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                    UNO SPUNTO DI MEDITAZIONE
                     
                    
                    Uno spunto di meditazione spesso ci è 
                      fornito da una preghiera, da una lettura o da un brano della 
                      Bibbia. Ma anche un panorama, un affresco o un quadro possono 
                      offrire lo stimolo per dare il via a questo esercizio della 
                      mente. Se poi a tutto questo si unisce il gusto della ricerca, 
                      della scoperta e del desiderio di approfondire certe tematiche 
                      il gioco è fatto : l’intelletto si può 
                      esercitare ad elaborare le informazioni in suo possesso 
                      alla luce della nuova scoperta, pervenendo così ad 
                      un aggiornamento e ad un arricchimento del bagaglio culturale.
                    Uno dei miei passatempi preferiti è 
                      quello di scoprire piccoli dettagli poco noti, aneddoti, 
                      curiosità di ciò che mi sta intorno, in particolare 
                      di quelle cose che “credo” di conoscere bene 
                      o sulle quali “penso” non ci sia più 
                      nulla da scoprire.
                      Perciò quando sono venuto a conoscenza di un particolare 
                      a me sconosciuto presente negli affreschi di Michelangelo 
                      della Cappella Sistina ho provato una gioia immensa per 
                      la scoperta e ho cercato di approfondire ciò che 
                      ruotava intorno ad essa, collegando conoscenze, letture 
                      e quant’altro in modo da dare un significato più 
                      profondo a questa scoperta.
                    
                      
                        | E’ cosa nota che l’artista ha nascosto 
                            negli affreschi della cappella Sistina alcune figure 
                            mascherandole nell’insieme delle raffigurazioni. 
                            Molto note sono quelle del volto di un demone e la 
                            silhouette di un delfino.  Queste 
                            particolarità sono già documentate ampiamente 
                            nella storia delll'Arte. Nella famosissima immagine della Creazione di Adamo 
                            vediamo Dio che tocca il dito di Adamo trasmettendogli 
                            l’afflato della vita e dell’intelletto. 
                            E’ un’immagine che tutti conosciamo e 
                            che troviamo nei testi scolastici e di arte, nonché 
                            su cartoline, souvenir e quant’altro.
 Ma ultimamente mi è stato fatto notare un particolare 
                            che non conoscevo e che mi ha permesso di gustare 
                            ancora di più il capolavoro michelangiolesco.
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                    Se guardiamo attentamente la figura di 
                      Adamo possiamo intravedere nella parte che va dal ginocchio 
                      al  collo 
                      del piede la figura del corpo di una donna a cui manca solo 
                      la testa.
collo 
                      del piede la figura del corpo di una donna a cui manca solo 
                      la testa. 
                      
                      Più si osserva l’affresco e più diviene 
                      evidente che non può trattarsi di una “allucinazione” 
                      o di un caso. Inoltre tale evidenza non può essere 
                      giustificata pensando che sia frutto di alcune pennellate 
                      date “a caso” dall’artista. Personalmente 
                      sono certo che il genio di Michelangelo sia stato ben cosciente 
                      quando ha dipinto l’intera volta ed ogni particolare 
                      di essa contenga un sentimento, un messaggio che l’autore 
                      ha voluto trasmettere. 
                    Mi piace pensare che nella raffigurazione 
                      del momento magico in cui Dio trasmette la vita  ad 
                      Adamo toccandogli il dito, il Maestro abbia voluto che fosse 
                      presente anche Eva.
ad 
                      Adamo toccandogli il dito, il Maestro abbia voluto che fosse 
                      presente anche Eva. 
                      La mancanza della testa secondo me è voluta, in quanto 
                      rimanda alla successiva raffigurazione specifica della Nascita 
                      di Eva: una nascita che è solo fisica, come è 
                      fisica la rappresentazione della sua origine ovvero da una 
                      costola di Adamo.
                    Credo che anche ai tempi di Michelangelo 
                      ci siano state disuguaglianze tra i sessi e proprio in questo 
                      tema il grande artista ha voluto lasciare il suo “giudizio” 
                      : l’uomo e la donna erano presenti entrambi nell’atto 
                      supremo della Creazione, il resto conta poco, è solo 
                      un contorno. 
                      In questo ci vedo una anticipazione delle successive dispute 
                      e discussioni che si sono succedute e continuano fino ai 
                      giorni nostri. 
                      Per Michelangelo la cosa essenziale è che l’essere 
                      umano, indipendentemente dal sesso, ha ricevuto il dono 
                      della vita da Dio. 
                      E’ questa la chiave di lettura che mi piace utilizzare 
                      ammirando ancora una volta l’affresco. 
                      E’ questa la novità che mi piace condividere 
                      con tutti : l’uomo e la donna sono chiamati insieme 
                      alla vita !
                     
