnarmi, ma accettami per tua fedele compagna.

 

O Gesù, tu mi guardi, e vedo che ripari per quelli che non portano con rassegnazione la propria croce, anzi imprecano, s’irritano, si suicidano e fanno omicidi; e tu impetri a tutti amore e rassegnazione alla propria croce. Gesù cade per la prima volta Ma è tanto il tuo dolore, che ti senti come stritolare sotto la croce. Sono appena i primi passi che muovi, e già tu cadi sotto di essa, e mentre cadi, urti nelle pietre: le spine si conficcano di più nel tuo capo, mentre tutte le piaghe s’inaspriscono e danno nuovo sangue; e siccome non hai forza per alzarti, i tuoi nemici, irritati, con calci e con spinte cercano di metterti in piedi. Caduto Amor mio, lascia che ti aiuti a metterti in piedi, ti baci, ti rasciughi il sangue, ed insieme con te ripari per quelli che peccano per ignoranza, per fragilità e debolezza; e ti prego di dare aiuto a queste anime.

 

Gesù incontra la sua Santissima Madre Vita mia, Gesù, i tuoi nemici, facendoti soffrire spasimi inauditi, sono giunti a metterti in piedi, e mentre barcollando tu cammini, sento il tuo respiro affannoso. Il tuo cuore batte più forte e nuove pene te lo trafiggono intensamente; Già scuoti la testa per sgombrare i tuoi occhi dal sangue che li riempie e ansioso guardi. Ah, mio Gesù! Ho capito tutto: la tua Mamma che, come gemebonda colomba va in cerca di te, vuol dirti un’ultima parola e ricevere un tuo ultimo sguardo; e tu senti le sue pene, il suo cuore lacerato nel tuo ed intenerito e ferito dal suo e dal tuo amore. “ tua dolente Mamma entra in te, fa suo il Volere dell’Eterno”

Già la scorgi che, spingendosi attraverso la folla, a qualunque costo vuol vederti, abbracciarti e darti l’ultimo addio. Ma tu resti più trafitto nel vedere la sua pallidezza mortale, tutte le tue pene per forza di amore riprodotte in lei; Se essa vive, è solo miracolo della tua onnipotenza. Già tu muovi i passi incontro ai suoi, ma a stento vi potete scambiare gli sguardi. Oh, schianto di cuori d’ambo le parti! I soldati avvertono e, con urti e spinte, impediscono che Mamma e Figlio vi diate l’ultimo addio.

 

Gesù cade per la seconda volta È tanta l’ambascia d’entrambi, che la tua Mamma resta impietrita dal dolore e quasi sta per soccombere. Il fedele Giovanni e le pie donne la sorreggono, mentre tu di nuovo cadi sotto la croce. Allora la tua dolente Mamma, ciò che non fa col corpo, perché impedita, lo fa con l’anima: entra in te, fa suo il Volere dell’Eterno e, associandosi in tutte le tue pene, ti fa l’ufficio di mamma, ti bacia, ti ripara, ti lenisce ed in tutte le tue piaghe versa il balsamo del suo doloroso amore. Mio penante Gesù, anch’io mi unisco con la trafitta Mamma.

 

Faccio mie tutte le tue pene ed in ogni goccia del tuo sangue, in ogni piaga voglio farti da mamma; ed insieme con lei e con te riparo per tutti gli incontri pericolosi, e per quelli che si espongono alle occasioni di peccare, o, costretti dalla necessità ad esporsi, restano allacciati nel peccato. Tu intanto gemi, caduto sotto la croce. I soldati temono che tu muoia sotto il peso di tanti martìri e per lo spargimento di tanto sangue. Ciò non pertanto a via di frustate e calci, stentatamente giungono a metterti di nuovo in piedi. Così ripari le ripetute cadute nel peccato, i peccati gravi commessi da ogni classe di persone, e preghi per i peccatori ostinati e piangi con lacrime di sangue per la loro conversione.

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo Luisa Piccarret

Ora 18 – Dalle 9 alle 10 del mattino (2)

Gesù prende la croce e si avvia al Calvario dove è spogliato

 

 

Mio Gesù, amore insaziabile, vedo che non ti dai pace, sento le tue smanie d’amore, i tuoi dolori. Il cuore ti batte forte, ed in ogni palpito sento scoppi, torture, violenze d’amore. E tu, non potendo contenere il fuoco che ti divora, ti affanni, gemi, sospiri. Ed in ogni gemito ti sento dire: Croce! Ogni goccia del tuo sangue ripete: Croce! Tutte le tue pene, nelle quali come in un mare interminabile tu nuoti dentro, ripetono fra loro: Croce!

 

E Tu esclami: “O croce diletta e sospirata, tu sola salverai i miei figli, ed Io in te concentro tutto il mio amore”. Gesù è incoronato di spine per la seconda volta (...)tanto il tuo dolore, che vacilli sotto quelle mani crudeli, tremi da capo a piè, tra spasimi atroci stai per morire; e con i tuoi occhi languidi e ripieni di sangue a stento mi guardi, per chiedermi aiuto in tanto dolore. Ma mentre ti stringo al mio cuore, Tu, stringendomi al tuo, mi dici: “Figlia mia, fammi sfogare il mio amore, ed insieme con me ripara per quelli che fanno il bene e mi disonorano. Questi giudei mi vestono delle mie vesti per screditarmi maggiormente innanzi al popolo, per convincerlo che Io sia un malfattore. Apparentemente l’azione di vestirmi era buona, ma in se stessa era cattiva.

 

Ah! Quanti fanno opere buone, amministrano sacramenti, li frequentano, con fini umani ed anche cattivi. Ma il bene, fatto malamente, porta alla durezza. Ed Io voglio essere coronato una seconda volta, con dolori più acerbi della prima, per frangere questa durezza e così, con le mie spine, attirarli a me. Ah, figlia mia! Questa seconda coronazione mi è ben più dolorosa.

Mi sento la testa come nuotare dentro le spine. E, ad ogni movimento che faccio, o urto che mi danno, tante morti crudeli Io subisco. Riparo così la malizia delle offese Riparo per quelli che in qualunque stato di animo si trovano, - invece di pensare alla propria santificazione, si dissipano e rigettano la mia grazia, ritornando a darmi spine più pungent si dissipano e rigettano la mia grazia, ritornando a darmi spine più pungenti. Mentre Io sono costretto a gemere, a piangere con lacrime di sangue e a sospirare la loro salvezza. Ah, Io faccio di tutto per amarle, e le creature fanno di tutto per offendermi!

Almeno tu non lasciarmi solo nelle mie pene e nelle mie riparazioni”.“Oh, croce, cattedra di sapienza!” GE – La Divina Voluntà Gesù ritorni a baciare la croce. Gesù prende la croce Straziato mio Bene, con te riparo, con te soffro. Ma vedo che i tuoi nemici ti precipitano dalle scale, il popolo con furore ed ansie ti aspetta Già ti fanno trovare pronta la croce che con tanti sospiri tu cerchi, e tu con amore la guardi e con passo franco ti avvicini ad abbracciarla. Ma prima la baci, e correndoti un brivido di gioia per la tua santissima umanità, con sommo tuo contento ritorni a guardarla e ne misuri la lunghezza e la larghezza. In essa già stabilisci la porzione per tutte le creature. Le doti sufficientemente per vincolarle alla Divinità con nodo di sposalizio e renderle eredi del regno dei cieli. Poi non potendo contenere l’amore con cui le ami, ritorni a baciare la croce e le dici: “Croce adorata, finalmente ti abbraccio!

 

Eri tu il sospiro del mio cuore, il martirio del mio amore Ma tu, o croce, tardasti finora, mentre i miei passi sempre verso di te si dirigevano. Croce santa, eri tu meta dei miei desideri, lo scopo della mia esistenza quaggiù. In te concentro tutto l’essere mio, in te metto tutti i miei figli, e tu sarai la loro vita e la loro luce, la difesa, la custodia, la forza. Tu li sovverrai in tutto, e gloriosi me li condurrai nel cielo. Oh, croce, cattedra di sapienza! Tu sola insegnerai la vera santità. Tu sola formerai gli eroi, gli atleti, i martiri, i santi. Croce bella, tu sei il mio trono, e dovendo Io partire dalla terra, tu rimarrai in vece mia. A te do in dote tutte le anime: custodiscimele, salvamele, a te le affido”

 

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo Luisa Piccarreta

Ora 18 – Dalle 10 alle 11 del mattino (3)

Gesù è spogliato e coronato di spine per la terza volta

 

La piaga profonda nella spalla di Gesù. Affranto Amor mio, mentre ti seguo nelle riparazioni, vedo che non reggi sotto il peso enorme della croce. Già tremi tutto; le spine, ai continui urti che ricevi, penetrano sempre più dentro la tua santissima testa; la croce per il suo grave peso si addentra nella spalla, tanto da formare una piaga così profonda da scoprire le ossa, e ad ogni passo mi sembra che muori e quindi impossibilitato di andare più avanti. Ma il tuo amore che tutto può, ti dà forza; e come ti senti penetrare la croce nella spalla, ripari per i peccati nascosti che, non essendo riparati, accrescono l’acerbità dei tuoi spasimi

 

Mio Gesù, lascia che metta la mia spalla sotto la croce per sollevarti, e con te ripari tutti i peccati occulti. Il Cireneo è costretto a portare la croce di Gesù Ma i tuoi nemici, per timore che tu muoia sotto di essa, costringono il Cireneo ad aiutarti a portare la croce, il quale, mal volentieri e brontolando, non per amore ti aiuta ma per forza. E nel tuo cuore allora fanno eco tutti i lamenti di chi soffre, le mancanze di rassegnazione, le ribellioni, le ire e i disprezzi nel soffrire. Ma molto più resti trafitto nel vedere che le anime a te consacrate, che chiami a compagne ed aiuto nel tuo dolore, ti sfuggono; e se tu le stringi a te col dolore, ah! esse si svincolano dalle tue braccia per andare in cerca di godimenti, e così lasciano te solo a dolorare.(...)

