Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori. Nello specifico, i testi sono stati realizzati da Don Damiano Grenci, che ha trasmesso anche le foto, mentre la grafica e la rielaborazione delle immagini è stata curata da Cartantica.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

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QUADERNO 62 – don Damiano Marco Grenci (a cura di)

Prefazione

 

Questo quaderno nasce dopo la settimana di pellegrinaggio sacerdotale a Loreto-Monte S. Angelo-Bari.

Qui, ci si è immersi nella gloria divina alla luce della S. Madre di Dio, dell’Arcangelo e del Taumaturgo.

Qui, un’incontro, Sant’Amico di Rambona e Sant’Amico di Fiastra.

Qui, un’intuizione: esortare a pregare affinché i sacerdoti siano “amici, in tutta la loro vita” di Cristo e strumenti dell’amicizia divina: “pro eis santifico me ipsum”, mi faccio santo per i miei fratelli, perché essi siano santificati attraverso la mia santificazione.

 


L’Amico dello Sposo

“Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).

Il sacerdote è l’amico dello Sposo. È questo il titolo che nel Nuovo Testamento viene attribuito a Giovanni il Battista. Il sacerdote è chiamato come il Precursore a introdurre all’incontro con il Signore. “Egli deve crescere e io invece diminuire” dirà Giovanni.

Ecco il presbitero deve coltivare una profonda amicizia con Cristo per poi essere capace di introdurre all’amicizia divina.

Scrive Dante Bernini: “Solo chi avrà camminato a lungo sui sentieri del suo cuore potrà aiutare senza superficialità altri viandanti”.

Infatti il sacerdote come ogni battezzato è un viandante. “La nostra dimora terrena è come una tenda, riceviamo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli”.

A tutto ciò fa eco il documento conciliare Optatam Totius che così scrive: “destinati a configurasi a Cristo sacerdote per mezzo della sacra ordinazione, si abituino anche a vivere intimamente uniti a Lui, come amici, in tutta la loro vita” (OT, 8).

Ecco allora l’importanza di pregare per i sacerdoti perché la loro vita sia “amicizia divina”.


Il S. Rosario per i sacerdoti

 

“Ascolta figlia e guarda,
sei diventata figlia del tuo Figlio,
serva del tuo bambino, madre del tuo creatore,
portatrice dell’altissimo Salvatore.
Il re si è innamorato dello splendore della tua bellezza e
si è degnato di preparare per sé, nella sua terra,
una dimora purissima.
Ottienici, quindi, da lui, che, preso dal desiderio di te,
ti fece sua madre,
che versi in noi la straordinaria dolcezza del desiderio di lui,
così che restiamo dedicati al suo servizio in questa vita e
dopo il nostro passaggio arriviamo senza confusione
a Colui che da te è nato.
Amen”.
(Orazionale visigoto).

 

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MISTERI GAUDIOSI

Nel 1° Mistero Gaudioso si contempla l'Annunciazione
O Madre dell'Eterno Sacerdote e perciò Madre del Sacerdozio cattolico - noi adoriamo il Verbo divino fattosi uomo e Sacerdote nel vostro seno, per la potenza di quelle cinque parole : «Fiat mihi secundum verbum tuum». -
Ammiriamo la dignità del Sacerdote che con altre cinque parole, altrettanto onnipotenti « questo è il mio corpo » rende Gesù presente sull'Altare - e vi domandiamo per tutti i Sacerdoti una santità conveniente alla loro sublime dignità - e per noi di saper apprezzare e approfittare del grande dono fattoci da Dio nel darceli, quali padri delle nostre anime.

Nel 2° Mistero Gaudioso si contempla la Visitazione
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù, che riempiendo il vostro cuore della sua carità, vi spinse a visitare S. Elisabetta e, al suono della vostra voce, santificò S. Giovanni Battista -
Ammiriamo la potenza del Sacerdote che con la sua parola altrettanto onnipotente, risuscita o guarisce in nome di Cristo le anime nel sacramento della confessione - e vi preghiamo di concedere a tutti i Sacerdoti gli stessi ardori di apostolato, affinché sappiano, come Voi, portare Gesù alle anime e le anime a Gesù - ed a noi di accostarci sempre degnamente al tribunale della Penitenza.

