Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.
Nello specifico, le poesie sono di creazione della Dottoressa Rosita Taddeini, mentre le foto e la grafica sono state curate da Cartantica, trannne quelle realizzate da Andrea Leganza che compaiono nel sito con il link a http://www.flickr.com/photos/neogene
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo citando esplicitamente per esteso (Autore, Titolo, Periodico) il lavoro originale."

 

 

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SILLOGE DI POESIE

"RIVOLI D'AMORE"

(1944 - 1978)


A coloro che mi hanno generato e fatto comprendere
con il loro esempio di moralità che la Grazia di Dio
è il tesoro più prezioso della vita.

 

SOLLIEVO

amare è donare
donare è amare

 

 


INCANTO

Lievemente sfiora l'onde
sussurrando la brezza,
celeste pace infonde
come soave carezza.

Mormora il mar
una nenia gentile,
ti guida ad amar
quel quadro d'Aprile.

Si specchia la luna nel mar
col pallido raggio d'argento
di luci fà l'onda brillar
come stelle nel firmamento.

Veloce ti porta la barca, ti culla
dolcemente sull'onde increspate,
mentre negli occhi un sogno ti frulla,
ti guida lontan sull'ali dorate.

ASSENZA


Va, dissolvi, dolce melodia
del prato, il canto tuo magico
del giorno...

L'Aurora che sorge, è poesia
tra le righe del tuo verde plico.

Trema, traballa corre
la perla della notte
all'alba
giù per le foglie scorre
e la terra la riassorbe.

Al soffio dolce del vento
ondeggi fiduciosa
di vita,
quando il sole tramonta lento
e la luna sorge luminosa.

DI 24 ORE IN 24 ORE


La bocca è serrata
la mente parla,
il cuore canta,
l'anima esulta
da mane a sera
tutta la giornata.

Vive sola fra tutti
insieme nel silenzio,
loquace senza parole
felice del momento
presente e trasognata.

Non un alito di voce
non un eco di richiami
giunge a rallegrare;
pur suoni e canti
arrivano festosi
da lontana foce.
Sono note senza fine
dolci melodie
che elevano su cime
a regni di pace
librandoti veloce.

Ascolti, favelli
con l'aere che ti sfiora
con un sussuro d'ali,
con il pulviscolo radioso,
la rondine spaurita,
il volo degli uccelli,
col monte che serra
la valle sognata,
la verde collina,
il casale desolato,
l'acqua dei ruscelli.

Chiuse e aperte le pupille
senza limiti rimirano
la visione che circonda,
di colori l'armonia
le sonore vibrazioni
divise in piccole scintille;
bianco, porpora scarlatto
luce, tenebre chiarore
strie, sfere iridescenti
in danza vorticosa
embricate a mille a mille.

LA CAMPANA


Addio dolce suono di festa
timida melodia della sera,
armoniose note dell'Ave Maria.

Eri il richiamo dell'anima pia,
per l'umile preghiera
a mezzodì, prima della siesta.

Alta dominavi il paese e la città
lo sguardo ti cercava con ardore
per ritrovare la forza della fede.

Era il campanile la tua sede,
dall'alto davi valore
dell'Eterno nell'umanità.

Ora il carillon suona,
è fermo il tuo batocco
e attonita guardi il mondo.

Scaturisce dal profondo
ritmico il rintocco,
e solo al passante porgi l'ora nuova.

SUONANO LE CAMPANE


Al tramonto infuocato
la campano a il suo canto
e mormora: ricorda.

Al crepuscolo nascente
la campana dona dolci note
e offre un rintocco accorato.

Alle tenebre della sera
la campana sussura una melodia
e rinnova l'invito disperato.

Il cuore ascolta incantato
e sogna le ali
per tuffarsi
nel mare della preghiera.

Ma il dovere ha incatenato
il cuore che ode, piange
sospira il saluto dell'Amato.

E il sacrificio si eleva con il canto,
s'incorpora alle note della campana
raggiunge nei cieli il cuore più Santo.

IL GREGGE

 

Un prato
cento pecore,
un pastore
cento sogni.

Un quadro campestre
delimitato da mandorli in fiore.

Loro brucano e belano.
Lui tace e si nutre di cielo.

IN APRILE


In questa giornata primaverile
la natura ride.
In questo giorno d'Aprile
il sole sorride.

Tutti gli alberi tendono al cielo
le loro piccole gemme
ed ogni prato ha trapunto il verde velo,
con bianche corolle.

Case, balconi, giardini,
risplendono di luce
e lieto il sole bacia la terra
felice del suo risveglio.

RISVEGLIO


Dopo la lunga notte invernale
torna il mattino primaverile
a far giocare fra i rami luci
ed ombre.
Sui verdi prati, aprono occhi di fata
titubanti le margherite
e vestono da primavera
la natura, a carnevale.

Anche la vaporosa mimosa,
vezzosa damigella,
carezzata dal vento
lascia cadere al suolo
la sua cipria dorata.

Così del freddo le ferite
l'aiuola nasconde al sole
e le sue lacrime di gelo e dolore
confortano le gemme del pesco in fiore.

Ogni risveglio ha il sigillo della vita,
della speranza
è effondersi, progredire
dimenticare ogni offesa patita:
è un anelare inebriati,
dell'Eternità, le spire.

OGGI


Oggi ho il cuore
pieno di sorrisi.

Vorrei cantare
una melodia di baci,
mentre la mano s'alza
colma di carezze.

Oggi sono un fiore,
che ride al sole.

Una nave che vuol salpare
per il mare dell'infinito.

Una farfalla librata
a superbe altezze.

Oggi sono vestita di vento
e porto negli occhi la luce,
non so se sono,
ma sono, perché sento,
e pace dono
a chi ha tormento.

L'ARCOBALENO


Tra uno squarcio
di nubi,
un lembo di cielo
risplende di sette colori.

E' un arco di luce soffusa
che annuncia il sereno,
un segno di vivo splendore
che l'anima non lascia delusa:
perché è un nodo d'amore
che lega la terra al cielo.


ALL'ALBA


Allorché l'ultima stella
dice addio all'astro lunare
si tinge pian piano il cielo
di luce color madreperla.

Il sommesso mormorio del mare
non è più della penombra il mistero,
allorché squarcia della notte il velo,
il sole ed è della luce l'impero.

Nella brevità di un secondo
ogni tinta lieve dilegua:
è il miracolo del giorno sul mondo
e l'anima attonita ancor più a Dio si lega.

TREPIDA ATTESA


Si profilano appena
le colline all'orizzonte
e le creste più alte del monte
come anelli di una catena

Dispersa tra la nebbia
la vallata dorme ancora,
benché dell'alba è l'ora
e s'ode lontano la prima trebbia.

Tutto tace e intorno
anche gli ulivi d'argento
sembran trattenere il respiro.

I cipressi appena mossi dal vento
sembrano alzarsi in piedi
ed imporre silenzio.

Ogni cosa è in trepida attesa
della luce che rende tutto brillante,
splendente di nuova bellezza
presente al risveglio, pronta all'ascesa.

INCONTRO AL SOLE


Lascio la terra
e migro verso il cielo
a mo' di rondine
librata nell'etere.

Il viaggio è lungo:
corro incontro al sole,
affascinata dalla luce.
E' un volo inebriante
tutto l'essere vibra
perde il peso della sua mole.
La mente è lontana
ma la gioia immediata,
perché sono un'amante,
a cui non pesa la strada.

Il pulviscolo di luce,
mi nutre e conduce
a quell'oasi di fuoco sognata.

Il confine non è l'orizzonte
il tempo non è fatto di ore,
indescrivibile il sentire,
è come morir d'amore.
Corri anche tu incontro al sole,
potrai capire se gioisce il cuore.

 

 

 




DOLORE



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DESOLAZIONE

 

La tragedia è scritta sul Suo Volto,
è una maschera il suo viso.

Non posso guardare i suoi occhi
mentre invoca da me la speranza.

Stringe tra le braccia sua figlia
serra al seno il piccolo volto
per nasconderlo alla morte,
che senza pietà verso di lei avanza.

Le orbite ingoiano le sue pupille,
aride guardano gli occhi gementi
della sua bambola viva.

Viva per quanto tempo ancora?

Gli sguardi si incrociano senza risposta
per labbra irrigidite da eloquente silenzio.
Tre cuori hanno paura di battere,
di vivere la tragica ora.

IMPROVVISAMENTE

Non credevo
che il tuo dolore
fosse mio.
Non sapevo
che il tuo bene
fosse mio.
La tua tristezza
ha scardinato .
l'equilibrio.

Ho perduto
ad un tratto
ogni forza.
Ho avuto
il cuore stretto
in una morza.
Allorché ho appreso
bruscamente
la realtà.
Solo ora so
che cosa sei per me.

Più conosco
questa dolorosa
verità;
più rifuggo
di accettare
la possibilità

Tu porti,
silenziosamente
la tua Croce.
Io offro umilmente
la mia voce
e una preghiera:
« Ogni nostra pena
agli occhi di Dio
non sia vana ».

LA MORTE

O Signora di dolore,
tu porti il terrore,
tetra entri e semini il tuo frutto,
così che ogni soffio di vita è distrutto.
Nero è il tuo manto,
tu rechi il pianto.

Cerea, fredda, senza pietà la tua mano
spezza indomita ogni cuore umano.

Eran rosse, porporine
quelle labbra piccoline,
luce, vivacità quegli occhi belli
che or fissano immobili, imbelli.

Tu parli ma non sente,
muta è la sua mente.
Ode altri canti, musiche celesti,
non i tristi lai, i pianti mesti.

Sorride, ancora
ma alla felice ora
che alfin è giunta recando pace
al suo cuor che ora silente tace.

O Signora non amata,
ma tanto disprezzata,
pochi sanno e comprendono il tuo mistero,
e ti attendono con animo sereno, austero.

Non sei la fine ma l'inizio
d'una vita post giudizio,
e quel corpo col gelo della morte
tornerà a sorridere a migliore sorte.

Il MIO NOME E' VITA


Uno squillo
una voce straziante:
« Sono Vita,
mio figlio muore.

Mi ascolti, parli:
io devo decidere
non devo essere titubante.

Sono la mamma,
comprenda le mie parole:
ho la morte nel cuore.


So che mio figlio muore,
vorrei dargli la vita
come ogni madre vuole.


Mi aiuti, qualcosa mi dica,
mi dia la forza per riuscire
a veder soffrire, offrire
il suo e il mio dolore.

Rido del mio nome
Vita, più lo guardo, non lo vedo,
l'angoscia mi ha impietrita,
ho perduto vita ed ogni credo.

LAMENTO

Chi nasce, se vive piange.
La vita inizia con dolore,
ed ogni inizio è duro assai,
per fortuna il futuro non lo sai.

Chi vive d'ogni età piange
nella ricerca affannosa del bene.

Fiducioso sperando và,
misero, per te sono croci e lai.

Chi muore, perché non vive, piange.

La vita termina con dolore,
ma lotti per non lasciarla mai,
pur ricca di poche gioie e tanti guai.

Per la vita e per la morte,
la felicità e la tristezza
è legge il pianto:
« Uomo accetta la tua sorte.

 

 

CONFLITTO

 

Ho il cuore in una morsa,
la mente sconvolta
la parola legata
dal ricordo, che annulla ogni forza.

E, una battaglia a sangue
fra la coscienza e la ragione
E' la rivolta del sentimento
che, alla amara realtà, piange.

Devi essere cieca, se vedi
devi essere sorda se odi
devi rinnegare te stessa
perché l'altrui scopo ledi.

Urla e mostrati silenziosa,
piangi e mostrati sorridente,
nessuno può comprendere
la tua sete angosciosa.

Ogni ardore frena,
bevi il calice amaro
non dissetare oggi il cuore riarso,
lenirà domani la tua pena.

LA LUNGA SOFFERENZA


Un lamento, un sospiro,
due lacrime, un lamento.

La mano sul cuore
per frenare il tormento
lenire il respiro.

Sul volto
rughe di sofferenza,
sguardo spento,
labbra bisbiglianti
il perché di tanto male,
dalla scienza non risolto
da togliere ogni pazienza
lasciare delusa ogni speranza.

Quanta pena
per chi la soffre
e chi la vede soffrire
a Dio, il cuore offre
tanto patire;
ma come in quella Cena
il calice è amaro
il tempo avaro
rimane solo:
il desiderio di morire.



 


 

 

AMORE

 

 

CHE IMPORTA


Che importa il tempo...

Tu sei qui, io sono qui
importante è che siamo.


Che importa lo Spazio
Tu sei qui, io sono qui
importante è che ci incontriamo.

Che importa tutto
Tu sei qui io sono qui
importante è che ci amiamo.

L'AMORE


Strano senso di piacere
che improvviso appare
che fa sorridere, tremare,
piangere, rallegrare.

Laccio soave e misterioso
che invisibile t'incatena,
che lieve ti serra premuroso
recandoti gioia e pena.

Visione ricolma di dolcezza,
che sussurra e fa sognare,
che fa desiderare la giovinezza,
età inconscia per amare.

Cecità morbosa e lusinghiera,
che offusca e annebbia la mente,
che nel cuore suscita bufera
di moti contrari implacabilmente.

Fantasma indomito e fiero
che instancabilmente ti circonda,
che ignorar tenti col pensiero
ma al cuor batte, come al lido l'onda.

Gioia, dolcezza, speranza,
terrore, illusione, amarezza,
questo è l'Amore.

RICORDO


Quanti volti, quanti occhi
ma il tuo sguardo no.

Non c'è su questi volti
è solo nei miei occhi,
gelosa memoria del mio cuore.

Quante voci, quante parole,
ma la tua voce no;
la tua parola era il silenzio,
silenzio così eloquente
che ancora parla al mio cuore.

Cerchi, senti ascolti,
ti sembra di vedere,
ti sembra di udire,
ma, sono estranei quelle voci,
questi volti
è solo in me, non mentire.

Il ricordo è come una farfalla
è vivo, ti vola intorno lusinghiero
credi di vivere quella gioia amata
ma è un miraggio: solo il ricordo è vero.

TUTTO PASSA

Corrono le nubi nel cielo
solcano l'azzuro infinito.
Come neve si dissolvono,
all'orizzonte con sacro rito.

S'infrangono le onde del mare,
increspano l'immensa distesa,
orlano di candita trina
in salita, la sponda in discesa.

Balza, fra i dirupi l'acqua del fiume,
si snoda dal monte il nastro d'argento, precipita a valle,
nel piano
e fra le case scorre, con ritmo lento.

Porgono gli alberi
le braccia sparute,
del gelo al triste rigore invernale,
si schiudono le gemme

al sole d'aprile,
cadon le foglie
alla brezza autunnale.

Sorride fra bianchi lini un visino.
Scatta sul campo al suono
di una tromba.

Torna felice alla sposa, ma destino,
già piccole mani pregano
sulla tua Tomba.

Tutto passa nel tempo,
in cielo, nel mare, sulla terra
con un fato inderogabile,
quante cose in sè la vita serra.

Ma l'Amore, no, vive eterno,
nell'ascoso tabernacolo del cuore
e come fiamma del tempio,
lo ravviva la vergine e non muore.

Vivido risplende, illumina,
la mente sconvolta e mesta,
scompiglia i moti dell'anima,
la gioia di viver ridesta.

Il sacrificio è immenso
ma la lotta è un sorriso,
dolce e lusinghiero
al ricordo di quel viso.

