ANTICO TESTAMENTO FIGURATO (XX)
				 
				
                  
                    
                       Libri Storici - Ester 
                      Capitoli 1 - 10
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                       Capitolo 1
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                    PRELIMINARI
                        
                      Sogno                    di Mardocheo 
                      [1a] Nel                    secondo anno del regno del gran re Assuero, il giorno primo di                    Nisan, Mardocheo figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di                    Kis, della tribù di Beniamino ebbe un sogno.  
                        [1b] Era                    un Giudeo che abitava nella città di Susa, uomo grande, che                    prestava servizio alla corte del re [1c] e proveniva dal                    gruppo degli esuli che Nabucodònosor re di Babilonia aveva                    deportato da Gerusalemme con Ieconìa re della Giudea.  
                        [1d] Questo                    era il suo sogno: ecco grida e tumulto, tuoni e terremoto,                    agitazione sulla terra.  
                        [1e] Ecco due enormi draghi                    avanzarono, pronti tutti e due alla lotta, e risuonò potente                    il loro sibilo.  
                        [1f] Al loro sibilo ogni nazione si                    preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei                    giusti. 
                        [1g] Ecco un giorno di tenebre e di caligine, di                    tribolazione e angustia, di malessere e grande agitazione                    sulla terra. 
                        [1h] Tutta la nazione dei giusti fu                    agitata: essi temevano la propria rovina, si prepararono a                    perire e gridarono a Dio. 
                        [1i] Ma dal loro grido sorse,                    come da una piccola fonte, un grande fiume, acque copiose.  
                        [1k] Spuntò                    la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i                    superbi.  
                        [1l] Mardocheo allora si svegliò: aveva visto                    questo sogno e che cosa Dio aveva deciso di fare; continuava a                    ripensarvi entro il suo cuore e cercava di comprenderlo, in                    ogni suo particolare, fino a notte.  
                      Complotto                    contro il re 
                      [1m] Mardocheo                    alloggiava alla corte con Bigtàn e Tères, i due eunuchi del                    re che custodivano la corte, 
                        [1n] quando udì i loro                    ragionamenti e, indagando sui loro disegni, venne a sapere che                    quelli si preparavano a mettere le mani sul re Assuero. Allora                    ne avvertì il re.  
                        [1o] Il re sottopose i due eunuchi a                    un interrogatorio: essi confessarono e furono tolti di mezzo. 
                        [1p] Poi                    il re fece scrivere queste cose nelle cronache e anche                    Mardocheo le mise in iscritto. 
                        [1q] Il re costituì                    Mardocheo funzionario della corte e gli fece regali in                    compenso di queste cose.  
                        [1r] Ma vi era anche Amàn                    figlio di Hammedàta, l'Agaghita, che era potente davanti al                    re e cercò il modo di far del male a Mardocheo e al suo                    popolo per l'affare dei due eunuchi del re.  
                      I.                    ASSUERO E VASTI  
                         
                      
                      Banchetto                    di Assuero 
                      [1] Al                    tempo di Assuero, di quell'Assuero che regnava dall'India fino                    all'Etiopia sopra centoventisette province,  
                        [2] in quel                    tempo, dunque, il re Assuero che sedeva sul trono del suo                    regno nella cittadella di Susa,  
                        [3] l'anno terzo del suo                    regno fece un banchetto a tutti i suoi principi e ai suoi                    ministri. I capi dell'esercito di Persia e di Media, i nobili                    e i governatori delle province furono riuniti alla sua                    presenza. [4] Dopo aver così mostrato loro le ricchezze                    e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua                    grandezza per molti giorni, per centottanta giorni, 
                        [5] passati                    questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni,                    nel cortile del giardino della reggia, per tutto il popolo che                    si trovava nella cittadella di Susa, dal più grande al più                    piccolo.  
                        [6] Vi erano cortine di lino fine e di porpora                    viola, sospese con cordoni di bisso e di porpora rossa ad                    anelli d'argento e a colonne di marmo bianco; divani d'oro e                    d'argento sopra un pavimento di marmo verde, bianco e di                    madreperla e di pietre a colori. 
                        [7] Si porgeva da bere                    in vasi d'oro di forme svariate e il vino del re era                    abbondante, grazie alla liberalità del re.  
                        [8] Era dato                    l'ordine di non forzare alcuno a bere, poiché il re aveva                    prescritto a tutti i maggiordomi che lasciassero fare a                    ciascuno secondo la propria volontà.  
                      Il                    caso Vasti 
                      [9] Anche                    la regina Vasti offrì un banchetto alle donne nella reggia                    del re Assuero.  
                      [10] Il                    settimo giorno, il re che aveva il cuore allegro per il vino,                    ordinò a Meumàn, a Bizzetà, a Carbonà, a Bigtà, ad Abagtà,                    a Zetàr e a Carcàs, i sette eunuchi che servivano alla                    presenza del re Assuero,  
                        [11] che conducessero davanti a                    lui la regina Vasti con la corona reale, per mostrare al                    popolo e ai capi la sua bellezza; essa infatti era di aspetto                    avvenente.  
                        [12] Ma la regina Vasti rifiutò di venire,                    contro l'ordine che il re aveva dato per mezzo degli eunuchi;                    il re ne fu assai irritato e la collera si accese dentro di                    lui. 
                        [13] Allora il re interrogò i sapienti,                    conoscitori dei tempi. - Poiché gli affari del re si                    trattavano così, alla presenza di quanti conoscevano la legge                    e il diritto, 
                        [14] e i più vicini a lui erano Carsenà,                    Setàr, Admàta, Tarsìs, Mères, Marsenà e Memucàn, sette                    capi della Persia e della Media che erano suoi consiglieri e                    sedevano ai primi posti nel regno. - 
                        [15] Domandò                    dunque: «Secondo la legge, che cosa si deve fare alla regina                    Vasti che non ha eseguito l'ordine datole dal re Assuero per                    mezzo degli eunuchi?». 
                        [16] Memucàn rispose alla                    presenza del re e dei principi: «La regina Vasti ha mancato                    non solo verso il re, ma anche verso tutti i capi e tutti i                    popoli che sono nelle province del re Assuero. 
                        [17] Perché                    quello che la regina ha fatto si saprà da tutte le donne e le                    indurrà a disprezzare i propri mariti; esse diranno: Il re                    Assuero aveva ordinato che si conducesse alla sua presenza la                    regina Vasti ed essa non vi è andata. 
                        [18] Da ora                    innanzi le principesse di Persia e di Media che sapranno il                    fatto della regina ne parleranno a tutti i principi del re e                    ne verranno insolenze e irritazioni all'eccesso. 
                        [19] Se                    così sembra bene al re, venga da lui emanato un editto reale                    da scriversi fra le leggi di Persia e di Media, sicché                    diventi irrevocabile, per il quale Vasti non potrà più                    comparire alla presenza del re Assuero e il re conferisca la                    dignità di regina ad un'altra migliore di lei. 
                        [20] Quando                    l'editto emanato dal re sarà conosciuto nell'intero suo regno                    per quanto è vasto, tutte le donne renderanno onore ai loro                    mariti dal più grande al più piccolo».  
                        [21] La cosa                    parve buona al re e ai principi. Il re fece come aveva detto                    Memucàn:  
                        [22] mandò lettere a tutte le province del                    regno, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e ad                    ogni popolo secondo la sua lingua; perché ogni marito fosse                    padrone in casa sua e potesse parlare a suo arbitrio.                         | 
                   