 

Nel 3° Mistero Gaudioso si contempla la Nascita di Gesù
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù nell'atto di essere da Voi presentato all'adorazione dei Pastori e dei Magi - Ammiriamo la dignità del Sacerdote incaricato di distribuire quello stesso Gesù alle anime nella S. Comunione - e vi domandiamo per tutti i sacerdoti l'ardore della vostra fede nel trattare l'Eucaristia, di cui sono custodi, e la purezza delle vostre mani nell'amministrarla ai fedeli; - ed a noi di sempre accostarci degnamente a questo Sacramento.

Nel 4° Mistero Gaudioso si contempla la Presentazione.
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù, che nel tempio compie per mano vostra l'offertorio del suo sacrificio -
Ammiriamo la dignità dei sacerdote che nella S. Messa offre quella stessa ostia di propiziazione; - e vi domandiamo per tutti i sacerdoti di salire sempre degnamente l'altare - e per noi di sapere meglio apprezzare il valore della S. Messa, ascoltandola più frequentemente e più devotamente possibile.

Nel 5° Mistero Gaudioso si contempla  il Ritrovamento di Gesù.
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù che manifesta al mondo la sua sapienza nel tempio -
Ammiriamo la dignità del Sacerdote a cui Gesù ha affidato la missione di portare la sua stessa parola a tutte le genti - e vi domandiamo di concedere a tutti i Sacerdoti la scienza e lo zelo di saperla bandire con coraggio ed unzione - e a noi di ascoltarla sempre con fede, attenzione e docilità.


 

 

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MISTERI LUMINOSI

Nel 1° Mistero Luminoso si contempla il Battesimo di Gesù al Giordano
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù che manifesta al
Giordano la sua divinità. Noi lodiamo il sacerdote che custodisce la divinità di Cristo e dona nel sacramento del Battesimo la grazia della figliolanza divina. Vi chiediamo di concedere ai sacerdoti la sapienza di esortare la famiglie al dono del Battesimo dei loro bambini – fin dai primi giorni di vita – e a noi la grazia della fedeltà battesimale.

Nel 2° Mistero Luminoso si contempla il Miracolo alle Nozze di Cana
O Corredentrice che con Gesù l'Eterno Sacerdote operaste il primo segno del suo Amore per noi. Noi lodiamo il sacerdote custode della dignità del Sacramento del Matrimonio. Con Voi preghiamo per la fedeltà dei coniugi e chiediamo a Gesù che i suoi sacerdoti sappiano custodire nella preghiera e con le parole i coniugi in crisi di fede. E per noi domandiamo la fedeltà alla nostra vocazione.

Nel 3° Mistero Luminoso si contempla l’Annuncio del Regno
O Madre dell'Eterno Sacerdote - noi adoriamo Gesù che manifesta ai discepoli l’avvento del suo Regno con parole e miracoli. Noi lodiamo il sacerdote che opera nel mondo per l’avvento del Regno di Dio. Domandiamo per ogni sacerdote la fedeltà al Sacramento ricevuto affinché “adveniat Regnum Tuum”, e per noi la perseveranza nella fede.

Nel 4° Mistero Luminoso si contempla la Trasfigurazione del Signore
O Gloriosa Regina del Clero ; - noi adoriamo con Voi Gesù trasfigurato che esorta i discepoli a custodire la gioia nel dolore. Con voi ammiriamo i sacerdoti che custodiscono con gioia le fatiche del ministero pastorale e la castità della vita. Per loro domandiamo il dono della perseveranza e per noi la gioia dopo il dolore.

Nel 5° Mistero Luminoso si contempla l’Istituzione dell’Eucaristia
O Gloriosa Regina della Chiesa e Madre del Gesù Sacramentato, noi adoriamo con Voi la SS. Trinità nell'atto donarci la sua presenza nell’Ostia Santa. Preghiamo con Voi per i sacerdoti perché rendendosi conto di ciò che fanno, imitino ciò che celebrano e conformino la loro vita al mistero della Croce di Cristo Signore. E per noi chiediamo il dono di un devoto e quotidiano saluto al Santissimo Sacramento".