 

La Veronica rasciuga il volto di Gesù Affranto mio Gesù, a stento cammini e tutto incurvato. Ma vedo che ti soffermi, e cerchi di guardare. Cuor mio, che c’è, che vuoi? Ah! È la Veronica che nulla temendo, coraggiosamente con un panno ti rasciuga il volto tutto coperto di sangue, e tu ve lo lasci impresso in segno di gradimento (...) Gesù consola le pie donne Altri pochi passi e ti fermi ancora. Il tuo amore, sotto il peso di tante pene non si arresta e, vedendo le pie donne che piangono per causa delle tue pene, tu dimentichi te stesso e le consoli col dir loro: “Figlie, non piangete sulle mie pene, ma sopra i peccati vostri e sopra i figli vostri”.

 

Che insegnamento sublime! Come dolce è la tua parola! O Gesù, con te riparo le mancanze di carità, e ti chiedo grazia di farmi dimenticare me stessa, perché non ricordi altro che te solo. Gesù cade per la terza volta Ma i tuoi nemici, sentendoti parlare, vanno in furia: ti tirano per le funi, ti spingono con tanta rabbia che ti fanno cadere e, mentre cadi, urti nelle pietre. Il peso della croce ti crucia, e tu ti senti morire. Lascia che ti sostenga e faccia riparo con le mie mani al tuo “Figlia mia, quanto mi costano le anime!” GE – La Divina Voluntà santissimo volto. Vedo che tocchi la terra e boccheggi nel sangue. Ma i tuoi nemici ti vogliono mettere in piedi: ti tirano con le funi, ti alzano per i capelli, ti danno calci, ma tutto invano.

 

Tu muori, mio Gesù! Che pena! Mi si spezza il cuore per il dolore! E quasi trascinandoti, ti conducono al monte Calvario. Mentre ti trascinano, sento che ripari tutte le offese delle anime a te consacrate, che ti danno tanto peso che, per quanto tu ti sforzi per alzarti, ti riesce inutile. E così trascinato e calpestato, giungi al Calvario, lasciando da dove passi, rossa traccia del tuo sangue prezioso. Gesù è spogliato e coronato di spine per la terza volta Ma qui nuovi dolori ti aspettano: ti spogliano di nuovo e ti strappano vesti e corona di spine. Ah! Tu gemi nel sentire strappare da dentro la tua testa le spine. E mentre ti strappano la veste, ti strappano pure le carni lacere attaccate ad essa. Le piaghe si squarciano, il sangue a rivi scorre fino a terra, ed è tanto il dolore, che, quasi morto, tu cadi.

 

Ma nessuno si muove a compassione di te, mio Bene. Anzi con bestiale furore di nuovo ti mettono la corona di spine, te la battono ben bene, ed è tanto lo strazio per i laceramenti e per lo strappo che fanno ai tuoi capelli ammassati nel sangue coagulato, che solo gli angeli potrebbero dire ciò che tu soffri, mentre, inorriditi, ritorcono i loro sguardi celesti e piangono. Spogliato mio Gesù, permettimi che ti stringa al mio cuore per riscaldarti, perché vedo che tremi, ed un sudore gelido di morte invade la tua santissima umanità.

Quanto vorrei darti la mia vita, il mio sangue per sostituire il tuo, che hai perduto per darmi vita. Gesù intanto, quasi guardandomi con i suoi occhi languidi e moribondi, par che mi dica: “Figlia mia, quanto mi costano le anime! Qui è il luogo dove tutti aspetto per salvarli, dove voglio riparare i peccati di quelli che giungono a degradarsi al di sotto delle bestie, e si ostinano tanto nell’offendermi, che giungono a non saper vivere senza fare peccati. La loro ragione resta cieca e peccano all’impazzata; ecco perché una terza volta mi coronano di spine. E con lo spogliarmi, riparo per quelli che indossano vesti di lusso e indecenti, per i peccati contro la modestia, e per quelli che sono tanto legati alle ricchezze, agli onori, ai piaceri, che ne formano un dio per i loro cuori. Ah, sì! ognuna di queste offese è una morte che sento e, se non muoio, è perché il Volere dell’eterno mio Padre non ha decretato ancora il momento della mia morte”.

 

Denudato mio Bene, mentre con te riparo, ti prego di spogliarmi di tutto con le tue santissime mani, e non permettere che nessun affetto cattivo entri nel mio cuore. Tu vigilamelo, circondamelo con le tue pene, riempimelo del tuo amore. La mia vita non sia altro che la ripetizione della tua, e rafferma con la tua benedizione il mio spogliamento. Benedicimi di cuore e dammi la forza d’assistere alla tua dolorosa crocifissione, per rimanere crocifissa insieme a te

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo Luisa Piccarreta

Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino (1)

La Crocifissione (...)

 

O mio Gesù, sento che il tuo cuore batte forte forte e dà in sussulto, agognando questo letto, da te il più desiderato, sebbene con dolore indescrivibile, in cui suggelli la salvezza delle anime nostre in te. Già ti sento dire: “Amor mio, cara croce, letto mio prezioso, tu sei stata il mio martirio in vita, ed ora sei il mio riposo.

 

Deh, o croce! Ricevimi presto nelle tue braccia, Io sono impaziente di aspettare. Croce santa, in te darò compimento a tutto. Presto, croce! Adempi i desideri ardenti che mi consumano di dare vita alle anime, e queste vite saranno suggellate da te, o croce. Oh, non più indugiare! Con ansia aspetto di stendermi su di te per aprire il cielo a tutti i miei figli e chiudere l’inferno. O croce, è vero che tu sei la mia battaglia, ma sei pure la mia vittoria ed il mio trionfo completo, ed in te darò grandi eredità, vittorie, trionfi e corone ai figli miei”. (...) Il vero amore non soffre nessuna separazione. Perdonami l’arditezza del mio amore e concedimi di rimanere con te crocifissa. Vedi, tenero Amor mio, non solo io ti chiedo questo, ma pure la dolente Mamma, l’inseparabile Maddalena, il prediletto Giovanni; tutti ti dicono che sarebbe più sopportabile rimanere crocifissi con te, che assistere e vedere te solo crocifisso.

 

Perciò insieme con te mi offro all’Eterno Padre, immedesimata con la tua Volontà, col tuo amore, con le tue riparazioni, col tuo stesso cuore e con tutte le tue pene. Ah! Pare come se il mio addolorato Gesù mi dicesse: “Figlia mia, hai prevenuto il mio amore, questa è la mia Volontà: che tutti quelli che mi amano restino con me crocifissi. Ah, sì! Vieni pure a distenderti con me sulla croce: ti farò vita della mia vita e ti terrò come la prediletta del mio cuore”.

 

La crocifissione (...) O mio Gesù, i carnefici finiscono d’inchiodarti i piedi ed io mi avvicino al tuo cuore. Vedo che non ne puoi più, ma l’amore grida più forte: “Più pene ancora!” Mio Gesù, mi abbraccio al tuo cuore, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio per mMio Gesù, mi abbraccio al tuo cuore, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio per me e per tutti. O Gesù, voglio poggiare la testa sul tuo cuore, per sentire ciò che soffri in questa dolorosa crocifissione.

Ah! Sento che ogni colpo di martello rimbomba nel tuo cuore. Il tuo cuore è il centro di tutto: da esso incominciano i dolori ed in esso finiscono. E se non fosse che aspetti una lancia per essere trafitto, le fiamme del tuo amore ed il sangue che rigurgita all’interno, si sarebbero fatti via e ti avrebbero squarciato il cuore.(...)

“O Padre, permettimi di legare tutte le anime a questa croce” GE- La Divina Voluntà O mio Gesù, già i carnefici hanno inchiodato le tue mani e i tuoi piedi alla croce, e voltando questa per ribattere i chiodi, costringono il tuo volto adorabile a toccare la terra insanguinata dallo stesso tuo sangue. E tu, con la tua bocca divina, la baci. Con questo bacio, o dolce Amor mio, tu intendi baciare tutte le anime e vincolarle al tuo amore, suggellandone la loro salvezza.(...)

 

Gesù è innalzato sulla croce Mio buon Gesù, vedo che i tuoi nemici innalzano il pesante legno della croce e lo lasciano cadere nella fossa da essi preparata; e tu, dolce Amor mio, resti sospeso fra cielo e terra. In questo solenne momento ti volgi al Padre, e con voce debole e fioca, gli dici: “Padre santo, eccomi qui, carico di tutti i peccati del mondo. Non vi è colpa che non si riversi su di me, perciò non più scaricare sugli uomini i flagelli della tua divina giustizia, ma su di me, tuo Figlio.

O Padre, permettimi di legare tutte le anime a questa croce, e che per loro implori perdono con le voci del mio sangue e delle mie piaghe. O Padre, non vedi come mi son ridotto? Per questa croce, in virtù di questi dolori, concedi a tutti vera conversione, pace, perdono e santità”. (...)


Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino (3)

La Crocifissione Preghiera per disarmare la Divina Giustizia

 

(2) (...) Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, - in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima - per rinfrancarlo delle molestie che le creature gli danno, con altrettante voci di benedizioni e lodi. E gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura.

 

E per placarlo di più, gli mostri la tua santissima bocca, e dici: “Padre mio, tornami a guardare. Non sentire le voci delle creature, ma senti la mia. Sono Io che soddisfo per tutti.

Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me. Se la guardi fuori di me, che sarà di essa? È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie.

Pietà, pietà della povera creatura. Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”. (...)

 

E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, gli dici con la voce più insinuante: “Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi - che me le trafiggono, che mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive. Ah, è in queste mani che sento - tutti gli spasimi che mi danno queste opere cattive!

Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capaci di soddisfarti? Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene - che terranno strette le povere creature, affinché non mi sfuggano, - tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza. E queste mie braccia saranno catene amorose che ti legheranno, Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura.

 

Anzi ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie”

 

 

Sono passati 10 anni dall'inizio della guerra in Siria, 12.000 bambini sono rimasti uccisi o feriti e questa sofferenza sembra non accennare a finire.
In particolare, nel Nord-ovest della Siria, la situazione è ormai allarmante. Milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire più volte dalle violenze, in cerca di sicurezza.
Hanno sofferto per un altro lungo inverno vivendo in tende, rifugi ed edifici distrutti e combattendo il maltempo tra piogge torrenziali e neve. 

Oggi, circa 1,2 milioni di bambini del Nord-ovest della Siria hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.

Continueremo a lavorare senza sosta per fornire aiuti ad ogni singolo bambino, ma non possiamo farlo da soli.

Grazie a te potremo fornire cure mediche, acqua potabile e kit per l'igiene personale, lì dove l'accesso ai servizi di base è limitato o inesistente.

Il tuo aiuto, OGGI, può fare la differenza.

Dona ora. I bambini siriani contano su di te

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

 

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino

 

(3) La Crocifissione Preghiera per disarmare la Divina Giustizia

 

(2) (...) Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, - in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima - per rinfrancarlo delle molestie che le creature gli danno, con altrettante voci di benedizioni e lodi.

E gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura. E per placarlo di più, gli mostri la tua santissima bocca, e dici: “Padre mio, tornami a guardare.

Non sentire le voci delle creature, ma senti la mia. Sono Io che soddisfo per tutti. Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me.

Se la guardi fuori di me, che sarà di essa? È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie. Pietà, pietà della povera creatura.

 

Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”. (...) E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, gli dici con la voce più insinuante: “Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi - che me le trafiggono, che mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive.

 

Ah, è in queste mani che sento - tutti gli spasimi che mi danno queste opere cattive! Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capaci di soddisfarti?

Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene - che terranno strette le povere creature, affinché non mi sfuggano, - tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza. E queste mie braccia saranno catene amorose che ti legheranno, Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura. Anzi ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie”

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino (2)

La Crocifissione

 

Preghiera per disarmare la Divina Giustizia (1) ) Ma tu, o mio Gesù, per placarlo cerchi di addolcirlo, scambiando i suoi occhi con i tuoi, e facendoglieli vedere coperti di sangue e gonfi di lacrime. Dinnanzi alla Maestà Divina piangi, per muoverla a compassione per la sventura di tante povere creature. E sento la tua voce che dice: “Padre mio, è vero che la creatura ingrata si va sempre più lordando di colpe da non meritare più il tuo guardo paterno. Ma guardami, o Padre, innanzi a te voglio tanto piangere, da formare un bagno di lacrime e di sangue, per lavare queste luridezze di cui si sono coperte le creature.

Padre mio, vuoi tu forse rigettarmi? No, non puoi, sono tuo Figlio; e mentre sono tuo Figlio, sono anche il capo di tutte le creature ed esse sono mie membra. Salviamole, o Padre, salviamole.” (.

Ma tu, o mio Gesù, sempre intento a difenderci, con la forza rapitrice del tuo amore, costringi il Padre a guardare il tuo santissimo volto, coperto di tutti questi insulti e disprezzi, e dici: “Padre mio, non disdegnare le povere creature: se disdegni loro disdegni me. Deh, placati! Tutte queste offese le porto sul mio volto, che ti risponde per tutti. Padre mio, arresta il tuo furore contro la povera umanità: sono ciechi e non sanno quello che fanno. Perciò guardami bene come sono ridotto per causa loro. Se non ti muovi a compassione per la misera umanità, ti intenerisca questo mio volto insozzato di sputi, coperto di sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti.

 

Pietà, Padre mio!

Ero Io il più bello di tutti, ed ora sono tutto sfigurato, tanto che non mi riconosco più; son diventato l’abiezione di tutti. Perciò, a qualunque costo voglio salva la povera creatura”. (...)

 

Mio Gesù, Crocifisso adorabile, la creatura va sempre irritando la divina giustizia, e dalla sua lingua risuona l’eco di bestemmie orrende, voci di imprecazioni e di maledizioni, discorsi cattivi, intese di come meglio uccidere e fare carneficine Ah! Tutte queste voci assordano la terra e penetrano fin nei cieli, assordando l’udito divino, il quale, stanco di questa eco velenosa che gli manda la creatura, vorrebbe disfarsi di essa, cacciandola da sé lontana, perché tutte queste voci velenose imprecano e chiedono vendetta e giustizia contro di essa stessa.

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino (3)

La Crocifissione Preghiera per disarmare la Divina Giustizia

 

(2) (...) Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, - in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima - per rinfrancarlo delle molestie che le creature gli danno, con altrettante voci di benedizioni e lodi.

 

E gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura. E per placarlo di più, gli mostri la tua santissima bocca, e dici: “Padre mio, tornami a guardare. Non sentire le voci delle creature, ma senti la mia. Sono Io che soddisfo per tutti. Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me. Se la guardi fuori di me, che sarà di essa? È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie. Pietà, pietà della povera creatura. Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”. (...)

 

E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, gli dici con la voce più insinuante: “Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi - che me le trafiggono, che mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive. Ah, è in queste mani che sento - tutti gli spasimi che mi danno queste opere cattive!

Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capaci di soddisfarti? Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene - che terranno strette le povere creature, affinché non mi sfuggano, - tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza. E queste mie braccia saranno catene amorose che ti legheranno,

Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura.

Anzi ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordia.

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino

(4) Preghiera per disarmare la Divina Giustizia

 

 

(3) (...) Mio amabile crocifisso Gesù, la creatura non è ancora contenta di offenderti. Vuol bere fino in fondo tutta la feccia della colpa, e corre quasi all’impazzata nella via del male. Si precipita di colpa in colpa, disobbedisce alle tue leggi e, disconoscendoti, si ribella a te e, quasi per farti dispetto, vuole andare all’inferno.

Oh, come si sdegna la Maestà Suprema! E Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, anche dell’ostinatezza delle creature, per placare il divin Padre, gli fai vedere tutta la tua santissima umanità lacerata, slogata, straziata in modo orribile. Mostri i tuoi santissimi piedi trafitti, nei quali contieni tutti i passi delle creature, che ti danno dolori mortali, al punto che sono contorti dall’atrocità degli spasimi.

E sento la tua voce più che mai commovente, come in atto di spirare, che vuol vincere per forza d’amore e di dolore la creatura, e trionfare sul cuore paterno: “Padre mio, guardami dalla testa ai piedi: non c’è parte sana in me, non ho dove farmi aprire altre piaghe e procurarmi altri dolori. Se non ti plachi a questo spettacolo di amore e di dolore, chi mai potrà placarti? O creature, se non vi arrenderete a tanto amore, che speranza vi resta di convertirvi? Queste mie piaghe e questo sangue saranno sempre voci che chiameranno dal cielo alla terra grazie di pentimento, perdono, compassione per la povera umanità”.(...)

 

Straziato Gesù, vedo che la tua santissima umanità finisce non per te, ma per compiere in tutto la nostra redenzione. Hai bisogno di aiuto divino e perciò ti getti nelle braccia paterne, chiedendo aiuto e soccorso. Oh! Come il divin Padre s’intenerisce nel guardare l’orrendo strazio della tua santissima umanità, il lavorio terribile che la colpa ha fatto sulle tue santissime membra. E per contentare le tue brame d’amore, ti stringe al suo cuore paterno e ti dà gli aiuti necessari per compiere la nostra redenzione. E mentre ti stringe, senti nel tuo cuore più forte ripetere i colpi dei chiodi, le sferze dei flagelli, gli squarci delle piaghe, le punture delle spine.

 

Oh, come il Padre ne resta colpito! Come si sdegna nel vedere che tutte queste pene te le recano fin nel tuo cuore anche anime a te consacrate! E nel suo dolore ti dice: “Possibile, Figlio mio, che neppure la parte da te eletta è tutta con te? Anzi pare che queste anime chiedano rifugio e nascondimento in questo tuo cuore per amareggiarti e darti morte più dolorosa. E quel che è più, tutti questi dolori che ti danno sono nascosti e coperti da ipocrisie.

Ah, Figlio! Non posso più contenere lo sdegno per l’ingratitudine di queste anime,le quali mi addolorano più che le altre creature tutte insieme”. Ma tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, difendi queste anime, e fai riparo con l’amore immenso del tuo cuore alle onde delle amarezze e trafitture che queste anime ti danno.

 

E per placare il Padre, gli dici:“Padre mio, non li rigettare: saranno essi i miei difensori” GE – La Divina Voluntà “Padre mio, guarda questo mio cuore: tutti questi dolori ti soddisfino, e quanto più acerbi essi sono, altrettanto più potenti siano sul tuo cuore di Padre, per impetrare grazie, luce e perdono per queste anime. Padre mio, non li rigettare: saranno essi i miei difensori che continueranno la mia vita sulla terra.” (...)

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 19 – Dalle 11 alle 12 del mattino

(6) Preghiera per disarmare la Divina Giustizia

 

(5) Per tante mie pene, grazie efficaci di pentimento e di vera conversione ti chiedo per tutte queste infelici anime! Nessuna di esse ci sfugga! (...)