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                    NUNC DIMITTIS
                    
                     
                    Nunc dimittis, è una delle espressioni 
                      di Sua Santità Giovanni Paolo II che tanto ha fatto 
                      discutere e sulla quale sono state espresse varie più 
                      o meno esatte interpretazioni. Se però si legge questa 
                      frase alla luce della vita del Sommo Pontefice è 
                      chiaro il collegamento al vangelo che è stato il 
                      cardine del suo pontificato e della sua vita. Nella supplica 
                      di Simeone troviamo la chiave di lettura : “Ora lascia, 
                      o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua 
                      parola” (Luca 2, 29). Come Simeone anche Giovanni 
                      Paolo II sentiva di aver assolto il compito che gli era 
                      stato “profetizzato” dal suo amico e confratello 
                      il Cardinale Wyszynski primate di Polonia prima della sua 
                      elezione al Soglio pontificio: “…dovrai traghettare 
                      la Chiesa nel terzo millennio….”. 
                      Mi piace collegare a questa espressione un altro brano, 
                      questa volta tratto da San Paolo : “Ho combattuto 
                      la buona battaglia, ho terminato la mia corsa” (Tim2 
                      4,7). Chi più di questo Pontefice può permettersi 
                      di ripetere una frase già detta da un grande apostolo! 
                      
                      Questo Papa ci ha abituato a brevi frasi : ” Non abbiate 
                      paura” , “Spalancate le porte a Cristo”, 
                      “ Dunc in altum”, “Sentinelle del mattino”, 
                      “Mai più la guerra”, ecc. . Eppure ognuna 
                      di essa nasconde un mare, un fiume di parole e di sentimenti 
                      che, a posteriori possiamo affermare, sono stati capiti, 
                      accolti e meditati nei cuori e nelle menti di milioni di 
                      persone di ogni razza e spesso di Fedi diverse dal cattolicesimo. 
                      Giovanni Paolo II ha saputo parlare al cuore degli uomini, 
                      sicuramente con parole e discorsi appropriati, eppure, a 
                      ben guardare, il suo successo sembra dovuto a “piccole” 
                      cose, a piccole parole che però andavano dritte al 
                      cuore degli uomini che hanno avuto la voglia, il coraggio, 
                      il desiderio di accoglierle come dette da un padre, da un 
                      amico, da un fratello maggiore. 
                      Si può certo affermare che Giovanni Paolo II non 
                      “ha detto” ma “ha fatto”; non “ha 
                      inviato” ma “è andato”, non “ha 
                      parlato di sofferenza” ma “ha sofferto”; 
                      non “ha predicato l’amore” ma “ha 
                      amato”, non “ha parlato di pace” ma “ 
                      ne ha fatto la sua vita”.
                      Mi fa immensamente piacere assistere alla “santificazione” 
                      di fatto di questo pontefice !!! Anche se il suo iter sarà 
                      quello che la Chiesa richiederà, l’aureola 
                      è già stata posta sul suo capo dalle centinaia 
                      di migliaia di persone che sono accorse a Roma; dalla presenza 
                      ai suoi funerali di capi di stato di diverse Fedi ed estrazioni 
                      politiche. E in attesa delle varie prassi burocratiche, 
                      non potendo innalzarlo da subito allo Status di Santo, lo 
                      hanno gratificato del titolo di “Grande”, che 
                      lo iscrive a caratteri cubitali nel grande libro della Storia.
                     
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