 

 

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MISTERI DOLOROSI

 

Nel 1° Mistero Doloroso si contempla l'Orazione di Gesù nell'Orto
O Corredentrice del genere umano - noi adoriamo con Voi Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, che con gemiti e lacrime di sangue prega per l'umanità colpevole - e vi domandiamo di concedere a tutti i Sacerdoti un grande spirito di pietà, affinché, quali nostri mediatori, si interpongano con Gesù e con Voi presso la divina giustizia, onde ottenerci pace e perdono - specialmente vi domandiamo che sia efficace la loro sollecitudine per i malati, perchè siano anche essi consolati e curati quando saranno vecchi ed infermi - e che noi possiamo avere la consolazione di averli al nostro capezzale al punto di morte.

Nel 2° Mistero Doloroso si contempla la Flagellazione
O Corredentrice del genere umano - noi adoriamo con Voi Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, vergognosamente spogliato e crudelmente flagellato - e vi preghiamo di concedere a tutti i Sacerdoti la virtù della castità, onde non abbiano mai ad offuscare la gloria del celibato ecclesiastico - ed a noi il coraggio di difenderli contro i loro nemici e la prudenza di non compromettere mai, anche minimamente, il loro onore.

Nel 3° Mistero Doloroso si contempla la Coronazione di spine
O Corredentrice del genere umano - noi adoriamo con Voi Gesù Sommo ed Eterno Sacerdote fatto ludibrio della sbirraglia, per riparare agli scherni che a Lui si rinnovano nei suoi Sacerdoti specialmente da parte dei governi comunisti - e vi domandiamo di saperli sempre trattare con somma venerazione e rispetto, vedendo come Voi in essi i rappresentanti di Cristo.

Nel 4° Mistero Doloroso si contempla la Salita al Calvario
O Corredentrice del genere umano - noi adoriamo con Voi Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, che cade sotto la croce, su cui pesano tutti i nostri peccati - e vi domandiamo di concedere ai Sacerdoti caduti di rialzarsi e ai buoni la dolcezza nell'accogliere i peccatori e il dono di consolare gli afflitti, facendosi pietosi Cirenei di quanti sono oppressi dal peso della loro croce.

Nel 5° Mistero Doloroso si contempla la Crocifissione di Gesù
O Corredentrice del genere umano - noi adoriamo con Voi Gesù Sommo ed Eterno Sacerdote, confitto per amor nostro sulla Croce - e vi domandiamo di far sentire a tutti i Sacerdoti quella maternità che a loro riguardo Gesù morente vi ha affidata, nella persona di S. Giovanni, affinché essi possano essere degni e zelanti dispensatori dei frutti della Redenzione.

 

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MISTERI GLORIOSI

Nel 1° Mistero Glorioso si contempla la Risurrezione
O Gloriosa Regina del Clero; - noi adoriamo con Voi Gesù risorto che invia le pie donne messaggere agli Apostoli e comparendo ad essi concede loro il potere di rimettere i peccati - e vi domandiamo che le donne non abbiano mai ad essere ostacolo al Sacerdote, ma le sue umili, discrete e fedeli coadiutrici, - che i Sacerdoti siano sempre degni ministri del grande Sacramento della misericordia - e noi tutti sappiamo degnamente apprezzarlo e servircene.  

Nel 2° Mistero Glorioso si contempla l'Ascensione di Gesù
O gloriosa Regina del Clero - noi adoriamo con Voi Gesù che prima di salire al cielo manda gli Apostoli per tutto il mondo e, come per confortarli nella difficile missione, vi addita ad essi quale loro Maestra, Guida e Madre - e vi domandiamo che tutti i sacerdoti sappiano avere verso di Voi gli stessi sentimenti degli Apostoli, affinché il loro ministero possa essere ugualmente instancabile e fecondo.

Nel 3° Mistero Glorioso si contempla la Pentecoste
O gloriosa Regina degli Apostoli - noi adoriamo con Voi lo Spirito S., che, attirato dalle vostre preghiere discende con sovrabbondanza sugli Apostoli per illuminarli e santificarli, affin di renderli degni ministri di Dio - e vi domandiamo che tutti i Sacerdoti, trasformati dallo stesso Spirito, abbiano ad essere con la loro vita a Voi di consolazione, alla Chiesa d'onore e a noi di edificazione.  