E si dirà che dovrò dare l’ultimo sospiro su questo doloroso patibolo, vedendo miseramente perire anche anime a noi consacrate? Io muoio in un mare di affanni e di pene - per l’iniquità e la perdita eterna del perfido Giuda, tanto duro ed ingrato, che respinse tutti i miei tratti amorosi e delicati, e che tanto beneficai, fino a farlo sacerdote, vescovo, come gli altri miei apostoli.

Ah, Padre mio, basta questo abisso di pene! Quante anime vedo, scelte da noi per il duplice sacro seguito, che vogliono imitare Giuda, chi più, chi meno! Aiutami, Padre mio, aiutami! Non posso sopportare tutte queste pene.

Vedi se c’è una fibra nel mio Cuore che non sia tormentata - più di tutti gli strazi del mio corpo divino. Vedi se tutto il sangue che sto versando non sgorghi, più che dalle mie piaghe, dal mio Cuore, che si disfa di Amore e di Dolore. Pietà, Padre mio, pietà! Non per me, che voglio patire sino all’infinito per le povere anime, ma pietà di tutte le anime, specialmente per quelle, - di uomini e donne, chiamate al mio santo servizio e al mio sposalizio di amore.

Ascolta, o Padre, il mio Cuore che, vicino a venire meno alla vita, accelera i suoi palpiti infocati e grida:

Per tante mie pene, grazie efficaci di pentimento e di vera conversione ti chiedo per tutte queste infelici anime! Nessuna di esse ci sfugga! Ho sete, Padre mio, ho sete di tutte le anime, specialmente di queste. Ho sete di patire di più per ciascuna di queste anime. Ho sempre fatto la tua Volontà, Padre mio.

Ora questa mia Volontà, che è pure la tua, deh! Fa che sia compiuta perfettamente per amore di me, tuo Figlio dilettissimo, nel quale hai trovato tutte le tue compiacenze”

 

 

 

“Oh prodigio dei prodigi, che solo un Dio poteva fare”

– La Divina Voluntà

LA VERGINE MARIA NEL REGNO DELLA DIVINA VOLONTA -

Luisa Piccarreta 19° Giorno -

 

Le porte del cielo si aprono, il sole del Verbo eterno si mette alla vedetta, (e) spedisce il suo angelo per avvisare la Vergine che l'ora di Dio è arrivata. (...) La Mamma tua si sentiva incendiata d'amore, e facendo eco all'amore del mio Creatore, volevo formare un solo mare d'amore, affinché scendesse in esso il Verbo sulla terra.

Le mie preghiere erano incessanti, e mentre pregavo nella mia stanzetta, un'angelo venne spedito dal cielo come messaggero del gran Re. Mi si fece davanti, ed inchinandosi mi salutò: "Ave, o Maria, Regina nostra; il Fiat Divino ti ha riempita di grazia. Già ha pronunziato il Fiat che vuol scendere; già è dietro delle mie spalle; ma vuole il tuo Fiat per formare il compimento del suo Fiat."

 

Ad un anuncio sì grande, da me tanto desiderato, ma che non avevo mai pensato di essere io la eletta, io restai stupita ed esitai un istante; ma l'angelo del Signore mi disse: "Non temere, Regina nostra, tu hai trovato grazia presso Dio.

Tu hai vinto il tuo Creatore. Perciò, per compiere la vittoria, pronunzia il tuo Fiat." Io pronunciai il Fiat, ed oh, meraviglia! I due Fiat si fusero insieme, ed il Verbo divino scese in Me.

Il mio Fiat, che era avvalorato dallo stesso valore del Fiat divino, formò dal germe della mia umanità, la piccina piccina umanità che doveva racchiudere il Verbo, e (così) fu compiuto il gran prodigio dell'Incarnazione. Oh potenza del Fiat supremo!

 

Tu mi innalzasti tanto da rendermi potente, fino a poter creare io in me quell'umanità che doveva racchiudere il Verbo eterno, che cieli e terra non potevano contenere! I cieli si scossero e tutta la creazione si atteggiò a festa, e tripudiando di gioia echeggiavano intorno la casetta di Nazaret, per dare gli omaggi ed ossequi al Creatore umanato, e nel loro muto linguaggio dicevano: "Oh prodigio dei prodigi, che solo un Dio poteva fare!

L'immensità si è impicciolita, la potenza si è resa impotente, la sua altezza inarrivabile si è abbassata fino nell'abisso del seno d'una Vergine, e nel medesimo tempo è restato piccolo ed immenso, potente ed impotente, forte e debole!" Figlia mia cara, tu non puoi comprendere ciò che provò la Mamma tua nell'atto dell'Incarnazione del Verbo.

Tutti mi premuravano ed aspettavano il mio Fiat, potrei dire onnipotente. Ora, figlia cara, ascoltami, quanto ti deve stare a cuore il fare ed il vivere di Volontà Divina! La mia potenza esiste ancora: fammi pronunziare il mio Fiat sull'anima tua.

Ma per fare ciò, voglio il tuo.

Da solo non si può fare il vero bene, ma sempre fra due si fanno le opere più grandi. Dio stesso non voleva fare da solo, ma volle me insieme, per formare il gran prodigio dell'Incarnazione, e nel mio Fiat e nel loro si formò la vita dell'Uomo Dio, si aggiustarono le sorti dell'umano genere, il cielo non fu più chiuso, (e) tutti i beni vennero racchiusi in mezzo ai due Fiat. Perciò pronunciamoli insieme: Fiat! Fiat! E nel mio amore materno chiuderà in te la vita della Divina Volontà.

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta 20. Da mezzogiorno all’1 -

Prima ora di Agonia sulla croce

 

Prima parola: « Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno ».

Crocifisso mio Bene, ti vedo sulla croce come sul tuo trono di trionfo, in atto di conquistare tutto e tutti i cuori e di attirarli tanto a te, che tutti sentano il tuo sovrumano potere. (...) penetrando nel tuo interno, vedo che l’amore rigurgita, ti soffoca e non puoi contenerlo e, costretto dal tuo amore, che ti tormenta più delle stesse pene, con voce forte e commovente Tu parli.

 

Da quel Dio che sei, levi i morenti tuoi occhi al cielo ed esclami: “Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno!” E di nuovo ti chiudi nel silenzio, immerso in pene inaudite. (...)

A questa tua parola l’inferno trema e ti riconosce Dio, la natura e tutti restano attoniti e riconoscono la tua Divinità, il tuo inestinguibile amore e, silenziosi, aspettano per vedere dove esso giunge.

E non è solo la tua voce, ma anche il tuo sangue, le tue piaghe, che gridano ad ogni cuore dopo il peccato: “Vieni nelle mie braccia, ché ti perdono e il suggello del perdono è il prezzo del mio sangue”. (...)

Mio Gesù, Crocifisso adorato, in queste tre ore di amarissima agonia tu vuoi dare compimento a tutto. E mentre, silenzioso, te ne stai su questa croce, vedo che nel tuo interno vuoi soddisfare in tutto il Padr

e. - Lo ringrazi per tutti, soddisfi tu per tutti. - Per tutti chiedi perdono e a tutti impetri grazia che mai più ti offendano. E per impetrare ciò dal Padre, riepiloghi tutta la tua vita, dal primo istante del tuo dal primo istante del tuo concepimento fino all’ultimo respiro.

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta 21. Dall’1 alle 2 del pomeriggio

- Seconda ora di agonia sulla croce Seconda parola - Terza parola

 

Seconda parola : « Oggi sarai con me in paradiso ».

 

Confitto Amor mio, mentre con te prego, la forza rapitrice del tuo amore e delle tue pene mantiene fisso il mio sguardo su di te, ma il cuore mi si spezza nel vederti tanto soffrire. Tu spasimi d’amore e di dolore, e le fiamme che bruciano il tuo cuore si elevano tanto in alto che stanno in atto d’incenerirti. Il tuo amore contenuto è più forte della stessa morte. E tu, volendolo sfogare, guardando il ladrone alla tua destra, lo rubi all’inferno.

Con la tua grazia gli tocchi il cuore e quel ladro è tutto mutato, - ti riconosce, ti confessa per Dio, e tutto contrito dice: “Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. E tu non esiti a rispondergli: “Oggi sarai con me in paradiso”. E così ne fai il primo trionfo del tuo amore.

Ma nel tuo amore vedo che non è al solo ladrone che rubi il cuore, ma anche a tanti morenti. Ah! Tu metti a loro disposizione il tuo sangue, il tuo amore, i tuoi meriti ed usi tutti gli artifizi e stratagemmi divini per toccare i loro cuori e rubarli tutti a te. Ma anche qui il tuo amore è contrastato. Quante ripulse, quante sconfidenze, quante disperazioni! È tanto il dolore, che di nuovo ti riduce al silenzio.(...)

 

Terza parola: A Maria: « Donna, ecco il tuo figlio ». Ed a Giovanni: « Ecco la Madre tua ».

 

Mio Gesù, Crocifisso straziato, le tue pene aumentano sempre di più. Ah, su questa croce tu sei il vero Re dei dolori! Fra tante pene, nessun’anima ti sfugge, anzi dai a ciascuna la tua propria vita. Ma il tuo amore si vede contrastato dalle creature, disprezzato, non curato, e, non potendo sfogare, si fa più intenso, ti dà torture indicibili. In queste torture va investigando che altro può dare all’uomo per vincerlo, e ti fa dire:“Donna, ecco il tuo figlio”, ed a Giovanni: “Ecco la Madre tua”. (...)

La tua voce scende nel suo cuore materno, ed unita alle voci del tuo sangue continua “Madre mia, ti affido tutti i miei figli. Tutto l’amore che senti per me, sentilo per loro. Tutte le tue premure e tenerezze materne siano per i miei figli, tu me li salverai tutti”.

