Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

MOSTRE, RICORRENZE ED INIZIATIVE VARIE 2021

 

 

In questa pagina troverete, di volta in volta, notizie dedicate ad iniziative e/o Mostre su soggetti di interesse comune: a tematica religiosa, collezionismo vario, recensioni su novità editoriali, ecc. Spero possa esservi utile!

Si declina, comunque, ogni responsabilità circa l'eventuale mancata realizzazione delle stesse o altre inesattezze, non imputabili a Cartantica, che si fa soltanto tramite delle informazioni.

Alcune delle iniziative vengono riportate anche se con ritardo, compatibilmente con gli aggiornamenti del sito.

 

 

 

IL VANGELO DI GAETANO LASTILLA

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SANTA FAMIGLIA

 

Lc 2, 41-52 I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori si accorgessero.

Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.

E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».

Ed egli rispose. «Perché mi cercavate? ,Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Ma essi non compresero le sue parole.

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Qui la questione si fa imbarazzante. Già, perché non sarà stato facilissimo per "papà" Giuseppe capire fino in fondo il suo ruolo di padre, padre di "quel" Figlio; anche la mamma Maria era rimasta molto turbata fin dall'inizio, e adesso sembra che le cose si complichino, e non poco.

Lui, Gesù, sparisce dalla circolazione senza avvisare nessuno e, loro, il papà e la mamma, piombano nel panico, esattamente come sarebbe successo a qualsiasi papà e a qualsiasi mamma con un minimo di testa e di cuore.

Al ritrovamento, dopo tre giorni di ricerca angosciante, immagino che la voglia del papà sarebbe stata quella di un clamoroso chiarimento sui ruoli, non prima di un abbraccio e di una carezza per il lieto fine.

E invece si sente sbattere in faccia la Verità: Lui è Figlio di Dio.

Giuseppe era troppo intelligente e troppo credente per non capire, era la conferma di un ruolo importante anche se diverso dal solito ruolo di papà.

 

Per noi questo rimane un momento fondamentale: noi non stiamo "seguendo" un figlio qualunque, anche se potrebbe essere un gran bel personaggio... no, noi stiamo andando dietro al Figlio di Dio, a Dio, esattamente come stavano capendo Giuseppe e Maria, loro i primi testimoni del cambiamento radicale della storia.

Giuseppe capisce e si fida, Maria aveva già capito e si era già fidata. Chiarito tutto, chiariti i ruoli fondamentali e decisivi, Gesù torna a fare il figlio che vuole bene al suo papà Giuseppe e alla sua mamma Maria: ubbidisce, aiuta, prega, mangia e gioca con loro, ubbidisce e cresce. È il ruolo dei genitori e dei figli: parlarsi, cercarsi, chiarirsi, ascoltarsi, crescere insieme, mangiare insieme.

Ruoli diversi che s’incontrano nella voglia di amarsi.

Ruoli diversi ma con la comprensione chiara che c'è un Padre di tutti, che ama tutti e che, per tutti, ha un progetto. Questo Padre aspetta solo il mio OK.

 

 

SANTO NATALE Lc 2, 6-7

“Si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito...Cristo Signore.

“ Gv 1, 14 “ E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. “

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

 

Il tempo delle chiacchiere è finito. Adesso è tempo di partorire! Tempo di “nascere” per vivere. Il tempo della preparazione è terminato: è l’ora dei fatti concreti, di storia vissuta. La promessa antica si realizza.

Davvero il Dio-Padre ci regala suo Figlio e diventa storia nuova con orizzonti nuovi e carichi di luce. L’Emmanuele non è uno slogan elettorale ma è un impegno che si realizza nel “Dio con noi“ che è Gesù di Nazaret.

Natale è scoprire che è sempre tempo per nascere, tempo per rinascere ed è sempre tempo per rinnovare la nostra storia personale e quella del mondo.

Natale è il tempo del "nascere" con Lui e farlo diventare centro della nostra vita.

I verbi, le parole dell’Avvento devono concretarsi. “ E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. “ (Gv 1, 14)

Siamo tutti figli di un Dio che si fa carne. Il Verbo (la Parola) adesso la possiamo toccare con mano e si farà addirittura Pane da mangiare: non più una gran bella promessa... e basta.

Anzi, vuole abitare in mezzo a noi, vuole mettere su casa tra le nostre, nelle nostre case, vuole "nascere" proprio lì. Il rischio che stiamo correndo è quello di trattarlo come l’extracomunitario di turno, da uno che non è dei nostri e viene a rompere i nostri schemi, i nostri colori, a rompere l’immagine di persone perbene in una civiltà perbene che con decenni di fatica ci siamo costruiti…Il rischio insomma è di trattarlo come uno che "rompe"!

Che cosa vuole questo? Non può andare ad abitare da un’altra parte? Che se ne stia in casa sua, nel suo cielo, siamo già abbastanza incasinati per conto nostro.

Ma no, lasciamo che arrivi Natale. Abbiamo bisogno d’Uno come lui, di uno che ci svegli, che ci faccia vedere, che ci rimetta in piedi, che ci ridia la voglia e la gioia della vita.

Abbiamo bisogno d’Uno che “rompa”

Abbiamo davvero bisogno che Lui metta su casa in mezzo a noi, ben dentro alla nostra vita.

 

Buon natale, sinceramente.

 

Un grande e forte abbraccio. Auguri di una Buona Vita carica di Luce, la Sua Luce. Ciao

NATALE DEL SIGNORE

 

IV DOMENICA DI AVVENTO

Lc 1, 39-45 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:


«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

“Maria si alzò e andò”: eccola una prima risposta al "cosa dobbiamo fare" di domenica scorsa. Un atteggiamento concreto del vivere “da cristiani” è quello del “mettersi in viaggio”: è la prima reazione di Maria di Nazareth...

Il cristiano allora è uno che cammina incontro a qualcuno perché, in quel “qualcuno”, riconosce il volto di Cristo.

Sarà lo stesso atteggiamento del Cristo che “cammina” la Palestina in lungo e in largo: - per incontrare la gente, guardarla in faccia e far capire loro che, Lui, la amerà per sempre, la gente… - per fare quel qualcosa di concreto che in tanti chiamano “miracoli”.

 

E’ Natale. L’amore, infatti, è un atteggiamento “toccabile”: è andare incontro a qualcuno per condividere la fatica e la speranza, il futuro e il presente; realtà che non sempre sono “in discesa”. La prima dimensione quindi del “Camminare” è quella del non sedersi sulle proprie sicurezze ed egoismi.

Maria n’è un esempio concreto. In fondo lei era incinta, avrebbe avuto tutte le scuse per pensare ai fatti suoi…e, invece, si mette in viaggio, “cammina”.

Allora mettiamoci anche noi "in viaggio"...sarà Natale anche per noi!

 

Buona vita, buon cammino, con Lui al centro del nostro andare. Buon Natale, con un grande e forte abbraccio. Ciao don Gigi

IV DOMENICA D'AVVENTO

 

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

III DOMENICA DI AVVENTO

 - In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?».

Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?».

Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Si fa in fretta a dire: riempire, abbassare, ecc… (era la Parola di domenica scorsa). L’hai pensato anche tu vero? E non senza un qualche fastidio e un cenno di rabbia. L’abbiamo pensato tutti: “parole, parole e ancora parole…” E, probabilmente tutti, dopo un qualche momento di rabbia e di perplessità ci siamo chiesti: “ OK, e adesso che cosa dobbiamo fare? “. E’ la domanda che la gente fa a Giovanni ed è la stessa che ci facciamo oggi e che dura da un sacco di secoli. La risposta è sempre e soltanto quella. Siamo un popolo testardo come pochi, sì perché la risposta è dentro nel fascino e nel piacere enorme che ci viene dal sapere che sono esistite persone come Francesco D’Assisi, madre Teresa di Calcutta, don Bosco...come tanti nonni e nonne, come tanti papà e mamme, come tanti giovani…e perché non come me? Perché non voglio che tocchi a me? La solidarietà, la giustizia, l’onestà (...la santità…): sono faccende che devono riguardarmi, sono i “valori” che diventano risposta vera per un nuovo stile, risposta al "cosa devo fare". - Sono io che devo dividere con gli altri il mio tempo e piantarla di trattenerlo tutto e solo per farmi i fatti miei; - sono io che devo essere persona giusta e onesta che sceglie il dialogo come strumento di confronto e rifiuta la violenza e l’intolleranza, che sceglie il parlare ed il guardare negli occhi l’altro e non ricorre al sotterfugio o l’insinuazione che uccidono le persone e le mettono “fuori gioco”’, fuori della vita. E ci stiamo ancora chiedendo che cosa dobbiamo fare? E se insegnassimo ai nostri figli a rispondere che: “ da grande voglio fare la persona onesta, pulita, giusta, capace di voler bene”. E se noi “grandi” fossimo testimoni più credibili di uno stile diverso? Allora, loro e noi, qualsiasi professione ci capiti di esercitare, sarà in ogni caso fatta nell’unico modo vero per costruire un mondo bello da abitare, da vivere, da inventare. Ecco, quello che “dobbiamo fare”: vivere il Cristo, la sua Parola e la sua Vita. Lui sarà il punto di riferimento del nostro “fare”. Buona strada, buona vita. Un grande abbraccio. Ciao, don Gigi

III DOMENICA D'AVVENTO

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

IMMACOLATA CONCEZIONE

342 Vangelo - Immacolata Concezione B.V.Maria – Immaculate Conception B.V.Mary - Gospel - YouTube


 

II DOMENICA DI AVVENTO

 

Lc 3, 1-6 Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:

 

«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

 

Da duemila anni, oramai, circola quest'ordine, si, perché di un “ordine” si tratta!

Da duemila sono stati proclamati questi verbi: riempire, abbassare, raddrizzare, spianare, però ci siamo convinti che si tratti di verbi che “altri” devono “coniugare”, un ordine che non riguarda noi, insomma, non riguarda me ma “loro”…non tocca a me né a te, tocca a loro… gli altri, appunto e, dopo tutto questo, come se non bastasse, io ho anche il coraggio di lamentarmi dei troppi “burroni” che vedo in giro per il mondo, per le troppe cose storte, per…gli abissi dell’anima e delle coscienze svuotate dai doveri e dai diritti; le vite “abbassate” e massacrate dall’ingiustizia e dalla violenza; le montagne che sono cumuli d’arroganze e presunzioni, di scalate al potere e al successo e che non guardano in faccia nessuno.

Tutto questo però sempre e soltanto qualcosa che riguarda gli altri, ma adesso basta, è tempo di reagire, di svegliarci perché è iniziato un tempo nuovo, il "tempo" di un Dio che si fa uomo per coinvolgere me, perché sia “io” a cambiare, perché sia “proprio io” a provare a mettere in pratica il suo ordine, il suo comando, i suoi “verbi”.

Devo mettermi in testa e nel cuore che c’è un vocabolario nuovo e, in questo vocabolario, non sono tante le pagine e, ancora men, le Parole da imparare e sono pochi anche i verbi da coniugare con i fatti della mia vita.

Non sarà, è un azzardo affermare che il Suo vocabolario è fatto di un solo grande verbo, “Amare”, e di una sola grande Parola: “Amore”. Tutto il resto, tutte le altre parole e gli altri verbi ci sono per capire e vivere queste uniche e grandi Parole.

Le parole: riempire, abbassare, raddrizzare, spianare...se coniugate al di fuori dell’Amore, daranno un risultato che non vorremmo mai vedere.

Natale sarà un segno, una “palestra” importante, un punto di riferimento.

Sarà il mio rinascere in un tempo nuovo nei suoi contenuti e nelle sue prospettive, dentro ad un tempo dove mi sento coinvolto in prima persona, “io”, e non sempre e soltanto gli altri, finalmente!

La “Sua” nascita, la sua vita, le sue parole diventeranno la mia conversione e sarà per un mondo migliore: e questa volta “s”, riguarderà anche... gli altri!

 

Buona vita! Un grande e forte abbraccio. Ciao, Don Gigi

II DOMENICA DI AVVENTO

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE

 

 

I DOMENICA DI AVVENTO

 

Lc 21, 25-28.34-36 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

La Parola allora ci mette di fronte a tre situazioni da verificare circa il passato ed il presente:

- dissipazione: è la filosofia del “chi se ne frega” e del qualunquismo devastante, del “tanto è lo stesso”… con il risultato di un disimpegno totale nella stupida ma accattivante illusione del come possa avere senso “vivere alla giornata”, del “faccio quello che voglio”. - ubriachezze: discorso legato anche al vino, alla birra, ai super-alcolici e alle droghe...scuse e sistemi per “entrare nel giro”, per abbattere timidezze e paure, per prendere coraggio...mode tragiche che portano al niente.

Discorso però legato anche alle ubriachezze di TV, vuota e superficiale, ma “piazzata”’ in orari giusti, o presto o tardi,...e in mezzo qualcosa.

Discorso legato al tempo libero, pieno soltanto di vuoto e di niente che si rincorrono nei soliti riti del week-end.. - gli affanni della vita: in altre parole, le paure e le ansie che prendono il sopravvento sul giusto preoccuparsi e il sano darsi da fare.

 

La Parola, a questo punto, ci propone anche i “sentieri” da percorrere per "uscirne fuori" da uomini liberi e veri, da “protagonisti”’ autentici, da persone che “hanno collegato” sia la testa sia il cuore, da persone che vogliono costruire da adesso il futuro

. - Alzarsi:… rifiutarsi in pratica di rimanere seduti nelle situazioni incancrenite dalla noia. - Levare il capo: su la testa, riprendiamoci la coscienza di esistere e di avere una “testa” da usare.

- Pregare: ...riprendiamoci la voglia ed il bisogno di “parlare” con il Padre, di aprire un dialogo sulle cose che m’interessano, mi preoccupano, m’interpellano.

- Vegliare: ...rifiutarsi di dormire sul mondo, il mio e quello degli altri. Occhi aperti sulla vita, quella che mi scorre tra le mani e nel cuore. Il tempo, il mio che prende uno stile diverso...quello del “seguirLo”. Il progetto allora è chiaro per un anno intero ed è sintetizzato dai quattro verbi che dovrò imparare a coniugare giorno dopo giorno:

-Alzarsi-Tirar su la testa-Pregare--Vegliare.

Domenica dopo domenica capirò come e che cosa fare. Domenica dopo domenica la Parola mi permetterà di confrontarmi e di scegliere di fronte alle mille altre parole che voglio e devo ascoltare. Domenica dopo domenica dovrò decidere da che parte stare.

 

Buon anno, buona vita. Un grande e forte abbraccio

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 63-2021 
Ancona, Domenica 26 dicembre 2021

Santo STEFANO, protomartire - Primo Patrono della città di ANCONA 

*

ANCON DORICA CIVITAS FIDEI *
ANCONA - CITTA' DELLA FEDE
CROCEVIA DELLA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO SIN DALL’EPOCA APOSTOLICA
IL SASSO DI SANTO STEFANO
(30-40 d.C.)
 Tratto dal libro del Prof. Giorgio Nicolini
“LA VERIDICITA’ STORICA DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO”

 

DAVANTI ALLA GROTTA DI NAZARETH
DAVANTI ALLA GROTTA DI BETLEMME

AUGURI PER IL SANTO NATALE

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 62-2021

Ancona, Mercoledì 22 dicembre 2021

 

 

PER AIUTARE LO SVILUPPO DELLA WEB TV

UNA GIORNATA PER TELE MARIA

PER AIUTARE NELLA "NUOVA EVANGELIZZAZIONE"

UN APPELLO
PER IL SOSTEGNO A "TELE MARIA"

Caro amico, cara amica,
        per la prima volta, con questo Notiziario di TELE MARIA, periodico e gratuito, che perviene a molte migliaia di utenti d’Italia e di varie parti del mondo, mi permetto di rivolgermi direttamente a te che leggi queste note per un’umile richiesta di sostegno.
   Nel nome di Maria, l'Immacolata Madre di Dio, e sotto il patrocinio del suo santissimo sposo San Giuseppe - iniziandosi provvidenzialmente la prima trasmissione proprio il 1° maggio 2007, nella memoria di San Giuseppe Lavoratore -, volli dar vita 14 anni fa a "Tele Maria", utilizzando una nuova tecnologia in Internet che rendeva possibile la realizzazione di una vera e propria televisione senza limitazione di accessi e con un regolare palinsesto, con la possibilità persino della realizzazione delle "dirette": ciò al fine di collaborare all'opera evangelizzatrice della Chiesa, secondo il comando di Gesù: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15).
    Oggi l'utilizzazione dei "media" è diventata essenziale per "la Nuova Evangelizzazione". Come ebbe a scrivere San Paolo VI: "La Chiesa si sentirebbe colpevole davanti al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l'intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati" (cfr. Enc. "Evangelii Nuntiandi", n.45). Per tale motivo nell'istruzione Pastorale "Aetatis Novae" si affermava: "In vista della nuova evangelizzazione, un'attenzione particolare dovrà essere data all'impatto audiovisivo dei mezzi di comunicazione, secondo l'aforisma "vedere";" valutare";" agire" (Istr. Past. "Aetatis Novae", n.11, del 22 febbraio 1992).
     In obbedienza a tali indicazioni della Chiesa, quasi come "una voce" proveniente dall'Alto circa "un modo" per rendere più efficace l'azione evangelizzatrice nell'epoca attuale, e in alternativa a televisioni che ormai nella gran parte non hanno più nulla di cristiano e di educativo, nacque perciò "Tele Maria": una televisione proprio con "il nome di Maria", poiché tale nome ha una grande efficacia evangelizzatrice. Maria, infatti, è "la Stella della Nuova Evangelizzazione" e - come scriveva San Bonaventura da Bagnoregio - il suo solo nome "non può essere proferito senza che apporti qualche grazia a chi devotamente lo nomina" (cfr. "Spec. B. V.", c.8), e San Germano aggiungeva: "come il respirare è segno di vita, così il nominare spesso il nome di Maria è segno o di vivere già nella divina grazia, o che presto verrà la vita, poiché questo potente nome ha virtù di ottenere l'aiuto o la vita a chi devotamente l'invoca" (cfr. "De Zona Virg.").
    Negli anni trascorsi, dopo l'avvio piuttosto amatoriale e privo di mezzi, si erano uniti nel progetto di "Tele Maria" anche alcuni altri laici cattolici, esperti nel settore informatico, che mi hanno offerto in diversi modi la loro collaborazione, al fine di superare "il limite" che una televisione in Internet aveva: di poter essere vista, cioè, soltanto da chi aveva e sapeva usare Internet. Attualmente, invece, le nuove recenti tecnologie permettono di superare anche questo limite, potendosi ora collegare il televisore di casa ad Internet, così da poter ricevere i programmi di "Tele Maria" anche nei normali televisori casalinghi, permettendone l'usufruizione ad un più ampio pubblico, e in ogni parte del mondo.
   Questo Notiziario perciò, alla vigilia di questo Natale 2021, vuole informare di queste nuove possibilità tecnologiche, in continua evoluzione, ed insieme offrire "il modo" per poterci elargire un aiuto: con la preghiera, soprattutto, e con collaborazioni esterne; ma anche per un aiuto economico, per far sì che "Tele Maria" possa ora avere una sede adatta e tecnologicamente e professionalmente adeguata per il migliore utilizzo delle enormi potenzialità che la Rete Internet sta offrendo in questa nuova "èra digitale", impensabile sino ad appena un ventennio fa.
   Mi è spontaneo qui ricordare un episodio della vita di San Francesco, ove - dopo ricevuta la rivelazione dalla "voce" "uscita" dal Crocifisso di San Damiano di "riparare la sua Chiesa" e credendo che il Signore intendesse riferirsi solo alla riparazione di quella chiesetta di Assisi - egli "rientrando in città, incominciò ad attraversare piazze e strade, elevando lodi al Signore con l'anima inebriata. Come finiva le lodi, si dava da fare per ottenere le pietre necessarie al restauro della chiesa. Diceva: «Chi mi dà una pietra, avrà una ricompensa; chi due pietre, due ricompense; chi tre pietre, altrettante ricompense!" (da "La Leggenda dei Tre Compagni", n.21). E così, per tutta la sua vita, con passione ed umiltà, Francesco continuò a cercare "pietre", per costruire la casa di Dio: non soltanto l'edificio materiale, però, ma la dimora spirituale, la Chiesa Corpo di Cristo e Madre dei Santi.
   Così, con la stessa semplicità, con questo "appello", invito quanti vengono a conoscere ed apprezzano il progetto di "Tele Maria" ad offrire ognuno la propria "piccola pietra" per compartecipare alla "costruzione" di questa opera evangelizzatrice, secondo il comando di Gesù: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc.16,15): ora anche con Internet, ora anche con "Tele Maria". Chiunque darà un aiuto, anche piccolo, come quello della povera vedova del Vangelo (cfr. Lc.21,1-4), può essere certo che "avrà la sua ricompensa" (cfr. Mt.10,40-42; Mt.6,2-4).
     I modi per aiutare "Tele Maria", che non ha alcun tipo di finanziamento, se non quello di qualche generosa offerta dei suoi usufruitori, possono essere diversi. Il modo più semplice e immediato è quello di donazioni annuali anche piccole (di 5 o 10 euro) mediante "bonifici" postali o bancari, oppure anche utilizzando il sistema "PayPal", con donazioni anche di solo 1 (uno) o 2 (due) euro, come più sotto indicato. Non si richiedono, infatti, "donazioni" di importi talvolta non nelle possibilità di tutti, ma il semplice sacrificio di un caffé annuale o mensile (appena 1 o 2 euro). Si può anche contribuire nell'aiuto a "Tele Maria" richiedendo uno dei libri o DVD disponibili e sotto riportati.
    Coloro che ricevono gratuitamente questo Notiziario di "Tele Maria" per Posta Elettronica sono oltre 20.000, dei quali i più "fedeli" e "interessati" che  lo "aprono" e lo "leggono" settimanalmente in modo sistematico e non saltuario sono circa il 20%. Sarebbe sufficiente che anche solo una piccola parte di questi "fedelissimi" si impegnasse con un solo euro al mese di donazione per ottenere il minimo indispensabile a sostenere le spese mensili per la gestione di "Tele Maria" e di questo stesso Giornale Informatico (o Notiziario di "Tele Maria"), che perviene a tutti gratuitamente, ma che ha dei costi per mantenerne il servizio.
    Faccio perciò questa umile richiesta per sollecitare la sensibilità degli amici "fedeli" di questo Notiziario e della WebTv "Tele Maria" per un sostegno concreto, affinché possa continuare e svilupparsi ulteriormente questa iniziativa di apostolato per la "nuova evangelizzazione", tante volte sollecitata dai Sommi Pontefici.  
     Nell'affidamento a Maria, con il "Totus Tuus", assicuro un grato ricordo nella preghiera alla Vergine Immacolata, in specie nella sua Santa Casa di Nazareth a Loreto, per quanti risponderanno a questo appello, nei modi a loro possibili, secondo come qui si propone. Maria, "Stella della Nuova Evangelizzazione" ricolmi di grazie e benedizioni ogni benefattore di "Tele Maria".


Prof. GIORGIO NICOLINI
Direttore Editoriale di TELE MARIA

 

I DUE SANTUARI DELLA MATERNITA' DI MARIA
Cfr. in Internet: www.lavocecattolica.it/santacasa.htm
LORETO - BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
 
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI
“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana".
(Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)

 

A LORETO (nella Santa Casa) è avvenuto il miracoloso ed immacolato concepimento di Gesù Cristo in Maria Vergine, per l'opera dello Spirito Santo, a  GUADALUPE l'immagine formatasi miracolosamente sul mantello di San Juan Diego rappresenta la Vergine al terzo mese di gravidanza, come i rilievi scientifici hanno appurato. Vi è perciò come un gemellaggio tra i due Santuari Mariani: l'uno prosecuzione dell'altro nel testimoniare la VITA, dal momento del concepimento e nel suo sviluppo successivo nel grembo di una madre.

LE APPARIZIONI DI GUADALUPE A SAN JUAN DIEGO
LA PERFETTA E SEMPRE VERGINE MARIA,
MADRE DEL VERO DIO DA CUI PROVIENE OGNI VITA

 

L'INTRODUZIONE DELL'EUTANASIA IN ITALIA - ULTIMO TRAGUARDO DELLA CULTURA DELLA MORTE

 

LE DUE CITTA' NELL'INSEGNAMENTO DI SANT'AGOSTINO

 

LORETO, 10 dicembre 2021
 CHIUSURA DEL GRANDE GIUBILEO LAURETANO

NEL 727° ANNIVERSARIO DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
DA TERSATTO IN TERRITORIO ITALIANO (10 DICEMBRE 1294-10 DICEMBRE 2021)

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)
"... affinché per l'incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,
non sia cancellato il ricordo di un fatto così meraviglioso..."
(Beato Giovanni Battista Spagnoli, detto il Mantovano)


 NONO ed ULTIMO GIORNO DELLA NOVENA  
 9 dicembre 2021  

 

PASSARE LA PORTA SANTA di GIOVANNI APOLLINARE


IL LOGO DEL GIUBILEO

“Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate…” (Mc.8,18) 
LE APPROVAZIONI DEI SOMMI PONTEFICI
DELLE “MIRACOLOSE TRASLAZIONI”DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO

LORETO, 10 dicembre 2021
CHIUSURA DEL GRANDE GIUBILEO
INIZIATO L'8 DICEMBRE 2019
CON L'APERTURA DELLA PORTA SANTA

IL PROGRAMMA

 

N O V E N A della  "VENUTA"
 Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tuo caro figlio, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlio tuo a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che  mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio” --- (recita 3 Ave Maria) ---
  
  9° Giorno - 9 dicembre 

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922
dalle sorelle Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia),
discepole di Luisa

Onorare le prime lacrime della Madonna che sparse innanzi alla Divinità. Fu allora che Dio nel veder in Lei la piccolezza che piangeva - Lei: piccola e grande, piccola e forte, piccola e luminosa, ma che da Lei tutto dipende! - commosso ed intenerito s’indusse a far scendere il Figlio suo sulla terra. E noi oggi faremo un giro nella Divina Volontà e per nove volte raccoglieremo tutte le lacrime umane, che si spargono e si spargeranno sulla terra sino alla fine del mondo, le porteremo tutte nel grembo della Mamma, affinché le porti innanzi alla Maestà Divina e le cambi tutte in lacrime di conversione e di amore.

GIACULATORIA
Mamma mia, le tue lacrime scendano nel mio cuore affinché s’intenerisca: se cattivo si converta, se buono si santifichi; e poi scendano nei cuori delle creature affinché tutte si convertano.


IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma
 La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà
viene costituita da Dio Celeste Paciera e vincolo di pace tra il Creatore e la creatura.

 

L'anima alla sua Celeste Regina:
Sovrana Signora e Mamma mia, carissima: vedo che mi chiami, perché senti la foga dell'amore che brucia nel tuo Cuore, [per]ché vuoi narrarmi ciò che facesti nel Regno della Divina Volontà per la figlia tua. Come è bello vedere rivolgere i tuoi passi verso il tuo Creatore; e come le Divine Persone sentono il calpestio dei tuoi piedi, ti guardano e si sentono ferire dalla purezza dei tuoi sguardi, e ti aspettano per essere spettatori del tuo innocente sorriso, per sorriderti e trastullarsi con te. Deh, Mamma santa, nelle tue gioie, nei tuoi casti sorrisi col tuo Creatore, non ti dimenticare della tua figlia che vive nell'esilio, che tanto ha bisogno, e che spesso la mia volontà, facendo capolino, vorrebbe travolgermi, per strapparmi dal Regno della Divina Volontà.