                 
				  
				
                  
                    
                         Capitolo 2
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                       II.                    MARDOCHEO ED ESTER 
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                    Ester                    diventa regina 
                      [1] Dopo                    queste cose, quando la collera del re si fu calmata, egli si                    ricordò di Vasti, di ciò che essa aveva fatto e di quanto                    era stato deciso a suo riguardo. 
                        [2] Allora quelli che                    stavano al servizio del re dissero: «Si cerchino per il re                    fanciulle vergini e d'aspetto avvenente; 
                        [3] stabilisca                    il re in tutte le province del suo regno commissari, i quali                    radunino tutte le fanciulle vergini e belle nella reggia di                    Susa, nella casa delle donne, sotto la sorveglianza di Egài,                    eunuco del re e guardiano delle donne, che darà loro quanto                    è necessario per abbigliarsi; 
                        [4] la fanciulla che                    piacerà al re diventerà regina al posto di Vasti». La cosa                    piacque al re e così si fece. 
                        [5] Ora nella cittadella                    di Susa c'era un Giudeo chiamato Mardocheo, figlio di Iair,                    figlio di Simei, figlio di un Beniaminita, 
                        [6] che era                    stato deportato da Gerusalemme fra quelli condotti in esilio                    con Ieconìa re di Giuda da Nabucodònosor re di Babilonia. 
                        [7] Egli                    aveva allevato Hadàssa, cioè Ester, figlia di un suo zio,                    perché essa era orfana di padre e di madre. La fanciulla era                    di bella presenza e di aspetto avvenente; alla morte del padre                    e della madre, Mardocheo l'aveva presa come propria figlia. 
                        [8] Quando                    l'ordine del re e il suo editto furono divulgati e un gran                    numero di fanciulle venivano radunate nella cittadella di Susa                    sotto la sorveglianza di Egài, anche Ester fu presa e                    condotta nella reggia, sotto la sorveglianza di Egài,                    guardiano delle donne. 
                        [9] La fanciulla piacque a Egài                    ed entrò nelle buone grazie di lui; egli si preoccupò di                    darle il necessario per l'abbigliamento e il vitto; le diede                    sette ancelle scelte nella reggia e assegnò a lei e alle sue                    ancelle l'appartamento migliore nella casa delle donne. 
                        [10] Ester                    non aveva detto nulla né del suo popolo né della sua                    famiglia, perché Mardocheo le aveva proibito di parlarne. 
                        [11] Mardocheo                    tutti i giorni passeggiava davanti al cortile della casa delle                    donne per sapere se Ester stava bene e che cosa succedeva di                    lei. 
                        [12] Quando veniva il turno per una fanciulla di                    andare dal re Assuero alla fine dei dodici mesi prescritti                    alle donne per i loro preparativi, sei mesi per profumarsi con                    olio di mirra e sei mesi con aromi e altri cosmetici usati                    dalle donne, 
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                    [13] la fanciulla andava dal re e poteva                    portare con sé dalla casa delle donne alla reggia quanto                    chiedeva. 
                      [14] Vi andava la sera e la mattina seguente                    passava nella seconda casa delle donne, sotto la sorveglianza                    di Saasgàz, eunuco del re e guardiano delle concubine. Poi                    non tornava più dal re a meno che il re la desiderasse ed                    essa fosse richiamata per nome. 
                      [15] Quando arrivò per                    Ester figlia di Abicàil, zio di Mardocheo, che l'aveva                    adottata per figlia, il turno di andare dal re, essa non                    domandò se non quello che le fu indicato da Egài, eunuco del                    re e guardiano delle donne. Ester attirava la simpatia di                    quanti la vedevano. 
                      [16] Ester fu dunque condotta presso                    il re Assuero nella reggia il decimo mese, cioè il mese di                    Tebèt, il settimo anno del suo regno. 
                      [17] Il re amò                    Ester più di tutte le altre donne ed essa trovò grazia e                    favore agli occhi di lui più di tutte le altre vergini. Egli                    le pose in testa la corona regale e la fece regina al posto di                    Vasti. 
                      [18] Poi il re fece un gran banchetto a tutti i                    principi e ai ministri, che fu il banchetto di Ester; concesse                    un giorno di riposo alle province e fece doni con munificenza                    regale.                         | 
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                      Mardocheo                    e Aman 
                      [19] Ora                    la seconda volta che si radunavano le fanciulle, Mardocheo                    aveva stanza alla porta del re.  
                        [20] Ester, secondo                    l'ordine che Mardocheo le aveva dato, non aveva detto nulla né                    della sua famiglia né del suo popolo poiché essa faceva                    quello che Mardocheo le diceva, come quando era sotto la sua                    tutela. 
                        [21] In quei giorni, quando Mardocheo aveva                    stanza alla porta del re, Bigtàn e Tères, due eunuchi del re                    e tra i custodi della soglia, irritati contro il re Assuero,                    cercarono il modo di mettere le mani sulla persona del re. 
                        [22] La                    cosa fu risaputa da Mardocheo, che avvertì la regina Ester ed                    Ester ne parlò al re in nome di Mardocheo. 
                        [23] Fatta                    investigazione e scoperto il fatto, i due eunuchi furono                    impiccati a un palo. E la cosa fu registrata nel libro delle                    cronache, alla presenza del re.                         | 
                   
                 
				  
				
                  