Scolpito nel gran disco di fuoco,
tramonta nell'occaso crepuscolare,
tosto è dipinto in altro loco,
nella pallida faccia lunare.

Mormorano nell'alba rosa,
le foglie una soave melodia,
è il canto di quel cuore,
dell'eterno Amore la poesia.

E' la voce di questo dio immortale
che alle gioie divine invita;
e l'etere vibra nei secoli
per questo palpito di vita.

RIVELAZIONE


Oggi ti ho incontrato,
eri un uomo vero, hai sorriso.

Sempre ho cercato
nel mondo della natura,
tra gli uomini, il tuo viso.

Oggi ho palpitato, non era ombra, nè sogno, ho sussultato
nell'incontro dei tuoi occhi,
dove perdermi agogno
per ritrovare in te oggi l'infinito.

E' stato un attimo
un istante di felicità,
in un giorno di maggio
nella luce del mattino,
un'improvvisa realtà,
di travolgente fascino
di profonda serenità.

Quante volte nell'aria ho scritto
a grandi lettere il tuo nome,
sulle foglie portate dal vento
tra le nuvole e in corsa nel cielo
ho letto il tuo nome.

Oggi ti ho chiamato: la voce sento.

Quante cose vorrei dire,
fuggono dal cuore
come vulcano erompente,
quale cascata tra le rocce
dai dirupi travolgente.
Ma nulla lascia udire
soffocata dall'amore.

Ogni parola si è spenta
sulle labbra in un sorriso,
ogni moto dell'anima
si è perduto nello sguardo.

Oggi ti ho sorriso,
ti ho baciato con gli occhi
e sono fuggita al mio destino.

ESTASI


Inestimabile potenza dell'Amore
operi miracoli che al mondo,
l'uomo non può valutare.

La mente incateni, ai cuori
doni fede immensa,
che sconfina oltre l'umano sapere.

Crei l'intensa unione di anime
che sembran errare sperdute,
ma trovano in sè l'Infinito.

Le labbra appena socchiuse
balbettano una lingua strana
all'incontro inatteso,
mentre lo sguardo fisso nell'etere
s'inebria di fulgida luce.

E qual fresca fonte invisibile
disseti con l'eterno nettare
l'ardente desiderio di vita.

ADDIO


Ho trovato nei tuoi occhi il cielo,
le tue pupille guidano come stelle.
Serri tra le labbra
il mormorio del mare
come le valve delle conchiglie.

Ho trovato nel tuo cuore l'Infinito
i tuoi battiti guidano come d'incanto.
Serri tra le mani il fascino della Grazia, l'ardente vigore delle faville.

Ho trovato sulle tue labbra
il sapore della vita
la tua voce è dell'anima il canto.
Serri nel tuo Amore un'oasi di pace,
tesori di bene, mille a mille.

E' splendito guardarti
è bello ammirarti
sentire in te il calore del sole
la freschezza delle acque del fiume.

E' dolce sentirti
è soave ascoltarti,
librarsi nel vortice del puro sentimento, danzare sulle note di questa melodia.

Ho vissuto una vita
in pochi giorni di vita,
ma la vita, per legge, è finita
Addio, ci unirà la Vera Vita.

GLI OCCHI NEGLI OCCHI


Quanto è calda la tua guancia
quanto dolce il tuo sorriso,
vorrei consumare la mia vita
accarezzando il tuo bel viso.

Non temere, accosta la tua faccia
voglio bere il tuo respiro,
tenere gli occhi negli occhi,
così perdutamente ti rimiro.

Taci, non rompere il silenzio,
è vana ogni parola,
parla il nostro cuore
mentre il tempo vola.

Che fluido ammaliatore
i tuoi occhi sprigionano,
fan fremere quel magico tepore
mentre intensamente le pupille si fissano.

Vorrei liberarmi, liberarti
ma le dita si intrecciano
le ciglia sfiorano le ciglie,
le labbra si cercano, si baciano.

La dolcezza ci imprigiona,
è suono d'arpa il nostro Amore,
io sono in te, tu sei in me
come polline nel fiore.

 

AMORE

Non cerco la tua bocca
per saziarla di baci.
Cerco la tua testa
sul mio petto,
per donarle
il palpito del cuore.

Non cerco il tuo volto
per coprirlo di carezze,
cerco i tuoi occhi
per trovare nel loro sorriso
l'armonia dell'infinito.
Non cerco il tuo corpo
per il calore delle tue mani,
cerco la tua anima
per vivere l'amplesso della vita
l'unione travolgente
delle creature con il creato.

Soave tenerezza
imperiosa potenza
dell'Amore,
afferra questa ebbrezza
e dissolvila nelle dolci note
della divina Sinfonia.

INCONTRO


Che cosa hai in quegli occhi profondi
che riflettono il mare?
Che cosa tacciano quelle labbra
che racchiudono la parola amore?
Quale fascino misterioso
mi incatena a te irresistibilmente?

Non pronunci alcuna parola
ma io odo tutto distintamente.
Più ti guardo, più non so se ti vedo.
Ti ascolto e non so se ti odo.

Innanzi a me non ho una creatura
perché in te vedo tutto il mondo.

Come la luna dal sole, io ricevo luce
e più non distinguo la nostra natura.

Apri le braccia, apri il cuore
l'amore ha suggellato l'incontro
tutto finisce
ma resta questa realtà:
in un attimo fiorisce
ciò che si perpetua per l'eternità.

NELLA NOTTE


Librata sull'ali del sogno
vivi le gioie ascose,
nel silenzio del cuore.

E' un viaggio senza mèta
sui binari del desiderio
portata dal vento dell'amore.

L'ombra si dissolve nel colore,
svanisce l'ansia nascosta
nei recessi del pudore.

Avvinta nell'estasi del sentimento,
godi la massima beatitudine
libera dall'umano terrore.

I TUOI BACI


Carezza lieve
d'ala di farfalla,
fresco tocco
di goccia di rugiada,
dolce sussuro
di un canto lontano.

Cadono sui miei occhi
come pioggia di perle,
scendono al cuore
come note d'arpa.

Sono petali di rosa,
che si sfoglia lentamente
si posano dolcemente
a ricomporre il fiore dell'Amore.

IL BACIO E L'ACQUA


Bicchiere vuoto
non disseta.
L'acqua dona fresco vigore,
il bacio ardente amore.

Non ha sapore
ma cerchi l'acqua per il tuo sostegno.
Non c'è amore
che non cerchi nel bacio il suo pegno.

Desideri l'acqua
perché è fonte di te,
ti affoghi nel bacio
perché ritrovi la metà di te.

L'acqua è tutto
ma la fine l'annulla,
il bacio è tutto
ma nel bacio ti annulli.

La sete dell'acqua e del bacio è eterna
perciò durano l'una e l'altro eterni:
per loro, in loro l'uomo si perde perdutamente.

PAZZIA


La tua anima è un mare,
in essa ho la gioia di tuffarmi,
la sorpresa di non affogarmi.

Mi specchio nei tuoi occhi
trovo nel fondo l'anima tua,
dolce madre dell'anima mia.

Ti guardo ed ho terrore di guardarti,
ho paura di distruggere l'incanto,
ho terrore di creare il tormento.

Quale magico potere possiedi
per inebriarmi, annullarmi
e offrirmi sempre il fuoco della vita?

Sono passati tanti anni
ed ancora ardo come il primo giorno
libera da desideri e affanni.

Mistero o pazzia?
no! uno, lo spirito dei sentimenti
che ha distrutto l'umana follia.

PERDERMI IN TE


La fronte poggiata alla tua fronte
gli occhi fissi nell'oceano del tuo sguardo
anelo perdermi in te,
dissetarmi al bene della tua fonte
per sentirmi uno con la tua carne
nello spirito di fuoco, che m'invade.

Porgo gli orecchi, ma non sento
perché odo solo i rintocchi dell'anima
che ci travolge all'unisono
trasfigurati in esseri trasparenti.

E' canto gioioso o lamento,
quelli che sprigionano le labbra
nell'immobile effusione dei sensi?
E' l'attimo affascinante di eventi
che avvolge la nostra unità,
come una benefica folata di vento.

RITROVARSI


Dopo ogni assenza
vedersi
è ritrovarsi.

Uno sguardo negli occhi
due labbra che sorridono,
un mondo di parole dette
se pur non pronunciate
colmano il vuoto di un discorso
mai interrotto
portato all'infinito,
dalla sola stretta di mano
nel sempre nuovo attimo
dell'incontro.

LA MANO


Incerta titubante
abbandonata lungo il tronco
articola pian piano le dita
cerca ricerca l'altra mano
che doni la carezza,
dell'unione la certezza.

Le dita s'intrecciano
le palme si fondono
nella stretta celata,
ma al cuore parlante
di quel desiderio soffocato
di un amplesso sospirato.

Con l'essere amato,
la mano compie tra la gente
una fuga imprevista, ricolma di pace
perché realizza la fusione pura
dell'assetato cuore
sempre in cerca d'Amore.

LA TUA MANO FREDDA
HA RISCALDATO IL MIO CUORE


Che brivido di freddo
ha scosso il mio corpo
la tua mano cerea
color dell'alabastro.

La mia mano calda
voleva donarti
calore e vita, ma
è rimasta impigliata in un nastro.

E' stata la realtà
dell'inesorabile morte
a render timida la mano
a sconvolgermi sulla nostra sorte?

Oppure è stato il timore
di ricevere da te morte
io che amo la vita
la gioia di esser forte?

Il tuo cuore ieri
non ha saputo battere per te
oggi, benedetto, ha saputo
abbattere la mia immaturità.

Vedo ancor oggi come ieri
le tue labbra rigide e chiuse
ma sento insegnarmi
una parola, che è verità.

Così tu freddo a me calda
doni il vero calore,
perché mi additi Dio
principio e fine di ogni Entità.

DELIRIO DI GIOIA


Guardami, ascolta, gGioisci.
Mi senti? Mi vedi?
Sono vicino se pur non ti tocco.

Ti accarezzo con tanta dolcezza
con il sorriso negli occhi,
il massimo ardore.

Fremo e come ombra di sogno
ti stringo fra le palpebre,
ti nascondo in me,
sei rifugiato in me.

Un delirio di gioia
ci avvince ad anello,
fusi dissolviamo
in un unico Amore.

 

 



 

 

ACQUA

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MOTOSCAFO


Fila sul pelo del mare
portato
dalla danza festosa
dell'onda schiumosa.

Il vortice azzurro
cangia
in candida spuma,
che lento si consuma.

Corre tra un gioco di luci,
taglia,
l'azzurro ondeggiante
sotto il sole radiante.

Freccia veloce, sicuro
unisce
tra loro terre lontane,
non lascia le speranze vane.

IL MARE

Più ti guardo
più mi avvinci
più ti abbraccio
più mi sfuggi.

Lenta l'onda
si dissolve, si riforma.
Bianca la spuma
serpeggia vicino, lontano
accarezza la sponda
ritorna indietro pian piano.

Sfumatura di colori
in perpetuo movimento,
danza di luci
sotto il raggio solare
nel fascino lunare.

Ponte vivo al firmamento,
che la mente fra cielo e mare
percorre voluttuosamente
e dal mormorio sommesso
mi lascio cullare.

Sfiora l'azzuro increspato
e infila in un unico anello
le perle di spuma e le stelle.

NOTTURNO

Mugola il vento
nella notte di tenebre profonde,
il suo triste lamento.
Risponde il mare
rauco innalzando onde furiose,
che fan tremare.
Quali cavalli impetuosi
sollevan bianca polve raggiungendo
gli ostacoli tortuosi.

L'acque nere, oscure
spruzzare
candita spuma,
percuotendo gli scogli,
del mar le mura.
O meraviglia, il cielo
che pria era solcato da fulminea luce,
lascia il cupo velo.
L'uragano è finito
e come splendida perla la luna riluce,
nell'azzurro infinito.
Il mare placato
ora mormora lieve, carezzato dal vento
il suo perenne fato.
L'onda s'increspa leggera
il lido raggiunge, qual pecora l'armento,
al calar della sera.

Nell'ondeggiar lento
si specchia la luna, che annoda il mare
al cielo con un arco d'argento.

IN RIVA AL MARE


Le onde del grande mare
una dopo l'altra,
quasi rincorrendosi,
carezzano la riva
dolcemente.
Una scintilla
dell'astro solare
una dopo l'altra,
quasi abbracciandosi
uniscono il cielo alla terra
eternamente.

In quello specchio
ondeggiante
vedo riflesso
il Tuo volto.
E' come il sole,
e oso guardarlo.
Su quel ponte
tremante
cerco perplessa
di raggiungere il Tuo cuore vivo,
d' incontrarLo.

E qui, in riva al mare
gli occhi fissi all'orizzonte,
alle spalle la grande spiaggia,
per tetto il cielo
ho sentito il Tuo amplesso
e come sai amare.
E' un incontro
inatteso con la bellezza.
con l'armonia, la felicità
posso adorare
vivere per alcuni istanti
quella unione, senza conforto.

Ormai confusa
alla spuma dell'onda,
al granello di sabbia,
al raggio di sole
dal nulla sono Tutto,
così per grazia a Te fusa.
Di ogni cosa
ora è dissolta
l'umana natura.

E' essenza pura
nel mondo, Dio e creatura.

TORMENTO

Sugli scogli,
dove l'onda s'infrange
bianca spumeggiante
è l'anima mia, che piange,
che dona le lagrime al mare,
per le speranze infrante.


All'orizzonte,
l'occhio si perde lontano
profondo e silente
chiede al fuoco arcano
del tramonto, amore, e felicità
alla luce splendente.


Perché fissi
quel punto, che s'avvicina veloce,
quello sguardo che al suo apparire
sorride, ma sono labbra senza voce,
un volto senza vita giunto a riva,
travolto dalle azzure spire?


Perché insegui
quel fantasma, che si leva dalla spuma,
agile ti raggiunge, ti circonda,
il cuore stringe forte, ti consuma
nella stretta dolorosa,
poi fugge e negli abissi si sprofonda?


Deh, pieta!

O tormenti, spezzate le catene
che mi inchiodano a questo mondo
Di ogni sogni e tristi pene
liberatemi, gettatemi nel fondo,
forse sarà rotto l’incantessimo,
che si da lungo avvinta mi tiene


Deh, pace
o spirito, pace invoco
prendi il mio cuor se brami
e vola in altro loco
portato dal vento dei desideri,
se gioia offrir ami.

Lascia che io viva, che respiri la brezza del mare profumata,
che colga i doni della giovinezza
cari dolci ricordi
dell'età avanzata.

 


 



FIORI

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IL PRIMO FIORE

La rugiada brilla sulle verdi foglie
con perle di smaglianti colori,
con i suoi raggi il sole le raccoglie
carezzando lieve i petali dei fiori.ù
La brezza culla gli steli delicati
dei rossi e bianchi garofani,
le ciocche dei lillà profumati,
dei gigli i calici diafani.
Nell'aria profumata e silenziosa
intreccia voli un usignolo intanto,
su questa, su quella pianta si riposa
con un dolce ed allegro canto.

Lì nell'angolo sola abbandonata
cresce una giovane piantina,
anche il sole l'ha dimenticata
nell'ombra, perché così meschina.
Stamani lieta il dì saluta;
ha anch'essa un fiore profumato:
è una gioia profonda, muta
ha il primo fiore scarlatto, vellutato.