 

Lezione della Regina del Cielo:
Figlia del mio materno Cuore, non temere, non ti dimenticherò giammai; anzi, se tu farai sempre la Divina Volontà e vivrai nel suo Regno, saremo inseparabili, ti porterò sempre stretta nella mia mano, per guidarti e farti da guida, per insegnarti a vivere nel Fiat Supremo. Perciò, bandisci il timore; in Esso tutto è pace e sicurezza.
La volontà umana è la turbatrice delle anime e mette in pericolo le opere più belle, le cose più sante. Tutto è pericolante in essa: in pericolo la santità, le virtù e la stessa salvezza dell'anima, e la caratteristica di chi vive di volere umano è la volubilità. Chi mai può fidarsi di chi si fa dominare dalla volontà umana? Nessuno, né Dio, né gli uomini. Somiglia a quelle canne vuote che si girano ad ogni soffio di vento. Perciò, figlia mia carissima, se qualche soffio di vento ti vuole rendere incostante, tuffati nel mare della Divina Volontà e vieni a nasconderti nel grembo della Mamma tua, affinché ti difenda dal vento dell'umano volere e, stringendoti fra le mie braccia, ti renda ferma e sicura nel cammino del suo Regno divino.
Ora, figlia mia, seguimi innanzi alla Maestà Suprema ed ascoltami. Io coi miei rapidi voli giungevo nelle loro braccia divine e, come giungevo, sentivo il loro Amore rigurgitante che, come onde impetuose, mi coprivano dell'Amore loro [delle Divine Persone]. Oh, come è bello essere amato da Dio! In questo Amore si sente felicità, santità, gioie infinite, e la creatura si sente talmente abbellita, che Dio stesso si sente rapito dalla bellezza speciosa che infonde nella creatura nell'amarla.
Io volevo imitarli, e sebbene piccina, non volevo restar dietro al loro Amore; quindi, dalle onde d'amore che mi avevano dato, formavo le mie onde, per coprire il mio Creatore col mio amore. Nel far ciò io sorridevo, perché sapevo che il mio amore mai poteva coprire l'immensità dell'Amore loro. Ma con tutto ciò io facevo la prova, e sul mio labbro spuntava il mio sorriso innocente. L'Ente Supremo sorrideva al mio sorriso e festeggiava e si trastullava con la mia piccolezza.
Ora, nel più bello dei nostri stratagemmi amorosi, io ricordavo lo stato doloroso della mia famiglia umana sulla terra, e che io pure ero della loro stirpe; ed oh, come mi doleva, e pregavo che scendesse il Verbo Eterno a porvi rimedio! E lo dicevo con tale tenerezza che giungevo a cambiare il sorriso e la festa in pianto. L'Altissimo si commoveva tanto alle mie lacrime, molto più che erano lacrime d'una piccina, che stringendomi al Seno Divino mi asciugavano le lacrime e mi dicevano: “Figlia, non piangere; fatti coraggio; nelle tue mani abbiamo messa la sorte del genere umano, ti abbiamo dato il mandato, ed ora, per più consolarti, ti facciamo paciera tra noi e la umana famiglia; quindi, a te è dato di rappacificarci. La potenza del nostro Volere, che regna in te, s'impone su di Noi a dare il bacio di pace alla povera umanità, decaduta e pericolante”.
Chi può dirti, figlia mia, ciò che provava il mio Cuore a questa condiscendenza divina? Era tanto il mio amore che mi sentivo venir meno, e delirando spasimavo, cercando altro amore per ristoro del mio amore.
Ora una parola a te, figlia mia. Se tu mi ascolterai col mettere da banda il tuo volere, dando il posto regio al Fiat Divino, anche tu sarai amata con amore specioso dal tuo Creatore, sarai il suo sorriso, Lo metterai in festa, e sarai vincolo di pace tra il mondo e Dio.

 

L'anima:
Mamma bella, aiuta la figlia tua; mettimi tu stessa  nel mare della Divina Volontà, coprimi con le onde dell'Eterno Amore, affinché non veda né senta che Volontà Divina ed Amore. 

 

 

9 DICEMBRE 2021 - VEGLIA DELLA VENUTA
Ore 17.00 Benedizione del fuoco presso la Piazza antistante il Santuario.

UNA CANDELA ACCESA SULLA FINESTRA


Come per lo scorso anno, il Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto, consapevole che a causa della pandemia non sarà possibile per tutti accendere tradizionalmente i falò nelle campagne che fin dal ‘600 ricordavano il percorso della Casa di Maria sul colle loretano, giunta nella notte tra il 9 e 10 dicembre 1294 da Tersatto, per tener viva la tradizione invita tutti i fedeli ad accendere la sera del 9 dicembre una candela in famiglia metterla sulla finestra e recitare un’Ave Maria o le litanie lauretane per collegare la propria casa alla Santa Casa. Fin dal ‘600 davanti alle domande e alla paura che caratterizzavano anche quel tempo storico, la Santa Casa era percepita come un segno di Dio che ridesta la speranza. E oggi questo segno si rinnova con l’accensione di una candela in ogni casa. L’invito rivolto a tutti è anche a testimoniare questo legame con la Santa Casa inviando una foto della propria candela alla finestra alla mail press.santuarioloreto@gmail.com indicando la propria provenienza. Le foto saranno inserite sul sito ufficiale del Santuario in una pagina apposita.
Ore 19.00 Canto del Vespro
Ore 21.00 Santo Rosario e Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Fabio Dal Cin Arcivescovo Prelato di Loreto Delegato Pontificio. Segue in processione l’uscita della Venerata Immagine della Madonna di Loreto per la supplica e la benedizione alla città e al mondo.
DIRETTA: Telepace, Padre Pio Tv e in streaming su YouTube “Santa Casa Loreto” e su www.santuarioloreto.va
Le altre messe del giorno saranno nei seguenti orari: 7,00 -8,30 – 10,00 – 11,30 – [16,30 nella Basilica inferiore]

10 DICEMBRE 2021 - SOLENNITA'  nel RICORDO DELLA TRASLAZIONE MIRACOLOSA 
Ore 17.00 Chiusura della Porta Santa e Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S. Em. Card. Pietro Parolin Segretario di Stato Vaticano. Concelebreranno solo i Vescovi presenti.
DIRETTA: Vatican Media, Telepace, Tv2000, Padre Pio Tv e in streaming su YouTube “Santa Casa Loreto” e su www.santuarioloreto.va 

 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 OTTAVO GIORNO DELLA NOVENA  
 8 dicembre 2021  

 

N O V E N A della  "VENUTA"
 Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tuo caro figlio, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlio tuo a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che  mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio” --- (recita 3 Ave Maria) ---
  
  8° Giorno - 8 dicembre 

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922 dalle sorelle Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia), discepole di Luisa

 

Per riempire il vuoto che innanzi alla Maestà Divina ha prodotto la mancanza di ringraziamento da parte delle creature e per averci dato una Madre così grande preservandola dalla colpa di origine, noi faremo nove atti di ringraziamento nel Supremo Volere a nome di tutte le creature, da Adamo fino all’ultima che esisterà sulla terra. Poi faremo nove atti di ringraziamento alla Vergine per averci accettati come figli, benché ingrati e sconosciuti a tanto favore.


GIACULATORIA
Mamma mia, Tu che sei la pienezza della Grazia, riversala nel mio cuore affinché possa ringraziare Iddio per averti preservata dalla colpa originale.

IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma
 La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà
ebbe il mandato dal suo Creatore di mettere in salvo le sorti dell'umano genere


L'anima alla divina Mandataria:
Eccomi a te, Mamma Celeste. Mi sento che non so stare senza della mia cara Mamma; il mio povero cuore è irrequieto, ed allora me lo sento in pace, quando sto nel tuo grembo come piccola piccina, stretta al tuo Cuore, per ascoltare le tue lezioni. Il tuo dolce accento mi raddolcisce tutte le mie amarezze, e dolcemente mi lega la mia Volontà; e mettendola come sgabello sotto la Divina Volontà, mi fa sentire il suo dolce impero, la sua vita, la sua felicità.

Lezione della Celeste Mandataria:
Figlia mia carissima, sappi che ti amo assai; fidati della Mamma tua, e sii sicura che riporterai vittoria sulla tua volontà. Se tu mi sarai fedele, io prenderò tutto l'impegno su di te, ti farò da vera Mamma; perciò, ascolta ciò che feci per te presso l'Altissimo. Io non facevo altro che portarmi sulle ginocchia del mio Padre Celeste. Io ero piccina, non nata ancora; ma il Voler Divino, di cui io ne possedevo la vita, mi rendeva accessibili le mie visite al mio Creatore. Per me tutte le porte, le vie, tutte erano aperte, né io avevo timore e paura di Loro. La sola volontà umana mette paura, timore, sfiducia, e mette lontana la povera creatura da Colui che tanto l'ama e che vuol essere circondato dai suoi figli. Sicché se la creatura ha paura e teme, e non sa stare come [da] figlia a Padre col suo Creatore, è segno che la Divina Volontà non regna in lei, e perciò sono [queste creature] le torturate, le martiri della volontà umana. Perciò, non fare mai la tua volontà, non voler torturarti e martirizzarti da te stessa, che è il più orribile dei martirii, senza sostegno e senza forza.
Quindi, ascoltami: io mi portavo nelle braccia della Divinità; molto più che mi aspettavano e facevano festa nel vedermi. Mi amavano tanto che al mio apparire versavano altri mari d'amore e di santità nell'anima mia. Non mi ricordo mai di essermi partita da Loro, senza che non mi aggiungessero altri doni sorprendenti. Onde, (Continua)

L'anima:
Mamma Celeste, il mio povero cuore non regge nel sentire quanto mi ami. Ah, mi ami troppo, fino a piangere per me! Le tue lacrime me le sento scendere nel mio cuore, e come tante ferite mi feriscono e mi fanno comprendere quanto tu mi ami. Ed io voglio unire le mie lacrime alle tue e pregarti piangendo che non mi lasci mai sola, che mi vigili in tutto e, se occorre, battimi pure, fammi da Mamma, ed io come piccola figlia tua tutto mi farò fare da te, affinché il tuo mandato sia il mio benvenuto e tu possa portarmi fra le tue braccia al nostro Padre Celeste, come atto compiuto del tuo mandato divino.


 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 SETTIMO GIORNO DELLA NOVENA  

 6 dicembre 2021  

N O V E N A della  "VENUTA"
 Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA

 

LA VITA NELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH 

 [...]   "Tu devi sapere che la piccola casa di Nazareth per la Mamma tua, per il caro e dolce Gesù e per San Giuseppe era un paradiso.  Il mio caro Figlio, essendo Verbo Eterno, possedeva in Sé stesso per virtù propria la Divina Volontà;  ed in quella piccola Umanità risiedevano mari immensi di Luce, di Santità, di gioie e di Bellezze infinite;  ed io possedevo per Grazia il Volere Divino e, sebbene non potevo abbracciare l'immensità come l'amato Gesù perché Egli era Dio e Uomo, ed io ero sempre la sua creatura finita con tutto ciò, il Fiat Divino mi riempì tanto che aveva formato i suoi mari di luce, di santità, d'amore, di bellezze e di felicità [in me], ed era tanta la luce, l'amore e tutto ciò che può possedere un Volere Divino che usciva da noi, che San Giuseppe restava eclissato, inondato e viveva dei nostri riflessi.  

 

Nel Volume 30, al 20 Marzo 1932, si legge:

[...]  Io stesso quando venni sulla terra, i trent'anni della mia vita nascosta si può dire che apparentemente non feci bene a nessuno, né neppure uno Mi conobbe;  stavo sì in mezzo a loro, [ma] inosservato, tutto il bene si svolgeva tra Me ed il Padre Celeste, la mia Celeste Madre ed il caro San Giuseppe perché sapevano Colui che ero;  tutti gli altri [non sapevano] nulla.  Invece quando uscii dal mio nascondiglio ed apertamente Mi feci conoscere dicendo che ero proprio Io il Messia promesso, il loro Redentore e Salvatore, e sebbene col farmi conoscere Mi attirai addosso calunnie, persecuzione, contraddizione, ira, odio degli Ebrei e la stessa Passione e Morte tutti questi mali che come pioggia dirotta pioveva su di Me, ebbe origine [dal fatto] che Io facendomi conoscere affermavo ciò che Io ero in realtà, il Verbo Eterno sceso dal Cielo per salvarli, tanto vero che fin che stessi nella casa di Nazareth, non conoscendo Chi Io fossi, nessuno Mi disse nulla né Mi calunniarono né Mi fecero alcun male; come Mi svelai tutti i mali Mi piombarono addosso, ma ciò era necessario, di farmi conoscere, altrimenti sarei ripartito per il Cielo senza compire lo scopo per cui venni sulla terra.  Invece col farmi conoscere, ad onta che Mi attirai tanti mali, in mezzo a questa voragine di mali formai i miei Apostoli, annunziai il Vangelo, operai prodigi, e la mia conoscenza istigò i miei nemici a farmi soffrire tante pene, fino a darmi la morte di croce.  Ma ottenni il mio intento:  che molti Mi conobbero in mezzo a tanti che non vollero conoscermi e di compire la mia Redenzione.   [...]   

 

Volume 23, 11 Marzo 1928

 

Differenza tra Gesù e la Vergine.
Tutta la vita nascosta di Gesù in Nazareth fu il richiamo del Regno della Volontà Divina sulla terra. 

(Luisa)   Stavo pensando che differenza passava tra la Vergine Santa ed il mio amabile Gesù, stando che in tutti e due il Volere Divino teneva la sua Vita, il suo pieno dominio, il suo Regno;  ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto: "Figlia mia, tra Me e la Regina Celeste, una era la Volontà che Ci animava, una la vita;  però tra Lei e Me passava questa differenza:  tra un'abitazione che da tutte [le] parti entra la luce del sole, in modo che la luce la investe, la domina, non c'è parte di questa abitazione che la luce non fa da regina, quindi essa è preda della luce, riceve sempre luce e cresce sotto l'influsso della luce;  invece un'altra abitazione possiede dentro di essa [stessa] la sfera del sole, quindi la sorgente della luce non la riceve da fuori, ma la possiede dentro;  non c'è differenza tra l'una e l'altra?  Ora, questa differenza passa tra Me e la Mamma mia;  Essa è l'abitazione investita dalla luce, si fece sua preda, ed il Sole della mia Volontà Le dava sempre, sempre, la nutrì di luce ed [Ella] cresceva nei raggi interminabili del Sole Eterno del mio Fiat;  invece la mia Umanità possedeva in Sé stessa la sfera del Sole Divino, la sua sorgente che sempre sorge senza mai scemare, e la Sovrana Regina attingeva da Me la luce che le dava la vita, e la gloria di Regina della luce, perché chi possiede un bene si può chiamare regina di quel bene".(Continua)


  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tuo caro figlio, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlio tuo a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che  mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio” --- (recita 3 Ave Maria) ---
  
  7° Giorno - 7 dicembre 

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922
dalle sorelle Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia),
discepole di Luisa 

La Vergine, la più grande fra i Santi, fin dal primo istante del suo concepimento non si lasciò sfuggire né un pensiero, né uno sguardo, né una parola, né un sospiro. Tutto Lei faceva nella Divina Volontà. E noi quest’oggi uniamo il nostro pensiero a Quello Divino; lo sguardo, la parola, le azioni nostre a Quelle Divine; e così formeremo un altro raggio di sole da far splendere sull’augusto capo della nostra Regina.

GIACULATORIA
Mamma mia, mi unisco a Te; e fa’ che tutto l’essere mio viva sempre nella Volontà Divina.

 
IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma
La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà prende lo scettro di comando,
e la Trinità Sacrosanta la costituisce sua Segretaria.

 

L'anima alla divina Segretaria:
Regina Mamma, eccomi ai tuoi piedi prostrata. Mi sento che io, come figlia tua, non so stare senza della mia Mamma Celeste; e sebbene oggi vieni a me con la gloria dello scettro del comando e con la corona di Regina, pure sei sempre la Mamma mia; e sebbene tremante mi getto nelle tue braccia, affinché mi sani le ferite che la mia cattiva volontà ha fatto alla povera anima mia. Senti, Mamma mia Sovrana, se tu non fai un prodigio, se non prendi  il tuo scettro di comando per guidarmi e tenere il tuo impero su tutti gli atti miei, per fare che il mio volere non abbia vita, ahi, non avrò la bella sorte di venire nel Regno della Divina Volontà.

Lezione della Regina del Cielo:
Figlia mia cara, vieni nelle braccia della Mamma tua e presta attenzione ad ascoltarmi e sentirai gli inauditi prodigi che il Fiat Divino fece alla tua Mamma Celeste. Come presi il possesso del Regno della Divina Volontà, finirono i suoi passi in me. Molto più che questi sei passi simboleggiavano i sei giorni della Creazione, e in ogni giorno dei quali pronunziando un “Fiat” faceva come un passo, dal passare al creare ora una cosa ed ora un'altra; il sesto giorno fece l'ultimo passo col dire: “Fiat! Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza”, e nel settimo si riposò nelle opere sue, come volendosi godere tutto ciò che con tanta magnificenza aveva creato. E Dio, nel suo riposo, guardando le opere sue, diceva: “Come  son belle le opere mie! Tutto è ordine ed armonia!”; e fissando l'uomo, nell'impeto del nostro Amore soggiungeva: “Ma il più bello sei tu; tu sei la corona di tutte le opere nostre”. Ora, la mia creazione superò tutti i prodigi della Creazione, e perciò la Divinità volle fare col suo Fiat sei passi in me, ed incominciò la sua vita piena, intera e perfetta nell'anima mia, ed oh, in quali altezze divine fui messa dall'Altissimo! I cieli non potevano né raggiungermi né contenermi. La luce del sole era piccola innanzi alla mia luce. (Continua)

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 56-2021
Ancona, Lunedì 6 dicembre 2021
San Nicola di Bari -  giorno Novena della Venuta della Santa Casa

 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA

 SESTO GIORNO DELLA NOVENA  
 6 dicembre 2021  
  

 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 QUINTO GIORNO DELLA NOVENA  
 5 dicembre 2021   

 

LA VITA NELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH 


 [...]   "Tu devi sapere che la piccola casa di Nazareth per la Mamma tua, per il caro e dolce Gesù e per San Giuseppe era un paradiso.  Il mio caro Figlio, essendo Verbo Eterno, possedeva in Sé stesso per virtù propria la Divina Volontà;  ed in quella piccola Umanità risiedevano mari immensi di Luce, di Santità, di gioie e di Bellezze infinite;  ed io possedevo per Grazia il Volere Divino e, sebbene non potevo abbracciare l'immensità come l'amato Gesù perché Egli era Dio e Uomo, ed io ero sempre la sua creatura finita con tutto ciò, il Fiat Divino mi riempì tanto che aveva formato i suoi mari di luce, di santità, d'amore, di bellezze e di felicità [in me], ed era tanta la luce, l'amore e tutto ciò che può possedere un Volere Divino che usciva da noi, che San Giuseppe restava eclissato, inondato e viveva dei nostri riflessi. 

 

Nel Volume 11 Agosto 14, 1912, di Luisa Picarreta leggiamo:
L'anima deve fare tutto "perché è Gesù che lo vuole fare in lei".
Con la sua vita nascosta che fece in Nazareth, Gesù santificò e divinizzò tutte le azioni umane. 
Trovandomi nel solito mio stato (scrive Luisa), il mio sempre amabile Gesù mi aveva detto:
"Figlia mia, per potere l'anima dimenticare sé stessa, dovrebbe fare in modo che tutto ciò che fa e che le è necessario, lo facesse come se Io lo volessi fare in lei.  Se pregasse dovrebbe dire:  'E' Gesù che vuol pregare ed Io prego insieme con Lui';  se deve lavorare:  'E' Gesù che vuole lavorare', 'E' Gesù che vuole camminare', 'E' Gesù che vuole prendere cibo, che vuole dormire, che vuole alzarsi, che vuole divertirsi';  e così di tutto il resto della vita.  Così solo può l'anima dimenticarsi di sé stessa, perché non solo farà tutto perché lo voglio Io, ma perché lo voglio fare Io, Mi necessitano a Me proprio".
Ora, un giorno stavo lavorando e stavo pensando: "Come può essere che mentre io lavoro è Gesù che lavora in me e Lui proprio che vuol fare questo lavoro?"
E Gesù:  "Io proprio!  [Sono] le mie dita che stanno nelle tue e lavorano.  Figlia mia, quando Io stavo sulla terra, le mie mani non si abbassavano a lavorare legna, a ribattere i chiodi, ad aiutare nel lavori fabbrili il mio padre putativo Giuseppe?  E mentre ciò facevo, con quelle mani medesime, con quelle dita, creavo le anime e altre anime richiamavo all'altra vita, divinizzavo tutte le azioni umane, le santificavo dando a ciascuna un merito divino. (Continua)

N O V E N A della  "VENUTA"
 Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tuo caro figlio, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlio tuo a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che  mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio” --- (recita 3 Ave Maria) ---
  
  5° Giorno - 5 dicembre 

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922
dalle sorelle Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia),
discepole di Luisa

 Dopo l’atto di sacrificio, la Vergine rivolse uno sguardo sul mondo e vedendo il numero sconfinato delle anime che andavano perdute, e tutto il male commesso dal primo uomo Adamo fino all’ultima creatura, ed avendo innanzi a Sé tutte le generazioni passate, presenti e future, fece il suo primo atto di riparazione. L’atto più completo! Perché abbracciava tutti: ciascun pensiero, sguardo, paro- la, passi ed affetti di tutte le creature. E noi, insieme con  la Mamma, risalendo sempre nel Divin Volere, faremo i nostri atti di riparazione per tutte le creature: per ogni sguardo, per ogni parola, ecc.

GIACULATORIA
Mamma mia, prendi il mio cuore nelle tue mani, stringilo forte forte, in modo da infondere in me il vero spirito di riparazione.

IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma
 Il quinto passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo. Il trionfo della prova.

L'anima alla Vergine:
Sovrana Celeste, vedo che mi tendi le braccia per prendermi sulle tue ginocchia materne, ed io corro, anzi volo, per godermi i casti amplessi, i celesti sorrisi della mia Mamma Celeste. Mamma santa, il tuo aspetto oggi è di trionfatrice ed in aria di trionfo vuoi narrarmi il trionfo della tua prova. Ah, sì, ben volentieri ti ascolterò, e ti prego di darmi grazia, che sappia trionfare nelle prove che il Signore disporrà di me.

Lezione della Regina del Cielo:
Figlia a me carissima, oh, come sospiro di confidare i miei segreti alla figlia mia, segreti che mi daranno tanta gloria e che glorificheranno quel Fiat Divino, che fu causa primaria del mio Immacolato Concepimento, della mia santità, sovranità e maternità! Tutto al Fiat io debbo; io non conosco altro. Tutte le mie sublimi prerogative [con cui] la santa Chiesa tanto mi onora, non sono altro che gli effetti di quella Divina Volontà che mi dominava, regnava e viveva in me. Perciò sospiro tanto che si conosca chi è Colei che produceva in me tanti privilegi ed effetti mirabili, da far stupire cielo e terra. (Continua)

 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

QUARTO  GIORNO DELLA NOVENA  
 4 dicembre 2021   

 

NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 TERZO GIORNO DELLA NOVENA  
 3 dicembre 2021  
  

N O V E N A della  "VENUTA"
  Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tuo caro figlio, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo tempo a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlio tuo a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che  mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio” --- (recita 3 Ave Maria) ---
  
  3° Giorno - 3 dicembre 

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922 dalle sorelle Cimadomo,
di Corato (in provincia di Bari - Italia), discepole di Luisa

Dio nel creare il mondo vi profuse tante bellezze da lasciare ovunque l’impronta della sua Potenza, e ciò lo fece prima per preparare una dolce dimora all’Umanità di Gesù che doveva scendere sulla terra, e poi per la Vergine, la creatura più pura, la più santa, la più bella dopo Gesù. E noi, entriamo nel Volere Divino, facciamo nostro tutto questo Amore trasfuso da Dio nel creato: nel sole, nella luna, nelle stelle, nei fiori, e diamolo alla Vergine affinché non riceva un amore naturale, ma come se tutte e Tre le Divine Persone l’amassero in questa natura.

Appena Maria fu concepita, offrì le sue prime adorazioni
Nel concepimento di Maria vi concorsero tutte e Tre le Divine Persone. Il Padre La inondò di un mare di Sapienza, il Figlio di un mare di Santità, lo Spirito Santo di un mare di Amore. Dal congiungimento di questi tre mari uscì Maria, la più perfetta fra tutte le creature, e appena concepita fece il suo primo atto di adorazione. Insieme alla dolce Mamma, facciamo un giro nella Volontà di Dio, prendiamo le adorazioni di tutte le creature animate ed inanimate e, sul volo di ogni pensiero, di ogni sguardo, di ogni parola, in ogni raggio di sole, nel luccichio delle stelle e nel mormorio delle acque, diamo al Padre un atto continuo e completo di adorazione.

 

GIACULATORIA
Mamma mia per quel primo atto di adorazione che facesti a Dio, fa’ che la mia mente, il cuore, gli affetti, i desideri e tutto l’essere mio, da ora in poi non siano che un continuo atto di adorazione.


 
IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma


Il terzo passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo.
Il sorriso di tutta la Creazione per il Concepimento della Celeste Bambina.

L'anima alla Vergine:
Sovrana Mamma, questa tua piccola figlia, rapita dalle tue celesti lezioni, sente l'estremo bisogno di venire ogni giorno sulle tue ginocchia materne, per ascoltarti e deporre nel suo cuore i tuoi materni insegnamenti. Il tuo amore, il tuo dolce accento, lo stringermi al tuo Cuore fra le tue braccia, mi infondono coraggio e fiducia che la Mamma mia mi darà la grande grazia di farmi comprendere il gran male della mia volontà, per farmi vivere della Divina Volontà.

 

 

Lezione della Regina del Cielo:


Figlia mia, ascoltami; è un Cuore di madre che ti parla, e come ti vedo che mi vuoi ascoltare, il mio Cuore gioisce e sente la speranza certa che la figlia mia prenderà il possesso del Regno della Divina Volontà, che io posseggo nel mio materno Cuore per darlo ai figli miei. Perciò sii attenta ad ascoltarmi e scrivi tutte le mie parole nel tuo cuore, affinché le rumini sempre, e modelli la tua vita a seconda dei miei insegnamenti. (Continua)

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 52-2021
Ancona, Giovedì 2 dicembre 2021
 Santa Bibiana, martire - 2° giorno Novena della Venuta della Santa Casa

 NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 SECONDO GIORNO DELLA NOVENA  
 2 dicembre 2021  

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 51-2021
Ancona, Mercoledì 1° dicembre 2021
 1^ di AVVENTO - 1° giorno Novena della Venuta della Santa Casa

 

 

  NOVENA
IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA "VENUTA"
DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA
(10 dicembre 2021)

 PRIMO GIORNO DELLA NOVENA 
 1° dicembre 2021 
  
APPELLO AL VESCOVO DI LORETO
Mons. FABIO DAL CIN
di celebrare il 10 dicembre la Liturgia stabilita da secoli dalla Chiesa
della TRASLAZIONE MIRACOLOSA DELLA SANTA CASA

Nel video dell'intervista al Prof. Giorgio Nicolini

 

LE PROVE DEL "FALSO STORICO"
del "Chartularium Culisanense"
e della falsa e dissacrante "ipotesi" del trasporto di pietre della Santa Casa
da parte dei principi Angeli dell'Epiro

LA TRADIZIONE DEI FUOCHI DELLA VENUTA


Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, è tradizione popolare e religiosa accendere dei grandi falò, comunemente chiamati «focaracci», a simboleggiare l’attesa della Venuta della Santa Casa di Nazareth a Loreto, ricordando il momento in cui, nel 1294, il luogo sacro dove la Madonna nacque, visse e ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele, fu trasportata nel territorio delle Marche (da Tersatto, a Posatora di Ancona, poi nella selva della signora Loreta e sul campo di due fratelli, e infine sulla pubblica via che attraversava la sommità del Monte Prodo) . L’accensione del fuoco, dunque, quale "tradizione", con l’intento di far memoria di quel “percorso” miracoloso nel buio della notte, viene riproposto in molte comunità delle Marche. I fuochi si accendono alle prime ombre della sera nelle campagne, nei paesi ed anche nel capoluogo, Ancona, dove i vari rioni gareggiano per allestire il fuoco più alto e bello. Intorno al fuoco si recitano ancora, come voleva la tradizione, le Litanie Lauretane, invocando la protezione della Madonna, "Porta del Cielo" e "Stella del mattino". All'inizio tale festa dei "fuochi" per la "venuta" nacque spontaneamente. Dal 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche. Anche in Umbria si celebra, in alcuni centri, la festa della Venuta con l'accensione dei "fuochi": ad esempio a Cascia (ove viene chiamato "Focone della Venuta"), e ad Assisi. La festa che si tiene per celebrare la traslazione della Santa Casa in Umbria si chiama "Festa del Passaggio", anziché "della Venuta". La tradizione popolare vuole infatti che la Santa Casa sia passata per l'Umbria prima di arrivare nelle Marche.

  N O V E N A della  "VENUTA"
 Seguendo gli Scritti della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
  
PREGHIERA ALL'IMMACOLATA CELESTE REGINA
CONCEPITA IMMACOLATA NELLA SANTA CASA

  
1° Giorno - 1° dicembre

Questa prima parte di ogni giorno della Novena è stata copiata dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta nel 1922
dalle sorelle Cimadomo, di Corato (in provincia di Bari - Italia), discepole di Luisa
 
GIACULATORIA
O Trinità Sacrosanta, mandate un flusso del vostro Amore al mio cuore, affinché s’infiammi tutto d’amore per formare coll’Amore vostro stesso, un sole splendidissimo sull’augusto capo della nostra Regina.

IN ASCOLTO DEGLI INSEGNAMENTI DELLA MADRE SS.ma
Il primo passo della Divina Volontà nell'Immacolato Concepimento della Mamma Celeste

 

L'anima alla sua Immacolata Regina:


Eccomi, o Mamma dolcissima, prostrata innanzi a te; nel primo di questi giorni a Te consacrati, in cui tutti i tuoi figli vogliono offrirti i loro fiorellini per attestarti il loro amore e per impegnare il tuo amore ad amarli, io ti vedo come scendere dalla Patria Celeste corteggiata da schiere angeliche, per ricevere le belle rose, le umili viole, i casti gigli dei figli tuoi e ricambiarli coi tuoi sorrisi d'amore, con le tue grazie e benedizioni, e stringendoti al seno materno i doni dei figli tuoi, te li porti al Cielo, per riservarli come caparra e corona nel punto della loro morte.