                    
                         Capitolo 3
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                    [1] In                    seguito, il re Assuero promosse Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita,                    alla più alta dignità e pose il suo seggio al di sopra di                    quelli di tutti i prìncipi che erano con lui. 
                      [2] Tutti                    i ministri del re, che stavano alla porta del re, piegavano il                    ginocchio e si prostravano davanti ad Amàn, perché così                    aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non piegava                    il ginocchio né si prostrava. 
                      [3] I ministri del re che                    stavano alla porta del re dissero a Mardocheo: «Perché                    trasgredisci l'ordine del re?».  
                      [4] Ma, sebbene glielo                    ripetessero tutti i giorni, egli non dava loro ascolto. Allora                    quelli riferirono la cosa ad Amàn, per vedere se Mardocheo                    avrebbe insistito nel suo atteggiamento, perché aveva detto                    loro che era un Giudeo.  
                      [5] Amàn vide che Mardocheo non                    s'inginocchiava né si prostrava davanti a lui e ne fu pieno                    d'ira; 
                      [6] ma disdegnò di metter le mani addosso                    soltanto a Mardocheo, poiché gli avevano detto a quale popolo                    Mardocheo apparteneva. Egli si propose di distruggere il                    popolo di Mardocheo, tutti i Giudei che si trovavano in tutto                    il regno d'Assuero.  
                      III.                    I GIUDEI MINACCIATI 
                        