Chi rompe il silenzio incantato?
Chi calpesta la ghiaia stridente?
Chi così tristemente ha parlato
con voce cupa e dolente?
E' un serio volto trasfigurato
dal desiderio di una gioia nuova.
E' un passo forte, cadenzato,
che cerca disperato, ma non trova.

Ad un tratto s'illumina quel viso,
brillano quegli occhi d'una luce lieta,
si dischiudan le labbra al sorriso:
ha raggiunto la desiata, inaspettata meta.

Lì nell'angolo è il rosso fiore;
più la mano non resiste,
della pianta è il primo amore:
ricchezza più pura non esiste.
Più non vede, più non ode,
freneticamente stronca il fiore,
sussurrando dolce lode,
follemente lo stringe al cuore.

O povera piantina abbandonata,
a te, resta il pianto consolatore;
in un attimo la tua gioia ha stroncata,
ma anche per lui, sarà di poche ore.
Senza più linfa, senza più vita,
i vermigli petali appassiranno
in quella stretta forte, ardita
solo amarezza lasceranno.
Trovò il tuo cuore una gioia invano
perché lo sguardo volgesti alla terra,
che effimeri frutti ha nella mano
e non al ciel che eterni doni serra.

A NOVEMBRE


S'alzano
s'abbassano
corrono
volano
ricadono
a terra
le foglie
ingiallite
d'autunno.

Erano
chioma
verde
di ogni pianta
o albero,
ora sono
corpi
senza vita
che danzano
prima di morire.

Tappeto
vivo
ondeggiante
sul grigio
asfalto
di città.

Tristi
lacrime
della natura
per il sonno
invernale.

Mesto
saluto
alla pioggia
futura
e di ogni cosa
materiale
il suo inevitabile
finire.

LA MIMOSA


Gialla, bella
come nuvola vaporosa
oscilla al vento
trattenuta a stento
da vecchie mura
o da ringhiera rugginosa.

Con piccoli ciuffi
o con una chioma vistosa,
fra tanto verde
fa la vezzosa, perché
il sole ha nascosto il suo colore
nel suo piccolo fiore.

LA ROSA


Alta sul verde stelo,
sorreta da un calice spinoso
al primo mattino del prato
sorride.

Squarcia della notte il -velo,
dona incanto armonioso,
a tutto il creato
sorride.

I petali rosa antico
rosso vermiglio
sono labbra ardenti
che sorridono.

Sono occhi splendenti
tra lacrime di fresca rugiada
al primo mattino del prato,
che sorridono.

La rosa è il fiore
che serra tra i petali un'anima
che palpita, insegna la vita,
la gioia infinita di Amare.

FIORI DI CAPPERO


Vecchie mura corrose dal tempo
ricordo d'età remote,
innalzate grezze pietre al cielo
e mostrate dell'età lo scempio.
Ma anche in voi la natura si riscuote
e vi copre con il suo velo.

Tra le fessure dei mattoni
verdi chiome sciolgono
i capperi, piccoli fiori evanescenti.
I fragili pistilli come vivi bottoni
la vostra austera veste allacciano,
ogni anno così, tornate sorridenti.

Come farfalle i bianchi petali
ondeggiano al sole vanitosi,
e donano a voi note di primavera.

Gli stami sono piume d'ali
e come gli uccelli sfidano l'etere, orgogliosi
di seminar la vita in questa maniera.

Tra le foglie come ninfe affiorate,
come fiocchi di neve sulla scura terra,
come pezzetti di cielo scendete per pietà.

Come divini sorrisi vi mostrate
se anche non siete cresciuti in serra
avete nel vostro seno la Sua Beltà

LA ROSA


Oggi ho compreso
perché la chiamano
la « regina » dei fiori.
Il suo calice racchiude
la bellezza dell'universo,
come quel Cuore,
che racchiude l'Amore del mondo.

Silenziosa si dischiude
nella luce e nell'ombra,
così come Lui nell'attesa
silenziosa della Pace futura.

Sorride quale bocca divina
allorché i petali si allargano
come le Sue braccia in Croce,
per attrarre al calice, al cuore
lo sguardo degli occhi, dell'anima.
Le goccie di rugiada
sono dolci lacrime,
che infondono vita
come le Stille del Suo Sangue.
Il rosa tenue o il rosso ardente
dei petali vellutati,
sono la carezza fremente
delle Sue mani insanguinate.

La rosa è lo specchio umano
che ritrae la celeste dolcezza,
che rivela la caducità delle cose
l'immagine dell'Eterna bellezza.

LE ULTIME FOGLIE


Sulla terra
bagnata di pioggia
giacciono le ultime foglie,
portate dal vento.

Prima di morire
hanno danzato
nell'aria il loro tormento
della vita che si spegne.

Ora una sull'altra
formano un tappeto di rame
ancor vivo, palpitante
ad ogni soffio di vento.

Portano ancora nel cuore
la speranza di difendere
la terra dal gelo
nutrirla con le loro spoglie.

Sparuti, nudi
hanno lasciato i rami
portandosi via
la verde bisbigliante armonia.

Non unite le vostre lacrime
foglie, alle gocce di pioggia.
Nessuna creatura muore
tutto si rigenera per eterna armonia.

DANZA DEI FIORI


Una stanza
un tavolino
un vaso di cristallo.
Tutto è silenzio
solo un raggio di sole
illumina una danza di fiori.
Fa splendere l'acqua,
che li avvince
quale nodo d'amore.
Dona un'armonia di luce
a quel canto sommesso
di petali socchiusi.
Nessuno vede,
nessuno sente,
nessuno ha scoperto la danza.
In quel vortice di fiori e colori.
allora il cuore entra furtivo
e ne rapisce la beltà.

PRIMAVERA


La tristezza del freddo è finita
è danza festosa di colori,
eterno risveglio alla vita.

Aprite le corolle, margherite
sbocciate timide mammole,
ormai le mimose sono fiorite.,

Fremete gemme alle carezze del sole
le farfalle si inseguon nel cielo,
come i petali del ciliegio in fiore.

Sorridete fiori al bacio del sole,
l'usignolo canta per tutti sul verde stelo
"la primavera": canto dell'Amore.

PAPAVERI


Occhi di fuoco
che vi erigete tremuli
dal verde prato ondeggiante,
siete il primo segno
dell'estate incipiente.

Ombrello vi fanno aurora
le fronde in fiore.
Le spighe di grano a voi
porgono omaggio,
nel mese più bello dell'anno,
il tiepido maggio

Le vermiglie corolle
si fletton sul fragile stelo
bacian l'esile filo d'erba
poi sorridono ebbre al sole
felici tra terra e cielo
che il vento le culla.

O fiori campestri
vivide gemme del prato,
voi donate armonia
naturale bellezza al creato
siete simbolo di primavera,
eterno ritorno alla vita.

FLAVIO ALLA ROSA


Se io fossi una formica
vorrei carezzare i tuoi petali,
se avessi anch'io le ali
vorrei essere la tua amica.

Vorrei nascondere il mio cuore
nel tuo profumato calice
sentirmi insieme a te felice
fusi in un innocente amore.

Vorrei ebbra aspirare
il profumo delicato
nutrirmi di nettare prelibato,
il sogno in realtà trasformare.

Se ti guardo tremo
accoglimi nel tuo sorriso
di rugiada intriso.
Di vivere in te fremo.

Ho un'anima piccola
ma stretta nella tua bellezza
dimentico la timidezza,
se siamo un'anima sola.

 


 


 


IL POVERO VIANDANTE

Sulla lunga strada deserta,
alle luci dell'alba
si trascina un povero vecchio:
curve le spalle alla vita sofferta,
all'unico sacco
ogni suo bene, ad un piccolo secchio.

Accompagna i passi lenti
un misero cane,
vanitoso lusso nella povertà,
triste espressione di stenti,
di speranze vane,
ma segno evidente di fedeltà.

Nella penombra un mondo silenzioso
guarda incuriosito quell' unione,
miseria e vecchiaia, che dal nulla sorrette
han trovato il perno misterioso,
che nella serenità li avvince
donando loro ardite vette.

Camminando cercano e trovano,
ancora la gioia
di sorridersi, comprendersi.

Ancora di ogni cosa esultano
perché una fede non li ha dispersi,
ma uniti nella vita fino alla morte.

IL PICCOLO CONTADINO

Muto, amimico, col feltro calato
l'uomo alza nell'aria l'attrezzo,
d'intorno s'aggira l'ultimo nato
che ancor non valuta il prezzo,
di si gravi fatiche,
d'accento si antiche.
Il braccio solleva più in alto
sicchè cada pesante con forza,
distacchi le valve
e il seme con salto,
come chicco di grandine,
la terra smorza
il festoso rimbalzo
sul piede scalzo.


Scruta il piccolo, con occhio furtivo
prova, e riprova, un secondo lavora
poi stanco riposa all'ulivo
felice nel volto: lo rincuora
la gioia del risultato,
d'avere imparato.

Sincrona cade la mano
sul raccolto, ma la mente sogna
un figlio forte e sano
e non s'accorge, che ciò che agogna
nella donna un dì ha seminato;
ora col suo esempio ha germogliato.


I minuti, le ore passano
un solo acciaio al sole splendeva:
ora due si alzano e si abbassano
al chiarore della luna, che si leva.
Il gioco in lavoro s'è trasformato
in realtà il sogno si è mutato.

AD UN AMICO OTOIATRA


Sereno, distaccato dal mondo,
ha gli occhi della mente
già sul fascio di luce rotondo
che illumina l'organo, che non sente.

Nella sala è silenzio come per un rito,
fra tanti è solo, pronto per l'ardua partita
che si profila quale mito:
donare l'udito ad una vita.

Mente e dita sono intenti
in un lavoro di ricreazione,
l'occhio può compiere solo con lenti
l'opera d'arte dell'« Interposizione ».

Il sangue non imperla la ferita
la linfa la rende brillante
palesa la realtà della vita,
ogni cellula pulsante.

Dio ha creato, il male ha distrutto
un uomo con fede opera sicuro,
applica mirabilmente
della scienza il frutto:
con sua mano distrugge
del silenzio il muro.

IL CARCERATO


Quattro muri
due inferiate
un uomo solo.

Tanti ricordi
poche date
una realtà.

Intorno un mondo di vivi
nella sua mente due ombre di morti
lui, nè vivo nè morto.

Fuori nuvole di rondini in volo,
da sè fuga di sogni e pensieri,
ma lui è senza libertà?

Finché ha due occhi per piangere
un cuore ancora per pregare

Chi solo gioia può donare,
la cella serra un condannato
ma la Fede dona libertà,
anche se il corpo è incatenato

LA SPOSA


Esile come un giglio
tra verdi arbusti,
timida margherita
tra fili d'erba.

Bianca come la luna
tra perle di nubi,
coperta di veli
primo fiore dei fiori.

Un sorriso negli occhi,
per volto la primavera
un serto tra le mani
d'Amore e Speranza,
allorché sei colta
dall'anima gemella
per il connubio della vita.

MARTIN LUTHER KING


« Ho il volto nero
ma rosso il cuore
come il tuo, come quello
di Cristo Uomo.

Parlo una lingua diversa
dalla tua, uomo bianco,
ma è la voce del cuore
che ci unisce in questa vita.

La morte ha chiuso le mie labbra
ma mille e mille cuori parlano,
insegnano la parola del Signore
che è "Messaggio di Carità e Amore"

A PIERO


Bianco come la cera
sembravi una statua di porcellana.

Le mani giunte in atto di preghiera
sembravano trattenere
la vita che fuggiva.

Un fiume di sangue rosso
nelle tue inesistenti vene penetrava
ma inerte il tuo corpo rimaneva.

Eri piccolo, piccolo, scarno
ma i tuoi occhi grandi imploravano,
sicché la nostra disperazione cresceva,
e con ogni terapia si trattava
quelle membra diafane

per l'anemia.

L'ipostasi ti aveva già reso ceruleo,
ormai la travolgente disperazione
dava posto alla pia rassegnazione,
ma l'ultima pillola a stento trattenuta
dalle tue labbra semichiuse
ha lasciato la tua tomba vuota
le nostre speranze non deluse.

Ora sei fanciullo
parli, scherzi, sorridi roseo
corri felice per ogni trastullo.

Non so guardarti senza piangere,
sorriderti senza pregare.

PALACH


Libertà, parola sacra,
aspirazione di ogni essere,
primo ideale di ogni cuore.
A te s'innalzano altari,
per Te si sciolgono canti,
a te l'offerta del fiore della vita.

L'uomo è uomo, se libero:
perché molti, accecati dall'orgoglio
negano la propria e l'altrui coscienza;
soffocano nel sangue la speranza
di possedere
il tesoro dell'indipendenza?

Libertà, virgulto germogliante
fertile di preziosi frutti,
se stroncata, ai tuoi piedi cade l'Amante.

Jan Palach,
per Lei sei divenuto torcia,
emblema della prima aspirazione
che nasce nell'uomo,
ma con esso non muore.

Dormi tranquillo,
il vento non ha disperso
le ceneri del Tuo corpo in fiamme ma, l'ha raccolte in un urna
che darà luce al mondo,
come il Verbo la donò all'uomo.

A MIA CUGINA

O piccola pittrice
tu ignori ancora l'arte,
ma cogli già l'essenza pura
e come a sognatrice
dei suoi doni ti fa parte,
generosa, la natura.

Il mare, la terra e il cielo
parlano il loro linguaggio
di sirene ammaliatrici.
Tu squarci il misterioso velo,
ti libri a quel miraggio,
a quelle voci incantatrici.

E' luce di colori
di ombre cupe e sfumate
armonia sublime e vera
che erompe dai fiori,
dalle aurore imporporate,
dai crepuscoli della sera.

L'occhio vaga audace,
desideroso conquistatore,
lascia correre la mano
sul foglio che più non tace,
ma della vita è rivelatore
e ti offre ciò che è vano...

A MIO PADRE


Possiamo piangere
un cuore costantemente ardente,
un simbolo di indomita speranza?

Possiamo piangere
un volto sempre sorridente
di fede, vera testimonianza?

Possiamo piangere
un padre di figli e creature affamate
per i quali offerse la vita perché avessero il pane?

Possiamo piangere
un uomo che dinanzi a stranieri e forze armate
difese dell'Italia il bene?

II male, poi la morte
tolsero alle sue membra la beltà
ma ora possiede degl eletti la sorte.

Vive di luce nella luce
e dona ancora a noi il Suo sorriso
per indicarci l'Eternità.


"CERCA LA MAMMA"


Laura è piccola
tutti hanno taciuto.
La bimba non comprende...

Papà ha nascosto le sue lacrime,
ogni sorriso è muto
perché la casa ha perso la sua luce.

Laura piange:
tutti le parlano,
la piccola non sente,
papà desolato sorride
tutti le porgono la mano,
perché ritorni la Sua serenità.

Laura domanda
perché rispondono « E' partita »
il suo cuore è piccolo
ma non s'inganna
cerca la sua mamma.

Sente, che non ha più vita,
che non tornerà a donarle Felicità.

A MIA MADRE


Come la pioggia, scesa dal cielo

generosa feconda la terra,

lascia alle creature i suoi frutti

e torna al cielo in etereo vapore,

così la nostra Mamma

donataci dal cielo

amorosa venne sulla terra,

per Divino volere,

generò vite e frutti

e qual anima tornò al cielo,

compiuto l'atto d'Amore.