Nel 4° Mistero Glorioso si contempla l'Assunzione di Maria in cielo
O Gloriosa Regina del Clero - noi adoriamo con Voi lo Spirito S. che rivelò agli Apostoli il mistero della vostra Assunzione e le meraviglie della vostra grandezza - e vi domandiamo, che, come essi partendo da Gerusalemme con negli occhi ancora la vostra immagine e nel cuore l'amoroso desiderio di rivedervi, si fecero i banditori delle vostre glorie, così tutti i Sacerdoti abbiano per Voi un filiale amore e si facciano apostoli entusiasti della vostra devozione.

Nel 5° Mistero Glorioso si contempla l'incoronazione di Maria
O Gloriosa Regina della Chiesa - noi adoriamo con Voi la SS. Trinità nell'atto di incoronarvi Regina di tutto il creato - e vi domandiamo che tutti i Sacerdoti, riconoscendo e proclamando la vostra Regalità, si sforzino di realizzarla consacrando al vostro Cuore Immacolato se stessi, la propria parrocchia, le famiglie e le anime ad essi affidate.

 

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Gli amici dell’Amico dello Sposo

I santi di nome “Amico”

 

“La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto, umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene; è amore alla Chiesa che è santa e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato”.

(Presbiterorum Ordinis, 33)

 

S. Amico martire
Chiesa di S. Eusebio – Mortara (PV)

I santi Amico e Amelio sono commemorati a Mortara (Pavia) dove i loro corpi furono sepolti. Appartengono, secondo gli Atti, al periodo carolingio; ma nella loro vicenda si riscontrano elementi più propri del ciclo bretone di avventura che del ciclo guerriero di Carlo Magno. Tali Atti sono favolosi e i Bollandisti rifiutarono di pubblicarli perché "in omnibus nihil videbit lector, quod factis historicis aliunde notis contrarium non sit". Tuttavia ecco quanto vi si narra. Al tempo di Pipino nacquero due bambini straordinariamente simili, uno "ex comite alvernensi", I'altro "ex quodam milite bericano". Mentre erano condotti a Roma per il battesimo, si incontrarono in Lucca, dove fecero amicizia e alleanza, e quindi andarono insieme a Roma a ricevervi il battesimo dal papa, che al figlio del conte impose il nome di Amelio, al figlio del soldato il nome di Amico. Come ricordo del battesimo ricevuto nel Laterano, ciascuno dei due ebbe in dono dal papa una coppa di legno, ornata d'oro e di pietre preziose; quindi ritornarono entrambi nella propria patria.

Dopo la morte del padre, Amico, a causa di insorte difficoltà ed inimicizie, fu costretto a lasciare la patria; partì allora con dieci servi, per recarsi presso Amelio, nella speranza di essere bene accolto, ma non lo trovò, perché anche questi si era messo in viaggio alla volta di Bericum, per visitare Amico. Dopo molte e varie avventure, Amico, afflitto per non essere riuscito nell'intento e colpito dalla lebbra, ritornò a Roma, dove fu accolto dal papa Costantino, ma dopo tre anni, essendo sopraggiunta una grande carestia, si fece riportare alla casa di Amelio, che, prima di vederlo, non sapendo che fosse l'antico compagno, gli fece apprestare il cibo nella coppa ricevuta dal papa: così si riconobbero.

Passarono intanto vari anni, finché i Longobardi, divenuti molto minacciosi, determinarono l'intervento di Carlo Magno contro Desiderio; riuscite vane le trattative, il re franco, superate le Chiuse di Susa, con il suo esercito nel quale militavano Amelio e Amico, vinse il re longobardo, e lo mise in fuga, fino al luogo, ora detto Mortarium per il gran numero dei morti in combattimento, prima chiamato Pulchrasilva per l'amenità del luogo. Amelio e Amico, i quali, benché soldati, esercitavano le virtù cristiane e conducevano vita di penitenza, morirono in quella battaglia, uniti così in vita e in morte (773). Desiderio si rifugiò in Pavia, presa poi da Carlo Magno il quale fece costruire una chiesa nel luogo della sua vittoria. Furono costruite poi anche altre due chiese: una in onore di S. Eusebio di Vercelli, l'altra in onore di S. Pietro; Amelio fu sepolto presso la chiesa di S. Pietro, Amico presso quella di S. Eusebio, in due arche fatte venire da Milano. Il giorno dopo, il sarcofago di Amelio si trovò vicino a quello di Amico: allora il vescovo Albino comandò che i corpi dei due santi fossero conservati insieme nella chiesa di S. Eusebio dove ancora si trovano.