                      Decreto                    di sterminio dei Giudei
                      [7] Il                    primo mese, cioè il mese di Nisan, il decimosecondo anno del                    re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla                    presenza di Amàn, per la scelta del giorno e del mese. La                    sorte cadde sul tredici del decimosecondo mese, chiamato Adàr. 
                        [8] Allora Amàn disse al re Assuero: «Vi è un popolo                    segregato e anche disseminato fra i popoli di tutte le                    province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di                    ogni altro popolo e che non osserva le leggi del re; non                    conviene quindi che il re lo tolleri. 
                        [9] Se così piace                    al re, si ordini che esso sia distrutto; io farò passare                    diecimila talenti d'argento in mano agli amministratori del                    re, perché siano versati nel tesoro reale».  
                        [10] Allora                    il re si tolse l'anello di mano e lo diede ad Amàn, l'Agaghita,                    figlio di Hammedàta e nemico dei Giudei. 
                        [11] Il re                    disse ad Amàn: «Il denaro sia per te: al popolo fà pure                    quello che ti sembra bene».  
                        [12] Il tredici del primo                    mese furono chiamati i segretari del re e fu scritto, seguendo                    in tutto gli ordini di Amàn, ai satrapi del re e ai                    governatori di ogni provincia secondo il loro modo di scrivere                    e ad ogni popolo nella sua lingua. Lo scritto fu redatto in                    nome del re Assuero e sigillato con il sigillo reale. 
                        [13] Questi                    documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in                    tutte le province del re, perché si distruggessero, si                    uccidessero, si sterminassero tutti i Giudei, giovani e                    vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno, il tredici del                    decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr, e si                    saccheggiassero i loro beni.  
                      [13a] Questa                    è la copia della lettera:  
                      «Il                    grande re Assuero ai governatori delle centoventisette                    province dall'India all'Etiopia e ai capidistretto loro                    subordinati scrive quanto segue:  
                      [13b] Essendo                    io alla testa di molte nazioni e avendo l'impero di tutto il                    mondo, non esaltato dall'orgoglio del potere, ma governando                    sempre con moderazione e con dolcezza, ho deciso di rendere                    sempre indisturbata la vita dei sudditi, di assicurare un                    regno tranquillo e sicuro fino alle frontiere e di far                    rifiorire la pace sospirata da tutti gli uomini.  
                      [13c] Avendo                    io chiesto ai miei consiglieri come tutto questo possa essere                    attuato, Amàn, distinto presso di noi per prudenza, segnalato                    per inalterata devozione e sicura fedeltà ed elevato alla                    seconda dignità del regno, [13d]ci ha avvertiti che in                    mezzo a tutte le stirpi che vi sono nel mondo si è mescolato                    un popolo ostile, diverso nelle sue leggi da ogni altra                    nazione, che trascura sempre i decreti del re, così da                    impedire l'assetto dell'impero da noi irreprensibilmente                    diretto.  
                      [13e] Considerando                    dunque che questa nazione è l'unica ad essere in continuo                    contrasto con ogni essere umano, differenziandosi per uno                    strano tenore di leggi, e che, malintenzionata contro i nostri                    interessi, compie le peggiori malvagità e riesce di ostacolo                    alla stabilità del regno, 
                        [13f] abbiamo ordinato che le                    persone a voi segnalate nei rapporti scritti da Amàn,                    incaricato dei nostri interessi e per noi un secondo padre,                    tutte, con le mogli e i figli, siano radicalmente sterminate                    per mezzo della spada dei loro avversari, senz'alcuna pietà né                    perdono, il quattordici del decimosecondo mese, cioè Adàr; 
  [13g] perché                    questi nostri oppositori di ieri e di oggi, precipitando                    violentemente negli inferi in un sol giorno, ci assicurino per                    l'avvenire un governo completamente stabile e indisturbato».  
                      [14] Una                    copia dell'editto, che doveva essere promulgato in ogni                    provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero                    pronti per quel giorno.  
                        [15] I corrieri partirono in                    tutta fretta per ordine del re e il decreto fu promulgato                    subito nella cittadella di Susa. Mentre il re e Amàn stavano                    a gozzovigliare, la città di Susa era costernata.  
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                         Capitolo 4
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                    Mardocheo                    ed Ester vogliono scongiurare il pericolo 
                    [1] Quando                    Mardocheo seppe quanto era stato fatto, si stracciò le vesti,                    si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città,                    mandando alte e amare grida;  
                      [2] venne fin davanti alla                    porta del re, ma a nessuno che fosse coperto di sacco era                    permesso di entrare per la porta del re. 
                      [3] In ogni                    provincia, dovunque giungevano l'ordine del re e il suo                    editto, ci fu gran desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto,                    lutto e a molti servirono di letto il sacco e la cenere. 
                      [4] Le                    ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e                    la regina ne fu molto angosciata; mandò vesti a Mardocheo,                    perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma                    egli non le accettò. 
                      [5] Allora Ester chiamò Atàch,                    uno degli eunuchi che il re aveva messo al suo servizio, e lo                    incaricò di andare da Mardocheo per domandare che cosa era                    avvenuto e perché si comportava così.  
                      [6] Atàch si                    recò da Mardocheo sulla piazza della città davanti alla                    porta del re. 
                      [7] Mardocheo gli narrò quanto gli era                    accaduto e gli indicò la somma di denaro che Amàn aveva                    promesso di versare al tesoro reale per far distruggere i                    Giudei; 
                      [8] gli diede anche una copia dell'editto                    promulgato a Susa per il loro sterminio, perché lo mostrasse                    a Ester, la informasse di tutto e le ordinasse di presentarsi                    al re per domandargli grazia e per intercedere in favore del                    suo popolo. [8a]«Ricordati - le fece dire - dei giorni                    della tua povertà, quando eri nutrita dalla mia mano; perché                    Amàn, il secondo in dignità dopo il re, ha parlato contro di                    noi per farci mettere a morte. Invoca il Signore, parla al re                    in nostro favore e liberaci dalla morte!». 
                      [9] Atàch                    ritornò da Ester e le riferì le parole di Mardocheo. 
                      [10] Ester                    ordinò ad Atàch di riferire a Mardocheo: 
                      [11] «Tutti                    i ministri del re e il popolo delle sue province sanno che se                    qualcuno, uomo o donna, entra dal re nell'atrio interno, senza                    essere stato chiamato, in forza di una legge uguale per tutti,                    deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso                    di lui il suo scettro d'oro, nel qual caso avrà salva la                    vita. Quanto a me, sono gia trenta giorni che non sono stata                    chiamata per andare dal re».  
                      [12] Le parole di Ester                    furono riferite a Mardocheo 
                      [13] e Mardocheo fece dare                    questa risposta a Ester: «Non pensare di salvare solo te                    stessa fra tutti i Giudei, per il fatto che ti trovi nella                    reggia.  
                      [14] Perché se tu in questo momento taci, aiuto                    e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altro luogo; ma tu                    perirai insieme con la casa di tuo padre. Chi sa che tu non                    sia stata elevata a regina proprio in previsione d'una                    circostanza come questa?».  
                      [15] Allora Ester fece                    rispondere a Mardocheo:  
                      [16] «Và, raduna tutti i                    Giudei che si trovano a Susa: digiunate per me, state senza                    mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno; anch'io                    con le ancelle digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal                    re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire,                    perirò!». 
                      [17] Mardocheo se ne andò e fece quanto                    Ester gli aveva ordinato.  
                    Preghiera                    di Mardocheo 
                    [17a] Poi                    pregò il Signore, ricordando tutte le sue gesta, e disse:  
                      [17b] «Signore,                    Signore re, sovrano dell'universo, tutte le cose sono                    sottoposte al tuo potere e nessuno può opporsi a te nella tua                    volontà di salvare Israele.  
                      [17c] Tu                    hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si                    trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le                    cose e nessuno può resistere a te, Signore.  
                      [17d] Tu                    conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per                    superbia né per vanagloria ho fatto il gesto di non                    prostrarmi davanti al superbo Amàn, perché avrei anche                    baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d'Israele.  