 

La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà:


Mamma Celeste, in mezzo a tanti, io, che sono la più piccola, la più bisognosa dei figli tuoi, voglio venire fin nel tuo grembo materno, per portarti, non fiori e rose, ma un sole ogni giorno. Ma la Mamma deve aiutare la figlia, dandomi le tue lezioni di Cielo, per insegnarmi come formare questi soli divini, per darti l'omaggio più bello e l'amore più puro. Mamma cara, Tu l'hai capito, che cosa vuole la figlia tua: voglio che Tu mi insegni a vivere di Volontà Divina, ed io, trasformando i miei atti e tutta me stessa nella Divina Volontà, a seconda dei tuoi insegnamenti, ogni giorno ti porterò nel tuo grembo materno tutti i miei atti cambiati in soli.

 

Lezione della Regina del Cielo:


Figlia benedetta: la tua preghiera ha ferito il mio materno cuore, e tirandomi dal Cielo sono già vicina alla figlia mia, per darle le mie lezioni tutte di Cielo. Guardami, figlia cara; migliaia di Angeli mi circondano e riverenti stanno tutti in aspettativa, per sentirmi parlare di quel Fiat Divino, di cui posseggo più di tutti la sorgente, e conosco i suoi mirabili segreti, le sue gioie infinite, la sua felicità indescrivibile ed il suo valore incalcolabile. E sentirmi chiamare dalla figlia mia perché vuole  le mie lezioni sulla Divina Volontà, è per me la festa più grande, la gioia più pura; e se tu ascolterai le mie lezioni, io mi chiamerò fortunata di essere la Mamma tua. Oh, come sospiro di avere una figlia che voglia vivere tutta di Volontà Divina! Dimmi, o figlia, mi contenterai? Mi darai il tuo cuore, la tua volontà, tutta te stessa nelle mie  mani materne, affinché ti prepari, ti disponga, ti fortifichi, ti svuoti di tutto, in modo che possa riempirti tutta di luce di Divina Volontà e formare in te la sua vita divina? Perciò poggia il tuo capo sul Cuore della tua Mamma Celeste e sii attenta ad ascoltarmi, (Continua)

L'anima:


Vergine Immacolata, prendimi sulle tue ginocchia materne e fammi da Mamma; con le tue sante mani impossessati della mia volontà, purificala, plasmala, riscaldala col tocco delle tue dita materne; insegnami a vivere unicamente di Volontà Divina.

Fioretto:
Oggi, per onorarmi, fin dal mattino ed in tutte le tue azioni, mi darai la tua volontà nelle mie mani, dicendomi: Mamma mia, offri tu stessa il sacrificio della mia volontà al mio Creatore.

 

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.50-2021 
 Ancona, Domenica 28 novembre 2021  

 

 IL "GREEN PASS" che priva  del lavoro e dello stipendio E' UNA INGIUSTIZIA 

 

 

SUI POTENTI SOVRASTA UN'INDAGINE RIGOROSA 

 (Sap.6,8) 

 LA MISTIFICAZIONE NELLA CHIESA DEL TEMA DELL'ABORTO 

IN SCIENZA E COSCIENZA 
Il dott. ROBERTO FESTA, 
ha fatto pervenire a questo Giornale Informatico "LA VOCE CATTOLICA"
un suo articolo, in cui espone il suo punto di vista
circa l'attuale illegittimità e illiceità morale riguardo al vaccino
Il Dr. Roberto FESTA è Medico di Famiglia, specialista in patologia clinica.
Marito di Laura, padre di tre bambini. 
Presidente del "Centro di Aiuto alla Vita" di Loreto  (Ancona)
Vicepresidente del "Forum delle Associazioni Familiari delle Marche"
Consigliere nazionale dell’Associazione "Difendere la Vita con Maria"
Membro della "Consulta regionale della Famiglia" della Regione Marche

Membro del "Comitato di partecipazione delle organizzazioni di volontariato" dell’ASUR Marche



CIRCA LA VOLONTA' POLITICADI VACCINARE I BAMINI DAI 2-3 ANNI IN SU
IL GIUDIZIO DELL'INVENTORE DEI VACCINI A mRNA

Green pass per i lavoratori:
L'ITALIA NEL MIRINO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
30 Settembre 2021  Cesare Sacchetti
https://lacrunadellago.net/2021/09/30/green-pass-per-i-lavoratori-litalia-nel-mirino-del-nuovo-ordine-mondiale/

di Cesare Sacchetti

 

 

ROMA - BIBLIOTECA CASANATENSE

 

 

 

Carissimi/e

 

vi segnaliamo alcuni video utili per la pratica pastorale. Sono video brevi (da 30 secondi a 7 minuti), accattivanti e che colpiscono. Gli ultimi due affrontano il tema anche con umorismo. Vi invitiamo a visionarli, a utilizzarli e a diffonderli.

I video del papa: “L’amicizia sociale”. L’amicizia è una bellissima cosa.

Il papa ci invita ad estenderla oltre i gruppi d’amici, verso poveri e disperati, chi è nelle periferie, chi non ci è simpatico.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YW5UK4BMFfw

 

I video del papa: “I diritti fondamentali”. Molte volte i diritti fondamentali non sono uguali per tutti: c’è gente di prima, seconda, terza classe e ci sono gli scarti. Ciò non può essere tollerato dai cristiani.

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=J2U7KaEavVc

 

Pio Russo Krauss: “In Paradisum”. Per chi si affida a Dio e cerca con tutte le sue forze di fare la sua volontà, la morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di una comunione più intima col nostro creatore.

 

https://www.youtube.com/watch?v=AIIFsbvpYUM

 

Un semplice gesto di generosità crea un onda senza fine.

 

https://www.youtube.com/watch?v=DflLmAnMwG8

 

Chi rom e chi no: Giornata della memoria. Oltre a milioni di ebrei il nazifascismo sterminò mezzo milione di rom e sinti. Questo video ce lo ricorda e dà la parola ad alcuni abitanti del campo rom di Scampia (Napoli) che ci confessano le loro speranze.

 

https://www.youtube.com/watch?v=TLFVLl2fIlw

 

I Sansoni: “Io non sono razzista, però ...”. Un divertente video contro il razzismo più o meno consapevole.

 

https://www.youtube.com/watch?v=zp8K3yoChOA

 

Bruno Bozzetto. Un brevissimo video sulla follia del nostro mondo che valuta tutto solo in base ai soldi.

 

https://www.youtube.com/watch?v=xZBmVgJg_7k

 

 

Pace e bene

Comunità Cristiana di Via Caldieri
Napoli

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Oggi ha quasi un anno e mezzo, è battezzata, ma Chiara rischiava di non nascere. Sua madre avrebbe dovuto abortire, contro la sua volontà e su pressione dei genitori adottivi, il 17 dicembre 2019. Ma la tenacia di alcuni volontari pro vita, con l’aiuto della Provvidenza, ha fatto venire a galla la verità e stoppato la procedura abortiva, quando era già tutto pronto in sala operatoria. Alla Nuova Bussola la testimonianza diretta dei protagonisti.

 

https://lanuovabq.it/it/chiara-la-bimba-salvata-a-un-passo-dallaborto

 

«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi

ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

 

DEMETRIO GUZZARDI

IL SAGGIO SU PADRE LOPINOT 
CAPPELLANO A FERRAMONTI DI TARSIA
SCRITTO DA DON SALVATORE BELSITO
PREMIATO COME MIGLIORE TESI
DALLA FACOLTA' TEOLOGICA DI NAPOLI

 

Ieri pomeriggio - giovedì 16 dicembre 2021-  a Napoli nel corso dell'Inaugurazione dell'Anno accademico 2021-2022 della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia meridionale è stato consegnato a don Salvatore Belsito, sacerdote dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e parroco a Serricella di Acri, il premio per la migliore dissertazione di licenza in teologia (anni 2017-2020).

Il lavoro fu seguito da mons. Ignazio Schinella... la tesi fu poi pubblicato da Progetto 2000 con il titolo L'ECUMENISMO VISSUTO. IL FRATE CAPPUCCINO CALLISTO LOPINOT CAPPELLANO DEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO A FERRAMONTI DI TARSIA

La figura di padre Lopinot fu determinante per la vita del campo, il frate cappuccino riuscì a far avere dal papa Pio XII un armonium, che divenne uno strumento ecumenico utilizzato a Ferramonti sia dai cattolici che dagli ebrei e da chi nel campo pregava Dio.


Sempre su richiesta di padre Lopinot, il Vaticano mandò a Ferramonti, una serie di balle di stoffa per realizzare vestiti a tutti gli internati, in vista della liberazione; il nonno di don Salvatore Belsito, fu tra i sarti che cucirono su misura giacche e pantaloni per gli internati.
Il riconoscimento è stato consegnato a don Salvatore dall'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, compagno di Seminario al San Pio X di Catanzaro di don Belsito. 

 

PREMIO CASSIODORO


I premiati, le motivazioni, chi ha consegnato il riconoscimento

Mercoledì 8 dicembre 2021, nel Villaggio Città del Sole dell’Associazione Comunità Regina Pacis in contrada Badessa di Mussano a Cosenza si è svolta la premiazione della XVIII edizione del Premio Cassiodoro - riconoscimenti a personalità che operano e risiedono in Calabria e si sono distinte nella ricerca e nell’elaborazione culturale, economica e sociale. Il Premio Cassiodoro è stato istituito nel 2003 dall’Universitas Vivariensis. L’annuale edizione è stata dedicata al ricordo di mons. Antonio Cantisani, già arcivescovo di Rossano-Cariati, Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, tornato alla Casa del Padre lo scorso 1 luglio 2011. Il Premio, come ogni anno, è stato condotto dall’editore Demetrio Guzzardi che è anche il rettore dell’Universitas Vivariensis; il conduttore ha voluto accanto a sé come “valletta” Marilena, un’ospite della Comunità Regina Pacis.

 

FRANCO ARCIDIACO - fondatore della casa editrice Città del Sole
consegna la pergamena il sacerdote don Dante Bruno


Fondatore nel 1997, insieme alla moglie Antonella Cuzzocrea, di una delle più importanti case editrici calabresi. Il catalogo di oltre 1.200 titoli spazia dai temi regionali ad argomenti di varia natura. Sin da piccolo ha avuto un approccio col mondo dei giornali e questa sua passione si è concretizzata rilanciando storiche testate, non solo calabresi; è attivo anche nella nuova frontiera della comunicazione on-line. Ha dato vita alla Biblioteca comunale di San Lorenzo (RC) intitolata alla memoria di suo padre, Antonino Arcidiaco, con una donazione di arredi e mobili familiari e di un’intera emeroteca di quotidiani e periodici dal dopoguerra a oggi.

 

ROMILIO IUSI - studioso dell’opera di don Carlo De Cardona
consegna la pergamena Tonino Acri


Romilio Iusi, sin da bambino, nel suo paese, Lappano, ha avuto modo di ascoltare episodi della vita e dell’opera di don Carlo De Cardona, l’apostolo della redenzione sociale dei lavoratori calabresi. Romilio Iusi al prete di Morano, attualmente servo di Dio, ha dedicato, non solo la tesi di laurea, ma da sindaco del suo Comune, ha patrocinato il restauro e la valorizzazione della bandiera della Lega del lavoro. Fa parte della Commissione storica per la beatificazione di don Carlo de Cardona e nel maggio 2021 ha dato alle stampe  un suo originale testo teatrale sulla presenza a Lappano e a San Pietro in Guarano del prete che amava i contadini e che dai suoi avversari era definito il bolscevico bianco.

 

CASA FAMIGLIA L’ARCA - CELICO - da 40 anni al servizio dei minori
consegna la pergamena Pasquale Taverna


Quaranta anni fa, era il 1981, una consacrata milanese che viveva in Calabria, sentì l’urgenza di realizzare un luogo protetto per minori, dando una risposta concreta al bisogno di alcune famiglie che vivevano nel disagio. Da allora, la casa famiglia L’Arca è diventata un sicuro approdo per tanti ragazzi che hanno potuto sperimentare una diversa e positiva quotidianità di vita. La casa famiglia fa parte della cooperativa sociale “La Terra” che, dalla sua costituzione, guarda al sociale realizzando strutture per dare dignità al vivere umano.

 

ORNELLA NUCCI - presidente Sezione cosentina AIL
consegna la pergamena Vincenzo Continanza


Giurista con il “virus” del volontariato, Ornella Nucci trascorre le giornate tra le aule di giustizia per il suo lavoro e nelle piazze per ricordare a tutti il valore della solidarietà.
Dalle stelle di Natale alle aste d’arte, Ornella Nucci, con i suoi amici dell’AIL di Cosenza, con gentilezza porge la mano raccogliendo fondi per sostenere la ricerca per la cura delle leucemie, dei linfomi e del mieloma.

 

GIUSEPPE SMORTO - giornalista, autore del volume “a Sud del Sud”

consegna la pergamena Andrea Gualtieri


Durante gli infamanti anni dei sequestri di persona, in un’inchiesta realizzata da l’Espresso, la Calabria venne definita: «La regione più odiata dagli italiani». Giuseppe Smorto dal suo osservatorio del quotidiano la Repubblica, una delle testate italiane più autorevoli al mondo, nel suo recente volume A Sud del Sud, racconta i pochi diavoli, ma i tanti resistenti che ha trovato in questo suo viaggio tra personaggi e situazioni calabresi. Anche Smorto con questo suo saggio è un resistente, perché presenta una Calabria bella e positiva, che merita di non essere più considerata la Cenerentola d’Italia.

 

VINCENZO LE PERA - fondatore della Galleria d’arte “Il Triangolo”
consegna la pergamena Albamaria Frontino


Per Vincenzo Le Pera l’arte è la ragione del vivere. Dalla sua galleria “Il Triangolo” di Cosenza, fondata nel 1973, sono passati i più bei nomi della pittura e della scultura italiana contemporanea. Le mostre, le rassegne, i tanti volumi pubblicati, in particolare l’Enciclopedia dell’arte di Calabria, Ottocento e Novecento, lo pongono come uno dei punti di riferimento più significativi per avvicinarsi e conoscere l’affascinante mondo dell’arte.

 

Don PINO DE SIMONE - sacerdote, docente di Patristica
consegna la pergamena Paola Perrone


Docente ordinario di Patristica all’Istituto Teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro, dove è stato per molti anni (2007-2020) il direttore della Biblioteca “Cassiodoro”. Attualmente cura e dirige la Biblioteca “San Nilo e San Bartolomeo” dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati.
Autore di saggi su Cassiodoro e altre figure dei primi secoli del cristianesimo; dal suo sensibile animo sacerdotale prendono vita versi e liriche che esaltano la figura di santità nella Chiesa e la bellezza del creato. 

 

ANTONIO GARRO - giornalista
consegna la pergamena Cateriana Provenzano


Il cronista è come la sentinella che, dalla postazione assegnatagli, scruta l’orizzonte per vedere e comunicare le novità del giorno. Antonio Garro, giornalista attento al sociale, all’arte, alla cultura, ai fatti religiosi, racconta con i suoi articoli una Calabria positiva, che non sempre trova spazio sulle pagine dei quotidiani.

 

Padre GIUSEPPE MIRABELLI - direttore Biblioteca “Madonna della catena” Laurignano
consegna la pergamena mons. Domenico Graziani


Dopo la sua infanzia ad Altomonte, Giuseppe Mirabelli ha abbracciato la vita religiosa passionista seguendo il carisma di San Paolo della Croce: «Annunciare con gioia agli uomini il Vangelo di Cristo». Padre Giuseppe ha dedicato la sua vita all’evangelizzazione e alla cultura vivendo in un luogo mariano, la collina di Laurignano, dove la Madre di Dio è venerata con il titolo di Madonna della catena. La Biblioteca di oltre 60 mila volumi, che con competenza e amore padre Giuseppe dirige, è un punto di riferimento per quanti cercano testi religiosi, ma anche libri rari e introvabili.

 

ANNAMARIA SANTORO - responsabile Settore libri antichi e di pregio - Biblioteca Nazionale Cosenza

 

Annamaria Santoro ha fatto dell’amore al mondo dei libri, della conoscenza e della promozione alla lettura la ragione della sua vita, al pari della sua profonda fede religiosa. Il suo cammino è stato segnato già durante la redazione della tesi di laurea sull’editore di origine ebraica Ottaviano Salomone che nel 1470 impiantò a Cosenza la prima officina tipografica. Ha scelto di lavorare nella nascente Biblioteca Nazionale di Cosenza, dove, insieme ai suoi colleghi, dal 1986 al 2020 ha realizzato numerose mostre ed esposizioni bibliografiche, apprezzate in loco e a livello ministeriale.

SETTIMANA DELLA CULTURA CALARESE

 

 

È quasi tutto pronto per il via all’undicesima edizione della Settimana della cultura calabrese, il festival ideato dall’editore Demetrio Guzzardi, che per 8 anni (2010-2018) si è tenuto a Camigliatello Silano; da qualche tempo la manifestazione è diventata itinerante, per «contaminare» altri luoghi della bellezza che dà la conoscenza attraverso i libri, la fotografia, l’arte, l’architettura, la musica, i giochi tradizionali e naturalmente l’immergersi nella natura calabrese.


L’edizione 2020-2021 si terrà a Cosenza per solennizzare i 35 anni di attività della casa editrice Progetto 2000, fondata da Demetrio Guzzardi insieme alla moglie Albamaria Frontino.

Un programma ricco e intenso quello del dopo Pandemia: «Un anno di stop è stato duro da digerire – dice l’editore patron della manifestazione – desideravo riprendere la sana abitudine di proporre annualmente un cartellone di iniziative, che sono sempre il frutto di un anno di incontri, di libri pubblicati, di consolidati rapporti di amicizia.

La Settimana è anche l’occasione per rivolgere un grato saluto a chi non c’è più, già dalla prima edizione abbiamo voluto dedicare uno spazio alla “cultura del ricordo”, quest’anno lo faremo in ogni incontro (a mons. Antonio Cantisani, dedicheremo la serata conclusiva con la XVIII edizione del Premio Cassiodoro) e anche “Gazza ladra” l’iniziativa per la distribuzione gratuita di libri è dedicata a quegli autori che in questo biennio ci hanno lasciati…».


Si inizia mercoledì 1 dicembre 2021 nel Salone degli specchi del Palazzo della Provincia e poi in altri luoghi della città storica, nel centro cittadino, nelle periferie (via Popilia, via degli Stadi), per concludere mercoledì 8 dicembre al Villaggio “Città del Sole” a Colle Mussano, dove in anteprima nazionale verrà presentato il libro sulla storia di don Dante Bruno, fondatore dell’Associazione comunità Regina Pacis.

 

Non mancheranno, mostre d’arte, passeggiate, gite, concerti, premi e tante storie che meritano di essere portate al grande pubblico.
La novità di questa edizione?

Guzzardi sorride: «I miei amici hanno organizzato una foto collettiva per la sera di sabato 4 dicembre, sui gradini del Palazzo degli uffici, davanti la statua di Mimmo Rotella “La rinascita della cultura”, ecco il miglior augurio per questi 35 anni… dalla cultura si può rinascere».

 

2020-2021 UNDICESIMA EDIZIONE

SETTIMANA
DELLA CULTURA CALABRESE
COSENZA 1-8 dicembre 2021

Riprendiamo a raccontare con i nostri libri la BELLEZZA di “vivere” la Calabria
come una carovana itinerante per “contaminare” la città

 

MERCOLEDI 1 DICEMBRE 2021


ore 18.00 PALAZZO DELLA PROVINCIA - SALone DEGLI SPECCHI - Piazza XV Marzo


•   Cerimonia di inaugurazione dell’undicesima edizione (2020-2021) della Settimana della cultura calabrese. Saluti: Demetrio Guzzardi rettore Universitas Vivariensis, Franco Iacucci presidente Amministrazione provinciale di Cosenza, Franz Caruso sindaco di Cosenza.
•   Presentazione del volume Qui parlano le bestie di don Luigi Nicoletti (pubblicato nel 1955, nuova edizione 2019), curato da Francesco Capocasale con i disegni di Roberta Fortino. Partecipano: Saverio Basile, Rosaria Succurro, don Enzo Gabrieli, Franco Petramala, Piero Minutolo.
Brani eseguiti dagli allievi dell’Accademia musicale “F.S. Salfi” di Cosenza: Camilla Colonna, arpa; Aurora De Bartolo, arpa; Eleni Pisani, arpa.
•   La Cultura del Ricordo:  In ogni incontro della Settimana un pensiero a chi ci ha lasciati in questi due anni: Leopoldo Conforti, Emilio Tarditi, Franco Rizzo.
A SEGUIRE

•          Premio Franco Locanto per la politica come servizio (sesta edizione), a cura del Centro studi calabresi “Cattolici Socialità Politica”. Consegnano il riconoscimento a Ernesto Funaro, già sindaco di Campana e già assessore regionale, la moglie di Franco Locanto Gianna Misasi e la figlia Maria Locanto.
•   Distribuzione del nuovo catalogo della casa editrice Editoriale Progetto 2000 per i 35 anni di attività.

 

 

GIOVEDI 2 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Maffeo Pretto, La grande teologia e la pietà popolare.
ore 10.30 LICEO SCIENTIFICO “SCORZA” - Via Popilia
•  Incontro con gli studenti: Don Carlo De Cardona e la Rerum novarum a Cosenza, a cura di Demetrio Guzzardi. Saluti del dirigente scolastico Aldo Trecroci, introduce la prof.ssa Paola Perrone.
ore 18.00 Conservatorio di musica  “S. GIACOMANTONIO” - SALA 24
Portapiana
  Presentazione dei volumi di Antonio Lavoratore: Niccolò Salerno educatore e poeta latino dell’Umanesimo calabrese e Marcello Cornelio scrittore e poeta latino dell’Umanesimo calabrese. Partecipano: Francesco Perri, Giuseppe De Santis, Antonella Magnelli, Luciano Romeo, Francesca Pisani, Marialuisa Valente.
Brani eseguiti dagli alunni del Conservatorio di musica “S. Giacomantonio” di Cosenza: Federica Savaglia, pianoforte; Duo pianoforte a 4 mani Maria Grazia Massafra e Mattia Pisciotta; Duo violino e pianoforte Roberta Carnevale, violino, Maria Rosaria Ferrara, pianoforte.
La Cultura del Ricordo: padre Maffeo Pretto (missionario scalabriniano - antropologo - autore di numerosi saggi sulla pietà popolare).

 

VENERDI 3 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Corrado Caccuri Baffa, Monete e pesi monetari in uso nel Regno delle Due Sicilie. Varietà ed errori di zecca.
ore 10.30 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “FAUSTO Gullo” - Via Popilia
 Presentazione del volume Il coraggio di ricordare. Una storia d’amore nella Cosenza degli anni Sessanta di Osvaldo De Rose. Saluti del dirigente scolastico Filomena Lanzone, introduce la prof.ssa Roberta Coscarella. Saranno presenti l’editore e l’autore.
ore 18.00 SEDE CGIL - SALA “G. DONATO” - primo piano - Piazza della Vittoria, 24
 Proiezione del docufilm Cesare Curcio un umile militante a servizio della causa giusta, da un’idea di Aurelio Morrone, regia di Francesco Morrone. Saluti Umberto Calabrone e Antonietta Cozza.
La Cultura del Ricordo: Danilo Montenegro (cantastorie), con interventi musicali del cantastorie Salvatore Bellio; Enzo D’Agostino (storico).

 

A seguire
Premio Gustavo Valente (sesta edizione) assegnato al giornalista Emanuele Giacoia storico direttore del Tgr Calabria. Consegna la pergamena il figlio di Gustavo Valente, Giuseppe.

 

SABATO 4 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Antonio Delfino, Gente di Calabria.
PRIMA GIORNATA DELLA FOTOGRAFIA SOCIALE CALABRESE
ore 10.30 CENTRO STORICO DI COSENZA - raduno Piazza Valdesi
Passeggiata fotografica a cura di Alfredo Salzano. Saluti di Francesco Alimena.
(In caso di pioggia visita al Museo diocesano e alla Cattedrale di Cosenza).

La Cultura del Ricordo: Tony Gaudio (nato a Cosenza nel 1883, fu il primo italiano a vincere un Premio Oscar. L’ambita statuetta gli venne assegnata nel 1937, per la migliore fotografia per il film Avorio nero - a cura di Massimo Giovane); Venanzio Spada (architetto) e Nik Spatari (artista - fondatore del Museo Santa Barbara a Mammola).
ore 13.30 Pranzo al sacco nei locali della Sala mensa “A.M. Greco” attigua alla Chiesa di San Francesco d’Assisi.
ore 16.00 COMPLESSO MONUMENTALE SAN DOMENICO - Sala BoCs Museum
 Presentazione del volume Gente di Corazzo. Immagini fotografiche di Mario Greco, con il saggio introduttivo Appunti per una storia della fotografia sociale calabrese di Demetrio Guzzardi. Partecipano: Antonio Armentano, Domenico Garrì (Officina fotografica) e Guido Guglielmelli.
La Cultura del Ricordo: Giuliano Di Cola (fotografo).
FOTO COLLETTIVA: il gruppo Facebook Il senso del tempo. Il valore di un posto. Cosenza, per i 35 anni di attività dell’Editoriale progetto 2000, invita tutti coloro che amano i libri e la Calabria sugli scalini di Palazzo degli Uffici, nei pressi del monumento di Mimmo Rotella La rinascita della cultura per una foto collettiva. Appuntamento alle ore 18,30; a seguire, altro scatto davanti alla scultura Il lupo della Sila, sempre di Rotella. Le due opere verranno presentate da Vincenzo Le Pera, in memoria dello storico dell’arte Tonino Sicoli. Ai primi 100 partecipanti in omaggio il volume di Osvaldo De Rose, Il coraggio di ricordare. Una storia d’amore nella Cosenza degli anni Sessanta.

 

DOMENICA 5 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Giuseppe Neri, Le ragioni di un amore.
ore 11.00 Acri - Contrada San Zaccaria – Comunità “Don Milani”
•  Inaugurazione del primo tratto di strada che porta al Poggio.
•  Incontro con Nello Serra, fondatore della Comunità “Don Milani” ed esperto di piante officinali.
La Cultura del Ricordo: Giuseppe Neri (preside e scrittore).
ore 13.30 Pranzo al sacco.
A SEGUIRE Visite guidate: Basilica e Museo di Sant’Angelo; Chiesa di San Francesco di Paola e Museo d’arte contemporanea “Vigliaturo”, a cura di Roberto Saporito.
ore 18.00 Santa Messa nella Basilica di Sant’Angelo.

LUNEDI 6 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Celeste Garrafa, Diventare cristiani per annunciare il Vangelo.
ore 10.30 CITTADELLA VOLONTARIATO - Via degli Stadi (ex Scuola media “Don Milani”)
  Presentazione al Circolo della stampa di Cosenza “Maria Rosaria Sessa” del volume Bisignano solidale. A quarant’anni dal terremoto in Irpinia i ricordi dei volontari a Castelnuovo di Conza di Rino Giovinco. Partecipano: Gianni Romeo, Franco Rosito, Francesco Fucile, Riccardo Barberi, Nicola Paldino, mons. Francesco Nolè.
La Cultura del Ricordo: Ciccio Dinapoli (giornalista).
ore 18.00 CHIESA DELLE CAPPUCINELLE - Via Motta, 4 - Casa Divina Provvidenza
 Presentazione del volume Guanelliane a Dipignano. Verso i cento anni di presenza, curato da suor Maria Presta. Partecipano: suor Giustina Valicenti, Gaetano Sorcale, Vincenzo Capocasale, Francesco Turco, don Luca Perri.
La Cultura del Ricordo: padre Celeste Garrafa (missionario ardorino, esperto di catechesi) a cura di Enzo Bova; Gioacchino Lena (geologo) a cura di Stefano Vecchione.

 Visita guidata, a cura di Lorenzo Coscarella, al Museo delle Opere delle Cappucinelle, dove è conservata la tavola dell’Immacolata del pittore Pietro Negroni.
Brani eseguiti dagli allievi dell’Accademia musicale “F.S. Salfi” di Cosenza: Andrea  Scarpelli, chitarra; Sophie Caligiuri, violino; Mirian Conforti, violino; Valentina Volpe, violino; Alessandro Longo, violoncello.

 

 

MARTEDI 7 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Giovanna Toteda, Mi basta un crocifisso.
ore 10.00 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “Zumbini” - Via Riccardo Misasi, 105
 Presentazione del volume Il coraggio di ricordare. Una storia d’amore nella Cosenza degli anni Sessanta di Osvaldo De Rose. Saluti del dirigente scolastico Marietta Iusi, introduce la prof.ssa Alba Giglio. Saranno presenti l’editore e l’autore.
ore 18.00 HOTEL ROYAL - Via XXIV Maggio, 1
 Presentazione dei volumi: Io e (il) Mostro. Storie di dubbi, paure, amore e altre mostruosità (Fabbri editori) di Roberta Guzzardi e La Madonna del Carmine che sconfigge il drago. Origine e culto del martedì dopo Pasqua a Terravecchiadi Mauro Santoro. Partecipano: Maria Pia Funaro, Loredana Gaudio, Pino Sassano, Nunzio Scalercio, suor Silvia Liguori, Paola Morano, Simonetta Feraudo.
La Cultura del Ricordo: suor Giovanna Toteda (suora minima, pittrice e autrice) e Giuseppe Barberio (poeta dialettale).
Brani eseguiti dagli allievi dell’Accademia musicale “F.S. Salfi” di Cosenza: classe di tromba del maestro Massimo Perna.