 

La tua Mamma accetta. Intanto le pene sono così forti che ti riducono di nuovo al silenzio.(...)

 

Quarta parola: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? »

 

Penante Gesù, mentre stretta al tuo cuore io mi sto abbandonata, numerando le tue pene, vedo che un tremito convulso invade la tua santissima umanità Le tue membra si dibattono come se uno si volesse distaccare dall’altro, e tra i contorcimenti per gli atroci spasimi, tu gridi forte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

 

A questo grido tutti tremano, le tenebre si fanno più fitte, la impietrita Mamma impallidisce e sviene. Mia Vita, mio Tutto, mio Gesù, che vedo? Ah! tu sei vicino a morire. Le stesse pene tanto a te fedeli, stanno per lasciarti. Ed intanto, dopo tanto patire, con immenso dolore, vedi le anime non tutte incorporate in te, anzi scorgi che molte andranno perdute, e senti la dolorosa separazione di esse che si distaccano dalle tue membra.

 

E tu, dovendo soddisfare la divina giustizia anche per loro, senti la morte di ciascuna e le stesse pene che soffriranno nell’inferno, e gridi forte a tutti i cuori: “Non mi abbandonate Se volete più pene sono pronto, ma non vi separate dalla mia umanità. Questo è il dolore dei dolori, è la morte delle morti. Tutto il resto mi sarebbe nulla, se non subissi la vostra separazione da me. Deh! Pietà del mio sangue, delle mie piaghe, della mia morte. Questo grido sarà continuo ai vostri cuori: deh! Non mi abbandonate!”

 

Amor mio, quanto mi dolgo insieme con te! Tu affanni, la tua santissima testa cade già sul tuo petto, la vita ti abbandona.(...) Ti prego ancora, o mio Gesù, per questo estremo abbandono, di dare aiuto a tante anime amanti, che per averle compagne nel tuo abbandono, par che le privi di te, lasciandole nelle tenebre. Siano o Gesù, le pene di queste come preci che chiamino le anime a te vicino e ti sollevino nel tuo dolore

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta 21. Dall’1 alle 2 del pomeriggio

- Seconda ora di agonia sulla croce Quarta parola: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? »

 

Penante Gesù, mentre stretta al tuo cuore io mi sto abbandonata, numerando le tue pene, vedo che un tremito convulso invade la tua santissima umanità Le tue membra si dibattono come se uno si volesse distaccare dall’altro, e tra i contorcimenti per gli atroci spasimi, tu gridi forte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

 

A questo grido tutti tremano, le tenebre si fanno più fitte, la impietrita Mamma impallidisce e sviene. Mia Vita, mio Tutto, mio Gesù, che vedo? Ah! tu sei vicino a morire. Le stesse pene tanto a te fedeli, stanno per lasciarti. Ed intanto, dopo tanto patire, con immenso dolore, vedi le anime non tutte incorporate in te, anzi scorgi che molte andranno perdute, e senti la dolorosa separazione di esse che si distaccano dalle tue membra.

E tu, dovendo soddisfare la divina giustizia anche per loro, senti la morte di ciascuna e le stesse pene che soffriranno nell’inferno, e gridi forte a tutti i cuori: “Non mi abbandonate Se volete più pene sono pronto, ma non vi separate dalla mia umanità. Questo è il dolore dei dolori, è la morte delle morti. Tutto il resto mi sarebbe nulla, se non subissi la vostra separazione da me. Deh! Pietà del mio sangue, delle mie piaghe, della mia morte.

 

Questo grido sarà continuo ai vostri cuori: deh! Non mi abbandonate!”

Amor mio, quanto mi dolgo insieme con te! Tu affanni, la tua santissima testa cade già sul tuo petto, la vita ti abbandona.(...) Ti prego ancora, o mio Gesù, per questo estremo abbandono, di dare aiuto a tante anime amanti, che per averle compagne nel tuo abbandono, par che le privi di te, lasciandole nelle tenebre. Siano o Gesù, le pene di queste come preci che chiamino le anime a te vicino e ti sollevino nel tuo dolore.

 


Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta 22. Dall’2 alle 3 del pomeriggio -

Terza ora di agonia sulla Croce Quinta Parola: « Ho sete! ». Sesta Parola: « Tutto è consumato! »

 

Quinta Parola: « Ho sete! ». (...)

 

L’amore da cui è avvampato il tuo cuore tutto ti dissecca e brucia E Tu, non potendo contenerlo, senti forte il tormento, non solo della sete corporale, per lo spargimento di tutto il tuo sangue, ma molto più della sete ardente della salute delle anime nostre. Tu, come acqua vorresti beverci per metterci tutti in salvo dentro di Te.

Perciò raccogliendo le tue affievolite forze, gridi: “Ho sete!” Ah! Questa voce la ripeti ad ogni cuore: “Ho sete della tua volontà, dei tuoi affetti, dei tuoi desideri, del tuo amore Acqua più fresca e dolce non puoi darmi che la tua anima. Deh, non farmi bruciare! Ho sete ardente, per cui - non solo mi sento bruciare la lingua e la gola, tanto che non posso più articolare parola, - ma mi sento anche disseccare il cuore e le viscere. Pietà della mia sete, pietà!”

E come delirante per la gran sete, ti abbandoni alla Volontà del Padre.

 

Sesta Parola : « Tutto è consumato! »

 

Morente mio Bene, il mare interminabile delle tue pene, il fuoco che ti consuma e più che tutto il Volere Supremo del Padre, che vuole che tu muoia, non ci fanno più sperare che tu possa continuare a vivere. Ed io, come potrò vivere senza di te? Già le forze ti mancano, gli occhi si velano, il volto si trasforma e si copre di pallore mortale, la bocca è semiaperta, il respiro affannoso ed interrotto, tanto che non vi è più speranza che ti possa rianimare.

Al fuoco che ti brucia, sottentra un gelo ed un sudore freddo che ti bagna la fronte. I muscoli e i nervi si contraggono sempre di più per l’acerbità dei dolori e per le trafitture dei chiodi, le piaghe si squarciano ancora. Ed io tremo, mi sento morire. Ti guardo, o mio Bene, e vedo scendere dai tuoi occhi le ultime lacrime, foriere della vicina morte, mentre a stento fai sentire ancora una parola: “Tutto è consumato!”

O mio Gesù, già tutto hai esaurito, altro non ti resta, l’amore è giunto al suo termine. (...)

 

Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta 22. Dall’2 alle 3 del pomeriggio -

Terza ora di agonia sulla Croce(2) La Morte di Gesù . Settima Parola: « Nelle tue mani, o Padre, raccomando lo spirito mio! »

 

Mio Crocifisso spirante Gesù, già stai per dare gli ultimi aneliti della vita mortale, la tua santissima umanità è già irrigidita, il cuore sembra che più non ti batte.

Con la Maddalena mi abbraccio ai tuoi piedi, e vorrei, se fosse possibile, dare la mia vita per animare la tua. Intanto, o Gesù, vedo che riapri i tuoi occhi moribondi e guardi intorno alla croce, come se volessi dare l’ultimo addio a tutti.

Guardi la tua morente Mamma che non ha più moto e voce, tante sono le pene che sente, e dici: “Addio, Mamma, Io parto, ma ti terrò nel mio cuore. Tu abbi cura dei miei e dei tuoi figli”.

Guardi la piangente Maddalena, il fido Giovanni, e con i tuoi sguardi dici loro: “Addio”. Con amore guardi gli stessi tuoi nemici, e con i tuoi sguardi dici loro: “Io vi perdono, vi do il bacio di pace”.

Al tuo sguardo niente sfugge, da tutti ti licenzi e perdoni a tutti. Poi raccogli tutte le tue forze e con voce forte e tonante gridi: “Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio!” E chinato il capo, spiri...

 

La Morte di Gesù Mio Gesù, a questo grido la natura tutta si sconvolge e piange la tua morte, la morte del suo Creatore. La terra trema forte e, col suo tremito, par che pianga e voglia scuotere gli animi a riconoscerti per vero Dio.

Il velo del tempio si squarcia, i morti risorgono, il sole, che fin ora ha pianto le tue pene, ha ritirata con orrore la sua luce. I tuoi nemici a questo grido s’inginocchiano, si percuotono il petto e dicono: “Veramente costui è il Figlio di Dio!”

 

E la tua Madre, impietrita e morente, soffre pene più dure della morte. Morto mio Gesù, con questo grido tu metti anche noi tutti nelle mani del Padre, perché non ci rigetti.

Perciò gridi forte - non solo con la voce, - ma con tutte le tue pene e con le voci del tuo sangue: “Padre, nelle tue mani metto il mio spirito e tutte le anime!”

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 23 - Dalle 3 alle 4 del pomeriggio.

Gesù, morto, è trapassato dalla lancia e deposto dalla croce

 

O mio Gesù, già sei morto. Ed io, stando nel tuo cuore, comincio già a godere i copiosi frutti della tua redenzione. I più increduli si piegano riverenti innanzi a te, percuotendosi il petto, e ciò che non fecero innanzi al tuo corpo vivente, lo fanno adesso innanzi al tuo corpo esanime.

La natura si scuote, il sole si oscura, la terra freme, gli elementi si risentono e pare che prendono parte alla tua morte dolorosissima. Gli angeli, presi da ammirazione e da amore, a mille a mille scendono dal cielo, ti adorano, ti rendono il tributo della riconoscenza e ti confermano vero nostro Dio.