 






 

PROIEZIONI

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NOTTE AFRICANA

O che sublime dolcezza, che mistero
che allettante ebrezza, che stupore
andar nel deserto per la notte nera
e udir solo i battiti del cuore.

Vagan le pupille sperdute,
nell'infinito luccicante,
sulle dune aride, mute
per lo sconosciuto passante.

Il piede stanco si trascina, s'affonda
sulla sabbia, ma la duplice orma
cancella l'onda mobile e bionda
che il Ghibli lieve soffiando, forma.

Così nella notte africana,
attraversi il tiepido mare
e la mèta ti sembra lontana
e sperduta, ma deh, non disperare.

Sei solo, ma con te porti la vita
finché vedi lassù, quella stella splendente,
che brilla di luce infinita
in se racchiude la bellezza dell'Ente.

DESIDERIO


Non arrestare, o impetuoso destriero
la tua veloce corsa senza meta.
Va, corri, portami lontano
su un lido sconosciuto e straniero,
dove l'anima mia canti lieta,
questo volo inebriante e arcano.

Sprone ti sia la mia avvinghiante morsa
e ancor giù i miei desideri morbosi,
di sfrenate fughe verso l'orizzonte,
si che il cuore gioisca della folle corsa
fra pianure estese e boschi ombrosi,
lungo un fiume, ai pie'. d'un monte.

La mia mano non conosce la briglia,
tu, la mia voce non hai mai udito,
ma siamo una sola cosa
destriero e cavaliere,
mentre il vento le mie vesti scompiglia
accarezza la criniera del tuo collo ardito,
portando via con sé
sogni e chimere.

Sugli scogli, dove il mare mormora,
e le onde s'infrangono dolcemente
il volo fermerà l'azzura vastità.
e vinti comprenderemo solo allora
che se tu non hai le ali
e se il mio cuore sente,
sarà vano superare la realtà.

 

NIHIL ET
OMNIA


Ardente, Irrompente, Esuberante,
fuoco mi divora.
Dilata il cranio,
scuote le membra,
corrode le carni,
brucia il cuore.

Proietta lontano,
s'impone esigente,
estriseca l'io,
annienta la mente.

Annulla il volere,
nega il sapere,
crea l'offerta.
Spinge nel baratro,
solleva alle stelle,
da grano di polvere
a nota d'immenso.

T'arresti,
cammini,
sospeso resti
Proteso all''ebbrezza.

Vesti l'incerto,
Afferi il sicuro,
che in ombra svanisce e
pur dà salvezza.
Porgi la mano,
doni il cuore.
l'anima offri.

Nulla rimane,
tutto sei,
tutto daresti,
perché tutto possiedi.

Di grazia dolcissima effusione,
soave colma ti libri.
Veloce, leggera, vibrante,
dissolvi, t'incorpori
nell'unisono, timida
voce, messaggera d'amore.

VISIONE


Tese le braccia al cielo
in umile atto d'invoco,
frementi dita sollevano
un calice color del foco.

Guizzi di luce sprigiona
il cristallo iridescente,
della vita il dolce nettare,
trabocca effervescente

E' un lago d'oro,
un rivolo di candida spuma,
che sfiora le mani tremanti,
lambisce le labbra, trasuma.

Inesauribile si rinnova
placa l'avido ardore,
la brama voluttuosa;
dona sereno fervore.

L'effige umana
trascorre così l'età
fissa alla fluida fonte
che invita, che allieta.

Nel tempo estremo,
il vago fiume non stilla a valle
fra le braccia, due rive rosa, ma
copre di bianco le curve spalle.

La coppa fra le palme svanisce,
rende di vetro le pupille;
eterna fiamma ferisce,
sprizza lucenti faville.

Disseta le membra tese,
pasce l'anima avvinta,
da morte a nuova vita
ad ogni vita che è vincitrice e vinta.

FUGA


Parte la nave dei desideri
ancorata nel mare della fantasia,
porta via il carico dei sogni
in porti lontani a lidi stranieri

Ama la propria terra
ma brama la libertà più pura
spezza i confini limitati,
che la ragione serra.

Anela dello spirito la vastità
dell'ignoto le acque profonde,
il canto sommesso delle sue onde
lasciare a riva le catene della realtà.

Rapita dal vento dell'estasi,
cullata dalle gioie dell'amore
fuggire, nelle note della sinfonia
nell'oasi felice del sentimento.

PROIEZIONE


Quale puledro
trotta anelante
su verdi prati,
e guadagna la terra
ricco di forze
a corsa sfrenata.

Così l'anima mia
corre esuberante
su spazi senza confini
e guadagna l'irraggiungibile
ebbra di vita
da giochi liberata
.

Quale folata di vento
è un fascio di forze naturali
proiettato nell'immenso,

O raggio di luce
insieme di atomi infinitesimali,
che si eleva nell'eter
a mò d'incenso.

DAL TRENO IN CORSA


Verdi sponde
che vi specchiate
nelle brune acque
del fiume,
raccontate voi
al viaggiatore estasiato:
il passare del tempo,
quante volte le fronde
si sono rinnovate
sotto l’azzura volta
del cielo,
ricordando a noi
che il gelo era passato
e l'anima poteva
nuovamente
respirare la primavera.

Tutte le vostre acque
corrono al mare
lasciando la culla
di valli e pianure

Guardandovi, tutti i pensieri
lasciando le sponde
delle speranze e dei sogni
corrono a tuffarsi nell'infinito,
ed ogni pluralità
diviene immenso ed unità.

LA MENTE


Saltella
corre
fugge lontano
si dilegua
poi torna
cammina pian piano.

Rincorre
ricordi
visioni
pensieri
sentimenti,
li accarezza
li respinge
li riaffera...

Desiderosa
inebriata
del gioco senza fine,
che la distacca
dalla realtà
della terra,
dalla amarezza,
dalle difficoltà.

 

LA CANDELA


Lenta nel lambire d'una fiamma
come neve al sole,
la pallida cera si dissolve
distruggendo l'alta mole.

L'anima sua bianca
il rosso fuoco l'ha annerita,
la grigia cenere sulla madreperla
è l'unico segno della sua vita.

IL SOGNO


Partecipazione viva
di una immagine fotografata.
Restituzione di un ricordo
posseduto dall'inconscio.
Rievocazione inattesa
di una visione dimenticata.
Ripetizione improvvisa
di una azione desiderata.
Attuazione irreale
di sensazione purificata.
Espressione pura di libertà,
di fedeltà di pensiero e azione.

 

LA RUOTA
(Autoritratto)


Ruota senza freno
lungo la sua via,
carica di propria energia
se stessa trascina,
trascinata nel vortice
di un inizio senza fine,
di quel fine,
che dié moto nel suo seno.

I PENSIERI


Eterei come voli di colombe
corse di nubi nel cielo
fuggono dalle menti i pensieri
e come petali di pesco
o farfalle sui fiori
si posano qua e là
portati dal vento del Sentimento.

Piccoli come granelli di polline
o grandi come stelle
volteggiano intorno al cuore
e lo gettano nel tormento,
o lo serrano con un nodo d'amore.

 





UMANITA'

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OGNUNO E' SOLO


Perdi o vinci
combatti
la battaglia quotidiana,
tra la folla lotti,
ma sei solo
nella selva dei pensieri
senza una voce, che risana.

Chiedi, implori
tutti guardano muti
ignorano gli ostacoli sofferti,
la lotta che perdura.

Passano indifferenti
temono offenderti
a mostrarti la via futura.

Le tempie danzano
nell'intimo silenzio,
cupi i battiti senti:
ripetono « sei solo, sei solo...".

Ma solo così tra la moltitudine
trovi la forza per lottare
Vincere la solitudine.

ANIME

... O anime, cui lo scandaglio invano
cerca a quale profondità il male,
si trapiantò in voi con ferrea mano
così che ogni sforzo non vale.
Quale marinaio insano,
che nel furor della tempesta
tra il vortice dei flutti cupo, arcano
cerca il fondo per la sua ira funesta.

Guardando, rimango interdetta
al terribil pensier, che in voi solo
il sesso grida amara vendetta
ed ogni anelito di bene prese il volo.
Della moderna umanità malferma,
voi siete, o anime perdute,
il grande specchio
che non ad una fonte si sofferma
per placar la sete,
ma ad un picciol secchio.
Bramate la luce, sorgente di vita
meta di cammini brevi e luminosi
ma sceglieste una tortuosa salita,
vicoli lunghi, oscuri, misteriosi.

O quanto vorrei gettarvi un fiore,
della più bella pianta il frutto
del giardino del divino Amore,
che illumini il vostro cuore pieno di lutto.

L’AMICIZIA


Che dolce felicità
è gustare
il bene dell'amicizia.

Calma la mente
ed il cuore.
Di immensa serenità
nutre l'animo
con il nettare soave
della letizia.
Così il silenzio
è rallegrato
da un canto armonioso,
la solitudine
è cullata
dai ricordi della tenerezza.
Tutto è gioioso
e senza paura.
Guardi la moltitudine,
che indifferente
ti circonda
ma il dolore
non ti fa paura.
Tu possiedi
un bene,
che è un tesoro Santo:
un riflesso dell'amore.

TUTTA UNA CASA IN VIAGGIO


Quante lacrime, quante speranze
chiuse in un arruffato bagaglio
strette da una corda malmessa
scaricate da un treno in concidenza
e accumulate su una panchina
con la culla dell'ultimo nato.

Volti grinzosi, cotti dal sole d'ignota provenienza
trapelano ansie, programmi,
l'aspirazione di una meta promessa
fra tanta gente in corsa per le vacanze.

Loro, tutti riuniti in un unico gruppo
vecchi, giovani, bambini
guardano spauriti, lontano
mentre fanno scudo alla misera mole
della loro casa in viaggio.

Son tutti e tutto riunito
anche i ricordi nelle loro lacrime,
si tengono per mano
quasi a voler affrontare l'incognito
in sacro rito
e dar di fede e forza un saggio.

L'UOMO FRA MARE TERRA E CIELO


Vasta distesa serpeggiante,
che l'occhio vorrebbe dominare
ma vinto dal moto scintillante
deflette per poter sognare.

Calca la terra ferma, nomade,
l'uomo col passo incerto
vorrebbe penetrar la triade,
dimentico dell'altrui asserto.

Frena l'azzura volta infinita
gli ardui voli del pensiero,
ma dissolve l'enigma della vita
infrangendo i veli del mistero.

Rapito dall'eco avvolgente
della più maliarda sinfonia
senti in te, fuori di te, l'Ente
e divieni nota dell'eccelsa melodia

 

 




COSE ANTICHE


CHIESETTA DI CAMPAGNA


Delicata fraganza esala
la bruna zolla rovesciata,
fesa dell'aratro dalla grigia ala,
dal primo raggio illuminata.

Fresco, l'umore stilla
si che risplende al sole.
La tremula rugiada brilla
sulle poche foglie rimaste sole.

Culla l'ulivo d'argento
lieve dell'alba la brezza,
le messi che donan frumento
dolcemente carezza.

Inno di gloria innalza
al risveglio la madre terra,
e nel filar dei cipressi avanza
alla chiesetta, che il cielo serra.

Piccola chiesetta rustica,
come maestosa cattedrale
o cappella di data antica
attendi felice, chi dal campo sale.

L'ombra delle fronde ti difendono
mentre dischiudi la tua porta;
la nuova luce, di un raggio ti fa dono
e sovrana appari risorta.

Quattro banchi tarlati
un piccolo altare in alto alle scale,
pochi quadri impolverati,
un vecchio confessionale.

Un ragno, la sua tela sottile tende,
corre un topo nella tana furtiva
ma dal soffitto una lampada pende,
che cela una fiamma splendida e viva.

Un crocefisso apre le braccia di legno
invita con gli occhi alla preghiera.
In ginocchio, della Croce fai il segno
e sussuri una prece profonda e sincera.

Nella campagna il silenzio regna;
prega ardentemente quell'anima buona,
del suo sguardo Dio l'ha resa degna
mentre un canto celeste dell'Ave risuona.

FORNO ANTICO


L'ultimo raggio di sole
s'infrange
su una chiusura annerita.

Una fila di rozzi mattoni
formano corona
ad una lamiera brunita.

Poche tegole e due pilastri
sorregono
e difendono un forno antico.

A fianco della casa sotto il verde
attende
in silenzio, del pane cotto il rito.

L'ovale lamiera
chiude,
pur corrosa dal tempo il ricettacolo
e nasconde
il fuoco che opera il miracolo
come l'Amore Divino,
nel tabernacolo.

Comprendo perché, al tramonto
l'ultimo raggio di sole
bacia
quella fonte antica di vita.

LA FONTANA


Zampilla
saltella
ricade
favella
con sommesso brusio.

E' un gioco
di gocce sospese
nell'aria gettate,
dalla vasca riprese.

E' come fanciulla,
che al ritmo di danza,
le vesti scompiglia
coi ricci trastulla.

Eterea, vivace
il sole la bacia
sprizza luci, colori
invita alla pace.

Infonde la fontana
gaiezza
così la fanciulla
giovinezza.

 

CANCELLO CHIUSO




Piccole colonne diroccate,
che a stento reggete un cancello
dal tempo consumato,
voi conoscete di molte annate
il sole, la pioggia, il venticello,
il silenzio ed il passo cadenzato.

Le vostre pietre sorridono
fra la calce e le fessure,
in senso di sfida al passante;

« Volete i nostri cent'anni in dono,
le interminabili ore oscure
di un lavoro sconosciuto e pesante? ».

Così domandate, ma sempre sorridete,
sotto l'ombra di un cipresso maestoso,
al frusciar dei cespugli di rosa.

Alberi, piante verdi racchiudete,
le scale di un abitato silenzioso,
i sogni e la speranza fiduciosa.

Cancello chiuso, apriti,
lascia passare la vita
che rallegra e fa gioire i cuori;
al sole radioso, riscaldati,
e alla luna nella sua salita
mostra le vivaci corolle dei fiori.

Dall'ombra, dal sonno ridesta
le antiche vitalità, lascia il ricordo
ai bimbi e agli uccelli fai festa.

 

 






STRADE

http://www.flickr.com/photos/neogene

LA LUNGA STRADA


Strada fiancheggiata
dalle ombre dei ricordi
ti snodi senza limite
dal passato al futuro
illuminata dal sole della speranza.

Tra gli alberi delle immagini,
giocano le ombre dei pensieri
cullati dal vento della poesia
accompagnate dalla melodia dei sospiri.

Strada innodata di luce,
che parti dalle sorgenti vita,
non finisce alla morte
perché è anch'essa vita,
quella vita che da Eternità.

Stretta inizi, serpiginosa
ti allarghi sempre più all'orizzonte
fino ad essere dissolta in esso
niente e tutto nella Sua Entità.

L'APPIA ANTICA


Chiusa tra vecchie mura
fra ruderi antichi
ti snodi serpiginosa.

Il grigio selciato
le pietre romane
riflettono luce
baciate dal raggio solare.

Ti fa ala la verde pianura,
di cipressi il lungo filare,
ti fa manto illuminato
dal sole, il cielo di Roma.

Ovattata di nebbia al mattino,
luminosa di pulviscolo al tramonto,
misteriosa di ombre alla sera,
inspira la tela del pittore
la musa del poeta, il viadante
incatena con fascino ammaliatore.

VIA AUGUSTO PAPERI



Come la spiaggia
sfuma nell'onda,
così questa strada
si perdeva nella zolla.

