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IL GUARDIANODEL FARO
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                            Paolo Roca (Il Guardiano 
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                            sono state curate da Cartantica.
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                    LA STRADA DI SAN MICHELE
                     
                    
                    
                    La strada di S. Michele si snoda lungo 
                      una direttrice molto studiata dagli esperti del settore 
                      a partire dal nord della Francia fino al sud dell’Italia.
                      Nei prossimi giorni ci apprestiamo ad un Pellegrinaggio 
                      sui luoghi legati a San Pio da Pietrelcina e saremo in tanti 
                      : due pulman, più di 100 persone ! Tra le mete del 
                      Pellegrinaggio c’è Monte Sant’Angelo.
                      Il Santuario è considerato da molti studiosi il terminale 
                      di un percorso italo-francese che collega vari Santuari 
                      dedicati proprio a questo Arcangelo : Michele. Bisogna sottolineare 
                      che il percorso si snoda in gran parte lungo la cosiddetta 
                      via francigena, quella percorsa dai pellegrini che si dirigevano 
                      verso Roma e successivamente anche da coloro che si recavano 
                      in Terra Santa.
                    
                    
                     Una curiosità: i pellegrini si 
                      distinguevano dalle insegne che portavano e che indicavano 
                      la destinazione prescelta: la conchiglia per Santiago di 
                      Compostela, la croce per Gerusalemme e la chiave per San 
                      Pietro a Roma.
                    L’itinerario che ci interessa tocca 
                      i santuari di: Mont Saint Michel, Sacra di San Michele, 
                      San Galgano e Monte S. Angelo, in un percorso molto affascinante 
                      e ricco di storia, di tradizioni e di leggende. Proviamo 
                      a percorrerlo brevemente insieme. 
                    
                    Mont Saint-Michel è una località 
                      che si trova nel nord della Francia. La leggenda narra che 
                      l’Arcangelo Michele apparve al Vescovo Sant’Uberto 
                      chiedendogli di costruire una chiesa sulla roccia del luogo 
                      e poiché il vescovo rimaneva sordo ai suoi richiami, 
                      Michele gli toccò la testa perforandola, ma lasciandogli 
                      intatte tutte le facoltà vitali (il cranio è 
                      conservato nella Cattedrale di Avranches); il Vescovo quindi 
                      si convinse ed edificò una chiesa che prese il nome 
                      di Monte san Michele. Una curiosità : l’intera 
                      rocca su cui svetta la Cattedrale ha la peculiarità 
                      di diventare un’isola quando l’alta marea la 
                      circonda di acqua, rendendola perciò irraggiungibile 
                      dalla terra, ritornando ad essere praticabile quando l’acqua 
                      si ritira
                    
                    La Sacra di San Michele, nelle vicinanze 
                      di Torino, è un complesso costruito sulla cima del 
                      monte Pirchirano. La dedicazione del luogo a S. Michele 
                      è dovuto al fatto che sin dal VI secolo vi dominarono 
                      i longobardi che avevano come protettore proprio tale Arcangelo. 
                      I primi monaci vi si stabilirono a partire dal X secolo. 
                      La denominazione di “Sacra” è dovuta 
                      al fatto che la prima consacrazione, sulla vetta del monte, 
                      fu per una Chiesetta la cui edificazione era fatta risalire 
                      ad “origini celesti”.
                      La Sacra si trova a pochi chilometri dal confine francese 
                      e alle pendici del monte passava la via francigena. Anche 
                      qui una curiosità : la chiesa di San Michele è 
                      incastonata nella vetta della montagna e all’interno 
                      di essa sono visibili le rocce del monte che fanno un tutt’uno 
                      con la costruzione, costituendone saldamente le fondamenta. 
                    