 

O mio Gesù, anch’io unisco le mie adorazioni alle loro, ti offro la mia gratitudine e tutto l’amore del mio povero cuore. Vedo che il tuo amore non è ancora pago, e per darci un segno ancora più certo, permetti che un soldato si avvicini a te e con una lanciata ti squarci il cuore, facendoti versare le ultime stille di sangue ed acqua ivi ancora racchiuse.

 

O mio Gesù, non permetterai che questa lancia ferisca anche il cuore mio? Ah, sì! Questa sia la lancia che ferisca i miei desideri, i miei pensieri, i miei palpiti, la mia volontà e che mi dia il tuo Volere, i tuoi pensieri e tutta la tua vita di amore e di immolazione. Cuore del mio Gesù, squarciato da questa lancia, sii tu un lavacro per tutte le anime, un rifugio per tutti i cuori, un riposo per tutti gli affranti. È da questa ferita che tu fai uscire la Chiesa, tua diletta sposa, - da qui i sacramenti, - da qui la vita delle anime.

 

Ed io, insieme alla tua Santissima Madre, crudelmente ferita nel cuore, intendo riparare - le offese, gli abusi e le profanazioni che vengono fatte contro la tua Chiesa. In virtù di questa ferita e di Maria Santissima, nostra dolcissima Madre, ti prego di chiudere tutti nel tu

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

Luisa Piccarreta Ora 24 - Dalle 4 alle 5 del pomeriggio.

Sepoltura di Gesù - Desolazione di Maria Santissima.

 

Dolente Mamma mia, vedo che ti disponi all’ultimo sacrificio di dover dare sepoltura al tuo morto Figlio Gesù. Rassegnatissima al Volere del cielo, lo accompagni e, con le tue stesse mani, lo deponi nel sepolcro. Ma, mentre componi quelle membra e fai per dargli l’ultimo addio e l’ultimo bacio, per il dolore ti senti strappare il cuore dal petto.

L’amore t’inchioda su quelle membra, e per forza d’amore e di dolore la tua vita sta per spegnersi insieme col tuo estinto Figlio.

Oh, portento! Mentre pareva estinta insieme con Gesù, sento la sua voce tremante ed interrotta dai singhiozzi, che dice:

 

“Figlio, amato Figlio, era questo l’unico sollievo che mi restava e che dimezzava le mie pene: la tua santissima umanità, sfogarmi su queste piaghe, adorarle, baciarle. Ora, anche questo mi viene tolto, perché il Voler Divino così vuole, ed io mi rassegno. Ma sappi, o Figlio, che lo voglio e non posso. Al solo pensiero di farlo mi mancano le forze e la vita mi sfugge. Deh! Permettimi, o Figlio, per poter avere vita e forza di separarmi, che rimanga sepolta tutta in te e che prenda per me la tua vita, le tue pene, le tue riparazioni e tutto ciò che sei tu. Ah! Solo uno scambio di vita tra te e me può darmi forza per compiere il sacrificio di separarmi da te”.

 

Ma vedo, trafitta Mamma mia, che baci le sue santissime orecchie, e lo chiami e richiami, dicendo: “Figlio mio, possibile che più non mi ascolti, tu che ad ogni mio piccolo cenno mi sentivi? Ed ora piango, ti chiamo e non mi ascolti? Ah, l’amore è il più crudele tiranno! Tu eri per me più che la mia stessa vita, ed ora dovrò sopravvivere a tanto dolore? Perciò, o Figlio, lascio il mio udito nel tuo e prendo per me ciò che ha sofferto il tuo udito santissimo, l’eco di tutte le offese che in esso risuonavano. Solo questo mi può dare vita: le tue pene, i tuoi dolori”.

 

E mentre dici così, è tanto il dolore e le strette al cuore, che perdi la voce e resti senza moto. Povera...

 

Il 15 Marzo sono passati 10 anni dall'inizio del conflitto in Siria. 10 anni senza pace, 10 anni in cui il futuro dei  bambini siriani è appeso a un filo. Bambini che hanno conosciuto violenza, morte, sfollamento e distruzione.

Come ci racconta Alessandra Mastronardi, Ambasciatrice UNICEF che è stata in Libano a visitare uno dei campi profughi siriani: “La guerra finisce quando finisce, non quando non se ne parla più”.

In questo video Alessandra Mastronardi e Stefano Pizzi, Capo delle operazioni UNICEF in Siria, testimoniano le violenze e le conseguenze di questi 10 anni di guerra in Siria e quanto l'intervento dell' UNICEF sia fondamentale per restituire un po' di normalità ai bambini siriani.

Dal 2011, quasi 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti in Siria - un bambino ogni 8 ore e quasi 5.700 bambini sono stati reclutati nei combattimenti. Più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche e relativo personale sono stati attaccati.

Ma in questi 10 anni di conflitto grazie a donatori come te al nostro fianco, abbiamo fatto tanto:

  • circa 900.000 bambini hanno ricevuto vaccinazioni di routine o contro il morbillo;

  • oltre 400.000 bambini sono stati raggiunti con supporto psicosociale;

  • oltre 3,7 milioni di bambini hanno avuto accesso a istruzione formale e informale;

  • oltre 5,4 milioni di persone hanno avuto accesso ad acqua sicura grazie al potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico;

  • quasi 1,4 milioni di persone hanno beneficiato di acqua potabile, servizi igienico sanitari e per l’igiene di base.

Non ci siamo mai arresi e tutto questo è stato possibile anche grazie a sostenitori come te.
 
La guerra non sta solo distruggendo il presente dei bambini in Siria, sta minacciando il loro futuro.

In questi anni non ci siamo mai arresi e l'UNICEF continuerà a fornire assistenza ai bambini siriani, garantendo loro la dignità che meritano e tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere sani e continuare a coltivare i loro sogni. Potremo fare tutto questo solo con te al nostro fianco.

Grazie per la tua vicinanza, per il tuo sostegno.

Se vuoi continuare a sostenere i bambini siriani clicca qui. Grazie di cuore.

Il 15 Marzo sono passati 10 anni dall'inizio del conflitto in Siria. 10 anni senza pace, 10 anni in cui il futuro dei  bambini siriani è appeso a un filo. Bambini che hanno conosciuto violenza, morte, sfollamento e distruzione.

Come ci racconta Alessandra Mastronardi, Ambasciatrice UNICEF che è stata in Libano a visitare uno dei campi profughi siriani: “La guerra finisce quando finisce, non quando non se ne parla più”.

In questo video Alessandra Mastronardi e Stefano Pizzi, Capo delle operazioni UNICEF in Siria, testimoniano le violenze e le conseguenze di questi 10 anni di guerra in Siria e quanto l'intervento dell' UNICEF sia fondamentale per restituire un po' di normalità ai bambini siriani.

Dal 2011, quasi 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti in Siria - un bambino ogni 8 ore e quasi 5.700 bambini sono stati reclutati nei combattimenti. Più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche e relativo personale sono stati attaccati.

Ma in questi 10 anni di conflitto grazie a donatori come te al nostro fianco, abbiamo fatto tanto:

  • circa 900.000 bambini hanno ricevuto vaccinazioni di routine o contro il morbillo;

  • oltre 400.000 bambini sono stati raggiunti con supporto psicosociale;

  • oltre 3,7 milioni di bambini hanno avuto accesso a istruzione formale e informale;

  • oltre 5,4 milioni di persone hanno avuto accesso ad acqua sicura grazie al potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico;

  • quasi 1,4 milioni di persone hanno beneficiato di acqua potabile, servizi igienico sanitari e per l’igiene di base.

Non ci siamo mai arresi e tutto questo è stato possibile anche grazie a sostenitori come te.
 
La guerra non sta solo distruggendo il presente dei bambini in Siria, sta minacciando il loro futuro.

In questi anni non ci siamo mai arresi e l'UNICEF continuerà a fornire assistenza ai bambini siriani, garantendo loro la dignità che meritano e tutto ciò di cui hanno bisogno per crescere sani e continuare a coltivare i loro sogni. Potremo fare tutto questo solo con te al nostro fianco.

Grazie per la tua vicinanza, per il tuo sostegno.

Se vuoi continuare a sostenere i bambini siriani clicca qui. Grazie di cuore.

 

Comitato Italiano per l’UNICEF - Fondazione Onlus - Via Palestro, 68 - 00185 Roma
Numero Verde 800745000
Codice Fiscale 015 619 205 86 | www.unicef.it

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo

 

Luisa Piccarreta Ora 24 - Dalle 4 alle 5 del pomeriggio. Desolazione di Maria Santissima

 

 

(2) Povera Mamma mia, povera Mamma mia, quanto ti compatisco! Quante morti crudeli non subisci! Dolente Mamma, il Volere Divino si impone e ti mette in moto. Tu guardi il suo santissimo volto, lo baci ed esclami: “Adorato Figlio, come sei sfigurato! Ah, se l’amore non mi dicesse che sei il Figlio mio, la mia Vita, il mio Tutto, non più ti riconoscerei, tanto sei irriconoscibile! La tua natia bellezza si è trasformata in deformità, le [tue] purpuree gote sono cambiate in lividure. La luce e la grazia che emanava il tuo bel volto, che vederti e rimanere beatificata era lo stesso, si è convertita in pallore di morte, o Figlio amato.

Figlio, come sei ridotto!

Che brutto lavorio ha fatto il peccato sulle tue santissime membra! Ah, come la tua indivisibile Mamma vorrebbe restituirti la tua primiera bellezza! Voglio fondere il mio volto nel tuo e prendere per me il tuo, e gli schiaffi, gli sputi, i disprezzi e tutto ciò che hai sofferto nel tuo volto santissimo.

Ah, Figlio, se mi vuoi viva, dammi le tue pene, altrimenti io muoio!” Già sei sulla sua bocca e, baciandola, ti senti amareggiare le labbra per l’amarezza del fiele, che tanto ha amareggiato la bocca di Gesù.