Raggiunta la via
un mare di grano
donava la pace,
offriva gioia al cuore.

L'occhio quasi danzando,
guadagnava sempre più spazio
giungeva inebriata all'orizzonte
dove il sole, globo di fuoco
bruciava il cielo, la terra.

Ora han ritenuto cosa saggia
annullare il biondo mare
innalzare dI cemento una sponda,
arginare una nuova folla
di esseri fiduciosi in cerca di pace,
di benessere, sicura fortuna.

Ahimè, città, città,
sei un amante maliarda:
tu porgi su un piatto dorato
a tutti un sorriso smagliante,
ma togli la luce degli occhi,
distruggi ogni bellezza
della terra, dal cielo, del cuore.

 

 




 

ANELITO

Un frullio d'ali
una nuvola bianca
si alza nel cielo,
si posa sui pini
ebbra di vita.

Volteggia, s'innalza
a picco s'abbassa,
si adagia sull'etere,
quale lieve farfalla
ebbra di gioia.

E' libero volo
di bianche colombe,
saluto festoso,
al sole nascente,
al giorno morente.

A quelle ali in fuga
vorrei affidare
l'animo mio timoroso,
perché librato nell'aere
trovi l'ebrezza della libertà.

SOTTO LA QUERCIA


Tra fitti rami
penetra un raggio di sole
fra le tremanti foglie
traspare il cielo.

In questa nuvola verde
si nasconde un usignolo,
il suo canto rallegra i cuori
come il colore di cento fiori.

" Sorridi " sprona l'usignolo.
" Sorridi e piangi di commozione,
ascolta la dolce melodia
ammira la perfezione della natura.

E' tutta tua questa bellezza,
ti è stata donata con tanta dolcezza
non rimanere sotto la quercia,
sali sulle mie ali e vola
da un ramo a un fiore sotto il cielo.

Cantiamo del creato la felicità
confondiamo all'unisono
le singole entità ».

NOVELLA


Un giorno di Maggio
un mare verde ondeggiava al sole
e una spiga di grano piangeva.

« Guardate come è maestoso il papavero,
ha una corolla color del sole.
Guardate il gentile fiordaliso
ha i suoi petali color del cielo.
Guardate la timida margherita
ha il color della luna e della luce,
perché io avrò il colore delle foglie »?

Il gemito attirò una farfalla
e disse alla spiga con dolce voce:

"Guarda, anch'io ho il colore dell'iride
ma tu vali più di un fiore.
Sei l'essenza del pane quotidiano,
dalla zolla ascendi all'altare,
per divenire Corpo del Signore,
entrare in ogni cuore umano
come prima nota dell'Amore".

L'APE E IL CUORE


Come l'ape volando di fiore
in fiore sugge il nettare soave,
all'uomo dona fluida dolcezza

Così il cuore librandosi nell'universo
avido aspira ebrezza,
all'uomo dona puro Amore.


 

 




 

NATALE


 


A MEZZANOTTE


Sfolgorio di luci
fusione di canti all'unisono
trattenuti dalle austere arcate
di una Cattedrale, a Natale.

Alle tremule fiamme dei candelabri
alle statiche luci degli abeti
agli ascetici volti dei santi
sale l'incenso a spirale.

Tra tanti cuori palpitanti
Uno si eleva sempre più in alto
a forma di candida Ostia,
per ritornare a noi in cento calici.

E' una stalla che ci circonda, una culla?
E' una mensa imbandita con il pane della vita?
E' una coppa con il Sangue per una folla?
No !

E' Cristo nato per la nostra vita.
A mezzanotte Dio è Uomo
a mezzanotte l'uomo è fuso in Dio,
perché Dio Uomo penetra nell'uomo
e l'Uomo, come nella notte Santa partorisce Dio.

NOTTE DI NATALE

« Maria sei stanca
devi riposare
ormai la luce manca
non si può più andare ».

« Si Giuseppe, sia la tua volontà
la notte è lunga e soffro,
questa grotta non da comodità
ma a Dio tutto offro ».

« Maria riposa
la città è lontana
su questa paglia posa,
le tue membra risana ».

« Guarda Giuseppe quella stella,
senti che dolce canto
questa non è una stalla,
tutto è bello per incanto ».

« O Gioia divina, Alleluia Alleluia
E' sceso in terra il cielo
questa notte non è più buia
Abbiamo Gesù in questo Velo.

NATALE


Tanti secoli or sono
quanto lunga fu l'attesa,
che ancor oggi al cuore pesa,
aspettare il giorno del perdono.

L'Amore di Dio per l'Uomo
lasciò la Vergine in attesa,
che di gioia fu tutta presa,
così che desiderò l'avvento
del Mondo Nuovo.

L'Inverno fu addolcito dal Natale,
giunse alfine la festa dell'Attesa
così Maria e l'Umanità fu compresa
dal gran dono Universale.

Gesù nacque e nasce ogni Natale
a Betlemme e in ogni cuore in attesa
e sempre si rinnova la sorpresa
di ricevere una felicità, che vale.
Dimentichiamo odio e male
se esiste tristezza e offesa
esultiamo, è finita ogni attesa:
Cristo è nato, è Natale.

 


 

 



 

PROFESSIONE

ADDIO AGLI STUDI


Minerali, cristalloidi
Forza cinetica,
Blastomeri, colloidi,
Osteologia, microscopica,
Riflessi di Paolow..
Gastroenterostomia,
Morbo di Basedow.
Isterectomia.
Eritroblastosi fetale.
Coxa vara, scoliosi,
Lesione personale.
Pielite, nefrosi...

Quanti esami, quanti ricordi!
Sei anni fa, non ricordi?
Eri un giovane spensierato.
Studente universitario!

Com'era lungo questo titolo
Inorgoglivi, e non più temerario
liceale affrontasti l'arduo volo.
Tuoi erano la forza, l'orgoglio,
il desiderio di volere
varcare della medicina il soglio,
scrutare nel mare del sapere.

I giorni si rincorrevano
più veloci, incalzanti.
Le sessioni si susseguivano
ogni anno più strazianti.
Pensieri, ansie, timori,
successi, sogni, amarezze,
sconvolsero i nostri cuori
ricchi di fede e giovinezza.

Addio scuole elementari,
vecchi libri di latino...
Addio aule universitarie.
La laurea è vicina.
Saremo dottori!

Dimenticate ogni rimpianto.
Allevieremo i dolori,
le sofferenze, il pianto.
Ci attende la Società
la più bella professione,
Amiamola con fedeltà,
con la più grande passione.

 

I MIEI ANGIOLI


O miei bimbi, cui il sorriso
delle labbra mori
nel pianto della mamma.

Quante volte mi cinse
il vostro braccio, il vostro dolore
a lottare mi spinse.

« Perché, perché, perché soffrire
perché, perché a noi la vita
ha dato sola scelta che morire ».


Ho negli occhi il vostro sguardo,
il vostro palpito nel cuore,
che mi colpisce come dardo.


Perle brillavano sulle guance
pallide, spaurite, imploranti,
quando ferivo con piccole lance.

Nei rubini delle dita
perdevo disperata i miei occhi
per trovare la speranza della vita.

Paola, Antonio Marina
Giuseppe, Eleonora Rossella
Virginio, Maria...

Quanti piccoli cuori
hanno rubato
l'anima mia

Appena sapevate dire
« Piano ti prego dottoressa
non mi far soffrire ».


Rivoli di sangue nelle vene
infondevo, tutto l'Amore
per distruggere le vostre pene.

Ho perduto il vostro sorriso
quando con le mie mani ho spento
le luci del vostro viso.


Non possiedo scrigni d'oro
ma ho i miei angioli
quando corro al mio lavoro.

MISSIONE


M'arde nel petto una passione,
che consuma ed imprigiona
il mio cuore e la ragione,
ed altera domina padrona.

Come un rivolo ascoso,
allor che scorre sommessamente
nel folto d'un bosco ombroso,
diviene fiume lentamente.

Così una scintilla silenziosa
fatta fiamma, alimentò un grande amore
illuminando senza posa,
la mia vita, altrimenti senza ardore.

La medicina è questo fuoco
è anima al mio corpo stanco
e pace non ho in altro loco,
se non sono di un malato al fianco.

Può l'uomo darsi la morte
atrocemente di sua mano?
Rinnegare qualunque sorte
può essere pensiero umano?

La rinuncia a beni ignoti
può oscurare l'orizzonte,
ma la fede ed i miei voti
eleveranno la mia fronte.

Se la vita è Amore
e amore è vita,
la luce a sperare
la mèta m'addita.

Al candido altare,
su cui giace un corpo sofferente,
m'avvio ad innalzare
lo splendido sacrificio lietamente.

SINGOLARE DONO


« Dottoressa
non trovo parole
oggi sono venuta al suo studio
per lasciare la mia fanciullezza.

Dottoressa
oggi le sue mani
non devono poggiarsi su di me
ma devono ricevere la mia spensieratezza.

Dottoressa
Lei ha vissuto ciò che ho perduto.
I giochi sono finiti per me
e tutti i momenti di incertezza.

Dottoressa
ecco la mia bambola,
non sono più la sua mamma
la lascio a Lei e saluto la mia giovinezza.

Dottoressa
la doni ad una bimba povera
io, a mio fratello farò da mamma,
per vincere ogni tristezza.

Il male ha distrutto il bene
il dovere disperso la mia libertà,
ma Dio, con mamma ci doneranno sicurezza.

 

L' ERITROCITA


Nata dal tessuto mesenchinale
fra le sue maglie vaga incerta,
ma altera del suo compito finale,
felice che il destino l'ha prescelta.

Insinua il citoplasma; ha tanta fretta,
scinde in cromosoni la cromatina,
dona simile a se una cellula perfetta
e al fiume rosso sangue la trascina-

Veste un manto blu che in rosa cangerà,
allorché l'eme si unisce alla globina,
dissolverà il suo nucleo a raggiera
per tutta caricarsi d'emoglobina.

Ora corre più leggera alla mèta,
senza il blasto, come eritrocita
mai d'ossigeno si disseta:
sa di portare ad ogni tessuto: vita.

 

 

 

 


 

MATERNITA'


LA VITA


Un pianto flebile, un vagito:
è nata una nuova vita.

In questo giorno, in questa ora
quanti iniziano la vita,
quanti perdono la vita.

Vedere, sentire, respirare
temere, soffrire, pensare
piangere, gioire amare,
è vivere, ma che cos'è la vita?

Perché inizia quando non vuoi?
Perché termina quando non sai?

Tu uomo, non puoi iniziarla,
nè per legge toglierla mai.
Piccolo o grande quel corpo giace
immobile terrificante, senza la vita,
vivo è meraviglioso con la vita.

Perché nasci, vivi, muori?
Che cos'è la vita?

Dove cerchi questo quid inafferrabile?
E' alito divino l'anima vitale,
di questo mondo mirabile ma inerte:
Se l'essenza è soprannaturale
perché il bene in male si converte?

Aiutami Fede a credere
che la mia, nostra, ogni vita
è un atto d'Amore
senza atti di dare e avere,
non c'è Principio nè Fine
ma ritorno all'Eternità

ALLA MAMMA


Silenziosa, soave, serena
schiude le labbra al sorriso,
mentre al fardello eleva la schiena
e dolci lacrime imperlano il viso.

Sospira, s'affanna, soffre,
mentre in se batte un altro cuore
ma ogni gioia e dolore offre,
per far fiorire il frutto dell'Amore.

Cuce, culla, canta
la voce accarezza l'innocente,
la melodiosa nenia lo incanta
ed egli dorme e più non sente.

Rimira con infinita dolcezza
le piccole, care sembianze,
le sembran di rara bellezza,
qual sole dan luce alle cupe stanze.

Pettina i riccioli biondi,
le trecce d'oro che coronano
il volto e gli occhi profondi,
che un mistero racchiudono.

Carezza la testa spensierata
la difende con supremo affetto
scudo della sua età avanzata,
oggi d'ogni premura oggetto.

Sospira, sogna, spera,
un mirabile avvenire
una realtà sicura, non effimera
del tempo nel suo lento divenire.

Sente, segue, palpita
vive, partecipa, comprende
ogni impresa di quella vita,
ogni gioia o dolore che la fende.

"Mamma mamma, mamma"
ripetono le labbra insaziabili
e qual sovrumana manna
lene le pene più insuperabili.
Lavora se per con minor lena
ha già fili d'argento nei capelli;
agli anni curva la schiena
ma lieta mostra i suoi gioielli.
Nulla ha chiesto all'umanità
tutto alle nuove vite ha donato
ed una immisurabile felicità
riceve qual dono insperato.

MATERNITA'


Concepita nell'atto dell'amore
palpita in se la nuova vita,
colma di gioia il cuore,
di ebbrezza infinita.

Frementi le dita serrano
a mo ,di culla l'essere
dal sen fuggito,
al sen avvinto
al fin di crescere.

Brilla l'occhio affascinato
alla preziosa realtà
e nel dolce amplesso
annulla se stessa per il nato
sull'ara della Maternità.

UN FIGLIO


Un figlio è un frutto:
come il frutto è il dono di una pianta
così un figlio è il frutto dell'amore,
caro sigillo di un amplesso
testimonianza del bene di due cuori.

L'un penetra nell'altro anima e corpo,
per ritrovare nel binomio umano
l'unità primaria, da questa, la vita.

Nel connubio muore per legge la dualità,
diviene unità trascendente,
generante trio armonioso.

La vita, che ti sembra perdere
nel totale annullamento di te
nutrita dall'amore imperioso,
torna più potente a fremere.

Solo così nasce un figlio?
no - anche violenza lo concepisce-

Se ogni credo, ogni senso è spento
allora l'atto si abbrutisce.

Il corpo è anima nell'ora di felicità,
è etereo
nella fusione del sentimento,
ma il corpo è carne in libertà

se ascolta la follia dell'ego.

Così un figlio è figlio
dell'orrore e dell'amore:
è l'erede di ogni Verità.

LA FESTA DELLA MAMMA


Mamma
vorrei regalarti il mare,
perché riflette il cielo
perché possiede perle e coralli.

Mamma
vorrei regalarti la terra
perché circonda il mare
perché possiede oro e cristalli.
Il mare, la terra il cielo
sono scrigni ricchi e templi di vita.

Mamma
tu mi hai dato la vita
nell'amore e per amore:
io non li posseggo, Ito solo il cuore,
che è l'essenza di ogni tesoro.

Mamma
accettalo in questo giorno di Festa
mentre invoco per te il Signore.



 



 

NEL COSMO


 

LE FORZE DELLA NATURA


Vorticoso ulula il vento
dalla terra, dal mare sinistro,
fende le roccie, spezza le palme
sfreccia con sibilante lamento.

Solleva nubi di polve,
dal lido nubi di sabbia,
nell'etere la dissolve;
come pioggia aghi-forme.

Il sole occulto da fitto nembo
dalle maglie sprigiona i suoi raggi,
illumina quel libero lembo
di cielo rimasto sereno.

Cupa s'agita l'onda
del fosco pelago in tempesta,
s'innalza, s'inarca, circonda
con avido risucchio il flutto funesto.

All'urto rauco quell'acqua nera
genera, qual gioco di prestigio
una spuma, candida, leggera
che sulla sponda Eolo trascina.

Fino al monte, per le vie deserte
sulle eccelse vette par che si posa
e in soffice neve si converte,
che distinguer non si può nella sera.