                      [17e] Ma                    ho fatto ciò per non porre la gloria di un uomo al di sopra                    della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno                    se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così                    per superbia.  
                      [17f] Ora,                    Signore Dio, Re, Dio di Abramo, risparmia il tuo popolo! Perché                    mirano a distruggerci e bramano di far perire quella che è la                    tua eredità dai tempi antichi.  
                      [17g] Non                    trascurare la porzione che per te stesso hai liberato dal                    paese d'Egitto. [17h]Ascolta la mia preghiera e sii                    propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia,                    perché vivi possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non                    lasciare scomparire la bocca di quelli che ti lodano».  
                      [17i] Tutti                    gli Israeliti gridavano con tutta la forza, perché la morte                    stava davanti ai loro occhi.  
                      Preghiera                    di Ester 
                      [17k] Anche                    la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da                    un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli                    abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si                    riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò molto il                    suo corpo e con i capelli sconvolti si muoveva dove prima era                    abituata agli ornamenti festivi. Poi supplicò il Signore e                    disse: 
                        [17l] «Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico!                    Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se                    non te, perché un grande pericolo mi sovrasta.  
                      [17m] Io                    ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia,                    che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i                    nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità,                    e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso.  
                        [17n] Ora                    abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei                    nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dei. Tu sei                    giusto, Signore!  
                      [17o] Ma                    ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra                    schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro                    idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di                    sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che                    ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare,                    [17p] di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare                    gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria                    ammirazione per un re di carne.  
                      [17q] Non                    consegnare, Signore, il tuo scettro a dei che neppure                    esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi                    contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo                    esemplare il primo dei nostri persecutori.  
                      [17r] Ricordati,                    Signore; manifèstati nel giorno della nostra afflizione e a                    me dà coraggio, o re degli dei e signore di ogni autorità. 
                        [17s] Metti                    nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e                    volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, allo                    sterminio di lui e di coloro che sono d'accordo con lui.  
                      [17t] Quanto                    a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché                    sono sola e non ho altri che te, Signore!  
                      [17u] Tu                    hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi                    e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque                    straniero. 
                        17v] Tu sai che mi trovo nella necessità,                    che detesto l'emblema della mia fastosa posizione che cinge il                    mio capo nei giorni in cui devo fare comparsa; lo detesto come                    un panno immondo e non lo porto nei giorni in cui mi tengo                    appartata. 
                        [17x] La tua serva non ha mangiato alla                    tavola di Amàn né ha onorato il banchetto del re né bevuto                    il vino delle libazioni. [ 
                        17y] La tua serva da quando ha                    cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito di nulla, se                    non di te, Signore, Dio di Abramo.  
                      [17z] Dio,                    che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati                    e liberaci dalla mano dei malvagi; libera me dalla mia                    angoscia!».                        
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                         Capitolo 5
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                    Ester                    si presenta al re 
                      [1] Il                    terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, ella si tolse le                    vesti da schiava e si coprì di tutto il fasto del suo grado. 
                        [1a] Divenuta                    così splendente di bellezza, dopo aver invocato il Dio che                    veglia su tutti e li salva, prese con sé due ancelle. Su di                    una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l'altra la                    seguiva tenendo sollevato il mantello di lei.  
                        [1b] Appariva                    rosea nello splendore della sua bellezza e il suo viso era                    gioioso, come pervaso d'amore, ma il suo cuore era stretto                    dalla paura. 
                        [1c] Attraversate una dopo l'altra tutte le                    porte, si trovò alla presenza del re. Egli era seduto sul                    trono regale, vestito di tutti gli ornamenti maestosi delle                    sue comparse, tutto splendente di oro e di pietre preziose, e                    aveva un aspetto molto terribile. 
                        [1d] Alzò il viso                    splendente di maestà e guardò in un accesso di collera. La                    regina si sentì svenire, mutò il suo colore in pallore e                    poggiò la testa sull'ancella che l'accompagnava. 
                        [1e] Ma                    Dio volse a dolcezza lo spirito del re ed egli, fattosi                    ansioso, balzò dal trono, la prese fra le braccia,                    sostenendola finché non si fu ripresa, e andava confortandola                    con parole rasserenanti, dicendole: 
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                    [1f] «Che c'è,                    Ester? Io sono tuo fratello; fatti coraggio, tu non devi                    morire. Il nostro ordine riguarda solo la gente comune.                    Avvicinati!». 
                      [2] Alzato lo scettro d'oro, lo posò sul                    collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!». 
                      [2a] Gli                    disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio                    cuore si è agitato davanti alla tua gloria. Perché tu sei                    meraviglioso, signore, e il tuo volto è pieno d'incanto». 
                      [2b] Ma                    mentre parlava, cadde svenuta; il re s'impressionò e tutta la                    gente del suo seguito cercava di rianimarla. 
                      [3] Allora                    il re le disse: «Che vuoi, Ester, qual è la tua richiesta?                    Fosse pure metà del mio regno, l'avrai!». 
                      [4] Ester                    rispose: «Se così piace al re, venga oggi il re con Amàn al                    banchetto che gli ho preparato». [5] Il re disse: «Convocate                    subito Amàn, per far ciò che Ester ha detto». Il re andò                    dunque con Amàn al banchetto che Ester aveva preparato.  
                      [6] Il                    re disse a Ester, mentre si beveva il vino: «Qual è la tua                    richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà                    del regno, sarà fatto!». 
[7] Ester rispose: «Ecco la                    mia richiesta e quel che desidero: 
[8] se ho trovato                    grazia agli occhi del re e se piace al re di concedermi quello                    che chiedo e di soddisfare il mio desiderio, venga il re con                    Amàn anche domani al banchetto che io preparerò loro e io                    risponderò alla domanda del re».   | 
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                    [9] Amàn                    quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando                    vide alla porta del re Mardocheo che non si alzava né si                    muoveva per lui, fu preso d'ira contro Mardocheo. 
  [10] Tuttavia                    Amàn si trattenne, andò a casa e mandò a chiamare i suoi                    amici e Zeres sua moglie. [11] Amàn parlò loro della                    magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi                    figli, di quanto il re aveva fatto per renderlo grande e come                    l'aveva innalzato sopra i capi e i ministri del re. 
  [12] Aggiunse:                    «Anche la regina Ester non ha invitato con il re nessun altro                    se non me al banchetto che ha dato; anche per domani sono                    invitato da lei con il re. 
  [13] Ma tutto questo non mi                    basta, fin quando io vedrò Mardocheo, il Giudeo, restar                    seduto alla porta del re». 
  [14] Allora sua moglie Zeres                    e tutti i suoi amici gli dissero: «Si prepari un palo alto                    cinquanta cubiti e tu domani mattina dì al re che vi sia                    impiccato Mardocheo; poi và pure contento al banchetto con il                    re». La cosa piacque ad Amàn che fece preparare il palo.                         | 
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                         Capitolo 6
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                    IV.                    RIVINCITA DEI GIUDEI 
                        