 

Singhiozzando, continui: “Figlio mio, dì un’ultima parola alla tua Mamma. Possibile che non dovrò più ascoltare la tua voce? Tutte le parole che mi hai detto in vita, come tante frecce, mi feriscono il cuore di dolore e di amore. Ed ora, vedendoti muto, si rimettono in moto nel mio lacerato cuore, dandomi innumerevoli morti. Ed a viva forza vorrebbero strappare un’ultima tua parola, ma non avendola, mi straziano e mi dicono:

“Sicché non più lo ascolterai, non sentirai più il suo dolce accento, la melodia della sua parola creatrice, che tanti paradisi creava in te per quante parole diceva”.

 

Ah! Il mio paradiso è finito e non avrò altro che amarezze. Ah, Figlio! Voglio darti la mia lingua per animare la tua. Dammi ciò che tu hai sofferto nella tua santissima bocca: - l’amarezza del fiele, la tua sete ardente, le tue riparazioni e preghiere.

Così, sentendo la tua voce per mezzo di queste, il mio dolore sarà più sopportabile e la tua Mamma potrà vivere mediante le tue pene”

 

Le Ore de la Passione di nostro Signore Gesù Christo Luisa Piccarreta

 

Ora 24 - Dalle 4 alle 5 del pomeriggio.

Desolazione di Maria Santissima

 

(3) Desolazione di Maria Santissima Ma vedo che sei costretta a ritornare a Gerusalemme dalla via donde venisti. Appena pochi passi, e già ti si fa innanzi la croce, sulla quale Gesù tanto ha sofferto ed è poi morto. Tu corri, l’abbracci e, vedendola tinta di sangue, uno per uno, si rinnovano nel tuo cuore i dolori che Gesù ha sofferto su di essa.

Ma non potendo contenere il dolore, singhiozzando, esclami: “O croce, come?! Così crudele con mio Figlio? Ah, in nulla lo hai risparmiato! Che male ti aveva fatto? Non hai permesso a me, dolente mamma, di dargli neppure un sorso d’acqua mentre lo chiedeva, e alla bocca riarsa hai dato fiele ed aceto. Il mio cuore trafitto me lo son sentito liquefare ed avrei voluto apprestare a quelle labbra il mio cuore liquefatto per dissetarlo, ma ebbi il dolore di vedermi respinta.

 

O croce, crudele sì, ma santa, perché divinizzata e santificata dal contatto del mio Figlio! Quella crudeltà che usasti con lui, ricambiala in compassione per i miseri mortali. E per le pene che ha sofferto su di te, impetra grazia e forza alle anime che soffrono, affinché nessuna si perda per causa di tribolazioni e croci. Troppo mi costano le anime, mi costano la vita d’un Figlio-Dio.

Ed io, come Corredentrice e Madre, le lego a te, o croce”. E baciandola e ribaciandola, parti.

 

Povera Mamma, quanto ti compatisco! Ad ogni passo ed incontro sorgono nuovi dolori che, crescendo nella loro immensità e rendendosi più amari, t’inondano, ti affogano e ad ogni istante ti senti morire.(...) Ora tu ne vedi il terreno inzuppato, ti getti a terra e, mentre baci quel sangue, ti sento dire: “Angeli miei, venite a mettervi a guardia di questo sangue, affinché non sia calpestata e profanata nessuna goccia”.(...)

 

Ma un dolore non aspetta l’altro. Come tendi l’orecchio, ti senti assordare dall’eco delle voci delle creature; ciascuna varietà di voce di creatura ti penetra dalle orecchie al cuore, trafiggendolo, e tu ripeti il tuo ritornello: “Figlio, come hai sofferto!” Ma non è ancora tutto, trafitta Mamma.

Tutte le tue pene, riunendosi insieme, fanno eco nel tuo cuore e te lo trafiggono, non con sette spade, ma con mille e mille spade, molto più che, avendo in te il cuore divino di Gesù, che contiene tutti i cuori e nel cui palpito ravvolge i palpiti di tutti, come palpita dice:

Anime! Amore! E tu, dal palpito Anime!, nel tuo palpito ti senti scorrere tutti i peccati e ti senti dare morte, e nel palpito Amore!, ti senti dare vita; sicché stai in continuo atto di morte e di vita.

 

28° Giorno -

La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà.

 

Il Limbo. L'aspettazione. (La) vittoria sulla morte. La Risurrezione.

Lezione della Regina e Madre desolata: Figlia carissima, grazie della tua compagnia.

Ma se vuoi che la tua compagnia mi sia dolce e cara e portatrice di sollievo al mio trafitto cuore, voglio trovare in te la Volontà Divina operante, dominante e che non ceda alla tua volontà neppure un respiro di vita.

Allora sì, ti scambierò col mio Figlio Gesù, perché stando la sua Volontà in te, in Essa sentirò Gesù nel tuo cuore Ed oh, come sarò felice di trovare in te il primo frutto delle sue pene e della sua morte.

(Nel) trovare nella figlia mia il mio amato Gesù, le mie pene si cambieranno in gioie ed i miei dolori in conquiste. Ora, ascoltami, figlia dei miei dolori.

 

Non appena il mio caro Figlio spirò, scese nel Limbo come trionfatore ed apportatore di gloria e di felicità, in quel carcere dove si trovavano tutti i Patriarchi e Profeti, il primo padre Adamo, il caro San Giuseppe ed i miei santi genitori, e tutti quelli che, in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore, si erano salvati. Io ero inseparabile dal Figlio mio, e neppure la morte me lo poteva togliere.

Quindi nella foga dei miei dolori lo seguii nel Limbo e fui spettatrice della festa, dei ringraziamenti, che tutta quella grande turba di gente diede al Figlio mio, che aveva tanto sofferto e il cui primo passo era stato verso di loro, per beatificarli e portarli con sé nella celeste gloria.

Sicché, come morì, così incominciarono le conquiste, la gloria per Gesù e per tutti quelli che lo amavano.

Questo, figlia cara, è simbolo di come, (quando) la creatura fa morire la sua volontà con l'unione della Volontà Divina, incominciano le conquiste nell'ordine divino, la gloria, la gioia, anche in mezzo ai più grandi dolori.

Quindi, ad onta che gli occhi dell'anima mia seguirono il mio Figlio (e) mai lo perdetti di vista, pure in quei tre giorni che stette sepolto, io sentivo tale ansia di vederlo risorto, che andavo ripetendo nella mia foga d'amore:

"Sorgi, Gloria mia! Sorgi, Vita mia!" I miei desideri erano ardenti, i miei sospiri di fuoco, fino a sentirmi consumare

 

La Risurrezione. La vittoria sulla morte.

 

Egli era tutto maestà! Che atto solenne! La Regina del cielo nel Regno della Divina Volontà-

28° Giorno

 

Ora, in queste ansie, vidi che il mio caro Figlio, accompagnato da quella gran turba di gente, uscì dal Limbo in atto di trionfo, e si portò al sepolcro.

Era l'alba del terzo giorno, e come tutta la natura lo pianse, così ora gioiva, tanto che il sole anticipò il suo corso per essere presente nell'atto in cui il mio Figlio risuscitava.

Ma, oh meraviglia, prima che risorgesse, fece vedere a quella turba di gente la sua SS. umanità sanguinante, piagata, sfigurata, come era stata ridotta per amor loro e di tutti.

Tutti furono commossi ed ammirarono gli eccessi d'amore ed il grande portento della Redenzione. Ora, figlia mia, oh, come ti vorrei presente nell'atto in cui risuscitò mio Figlio! Egli era tutto maestà.

La sua Divinità unita alla sua anima (fece) scaturire mari di luce e di bellezza incantevoli, da riempire cielo e terra, e come trionfatore, facendo uso del suo potere, comandò alla sua morta umanità, che ricevesse di nuovo la sua anima e che risorgesse trionfante e gloriosa a vita immortale.

Che atto solenne!

 

Il mio caro Gesù trionfava sulla morte dicendo: "Morte, tu non sarai più morte, ma vita!" Con quest'atto di trionfo, metteva il suggello che era Uomo e Dio. E con la sua Risurrezione confermava la sua dottrina, i miracoli, la vita dei Sacramenti e tutta la vita della Chiesa. E non solo, ma dava il trionfo sulle volontà umane affievolite e quasi spente nel vero bene, (per) far trionfare sopra di esse la vita di quel Volere Divino, che doveva portare alle creature la pienezza della Santità e di tutti i beni. E nel medesimo tempo gettava nei corpi, in virtù della sua Risurrezione, il germe di risorgere alla gloria imperitura.

 

Figlia mia, la Risurrezione del mio Figlio racchiude tutto, dice tutto, conferma tutto, ed è l'atto più solenne che egli fece per amore delle creature.

Ora ascoltami, figlia mia. Ti voglio parlare da Mamma che ama assai la figlia sua. Voglio dirti che significa fare la Volontà Divina e vivere di essa, e l'esempio te lo diamo mio Figlio ed io.

La nostra vita fu cosparsa di pene, di povertà, di umiliazioni, fino a vedere morire di pene il mio amato Figlio, ma in tutto ciò correva la Volontà Divina.

Essa era la vita delle nostre pene, e noi ci sentivamo trionfanti e conquistatori, da cambiare la stessa morte in vita. Tanto che, nel vedere il gran bene, volontariamente ci esibivamo a patire, perché stando in noi la Divina Volontà, nessuno si poteva imporre su di essa né su di noi. Il patire stava in nostro potere e lo chiamavamo come alimento e trionfo della Redenzione, da poter portare tutto il bene al mondo intero.