E' un crepuscolo invernale
quale il lido tirrenico conosce,
degli elementi, lotta, ineguale
e pur fonte d'armonia naturale.

L'uomo ode le travolgenti note,
le vibrazioni dell'arpa della vita
e tutto il suo essere si scuote,
rapito da quell'ebrezza infinita.

OBLIO

 

Splendido dio,
che dalla candida spuma
del mare ti levi lucente,
tu incateni lo sguardo
al tuo moto fremente,
si che l'ora si consuma.

Fulgido dio
che dal tuo occhio dorato
del tramonto ti ergi solenne,
tu inondi la vita
di vivida luce perenne,
anche se triste fu il fato.

Dio incantevole
che dal verde ondeggiante
della terra sorgi armonioso,
tu incanti coi flessuosi liuti,
l'animo fiducioso
trepido, come infante.

Grato per le mille sembianze
ti sono, in cui appari,
si che il ricordo, che da tormento
si perde sulla benigna terra,
nell'infinito firmamento,
nell'abisso dei mari.

Soave risuona
all'orecchio il tuo nome,
è malia il tuo lieve canto,
che annienta i gravi pensieri
eleva il futuro a gran vanto,
fra verdi corone lo pone.

Celi con fitta nube
i tristi affanni,
le cocenti memorie,
quieti l'anelito inquieto
con le incantevoli storie,
perenni nel volger degli anni..

Sei come un fiume,
che si snoda lentamente,
sulle cui spire ondeggiano
le corolle del ricordo,
la mano affera, ma invano
e fra le dita scorre acqua solamente.

Non è pericolo, ne amarezza
stringere fra le dita il nulla,
da dolce vaga malinconia
che cangia le vicende in sogni,
con impareggiabile magia,
con allettante visione ti culla.

Torna la pace desiata
dopo le ardenti battaglie;
il tempo serra il passato
nel suo scrigno di cristallo.
Rimiri sereno quelle spoglie
e ti libri sul divenir inviolato

AL SOLE


Ardente luce
che purifichi l'aria
togli dal ramo la gemma,
il fiore al calice.

Tua la gioia
che il giorno brilli,
tua la sete
di veder sorridere
al vital calore

Ardi fulgido
doni splendore,
fughi l'ombra
tra le verdi chiome.

Specchi il rubino
sui vetri socchiusi,
risplendi nel cielo
si che il mare rifletta,
ciò che la terra accetta
per la vita dell'uomo.

" SIA FATTA LA LUCE E LA LUCE FU"


Ecco ancora un secondo
« Silenzio ».
Ecco ancora un momento
Silenzio.
Il cuor par che si fermi
nella trepida attesa.

Finalmente
due uomini sono sulla luna.

E' buio, notte profonda
ma la Fede
che portano nel cuore,
è luce,
su quel suolo sconosciuto.
L'Impresa
è luce nel mondo.

A Huston nello stesso istante,
dalla notte della coscienza,
Thomas Corawag
giunge al mondo della luce.

Non è un impresa:
è un ragazzo
che non conosceva la vita,
il Suo valore
materiale e soprannaturale.

Per possedere, ha ucciso,
per avere ha tolto.
Il suo buio,
il vuoto l'ha reso amorale.

Ora per l'ultima volta
i suoi occhi
vedono Buzz e Neil
nella notte della Luna.

A Loro augura vita
perché, lui Thomas,
entrerà nella notte di tutti,
ma serenamente
perché l'anima sua
possiede ora la luce.

Egli stringe il tesoro
e addita,
il passo della Genesi
« Sia fatta la luce
e la luce fu ».

VERSO LA LUNA


Un boato,
una lingua di fuoco
e l'uomo
affronta lo spazio.

Ruota
astro fra gli astri
intorno alla terra.

Scruta
il firmamento
per divenire
Re anche della Luna.

E' una corsa nei cieli
di un essere finito
nel Regno dell'Infinito.

Del cosmo
felice navigante,
vive
nell'era della mente
un superbo momento.

La terra è sua dimora
ma vuole
una casa senza confine;
dimostrare
che tutto è niente
nella sua operosa mano.

Cerca lontano,
su Venere, la Luna, Marte
l'enigma della vita,
l'Artista che operò
con il solo fine
di Amare, Amarsi.

Non teme l'ignoto,
non sa,
che ciò che chiede
è in sè,
è sempre stato noto.

Purché voglia
riconoscere
Dio prima dell'io.

TEMPORALE


Grigie, oscure affollano il cielo
nuvole cariche di tempesta,
timido tra le maglie del cupo velo
un raggio illumina l'aria mesta.

Trascina nel vortice il vento
foglie verdi e ingiallite,
tutte le cose son tristi in un momento
dalla furia degli elementi ferite.

Improvviso nel cielo un bagliore
l'aria serpiginoso folgora,
risuona sordo il fragore
rende malinconica l'ora.

Martella violenta ostinata
la pioggia, il lucente asfalto
spezza le fronde, la grandinata
scorre nera, se pur bianca scese dall'alto.

E' la lotta di forze naturali,
il cielo si è impazzito
spezza bieco con i suoi strali
la terra, l'uomo annichilito.

AL SOLE


Sole sorriso del cielo,
ti saluto,
sollevandomi tutta verso te.

Sono una sola cosa
con le rondini in volo,
perché vorrei sfiorarti,
quale nuvola trafitta
dai raggi,
vorrei svegliarmi poi
con il tuo bacio
splendente
quale miracolo
divenuta luce,

E diffondere
il tuo sorriso
alla terra e al mare.

Sole
sorridimi sempre,
così che io sorrida
alla vita
perché sia alba, infinita.

 

 




A MARIA

 

MARIA


Nata fulcro di purezza
fece luce il Suo candore.

Vivo esempio di Umiltà,
fu premiata la dolcezza:
partorì lo Splendore
per divina Volontà.

Madre ricca di bellezza
donò pace con il Suo dolore.
Grande fu la Sua pietà:
per il Mondo volle la Salvezza.

Offerto fu l'oggetto del Suo Amore
per la vite dell'Umanità.

VISIONE DELLA MADONNA


Radiosa come il sole,
che emana raggi splendenti
avvolta di vivida luce
mostri volto e mani offerenti.
Occhi e labbra sorridono
con il Tuo cuore riverenti
al Calice, che innanzi si eleva
a mo' di culla per l'Ostia,
nella quale Tuo figlio si umanizza.

Sorridi implori, offri
e sicura emani Amore
Tu, dolcissima creatura
al cospetto dei Figlio si Divino,
e della nostra fragile natura.

Stella affascinante
per il buio dei miei occhi,
sole parlante
per il silenzio del mio cuore,
oggi ho chiesto e torno sazia:
Tu hai irradiato in me la Grazia.

AI PIEDI DELLA PIETA'
(nella Cappella di Collameno)



Un manto ti cinge
o Vergine Sconsolata
e piove sul grembo
che accoglie la divina carne trasfigurata.

Il tuo cuore
grida nel silenzio tristemente
il tuo dolore,
che valutar non può l'umana mente.


Gli occhi sono rivolti al cielo
perché le tue braccia ancora
stringono il Figlio Benedetto,
spirato in quella tragica ora.

 

Il Tuo corpo vivo,
il Suo corpo morto
implorano pietà
all'anima dimentica del Cristo Risorto.


O Vergine Santissima
sono ai tuoi piedi
ma vorrei essere quel lino
azzurro del manto per ricoprire
il tuo volto desolato di Madre.


O Figlio Divino
Sono ai tuoi piedi
Ma vorrei essere quel bianco lino
per nascondere le tue piaghe
e risanate dalla divina e umana pietà
offrirLe alla Pietà del Padre.

 

 

 

SENTIRE


Odi, respiri,
palpiti, sussulti,
vedi, ammiri,
piangi, esulti.
Vivi, dicono.
Hai un diritto
o possiedi un dono
come è stato scritto.

Erri nella selva
fitta della vita,
come una belva
dalla fame afflitta.

Cerchi la gioia follemente
nel divertimento, nel denaro,
nella gloria, nell'ornamento,
della vera essenza ignaro.
Felicità chiedi,
desideri, brami.
E' dentro di te, non vedi,
se ciò che ti circonda ami.

Ascolta, senti col cuore
quella impercettibile voce,
che non si perde e muore
ma distinta viene se cerchi la foce.

Ciò che fai più non pesa.
E' sacrificio, no, è dolce offerta.
L'opera tua non è lesa
se alla gioia comune verta.

Sentire è comprendere,
comprendere è donare
donare è possedere
possedere è amare.

Questa è la chiave misteriosa
dello scrigno della felicità,
che rende la vita armoniosa,
che da al volto la beltà.

INCITAMENTO


Come la formica, scoperto un tesoro
corre indietro a chiamare le sorelle
crea con loro una lunga fila
tutte tese a ciò che per esse è oro...

Come il passero, lasciata la fronda
per primo indica ai compagni
nella luce del giorno
l'ebbrezza del volo
e crea una nuvola
che l'etere circonda.. .

Come il rivolo che mira al mare
nella corsa dal monte alla valle
si unisce al ruscello, al fiume
e le sue alle acque dell'oceano immedesimare.

Così la tua parola semplice

e sincera
chiara sintesi del pensiero,
si unisca al parlare altrui
e riveli le leggi della Vita Vera.

Così la tua mano sempre tesa
a stringere qualunque mano
formi un unico abbraccio
per la realizzazione della divina impresa.

Così i timidi battiti del tuo cuore
lascino la solitudine

per la moltitudine
e palpitino all'unisono
come un solo cuore
infiammati con e per l'Unico Amore.

L'esempio, l'unione, la Carità
sono le corde dell'arpa che è la vita,
sono il nettare del fiore che è l'umanità,
l'essenza pura della Pietà Infinita
raggi riflessi dell'eternità.

 

INNO AL SILENZIO


Taci
non muovere le labbra.
Taci
non sollevar le palpebre.
Taci
non aprire le orecchie.

Nel silenzio
lascia battere solo il cuore,
non contare i battiti
al ritmo del tempo.
Nel mondo della pace
non è il tuo cuore,
che corre veloce,
è l'eternità,
che parla a te
mentre tutto tace.

Lascia
ogni parola di sorpresa.
Lascia
ogni ricordo di visioni.
Lascia
ogni suono conosciuto.

Nel silenzio
è luce ogni ombra,
discorso ciò che tace,
dolcissima melodia.

Se taci
vedi tutte le luci.
Se taci
sei l'essenza dell'essere.

SOTTO LE STELLE


Quanti occhi brillano
guardano il sole, la luna e le stelle.

Sorridono, parlano
in silenzio alle cose più belle.
E quanti occhi piangono
sofferenze e tribolazioni morali,
la gioia del contatto umano
per la perdita delle loro pupille.

Quante vite sbocciano,
la luce del loro primo giorno
fiduciose, salutano,
e creano gioia tutt'intorno.

E quanti, esseri si spengono
perdono il tesoro della vita
cuori, che piangono
desolatamente la loro dipartita.

Nasce un'aurora delicata
auspice di azioni feconde
per tutto il tempo di una giornata
rallegrata da ore gioconde.

Piange un cielo di nuvole coperto,
beve la terra avidamente
per crearsi di verde un serto,
benedire in silenzio la pioggia.

Il mondo vive e muore sotto le stelle
eternamente sorride e langue,
cela del Grande Amore le faville
per la Sua Morte lacrime amare piange.

INNO ALLA VITA


Vigore di membra
fluida onda di benessere
sete prepotente di espansione
dolce anelito di felicità.

Tacito possesso di vittoria
Sicurezza di dominio
Reale estrinsecazione,
trionfo di vitalità.

Luce di pensieri e d'azione
certezza d'essere...
Chiarezza di visione
impulso di umanità.

Vorticosa danza di sentimenti
tempesta di desideri
giubilo di affetti
apoteosi di spiritualità...

E' vita il sangue fluente,
E' vita l'alito offuscante,
vita l'iride sorridente,
vita il cuore palpitante.

Sento soffro, amo
piango, sorrido.
Perché ho vita, vivo
l'essenza della vita.

MENTRE GUIDAVO NEL TRAFFICO DI ROMA


Come piuma leggera
vola nell'etere
si posa appena,
a terra e rivola
portata dal vento.

Così sono io oggi leggera
anima senza corpo
ricca di luce e Iena
per lenir tormento.

Come farfalla vellutata
vola nell'etere
si posa appena
sui fiori e rivola
dileguandosi in un momento.

Così sono io oggi alata
anima senza corpo
ricca di gioie senza pena
tesa al firmamento.

Ombra dell'essere,
linfa di vita,
aria dell'etere
soffio di vento.

 





LODI

 


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LODE


Lode a Te mio Signore
perché i miei occhi hanno visto il sole.

Lode a Te mio Signore
perché le mie orecchie hanno udito le campane.

Lode a Te mio Signore
perché le mie labbra hanno pronunciato
il Tuo Nome.

Ho visto e udito, Signore
perché ho la vita che mi hai dato.

Quando avrò perso la vita
non avrò più i sensi ma l'anima,
che vedrà Te come il sole,
che udirà il Tuo Cuore come campana
e loderà con Te, Dio, Unico Amore.

INNO DI GIUBILO


Esulta l'anima
e grida al mondo
alfin vittoria.
Par infima,
se scruti a fondo
in tua memoria.

Niuno è visibile
e cosa non appare
ad occhio umano.
Ma è inestimabile,
si che par sognare
toccare con mano.

Non v'è orizzonte
a limiti porre
alla mèta infinita.
E' perenne fonte
di luce che scorre,
che inonda di vita.

Cangiate i fardelli
per grazie divine
di pene e dolori,
son ora gioielli,
serto dolce di spine
tra splendidi fiori.

Tripudio radioso
di suoni, di canti
di luce e colori:
inno gioioso
di fanti, di santi,
estasi di cuori.

Il rosa è porpora
il sommesso è sonoro
l'ombra è splendore;
il nulla s'incorpora
il singolo è coro
e domini o Signore.

Librato a quell'oasi
perdi la voce
possiedi solo l'udito,
vivi l'eccelsa apoteosi,
che ha divina foce
e rinnova l'eterno mito.

 

 

E' UN ALTRO GIORNO

Ancora una stella
lucente nel cielo
accompagna il tramonto
dell'astro lunare.

E già un chiarore soffuso
di luce rosa dissolve
della notte il manto
e chiama il giorno a salutare.

A mò di bianco fumo, la nebbia
si alza lentamente
dai campi brinati e nasconde
il loro risveglio pudicamente.

Ogni profilo dei monti
si delinea all'orizzonte
quando il primo raggio prepotente
si specchia sui vetri del più alto casolare.

Come nuvola fluttuante
si eleva dall'umide fronde
un gremito stuolo di passeri
e volteggia ad ellisse o spirale.

Ormai il cielo è chiaro
la case bianche, i campi verdi
ogni cosa ricolma di luce invita
al programma di amare.

Tutto sorride e canta
a modo suo « buon giorno »
ad un altro giorno di vita
a questo miracolo d'amore.

Quando i tuoi occhi si aprono
e non trovano il buio della notte,
ma godono il nuovo giorno,
la gioia infinita,
anche l'anima si desta,
scopre la misteriosa Verità
e grida « Grazie Mio Signore,
grande è la Tua Bontà ».

 

UNA GIORNATA DI SOLE


Gioisci anima mia
il sole risplende.

L'aria lucente,
dà al cuore esultanza.

Sorridi anima mia
al cielo terso di nubi,
non essere silente,
canta lieta con speranza.