                      Smacco                    di Aman 
                      [1] Quella                    notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che gli                    si portasse il libro delle memorie, le cronache, e ne fu fatta                    la lettura alla presenza del re.  
                        [2] Vi si trovò                    scritto che Mardocheo aveva denunciato Bigtàn e Tères, i due                    eunuchi del re tra i custodi della soglia, i quali avevano                    cercato di porre le mani sulla persona del re Assuero.  
                        [3] Allora                    il re chiese: «Che si è fatto per dare a Mardocheo onore e                    grandezza in premio di questo?». I giovani che servivano il                    re risposero: «Non s'è fatto nulla per lui». 
                        [4] Il                    re disse: «Chi c'è nell'atrio?». Appunto Amàn era venuto                    nell'atrio esterno della reggia per dire al re di impiccare                    Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 
                        [5] I                    giovani servi del re gli risposero: «Ecco c'è Amàn                    nell'atrio». Il re disse: «Entri!». 
                        [6] Amàn entrò                    e il re gli disse: «Che si deve fare a un uomo che il re                    voglia onorare?». Amàn pensò: «Chi mai vorrebbe il re                    onorare, se non me?». 
                        [7] Amàn rispose al re: «Per                    l'uomo che il re vuole onorare, 
                        [8] si prenda la veste                    reale che suole indossare il re e il cavallo che suole                    cavalcare il re e sulla sua testa sia posta una corona reale; 
                        [9] si                    consegni la veste e il cavallo a uno dei principi più nobili                    del re; si rivesta di quella veste l'uomo che il re vuole                    onorare, gli si faccia percorrere a cavallo le vie della città                    e si gridi davanti a lui: Ciò avviene all'uomo che il re                    vuole onorare».  
                        [10] Allora il re disse ad Amàn: «Presto,                    prendi la veste e il cavallo, come hai detto, e fà così a                    Mardocheo il Giudeo che si trova alla porta del re; non                    tralasciar nulla di quello che hai detto». 
                        [11] Amàn                    prese la veste e il cavallo, rivestì della veste Mardocheo,                    gli fece percorrere a cavallo le vie della città e gridava                    davanti a lui: «Ciò avviene all'uomo che il re vuole onorare». 
                        [12] Poi Mardocheo tornò alla porta del re, ma Amàn                    andò subito a casa, tutto aggrondato e con il capo velato. 
                        [13] Amàn                    raccontò a sua moglie Zeres e a tutti i suoi amici quanto gli                    era accaduto. I suoi consiglieri e sua moglie Zeres gli                    dissero: «Se Mardocheo, davanti al quale tu hai cominciato a                    decadere, è della stirpe dei Giudei, tu non potrai nulla                    contro di lui, anzi soccomberai del tutto davanti a lui».  
                      Aman                    al banchetto di Ester 
                      [14] Essi                    stavano ancora parlando con lui, quando giunsero gli eunuchi                    del re, i quali si affrettarono a condurre Amàn al banchetto                    che Ester aveva preparato.                       
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                         Capitolo 7
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                    [1] Il                    re e Amàn andarono dunque al banchetto con la regina Ester.  
                      [2] Il                    re anche questo secondo giorno disse a Ester, mentre si beveva                    il vino: «Qual è la tua richiesta, regina Ester? Ti sarà                    concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà                    fatto!».  
                      [3] Allora la regina Ester rispose: «Se ho                    trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la                    mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio                    desiderio è che sia risparmiato il mio popolo. 
                      [4] Perché                    io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti,                    uccisi, sterminati. Ora, se fossimo stati venduti per                    diventare schiavi e schiave, avrei taciuto; ma il nostro                    avversario non potrebbe riparare al danno fatto al re con la                    nostra morte». 
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                    [5] Subito il re Assuero disse alla                    regina Ester: «Chi è e dov'è colui che ha pensato di fare                    una cosa simile?». 
                      [6] Ester rispose: «L'avversario,                    il nemico, è quel malvagio di Amàn». Allora Amàn fu preso                    da terrore alla presenza del re e della regina. 
                      [7] Il                    re incollerito si alzò dal banchetto e uscì nel giardino                    della reggia, mentre Amàn rimase per chiedere la grazia della                    vita alla regina Ester, perché vedeva bene che da parte del                    re la sua rovina era decisa. 
                      [8] Poi tornò dal giardino                    della reggia nel luogo del banchetto; intanto Amàn si era                    prostrato sul divano sul quale si trovava Ester. Allora il re                    esclamò: «Vuole anche far violenza alla regina, davanti a                    me, in casa mia?». Non appena questa parola fu uscita dalla                    bocca del re, posero un velo sulla faccia di Amàn. 
                      [9] Carbonà,                    uno degli eunuchi, disse alla presenza del re: «Ecco, è                    stato perfino rizzato in casa di Amàn un palo alto cinquanta                    cubiti, che Amàn ha fatto preparare per Mardocheo, il quale                    aveva parlato per il bene del re». Il re disse: «Impiccatevi                    lui!». 
                      [10] Così Amàn fu impiccato al palo che aveva                    preparato per Mardocheo. E l'ira del re si calmò.  
                     