 

 

MERCOLEDI 8 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Michele Fusaro, Dio paradiso dell’anima.
FIRMACOPIE dalle ore 10.30 presso la Libreria Mondadori di piazza XI Settembre a Cosenza, Roberta Guzzardi firmerà le copie del suo libro Io e (il) Mostro. Storie di dubbi, paure, amore e altre mostruosità (Fabbri editori).
Villaggio Città del Sole - Comunità Regina Pacis - Contrada Badessa di Mussano
(Il Villaggio Città del Sole è ubicato a Contrada Badessa di Mussano. Percorrendo la superstrada Paola-Crotone, prendere l’uscita per il cimitero di Cosenza, sulla sinistra è indicato con un cartello bianco il Villaggio Città del Sole, subito dopo imboccare la salita che conduce all’Eden Park e percorrere la strada asfaltata principale per un chilometro e 800 metri).
ore 15.30 Giochi tradizionali a cura di Pietro Turano.
ore 17.00 Concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Domenico Graziani, animata dal coro polifonico Laudate Dominum di Spezzano della Sila. Al termine don Giancarlo Gatto esegue la canzone Regina delle stelle, con testo scritto da Ciccio Dinapoli.
ore 18.00 Presentazione del volume Don Dante Bruno. Al primo posto sempre l’amore.

Partecipano: Caterina Provenzano, Andrea Gualtieri, Vincenzo Continanza.
a seguire degustazione di cuddrurieddri.

 

Premio Cassiodoro (XVIII edizione) Conduce Demetrio Guzzardi, introduce Stefano Vecchione, interviene Luigi Mariano Guzzo, con brani musicali di Gino Grande. Riconoscimenti a personalità che operano e risiedono in Calabria e si sono distinte nella ricerca e nell’elaborazione culturale economica e sociale. I premiati: don Pino De Simone (sacerdote, docente di Patristica), Franco Arcidiaco (fondatore della casa editrice Città del Sole), Antonio Garro (giornalista), Vincenzo Le Pera (fondatore della Galleria d’arte Il Triangolo), Ornella Nucci (presidente sezione cosentina AIL), Romilio Iusi (studioso dell’opera di don Carlo De Cardona), Annamaria Santoro (responsabile Settore libri antichi e di pregio – Biblioteca Nazionale Cosenza), Giuseppe Smorto (autore del volume “A Sud del Sud”), padre Giuseppe Mirabelli (direttore Biblioteca Madonna della catena, Laurignano).
Serata dedicata al ricordo di mons. Antonio Cantisani.

 

UN OMAGGIO AGLI ARTISTI CALABRESI
Nelle giornate della Settimana della cultura calabrese (1-10 dicembre 2021) la Galleria d’arte Il Triangolo di via degli Alimena, 31 d, propone una piccola antologia di artisti calabresi dell’800-900, con opere di: Mimmo Rotella, Enotrio Pugliese, Albino Lorenzo, Luigi Amato, Antonio Cannata, Rubens Gariani, Gaetano Jerace, Enrico Salfi, Enzo Benedetto, Andrea Cefaly, Francesco Guerrieri, Luigi Magli, Antonio Marasco.

 

 

EDITORIALE PROGETTO 2000: DA 35 ANNI UNO SGUARDO POSITIVO
SULLA CALABRIA MA DALLA CALABRIA


8 dicembre 1986: al Ridotto del Teatro “A. Rendano” di Cosenza, con la prima uscita pubblica del libro Calabritudine del giornalista Pino Nano, si presentava ufficialmente una nuova casa editrice: l’Editoriale progetto 2000 di Demetrio Guzzardi e Albamaria Frontino. Una realtà che da 35 anni opera - come sottolineano i fondatori - «con uno sguardo positivo sulla Calabria, ma dalla Calabria». Il marchio scelto è il disegno del Vivarium di Cassiodoro. Sono oltre 800 i titoli già pubblicati nelle 5 storiche collane: Ecclesia, Percorsi letterari, Tra le pagine della storia, Orizzonti, Sguardi; agli inizi della casa editrice - prima dell’avvento di internet - venivano pubblicati alcuni periodici tra cui il settimanale Buongiorno Cosenza e l’agenzia di informazione ecclesiale La Chiesa in Calabria.

 

RICEVO, RINGRAZIO, RADDOPPIO: come già fatto al ricevimento dei due bonus dell’Inps, anche dopo l’acquisizione del contributo regionale per l’emergenza Covid, l’Editoriale progetto 2000 provvederà a consegnare gratuitamente a 35 BIBLIOTECHE in CALABRIA una selezione dei propri libri pubblicati in questi 35 anni di attività. Durante la Settimana della cultura calabrese verranno portati i libri alla Biblioteca del Conservatorio di musica “S. Giacomantonio” e alla Biblioteca della Cittadella del volontariato; gli altri pacchi saranno consegnati nei prossimi giorni con apposite iniziative per promuovere la lettura. 

 

 

 

Editoriale Progetto 2000: da 35 anni uno sguardo positivo sulla Calabria, ma dalla Calabria 


8 dicembre 1986: al Ridotto del Teatro “A. Rendano” di Cosenza, con la prima uscita pubblica del libro Calabritudine del giornalista Pino Nano, si presentava ufficialmente una nuova casa editrice:

l’Editoriale progetto 2000 di Demetrio Guzzardi e Albamaria Frontino. Una realtà che da 35 anni opera - come sottolineano i fondatori - «con uno sguardo positivo sulla Calabria, ma dalla Calabria».

Il marchio scelto è il disegno del Vivarium di Cassiodoro.

Sono oltre 800 i titoli già pubblicati nelle 5 storiche collane: Ecclesia, Percorsi letterari, Tra le pagine della storia, Orizzonti, Sguardi; agli inizi della casa editrice - prima dell’avvento di internet - venivano pubblicati alcuni periodici tra cui il settimanale Buongiorno Cosenza e l’agenzia di informazione ecclesiale La Chiesa in Calabria.

 

Con la consegna di Premio "Franco Locanto"
inizia mercoledì 1 dicembre 2021 a Cosenza
l'XI edizione della Settimana della cultura calabrese

 

 



Mercoledì 1 dicembre 2021 con inizio alle ore 18 a Cosenza nell'elegante Salone degli specchi del Palazzo della Provincia (ex Prefettura) in piazza XV Marzo, aprirà i battenti l'edizione 2020-2021 della Settimana della cultura calabrese. Dopo i saluti istituzionali di Demetrio Guzzardi, rettore Universitas Vivariensis; di Franco Iacucci, presidente dell'Amministrazione provinciale di Cosenza e di Franza Caruso, sindaco di Cosenza, verrà presentato il libro "Qui parlano le bestie" ultimo libro scritto da don Luigi Nicoletti, pubblicato nel 1955, con questa nuova edizione del 2019, curato da Francesco Capocasale, con i disegni originali di Roberta Fortino; sul valore di questo testo parleranno il giornalista Saverio Basile, amico ed estimatore del prete sangiovannese, la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, don Enzo Gabrieli direttore del settimanale diocesano "Parola di vita" e Piero Minutolo e Franco Petramala esponenti storici della Democrazia cristiana cosentina. Nel corso della serata verranno eseguiti alcuni brani con l'arpa a cura degli allievi dell'Accademia musicale "F.S. Salfi" di Cosenza (Camilla Colonna, Aurora De Bartolo, Eleni Pisani) e dedicati alla memoria di tre intellettuali deceduti nei mesi scorsi: Leopoldo Conforti, Emilio Tarditi e Franco Rizzo.
La serata verrà conclusa con il Premio "Franco Locanto" per la politica come servizio, il riconoscimento verrà consegnato dalla moglie di Franco Locanto, Gianna Misasi e dalla figlia Maria Locanto. La sesta edizione del «Premio Franco Locanto», ideato dal Centro studi calabrese "Cattolici Socialità Politica", viene assegnata a Ernesto Funaro perché, proprio come Franco Locanto, ha vissuto l’impegno nelle istituzioni come un servizio alla comunità. L’insegnamento di Locanto è un monito a intendere la politica, innanzitutto, come risposta ai bisogni della gente meno rappresentata. 

 

LA MOTIVAZIONE AL PREMIO


Ernesto Funaro è nato a Campana nel 1940. Dopo la laurea all’Università di Bologna in Ingegneria, è ritornato nel suo paese dove ha ricoperto per quindici anni (1970-1985) la carica di sindaco. Durante la sua sindacatura il Comune di Campana è stato dotato di indispensabili infrastrutture che nel piccolo centro erano assenti. Ernesto Funaro è stato inoltre il primo presidente della Comunità montana “Sila Greca”, di cui ha redatto lo Statuto. Per dieci anni (1985-1995) è stato consigliere alla Regione Calabria e per tre assessore regionale con la delega alla Programmazione e affari Cee. Ha insegnato Politiche comunitarie all’Università degli studi della Calabria. Ha pubblicato numerosi volumi sulla politica di coesione dell’Unione europea.

 

CHI ERA FRANCO LOCANTO


Franco Locanto nasce a Castrovillari (CS) il 18 ottobre 1934. Laureato in Pedagogia a Palermo, docente all’Università di Bari, diventa tra i più attivi protagonisti per la realizzazione dell’Università degli studi della Calabria. Uomo del dialogo e della solidarietà, al centro della sua azione c’è sempre la libertà e l’ispirazione religiosa. Svolge il ruolo di capo della segreteria politica del cognato Riccardo Misasi al Ministero della Giustizia, del Commercio estero e della Pubblica istruzione. Termina la sua esistenza terrena a soli 40 anni, il 4 dicembre 1974, mentre ricopre l’incarico di assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Cosenza.

 

XI SETTIMANA DELLA CULTURA CALABRESE
tanti gli incontri e la grande festa per i 35 anni
di attività della casa editrice Progetto 2000

Altre tre giornate intense di incontri all' XI edizione della Settimana della cultura calabrese che si sta svolgendo a Cosenza. Da segnalare mercoledì 3 dicembre - ore 18 - il Premio "Gustavo Valente" che quest'anno verrà assegnato allo "storico" direttore del Tgr Calabria, Emanuele Giacoia. Sabato 4 la prima giornata della fotografia sociale calabrese, con il fotografo Mario Greco che presenterà i suoi libri; in mattinata l'ambientalista Alfredo Salzano, guiderà una passeggiata fotografica nel Centro storico Cosenza; ci sarà un ricordo di Tony Gaudio, che fu il primo italiano a ricevere un Premio Oscar, appunto per la fotografia. In serata il gruppo Facebook, Il senso del tempo, il valore di un posto. Cosenza, ha organizzato una foto collettiva sui gradoni di Palazzo degli Uffici per festeggiare i 35 anni di attività della casa editrice cosentina Progetto 2000 di Demetrio Guzzardi e Albamaria Frontino. Domenica 5 la "carovana" della Settimana della cultura calabrese, si sposta ad Acri, per l'incontro con Nello Serra, fondatore della Comunità "Don Milani".

 

PREMIO "GUSTAVO VALENTE": Gustavo Valente, profondo studioso della storia della Calabria, una delle regioni italiane tra le più ricche di passato, resta tra le personalità di maggior rilievo della cultura in Italia.
LA MOTIVAZIONE: Per la prima volta il Premio “Gustavo Valente” viene assegnato non a uno storico, ma a un giornalista che nella sua professione ha utilizzato un metodo di ricerca e di racconto della realtà calabra, che sicuramente aiuterà i futuri storici a saper discernere e descrivere un periodo – la seconda metà del Novecento – foriero di grandi cambiamenti. Emanuele Giacoia non è stato solo la voce del calcio calabrese in serie A, ma, per tanti suoi colleghi, un maestro del giornalismo d’inchiesta e d’approfondimento.

 

 

VENERDI 3 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Corrado Caccuri Baffa, Monete e pesi monetari in uso nel Regno delle Due Sicilie. Varietà ed errori di zecca.
ore 10.30 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “FAUSTO Gullo” - Via Popilia
 Presentazione del volume Il coraggio di ricordare. Una storia d’amore nella Cosenza degli anni Sessanta di Osvaldo De Rose. Saluti del dirigente scolastico Filomena Lanzone, introduce la prof.ssa Roberta Coscarella. Saranno presenti l’editore e l’autore.
ore 18.00 SEDE CGIL - SALA “G. DONATO” - primo piano - Piazza della Vittoria, 24
 Proiezione del docufilm Cesare Curcio un umile militante a servizio della causa giusta, da un’idea di Aurelio Morrone, regia di Francesco Morrone. Saluti Umberto Calabrone e Antonietta Cozza.
La Cultura del Ricordo: Danilo Montenegro (cantastorie), con interventi musicali del cantastorie Salvatore Bellio; Enzo D’Agostino (storico).
A seguire
Premio Gustavo Valente (sesta edizione) assegnato al giornalista Emanuele Giacoia storico direttore del Tgr Calabria. Consegna la pergamena il figlio di Gustavo Valente, Giuseppe.

 

SABATO 4 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Antonio Delfino, Gente di Calabria.
PRIMA GIORNATA DELLA FOTOGRAFIA SOCIALE CALABRESE
ore 10.30 CENTRO STORICO DI COSENZA - raduno Piazza Valdesi
Passeggiata fotografica a cura di Alfredo Salzano. Saluti di Francesco Alimena.
(In caso di pioggia visita al Museo diocesano e alla Cattedrale di Cosenza).
La Cultura del Ricordo: Tony Gaudio (nato a Cosenza nel 1883, fu il primo italiano a vincere un Premio Oscar. L’ambita statuetta gli venne assegnata nel 1937, per la migliore fotografia per il film Avorio nero - a cura di Massimo Giovane); Venanzio Spada (architetto) e Nik Spatari (artista - fondatore del Museo Santa Barbara a Mammola).
ore 13.30 Pranzo al sacco nei locali della Sala mensa “A.M. Greco” attigua alla Chiesa di San Francesco d’Assisi.
ore 16.00 COMPLESSO MONUMENTALE SAN DOMENICO - Sala BoCs Museum
 Presentazione del volume Gente di Corazzo. Immagini fotografiche di Mario Greco, con il saggio introduttivo Appunti per una storia della fotografia sociale calabrese di Demetrio Guzzardi. Partecipano: Antonio Armentano, Domenico Garrì (Officina fotografica) e Guido Guglielmelli.
La Cultura del Ricordo: Giuliano Di Cola (fotografo).
FOTO COLLETTIVA: il gruppo Facebook Il senso del tempo. Il valore di un posto. Cosenza, per i 35 anni di attività dell’Editoriale progetto 2000, invita tutti coloro che amano i libri e la Calabria sugli scalini di Palazzo degli Uffici, nei pressi del monumento di Mimmo Rotella La rinascita della cultura per una foto collettiva. Appuntamento alle ore 18,30; a seguire, altro scatto davanti alla scultura Il lupo della Sila, sempre di Rotella. Le due opere verranno presentate da Vincenzo Le Pera, in memoria dello storico dell’arte Tonino Sicoli. Ai primi 100 partecipanti in omaggio il volume di Osvaldo De Rose, Il coraggio di ricordare. Una storia d’amore nella Cosenza degli anni Sessanta.

 

DOMENICA 5 DICEMBRE 2021


GAZZA LADRA dalle ore 9.00, presso la casetta Little free library (corso Mazzini, altezza salita di Pagliaro) si potrà ritirare gratuitamente il volume di Giuseppe Neri, Le ragioni di un amore.
ore 11.00 Acri - Contrada San Zaccaria – Comunità “Don Milani”
•  Inaugurazione del primo tratto di strada che porta al Poggio.
•  Incontro con Nello Serra, fondatore della Comunità “Don Milani” ed esperto di piante officinali.
La Cultura del Ricordo: Giuseppe Neri (preside e scrittore).
ore 13.30 Pranzo al sacco.
A SEGUIRE Visite guidate: Basilica e Museo di Sant’Angelo; Chiesa di San Francesco di Paola e Museo d’arte contemporanea “Vigliaturo”, a cura di Roberto Saporito.
ore 18.00 Santa Messa nella Basilica di Sant’Angelo.

 

 

 

TUTTO IL PROGRAMMA:
https://issuu.com/deguzza/docs/programma-settimana-cultura-calabrese-2021?fbclid=IwAR1LYgMrM5b1Qr76p2yAPC9N23fw1czQ-YY87tMrEx4M7Q_wgQMvHoAEvbc

 

Si conclude a Cosenza mercoledì 8 dicembre
la Settimana della cultura calabrese 2020-2021
Con la presentazione del libro
sulla storia di don Dante Bruno
e la consegna dei Premi Cassiodoro
 (giunto alla XVIII edizione)

 

Un po' stanco, ma più che soddisfatto il patron della Settimana della cultura calabrese, l'editore Demetrio Guzzardi, che in una dichiarazione alla stampa ha detto: «È stato tutto molto bello, riprendere queste attività culturali che mostrano quanto interesse c'è tra la gente verso la cultura e la lettura. Dobbiamo fare di più..., è indispensabile fare molto di più, lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra comunità».

Mercoledì 8 dicembre 2021 calerà il sipario sulla Settimana della cultura calabrese, il format nato a Camigliatello Silano nel 2010, ha trovato nuovo vigore, diventando dal 2018  un festival itinerante: «quasi una carovana per contaminare, con la bellezza dei nostri libri, la città»; questo lo slogan dell'XI edizione, e giorno dopo giorno, in luoghi diversissimi dalle periferie cosentine, al centro cittadino, in giro per "Cosenza vecchia" si sono snocciolate le tante e variegate iniziative che il cartellone ha proposto.

Il luogo scelto per la conclusione dell'evento è il Villaggio Città del Sole dell'Associazione comunità "Regina Pacis" a Contrada Badessa di Mussano a Cosenza (la struttura si trova a un chilometro e 800 metri, uscita per il cimitero di Cosenza della superstrada Paola-Crotone).

Alle ore 15.30 i giochi tradizionali, curati dal presidente dell'Accademia dei giochi tradizionali, Pietro Turano; alle ore 17 nella Cappella della SS. Trinità la concelebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo mons. Domenico Graziani, animata dal coro polifonico Laudate Dominum di Spezzano della Sila. Al termine don Giancarlo Gatto esegue la canzone Regina delle stelle, con testo scritto dal compianto giornalista Ciccio Dinapoli.

Alle ore 18.00 la presentazione, in prima nazionale del volume Don Dante Bruno. Al primo posto sempre l’amore, curato da Demetrio Guzzardi ed edito da Progetto 2000. Del contenuto del libro ne parleranno: Caterina Provenzano, Andrea Gualtieri, Vincenzo Continanza. 
A seguire degustazione di cuddrurieddri.

Alle 19.30  La consegna delle pergamene del Premio Cassiodoro (XVIII edizione). Conduce Demetrio Guzzardi, introduce Stefano Vecchione, interviene Luigi Mariano Guzzo, con brani musicali di Gino Grande. Serata dedicata al ricordo di mons. Antonio Cantisani.

PREMIO CASSIODORO Riconoscimenti a personalità che operano e risiedono in Calabria e si sono distinte nella ricerca e nell’elaborazione culturale economica e sociale.
I premiati: don Pino De Simone (sacerdote, docente di Patristica), Franco Arcidiaco (fondatore della casa editrice Città del Sole), Antonio Garro (giornalista), Vincenzo Le Pera (fondatore della Galleria d’arte Il Triangolo), Ornella Nucci (presidente sezione cosentina AIL), Romilio Iusi (studioso dell’opera di don Carlo De Cardona), Annamaria Santoro (responsabile Settore libri antichi e di pregio, Biblioteca Nazionale Cosenza), Giuseppe Smorto (autore del volume “A Sud del Sud”), padre Giuseppe Mirabelli (direttore Biblioteca Madonna della catena, Laurignano). 

 

EDITORIALE PROGETTO 2000: 
DA 35 ANNI UNO SGUARDO POSITIVO
SULLA CALABRIA MA DALLA CALABRIA

8 dicembre 1986: al Ridotto del Teatro “A. Rendano” di Cosenza, con la prima uscita pubblica del libro Calabritudine del giornalista Pino Nano, si presentava ufficialmente una nuova casa editrice: l’Editoriale progetto 2000 di Demetrio Guzzardi e Albamaria Frontino. Una realtà che da 35 anni opera - come sottolineano i fondatori - «con uno sguardo positivo sulla Calabria, ma dalla Calabria». Il marchio scelto è il disegno del Vivarium di Cassiodoro. Sono oltre 800 i titoli già pubblicati nelle 5 storiche collane: Ecclesia, Percorsi letterari, Tra le pagine della storia, Orizzonti, Sguardi; agli inizi della casa editrice - prima dell’avvento di internet - venivano pubblicati alcuni periodici tra cui il settimanale Buongiorno Cosenza e l’agenzia di informazione ecclesiale La Chiesa in Calabria.

Resterà aperta fino a venerdì 10 dicembre 2021 la mostra

 

 


 

UN OMAGGIO AGLI ARTISTI CALABRESI


Nelle giornate della Settimana della cultura calabrese (1-10 dicembre 2021) la Galleria d’arte Il Triangolo di via degli Alimena, 31 d, propone una piccola antologia di artisti calabresi dell’800-900, con opere di: Mimmo Rotella, Luigi Amato, Enotrio Pugliese, Albino Lorenzo, Antonio Cannata, Rubens Gariani, Gaetano Jerace, Enrico Salfi, Enzo Benedetto, Luigi Magli, Andrea Cefaly jr, Francesco Guerrieri, Antonio Marasco, Francesco Correggia, Antonio Puja Veneziano, Salvatore Anelli, Franco Flaccavento, Fiorentina Giannotta, Francomà da Rende, Andrea Biffi, Salvatore Pepe, Max Marra, Cesare Berlingeri, Alfredo Pino, Luigi Amato, Garibaldi Gariani, Cesare Baccelli, Natino Chirico, Maria Credidio.

 

 

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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b Mc 13, 24-32 -

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

 

«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina.

Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

 

Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

“…le mie parole non passeranno” Questa frase è come un certificato di garanzia. Gesù sa che noi abbiamo bisogno anche di "certezze" e allora eccole: la “garanzia” è la Sua Parola. Tutte le cose create vanno e andranno verso la loro naturale conclusione che è la morte, la Sua Parola No, non morirà mai.

 

Il Cristo ci sta dicendo che non possiamo mettere tutta la nostra fiducia nelle cose perché esse hanno dentro il loro limite stampato ben chiaro: passeranno! Il “cielo e la terra” dovranno sempre e soltanto restare strumenti per incontrare meglio Lui e gli altri.

Sarà la Sua Parola ad essere segno della sua presenza nella mia vita, sarà il Suo divenire Pane da mangiare che diventerà forza del mio “camminare” la vita.

 

In questa mia avventura del vivere avrò bisogno anche del "creato": gli amici e le amiche, il pane e il vino, le vacanze, i tramonti, il papà e la mamma, il divertimento, la macchina, una casa...ne ho bisogno come dell’aria che respiro. Lui lo sa, ma sono e resteranno "creature" mentre la Sua Parola no, non è stata creata, la Parola è da sempre, la parola è Lui…“

In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e la parola era Dio...tutto è stato fatto per mezzo di Lui...in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini...

E la Parola si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi…” (Gv 1, 1-18)

 

Questa è la grande scommessa che ogni giorno si apre nella mia vita e sulla quale dovrei giocarmi tutto, proprio tutto. Lui mi dà la Sua Parola, appunto!

 

Buona vita allora, con Lui al "centro". Un grande abbraccio. Ciao, don Gigi

 

 

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b

 

Mc 12,38-44 - In quel tuel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento:

 

«Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte.

Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.

 

Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro:

«In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

 

Domenica scorsa il Maestro aveva risposto alla domanda relativa al primo dei comandamenti creando un abbinamento che lascia, “scribi e farisei” senza parole e “aggancio” per poterlo attaccare, anzi, sembra incredibile, la risposta è approvata dallo scriba! “ Amare Dio, gli altri, se stessi… vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici ”. - Forse questa risposta spiazza tanti cristiani e forse anche una parte di Chiesa ma Gesù di Nazareth, quello che da ragazzino di 12 anni nel tempio di Gerusalemme discuteva con i Grandi sacerdoti…, proprio Lui afferma che “amare il prossimo come se stessi è simile al primo dei comandamenti”: amare Dio. Gesù, insomma, dice che non basta più celebrare la Messa, i Sacramenti, pregare... Attenzione però, “bastano più” non vuol dire né ora né mai, che posso farne a meno. No, non vuol dire quello, perché i Sacramenti rimangono “fondamentali” per “seguirlo”, per “Amare Dio”. Il Maestro dice che la messa e i sacramenti dobbiamo rimetterli in gioco, nei rapporti veri e sinceri con gli altri e con noi stessi, e non si può far finta di non capire o di scandalizzarci. L’Amare parte da Lui per entrare nel mio mondo e in quello degli altri, o parte dagli altri e da me per trovare senso in Lui. I miei “olocausti e sacrifici” non possono, né potranno mai, essere staccati, e in contraddizione, con il mio modo concreto di comportarmi, di parlare, di pensare e fare le scelte nel mio vivere il tempo…devo fare unità dentro di me: Dio, gli altri, me stesso. La risposta fondamentale Lui me l’ha data, qualsiasi altra soluzione non potrà mai essere in contraddizione e diversa dalla Sua. Che non ci capiti di far finta di non capire… per farci gli affari nostri e andare dove ci fa comodo. Lui ci vuole “testimoni”… suoi testimoni. Buona vita, con Lui, dentro i "Segni-Sacramento" che Lui ci ha lasciato.

 

Un grande e forte abbraccio

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI - 2 NOVEMBRE

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FESTIVITA' DI TUTTI I SANTI

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XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b

 

Mc 12,28b-34 - In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò:

«Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

 

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

La cosa che impressiona in quest’intervento di Gesù è il puntare il dito contro gli scribi. Sì, perché ci si aspetterebbe un attacco al loro insegnamento, alle cose che dicono...loro, infatti, sono gli esperti della Parola, la conoscono a memoria, è sempre davanti ai loro occhi, invece No.

L’attacco è l’invito a prenderne le distanze dai loro comportamenti e modo concreto di vivere. E’ davvero come se dicesse: “Non hanno capito niente di quello che insegnano; conoscono sì la Legge e i Profeti ma non stanno facendo nulla per esserne testimoni veri e affidabili”.

E’ un attacco, vero e proprio, alla coerenza di chi dice d’essere maestro ma, lo è solo a chiacchiere perchè poi la vita scorre su altri binari che poco c’entrano con la Parola insegnata. Vale piuttosto la pena di prendere in considerazione l’atteggiamento della “povera vedova”: non dice una parola, forse fatica e dolore glielo impediscono...non parla, ma il suo modo concreto di comportarsi c’è indicato dal maestro come giusto e vero.

Quel “guardatevi” allora credo che debba riguardare anche me, e mi colpisce tutte le volte che le chiacchiere restano tali e la vita è un adeguarsi al “così fan tutti”.

- Devo guardarmene dal mio essere "scriba" (prete) che, conosce i Vangeli e pensa di predicarli anche bene ma, poi i miei comportamenti si discostano dalla Parola predicata.

- Devo guardarmene da quella Chiesa che è troppo attaccata al potere, all’immagine e al superfluo e sempre più distante dalle scelte che il Maestro ha indicato.

- Devo guardarmene dal mio pensare d’essere “cristiano” semplicemente perché conosco le parabole, le preghiere, i comandamenti, i precetti, perché ho ricevuto il Battesimo...ma poi, la mia vita, scorre sugli stessi binari di colui al quale non importa proprio niente delle Beatitudini e dei Comandamenti dell’Amare. - Devo recuperare la mia coerenza di cristiano, di prete.

 

Buona vita...insieme. Un grande abbraccio.

