Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

POESIE

 

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Silloge dedicata ai due Santi di Assisi

 

 

FRANCESCO E CHIARA

******

 

 

SEMI DISPERSI



Erano
due semi dispersi
che l'alito di Dio
depose vicini.
Inaspettatamente,
misero radici.

I loro corpi
come legno di sandalo
divamparono
nel rogo incandescente
dell'Amore...
Lasciando
nell'aria di Assisi
l'intenso profumo della santità.

Come un convolvolo
che si dissolve nel vento,
come un'eterea bolla
di sapone,
rapidamente,
il vostro sogno vi consuma...

 

 

 


MIRAGGIO


Quale misterioso istinto,
quale forza
ci condussero a te?
Nel deserto accecante
dello smarrimento,
sotto il sole cocente
dell'indifferenza,
l'Eterno ha destato
dune bianche e sorgenti
presso cui abbiamo sostato
in preghiera con Te, Cristo,
evanescente miraggio dapprima,
dopo visibile croce.

 

 

 

COME SAMUELE



Nacqui, portando in me
senza saperlo,
il segreto senza tempo
dell'Amore...

Tu mi chiamasti
(chissà quante volte!)
mio Dio
ma, come Samuele,
anch'io non t'ascoltavo.

Poi T'incontrai in ogni uomo
che mi passava accanto.
E subito conobbi
il mio destino.

 

 


 

 

 

 


AL CROCIFISSO DI SAN DAMIANO


Hai letto dentro di me
l'angoscia della solitudine,
l'irrequietezza del mio spirito
che Ti cercava.

Hai letto dentro di me
la trasognata ingenuità
della mia anima.


E alfine mi hai parlato,
mio Signore,
con parole lievi.

La tua voce era
una melodia misteriosa,
un canto di richiamo
che io ascoltai
e i Tuoi occhi dolorosi
trasmettevano incerti messaggi
che io raccolsi e decifrai.


Poi non ebbi cuore
per respingere il Tuo amore,
per rifiutarlo.

Ebbi mani per raccoglierlo
e costruire,
bocca per sorridergli
e lottare,
forza per viverlo
e per morire.

 

 

 

 

 

 

 

 




TORMENTO DI FRANCESCO SULLA VERNA


Veleggiavo verso la mia meta
con quella calma sicurezza
che all'anima dà
la realizzazione d'un sogno
a cui da tempo si anela.

Ma Tu m'offristi
la nuda panca del rifiuto
su cui m'inginocchiai.

E le mie parole, i miei gesti,
la mia solitudine
si fusero
in una dolorosa corona di spine
che nulla aveva di mistico

Ed io non avevo più voce
nè silenzi bastevoli
per pregarTi, chino sotto l'albero
nodoso e contorto
dell'amarezza.

Dio mio, Dio mio
non mi abbandonare...

 

Da quelle Tue mani forate
sgorgava e su di me s'espandeva
un presentimento,
il presagio dell'Amore
che avresti riversato
nel mio cuore...

Ma quel sogno
rimaneva sospeso in croce,
irrealizzabile,
mentre il vento seminava
foglie morte sul mio cuore,
gelo sulla mia anima,
un velo di sofferenza
sul mio corpo...

Dio mio, Dio mio
non mi hai abbandonato.
In me, trafitto,
Cristo ha ripreso vita.

 

 

 

 

 




Ti ho incontrato
sul sentiero lastricato di sogni
che si snodava
dinanzi alla mia fanciullezza,
ho adeguato il mio passo
al tuo
e in questa anelante ricerca
della Fede,
insensata per gli altri,
procedemmo affiancati,
mio caro compagno di viaggio.

Le nostre anime
si fusero in una, talvolta,
imprevedibilmente rapite
da questa dolce, santa follia,
componendo arditamente
tra chiaroscuri di dubbi
e di certezze,
il disegno di Dio.

Ora tu mi precedi,
caro compagno di viaggio,
su questo sentiero
lastricato di santità.

Sia pure incerta,
anch'io proseguirò
seguendo la fulgida impronta
delle tue orme lievi...

 

PENSIERI DI CHIARA PER FRANCESCO

 

 

 

 

 

ASSISI 27 OTTOBRE 1986


Ognuno preghi il suo Dio.

Il Dio dei popoli
parla tutte le lingue.

Ognuno desideri la pace.

Il Dio dei popoli
la seminerà in ogni cuore.

 


 

 

 

 

ASSISI


Rami d'edera e rossi gerani,
arditi,
scalano archi e mura
al vento senza età di Assisi.

Quieti piccioni volano
nel silenzio grave
scrollando timidamente
il capo grigioverde..

Assisi, dove placido dorme
il Santo fratello del sole
e della morte
e Chiara a mani giunte prega,
bianca nella sua santità.

Riposano gli occhi stanchi
vagando
nel pieno e tenero verde
dell'Umbria
e nel cuore, profonda e armonica
riposa
una voce di pace,
di cose antiche e sacre.

 

 

 

 

 

 

 

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