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                         Capitolo 8
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                    Il                    favore reale passa ai Giudei 
                    [1 ]In                    quello stesso giorno il re Assuero diede alla regina Ester la                    casa di Amàn, nemico dei Giudei. Mardocheo si presentò al                    re, al quale Ester aveva dichiarato il rapporto di parentela                    che egli aveva con lei. 
                      [2] Il re si tolse l'anello che                    aveva fatto ritirare ad Amàn e lo diede a Mardocheo. Ester                    affidò a Mardocheo l'amministrazione della casa che era stata                    di Amàn. 
                      [3] Poi Ester parlò di nuovo alla presenza                    del re, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con le lacrime                    agli occhi d'impedire gli effetti della malvagità di Amàn l'Agaghita                    e l'attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei.  
                      [4] Allora                    il re stese lo scettro d'oro verso Ester; Ester si alzò,                    rimase in piedi davanti al re  
                      [5] e disse: «Se così                    piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa                    gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per                    revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di                    Hammedàta, l'Agaghita, in cui si ordina di far perire i                    Giudei che sono in tutte le province del re.  
                      [6] Perché                    come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe                    il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione                    della mia stirpe?».  
                      [7] Allora il re Assuero disse alla                    regina Ester e a Mardocheo, il Giudeo: «Ecco, ho dato a Ester                    la casa di Amàn e questi è stato impiccato al palo, perché                    aveva voluto stendere la mano sui Giudei.  
                      [8] Scrivete                    dunque come vi parrà meglio, nel nome del re, e sigillate con                    l'anello reale, perché ciò che è scritto in nome del re e                    sigillato con l'anello reale è irrevocabile».  
                      [9] Senza                    perdere tempo il ventitrè del terzo mese, cioè il mese di                    Sivan, furono convocati i segretari del re e fu scritto,                    seguendo in tutto l'ordine di Mardocheo, ai Giudei, ai                    satrapi, ai governatori e ai capi delle centoventisette                    province, dall'India all'Etiopia, a ogni provincia secondo il                    suo modo di scrivere, a ogni popolo nella sua lingua e ai                    Giudei secondo il loro modo di scrivere e nella loro lingua.  
                      [10] Fu                    dunque scritto in nome del re Assuero, si sigillarono i                    documenti con l'anello reale e si mandarono per mezzo di                    corrieri a cavallo, che cavalcavano corsieri reali, figli di                    cavalle di razza.  
                      [11] Con questi scritti il re dava                    facoltà ai Giudei, in qualunque città si trovassero, di                    radunarsi e di difendere la loro vita, di distruggere,                    uccidere, sterminare, compresi i bambini e le donne, tutta la                    gente armata, di qualunque popolo e di qualunque provincia,                    che li assalisse, e di saccheggiare i loro beni; 
                      [12] e                    ciò in un medesimo giorno in tutte le province del re                    Assuero: il tredici del decimosecondo mese, cioè il mese di                    Adàr.  
                    Decreto                    di riabilitazione 
                    [12a] Quanto                    segue è la copia della lettera relativa a queste cose:  
                      [12b] «Il                    grande re Assuero ai governatori delle centoventisette                    satrapie dall'India all'Etiopia e a quelli che hanno a cuore i                    nostri interessi, salute.  
                      [12c] Molti                    uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più larga                    generosità dei benefattori, tanto più s'inorgogliscono e non                    solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma incapaci di                    frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro                    benefattori. 
                        [12d] Non solo cancellano la riconoscenza                    dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo strepito spavaldo di                    chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto                    vede, e alla sua giustizia che odia il male.  
                      [12e] Spesso                    poi accadde a molti costituiti in autorità che, per aver                    affidato a certi amici la responsabilità degli affari                    pubblici e per aver subìto la loro influenza, divennero con                    essi responsabili del sangue innocente, con disgrazia senza                    rimedio; [12f]perché i falsi ragionamenti di nature                    perverse avevano sviato l'incontaminata buona fede dei                    governanti.  
                      [12g] Questo                    si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui                    abbiamo accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità                    perpetrate da quella peste che sono coloro i quali senza                    merito esercitano il potere.  
                      [12h] Provvederemo                    per l'avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno                    indisturbato e pacifico,  
                        [12i] operando cambiamenti                    opportuni e giudicando sempre con la più equa fermezza gli                    affari che ci vengono posti sotto gli occhi.  
                      [12k] Così                    è il caso di Amàn figlio di Hammedàta, il Macedone, il                    quale estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben                    lontano dalla nostra bontà, accolto come ospite presso di                    noi, 
                        [12l] aveva tanto approfittato dell'amicizia che                    professiamo verso qualunque nazione, da essere proclamato                    nostro padre e da costituire la seconda personalità nel                    regno, venendo da tutti onorato con la prostrazione. 
                        [12m] Ma                    non reggendo al peso della sua superbia, egli si adoperò per                    privare noi del potere e della vita 
                        [12n] e con falsi e                    tortuosi argomenti richiese la pena di morte per il nostro                    salvatore e in ogni circostanza benefattore Mardocheo, per                    l'irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto                    il loro popolo. 
                        [12o] Pensava infatti per questa via di                    sorprenderci nell'isolamento e di trasferire l'impero dei                    Persiani ai Macedoni.  
                      [12p]Ora                    noi troviamo che questi Giudei, da quell'uomo tre volte                    scellerato destinati allo sterminio, non sono malfattori, ma                    si reggono con leggi giustissime, 
                        [12q] sono figli del                    Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e                    dei nostri antenati dirige il regno nella migliore floridezza. 
                        [12r] Farete dunque bene a non tener conto delle lettere                    scritte mandate da Amàn, figlio di Hammedàta, perché                    costui, che ha perpetrato tali cose, è stato impiccato ad un                    palo con tutta la sua famiglia alle porte di Susa, giusto                    castigo datogli velocemente da Dio, signore di tutti gli                    eventi.  
                      [12s] Esposta                    invece una copia della presente lettera in ogni luogo,                    permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro                    leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che                    volessero assalirli nel giorno della persecuzione, cioè il                    tredici del decimosecondo mese chiamato Adàr.  
                      [12t] Infatti                    questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe                    eletta, Dio, signore di ogni cosa, lo ha loro cambiato in                    giorno di gioia.  
                      [12u] Quanto                    a voi, Giudei, tra le vostre feste commemorative celebrate                    questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, e                    ora e in avvenire, sia ricordo di salvezza per noi e per i                    Persiani benevoli, per quelli invece che ci insidiano sia                    ricordo della loro perdizione.  
                      [12v] Ogni                    città e più generalmente ogni località che non agirà                    secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a                    ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa                    inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli resterà                    odiosissima per tutti i tempi».  
                      [13] Una                    copia dell'editto che doveva essere promulgato in ogni                    provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché i Giudei si                    tenessero pronti per quel giorno a vendicarsi dei loro nemici.  
                        [14] Così i corrieri sui cavalli reali partirono                    premurosi e stimolati dal comando del re, mentre il decreto                    veniva subito promulgato nella cittadella di Susa. 
                        [15] Mardocheo                    si allontanò dal re con una veste reale di porpora viola e di                    lino bianco, con una grande corona d'oro e un manto di bisso e                    di porpora rossa; la città di Susa gridava di gioia ed era in                    festa. 
                        [16] Per i Giudei vi era luce, letizia,                    esultanza, onore. 
                        [17] In ogni provincia, in ogni città,                    dovunque giungevano l'ordine del re e il suo decreto, vi era                    per i Giudei gioia ed esultanza, banchetti e feste. Molti                    appartenenti ai popoli del paese si fecero Giudei, perché il                    timore dei Giudei era piombato su di loro. 
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                         Capitolo 9
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                    Il                    grande giorno di Purim 
                    [1] Il                    decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr, il tredici del                    mese, quando l'ordine del re e il suo decreto dovevano essere                    eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di                    averli in loro potere, avvenne invece tutto il contrario;                    poiché i Giudei ebbero in mano i loro nemici. 
                      [2] I                    Giudei si radunarono nelle loro città, in tutte le province                    del re Assuero, per aggredire quelli che cercavano di fare                    loro del male; nessuno potè resistere loro, perché il timore                    dei Giudei era piombato su tutti i popoli. 
  [3] Tutti i                    capi delle province, i satrapi, i governatori e quelli che                    curavano gli affari del re diedero man forte ai Giudei, perché                    il timore di Mardocheo si era impadronito di essi.  
  [4] Perché                    Mardocheo era grande nella reggia e per tutte le province si                    diffondeva la fama di quest'uomo; Mardocheo cresceva sempre in                    potere. 
  [5] I Giudei dunque colpirono tutti i nemici,                    passandoli a fil di spada, uccidendoli e sterminandoli; fecero                    dei nemici quello che vollero. 
  [6] Nella cittadella di                    Susa i Giudei uccisero e sterminarono cinquecento uomini 
  [7] e                    misero a morte Parsandàta, Dalfòn, Aspàta,  
  [8] Poràta,                    Adalià, Aridàta, 
  [9] Parmàsta, Arisài, Aridài e                    Vaizàta, 
  [10] i dieci figli di Amàn figlio di Hammedàta,                    il nemico dei Giudei, ma non si diedero al saccheggio. [11] Quel                    giorno stesso il numero di quelli che erano stati uccisi nella                    cittadella di Susa fu portato a conoscenza del re. 
  [12] Il                    re disse alla regina Ester: «Nella cittadella di Susa i                    Giudei hanno ucciso, hanno sterminato cinquecento uomini e i                    dieci figli di Amàn; che avranno mai fatto nelle altre                    province del re? Ora che chiedi di più? Ti sarà dato. Che                    altro desideri? Sarà fatto!». 
  [13] Allora Ester disse:                    «Se così piace al re, sia permesso ai Giudei che sono a Susa                    di fare anche domani quello che era stato decretato per oggi;                    siano impiccati al palo i dieci figli di Amàn». 
  [14] Il                    re ordinò che così fosse fatto. Il decreto fu promulgato a                    Susa. I dieci figli di Amàn furono appesi al palo. 
  [15] I                    Giudei che erano a Susa si radunarono ancora il quattordici                    del mese di Adàr e uccisero a Susa trecento uomini; ma non si                    diedero al saccheggio. 
  [16] Anche gli altri Giudei che                    erano nelle province del re si radunarono, difesero la loro                    vita e si misero al sicuro dagli attacchi dei nemici; uccisero                    settantacinquemila di quelli che li odiavano, ma non si                    diedero al saccheggio.  
  [17] Questo avvenne il tredici                    del mese di Adàr; il quattordici si riposarono e ne fecero un                    giorno di banchetto e di gioia. 
  [18] Ma i Giudei che                    erano a Susa si radunarono il tredici e il quattordici di quel                    mese; il quindici si riposarono e ne fecero un giorno di                    banchetto e di gioia. 
  [19] Perciò i Giudei della                    campagna, che abitano in città non circondate da mura, fanno                    del quattordici del mese di Adàr un giorno di gioia, di                    banchetto e di festa, nel quale si mandano regali gli uni gli                    altri.  
                    [19a] Invece                    gli abitanti delle grandi città celebrano come giorno di                    allegra festività il quindici di Adàr, mandando regali ai                    vicini.  
                    V.                    LA FESTA DI PURIM 
                      