Questo, per sommi capi, il contenuto della passio, la quale si conclude in modo molto interessante: volendo dare ai due personaggi la gloria del martirio, I'estensore della passio stessa considera Desiderio come un imperatore romano, persecutore dei cristiani, usando le stesse parole degli Atti dei Martiri: "Passi sunt sub Desiderio rege Langobardorum quarto Idus Octobris: regnante Domino nostro Iesu Christo: cui est honor et gloria in saecula saeculorum. Amen". La formula è perfettamente uguale a quella, per es., degli Acta Proconsularia di s. Cipriano: "Passus est autem beatissimus Cyprianus martyr... sub Valeriano et Gallieno imperatoribus: regnante vero domino nostro Iesu Christo cui est honor et gloria in saecula saeculorum. Amen".

Relativamente ai papi, di cui si fa cenno nella passio, non si può dire con certezza quale sia quello che abbia battezzato in Roma Amelio e Amico. sempre che la circostanza sia vera; l'altro, presso il quale si rifugiò Amico, cioè Costantino, non potrebbe essere se non l'antipapa di questo nome, ricordato tra il pontificato di s. Paolo I (757-767) e quello di Stefano IV (768-772). Sono commemorati il 12 ottobre.


 


S. Amico abate di Rambona
Chiesa Parrocchiale S. Maria Assunta - Rambona di Pollenza (MC)

Secondo la tradizione locale, Amico nacque prima del mille, in Monte Milone, oggi Pollenza (in diocesi e provincia di Macerata). Suo padre, Buongiovanni, era signore del castello, sorto per iniziativa del francese Milone sopra uno degli antichi centri della popolazione picena e romana dei Pollentini, quindi il nome primitivo di Monte Milone dato al paese. Al battesimo il bambino fu chiamato A. dal nome di uno dei santi molto venerati dai Franchi. soldato di Carlo Magno, morto combattendo, e venerato come martire in Mortara (Pavia).

Amico fu il secondo abate benedettino dell'abbazia di Rambona, succedendo ad Olderigo, abate nel1'891. L'abbazia di Rambona fu fondata sopra le rovine di un tempio pagano, dedicato alla dea Bona (onde forse il nome di Rambona), dalla longobarda Ageltrude figlia di Adelchis, principe di Benevento, sposa di Guido, duca di Carnerino e Spoleto, poi re d'Italia nell'889, imperatore nell'891, e madre dell'imperatore Lamberto (892-898). I nomi di Ageltrude e dell'abate Olderigo ricorrono nel celebre dittico di avorio, detto appunto di Rambona, oggi conservato nel Museo Cristiano della Biblioteca Vaticana.

Di Amico si fa menzione nel Liber Gratissimus di s. Pier Damiani, dedicato ad Enrico, arcivescovo di Ravenna, relativo ai simoniaci. In esso si dichiara, fra l'altro, che anche gli ordinati da vescovi simoniaci possono essere santi personaggi, come appunto Rondaldus Camerinensis, Amitus (Amicus) Rambonensis, Guido Pomponianus, Firmanus Firmensis, ed altri molti che fiorirono per l'amore delle cose celesti, tanto che sopra i loro sepolcri " ex sacerdotalis auctoritate concilii, sacra altaria sunt erecta, ubi nimirum divina mysteria miraculis exigentibus offeruntur ".

Il corpo di Amico è posto in un'arca di pietra delI'anno 1510 nella cripta dell'antica chiesa abbaziale (solo in parte conservata), cripta che è un insigne monumento d'arte medievale, costruita secondo antiche memorie sotto il presbiterio della chiesa espressamente per custodire in modo conveniente il corpo del santo: di esso fu fatta solenne ricognizione dal vescovo di Macerata, Luigi Ferretti, nel 1929. Il suo sepolcro fu molto visitato con grande devozione, come fanno fede moltissime monete (oltre 400) rinvenute al tempo delI'apertura dell'arca per la ricognizione delle reliquie. Sono monete delle zecche di varie città d'Italia (Arezzo, Bologna, Chieti, Firenze, Lucca, Macerata, Napoli, Pisa, Ravenna, Roma), alcune ungheresi e dei papi Paolo II, Sisto IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI, e vanno dal sec. XIV al XVI.