31 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Martedì 30 Novembre 2021


Diocesi Piazza Armerina (EN) new cei 0000 - Nuovo sito ufficiale della diocesi completamente rinnovato nella veste grafica e nei contenuti. L'annuario, il Vescovo e gli Organismi Pastorali e le Parrocchie. Inoltre le segnalazioni e le news. Aggiunto il 30-Nov-2021 - Visite: 4488

 

Vocecontrocorrente.it new - Giornale d’ispirazione cristiana interamente dedicato alle news e al mondo dell’informazione.
Aggiunto il 30-Nov-2021 - Visite: 0

 

Camilliani - San Camillo Ci Parla Ancora new - Il Blog vuole essere la voce e l'espressione delle attività dei Religiosi Camilliani del Sud Italia. Il messaggio che si vuole diffondere è quello della spiritualità del gigante della carità, patrono dei malati e degli operatori sanitari. Inoltre, si vuole raggiungere i giovani che vogliono fare un'esperienza di discernimento vocazionale o di servizio di volontariato nelle opere camilliane. - Aggiunto il 30-Nov-2021 - Visite: 0

 

Lunedì 29 Novembre 2021

 

Diocesi Mileto-Nicotera-Tropea (VV) new cei 0000 - E' il sito ufficiale della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea. In esso si trovano le notizie sulla diocesi e in particolare sulla Cattedrale di San Nicola di Mileto. - Aggiunto il 29-Nov-2021 - Visite: 3943

 

ChoralWiki new - Fondata nel Dicembre 1998, la Choral Public Domain Library (CPDL) è stata portata a ChoralWiki nell'Agosto 2005. Nel Database è possibile trovare spartiti corali/vocali gratuiti, testi, traduzioni, ed altre informazioni utili. - Aggiunto il 29-Nov-2021 - Visite: 0

 

Porte Aperte Onlus - Italia new - Al servizio dei cristiani perseguitati. Da oltre 60 anni impegnati nella ricerca sul campo di cause e soluzioni alla persecuzione, fornendo supporto materiale, aiuti di emergenza, letteratura, formazione e assistenza ai cristiani perseguitati a causa della loro fede. - Aggiunto il 29-Nov-2021 - Visite: 0

 

Venerdì 26 Novembre 2021


Forum delle Associazioni Sociosanitarie new - Aggiunto il 26-Nov-2021 - Visite: 0

 

Fatebenefratelli - Fondazione Internazionale Fatebenefratelli new
Fondazione per la ricerca e la formazione sanitaria e sociale. - Aggiunto il 26-Nov-2021 - Visite: 734
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ncelle della Carità - Fondazione Teresa Camplani new - E' una realtà sanitaria senza scopo di lucro promossa dalla Congregazione delle Suore Ancelle della Carità di Brescia. In tutte le strutture della Congregazione, operante nella Chiesa e nella società civile da oltre 150 anni, le attività sanitarie vengono esercitate nel pieno rispetto della dignità della persona umana ed i professionisti che in esse prestano la loro attività sono vincolati a operare secondo i principi della deontologia specifica della loro professione, mantenendo alto il profilo etico e adottando comportamenti coerenti con il patrimonio morale espresso dalla Chiesa Cattolica. - Aggiunto il 26-Nov-2021 - Visite: 0

 

Giovedì 25 Novembre 2021

 

Universa Laus new - Associazione internazionale per lo studio della musica nella liturgia. - Aggiunto il 25-Nov-2021 - Visite: 3

 

Ente Ecclesiastico Ospedale Miulli - Acquaviva delle Fonti (BA) new - Aggiunto il 25-Nov-2021 - Visite: 1

 

 

Mercoledì 24 Novembre 2021


Dall'alba al tramonto new - Mensile di spiritualità e riflessione per giovani e adulti, nato a Padova nel 1982 e ormai diffuso in tutt'Italia. È tradotto in Romania e in Polonia. - Aggiunto il 24-Nov-2021 - Visite: 2712

 

Carmelitani Scalzi - Antica Erboristeria Sant'Anna - Genova new - Farmacia Erboristica attiva a Genova da quattro secoli e ancora gestita dai Frati Carmelitani che producono antiche ricette nel loro laboratorio monastico. - Aggiunto il 24-Nov-2021 - Visite: 6

 

Ubi Petrus (Blog di Don Antoniono Legname) new - Aggiunto il 24-Nov-2021 - Visite: 7

 

 

Martedì 23 Novembre 2021


Conferenza episcopale di Basilicata new - Aggiunto il 23-Nov-2021 - Visite: 4

 

 

Lunedì 22 Novembre 2021


Teresianum - Pontificia Facoltà Teologica - Pontificio Istituto di Spiritualità - Roma new cei 1160
La Facoltà di Teologia dei Santi Teresa di Gesù e Giovanni della Croce, chiamata 'Teresianum', appartiene all'Ordine dei Carmelitani Scalzi; fu eretta nel 1935 e conferisce i gradi accademici in Teologia con specializzazione in Antropologia Teologica. Presso la stessa Facoltà è stato eretto nel 1964 l'Istituto di Spiritualità, il quale favorisce lo studio scientifico della vita spirituale, e conferisce la laurea in Spiritualità. - Aggiunto il 22-Nov-2021 - Visite: 1653


Opera Don Calabria new cei 0952 - Il suo Fondatore, la sua storia, le sue attività. Le pagine vogliono essere uno spunto per una riflessione personale che, dalle tematiche tipiche della spiritualità calabriana, tocchi l'intero campo dell'interiorità umana. A questo scopo sono pubblicati documenti d'archivio e scritti recenti. Infine si affrontano temi d'attualità attraverso gli articoli dell'Amico, la rivista italiana della

 

Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza. - Aggiunto il 22-Nov-2021 - Visite: 2477

 

Radio San Giuseppe new - Aggiunto il 22-Nov-2021 - Visite: 22

 

Domenica 21 Novembre 2021

 


Sulla strada con ... (Bolg di Padre Filo, missionario comboniano) new - Aggiunto il 21-Nov-2021 - Visite: 17

 

Congregazione Maestre Pie Venerini - Istituto Maestre Pie Venerini - Ariccia (RM) new - Aggiunto il 21-Nov-2021 - Visite: 9

 

 

Venerdì 19 Novembre 2021


Diocesi Massa Marittima-Piombino new cei 0000 - Sito ufficiale della Diocesi di Massa Marittima - Piombino. Contiene notizie sulla Diocesi, spunti di riflessione, raccolte di materiale per pastorale familiare, informazioni su luoghi di accoglienza - Aggiunto il 19-Nov-2021 - Visite: 4105

 

Associazione Italiana Santa Cecilia per la musica sacra new - Il sito è la voce ufficiale sul web dell'AISC che da 100 anni è a servizio della Chiesa attraverso la musica sacra in Italia. Aggiunto il 19-Nov-2021 - Visite: 5203

 

 

Lunedì 15 Novembre 2021


AIPAS - Associazione Italiana Pastorale Sanitaria new - L'AIPAS è un'aggregazione che raccoglie tutti coloro che svolgono stabilmente specifiche attività nell'ambito della pastorale sanitaria: sacerdoti diocesani, diaconi, membri di istituti religiosi maschili e femminili e laici.
Aggiunto il 15-Nov-2021 - Visite: 2393

 

Santuari Pievi Oratori in terra mantovana new - Aggiunto il 15-Nov-2021 - Visite: 13


Domenica 14 Novembre 2021


Diocesi Brindisi-Ostuni new cei 0000 - Il sito descrive analiticamente la realtà dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni in tutte le sue articolazioni: uffici diocesani, vicariati, parrocchie, enti culturali, mezzi di comunicazione, peculiarità storico-artistiche.
Aggiunto il 14-Nov-2021 - Visite: 5266

 

 

Venerdì 12 Novembre 2021


PN - Arzene - Parrocchia San Michele Arcangelo new cei 0000 - Aggiunto il 12-Nov-2021 - Visite: 35

 

 

Giovedì 11 Novembre 2021


Diocesi Noto (SR) new cei 0000 - Sito ufficiale della Diocesi di Noto: informazioni generali, annuario, appuntamenti e segnalazioni, documenti, programma diocesano, siti segnalati, stampa diocesana ed altro. - Aggiunto il 11-Nov-2021 - Visite: 4370

 

Mercoledì 10 Novembre 2021


Diocesi Concordia-Pordenone new cei 0000 - Sito ufficiale della diocesi di Concordia-Pordenone. Riporta notizie su diocesi, parrocchie, vescovo e curia, clero e vita consacrata, istituzioni, associazioni, aree pastorali (iniziative, proposte, sussidi ecc.). - Aggiunto il 10-Nov-2021 - Visite: 3596

 

Lunedì 8 Novembre 2021


Diocesi Vicenza new cei 0000 - E' il sito ufficiale della diocesi di Vicenza collegato a quello della CEI (www.chiesa cattolica.it). Contiene i dati essenziali dell'annuario diocesano - fornisce appuntamenti - documenti e iniziative più importanti del vescovo o degli Uffici diocesani.
Aggiunto il 8-Nov-2021 - Visite: 9018
Clarisse - Monastero Santa Maria degli Angeli - Palestrina new - Aggiunto il 8-Nov-2021 - Visite: 47
Venerabile Nilde Guerra (1922-1949) new - Aggiunto il 8-Nov-2021 - Visite: 18

 

Martedì 26 Ottobre 2021


RM - Artena - Parrocchie di Santo Stefano e Santa Croce new cei 0000 - Aggiunto il 26-Oct-2021 - Visite: 20 - Capitelli, Edicole Votive, Cappelle, Chiesette new - Aggiunto il 26-Oct-2021 - Visite: 19

 

Domenica 24 Ottobre 2021


Diocesi Trani-Barletta-Bisceglie (BT) new cei 0000 - Il sito ufficiale della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Zone pastorali, Centri di spiritualità, socio-assistenziali e culturali, movimenti gruppi e associazioni, la storia... Tutto quello che si muove e opera attorno alla Chiesa locale. - Aggiunto il 24-Oct-2021 - Visite: 4598

 

Giovedì 21 Ottobre 2021


Diocesi Chieti-Vasto new cei 0000 - Sito ufficiale dell'Arcidiocesi di Chieti-Vasto con tutte informazioni istituzionali e le pubblicazioni fatte in diocesi. - Aggiunto il 21-Oct-2021 - Visite: 8106

 

Martedì 19 Ottobre 2021


Diocesi Cesena-Sarsina new cei 0000 - Aggiunto il 19-Oct-2021 - Visite: 2673

 

Lunedì 18 Ottobre 2021


Chiesa della Madonna del Terremoto - Mantova new - Aggiunto il 18-Oct-2021 - Visite: 26

 

Giovedì 14 Ottobre 2021


BS - Desenzano del Garda - Parrocchia San Giuseppe Lavoratore new cei 0000 - Aggiunto il 14-Oct-2021 - Visite: 33

 

Martedì 12 Ottobre 2021


RM - Roma Primavalle - Parrocchia Santa Maria della Presentazione new cei 0000 - Situato nel Quartiere Primavalle-Torrevecchia, il territorio parrocchiale solcato da fossi e vallate conta attualmente circa 5.500 famiglie per un totale di 18.000 abitanti. - Aggiunto il 12-Oct-2021 - Visite: 32

 

Lunedì 11 Ottobre 2021


Santuario della Pieve dei due Pozzi - Barbassolo di Roncoferraro (MN) new - Aggiunto il 11-Oct-2021 - Visite: 16

 

Mercoledì 6 Ottobre 2021


Santuario della Beata Vergine dei Miracoli - Gonzaga (MN) new - Aggiunto il 6-Oct-2021 - Visite: 18

 

Padre Paolo Benanti, francescano TOR new
Sono un francescano del Terzo Ordine Regolare e mi occupo di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. In particolare i miei studi si focalizzano sulla gestione dell'innovazione: internet e l'impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie. Aggiunto il 6-Oct-2021 - Visite: 41

 

Martedì 5 Ottobre 2021
Santuario della Beata Vergine Incoronata - Mantova new Aggiunto il 5-Oct-2021 - Visite: 22



I nuovi siti dei giorni scorsi li trovi nella pagina degli ULTIMI ARRIVI

(per contattarci non rispondere a questo messaggio ma scrivi a info@siticattolici.it)
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Nadia NespolI - Immaginette contemporanee
Mostra e catalogo a cura di Margherita Zanoletti


 

Casa del

Pellegrino - Piazza Madonna delle Grazie, Ardesio (BG)
ingresso dal sagrato del Santuario, 2° piano

appuntamenti
venerdì 27 agosto, ore 17 apertura e presentazione della mostra
sabato 28 agosto, ore 11 inaugurazione ufficiale
sabato 28 e domenica 29 agosto, ore 9,30 e 11,30 visite guidate

 

cartella stampa

 

Evento all’interno del Festival Sacrae Scenae organizzato da Vivi Ardesio, Associazione Arte e Cinema, Pro Loco Ardesio,
Comune di Ardesio, Parrocchia di Ardesio e patrocinato dalla Provincia di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo,
Comunità Montana e in collaborazione con la Diocesi di Bergamo e l’Università degli studi di Bergamo.
Prodotto in collaborazione con Laboratorio Artemisia

 

Contatti
Raffaella Tosi - Corporate Communications Consultant e Media Relations
+39 392 5255057 | raffaella@raffaellatosi.com

 

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.47-2021 
 Ancona, Lunedì, 25 ottobre 2021  

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 QUANDO VOGLIONO METTERVI DEI LEGAMI E USARVI 
 QUESTO NON VIENE DA DIO 

 

 

La domanda del Cardinale Sarah che fa tremare i Vescovi
Da  Giovanni Bernardi
07/10/2021


     La dura accusa del cardinale Sarah ad alcuni vescovi che avrebbero implementato delle misure da lui non condivise in quanto addirittura “più restrittive di quelle previste”, riassunta in una domanda a dir poco centrale. Purtroppo, infatti, da quando è scoppiato il Covid si sono viste situazioni molto dolorose per la Chiesa cattolica nel nostro Paese, con poliziotti che si introducono in Chiesa per interrompere le celebrazioni e umiliare fedeli e sacerdoti.
     Paradossale è che alcuni sacerdoti e vescovi italiani si sono dimostrati persino più “statalisti” dello Stato stesso. Come nei casi più recenti del Green pass, nonostante non ci siano state indicazioni precise in merito da parte dei governi, su misure che sono strettamente politiche e che di universale talvolta hanno ben poco, alcune diocesi e vescovi hanno voluto essere ancora più “stringenti” di quanto richiesto.

La triste situazione che è emersa con il Covid
     Accesso alle Messe sbarrato se non con green pass, amuchina al posto delle acquasantiere, celebrazioni con mille e più limitazioni ed esclusioni, dimenticandosi forse che non si sta partecipando a uno spettacolo teatrale ma a un momento di incontro con la presenza viva e reale di Nostro Signore nella celebrazione della Santa Eucarestia.  Di fronte a tutto questo, il cardinale Robert Sarah, porporato guineiano etichettato come “tradizionalista” per le sue idee ferme e non negoziabili sulla Verità del cristianesimo e della Rivelazione divina incarnatasi nel Cristo, non ci sta. E alza la voce contro quanti si sono resi complici di tutto questo.

L’accusa ai sacerdoti che hanno chiuso le chiesa di propria iniziativa
     In modo particolare contro quei sacerdoti che hanno deciso di chiudere le chiese anche quando lo Stato non lo imponeva. Per il cardinale, purtroppo di questo ne dovremo rendere conto al Signore. “Nel mondo sono state numerose le situazioni in cui noi Pastori non abbiamo combattuto per preservare la libertà di culto del gregge di Cristo. In certi casi, i vescovi hanno preso decisioni ancor più restrittive dei governi civili, per esempio decidendo la chiusura delle chiese anche lì dove lo Stato non lo imponeva. Di tutto questo dovremo certamente rendere conto al giudice supremo”, ha affermato.

“Ma Cristo è morto sulla croce per salvare il corpo o le anime?”
     Come Sarah non è affatto d’accordo con l’idea che partecipare alla Messa in streaming equivalga a farlo in presenza, nell’incontro fisico con Gesù che non può essere di certo “smaterializzato”. In particolare, il religioso ha puntato il dito contro il “trasmettere ai fedeli la falsa idea che «partecipare» a messa in streaming o anche non parteciparvi affatto è lo stesso che recarsi alla domenica in chiesa, questo atteggiamento di noi Pastori ha rafforzato la convinzione che, in fondo, pregare e dare culto a Dio sia qualcosa di meno importante della salute fisica”.
     “Quanti Pastori hanno affermato pubblicamente, durante la pandemia, che la Chiesa metteva al primo posto la salute dei cittadini! Ma Cristo è morto sulla croce per salvare la salute del corpo o per salvare le anime?”, è la domanda incalzante di colui che per molti è tra i candidati ad essere persino il prossimo Pontefice.

La testimonianza che per il Cardinale Sarah è stata esemplare
     “È chiaro che la salute è un dono di Dio e la Chiesa da sempre la valorizza e se ne prende cura in molteplici modi. Ma più ancora della salute del corpo, per noi Pastori conta quella dell’anima, la quale è la «suprema lex», la legge suprema, nella Chiesa. Abbiamo permesso che i nostri fedeli restassero per lungo tempo senza la liturgia, senza la Comunione eucaristica e la Confessione, quando invece come si è visto bastava organizzarsi per offrire i Sacramenti in modo sicuro anche dal punto di vista sanitario”, conclude Sarah.
     Prima di spiegare che “avremmo potuto e dovuto protestare contro gli abusi dei governi, ma quasi mai lo abbiamo fatto“.“Molti fedeli sono rimasti scandalizzati da questa immediata e silenziosa sottomissione dei Pastori alle autorità civili, mentre queste compivano un vero abuso di potere, privando i cristiani della libertà religiosa”, ha chiosato.
     “D’altro canto, va lodato l’esempio contrario di quei Pastori che hanno agito secondo il Cuore di Cristo, quale, per citarne solo uno, l’arcivescovo di San Francisco, mons. Salvatore Joseph Cordileone. La sua testimonianza dimostra che lottare per la giusta causa costa fatica e attira critiche ingiuste e persino calunnie o persecuzioni di vario tipo, ma che alla fine il Signore concede la vittoria”.

 

È l'ora dei laici.
Siano le pecore a orientare i pastori
10-10-2021
https://lanuovabq.it/it/e-lora-dei-laici-siano-le-pecore-a-orientare-i-pastori

 

GIANFRANCO AMATO

 

     È l’ora dei laici. È il momento dei fedeli del Corpo Mistico di Cristo, ossia la Chiesa. È il tempo in cui spetta alle pecore orientare i pastori. È la stagione in cui sembra di rivivere un tradimento dei chierici. Occorre essere realisti e non scandalizzarsi. È successo altre volte che la Chiesa si inginocchiasse al mondo, ma si è sempre salvata dall'eresia.
     È l’ora dei laici. È il momento dei fedeli del Corpo Mistico di Cristo, ossia la Chiesa. È il tempo in cui spetta alle pecore orientare i pastori. È la stagione in cui sembra di rivivere una nuova “trahison de clercs” (tradimento dei chierici). Occorre, per questo, essere realisti e non scandalizzarsi. È successo altre volte nella storia del cristianesimo e succede ogni volta che la Chiesa si inginocchia di fronte al mondo, o lo scimmiotta diventandone la fotocopia sbiadita.
     Pensiamo a quello che è accaduto con l’eresia di Ario nel IV Secolo dopo Cristo. In quel tempo, infatti, come ricorda San Girolamo, «ingemuit totus orbis et arianum se esse miratus est», tutto il mondo gemette e si meravigliò di ritrovarsi ariano. L’imperatore Costanzo, la quasi totalità della Chiesa (pare persino il Papa Liberio) non erano più cattolici, avendo ceduto all’eresia. Fu un’infima minoranza a mantenere intatta la fede e a non cedere all’eresia di Ario. E fu un uomo coraggioso, il Vescovo Atanasio di Alessandria, a combattere solo contro tutti, riuscendo, grazie ad una vittoria miracolosa, a riportare la Chiesa alla vera fede cattolica. Davvero la logica di Dio non è la logica del mondo.
     San John Henry Newman ha scritto che proprio durante la grande crisi ariana è stata la fede dei laici, più che quella dei vescovi, a salvare la Chiesa. Mi è capitato recentemente di rileggere negli Ariani del IV secolo, opera scritta a ventinove anni dallo stesso Newman, questa interessante citazione di San Gregorio Nazianzeno: «I pastori hanno certamente fatto cose folli; poiché, a parte pochi, i quali o per la loro insignificanza furono ignorati, o per la loro virtù resistettero e furono lasciati come un seme e una radice per la rifioritura e rinascita di Israele sotto l’influenza dello Spirito Santo, tutti cedettero al compromesso, con la sola differenza che alcuni cedettero subito e altri dopo; alcuni furono campioni e guide nell’empietà e altri si aggregarono a battaglia già iniziata, succubi della paura, dell’interesse, delle lusinghe o – ciò che è più scusabile – dell’ignoranza» (Orationes, XXI 24).
     In realtà la denuncia più dura di San Gregorio Nazianzeno fu rivolta ai vescovi del suo tempo, accusati di aver piegato le ginocchia di fronte al mondo. Una denuncia che suona oggi drammaticamente attuale: «Noi serviamo i tempi e le esigenze delle masse. Lasciamo le nostre navi al vento che soffia di volta in volta e come camaleonti sappiamo dare alla nostra parola vari colori» (De vita sua. Carmina, 2,1,11). Anche San Ilario di Poitiers – a ragione considerato l’Atanasio d’Occidente – evidenziò la fedeltà dei laici in contrasto con il tradimento della fede perpetrato dalla maggioranza dei vescovi durante la crisi ariana, arrivando a scrivere nella sua opera Contra Arianos che «le orecchie dei fedeli sono più sante delle labbra dei vescovi» (Contra Arianos, vel Auxentium, 6).
     Accade sempre così quando la Chiesa tradisce il mandato conferitole dal suo Fondatore, e non rispetta l’ammonimento ad essere nel mondo ma non del mondo. La Chiesa oggi sembra aver perso la sua “vis atractiva”, limitandosi a ripetere ciò che dice il mondo, e rischia di non avere più nulla di alternativo e affascinante da proporre. Del resto, perché i cristiani dovrebbero frequentare una chiesa per ascoltare le stesse cose che vengono propagandate dai media del mondo?
     Troppi. Decisamente troppi i prelati mondani. Per costoro sembrano valere le terribili parole che Santa Brigida sentì da Gesù e riportò nel suo Libro delle Rivelazioni: «Direbbero centinaia di parole per amore del mondo piuttosto che una sola in Mio onore. Lavorerebbero centinaia di volte per il proprio vantaggio che una sola per il Mio» (Libro delle Rivelazioni, libro I, cap. 48).
     Ho sempre nutrito una certa ammirazione nei confronti dell’arcivescovo americano Fulton John Sheen, uno di primi e più celebri telepredicatori cattolici, inizialmente via radio e successivamente per televisione. Un vero Pastore, innamorato di Cristo e capace di attirare alla Verità con un fascino magnetico.
     Durante un discorso rivolto ai Cavalieri di Colombo nel giugno del 1972, l’arcivescovo Sheen diede questa precisa indicazione: «Chi salverà la nostra Chiesa? Non i nostri vescovi, né i nostri preti e religiosi. Siete voi, il popolo. Voi avete menti, occhi e orecchie per salvare la Chiesa. La vostra missione è badare che i vostri preti si comportino da preti, i vostri vescovi da vescovi e i vostri religiosi da religiosi». Nel 2002 si aprì ufficialmente la causa per la sua beatificazione. Dieci anni dopo, nel giugno del 2012, Benedetto XVI autorizzò la promulgazione del decreto con cui monsignor Fulton John Sheen veniva dichiarato Venerabile. Nel luglio 2019 fu approvato un miracolo avvenuto per intercessione dello stesso Sheen, fatto che aprì la strada alla beatificazione, originariamente programmata per il 21 dicembre 2019 nella cattedrale di Peoria e poi inspiegabilmente rinviata a data da destinarsi, senza un’ufficiale motivazione. Ad oggi, tre anni dopo, la strada per la beatificazione pare ancora sbarrata. E si teme lo sarà ancora per diverso tempo. Fulton John Sheen è evidentemente una voce troppo scomoda per una Chiesa che ammicca al mondo e che piace al mondo.

 

GIANFRANCO AMATO

 

 

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Notiziario periodico di Tele Maria / n.48-2021 
 Ancona, Lunedì 1° novembre 2021  

 

 L'INTERCESSION DEI SANTI BAMBINI 
 PER LA SALVEZZA   DEL MONDO 

  DUE ITALIE E DUE MOBILITAZIONI  

 

 

 

   «Vi saranno santi fra i bambini!» esclamò san Pio X quando aprì loro i tabernacoli eucaristici, anticipando l’età per ricevere il sacramento della comunione. Ma forse non immaginava che questo si sarebbe avverato così presto. «Caro Gesù eucarestia, sono tanto, proprio tanto contenta che tu sei venuto nel mio cuore. Non partire più dal mio cuore resta sempre, sempre con me. Gesù io ti amo tanto, io mi voglio abbandonare nelle tue braccia e fa di me quello che tu vuoi. [...] O Gesù amoroso dammi anime, dammene tante!». Chi scrive è una bambina. Una bambina di appena sei anni. La grafia e gli errori sono quelli di chi ha da poco imparato a usare la penna. Si chiama Antonietta Meo, per i suoi: Nennolina. Quando scrive questa letterina indirizzata al suo «caro Gesù» ha da poco ricevuto la prima comunione e la malattia che da tempo la divora le è già costata l’amputazione di una gamba. Morirà a Roma tre mesi più tardi stroncata da un cancro alle ossa. È il 3 luglio 1937.
   Nennolina ha solo sei anni e mezzo. Eppure conversioni e grazie accompagneranno la sua morte. Bigliettini di preghiere e di ringraziamenti ricopriranno la sua tomba al Verano. Nel breve giro di un anno vengono pubblicate due sue biografie. La fama di santità di Nennolina si diffonderà tanto spontaneamente e immediatamente da oltrepassare non solo i confini della sua parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme, ma anche i confini di Roma e d’Italia. Già nel 1940 compaiono sue biografie in lingue straniere, persino in armeno. Il processo di beatificazione verrà aperto nel 1942 e la fase diocesana si concluderà nel 1972. Ma proprio il motivo dell’età, trovandosi al limite di quella che è considerata l’età della ragione, ha creato perplessità in quanti si sono trovati ad esaminare il suo caso e non poche difficoltà nello svolgimento del processo. Anche se nessuna legge canonica determina infatti i limiti d’età di coloro per i quali si vuole istituire il processo di beatificazione, solamente nel 1981, attraverso la Dichiarazione della Sacra Congregazione delle cause dei santi, la Chiesa ha pienamente riconosciuto che anche i bambini possono compiere atti eroici di fede, speranza e carità, e possono pertanto essere elevati all’onore degli altari.

Le letterine al «caro Gesù»
   Antonietta nasce il 15 dicembre 1930 in una famiglia benestante di Roma. La casa della famiglia Meo è a pochi passi da Santa Croce in Gerusalemme. Margherita, la sua sorella maggiore, ci mostra le foto di Nennolina: capelli tagliati alla paggetto e due ridenti occhioni neri, secchiello e paletta mentre gioca con i bambini al mare... In una foto si diverte in barca sul laghetto di villa Borghese, in un’altra sorride con il costume di carnevale... «Mia sorella», ricorda, «era una bambina allegra, vivacissima e birichina, come lo sono i bambini a quell’età». A tre anni, nell’ottobre del ’33, viene iscritta all’asilo delle suore a due passi da casa. (Continua)

 

NEL GIARDINO DI GESU'
                                                                            

I bambini e il segreto della santità possibile
01-11-2021


https://lanuovabq.it/it/i-bambini-e-il-segreto-della-santita-possibile
La santità non è un modello di perfezione raggiungibile da pochi eletti, ma è la chiamata di ogni cristiano. E' il desiderio di Gesù Cristo per ogni uomo. Ce lo rivelano un esercito di santi bambini che, silenziosamente, stanno portando Cieli nuovi e terra nuova proprio in questo tempo che appare privo di speranza, insegnandoci a credere in Colui che Vive e che tutto può. E andando dietro a loro impariamo i segreti del Paradiso...

   Santa Teresina di Lisieux paragonò il Paradiso ad un giardino fiorito ove ogni fiore, dalla maestosa rosa all’umile pratolina, serve a omaggiare la Primavera, proprio come, ogni anima, piccola o grande che sia, glorifica Dio facendo semplicemente la Sua divina Volontà.
   Ebbene, verrebbe da dire che la piccola Teresa del Carmelo, aveva scordato di raccontare un particolare fondamentale: che questo giardino fiorito è pieno di bambini i quali cantano, giocano e scorrazzano come pazzi, facendo incredibilmente divertire Dio.
   E’ questa l’immagine che si registra guardando “La santità raggiungibile”, uno speciale edito da Maria Vision Italia e curato da Enrico Graziano Giovanni Solinas, in cui otto genitori raccontano le incredibili storie dei loro dieci bambini, già volati in Cielo.
   Si ha così l’impressione che non si possa più prescindere dai bambini per comprendere cosa sia la santità e come essa si realizzi in questo tempo. Ovvero, che se non ritorneremo come bambini, davvero non potremo entrare nel Regno dei Cieli. In effetti, questi dieci bambini non sono che la punta di un iceberg, o meglio, sono il piccolo manipolo di un esercito ben più vasto e popoloso di quanto si possa immaginare. Ma cosa ci dicono questi bambini? E quale santità ci raccontano?

SANTI PERCHE’ PICCOLI 
   Non è un caso che la capofila di questa allegra schiera di santi bambini, si chiami Sara Mariucci ed abbia, pensate un po’, solamente tre anni.
   Fulminata da una scarica elettrica salendo su un giochino a gettoni, la storia di Sara, che vede la Madonna e predice la sua morte terrena con un racconto dettagliato alla mamma, lascia senza parole. Ancor più perché, dopo la sua partenza per il Cielo, la conversione dei suoi famigliari non è che l’inizio di una pioggia di miracoli che la piccina fa cadere ininterrottamente dal Paradiso.
   “Ultimamente – racconta mamma Anna – una signora ha pregato Sara chiedendo la grazia di una gravidanza. Una notte questa signora sogna Sara, la quale però le dice di non poterle dare retta, essendo troppo indaffarata. La signora infatti non riceve la grazia, ma per molti mesi persevera nella preghiera finché una notte sogna nuovamente la piccina. Questa volta Sara le appare in sogno tutta circondata da stelle luminose e dice: “E’ giunto il tempo”. Poi raccoglie le stelle tra le manine e le poggia sul grembo della donna. Di lì a poco la donna scopre di essere in dolce attesa”. (Continua)

 

 

Continua...