                    Istituzione                    ufficiale della festa di Purim 
                    [20] Mardocheo                    scrisse questi avvenimenti e mandò lettere a tutti i Giudei                    che erano in tutte le province del re Assuero, vicini e                    lontani, 
                      [21] per stabilire che ogni anno celebrassero                    il quattordici e il quindici del mese di Adàr, 
                      [22] perché                    giorni nei quali i Giudei ebbero tregua dagli attacchi dei                    nemici e il mese in cui il loro dolore era stato mutato in                    gioia, il loro lutto in festa, e perché facessero di questi                    giorni giorni di banchetto e di gioia, nei quali si mandassero                    regali scambievolmente e si facessero doni ai poveri. [23] I                    Giudei si impegnarono a continuare quello che avevano gia                    cominciato a fare e che Mardocheo aveva loro prescritto.  
                      [24] Amàn                    infatti, il figlio di Hammedàta l'Agaghita, il nemico di                    tutti i Giudei, aveva tramato contro i Giudei per distruggerli                    e aveva gettato il pur, cioè la sorte, per confonderli                    e farli perire; 
                      [25] ma quando Ester si fu presentata al                    re, questi ordinò con documenti scritti che la scellerata                    trama di Amàn contro i Giudei fosse fatta ricadere sul capo                    di lui e che egli e i suoi figli fossero impiccati al palo.  
                      [26] Perciò                    quei giorni furono chiamati Purim dalla parola pur.                    Secondo tutto il contenuto di quella lettera, in seguito a                    quanto avevano visto a questo proposito ed era loro avvenuto, 
                      [27] i                    Giudei stabilirono e presero per sé, per la loro stirpe e per                    quanti si sarebbero aggiunti a loro, l'impegno inviolabile di                    celebrare ogni anno quei due giorni, secondo le disposizioni                    di quello scritto e alla data fissata. 
                      [28] Questi                    giorni devono essere commemorati e celebrati di generazione in                    generazione, in ogni famiglia, in ogni provincia, in ogni città;                    questi giorni di Purim non devono cessare mai di essere                    celebrati fra i Giudei e il loro ricordo non dovrà mai                    cancellarsi fra i loro discendenti.  
                      [29] La regina Ester                    figlia di Abicàil e il giudeo Mardocheo scrissero con ogni                    autorità per dar valore a questa loro seconda lettera                    relativa ai Purim. 
                      [30] Si mandarono lettere a                    tutti i Giudei nelle centoventisette province del regno di                    Assuero, con parole di saluto e di fedeltà,  
                      [31] per                    stabilire questi giorni di Purim nelle loro date                    precise, come li avevano ordinati il giudeo Mardocheo e la                    regina Ester e come essi stessi li avevano stabiliti per sé e                    per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e della                    loro invocazione. 
                      [32] Un ordine di Ester stabilì le                    circostanze di questi Purim e fu scritto in un libro.  
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                         Capitolo 10
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                    Elogio                    di Mardocheo 
                    [1] Il                    re Assuero impose un tributo al continente e alle isole del                    mare. 
                      [2] Quanto poi a tutti i fatti concernenti la                    potenza e il valore di Mardocheo e quanto alla completa                    descrizione della sua grandezza e della sua elevazione da                    parte del re, sono cose scritte nel libro delle cronache dei                    re di Media e di Persia.  
                      [3] Infatti il giudeo Mardocheo                    era il secondo dopo il re Assuero: grande fra i Giudei e amato                    dalla moltitudine dei suoi fratelli, cercava il bene del suo                    popolo e parlava in favore della prosperità di tutta la sua                    stirpe.  
                    [3a] Mardocheo                    disse: «Queste cose sono avvenute per opera di Dio  
                      [3b] Mi                    ricordo infatti del sogno che avevo visto intorno a questi                    fatti e nessuno di essi è stato tralasciato:  
                      [3c] la                    piccola sorgente che divenne un fiume, la luce che spuntò, il                    sole e l'acqua copiosa. Questo fiume è Ester che il re ha                    sposata e costituita regina.  
                      [3d] I due draghi siamo io                    e Amàn. [3e]Le nazioni sono quelle che si sono                    coalizzate per distruggere il nome dei Giudei.  
                      [3f] La                    mia nazione è Israele, quelli cioè che avevano gridato a Dio                    e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci                    ha liberato da tutti questi mali e Dio ha operato segni e                    prodigi grandi quali mai erano avvenuti tra le nazioni. 
                      [3g] In                    tal modo egli ha stabilito due sorti, una per il popolo di Dio                    e una per tutte le nazioni.  
                      [3h] Queste due sorti si                    sono realizzate nell'ora, nel momento e nel giorno stabilito                    dal giudizio di Dio e in mezzo a tutte le nazioni. 
                      [3i] Dio                    si è allora ricordato del suo popolo e ha reso giustizia alla                    sua eredità. 
                      [3k] Questi giorni del mese di Adàr, il                    quattordici e il quindici del mese, saranno celebrati con                    adunanza, gioia e letizia davanti a Dio, di generazione in                    generazione per sempre nel suo popolo Israele».  
                    Nota                    sulla traduzione greca del libro 
                    [3l] Nell'anno                    quarto di Tolomeo e di Cleopatra, Dositeo, che diceva di                    essere sacerdote e levita, e Tolomeo suo figlio, portarono in                    Egitto la presente lettera sui Purim, affermando che si                    trattava della lettera autentica tradotta da Lisimaco, figlio                    di Tolomeo, uno dei residenti in Gerusalemme.                         | 
                   
                 
				  
				Continua con  Maccabei 1 
				- per altri testi sull'argomento, vedere all'articolo: 
				  
				
				
				
				
				
				 
				
				
				 
				  
				
				
				
				
				 
				
				
				 
                
				
				
				 
				
				
				
				
				
				 
				
				 
				
				
				
				 
				
				
				 
				
				
				
				
				
				 
				
				 
				
				
				
				
				
				
				 
                
				
				 
                
				
				 
                
				
				
		    
				
				 
				
				  
				 
				 
				
				  
				e, a proposito di animali, In Collaborazioni, del Prof. Franco Frilli:
				 
				
				 
				   
				     
				    
				 
				 
				
				 
				P.s. La maggior parte delle immagini  riprodotte negli articoli sull'Antico Testamento sono state gentilmente concesse da Rosina Llagaria Vidal che ringrazio sentitamente
				 
                     
                
				- Si fa notare che in alcune pagine  del Vecchio Testamento relative a prescrizioni e regole, non ci saranno immagini (es. Levitico))
				  
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