Ora, figlia cara, se la tua vita (e) le tue pene avranno per centro di vita la Divina Volontà, sii certa che il dolce Gesù se ne servirà di te e delle tue pene per dare aiuto, luce (e) grazia a tutto l'universo.

Perciò fatti coraggio. La Divina Volontà sa fare cose grandi dove essa regna, ed in tutte le circostanze specchiati in me e nel tuo dolce Gesù e cammina avanti.

 

La Divina Volontà forma la completa risurrezione dell’anima in Dio.

Libro di Cielo - 19 Aprile 4, 1926 Luisa Piccarreta

 

(4) Dopo ciò stavo pensando alla Resurrezione di Nostro Signore, e ritornando di nuovo ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, la mia Resurrezione completò, suggellò, mi restituì tutti gli onori e chiamò a vita tutte le opere mie che feci nel corso della mia Vita sulla terra, e formò il germe della resurrezione delle anime, e fin dei corpi nell’universale giudizio.

Sicché, senza la mia Resurrezione, la mia Redenzione sarebbe stata incompleta e le mie più belle opere sarebbero state sepolte.

Così l’anima, se non risorge del tutto nella mia Volontà, - tutte le opere sue restano incomplete, e se il freddo nelle cose divine serpeggia, - le passioni l’opprimono, - i vizi la tiranneggiano, formeranno la sepoltura dove seppellirla, perché mancando la Vita della mia Volontà, - mancherà chi farà risorgere il fuoco divino, - mancherà chi d’un solo colpo uccida tutte le passioni e faccia risorgere tutte le virtù.

 

La mia Volontà è più che sole che - eclissa tutto, - feconda tutto, - converte tutto in luce e forma la completa resurrezione dell’anima in Dio”

 

Libro di Cielo 14 Settembre 1, 1922

Luisa Piccarreto - L’amore respinto si converte in fuoco di castigo.

 

(1) Trovandomi nel solito, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto affannato ed oppresso, ma quello che l’opprimeva di più erano le fiamme del suo amore, che mentre uscivano da Lui per sprigionarsi, erano costrette dall’ingratitudine umana ad imprigionarsi di nuovo.

Oh! come il suo cuore santissimo ne restava soffocato dalle sue stesse fiamme, e chiedeva refrigerio.

Onde mi ha detto: (2) “Figlia mia, sollevami, che non ne posso più; le mie fiamme mi divorano, lasciami allargare il tuo cuore per potervi mettere il mio amore respinto ed il dolore del mio stesso amore, ahi! le pene del mio amore superano tutte le mie pene insieme”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, metteva la sua bocca al posto del mio cuore e lo alitava forte, in modo che mi sentivo gonfiare, poi me lo toccava con le sue mani, come se lo volesse allargare e ritornava ad alitarlo; io mi sentivo come se volessi crepare, ma non dandomi retta ritornava ad alitarlo. Dopo che lo ha alitato ben bene, con le sue mani lo ha chiuso, come se mettesse un suggello, in modo che non c’era speranza che potessi ricevere sollievo, dicendomi:

(4) “Figlia del cuor mio, ho voluto chiudere col mio suggello il mio amore ed il mio dolore che ho messo in te, per farti sentire quanto è terribile la pena dell’amore contenuto, dell’amore respinto. Figlia mia, pazienza, tu soffrirai molto, è la pena più dura; ma è il tuo Gesù, la tua vita, che vuole questo sollievo da te”.

(5) Lo sa solo Gesù quello che sentivo e soffrivo, perciò credo che sia meglio farne a meno di dirlo sulla carta. Onde avendo passato una giornata da sentirmi continuamente morire, alla notte, ritornando il mio dolce Gesù, voleva ritornare a più gonfiarmi la parte del cuore, ed io gli dicevo: “Gesù, non ne posso più; non posso contenere quello che tengo, e vuoi aggiungere altro?” E Lui prendendomi fra le sue braccia per darmi la forza, mi ha detto:

(6) “Figlia mia, coraggio, lasciami fare, è necessario, altrimenti non ti darei tanta pena, i mali sono giunti a tanto, che c’è tutta la necessità che tu soffra al vivo le mie pene, come se di nuovo stessi vivente sulla terra. La terra sta per sprigionare fiamme per castigare le creature; il mio amore che corre verso di loro per coprirle di grazie, respinto si cambia in fuoco per colpirle, sicché l’umanità si trova in mezzo a due fuochi: fuoco dal Cielo e fuoco dalla terra. Sono tanti i mali, che questi fuochi stanno per unirsi, e le pene che ti faccio soffrire scorrono in mezzo a questi due fuochi ed impediscono che si uniscano insieme; se ciò non facessi, per la povera umanità è tutto finito. Perciò lasciami fare, Io darò la forza e sarò con te”.

(7) Ora, mentre ciò diceva, ritornava ad alitarmi, ed io, come se non ne potessi più, lo pregavo che mi toccasse con le sue mani per sostenermi e darmi la forza, e Gesù mi ha toccato, sì, prendendomi il cuore fra le mani e stringendolo tanto forte che lo sa Lui solo quello che mi ha fatto sentire. Ma non contento di ciò mi ha stretto forte la gola con le sue mani, che mi sentivo spezzare le ossa, i nervi della gola, da sentirmi soffocare. Onde dopo che mi ha lasciato in quella posizione per qualche tempo, tutto tenerezza mi ha detto:

(8) “Coraggio, in questo stato si trova la presente generazione, e di tutte le classi, sono tali e tante le passioni che la dominano, che sono affogate dalle stesse passioni e dai vizi più brutti, il marciume, il fango è tanto che sta per sommergerle; ecco perciò ho voluto farti soffrire la pena di soffocarti la gola, questa è pena degli eccessi estremi, ed Io non potendo sostenere più nel vedere l’umanità soffocata dai suoi stessi mali, ne ho voluto da te una riparazione.

 

“Era il grido dell’umanità sommersa dalle passioni, che stringendomi la gola” La Divina Voluntà Ma sappi però che questa pena la soffrii anche Io quando mi crocifissero, mi stirarono tanto sulla croce, che tutti i nervi me li stirarono tanto, che me li sentivo spezzare, attorcigliare, e quelli della mia gola ne portarono una pena e stiratura maggiore, da sentirmi soffocato.

Era il grido dell’umanità sommersa dalle passioni, che stringendomi la gola, mi affogava di pene.

Fu tremenda ed orribile questa mia pena, come mi sentivo stirare i nervi, le ossa della gola, da sentirmeli spezzare tutti i nervi della testa, della bocca, fin degli occhi; fu tale la tensione che ogni piccolo moto mi faceva sentire pene mortali.

Ora mi rendevo immobile, ed ora mi contorcevo tanto, che sbattevo in modo orribile sulla croce, che gli stessi nemici ne restavano terrorizzati.

Perciò ripeto, coraggio, la mia Volontà ti darà forza a tutto”.

 

Libro di Cielo 1

Luisa Piccarreta Gesù in Sacramento e la resurrezione dei nostri corpi alla gloria.

 

(204) Ora, mentre vedevo Gesù o il sacerdote che celebrava il Divino Sacrificio, Gesù mi faceva capire che nella messa c’è tutto il fondo della nostra sacrosanta religione. Ah! sì, la messa ci dice tutto e ci parla di tutto.

La messa - ci ricorda la nostra Redenzione, - ci parla a parte a parte delle pene che Gesù patii per noi, - ci manifesta ancora l’Amore immenso che non fu contento di morire sulla croce, ma volle continuare lo stato di vittima nella Santissima Eucarestia.

La messa ci dice pure che i nostri corpi disfatti, inceneriti dalla morte, risorgeranno nel giorno del giudizio insieme con Cristo a vita immortale e gloriosa.

Gesù mi faceva comprendere - che la cosa più consolante per un cristiano, - ed i misteri più alti e sublimi della nostra santa religione sono: Gesù in Sacramento e la resurrezione dei nostri corpi alla gloria.

Sono misteri profondi che li comprenderemo solo al di là delle stelle, ma Gesù in Sacramento ci lo fa quasi con mano toccare in più modi. In primo, la sua Resurrezione. In secondo il suo stato di annientamento sotto di quelle specie, ma pure è certo che Gesù ci sta vivo e vero. Poi, consumate quelle specie, la sua reale presenza non più esiste.

Di poi consacrate quelle specie, di nuovo viene ad acquistare il suo stato Sacramentato. Così Gesù in Sacramento ci ricorda la resurrezione dei nostri corpi alla gloria, come Gesù, cessando il suo stato Sacramentato risiede nel seno di Dio, suo Padre, così noi, cessando la nostra vita, le anime nostre vanno a fare la loro dimora nel Cielo, nel seno di Dio.

 

Ed i nostri corpi restano consumati, sicché si può dire che non più esisteranno.

Ma poi con un prodigio dell’Onnipotenza di Dio, i nostri corpi acquisteranno nuova vita, e unendosi coll’anima andranno insieme a godere la beatitudine eterna.

Si può dare cosa più consolante per un cuore umano, che non solo l’anima, ma anche il corpo deve bearsi negli eterni contenti?

A me sembra che in quel gran giorno succederà come quando il cielo è stellato ed esce il sole, che avviene? Il sole, con la sua immensa luce assorbe le stelle e le fa scomparire, ma le stelle esistono. Il sole è Dio, e tutte le anime beate sono stelle. Iddio con la sua immensa luce ci assorbirà tutti in Sé, in modo che esisteremo in Dio, e nuoteremo nel mare immenso di Dio.

Oh! quante cose ci dice Gesù in Sacramento, ma chi può dirle tutte? Davvero che andrei troppo per le lunghe (...)

 

    Nel Fiat!


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