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Notiziario periodico di Tele Maria / n.49-2021 

 Ancona, Domenica 14 novembre 2021

 

 IL PRIMATO DELLA COSCIENZA 
 il Beato FRANZ JAGERSTATTER 
 SOLO CONTRO HITLER 

 

 

 IL MARTIRIO 
 DEL BEATO FRANZ JAGERSTATTER 

 

   Agosto 1943. Nel carcere militare di Berlino-Tegel, un condannato a morte traccia con mano maldestra le righe seguenti: «Anche se scrivo con le mani incatenate, è meglio che avere la mia volontà incatenata. A volte, Dio si manifesta donando la sua forza a coloro che lo amano e che non pongono le cose terrene al di sopra delle realtà eterne. Né la prigione, né le catene, e nemmeno la morte possono separare qualcuno dall'amore di Dio, strappargli la sua fede e la sua libera volontà. La potenza di Dio è invincibile».
     Parole di una profondità sconvolgente, oltre che coinvolgente. Ma chi è quel singolare condannato? Si tratta di un martire della fede, beatificato dalla Chiesa Cattolica. Parliamo di Franz Jägerstätter, nato nel maggio del 1907 a St. Radegund, cittadina dove trascorse una giovinezza piuttosto dissipata. Poi, un giorno, rientrato in sé, ricordò le sue radici cristiane cattoliche. Ne seguì una conversione religiosa intensa che lo portò a cambiare stile di vita. Messa la testa a posto, nel 1936 sposò Franziska Schwaninger, una donna di valore a cui la sua vita di fede deve tanto.
     Dal matrimonio nacquero tre bambine. Franz, nel frattempo, era diventato terziario francescano ed aveva anche prestato servizio militare. Ma i tempi erano cattivi. Con l'Anschluss la Germania nazista mise le mani sull'Austria annettendola al Terzo Reich. Il 10 aprile 1938 Jägerstätter votò «no» al plebiscito organizzato in Austria dai nazisti dopo l'Anschluss. Fu l'unico del suo paese ad osare farlo… Profondamente cattolico, detestava il nazismo pagano e riteneva del tutto ingiustificata la guerra che esso aveva scatenato.
     Scoppiò lo scontro armato e Franz non aveva intenzione di prendevi parte perché non voleva parteciparvi come soldato tedesco. E così, a partire dall'aprile 1941, è deciso a non ottemperare più a una nuova chiamata al servizio nei corpi dell'esercito della Germania nazista. È convinto, dopo una lunga e prudente riflessione che, se lo farà, peccherà collaborando direttamente a una guerra ingiusta spalleggiando le mire espansionistiche di un regime anticristiano.
     La decisione di sottrarsi a una nuova chiamata alle armi gli valse molte critiche nel suo ambiente circostante. Sua madre gli mostra le tragiche conseguenze che sono da temere per lui e per la sua famiglia. Padre Joseph Karobath, il suo parroco, cerca di tranquillizzarlo sostenendo che può, senza peccato, partecipare alla guerra, perché non c'è altra via possibile. Ma – dirà il sacerdote – «Franz mi ha sempre controbattuto citandomi la Scrittura: “Non facciamo il male perché ne venga un bene” (Rm 3,8)».
     Franz interroga anche il suo vescovo, Mons. Joseph Fliesser che, secondo la sua propria testimonianza, cerca di convincerlo a obbedire alla chiamata alle armi: la questione di sapere se la guerra sia giusta andrebbe oltre la competenza di un semplice cittadino e Franz avrebbe dei doveri prima di tutto nei confronti della sua famiglia. Ma questa risposta del prelato non soddisfa Jägerstätter.
     Intanto il momento fatidico era ormai giunto. Nel febbraio del 1943, due anni dopo aver maturato la sua decisione, arrivò alla fine la chiamata alle armi. Jägerstätter, con coerenza e grande forza d’animo, rifiutò di presentarsi. Quando gli venne ingiunto di trovarsi alla caserma di Enns il 25 febbraio, Franz scrisse a padre Karobath, allora in esilio: «Devo annunciarle che forse perderà uno dei suoi parrocchiani... Poiché nessuno può ottenere che io venga dispensato dal compiere una cosa che metterebbe in pericolo la mia salvezza eterna, non posso cambiare nulla alla mia risoluzione, che lei conosce». Il sacerdote, a questo punto, colpito dalla limpidezza della testimonianza cristiana del suo parrocchiano, comprende la sua posizione e l’approva.
     Franz venne arrestato ai primi di marzo per renitenza alla leva e portato nel carcere di Linz. Qui riceve la visita di un sacerdote, padre Baldinger, che lo invita ad accettare la chiamata alle armi. Il prete sosteneva che l'indossare le armi non implicasse un'adesione al regime nazista; si sarebbe trattato soltanto di un atto di obbedienza civile che non avrebbe vincolato la coscienza. Ma Jägerstätter non si lasciò abbindolare.
     Fu, per lui, una prova molto dura, una tentazione sottile e logorante perché non solo padre Baldinger ma tutti quelli che lo visitarono – e pure il suo avvocato – lo ponevano di fronte al ricatto morale: non pensi alle tue bambine? che ti costa fingere di giurare? La pena prevista è la morte, lascerai la tua famiglia alla fame e segnata per sempre; sei sicuro che la tua posizione non derivi da orgoglio che tu confondi con la coerenza alla fede religiosa? Ma lui, tra le letture quotidiane della Bibbia, aveva presente Eleazaro, quell’anziano ebreo che rifiutò di mangiare carne di maiale al tempo della persecuzione di Antioco: anche a lui avevano suggerito di far finta per salvarsi la vita ma il venerando israelita aveva pensato al cattivo esempio che avrebbe dato ai giovani se avesse ceduto.
     È per obbedire a Dio e salvare la propria anima che Jägerstätter segue il giudizio della sua coscienza la quale, scrive San Bonaventura, è come l'araldo e il messaggero di Dio e ciò che dice non lo comanda da sé stessa ma come proveniente da Dio, alla maniera di un araldo quando proclama l'editto del re. E da ciò deriva il fatto che la coscienza ha la forza di obbligare. Continua...

 

Alttri articoli in questo numero:

 

BREVE BIOGRAFIA del Beato FRANZ JAGERSTATTER

 

RITO DI BEATIFICAZIONE
DEL SERVO DI DIO FRANZ JÄGERSTÄTTER
OMELIA DEL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS
Linz, Austria - Venerdì, 26 ottobre 2007

 

 

da "LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA"
Vaccini e feti, quel che ci insegna il vecchio Eleazaro
di LUISELLA SCROSATI
ECCLESIA
28-12-2020

 

CIRCA LA VOLONTA' POLITICA
DI VACCINARE I BAMINI DAI 2-3 ANNI IN SU
IL GIUDIZIO DELL'INVENTORE DEI VACCINI A mRNA

 

 Due amori hanno fondato due città:
 l’amore di sé fino al disprezzo di Dio ha generato la città terrena, 
 l’amore di Dio fino al disprezzo di sé ha generato la città celeste. 

 (Sant'Agostino) 

 

 NON PRAEVALEBUNT! 

 

PRONTI AL MARTIRIO
di DANILO QUINTO

 
 

 

 

 

 

 

Mercoledì 11 agosto 2021 all'apero (con tutte le precauzioni per il Covid)
DRAGHI E SANTITA'
A Terravecchia (CS) la presentazione in anteprima del nuovo libro di Mauro Santoro

 

Da dieci anni la chiesetta della Madonna del Carmine a Terravecchia, è stata elevata a Santuario dell'arcidiocesi di Rossano-Cariati; per solennizzare l'avvenimento a Terravecchia si terranno nei prossimi giorni due momenti, il primo una celebrazione eucaristica (lunedì 9 agosto 2021 alle ore 18.30) alla presenza del nuovo arcivescovo mons. Maurizio Aloise; il secondo la presentazione del volume scritto da Mauro Santoro e pubblicato dalla casa editrice Progetto 2000 di Cosenza.
L'appuntamento culturale si terrà mercoledì 11 agosto 2021 alle ore 21 a Terravecchia, all'aperto (con tutte le precauzioni per il Covid) nel piazzale antistante le Scuole elementari. All'iniziativa dopo il saluto del parroco don Vincenzo Malizia ci sarà una conversazione tra l'autore Mauro Santoro - che è anche il sindaco di Terravecchia - e l'editore Demetrio Guzzardi.
Il volume dal titolo "La Madonna del Carmine che sconfigge il drago", ha come sottotitolo "Origine e culto del martedì dopo Pasqua a Terravecchia".
Il saggio di Santoro è un excursus su come si è divulgato il culto carmelitano a Terravecchia e come ha preso piede la tradizione che vuole la Vergine del Carmine vincitrice su un drago che divorava i più piccoli del centro collinare jonico.
il volume molto illustrato è arricchito da un'appendice antologica, con numerosi testi che parlano del drago di Terravecchia; da segnalare il saggio finale di Demetrio Guzzardi su "draghi e santità". Il testo di Mauro Santoro sarà presentato anche durante la Settimana della cultura calabrese che si terrà prossimamente a Cosenza..

Istituito il Premio "padre Maffeo Pretto" 
sulla pietà popolare in Calabria

L'Universitas Vivariensis, presieduta dall'editore cosentino Demetrio Guzzardi e il Centro Studi
“mons. Scalabrini” Calabria, responsabile l'avv. Antonella Natale, hanno istituito il "Premio padre Maffeo Pretto - La pietà popolare in Calabria" per ricordare il missionario scalabriniano che ha indagato, studiato, pubblicato e divulgato le storie e i valori del cattolicesimo popolare.
Il riconoscimento verrà assegnato annualmente ad autori che proseguono gli studi sulla pietà popolare in Calabria. La prima edizione si terrà venerdì 6 agosto 2021 - ore 22.00 a Monterosso Calabro (VV) in piazza Lonace. Il riconoscimento verrà assegnato all’antropologo Giuseppe Cinquegrana, autore del volume "I vuti alla Madonna del Soccorso di Monterosso Calabro. Pani-dolci, spicanardi e santini popolari".

Padre Maffeo Pretto, era nato nel 1929 a Cologna Veneta (Verona), dal 1979 è stato una presenza significativa a Briatico, centro del Tirreno vibonese, dove aveva costituito il Centro studi "mons. Scalabrini" per studiare la pietà popolare e la fenomenologia dell'emigrazione.
Autore di numerosi libri, tutti pubblicati dalla casa editrice Progetto 2000 di Cosenza, che tra l’altro ha in corso di stampa un suo nuovo saggio: La Calabria e la sua cultura popolare tradizionale; padre Pretto, lo scorso 9 giugno 2021 ha concluso la sua vita terrena e con la sua personalità e i suoi studi, lascia un’eredità davvero unica.

Giuseppe Cinquegrana, saggista, giornalista, insegna Lingua e Letteratura inglese al Liceo delle Scienze Umane “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, dove coordina i corsi di lingue orientali (cinese, arabo, russo e giapponese). Per la promozione del territorio vibonese ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche dall’estero e nel 2018 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha conferito il titolo di Cavaliere all’Ordine della Repubblica Italiana.  
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni d’interesse storico-antropologico .

 

 

Perdere chi si è amato è forse la prova più dura alla quale la vita ci sottopone. Sul perché si debba soffrire tanto si affollano in noi miriadi di domande, ma nessuna risposta, forse, è quella che cerchiamo.

C’è però qualcosa che può darci la forza per vivere e attraversare il dolore: aiutare il prossimo, concretamente.

È questo ciò che ti suggerisco: trasformare il ricordo e l’amore per chi ti ha lasciato in un gesto di generosità e tenerezza. 
Un modo può essere sostenere Opera San Francesco e i suoi servizi con una donazione in memoria, per offrire ai poveri il bene più prezioso: la speranza nel futuro.

Ti auguro tutta la Pace e tutto il Bene!

fra Marcello Longhi

fra Marcello Longhi

Fai una donazione in memoria

Ogni giorno Opera San Francesco offre a poveri ed emarginati:

 

Fondazione Rachelina Ambrosini Ambrosini <fondazioneambrosini@gmail.com>

 

Il 3 novembre, con l’autorevole testimonianza dell’Ambasciatore Stefano Pontecorvo (Afghanistan), prenderanno il via i seminari per il Laboratorio di Cooperazione Internazionale e sfera pubblica non governativa, organizzati dal Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con la Fondazione Rachelina Ambrosini. Le giornate consentiranno agli studenti dell’Ateneo salernitano di poter ascoltare e confrontarsi con personalità di tutto rilievo nell’ambito della cooperazione.
Chiunque fosse interessato a partecipare può fare richiesta a:
adaamendola@unisa.it o vferri@unisa.it

 

Buona domenica, gentilmente, se possibile, segnalare la 53° manifestazione di collezionismo che organizziamo il 13 e il 14 novembre 2021 a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli,  allego comunicato stampa, locandina e immagini da inserire a vostra discrezione.
Certi di una fattiva collaborazione di fronte a uno dei pochi eventi di rilevanza nazionale organizzati dal 1994 in Campania, punto d'incontro di tutto il Sud Italia, siamo a disposizione per ogni eventualità.

In attesa, colgo l'occasione per invitarvi all'evento, distinti saluti da Attilio Magklio

Sabato 13 e domenica 14 novembre a Castellammare di Stabia fine settimana dedicato al collezionismo di qualità

Torna a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, con la 53° edizione, la manifestazione Memorial Correale, organizzata dall’Associazione Circolo Tempo Libero, in memoria del defunto presidente Salvatore Correale, attirando centinaia di visitatori e partecipanti provenienti da ogni regione d’Italia.

 

La mostra mercato di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline, libri e collezionismo di vario genere, si terrà per la seconda volta presso lo spazio espositivo di più’ di 1000 mq dell’Hotel Queen Daisy, che si trova in via Schito n°185.

Il Queen Daisy vanta una posizione strategica, in una zona industriale, a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio, Napoli e Salerno, Paestum e Caserta, Capri e Ischia.

Un luogo ideale per soggiornare in ogni occasione. Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolli che raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo.

Da 27 anni la Campania grazie all’impegno dei soci dell’Associazione Circolo “Tempo Libero”, è diventata nel panorama nazionale del collezionismo punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi, con serietà, professionalità e passione, in una realtà ostile, poco propensa ad ospitare iniziative di questa valenza storica e culturale, con carenze strutturali sia pubbliche che private.

Il Memorial Correale è l'unico evento del Sud Italia, per anzianità, che ha sempre garantito massima accoglienza ai collezionisti, ambiente sicuro, totalmente familiare, presenza di materiale certificato e dichiarazione di autenticità, grazie a qualificati operatori del settore, periti iscritti all'albo del Tribunale, della Camera di Commercio, esperti numismatici iscritti alla N.I.P, N.I.A e filatelici alla FSFI - Federazione Fra le Società Filateliche Italiane.

All’interno delle dello spazio completamente videosorvegliato e vigilato dedicato all’evento, sarà possibile valutare, scambiare, acquistare o vendere: monete, francobolli, banconote, decorazioni e calendari militari, cartoline, stampe, orologi, album e raccoglitori da collezione, immagini sacre, giocattoli, carte telefoniche, quotidiani, locandine, libri, fumetti, figurine, penne da scrittura, pins, spille. Un'opportunità più unica che rara per scoprire il collezionismo di qualità, approfondendo la conoscenza attraverso lo studio, coinvolgendo e appassionando le nuove generazioni, stimolandoli con sani valori e principi etici.

 

L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera. Gli orari di apertura e chiusura sono sabato 13 novembre 2021, dalle ore 9 alle 13, breve pausa pranzo, ripresa dalle ore 16, mentre domenica 14 novembre 2021, dalle ore 9 alle 13, a disposizione servizio bar-ristorazione, pranzo o cena completa a prezzo fisso a € 15. Per ulteriori informazioni: Associazione Circolo Tempo Libero

 

Marco Mascagna: messaggio novembre 2021
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La gente muore, i nostri figli e nipoti sono minacciati ma politici, amministratori e cittadini non vogliono capirlo
L’inquinamento dell’aria causa almeno 40.000 morti ogni anno in Italia. Questo secondo le stime più prudenti (altri studi stimano almeno 50.000 morti)[1].
I principali inquinanti che determinano danni alla salute sono:

  • le polveri: solo quelle inferiori a 10 micron di diametro (PM10) sono pericolose per la salute, perché le altre sono arrestate già nel naso o nella bocca. Le più pericolose sono le PM2,5, capaci di raggiungere gli alveoli polmonari e le PM1, capaci di penetrare attraverso i polmoni nell’apparato circolatorio. Le polveri possono avere azione cancerogena, irritante e allergizzante;

  • gli ossidi di azoto (NOx): sono irritanti causando bronchite, asma e infiammazione delle prime vie aeree;

  • i composti organici volatili (COV, come benzene, benzopirene, ecc.): hanno una spiccata azione cancerogena;

  • l’ozono (O3): è una sostanza fortemente irritante che si forma nell’aria inquinata per effetto della radiazione solare.

Poi vi sono CO2, metano e altri gas che non hanno effetto diretto sulla salute, ma che sono gas serra: determinano l’aumento globale della temperatura del pianeta, con tutte le sue nefaste conseguenze (scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, bombe d’acqua, inondazioni, lunghi periodi di siccità ecc.).
In Italia le principali sorgenti di inquinamento sono il trasporto su gomma (auto, moto, camion), il riscaldamento domestico (soprattutto le caldaie a pellet), gli impianti industriali, i porti e gli aeroporti (per le emissioni di navi e aerei), alcune attività commerciali e artigianali (autoriparatori, falegnamerie, pizzerie, friggitorie ecc.), gli allevamenti di animali [2].
L'Italia è il Paese europeo con l'aria più inquinata [3]. Ciò è dovuto ai seguenti fattori:

  • l’enorme parco veicolare: in Italia vi sono 61 auto ogni 100 abitanti (contro le 55 della Germania, le 48 della Francia, 47 della Spagna, 45 dell’UK e Portogallo) e il 28% di tutti i motocicli circolanti nella UE [4];

  • l’uso eccessivo di auto e moto (gli italiani sono gli europei che usano di meno i muscoli per muoversi in città [5]): basti pensare che il 30% degli spostamenti in auto serve per raggiungere destinazioni che a piedi si raggiungerebbero in 5-30 minuti [4];

  • l’ampio uso del pellet per riscaldare case spesso mal coibentate [6].

Da quanto detto si comprende che l’inquinamento dell’aria non è un effetto inevitabile del progresso ma la conseguenza di scelte politiche e dei comportamenti e stili di vita dei cittadini. Le aziende dell’auto, del cemento, del petrolio e di altri comparti inquinanti sono riuscite a condizionare politici, amministratori e cittadini, che hanno compiuto e compiono, con più o meno consapevolezza, scelte utili a questi soggetti economici, ma estremamante dannose per la collettività.
A metà settembre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha abbassato i limiti massimi degli inquinanti nell’aria fissati nel 2005: il valore massimo ammesso delle polveri fini (PM2,5) è stato dimezzato (da 5mcg/mc a 2,5), quello delle polveri inalabili (PM10) da 20 mcg/mc a 15, quello del biossido di azoto da 40mcg/mc a 10 [7].
Tali riduzioni sono state imposte dai risultati delle ricerche degli ultimi 20 anni, che hanno dimostrato l’estrema pericolosità degli inquinanti atmosferici anche a basse concentrazioni.
Purtroppo le raccomandazioni dell’OMS non sono seguite dalla UE, le cui direttive permettono limiti notevolmente più alti di quelli ammessi dall’OMS nel 2005 (il doppio delle polveri inalabili, il quintuplo per le polveri fini). L’Italia poi non rispetta nemmeno questi limiti più blandi prescritti dalla UE e per questo è stata condannata nel 2020 dalla Corte di Giustizia europea per il continuo superamento del PM10 tra il 2008 e il 2018 ed è attualmente sotto processo per il costante superamento dei limiti di PM2.5 e del biossido di azoto.
Quindi le scelte di politici, amministratori e cittadini non solo determinano almeno 40.000 morti all’anno e aggravano l’effetto serra, ma ci costano e ci costeranno anche multe salate da pagare alla UE.
Che fare dunque? Quello che hanno fatto alcuni Stati, Regioni, Comuni:

  • non dare più soldi alle industrie automobilistiche, petrolifere e del cemento e a cittadini che comprano auto, ma a chi compra una bicicletta o un abbonamento ai mezzi pubblici, alle aziende dei trasporti pubblici, ai Comuni perché costruiscano piste ciclabili (a Copenaghen il 62% degli abitanti usa la bici tutti i giorni [9]);

  • non costruire altre strade, sottopassi, sopraelevate, tangenziali, svincoli, parcheggi (tutte scelte che favoriscono l’uso dell’auto), ma piste e percorsi ciclabili (Vienna ha 1000Km di piste ciclabili, Napoli 15 Km [10]), aree e percorsi pedonali, zone a traffico limitato (Monaco ha 44 Kmq, Napoli solo 6 Kmq [11]), funicolari, tramvie, ferrovie;

  • disincentivare l’uso dell’auto e incentivare l’andare a piedi, in bici o con i mezzi pubblici: per esempio ticket per chi circola con auto o moto (per circolare con l’auto nel centro di Londra si pagano 15 sterline al giorno, cioè 17,6 euro [12]) e aumento del ticket per la sosta. Tutti i soldi incassati in questo modo devono andare a finanziare la ciclabilità e i trasporti pubblici, come avviene a Londra;

  • eliminare le agevolazioni date al trasporto su camion, autobus, moto, aereo (14 miliardi all’anno [13]) e spostarli a quello su ferro, che è meno inquinante;

  • per ridurre l’inquinamento da riscaldamento: tasse sui combustibili più inquinanti, tariffe differenziate sull’energia elettrica e sul gas a seconda della quantità consumata (per disincentivare consumi non necessari), incentivi per l’isolamento termico degli edifici e per gli scaldaaqcua solari e per l’edilizia solare o geotermica (incentivi che non vadano a finire solo a ricchi e benestanti ma anche alle classi povere);

  • per ridurre l’inquinamento da impianti industriali: diminuire i limiti ammessi dell’emissione di inquinanti, introdurre tasse sulle emissioni totali e incentivi per l’uso di energie pulite (solare, eolica ecc.) e modificare i processi produttivi;

  • aumentare la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti (essenziale è costruire impianti di biodigestione-compostaggio di cui siamo estremamente carenti) e ridurre l’incenerimento;

  • eliminare gli incentivi agli allevamenti di carne, soprattutto la bovina, che è la più impattante sull’ambiente.

Ma è assolutamente indispensabile che i cittadini, oltre a politici e amministratori, diano il loro contributo :

  • appoggiando i politici e gli amministratori che prendono i provvedimenti prima elencati e contrastando chi continua a fare scelte politiche che determinano decine di migliaia di morti e avvicinano la catastrofe climatica del nostro pianeta;

  • utilizzando il meno possibile auto e moto e il più possibile i muscoli (l’attività motoria ha anche innumerevoli effetti benefici sulla salute) e i mezzi pubblici;

  • accendendo il meno possibile il riscaldamento e tenendolo a temperature non elevate (sotto i 22 gradi come da legge), usando meno acqua calda e utilizzando i condizionatori d’aria solo quando è indispensabile;

  • riducendo i consumi non necessari e a maggiore impatto ambientale e facendo scrupolosamente la raccolta differenziata;

  • convincendo altre persone a fare quanto sopra detto.

Insomma non è più possibile continuare a fare scelte politiche, amministrative e comportamentali da irresponsabili. Accettare che oltre 40.000 nostri fratelli ogni anno muoiano per colpa di queste scelte significa avere perso ogni umanità e senso etico. Andare incontro alla catastrofe climatica senza fare niente di efficace per fermarla è da idioti. Talvolta viene da pensare che la maggioranza dei politici, degli amministratori e dei cittadini è come anestetizzata, come se non si rendesse conto della realtà o chiudesse gli occhi per non vederla. E’ compito di noi cristiani far rinascere il sentimento di fratellanza, il senso etico, far aprire gli occhi sulla gravità estrema dell’inquinamento del pianeta Terra che il Signore ha affidato alla nostra cura.
Per fortuna sembra che i giovanissimi, gli studenti delle scuole, abbiano aperto gli occhi e non siano disposti a tollerare che si levi loro il futuro: sono stanchi di parole, bla bla bla, vogliono fatti e azioni concrete. Non lasciamoli soli.
Note: 1) Studio ESCAPE (http://www.escapeproject.eu): l’EEA ha pubblicato nel 2019 una stima di 58.000 decessi, ma considerando anche gli inquinanti naturali; 2) ISPRA: Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute, 2016; 3) EEA: Morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico, 2016; 4) ISFORT 2018; 5) ISPRA: Qualità dell’ambiente urbano XIII rapporto. Focus sulla mobilità pedonale in città; 6) ISPRA: Qualità dell’ambiente urbano XIV rapporto, 2018; 7) https://www.who.int/news/item/22-09-2021-new-who-global-air-quality-guidelines-aim-to-save-millions-of-lives-from-air-pollution; 8) I valori sono rispettivamente 15, 29 e 42 mcg/mc. La fonte e ARPAC i valori si riferiscomo al 2019; 9) https://www.piste-ciclabili.com/comune-napoli; 10) le fonti sono Comune di Monaco e Comune di Napoli, il dato si riferisce al 2016; 11) https://tfl.gov.uk/modes/driving/congestion-charge; 12) Legambiente stop sussidi alle fonti fossili 2020.
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Un manuale per l’educazione civica scaricabile gratuitamente
E’ scaricabile gratuitamente (http://casadivetro.regione.campania.it/PD20210013905_008135583.pdf) il manuale per l’insegnamento dell’Educazione Civica “One health: educare all’ecosostenibilità e alla salute” che vede tra i suoi autori anche Pio Russo Krauss, presidente della Marco Mascagna.

 
Ti consigliamo un film, un libro e un brevissimo video
Film: La promesse, di Luc e Jean Pierre Dardenne, con Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Assita Ouedraogo, Rasmane Quedraogo, Hachemi Haddad, Sophie Leboutte,1996, 93 minuti.
Nel Belgio dei nostri giorni Igor, un giovane che lavora con il padre in una piccola ditta di costruzioni, assiste alla morte di un immigrato irregolare in un cantiere. Il padre, sfruttatore di mano d’opera clandestina, tenta di mettere a tacere l’accaduto, suscitando però nel figlio un sentimento di ribellione per la disumanità con la quale vengono trattati i lavoratori clandestini e di solidarietà con la vedova dell’immigrato.
Libro: EuroMemorandum 2021: Un’agenda per la trasformazione socio-ecologica dell’Europa dopo la pandemia.
Il testo è la traduzione italiana del Rapporto realizzato dagli economisti della rete europea EuroMemoGroup. Al centro della pubblicazione l’analisi della situazione economico-politica dell’Europa e le ricette per uscire dalla crisi Covid ponendo le basi per una società più giusta, più equa ed ecosostenibile. Il Rapporto è scaricabile gratuitamente da https://sbilanciamoci.info/il-rapporto-euromemorandum-2021.
Video: spot sull’inquinamento da plastica. Proponiamo uno spot di Greenpeace sull’inquinamento da plastica. Il video dura solo 1 minuto ed è estremamente efficace e sarcastico. https://www.youtube.com/watch?v=m_9fT6Gma4k.

 
Contro l'intolleranza e il razzismo diffondi i video “Un pugno al cuore”, “Anche noi”, “Requiem”
L'intolleranza verso lo straniero, il senzatetto diventa ogni giorno più preoccupante, assumendo spesso le forme del razzismo e della bruta violenza. Rimanere in silenzio, in questa situazione, favorisce il crescere di questa mala pianta. Bisogna parlare e confutare le notizie false, fornire elementi per una corretta conoscenza del fenomeno, risvegliare i sentimenti di pietà, fraternità e solidarietà, amore. Uno strumento per tutto ciò possono essere i video “Un pugno al cuore”, Anche noi” e Requiem, che ti invitiamo a guardare e diffondere.
I video sono su Youtube a questi indirizzi:
Un pugno al cuore: www.youtube.com/watch?v=pOZvhzfhFfE
Anche noi: www.youtube.com/watch?v=dochQxEMRZA&t=5s
Requiem: www.youtube.com/watch?v=44V4JapxQsM&feature=youtu.be

 
La tua firma significa tanto! Può salvare prigionieri politici dalla tortura o dalla morte. Firma gli appelli di Amnesty
E´ ormai accertato che quando centinaia o migliaia lettere chiedono notizie e giustizia per i perseguitati politici, le autorità poco rispettose dei diritti umani molto spesso cambiano comportamento nei confronti di questi perseguitati. Grazie a questa strategia fatta propria da Amnesty centinaia e centinaia di perseguitati politici sono riusciti ad avere salva la vita e a riacquistare la libertà. Per questo firma le azioni urgenti di Amnesty (www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html).