S. Amico è rappresentato in un affresco di scuola umbra del 1538 nella chiesa superiore di Rambona, anacronisticamente in abito cistercense (i Cistercensi erano passati più tardi nell'abbazia), con attrezzi agricoli; in un dipinto tolentinate (sec. XV) è raffigurato in atto di invocare la Madonna per due bambini malati d'ernia; in una stampa di carattere devozionale, il santo è accompagnato dal lupo, che aveva sbranato il suo giumento e che poi trasportava la legna dalla foresta al monastero. Anche ai nostri giorni la cripta di Rambona è molto conosciuta, specialmente dopo i restauri praticati nei primi decenni del secolo scorso, con incremento della devozione del santo.

 

 

S. Amico monaco converso cistercense
Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (Macerata)

Non esistono notizie di questo santo. È solo raffigurato sul terzo pilastro a sinistra nella navata centrale dell’abbazia. È un affresco del 1539 dalle linee essenziali e dal cromatismo elementare.

 

S. Amico martire in Sardegna
Santuario della Cattedrale di Cagliari

Non ci sono sufficienti notizie storiche su questo martire cagliaritano. La Chiesa di Cagliari lo ricorda come un martire che a quarantasette anni di età, sia addormento nella pace di Cristo il primo di giugno. La commemorazione è l’undici dicembre, giorno del ritrovamento della sua sepoltura.

È probabilmente un “corpo santo” della tradizione sarda.

 

S. Amico monaco di Avellana
Chiesa parrocchiale dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo (IS)

Monaco benedettino, nato nel territorio di Camerino tra il 920 e il 930 da nobile famiglia, ancora giovinetto fu affidato dai genitori a un monastero per esservi educato ed avviato alla vita monastica. La situazione familiare, però, lo indusse, quando aveva da poco superato i venti anni, a lasciare il monastero per il clero secolare. Ordinato sacerdote, spinse tutti i familiari ad abbracciare la vita monastica. Il padre, i fratelli e poi i nipoti entrarono nel chiostro: la madre, distribuita ai poveri la maggior parte dei beni, si dedicò ad opere pie.
Liberato così da ogni preoccupazione familiare, A. rientrò a sua volta in un monastero, rivelandosi in breve un modello di virtù; ma, non trovando la disciplina del monastero sufficientemente austera, si diede a vita eremitica. Per tre anni visse tutto solo in una spelonca del monte Torano dell'Aquila, in diocesi di Ascoli Piceno. Più tardi accolse nella sua solitudine anche alcuni discepoli, con i quali continuò per altri venti anni la vita eremitica. Quando la regione fu afflitta dalla fame si prodigò in opere di carità. Ultranovantenne entrò nel monastero di S. Pietro di Avellana, fondato nel 1025 da s. Domenico di Sora, nel territorio del Sangro. Trascorse gli ultimi anni rinchiuso in una cella alla maniera dei reclusi.
Morì all'età di centoventi anni tra il 1040 e il 1050, forse il 3 novembre. Il corpo fu sepolto nel monastero di S. Pietro di Avellana e sul suo sepolcro avvennero molti miracoli. Particolare efficacia rivelò la sua intercessione nel sanare le ernie: fu perciò scelto come patrono dai sofferenti di questo male. Nel 1069 S. Pietro di Avellana venne unito a Montecassino e così i Cassinesi presero a considerar Amico come uno dei loro e ne celebrarono la festa il 3 novembre. Il suo nome manca nel Martirologio Romano

 

O Gesù,

aiutaci a restare uniti a te come il tralcio alla vite,

a non rompere mai l’amicizia con te.

Senza di te, la nostra vita non ha senso:

senza di te, non si può fare niente:

senza di te, non si può vivere.

Anche se ci allontaniamo da te,

vieni tu a cercarci.

Sii per noi, ti preghiamo,

l’amico insostituibile:

l’unico degno di fiducia e di amore.