La luce è gioia
il tepore dolcezza.

Lieta vivi la vita
nulla è noia
sfoga l'ebrezza
in un dì ricco di luce
bella è la vita.

LETIZIA


Canto al sole,
canto alla luce,
che inonda l'aria
di fulgore.

Sorrido al cielo,
sorrido alla terra
che colma l'anima
d'Amore.

Luci, colori
canti, fiori
intersecano la danza
del folklore.

Non è paradiso il paradiso
ma paradiso è tutto ciò,
che dona gioia
ed è splendore.

UN NUOVO GIORNO


Ho aperto la finestra,
è entrato un timido raggio di sole,
il dolce canto dell'usignolo,
la carezza dell'aria mattutina.

Uno spicchio di cielo terso
ha sorriso con l'ultima stella
alle prime luci dell'aurora
come augurio di buon mattino.

Una mano ha dipinto
per me questo quadro vivo;
un cuore ha cantato
per me le melodie dell'Amore.

Alzati, saluta il giorno
innalza un inno alla vita,
sia essa colma di gioia o dolore
è pur ricca di bellezza Infinita.

AL TRAMONTO

Porpora ed oro intreccia l'onda,
quali capelli calati dal sole
come saluto al calar della sera,
dal cielo al tremulo mare.

Par che l'astro nel gorgo affonda,
e nel flutto voglia disperdere la sua mole
ma prima lancia di fuoco una preghiera
sull'universo, in quell'ora divenuta altare.

"Sono luce, sono calore
l'occhio non può guardare il mio splendore,
ma vedere e percepire senza timore
che racchiudo in me l'espressione dell'Amore".

OGGI...

 

Oggi ho visto la luce,
oggi ho visto i colori,
oggi ho sentito il calore della luce
oggi ho sentito il calore dei colori.

Allora ho gridato: grazie Signore
perché ho visto, sentito
il riflesso della Tua bellezza
perché io vivo, Signore.

Il mio cuore e gli occhi vedono i fiori
che mi donano della vita l'ebbrezza.

Le mie mani non hanno nulla da offrirti
ma il mio cuore è colmo di giovinezza d'Amore
e Ti grido: Grazie, grazie Signore

LODE A TE O SIGNORE


Lode a te mio Signore
perché i miei occhi hanno visto il sole.

Lode a Te mio Signore
perché le mie orecchie hanno udito le campane.

Lode a te mio Signore
perché le mie labbra hanno
pronunciato il Tuo nome.

Ho visto e udito, Signore
perché ho la vita, che mi hai dato.

Quando avrò perso la vita
non avrò più i sensi ma l'anima
che vedrà Te come sole
che udirà il Tuo cuore, come campana
e loderà con Te, Dio, Unico Amore.

IN APRILE


In questa giornata primaverile
la natura ride.
In questo giorno d'Aprile
il sole sorride.

Tutti gli alberi tendono al cielo
le loro piccole gemme
ed ogni prato
ha trapunto il verde velo,
con bianche corolle.

Case, balconi, giardini,
risplendono di luce
e lieto il sole bacia la terra
felice del suo risveglio.

IL PRIMO SOLE E' MIO


Potente luce vivicatrice
a te l'omaggio devoto
del mio risveglio.

Io vedo, comprendo
che anche oggi ho vita
e con te dono di me il meglio


 



 


AMORE TRASCENDENTE

 

 

 

 

IL DONO


Sono felice, ho un dono
più splendido di ogni dono:
è poter donare.

Ricevere è gioia,
dare, è più grande gioia:
è sapere amare.

SOLO TU


Parlo o taccio,
solo tu rispondi,
approvi ciò che faccio
gli atti più o meno fecondi.
Vicino o lontano
sei presente,
mi guidi la mano
illumini la mente.

Gioia o dolore
sproni ad affrontare,
serena senza terrore
la vita ad amare.
Sei al mio fianco,
se pur non sei
volgo a te stanco
gli occhi miei,
ricevo per incanto
forza, grazie, perdono.
Questo il tuo vanto
offrirmi sempre un dono.

Solo tu, senti,
l'esasperato grido,
di placare tenti
il desiderio infido.
Bruci la realtà
annienti la rinuncia;
mi dai tranquillità,
serena fiducia.

Non ho parole
vorrei parlare, ma ascolto
ciò che la tua fede vuole
ciò che dice il tuo volto.
Voglio quel che vuoi
brami quel che bramo,
miei i desideri tuoi;
forse questo è tutto vano?

In me vivi solo tu
generi vita e azione,
dimentico ogni cosa che fu
ed opero con passione.

BEATITUDINE


Oggi ho il cuore in festa
voglio gridare al mondo:
Mi Ami, Ti amo.

Nella vita avevo perduto
la gioia della vita,
perché senza di Te non è Vita.

Che cosa rincorrevo?
che bene cercavo?
che felicità attendevo?

Ogni cosa parlava di Te
ma troppo avvinta alle cose
Ti sentivo e non Ti raggiungevo.

Quando tutto ho lasciato
tutto ho ritrovato
nella pienezza del Tuo Fulgore.

Ho la luce negli occhi,
la musica negli orecchi
ho l'Amore nel cuore.

Oggi sono rinata;
ieri mi hai dato una vita,
oggi mi hai donato la vita.

Che beatitudine è il Tuo amplesso,
mentre mi nascondo in Te
trovo l'Infinito in Me.

« Grida al mondo chi Sono Io,
urla, che cosa chiedo,
rispondi che cosa offro ».

« Se soffri, ho sofferto per Te
se muori, sono morto per Te
non sei nulla senza di Me ».

« Io sono la Vita, Io sono la Verità
esulta unita a Me nell'Amore:
questa è la Pura Felicità ».

UN ANGOLO DI PACE


Ai piedi di un monte
tra verdi ginepri nascosto
ad una villa da poco discosto,
s'erige della Vita la fonte.

E' in un angolo angusto
al di là di un cancello chiuso,
ma così al mondo fuso,
che ogni piccolo diviene vasto.

Regna la quiete misteriosa
il sommesso brusio campestre,
il moto d'onda silvestre,
che rende l'ombra luminosa.

E' un effige senza veste
di avorio, e pur trasfigurata dal dolore
ma racchiude il più grande cuore
che colma di gioia ogni dì come nelle feste.

Ha le braccia tese
E' trattenuto in Croce
« Amore » è la Sua Voce,
il grido di quelle carni fese.

UN DELIRIO CHE E' REALTA' E VERITA'


Signore, il Tuo Amore
è la vita del mio cuore.

E' fresco come la rugiada,
che bacia il fiore.

E' fuoco come il fulmine,
che genera terrore.

E' limpido come la luce,
che crea splendore.

Sei la mia consolazione
nelle ore di dolore.

Sulle nuvole, sulle foglie
leggo scritto il Tuo nome.

L'acqua che zampilla,
il cinquettio sono la Tua voce.

La luna, il sole i Tuoi occhi,
il buio della notte, la Tua pace.

Corro incontro a Te anelante,
e mi dissolvi nel Tuo sentimento.

IL FRUTTO


Quanto danno ha suscitato
quel frutto nato
nel giardino celeste.

La mano dell'orgoglio
lo colse e l'offerse
come dono di vita,
ma morte emerse
finché il frutto del Seno
con umiltà creato
ridonò grazia infinita.

Il frutto della terra fu maledetto,
un frutto della carme fu invocato
e pace maggiore fu raggiunta
quando l'un nell'altro si fusero,
si trasformarono nella Cena
da pane in Corpo Benedetto.

Oggi non più una mano ma il cuore
coglie ancora un frutto
ma è il frutto dell'Amore.

STRANO BANCHETTO


« Vi offro pane e vino
ma questo è
il mio corpo insanguinato:
E' cibo divino,
che ha lo Spirito Santo incorporato.

Voi vi nutrite di me
così io sono in voi,
ma tutti voi siete in me
come Sangue del mio corpo.

Partecipate a questo banchetto,
date poco, ma tanto avrete.
Sia dei vostri sogni l'oggetto,
non esistano più eccelse mete.

Soddisfare la fame e la sete
del corpo e dell'anima è giusto.
Questo pane mangiate,
questo vino bevete
conoscerete dell'Amore il gusto.

VERITA'


Quante volte hai picchiato?
Quante volte sei venuto?
Quante volte fosti respinto?
Volevi essere amato,
ma il cuore era muto
Vincere, non esser vinto.

Dicevo: volere, potere.
La sicurezza era forza,
la forza era arma.

Passarono anni, mesi, ore
nell'affascinante morsa
di esser sulla vera orma.
Ansia, talora incertezza
assalirono per la via
i primi, i passati anni.
Ma qual vento, la giovinezza
spazzò sempre la pena mia
i terrori, gli affanni.

Di amare ero certa
donare il corpo e l'anima
A chi donò risposta al guardo.

Se pur aspra era l'erta
parvemi toccar la cima,
la palma avere del traguardo
Mai la bocca al labbro porse
mai la mano a mano pose
corpo a corpo nell'amplesso.

Gioie umane furon perse
ma il rimpianto mai non morse:
vi fu l'inno del successo.

Quante volte hai picchiato?
Quante volte sei venuto?
Quante volte ti sei offerto?
Sbigottita t'ho guardato
il desio nutrito acuto,
rallegrato del sofferto.

Poi il silenzio più profondo
lo sgomento senza pace,
il tormento dell'offesa.
In un uomo serrai il mondo,
di bontà e fede face,
senza leder ne esser lesa.

Gioia, dolore, vittoria,
caduta, ascesa, sconfitta
l'anima sconvolsero desolata
colmando un libro di storia.
Dalla Verità, oggi, rimasi trafitta,
trasfigurata di essere amata.
Il cielo si è aperto,
la luce è tornata
l'orizzonte è sparito.

Nulla è coperto
la pupilla trasognata
spazia nell'infinito.

Invasa da sublime dolcezza
rimiro intorno e piango
sorrido, vivo ormai sazia
accesa di strana ebrezza,
sicura di esser fango
con il possesso della Grazia.

Quante volte hai picchiato?
Quante volte sei venuto?
Hai soccorso e perdonato
la superbia del passato?
Ora sento il Divino aiuto:
Ami e sarai amato.

L'INVITO


« Venite
ho il cuore in festa,
sono felice, vi amo tanto.
Vorrei dividere con tutti
la Mia gioia,
unirvi alla Mia felicità.

Venite!

Guardate la Mia mensa
come splende di luce.
Non vedete le coppe?
Il Mio cuore è il calice,
dal quale attingete
tutta la felicità.

Venite!

Perché rifiutate l'invito?
Il tempo è il vostro nemico?
Non avete vesti sontuose?
I vostri beni sono più grandi
del Mio sorriso,
della Mia felicità?

Lasciate.

Non chiamate, amici miei
i più grandi, i ricchi, i sani.
Sono ciechi, sordi, ingrati.

Ora il Mio cuore piange
ma perdona e offre ai poveri
tutta la Sua felicità.

Lasciate
che essi siano con Me.
Non guardate le loro piaghe;
« Sono Mie le loro ferite,
saprò sanarle,
con il Mio Amore,
con la mia Carità ».

Lasciate chi non osa,
chi nell'ombra si rifugia.
Oggi, sempre è festa
per chi vede la luce,
chi ascolta la Parola
dell'Eterna Verità.

Io!!!
proprio a me chiami?
Come posso avvicinarmi
a Te, splendore,
tutto ardore
io, coperta di miseria
di ogni colpa e di viltà?

Io
sono storpia per il peccato
triste, a me stessa questo
fa terrore.

Non posso credere
che Tu inviti proprio me
con tanta generosità.

Io, lavata dal Tuo sangue
e dalle lacrime del pentimento
mutata, mi accosto alla Tua Mensa
e Tu stesso mi nutri di Te.

Ancora son misera
ma Dio mio, Ti offri e ora
Vivo la Tua Felicità.

QUESTA MATTINA


" Vieni, non essere esitante
prendimi, serrami fra le tue labbra
Mangiami,
non come Ostia impalpabile,
ma come Cuore palpitante.

Aprimi, scruta il fondo,
troverai il Mio volto
la Mia dolcezza supplicante.

Poggia su di Me le tue tempie
unisci i tuoi battiti
a quelli del Mio Cuore,
sempre Amante,
sentirai che in te è il mondo.

Anche se piango ho in Me la gioia
non ti farò pesare la tua piccolezza,
ma sarai ricolma di amore
per l'AMORE".

NINNA NANNA CELESTE


Correvo felice
incontro a Te
e il cuore batteva forte
perché correva più di me.

Mi attendevi
a braccia aperte
quale traguardo alla mia corsa.

Nell'incontro confusa,
mi sono fusa in Te,
ormai un'anima sola
l'affanno ha placato della corsa
il seno della Tua mamma
e cullandoci entrambi
ha cantato per noi
la più dolce Ninna Nanna

AMARE E' DONARE


Dal cielo ho tolto una stella
per possederla come gemma-

Dal mare ho pescato una perla
per averla come tesoro.

Nel prato ho colto un fiore
per ammirarlo come l'oro.

Mi daranno felicità questi gioielli
se li nasconderò nel cuore?

Sarà felicità e diverrà puro Amore,
se donerò ciò,
che per amore ho ricevuto.

IL SAIO


Quasi vil sacco
copri un uomo
morto al mondo
ma per divino tralcio ombelicale,
che è lo Spirito Santo,
lo fai vivere nel mondo.

Con regola quaresimale
alle ricchezze dai scacco,
connubio alla povertà
splendore alla castità.

Copri, o saio, qual manto
dell'uomo tutta la miseria,
trattieni con il tuo cordone
ogni umana irruenza,
ispirando sentimenti di carità
che ricolmino l'anima di candore,
per donare il frutto dell'amore all'Amore.

SUI PRATI DELL'EUR


Poggia il capo
sul mio prato verde
lasciati accarezzare
gli occhi dal sole,
che entra tra le fronde.

Libera la mente
da ogni pensiero,
penetra con Me
nel mondo dell'armonia,
che tanta pace infonde.

In una goccia di rugiada
vedrai specchiarsi il sole.

Il respiro silenzioso
di una foglia offrirà,
la più dolce sinfonia.

Chiudi le orecchie
ad ogni suono
ascolta solo la melodia
della mia voce,
che ha tutte le note della vita.

La più piccola cosa
racchiude gelosamente
il mio sorriso,
ma ognuno ha la libertà
di attingere
a questa coppa Infinita.

Accogli l'invito
riposa all'ombra
della Mia ombra,
non sarai ardita
se dormirai sul seno della Bontà.


A GIUDA


« Amico mio
avanza verso di me.
additami pure, ma
avvicina a me la tua guancia.

Il cuore mio
vuole salvo anche te
più di tutti gli altri, ma
rifiuta la desiata mancia.

Amico mio
ascolta le parole di pace,
apri l'anima tua
accetta il perdono.

Il cuore mio
vuole tutti fratelli,
figli del Padre
che offre la vita in dono.

Amico mio,
Apostolo ti ho scelto
Amore ti ho insegnato,
allora perché odi?

Il cuore mio
piange per te penosamente.
Credi al mio abbraccio
mentre mi baci, la mia voce odi.

Gioisci del Mio esempio d'amore
Esulta della Divina Pietà.
Saluta l'avvento dell'era nuova,
Unendoti a me
in quest'ora di dolore.