 
 

 

 

 

 

 

 

Carissimi amici le proiezioni pubbliche di UNPLANNED - LA STORIA VERA DI ABBY JOHNSON continueranno normalmente fino al 5 Dicembre incluso, mentre saranno sospese dal 6 Dicembre al 15 Gennaio (periodo in cui è in vigore il super greenpass). Le proiezioni riprenderanno dal 16 Gennaio con le stesse modalità di accesso attuali.

Di seguito sono elencate le prossime proiezioni in ordine di data. Essendo i biglietti di molte proiezioni gia’ esauriti o in esaurimento, raccomandiamo di utilizzare il servizio di prevendita oppure di verificare con la sala la disponibilità dei posti. 

-a

- VERCELLI(VC) al MOVIEPLANET BORGO VERCELLI
Proiezione Speciale: MERCOLEDì 1 Dic ore 19 e ore 21 con i saluti dei referenti delle Associazioni Culturali e la presenza del distributore nazionale del film, Federica Picchi
ACQUISTO BIGLIETTO: sul sito del Movieplanet https://www.movieplanetgroup.it/generic/seatsframe.php?sc=5169&sp=109673#seatsframe oppure direttamente alla biglietteria del Cinema (Strada statale Ss11, Regione mondine, 13100 Bivio Sesia VC)

- SPINO D'ADDA(CR) al CINEMA VITTORIA
Proiezione Speciale: GIOVEDì 2 Dicembre ore 21 proiezione speciale con i referenti delle Associazioni Culturali territoriali e la presenza del distributore nazionale del film, Federica Picchi 
(date le numerose prenotazioni, il cinema aprirà alle 20 per facilitare il flusso di accesso)
ACQUISTO BIGLIETTO: direttamente alla biglietteria del Cinema ( Viale Della Vittoria, 6, 26016 Spino d'Adda CR)

- VERONA(VR) al CINEMA FIUME
Proiezione Speciale: VENERDì 3 Dic ore 18 e ore 21 proiezione speciale per i gruppi giovanili con i referenti delle Associazioni culturali territoriali e la presenza del distributore nazionale del film, Federica Picchi
ACQUISTO BIGLIETTO: direttamente alla biglietteria del Cinema Fiume (Vicolo Cere, 14, 37123 Verona VR) - dato l'alto flusso, consigliamo l'acquisto dei biglietti nei giorni precedenti


Tutte le altre date di proiezione su: https://www.unplanned.it/prossime-proiezioni.html

TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=nxATI_ZU92Y


Il film racconta l’esperienza della ex-dipendente di una delle cliniche mediche piú potenti al mondo, la Planned Parenthood e la sua battaglia per l’affermazione del diritto di ogni donna, quello di una piena informazione.

 

 

 

IL VANGELO DI GAETANO LASTILLA

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Il vestito

 

Autore: Leonardo Lastilla
ISBN 9788855467339;
Copertina flessibile
Pag. 92                 € 12,00


 È disponibile da oggi il nuovo libro di Leonardo Lastilla, Il Vestito edito da Porto Seguro editore. Acquistabile su tutte le piattaforme di e-commerce, a partire da Amazon, LaFeltrinelli, Mondadori Shop e IBS. Il libro è inoltre acquistabile in tutta Italia, ordinando il titolo nella propria libreria di fiducia.
  

Sergio e Laura vivono una felicità che calza a pennello, come un vestito leggero, a maglie finissime.Abitano in una società in cui la ricerca della felicità viene predicata ossessivamente e venduta a ogni angolo di strada costringendo tutti al suo affannoso inseguimento; tutti tranne loro,che condividono una costante gioia di vivere, cucita loro addosso. Eppure, anche l’amore più assoluto rischia di crettarsi di fronte all’incapacità di scegliere, e sembra arenarsi in un drammatico paradosso: essere felici non basta, quando a bussare alle porte della coscienza è la paura di non esserlo più. Cosa fareste al posto loro? 

 

Leonardo Lastilla vive a Empoli, è professore universitario di materie umanistiche presso diverse università americane a Firenze e non solo. Scrive da sempre e ha pubblicato poesie e racconti.

2001: Second Prize at the II° National Short-Story Competition "Angela Starace" in Naples.
2000: First Prize at National Short-Story Competition "Scrivi un racconto in 100 righe", organised by Il Giornale della Toscana.
1999: First Prize at the IIº National Short-story Competition in Cadeo (Pc), Italy.
1997: Postgraduate Bursary from University College Dublin.
Many of my short stories has won various prizes in regional and national literary competitions in Italy.

 

Questa è la sua prima opera con Porto Seguro Editore. 

 

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b – 24 ottobre 2021 Mc 10, 46-52

- In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.

Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

 

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».

Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».

E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».

E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Chi ha qualche problema di vista li può risolvere con un buon paio d’occhiali e, se questi non gli “donano”, può scegliere le lenti a contatto.

A chi ci vede bene, invece, non gliene frega niente né d’occhiali né di lenti a contatto.

 

In questo brano del vangelo, però, non si sta parlando del vedere degli occhi (il miracolo è riferito a quelli, ma il messaggio va oltre…) ma del vedere del “cuore” e della “testa” per capire Chi dobbiamo seguire, allora è probabile che la cosa c’importi ancora meno perché siamo assolutamente sicuri dei fatti nostri e delle nostre scelte.

Ci capita così di perder di “vista” colui che è da seguire...e se una volta, quando si era piccoli, non ci dava fastidio il catechismo e si faceva volentieri il chierichetto e si andava tranquillamente a Messa...adesso, che si è un po’ cresciuti, pensiamo che siano cose che si possono tranquillamente ignorare; forse non le disprezziamo ma, non ce ne può fregare di meno.

 

Ci “vediamo” abbastanza da sapere che cosa fare e dove andare, abbiamo le idee chiare sul come gestire il tempo e come preparare il futuro. Non ci passa minimamente per la testa di chiedere il dono della “vista”...ma quale vista? Ci vediamo bene, no ? - Ci capita di sentirci annoiati e persi...però abbiamo le idee chiare; -

Ci trasciniamo scoraggiati e senza meta...però abbiamo le idee chiare; - Ci riempiamo d’alcol e di birra...però abbiamo le idee chiare; - Ci siamo messi in testa che basta un po’ di sesso e un po’ di soldi...e però abbiamo le idee chiare; - Ci siamo lasciati convincere sulle diete e sulle lampade per star bene… -

 

Ci siamo lasciati convincere che con un po’ di cattiveria sì arriva… - Ci siamo messi a fare i bulli per sopravvivere…a bestemmiare per dare peso e spessore al nostro parlare…però abbiamo le idee chiare !

 

Anch’io mi sento un po’ dentro a tutte queste “idee chiare” e allora sento una gran voglia di urlare a me stesso: “Che io riabbia la vista”. Credo di avere un gran bisogno di tornare a vederTi per seguirTi davvero sulla Tua Strada.

 

Buona vita con un forte abbraccio.

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Giacomo e Giovanni non avevano ancora capito niente, com’è facile però “sbagliarsi” e se ci sono “riusciti” loro, beh allora è il caso che non mi scoraggi neppure io.

- Lui, il Maestro, sta rivoluzionando la Storia e loro sono attaccati al posto da occupare, preoccupati dei primi posti.

- Lui, il Cristo, sta ribaltando il modo di stare al mondo e loro vogliono rimanere attaccati ai modelli del potere e del successo.

- Lui, il Dio fatto Uomo, cerca gente per una rivoluzione d’Amore e loro sono aggrappati ai vecchi schemi di parte.

- Lui, Gesù di Nazareth, è per il servire e loro per il comandare.

- Lui però non li manda via: no, li tiene insieme per “educarli”, pian piano, un poco per volta… Cresceranno, un poco per volta, e sarà così anche per noi.

- Lui ci vuole schierati nel “servire” e non dobbiamo perderci nella tentazione del "dominare".

- Lui ci vuole rivoluzionari dell’Amore e noi non dobbiamo ostinarci nelle secche dell’egoismo.

 

Queste cose le avevo scritte mentre ero in viaggio sulla Orte-Cesena, verso Bologna e mi scorrevano a fianco fabbriche, cascinali, botteghe d’artigiani, cantieri, gente che lavorava i campi, macchine e camion e pulman, prati e boschi e corsi d’acqua, paesi e città...dentro a tutto questo immaginavo la gente con le sue preoccupazioni, speranze, progetti, sogni e delusioni, feste e lutti...stavo passando in mezzo al “vivere”insomma e allora provavo ad immaginare come sarebbe stato tutto questo se avesse vinto la Sua rivoluzione d’Amore, il Suo modo per noi di stare al mondo.

Provavo ad immaginare come sarebbe stata questa “Creazione” finalmente recuperata dalla Sua Alleanza con noi e allora anche noi con Lui: ma con il Suo “stile”.

 

Buona vita. Un forte abbraccio.

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b – 10 ottobre 2021

Mc 10, 17-30 In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:

«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».

Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”»

.Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».

Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».

Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».

I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?».

Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

 

Commento di don Gigi Pini

 

E’ scritto, senza imbarazzi e senza paura di essere frainteso: lo amò!

Sembra non sia possibile per noi: linguaggio troppo distante dai nostri incerti pudori e troppo immediato per i nostri calcoli d’immagine, ma Lui, Gesù di Nazareth, sa solo parlare d’Amore perché solo per questo si è fatto Natale, per questo si è fatto Pasqua...Risurrezione. Dalla lista degli amati da Dio nessuno è escluso, Lui ci “fissa” tutti, uno per uno e per ciascuno c’è una chiamata e da ciascuno di noi vorrebbe un modo nuovo di stare al mondo, mettere Lui al primo posto…”Va, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri...poi vieni e seguimi”.

Non è, e non sarà mai, una chiamata generalizzata ma personale, fatta proprio a te, a me, a ciascuno di noi.

“Lo amò” è una parola troppo forte per noi? OK, non sarà facile usarla nel nostro parlare quotidiano, ma la nostra vita sì, può essere usata in linea con quel Suo “lo amò”.

Forse dobbiamo riprenderci anche noi il tempo del “fissare”, come Lui fa con noi.

Sono tre le direzioni: - La prima è Lui: è ora di riprenderci gli spazi e i tempi dell’Eucarestia, del pregare, del Vangelo.

- La seconda sono gli altri: è ora di accorgerci che ognuno ha bisogno dell’altro per vivere i progetti, i sogni e per superare le salite che la vita ci pone davanti. Fissare vorrà dire allora spendere un pò di tempo per “darci una mano”.

- La terza direzione mi riguarda personalmente e mi costringe a recuperare gli spazi del mio divertirmi, del mio silenzio per capire e pensare, gli spazi del mio "leggere"…

Lui, il Signore Gesù, continuerà a “fissarmi” con uno sguardo d’Amore. Lui, il Figlio del Padre, mi “fissa” e mi chiama a reinventare la cultura dell’Amare. Lui, Gesù di Nazareth, mi invita a “vendere tutto” e andare con Lui.

Buona strada allora. Un grande abbraccio.

DON GIGI

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b – 3 ottobre 2021 Mc 10,2-16 –  

 

  In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie.

Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».

Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

 

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Qui non si sta parlando di “coppie di fatto”, di contratti, di convivenze...qui si sta parlando di un Sacramento 1 , quello del matrimonio nel quale si afferma: “L’uomo non osi separare ciò che Dio unisce”.

Questa frase è pronunciata in faccia, e nei cuori di un uomo e una donna, che hanno scelto di chiamare Cristo a testimone di una vita da donare reciprocamente all’altro e per sempre.

Da qui l’invito a non metterci mano perché ci sono state messe le Sue di mani!

Conosco fin troppo bene le sofferenze e le angosce di famiglie che sono arrivate al punto di "non ritorno", ma non sta a me giudicare la scelta di separarsi...anche perché per me è un attimo affermare che “non si può”: per me è facile, tanto poi io me ne vado e sono loro a restare fra quelle quattro mura d’inferno.

Voglio solo dire che i punti di non ritorno rimangono tali e le soluzioni non sono tante, forse è solo “quella”. Voglio invece dire che è fondamentale “educarsi”, prima e durante la “vita insieme”, a costruire il dialogo, la sincerità, il perdono, il parlarsi, il coccolarsi, il cercarsi...

E’ importante tenersi per mano “prima”, così com’è importante essere aperti al cuore e al sentire dell’altro, così com’è importante regalarsi i minuti e le ore per fare tutto questo.

Quante volte invece si rimanda, si fa finta di niente, si tollera e non si cerca mai il momento per parlarsi e guardarsi in faccia...c’è sempre una partita o un telegiornale! Il “per sempre” non è impossibile o una presunzione. Il “per sempre” è invece possibile, e diventa una realtà, se insieme si avrà il coraggio di ri-andare da Colui che si è chiamato a testimone del proprio essere dono e, al Quale, si è affidata la “vita insieme”.

Il “per sempre” è possibile se avremo il coraggio di darci una mano e di guardarci negli occhi...

"Buona vita": è possibile. Un grande e forte abbraccio. Don Gigi

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / b – 26 settembre 2021 Mc 9, 38-48 –

 

In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».

Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.

Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.

Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna.

Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala.» È un linguaggio duro e deciso, che, se fosse preso alla lettera, il mondo sarebbe pieno di zoppi, di monchi e di ciechi...

Sono altri i piedi e le mani da tagliare e gli occhi da cavare, non certo quelli che ti servono concretamente per camminare, toccare e vedere. Sono i piedi e le mani (in altre parole, le motivazioni, tutto ciò che sta alla base e ti fa mettere mano a quello che fai) delle scelte sbagliate che facciamo e che ci costringono a camminare nelle direzioni sbagliate.

Sono gli occhi che puntano su falsi traguardi e che c’inducono a non vedere più il traguardo vero del vivere. È così: ognuno di noi vive e si comporta sulla scorta delle proprie scelte fatte e dei traguardi su cui ha puntato.

Se scegli il potere, il successo, il denaro, il sesso, la droga, l'alcol, l'apparire... sarai visibile nelle conseguenze concrete di tutto questo... e il rischio di "scandalizzare" è davvero evidente.

Quando punti gli occhi su un traguardo farai di tutto per raggiungerlo, e se quel traguardo è falso tutta la tua vita diventerà “falsa” e anche questo è “scandalo” per gli altri, per i piccoli, per i giovani, per tutti. Sono le scelte sbagliate da “tagliare”. Sono i falsi traguardi da “cavar fuori”.

Mi pare però che non sia tutto così schematico. Noi, infatti, siamo capaci di mischiare le cose e di truccare la vita. Siamo capaci di mischiare il giusto con lo sbagliato, il male con il bene.

Abbiamo capito, riusciamo a vedere, vogliamo camminare dietro a Lui... ma ci va di prendere qualche scorciatoia e di vivere un poco le mode; ci va di fare i furbi e i prepotenti e ci va di approfittarne!

Un modo per tagliare sarà quello di fermarci ogni tanto e guardarci addosso con calma e sincerità e di ritornare ai “perché” e ai “come”... sì, con calma, con il suo Perdono, con la semplicità di un bambino che non impiega nulla a riandare in braccio alla sua mamma anche dopo una sculacciata.

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Mc 8, 27-35



Mc 9, 30-37 – In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.

Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro:

«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

 

Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Ecco, ancora una volta, è chiarito qual è il modo di perdere la vita per salvarla. Non è in discussione se sia giusto o "No" voler essere "primi", anzi, l’invito è quello a volerlo essere!

Il cristiano è chiamato a “voler essere primo”! Qui in discussione c’è il “come” esserlo. A “quel come” sei chiamato tu e son chiamato io: “...sia il servo di tutti”.

Attenzione! “Servo” e non schiavo, perché sempre Lui ci chiarirà che essere servi vorrà dire diventare suoi amici e, proprio così, Lui ci chiamerà: "Amici".

Questo, e solo questo, sarà il modo giusto di stare dentro alla vita. E’ il “come” nuovo dell’essere servi: quello di prendere in considerazione e con rispetto gli altri, tutti. Sono scombussolate le categorie: per essere primi bisogna diventare ultimi, capaci in altre parole di mettere sempre davanti quelli che hanno bisogno di te… e di volta in volta saranno i figli, il papà e la mamma, i nonni, i vicini di casa, i “poveri” che incontri sulla tua strada, loro hanno bisogno di essere ascoltati, di essere perdonati, di essere coccolati, di sentirti; loro hanno bisogno di stima, di un sorriso, di un invito, di un interessamento vero, di una parola di coraggio, di un pò del tuo tempo…

 

Servi allora della giustizia, della pace, della Verità, dell’Amore...di tutto quello che scalda davvero il cuore dell’uomo e lo fa stare bene, di tutto quello che non vogliamo rimangano “parole al vento”. Questo è un podio strano allora, perché non si corre per la medaglia o per la fama o per il record da battere...ma si “cammina” per essere cristiani veri, cioè “uno dei Suoi” con il cuore e la testa aperti a chi ci sta intorno. Buona vita allora...con Lui al centro.

 

Un abbraccio.

 

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO b – 12 settembre 2021

 

Mc 8, 27-35 – In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».

Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».

E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo.

Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Il progresso scientifico nella medicina, ha fatto grandi passi avanti ma noi dovremo sempre, e in ogni modo, fare i conti con la morte. Rimane anche vero che noi occidentali, all’appuntamento finale, arriviamo con una qualità di vita migliore...tutto vero, ma all’appuntamento ci si arriva.

 

Il discorso del vangelo è riferito al “come” ci si arriva: con una vita passata a difenderla e a proteggerla per un mio benessere personale? O con una vita passata a spenderla per Lui, per gli altri e anche per me stesso?

E’ l’intreccio che conta, è solo quello:che cosa voglio farne dei miei anni. La cultura egoista ed egocentrica del nostro tempo tenta di farmela “salvare”, la vita, cioè di godermela tutta.

“Mi devo realizzare…” è uno degli slogan dominanti, ma è vero solo per una terza parte perché, da solo, non ti realizzi proprio.

E’ la storia del chicco di grano: serve sì per fare la farina del pane, ma da solo non basta, deve lasciarsi macinare con gli altri chicchi di grano.

Così è la mia vita. Il rischio di rimanere un bel chicco di grano è grande. Non arrivo da nessuna parte così, devo avere il coraggio di “usarla” e di “lasciarla usare”...e le indicazioni sono due: per Lui e per il Vangelo.

Questo è il modo di spendere bene i propri anni, il tempo del vivere. “Avevo fame, avevo sete, ero forestiero, ero in carcere, ero malato, ero...e tu sei venuto a trovarmi, mi hai dato una mano, ...l’avete fatto a me “.

Sarà questo il metodo che ci “salverà”: provare a rispondere alle tante domande di fame e di sete (non solo quelle tragicamente concrete del pane e dell’acqua); provare a rispondere concretamente ai tanti profughi della vita, ai molti malati e carcerati del nostro tempo.

Il modo migliore per salvare la propria vita (essere contenti, stare bene, essere “beati”...) sarà quello di “perderla” per gli altri perché negli altri troviamo Lui, il Signore Gesù. Buona vita. Un forte abbraccio.

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XXIII DOMENICA DEL T. ORDINARIO – 08.09.2019- Lc 14, 25-33

   Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse:

 

«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?

Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?

Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace.

Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.”

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

“ Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita non può essere mio discepolo “.
   Finite le vacanze, questa è una mazzata di quelle che non ti aspetti. L’elenco è davvero completo ed il verbo che lo tiene in piedi è di quelli che ti lasciano senza fiato: odiare! Ma così la porta non è stretta, è chiusa proprio!
Per fortuna però si tratta solo di una traduzione dall’ebraico che non prevede la “forma comparativa”, si tratta cioè di un “ebraismo” che vuole esprimere l’esatto contrario di “amare”.

 

La versione più corretta sarebbe: “Se uno viene a me e non mi ama più di…”, oppure “Se uno viene a me e non mi preferisce a…”. Del resto, lo stesso Luca (16, 20) richiama in modo chiaro ed inequivocabile il quarto comandamento: “Onora il padre e la madre”.
Chiarito questo, rimane comunque in piedi e fino in fondo la sostanza del discorso, e cioè che Lui vuole essere amato più di tutto e più di tutti.

E lo conferma con forza quando c’invita a portare la croce e a seguirlo. Ancora una volta “portare la croce” non vuol dire “rassegnarsi” ma accettare di andargli dietro… nella morte e nella risurrezione.
Andare con Lui e portare la croce significa scegliere di vivere la vita fino in fondo, ma con l’idea chiara in testa che il Cristo vuole essere “preferito” a tutti. E’ una scelta radicale da fare, scelta che non ammette repliche.

 

“Odiare”… è questione di voler mettere Lui in cima perché, tutto e tutti abbiano finalmente il giusto senso ed il giusto peso; …e soprattutto sia vero “l’amore”. E sarà vero perché trova nella sua Parola e nella sua Persona la motivazione vincente.

 

Nella domenica allora:
– ho bisogno di trovare uno “spazio” per stare con il Signore;
– ho bisogno dell’Eucaristia che è il sacramento della Sua presenza;
– ho bisogno di “camminare con Lui e dietro a Lui” per trovare il giusto nutrimento e la giusta carica per il mio vivere i giorni.

 

Sì, “portare la croce”, trova motivazione, perché ti sbatte dentro alla Risurrezione … felicemente!

 

Buona vita con Lui al centro del nostro vivere i giorni. Un grande e forte abbraccio. Ciao

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti:

«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”.

 

Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato:

 

«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

…invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.

 

 

A proposito di “ porta stretta “…Eccola qui, subito, la concretezza. La logica contraria dei primi posti, degli invitati eccellenti e famosi!

 

L’esatto contrario delle amicizie e delle conoscenze “interessate”, quelle del “non si sa mai “.

 

La porta stretta invece è la logica degli “ultimi” nella vita, e ce ne sono ancora tanti nella nostra terra ancora così troppo ingiusta e divisa.
Questa è una logica che mi deve riguardare, perché mi deve mettere in discussione.

 

L’invito che fa il Cristo è di stare “io” dalla parte degli ultimi e non perché debba essere contro i “primi”, ma perché questi non si sentano, e né siano, padroni arroganti, come se fosse un loro diritto o privilegio “star bene loro” e “chi se ne frega degli altri”.

 

Lo stile invece che ci propone questa “Parola del Signore” è un modo di stare al mondo, che non prevede né odio né vendette…ma solo giustizia e solidarietà. Non si tratta, in altre parole, di essere contro qualcuno per il solo fatto che è “primo” ma di essere a favore di qualcun altro che ha bisogno davvero.

 

– I poveri quindi…quelli che hanno necessità vera di pane e di amore. E li abbiamo anche dentro casa.
– Gli storpi…quelli che non si sentono più capaci e buoni per niente e per nessuno. Anch’essi dentro casa.
– Gli zoppi…quelli che fanno una fatica bestia a camminare la vita. E abbiamo anche loro dentro casa.
– I ciechi…quelli che non vedono più nessuna prospettiva, né luce nel loro futuro. E li abbiamo anche dentro casa. Sì, li abbiamo anche dentro casa e intorno a noi, nelle nostre strade e nelle piazze, nelle nostre scuole e nelle chiese.

 

Invitarli…Può anche solo voler dire avere la voglia di perdere un po’ di tempo per ascoltare, per sentire il loro sfogo…sapendo già di non avere niente in cambio se non la fortuna di vedere una piccola luce che, per un momento, si è accesa nel loro cuore e nei loro occhi…e chissà, forse, è solo un piccolo ma primo segnale di “risurrezione”.

 

Buona vita allora. Un grande e forte abbraccio. Ciao

 

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - LA PORTA STRETTA

 

 

in quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».

Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”.

 

Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”.

 

Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.

 

Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


«Sforzatevi di entrare per la porta stretta…»

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

In un mondo dove “sembra” che tutti ti regalino tutto, e stiano lì per fare solo i tuoi interessi e ti promettono felicità e paradisi d’ogni genere…In un mondo così ci voleva proprio Uno come Lui, uno onesto, vero, sincero. Lui ha il coraggio di dire le cose come stanno:
vivere non è passare un comodo casello dell’autostrada con il Telepass e poi correre liberi e felici nel vento e nel sole…No, vivere è “sforzarsi di passare per la porta stretta”…

Vivere è fatica perché è uno sforzo duro e coerente di chi tenta la scelta del “rinunciare” a tutto quello che “sembra” libertà, giustizia, verità. Ne parlano in tanti ma alla fine ti sembra che tutto si riducano ad una buona organizzazione e a dei validi documenti.


Gesù di Nazaret invece parla di “sforzo” e quindi di fatica, e questo prevede che non sia tutto così scontato e semplice come vorrebbero far credere quelli che dicono: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza…”, no caro, la faccenda non si risolve così, va un po’ più in là.


Lo sforzo “della porta stretta” è far diventare vero quell’aver mangiato e bevuto con Lui, in altre parole far diventare “vera” l’Eucaristia che non si potrà quindi fermare alla bella e simpatica celebrazione ma “tenterà” di diventare stile di vita, nella quotidianità del mio parlare, del mio comportarmi e del mio scegliere.

 

Seguirlo, insomma, non è salire sul pullman o sul treno elettorale o sulle tribune o sedersi sulle poltroncine ”riservate”…Seguirlo sarà sempre e soltanto una fatica, uno sforzo di chi ha capito che stare con Lui, che andare a Messa ti impegnerà poi ad andare controcorrente e ti impegnerà a vivere le Beatitudini.


Tutta roba che non è mai stata scontata e che non si trova così facilmente nei nostri spot pubblicitari.
Tutta roba da “porta stretta” che passa dentro le case, dentro le scuole, dentro la politica, dentro nello sport, dentro nel tempo libero, dentro nel divertimento…ma con tutto quello che si è imparato dalla Parola e dal Pane. Tutta roba che non ha un grande mercato, ma con il Signore Gesù non è mai tempo di sconti o di saldi.
La “porta” sarà anche stretta ma “porta” in paradiso…

 

Buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciao

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.46-2021 
 Ancona, Domenica 10 ottobre 2021  


 LE DUE PORTE 
 DELLE 
 DUE CITTA' 
 LA PORTA DEL CIELO E LA PORTA DELL'INFERNO

 

 NON PRAEVALEBUNT! 

 Due amori hanno fondato due città: l’amore di sé fino al disprezzo di Dio ha generato la città terrena, 
 l’amore di Dio fino al disprezzo di sé ha generato la città celeste. 

 (Sant'Agostino) 

 

NON PRAEVALEBUNT!
     Articolo di  Luca Marcolivio

     È un ottobre molto strano. Inquieto, cupo. Il cielo grigio dei primi temporali sembra oscurare le tante meraviglie che l’autunno ci offre, dall’uva matura allo spettacolo delle foglie multicolori. Ci sarebbe tanto di cui gioire ma la tristezza in fondo al cuore di taluni pare essere più contagiosa della letizia di altri. È come se fossimo di fronte a una normalizzazione dell’infelicità. I segnali che arrivano dalla cultura della morte e dello scarto sono sempre più aggressivi e incalzanti. Si pensi ai referendum sulla depenalizzazione della cannabis coltivata o del suicidio assistito. O all’esito schiacciante della consultazione referendaria che ha legalizzato l’aborto a San Marino, senza nemmeno il salvacondotto dell’obiezione di coscienza.
     Non va meglio sul fronte Covid. In tutta Italia e in Vaticano, l’estensione del green pass negli ambienti ecclesiastici non favorirà certo la concordia e l’affiatamento tra le comunità. A partire dal 15 ottobre, poi, rischiano di perdere il lavoro migliaia di italiani che hanno il solo torto di non essere d’accordo con gli attuali obblighi legati all’emergenza sanitaria. Il rischio di una divisione della società tra cittadini di serie A e di serie B è reale e tangibile. Tutto questo è mortifero e sconfortante.
     Il 15 ottobre, oltretutto, è anche la data di inaugurazione della mostra Inferno alle Scuderie del Quirinale di Roma. Una carrellata di dipinti e di sculture tutti dedicati al tema della dannazione eterna. Opere uscite dalle mani di artisti che non hanno bisogno di presentazione: Goya, Botticelli, Rubens, Tiepolo, Doré, solo per citare i più illustri. L’occasione è stata fornita dal settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Tutto molto interessante e altamente istruttivo sul piano culturale. E tuttavia: Dante non aveva scritto anche il Purgatorio e il Paradiso? È probabile che oggi i temi morbosi, orridi e demoniaci suscitino più curiosità nella maggioranza delle persone, rispetto alla bellezza, all’armonia e alla misericordia di Dio.
     La “punta di diamante” di questa iniziativa culturale è però un’altra. Stupisce infatti l’enfasi mediatica impiegata che ha accompagnato l’arrivo da Parigi della celebre Porta dell’inferno, realizzata da Auguste Rodin (1840-1917) più di un secolo fa e rimasta incompiuta. Per il trasporto di quest’opera dalle dimensioni mastodontiche (635x400x100 cm) si è reso necessario l’utilizzo di un camion speciale di cui esistono soltanto tre esemplari in tutta Europa. L’arrivo del mezzo a Roma e le successive operazioni di allestimento dell’opera di Rodin sono stati oggetto di servizi fotografici d’eccezione, piuttosto insoliti per una semplice – seppur prestigiosa – mostra d’arte.
     È interessante, poi, notare che la Porta dell’inferno è l’opera di un illustre esoterista francese, cresciuto nella temperie della Parigi illuminista e anticlericale di fine ‘800. Rodin si ispirò certamente all’Inferno dantesco, rintracciabile in alcuni personaggi scolpiti sulla Porta, da Paolo e Francesca al Conte Ugolino, fino allo stesso Dante. La struttura dell’opera, tuttavia, ricalca molto quella della proto rinascimentale Porta del Paradiso, realizzata da Lorenzo Ghiberti (1378-1455), custodita al Battistero di Firenze. Al punto di apparirne come una sorta di parodia luciferina.
     Ultimo ma non ultimo: la mostra Inferno è stata allestita presso le Scuderie del Quirinale, luogo un tempo sacro, in quanto antica residenza dei papi. Quel che un tempo era sede del Vicario di Cristo, oggi diventa una vetrina per Satana. Pura casualità? Mai sottovalutare gli stratagemmi sottili con cui il demonio si insinua nei luoghi istituzionali, lasciando sempre più di un dubbio sulla sua presenza.
     Di fronte a tanti segnali sconfortanti, all’insegna della disperazione, degli inferi e del trionfo del Male, è fondamentale non lasciarsi suggestionare, né prendere dallo sconforto. La cultura della morte è strisciante, subdola meschina; manipola così bene le menti, al punto che il Male viene scambiato per Bene; usa parole melliflue e rassicuranti per mascherare le peggiori turpitudini. È importante imparare a riconoscere uno per uno i segni del maligno e a non sottovalutarli mai, soprattutto quando iniziano a manifestarsi tutti insieme.