                    
                      
                    
                    Galgano Guidotti era un cavaliere di nobile 
                      discendenza che, come era d’uso a quei tempi, per 
                      vari anni si era dedicato al mestiere delle armi, finchè 
                      non gli apparve in sogno l’Arcangelo Michele. Da quel 
                      momento decise di cambiar vita. La leggenda narra che un 
                      giorno il suo cavallo si fermò presso una radura, 
                      rifiutandosi di andare avanti e Galgano interpretò 
                      questo segno come se l’Arcangelo Michele gli indicasse 
                      dove costruire una chiesa; cosa che il Cavaliere fece, dedicandosi 
                      da allora all’eremitaggio. Al di là delle leggende, 
                      rimangono comunque i resti della grande Abbazia costruita 
                      sul luogo e che nella sua struttura racchiude vari enigmi. 
                      Ancora oggi, anche se rimangono solo le mura perimetrali 
                      essendo crollato il tetto, essa è studiata per la 
                      perfetta acustica tanto da essere luogo prediletto per i 
                      concerti. La curiosità: quando San Galgano decise 
                      di cambiare vita confisse la sua spada in una roccia che 
                      è ancora oggi visibile : anche l’Italia ha 
                      la sua Spada nella Roccia !
                     
                    
                    
                    Monte S. Angelo è uno dei luoghi 
                      più suggestivi tra quelli dedicati a S. Michele, 
                      culla di tradizioni pagane sin dall’antichità, 
                      ricco di riti e di magie. Il culto a S. Michele risale al 
                      493 dopo che l’Arcangelo Michele apparve al Vescovo 
                      di Siponto. Anche di questo fatto ci sono varie versioni 
                      e altre leggende raccontano di fatti prodigiosi legati al 
                      posto. Intorno alla primitiva chiesa sorse piano piano il 
                      paese, che da sempre è meta di pellegrinaggi e proprio 
                      per questo intorno al Santuario fioriscono case di accoglienza, 
                      alberghi, ostelli, ecc. A testimonianza della sacralità 
                      del luogo c’è una iscrizione all’ingresso 
                      della Chiesa che recita: "Terribilis est locus iste 
                      hic domus est dei et porta coeli" ( Questo è 
                      un luogo terribile, questa è la casa di Dio e la 
                      porta del cielo).
                      La curiosità: nel 1656 la zona del Gargano venne 
                      sconvolta da una terribile epidemia di peste; fu invocato 
                      San Michele Arcangelo che indicò di prendere delle 
                      pietre dalla cripta, tracciare su di esse una croce e distribuirle 
                      agli ammalati. Dai documenti del tempo è riportato 
                      che tale rimedio funzionò perfettamente! 
                     
                    *******
                    
                      Chi scrive ha già visitato più volte i tre 
                      luoghi italiani sopra descritti e la cosa che mi ha sempre 
                      colpito ogni volta che entravo in uno di essi è sempre 
                      stata la profonda sacralità e la spiritualità 
                      tangibile nell’aria. Tra i tanti ricordi c’e 
                      ne è uno che mi è particolarmente caro. La 
                      prima volta che sono andato a visitare la Sacra di San Michele 
                      dopo aver percorso a piedi - come è obbligatorio 
                      - l’ultimo tratto in salita, avvolto dalla calma e 
                      dalla serenità che solo un bosco può dare, 
                      all’improvviso mi sono trovato davanti l’imponente 
                      costruzione, stagliata sullo sfondo azzurro del cielo, mentre 
                      il vento era l’unica voce che interrompeva un silenzio 
                      irreale al quale non ero più abituato. L’imponente 
                      portone era semiaperto e entrando non si poteva non notare 
                      un cartello di “benvenuto” che recava scritto 
                      : “… la condurrò nel deserto e parlerò 
                      al suo cuore” (Osea 2,16) . Devo confessare che mi 
                      sono fermato un attimo, ansimante per la salita, frastornato 
                      dal silenzio ma soprattutto colpito da quella frase perché 
                      in effetti c’era il “deserto” e c’era 
                      anche Chi – in silenzio – parlava al mio cuore.
                    
                    Foto fornite da Cartantica
                     
                     
                     
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