ESPERIENZA SOVRUMANA


Dov'è il mio corpo, la mia mano?
Ho perso il mio volto
non vedo, non sento, non odo...
Formulo pensieri invano
ed ogni moto non è risolto.

Nel tempo sono dissociata
dissolta nello spazio,
da luce affascinata
polverizzata e reintegrata
in un immenso arco luminoso.
Raggi e dischi concentrici
sfocano all'infinito,
sono luce nella luce
immersa in un globo iridescente,
sospinta da arcano invito.

Che dice il cuore?
che pensa la mente?
Chi dona tanta pace?
perché e come avvenne?
Come e per quanto tempo?
fu realtà di un incontro o incanto?

Conservo il ricordo dello splendore
che di gioia mi fa esplodere
in un canto.

RITORNO ALLA FEDE DI UN'ANIMA


Posso per felicità urlare?
a tutti voglio dire
« Sono felice ».

Posso per gioia cantare?
a tutti voglio far sentire
Sono felice ».

Anche se non vuoi la gioia traspare
ridono le labbra, ride il cuore
cullato da un soave canto.

Sono dileguate le ansie amare
che creavano acuto dolore,
avvolgevano l'anima con mesto manto.

La bellezza della speranza
la luce della certezza
fanno urlare.

Sei ruotato in folle danza
che dà la dolcezza della carezza
e ti incoraggia a cantare
sei felice se un altro è felice
se unito a te, a tutti vuoi cantare.

S. FRANCESCO SULLA VERNA


"Quanto profonda è la notte
ma quante, quante stelle
quali sorelle mi donan la tua Luce.
Quanto silenzio profondo
ma il mio cuore palpita per Te
e piange tutta la cecità del mondo.
Che splendore è ogni cosa creata!
ma il male che abbiamo fatto a Te
mi riempie di spasimo e di terrore.

Mio Dio, sono niente
eppure mi permetti
di penetrare l'Infinto
perché Tu lo sei
e a me Ti sei donato.

Dio mio, aprimi il cuore
a quello stesso Amore,
che mi ha amato
perché viva la Tua Morte,
fonte di vita.

Tu Immenso, annullami,
il mio cuore Ti ha trafitto
senza pietà,
la mia mano crocifisso.

In quest'ora, per bocca mia,
l'umanità grida miserere
ed invoca nelle carni
quel dolore, che fu Amore.

Dio, Dio, Dio, chi sono io?
perché tanta luce
e in me piaghe vere?
questo sangue nelle mie mani
è realtà?

Dio mio ho il cuore squarciato
più non reggo a questo dolore,
ma ora penetro il tuo Amore.

Dio, Dio, Dio,
quanto viver poss'io
or che l'io ha conosciuto Dio "!

AMORE GRANDE - AMORE LIBERO


Quali gabbiani,
volteggiando in larghe spire
raggiungono veloci
l'onda tremante,
da essa carpiscono
la preda avvistata
e soddisfatti verso l'etere
tornano, librandosi.

Come il sole,
calando nel cielo al tramonto
dardeggia coi raggi
l'onda tremante,
da essa carpisce
l'azzuro splendente
e all'orizzonte verso l'infinito
torna radioso.

Così la mano
movendo le dita a mò d'ali
corre convulsa
sull'onda dello strumento
da essa sugge
la melodia aspirata
e libera tende alla nota più alta,
per fondersi
all'armonia dell'Universo.

Così l'anima
travolta dai battiti del cuore
rapida raggiunge trasognata
l'onda del sentimento,
da essa aspira
la gioia desiata
e arricchita ascende, felice
all'Amore Grande, dell'Ente Infinito.

GRIDO, PIANGO, AMO


Non finirò mai di gridare:
il mio cuore è tuo.
Amo solo Te
desidero solo Te.
Ti vedo, ti sento, ti parlo
perché in tutto e in tutti
scopro sempre Te. Solo Te.

E' doloroso constatare
che il mondo ha perso
occhi, orecchi e cuore,
ha perso la capacità
di amarti e amare.

Vedo, odo e sento
questa desolazione
piango, piango, piango
ma Tu mi consoli
mi ricolmi di quell'Amore
che mi fa amare
questa afflizione.

Mi doni tutta la Tua Carità,
che fa offrirmi a Te
per il bene dell'umanità.
Così grido, grido, grido:
Tua, soltanto tua, eternamente Tua.

SENZA SOSTA


Corre
sorretto dall'ali del sogno
verso il cielo
terso di luce,
il cuore.

Nulla vede
travolto dalla melodia
e perennemente s'inebria
d'amore.

Percorre
sentieri di pace
fuggendo l'odio
che è terrore.

Canta
felice che ha la vita
e porge a tutti
un sorriso
come un fiore.

 

21 LUGLIO


Chi bussa alla mia porta?
Odo il rintocco,
ma non vedo la mano,
che mi esorta ad aprire.

Chi chiama con insistenza?
Sento una voce chiara
ma guardo invano
chi mi sprona la voce a seguire.

Chi mi mostra con sapienza
i tesori dell'Universo?
vedo la Sua bellezza riflessa
ma non scorgo la fonte.

Il tempo scorre come fiume
e trascina col suo lento fluire
il mio cuore sulla vetta di un Monte
dove ricevo di nuovo la vita.

Ho portato mani vuote
un corpo senza veste,
ma quassù la luce mi investe
e riveste con gioia infinita.

Ora vedo chi ha bussato
alla mia porta chiusa.
Riconosco la voce che ha chiamato,
scorgo di ogni mistero, la pace.

Sono nulla, ma ho l'anima fusa
a chi dona ricchezza e pace.
Sono libero, se pur più che mai legato
da oggi per sempre al Creatore e al Creato.

TI CERCO


Guardo le stelle
scruto il firmamento
miro il sole
fisso la luna:
Ovunque ti cerco.

Ti celi fra i fiori
il frusoiar delle foglie.
Ti nascondi nei colori
della terra, mare e cielo.


Ovunque ti cerco,
vicino ti sento.
Sei le note del canto.
L'armonia della musica,
il cinquettio melodioso,
la voce del vento.

Ti chiamo e rispondi,
con il raggio di sole
le lacrime di pioggia
i battiti del cuore.


Perché ti cerco,
sei lo sguardo degli occhi,
il sorriso di ogni bocca,
il sospiro dell'anima.


Non voglio cercarti più.
Non c'è più Tu e io.
Sei ovunque,
Sei tutto in tutti:
Perché sei l'Amore.

 

 

 

 

 

 


FEDE


 


PERMESSO

Quanta bellezza
riceve un albero,
che lascia filtrare
tra le sue fronde
un raggio di sole.

Quanta chiarezza
acquista un prato
che si lascia accarezzare
dal tepore del sole.

Quanta limpidezza
riflette un'anima
che si lascia penetrare
dalla luce di Dio:
che è vita, giovinezza
dolcezza infinita.

PREGHIERA


Titubante ho guardato,
tremante ho implorato.
Non osavo, credevo
ma il rifiuto temevo.

Mesto ho supplicato,
balbettante ho invocato,
il perdono speravo
la pace attendevo.

Come fiume le lacrime sgorgavano
come fuoco gli occhi bruciavano;
man mano che la prece saliva
ogni tristezza spariva.

Che dolcezza al cuore scendeva
che incanto mi possedeva;
il volto mesto si illuminava
la serenità in me tornava.

Il miracolo si compiva
un uomo nuovo scaturiva
la preghiera che prima temevo
ora forza e gioie procurava.

Come è dolce quel sussurro
quel colloquio a mezza voce,
par che migri nell'azzurro
con in mano il cuore in pace.

RITORNO DI FIAMMA


Dolce nettare
dagli occhi al cuore
scendi balsamo
a placare il dolore.

Lieto sorriso
allevii
le pene, dalla pena
sollevi.

Ogni spina fiorisce,
la corona pungente
si muta
in serto splendente.

Una parola
è discorso senza mire,
uno sguardo
suadenti spire.

Nessuna nube
solca il suo orizzonte,
bevi fiduciosa speranza
alla luminosa fonte.

Guarda, sorride,
sorridi
vivi o sogni?
Lo invidi?

Non puoi invidiare,
un dono t'offre
« Fede » nella lotta
tua e di chi soffre!

L’ANIMA


L'anima è sospesa
in un turbine vorticoso
di pensieri e sentimenti.
Piange, sorride
è triste, si rallegra
nella stessa ora, in più momenti.

L'affetto l'abbatte
la miseria la distrugge
come filo d'erba in balia dei venti.

La Fede la consuma
la speranza l'avvince
come supplizi struggenti.

L'impegno per la lotta
la gioia della vittoria
si trasformano in tormenti.

E l'anima sospira, palpita,
incapace di contenere
tutto quel che senti.

Solo l'amore per l'Amore la placa
riporta il sole, la pace
nella tempesta dei sentimenti.

MESSA SUL MONDO


Il cielo infinito
è la volta intarsiata
della più grande cappella.

Tutta la terra
è la mensa addobbata
per la più grande Festa.

Il cuore degli uomini
è il calice vivo
per il più Santo Sacrificio.

Offerente e offerta è
il Figlio di Dio
al Padre Onnipotente.

Stille di sangue Divino
e lacrime umane
scendono fuse sul mondo.

Ma lo Spirito Santo oggi le converte
in luce irradiante Amore
intorno al Cosmo elevato come Ostia.

CREDO


Dio Padre Credo,
credo che mi hai generato;
che tuo Figlio mi ha salvato.

Vedo Te nel mondo
nelle cose che Tu hai creato,
sento quanto mi ami e hai amato.

Credo e per più credere
mi sono annullato
nel Tuo cuore rifugiato.

Ma dè fammi comprendere
perché permetti male e dolore
Tu, che sei solo Amore?

Dè non ti offendere,
pietà per il mio cuore
gravato da umano terrore.

Dio Padre credo, ti amo,
perciò devo amare così com'è la vita,
che ha la Tua Essenza Infinita.

AL TABERNACOLO


Corri al Tabernacolo
se la tua bocca è arida
l'acqua, che scaturisce
dalla fonte è fresca,
sa compiere il miracolo.

Corri alla sorgente,
se il tuo orecchio è sordo,
il canto che mormora
sa risvegliar la mente-

Corri alla vera cisterna,
se il tuo occhio è cieco,
la luce, che emana,
quel fondo misterioso
è suvrumana lucerna.

Corri a quel ruscello
se il tuo cuore è muto,
il Sangue del Salvatore
rotolando sui ciottoli del dolore
offrirà sorriso a te, fratello.

Vola al tabernacolo
se l'anima sospira
bevi le stille dell'Amore,
saziati con il pane della vita:
E' per te vero cenacolo.

LA COMUNIONE


Il volto teso,
le labbra socchiuse,
il respiro sospeso,
guardi trasognata,
invochi ansiosa
l'Ostia desiata.

Per un attimo percepisci,
assapori il pane mirabile:
tutto sembra, ma svanisce.

Piccola, sottile è penetrata
nella bocca,
ma nelle vene si dissolve:
all'istante a quel fuoco è lievitata.

Hai il mondo nel cuore,
mentre anche tu ti dissolvi
nell'Atto di dare a ricevere l'amore.

 

IN CAMMINO


Luce divina
scendi dalle stelle
e corri sul cocchio del sole
a illuminare il giorno
e la notte della vita,
si che le tue creature
sembran tante fiammelle.

Guidi con mano sicura
le briglie sfrenate
di colui che ti ama,
colui che ti nega.

Ma essi non sanno che la loro natura
è il tuo capolavoro
tra tutte le cose amate.

Nei giorni di sgomento
nell'ora di ansia,
allorché la pena ti annulla,
lenisci il tormento
riporti la pace
perché è Luce, che ogni dolore
spegne nel Nulla.

LA SACRA SINDONE


Perché cercate?
Perché chiedete?
Perché indagate?
Che cosa temete?

Non è un inganno,
nè artefatto:
Ormai tutti sanno,
che è un sacrosanto fatto.

I secoli, il tempo
non distruggono l'Eternità.
Io sono e sarò sempre
perché Io sono la Verità.

E' mio il sangue sulla tela,
ho firmato con la Mia Carne
l'orrore, che il cuore gela
di quella tragedia pia.

Troppi sono i segni del dolore?
Un uomo non può essere così flagellato?
Si che la Sua effige ancor oggi fa terrore
ed il dubbio ogni dì sollevato?

Esaminate gocce di sangue,
volevate trovare forse fresche lacrime
che bagnino ancora le vostre mani?

Per riparare il crimine
sempre vivo dell'umanità
Io ho sofferto tutto questo male
per Voi, di mia piena volontà.

I miei occhi sono solcati
le mie membra scavate
ma Io vi ho salvati
perché le mie mani furono inchiodate.
Sangue ed acqua uscì dal mio Cuore,
con il mio grido di morte
la terra fu squarciata:
così da Dio a voi, scorse il fiume d'Amore
e l'offesa fu lavata e purificata.

Questo velo più non toccate!
Credete nella Carità Infinita,
piangete e tanto amate
Dio per Me, vi ha donato la vita.

Non pensate al tempo, alla sede
Io venni, vissi, morii e son risorto
Siate uomini di vera Fede
se pur lasciai l'impronta
del mio corpo Morto.

"Mio è il Volto
il mistero è risolto
Io sono il Signore,
l'agnello di Dio
Io sono l'Amore
Io sono il Figlio di Dio".

S. DAMIANO


Quale misteriosa serenità
nascondi o chiosco silenzioso?

Celi allo sguardo ansioso
un tesoro di felicità.

Circondi un pozzo profondo
aiole con piante di sogno.

Dolce pace ti agogno,
tu fai dimenticare il mondo.

Qui le anime guardano il cielo
sorridono al sole, ascoltano il vento,
sono libere da ogni tormento
perché hanno cinto il velo.

Hanno attinto il fuoco della Fonte
che placa la sete del cuore.

Immersi in Esso si cancella ogni dolore
perché pietoso discende dal Sacro Monte.

E' cielo quest'angolo di paradiso
è musica il sommesso fruscio d'ali,
e fino al coro degli angeli sali
se ti annienti nel Suo sorriso.

Le grate dei convento ti liberano
dall'effimera realtà vivente
e quel Cuore d'Amore struggente
Ti possiede sempre di più a S. Damiano.

 

SPERANZA


Linfa di vita
che non si spegne mai
neppur nell'ultima ora
di morte.

Pace infinita
che placa i lai
quali siano
della sorte.

Balsamo dolce
che allevii eternamente
i sospiri del cuore
affranto,
permettimi di cantare
con la bocca e la mente
la tua virtù, dono
Santo:
la Speranza.

Vita del corpo,
vita dell'anima,
lasciami a te ancorare,
per tutti e tutto amare.

COME... COSI'!...


Nulla donerà luce
se la luce non ricolma di luce.

Come la conchiglia annidata
ove il mare lambisce la sabbia,
l'onda nel vai e vieni la bagna,
la leviga, la fa lucente
e l'offre al sole.

Così l'anima mia incatenata
alla spiaggia della Fede
l'onda dell'Amore la investe,
la purifica, la fa lucente
e l'offre al Padre.

ALLA SPIAGGIA DELLA SPERANZA


Spuma di pensieri
travolta dall'onda delle ansie,
lascia il mondo dei sospiri
e fermati alla spiaggia della speranza.

Lì il sole placa i moti seri
le insidie di ogni affanno,
la luce ti fascia
e l'armonia della fede
culla ogni tuo sogno.

 

 

 

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