Amen

 

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“Come una goccia d’acqua mescolata a molto vino, sembra perdersi scomparire del tutto, perché assume il sapore e il colore del vino, e come un ferro rovente e incandescente diviene molto simile al fuoco e perde il suo aspetto originario, e come l’aria inondata dalla luce del sole, si trasforma nella stessa luminosità della luce, a tal punto che non sembra più illuminata ma appare essa stessa luce, così è necessario che nei santi (in noi) ogni affezione umana si liquefaccia, in qualche ineffabile modo, in se stessa, e che si trasformi totalmente nella volontà di Dio. altrimenti come potrebbe avvenire che Dio sarà tutto in tutte le cose, se nell’uomo restasse qualcosa dell’uomo? Rimarrà certamente la sua sostanza, ma sotto un’altra forma, sotto un’altra gloria, sotto un’altra potenza”.

(san Bernardo di Chiaravalle, L’amore di Dio, nn. 28-2

 

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Bibliografia e Fonti

- AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
- AA. VV. - in Santibeati.it- sito web (Diani F.)
- AA. VV. – Miscellanea - in Archivio “corpi santi” di don Damiano Marco Grenci
- Comunità monaci cistercensi – Guida alla visita dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra – Ed. Scriptorium Claravallense – 2003
- Concilio Vaticano II – documenti
- C.E.I., Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana, 2007, pp. 1142
- Grenci Damiano Marco, collezione privata di immaginette sacre, 1977 – 2009
- Lilliu Eliseo - Iconografia dei santi sardi. Veri o presunti della pietà popolare - Ed. Curia Provinciale OFM Capp. Cagliari – 1995
- Sanna Ignazio – Le Beatitudini del prete – Ed- Piemme – 1995

 

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Dello stesso autore:

 

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- Beata Colomba da Rieti

 

- Beate Ambrosiane

 

- Le beate terziarie minime di Milazzo: quattro o tre?


- Beato Enea da Faenza

 

Santi Martiri:

- Albiate e i suoi Martiri - Santi Fermo, Rustico e Procolo

- La Martire Fortunata di Roma, la “Santa” di Baucina (PA)

- Monselice e i suoi Martiri

 

- San Liberato martire

- Santa Candida martire

- Santa Vittoria, martire in Sabina


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- Chi sarà mai costui - - Iconografia dei SantI - Prima parte


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- Santità e il Cervo

 

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Santi e Sante:

- Santi 14 Ausiliatori

- Bambini Santi

 

- Corpi Santi

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- Longino, la santità sgorgata dal Cuore di Cristo

 

- Luciano, nato nella luce

- Martino di Monselice e Martino di Tours

- San Callisto


- San Damiano e Damiano di...

- San Donato

- San Fabio (Gens Fabia)

- San Giovanni da Tufara

 

- San Lucio I Papa

- San Mamante di Cappadocia


- San Marco

- San Mario


- San Sefirio

 

- San Sostene: un nome, due santi

- San Vincenzo Ferrer

- Sant'Albino, Vescovo: Un quartiere di Monza

- Santa Cita di Serravalle


- Santa Liberata

 

- Santa Marina Vergine

- Santa Rosalia, tra i testimoni di Gesù

 

- Santi dai nomi Atipici :
Apollo, un santo dell'era apostolica
Eliana, la "Figlia del sole"
Genoveffa detta anche Ginevra

Ludovica "Colei che è gloriosa in battaglia"

Gigliola "Bella come un giglio "

- Santi di Canzo

- Santità di nome "Lucia"

- Santità di nome "Romeo"


- Sebastiano, Nobile atleta di Cristo

 

Santità e...

- Come la ginestra... (Santità calabrese)

- Dalla schiavitù alla santità

- In Defensum Castitatis


- Santi e lebbra

- Santi e sofferenza

 

- Santi Patroni dei cultori di immagini sacre


- Santità e Stigmate

- Santità ed Ecumenismo

- Santità Silvestrina

Altro:

- Sacro Cuore di Gesù e Santità e Sacro Cuore

- "Sarà chiamato Emmanuele"

- "Saremo condotti..."


- Siti personali di Don Damiano Grenci:

http://xoomer.alice.it/damiano.grenci/Home.html

 

http://www.preguntasantoral.es/?p=3177

http://regio18.blogspot.com

 

 

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