     Questa consapevolizzazione, però, va sempre accompagnata dalla certezza che i mezzi per la sconfitta del Male non solo sono a disposizione ma sono mille volte più potenti di quanto immaginiamo. Ottobre è un mese mariano e, in particolare, è il mese del Rosario. Nulla è più temibile per il demonio quanto le invocazioni alla Madre di Dio. Con la coroncina in mano e un cuore penitente, aiutiamo la Madonna a schiacciare la testa del serpente maligno. Se siamo fedeli a Maria, la Porta dell’Inferno – come ci ha promesso suo Figlio – non prevarrà.

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LE DUE CITTA' IN SANT'AGOSTINO
di Francesco Lamendola
18/12/2014 - Fonte: Arianna editrice

     Esistono due città, secondo Sant’Agostino, nella cui intersezione si svolge la vicenda umana: quella dell’amore e quella dell’odio; quella della giustizia e quella dell’ingiustizia; quella di Dio e quella terrena, dominata dal Diavolo. Le loro strade s’intrecciano e talvolta si sovrappongono, e solo alla fine dei tempi verranno radicalmente separate: per ora, a ciascun uomo è data la scelta a quale di esse appartenere, quale eleggere come sua patria. L’egoismo, la sete di potere, la cupidigia, l’orgoglio, la concupiscenza, lo spingono verso la seconda; la grazia divina, alla quale è possibile rispondere con un “sì” o con un “no”, lo chiama verso la prima.
     La loro mescolanza attuale, comunque, avviene solo sul piano fisico; poiché esse non hanno niente a che fare l’una con l’altra quanto allo spirito, il fatto che si trovino accostate e magari confuse dipende solo dalle circostanze esterne, mentre, per tutto il resto, si tratta di due realtà distinte e radicalmente opposte. Non si può essere cittadini sia dell’una che dell’altra quanto allo spirito, così come Gesù ha insegnato che non si può essere servitori di due padroni, Dio e Mammona; fisicamente, però, la città divina coesiste con quella diabolica, fino a quando il Giudizio Finale non assegnerà a ciascuna il suo ultimo destino.
     Le due città hanno incominciato ad esistere sin dal primo giorno dell’umanità: il peccato di Adamo ed Eva segna drammaticamente la vittoria temporanea del Diavolo, sotto la cui ombra minacciosa si svolge l’umana vicenda, fino a quando Gesù Cristo, nel mistero dell’Incarnazione, della Passione e della Risurrezione, viene a soccorrere l’umanità e a ripristinare la speranza nella città celeste, verso la quale gli uomini che nutrono in cuore l’amore e il timore di Dio, sostenuti dallo Spirito Santo, continuano a tendere e ad anelare.
     Sant’Agostino si esprime con molta severità nei confronti del potere politico: quando esso nasce unicamente dall’orgoglio e dalla superbia umane, quando non ha altro scopo che quello di servire l’avidità, l’ambizione e la sete di dominio, allora esso è diabolico e appartiene alla città “terrena” (nel senso negativo dell’espressione, come “mondo” nel Vangelo di Giovanni). Non solo: il vescovo africano non vede alcuna differenza sostanziale fra il piccolo potere, esercitato da una banda di malviventi o da una ciurma di pirati, e il grande potere, quale può essere quello dei più potenti sovrani della terra – e il riferimento all’Impero Romano è esplicito.
     Vero è che la Provvidenza divina, che sa trarre il bene anche dal male, può servirsi del potere politico, anche quando esso è cattivo, per preparare le condizioni necessarie all’attuarsi di un bene futuro: e così, di fatto, è accaduto quando l’Impero Romano, pur se realizzato con la violenza e con l’ingiustizia, unificando popoli e culture diverse, ha creato le premesse per la diffusione del messaggio di salvezza universale, il Vangelo. E’ un pensiero audace e articolato, teologicamente molto complesso, che fa di Sant’Agostino il primo vero filosofo della storia; ed è un pensiero che verrà ripreso e condiviso da Dante Alighieri, come da tutta la cultura medievale.
     Ecco, allora, che il potere temporale, in se stesso, non è malvagio: lo diviene allorché serve unicamente ai fini dell’uomo, che sono fini dettati dall’orgoglio, dalla superbia, dalla cupidigia e dalla crudeltà; non lo è quando serve i fini di Dio, lasciandosi ispirare dal bene e rimanendo aperto alla dimensione della salvezza, che presuppone umiltà e senso del proprio limite.
     In pratica, come si è detto, è quasi impossibile separare i due aspetti, perché, nella dimensione terrena e sul piano materiale, essi s’intrecciano in maniera pressoché inestricabile. Chi, se non Dio, potrebbe leggere sino in fondo al cuore dell’uomo, e riconoscere se questi agisce per spirito di ambizione e di empia, sacrilega arroganza, sfidando il Cielo così come avvenne nella costruzione della Torre di Babele, oppure per nobili fini, come spesso proclama? Non sempre le azioni degli uomini recano evidente l’impronta delle loro intenzioni: solo Dio sa scrutare nel segreto dell’anima.
     La riflessione di Sant’Agostino su questo tema è contenuta in diversi scritti e ispira il titolo della sua opera più famosa e impegnativa, «La città di Dio», scritta anche per rispondere alle accuse dei pagani che vedevano nell’abbandono del culto dei loro dèi la causa della caduta di Roma nelle mani dei Visigoti di Alarico, nel 410: un evento sconvolgente e addirittura impensabile, che aveva sbriciolato profonde certezze e messo in crisi anche parecchi cristiani, se è vero che la Città Eterna, signora del più grande impero della storia, non aveva mai conosciuto una simile sciagura dai lontanissimi tempi dei Galli di Brenno, nel 390 avanti Cristo: esattamente ottocento anni prima. (CONTINUA)

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 VARCARE LA PORTA DELLA SANTA CASA 

PER ENTRARE NELLA PORTA DEL CIELO

 

 MARIA REGINA E PORTA DEL CIELO 
 IL GIUBILEO LAURETANO 
 OCCASIONE PER ENTRARE NELLA PORTA DEL CIELO 

 

Passare la Porta Santa significa simbolicamente varcare la porta della Salvezza, e i pellegrini che in quest’Anno giubilare si recheranno a Loreto, la potranno varcare sotto lo sguardo materno di Maria “Porta del Cielo”, là dove sono custodite le sacre mura nelle quali la Salvezza ha avuto inizio nella storia.

     Passare la Porta Santa per lo straordinario Giubileo Lauretano “Maria Regina et Janua Coeli” concesso da papa Francesco, dall’8 dicembre 2019 al 10 dicembre 2021, per commemorare i 100 anni dalla proclamazione della Madonna di Loreto “Patrona degli aviatori”.
     Il titolo risale all’epoca della prima Guerra mondiale, quando i reduci di guerra chiesero al Pontefice allora regnante di poter beneficiare di una protezione speciale da parte della Beata Vergine. Erano gli anni dei primi voli e si invocava la protezione della Madonna di Loreto, ricordando piamente la sua Santa Casa che, secondo la tradizione, venne in volo da Nazareth in Italia “per mano degli angeli” molti secoli orsono. Il tema del volo, dunque, unisce la traslazione della Casa di Maria e i tragitti degli aviatori, creando un profondo legame.
     Il legame è stato colto dal vescovo di Loreto mons. Fabio Dal Cin, che ne ha opportunamente indicato il significato spirituale nella Lettera pastorale indirizzata per l’occasione ai loretani e ai pellegrini dal significativo titolo Chiamati a volare alto: «La Santa Casa, trasportata in volo dagli angeli secondo l’antica tradizione, ha ispirato gli aviatori reduci della prima Guerra mondiale ad affidarsi a Maria quale loro principale Patrona. A quel tempo infatti gli aerei venivano popolarmente chiamati case volanti. Così papa Benedetto XV, il 24 marzo 1920, dichiarava la Beata Vergine di Loreto “Patrona principale presso Dio di tutti gli aeronauti”. [...]. Il volo degli aerei ispira anche la metafora della nostra esistenza: siamo chiamati a volare alto, perché il Signore ci vuole santi. La concreta realtà della nostra vita diventa ogni giorno la pista per decollare e volare alto. E se, ogni tanto, non ricordiamo più come si fa a volare, affidiamoci al Signore, che è pronto ad aiutarci e attingiamo alla sua forza per non arrenderci mai. Le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ciascuno. Tanti cristiani si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita. È ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria».

In alto con Maria, Regina e Porta del Cielo
     Nel paragrafo In alto con Maria, Regina e Porta del Cielo, il Vescovo Delegato si sofferma sui simboli dell’Anno giubilare: «Il logo e la preghiera del Giubileo riprendono l’invocazione delle Litanie Lauretane: Maria Regina e Porta del cielo. Maria ci porta a Gesù: a Lei possiamo affidarci perché ha condiviso fino in fondo il mistero della Redenzione del suo Figlio Gesù. Lo stupore di essere guardata da Dio ha colmato il suo cuore di fiducia e non ha esitato a dirgli il suo Sì. Lei ci esorta: “Fate tutto quello che Gesù vi dirà” (cf. Gv 2,5), per trasformare l’acqua della nostra quotidianità nel vino della letizia e della pace. [...]. Noi poveri peccatori la invochiamo ora e nell’ora della nostra morte, perché Lei è la Porta del Cielo, la portinaia celeste che ci prende per mano e rende possibile l’accesso a suo Figlio: per Mariam ad Jesum. Come Lei ci aiuta ad aprire la porta del nostro cuore a Gesù Salvatore, così a Lei continuamente accorriamo affinché il nostro volo proceda nella direzione giusta, fino a raggiungere il Cielo, sorretti dalla fede, dalla speranza e dalla carità».
     Viene così ancora una volta ricordato a tutti i fedeli il ruolo materno e decisivo della Vergine Maria; ed il titolo dell’Anno giubilare fa suo uno dei simboli mariani più affascinanti ed espressivi di questa Mediazione materna, quello della porta – peraltro rievocante la Porta Santa, segno per eccellenza del Giubileo –, ben illustrato nel suo contenuto dottrinale e spirituale dagli antichi Padri della Chiesa.

Il simbolismo della Porta
     Già il Patriarca di Gerusalemme San Sofronio vide nella porta del Tempio descritta dal profeta Ezechiele il simbolo di Maria: «Ezechiele ti ha preconizzato, o Casta, nella porta chiusa del Tempio che dischiude a tutti i disperati le porte della penitenza; perciò supplichevole ti prego, mostrami i sentieri che conducono ai pascoli dell’eterno riposo» (Triodium, lode XXX).
     Il testo biblico cui si riferisce San Sofronio è il seguente: «[Lo Spirito] mi condusse poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente; essa era chiusa. Mi disse: “Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c’è passato il Signore, Dio d’Israele. Perciò resterà chiusa”» (Ez 44,1-2).
     Anche Sant’Esichio († 450), presbitero gerosolimitano insigne per santità e dottrina, spiega bene il senso di questo simbolismo: «[Il profeta Ezechiele] ti nominò Porta chiusa, ma sita ad Oriente (Ez 44,2): a porte chiuse, infatti, il Re è entrato ed uscito da te; per questo ti chiamo Porta [...] sita ad Oriente: poiché dal tuo grembo, come da talamo regale, procede la vera luce che illumina ogni uomo. [...]. Il Re della gloria non aprì infatti le porte del tuo seno né allentò i vincoli della tua verginità con l’esser concepito e col venir partorito» (Omelia II sulla Madre di Dio).
     Non c’è chi non veda la perfetta convenienza e, diremmo, un tocco magistrale della Provvidenza divina nel celebrare Maria come “Porta del Cielo” proprio nel luogo in cui si è avverato storicamente il passaggio divino dall’eternità al tempo, il contatto più intimo tra Dio e l’uomo, tra la terra e il Cielo.
     Nella Santa Casa custodita a Loreto, Maria Santissima ha pronunciato il suo Sì e concepito verginalmente il Verbo Incarnato, divenendo quindi anche fisicamente la Porta santa per la quale Dio è disceso sulla terra, attraverso la quale Dio è uscito per redimere il mondo ed indicare agli uomini la via per entrare nel Regno dei cieli. «Porta del Paradiso – esclamava san Pier Damiani –, Lei che ha donato Dio al mondo, ci ha aperto il Cielo!».

Per Mariam ad Jesum
     La porta è un “passaggio mediano” tra due luoghi, che permette l’accesso dall’uno all’altro, in entrambi i sensi. Quella della Madonna è infatti non solo una mediazione discendente, perché attraverso di Lei Dio si è abbassato fino a condividere la nostra natura finita e passibile, e perché attraverso di Lei le grazie passano dal Cuore di Gesù fino a noi, ma anche ascendente, perché sempre attraverso di Lei le nostre preghiere salgono purificate al cospetto del suo Figlio Gesù.
     La Madonna, dunque, è detta “porta” perché occupa un posto medio tra Gesù e l’umanità peccatrice. E poiché non è una porta di materia inerte, ma viva e spirituale, il passaggio attraverso di Lei avviene con la sua attiva partecipazione, la quale viene chiamata Mediazione materna (cf. San Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Redemptoris Mater).
     “Per Mariam ad Jesum”: il bel motto latino richiamato dal vescovo Fabio Dal Cin riassume tutto in poche incisive parole e invita a fare esperienza di questa realtà spirituale che con questo Giubileo Lauretano vuole essere davvero alla portata di tutti.
     «Uniamo allora le nostre voci – esorta il Vescovo – al canto di lode e di gratitudine di Maria: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,47). “Cantiamo la gioia di essere salvati” (cf. Sal 50) e di trovare in Lei l’indicazione più luminosa per lasciarci rinnovare dal suo Figlio Gesù. Lasciamoci prendere per mano dalla sua tenerezza di Madre per attraversare con umiltà la Porta Santa, che altro non è che Cristo Gesù. Sarà Lui a sollevarci in alto con la grazia dei Sacramenti restituendoci l’originaria bellezza; sarà Lui la luce che orienta il nostro cammino, la bussola per non smarrire la rotta del volo, la grazia da accogliere perché la nostra gioia sia piena (cf. Gv 15,11)». 
     Con questi santi pensieri ed auspici, pellegriniamo anche noi verso il Colle lauretano, invocando la Vergine Immacolata con le parole di San Sofronio: «O porta chiusa di Dio, che solo il Signore ha varcato, dirigimi per i sentieri di Dio, ed aprimi le porte della salvezza, o Piena della Grazia di Dio! Poiché confido in Te, o Vergine, solo aiuto del genere u
mano» (Lode XXVII).

 

“Maria Regina e Porta del Cielo”
dal Numero 48 del 8 dicembre 2019
di Giovanni Apollinare

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.45-2021 

 Ancona, Lunedì 4 ottobre 2021 - San Francesco, Patrono d'Italia  

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 TOMMASO DA CELANO 
 VITA DI SAN FRANCESCO 
PARTE PRIMA
A lode e gloria di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. Incomincia la vita del beatissimo padre nostro Francesco

Per leggere l'intero libro clicca sul seguente indirizzo Internet:
http://www.santuariodelibera.it/FontiFrancescane/framevitaprima.htm

 

CAPITOLO I
COSTUMI MONDANI DELLA SUA GIOVINEZZA 

 

   Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco. Dai genitori ricevette fin dalla infanzia una cattiva educazione, ispirata alle vanità del mondo. Imitando i loro esempi, egli stesso divenne ancor più leggero e vanitoso.
   Questa pessima mentalità, infatti, si è diffusa tra coloro che si dicono cristiani: si è fatto strada il sistema funesto, quasi fosse una legge, di educare i propri figli fin dalla culla con eccessiva tolleranza e dissolutezza. Ancora fanciulli, appena cominciano a balbettare qualche sillaba, si insegnano loro con gesti e parole cose vergognose e deprecabili. Sopraggiunto il tempo dello svezzamento, sono spinti non solo a dire, ma anche a fare ciò che è indecente. Nessuno di loro, a quella età, osa comportarsi onestamente, per timore di essere severamente castigato. Ben a ragione, pertanto, afferma un poeta pagano: "Essendo cresciuti tra i cattivi esempi dei nostri genitori, tutti i mali ci accompagnano dalla fanciullezza ". E si tratta di una testimonianza vera: quanto più i desideri dei parenti sono dannosi ai figli, tanto più essi li seguono volentieri!   
   Raggiunta un'età un po' più matura, istintivamente passano a misfatti peggiori, perché da una radice guasta cresce un albero difettoso, e ciò che una volta è degenerato, a stento si può ricondurre al suo giusto stato. E quando varcano la soglia dell'adolescenza, che cosa pensi che diventino? Allora rompono i freni di ogni norma: poiché è permesso fare tutto quello che piace, si abbandonano senza riguardo ad una vita depravata. Facendosi così volutamente schiavi del peccato, trasformano le loro membra in strumenti di iniquità; cancellano in se stessi, nella condotta e nei costumi, ogni segno di fede cristiana. Di cristiano si vantano solo del nome. Spesso gli sventurati millantano colpe peggiori di quelle realmente commesse: hanno paura di essere tanto più derisi quanto più si conservano puri.
   Ecco i tristi insegnamenti a cui fu iniziato quest'uomo, che noi Oggi veneriamo come santo, e che veramente è santo! Sciupò miseramente il tempo, dall'infanzia fin quasi al suo venticinquesimo anno. Anzi, precedendo in queste vanità tutti i suoi coetanei, si era fatto promotore di mali e di stoltezze. Oggetto di meraviglia per tutti, cercava di eccellere sugli altri ovunque e con smisurata ambizione: nei giuochi, nelle raffinatezze, nei bei motti, nei canti, nelle vesti sfarzose e morbide. E veramente era molto ricco ma non avaro, anzi prodigo; non avido di denaro, ma dissipatore; mercante avveduto, ma munificentissimo per vanagloria; di più, era molto cortese, accondiscendente e affabile, sebbene a suo svantaggio. Appunto per questi motivi, molti, votati all'iniquità e cattivi istigatori, si schieravano con lui. Così, circondato da facinorosi, avanzava altero e generoso per le piazze di Babilonia, fino a quando Dio, nella sua bontà, posando il suo sguardo su di lui, non allontanò da lui la sua ira e non mise in bocca al misero il freno della sua lode, perché non perisse del tutto.
   La mano del Signore si posò su di lui e la destra dell'Altissimo lo trasformò, perché, per suo mezzo, i peccatori ritrovassero la speranza di rivivere alla grazia, e restasse per tutti un esempio di conversione a Dio,

 

CAPITOLO II
DIO VISITA IL SUO SPIRITO CON UNA MALATTIA E UN SOGNO (Continua)

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CAPITOLO XLII


   Di belli miracoli, che fece Iddio per li santi frati, frate Bentivoglia, frate Pietro da Monticello e frate Currado da Offida e come frate Bentitivoglia portò un lebbroso quindici miglia in pochissimo tempo, e all'altro parlò santo Michele, e all'altro venne la Vergine Maria e puosegli il figliuolo in braccio. 

   La provincia della Marca d'Ancona fu anticamente, a modo che 'l cielo di stelle, adornata di santi ed esemplari frati, li quali, a modo che luminari di cielo, hanno alluminato e adornato l'Ordine di santo Francesco e il mondo con esempi e con dottrina. Tra gli altri furono in prima frate Lucido Antico, lo quale fu veramente lucente per santità e ardente per carità divina; la cui gloriosa lingua, informata dallo Spirito Santo, facea maravigliosi frutti in predicazione.
   Un altro fu frate Bentivoglia da Santo Severino, il quale fu veduto da frate Masseo da San Severino essere levato in aria per grande spazio istando egli in orazione nella selva; per lo quale miracolo il devoto frate Masseo, essendo allora piovano, lasciato il piovanato, fecesi frate Minore; e fu di tanta santità, che fece molti miracoli in vita e in morte, ed è riposto il corpo suo a Murro. Il sopraddetto frate Bentivoglia, dimorando una volta a Trave Bonanti solo, a guardare e a servire a uno lebbroso, essendogli in comandamento del Prelato di partirsi indi e andare a un altro luogo, lo quale era di lungi quindici miglia, non volendo abbandonare quello lebbroso, con grande fervore di carità sì lo prese e puoselosi in sulla ispalla e portollo dall'aurora insino al levare del sole tutta quella via delle quindici miglia infino al detto luogo, dov'egli era mandato, che si chiamava Monte Sancino. Il quale viaggio, se fusse istato aquila, non avrebbe potuto in così poco tempo volare: e di questo divino miracolo fu grande istupore e ammirazione in tutto quello paese.
   Un altro fu frate Pietro da Monticello, il quale fu veduto da frate Servodio da Urbino (allora essendo guardiano nel luogo vecchio d'Ancona) levato da terra corporalmente cinque ovvero sei braccia insino appiè dello Crocifisso della chiesa, dinanzi al quale stava in orazione. E questo frate Pietro, digiunando una volta la quaresima di santo Michele Arcagnolo con grande divozione, e l'ultimo dì di quella quaresima istandosi in chiesa in orazione, fu udito da un frate giovane, il quale istudiosamente stava nascoso sotto l'altare maggiore per vedere qualche atto della sua santità, e udito parlare con santo Michele Arcagnolo, e le parole che diceano erano queste. Dicea santo Michele: «Frate Pietro, tu ti se' affaticato fedelemente per me, e in molti modi hai afflitto il tuo corpo; ecco io sono venuto a consolarti acciò che tu domandi qualunque grazia tu vuogli, e io te la voglio impetrare da Dio». Rispondea frate Pietro: «Santissimo Prencipe della milizia celestiale e fedelissimo zelatore dello amore divino e piatoso protettore delle anime, io t'addomando questa grazia, che tu mi impetri da Dio la perdonanza delli miei peccati >>. Rispuose santo Michele: «Chiedi altra grazia, chè questa t'accatterò io agevolissimamente ». E frate Pietro non domandando nessuna altra cosa, l' Arcagnolo conchiuse: «Io, per la fede e divozione la quale tu hai in me, ti procaccio cotesta grazia che tu addimandi e molte altre». E compiuto il loro parlare, il quale durò per grande spazio, l'Arcagnolo santo Michele si partì, lasciandolo sommamente consolato.
   Al tempo di questo santo frate Pietro, fu il santo frate Currado da Offida, il quale essendo insieme di famiglia nel luogo di Forano della custodia d'Ancona, il detto frate Currado se ne andò un dì nella selva a contemplare di Dio, e frate Pietro segretamente andò dirietro a lui per vedere ciò che gli addivenisse. E frate Currado cominciò a stare in orazione e pregare divotissimamente la vergine Maria con grande pietà ch'ella gli accattasse questa grazia dal suo benedetto Figliuolo, ch'egli sentisse un poco di quella dolcezza la quale sentì santo Simeone il dì della Purificazione quand'egli portò in braccio Gesù Salvatore benedetto. E fatta questa orazione, la misericordiosa Vergine Maria lo esaudl: eccoti ch'apparve la Reina del cielo col suo Figliuolo benedetto in braccio, con grandissima chiarità di lume; e appressandosi a frate Currado, sl gli puose in braccio quello benedetto Figliuolo, il quale egli ricevendo, divotissimamente abbracciandolo e baciandolo e strignendolosi al petto, tutto si struggeva e risolveva in amore divino e inesplicabile consolazione. E frate Pietro simigliantemente, il quale di nascoso vedea ogni cosa, sentì nell'anima sua grandissima dolcezza e consolazione. E partendo la Vergine Maria da frate Currado, frate Pietro in fretta sì ritornò al luogo, per non essere veduto da lui; ma poichè quando frate Currado tornava tutto allegro e giocondo, gli disse frate Pietro: «O cielico, grande consolazione hai avuta oggi»; dicea frate Currado: <<Che è quello che tu dici, frate Pietro, e che sai tu quello che io m'abbia avuto? ».«Ben so io, ben so, dicea frate Pietro, come la Vergine Maria col suo benedetto figliuolo t'ha visitato». Allora frate Currado, il quale come veramente umile disiderava d'essere segreto nelle grazie di Dio, sì lo pregò che non lo dicesse a persona. E fu sì grande l'amore d' allora innanzi tra loro due, che un cuore e una anima parea che fusse infra loro in ogni cosa.  E 'l detto frate Currado una volta, nello luogo di Siruolo, con le sue orazioni liberò una femmina indemoniata, orando per lei tutta la notte e apparendo alla madre sua; e la mattina si fuggì per non essere trovato e onorato dal popolo.
   A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.44-2021 
 Ancona, Domenica 26 settembre 2021  

RICORDANDO LA STIGMATIZZATA TERESA NEUMANN  
 LA MISTICA CUI HITLER TOLSE LA TESSERA PER IL CIBO 

  PER 36 ANNI VISSE DI SOLA EUCARISTIA SENZA MANGIARE NE' BERE 

 18 SETTEMBRE 1962 - MUORE TERESA NEUMANN 
 VISSE 36 ANNI SENZA MANGIARE E SENZA BERE 
 SI NUTRI' SOLO DI EUCARESTIA 

 

Alberto Ventroni

   E' in corso la causa di beatificazione della mistica tedesca alla quale Hitler tolse la tessera per il cibo e dette doppia razione di sapone per la biancheria inzuppata dal sangue delle stigmate
   Il 1° settembre 1939 era scoppiata la seconda guerra mondiale. I tedeschi invadevano la Polonia e, di lì a poco, sarebbero dilagati in Europa. Perché non mancasse nulla ai soldati del terzo Reich, fu razionato il cibo ai cittadini. Così, ai tedeschi fu data una tessera che stabiliva la quantità di pane e companatico spettante a ciascuno. Ad una sola cittadina fu ritirata immediatamente la tessera annonaria.
   Costei non beveva, né mangiava alcunché. In compenso le fu data una doppia razione di sapone, perché ogni settimana doveva far lavare le lenzuola e la biancheria inzuppata di sangue. Questa cittadina tedesca si chiamava Teresa Neumann, era di Konnerareuth, in Alta Baviera e viveva una vicenda straordinaria che avrebbe continuato a destare per anni, l'interesse di scienziati, medici, teologi, umili e grandi credenti o miscredenti.

UNA NORMALE CONTADINA
   Teresa era nata nel 1898, figlia di un povero sarto e di una contadina che andava a lavorare a giornata. Venne educata dai suoi con una sana e gioiosa formazione cristiana, senza scrupoli. Era cresciuta allegra, vivace, amante degli scherzi innocenti.
   Era solita dire di non essere capace di prendersi sul serio.
   La sua giornata iniziava all'alba con la preghiera; poi il lavoro rude nei campi e in casa, senza grilli per la testa, affatto romantica, di una concretezza a tutta prova.
   La domenica, la Messa festiva e la Comunione. Era una buona compagna, una cara amica verso tutti e tutte, pur nella sua riservatezza di ragazza.
   A vent'anni, un giorno correndo in soccorso di alcuni vicini cui stava bruciando la cascina, per compiere rapidamente un gesto di generosità e di coraggio, non controllò bene il terreno dove stava per mettere il piede. Cadde e si procurò una lesione alla spina dorsale. Rimase, prima paralizzata alle gambe, poi, in seguito, per un'altra caduta, diventò totalmente cieca.
   Intanto il padre era stato chiamato alle armi, durante la prima guerra mondiale, a combattere sul fronte occidentale, contro i francesi. Tornando le aveva portato dalla Francia l'immaginetta di una giovane carmelitana la cui storia iniziava a diffondersi in tutta Europa: una certa Teresa del Bambin Gesù, del monastero di Lisieux. Teresa Neumann iniziò a pregarla intensamente. Il 29 aprile 1923, il giorno in cui Papa Pio XI beatificava la piccola suora francese, Teresa Neumann, stesa nel suo letto, riacquistò di colpo la vista.
   Due anni dopo, il 17 maggio 1925, mentre il Papa dichiarava santa la carmelitana di Lisieux, Teresa Neumann guariva dalla paralisi e riprendeva a camminare liberamente.
   Poteva ricominciare, con grande gioia la sua vita di sana e robusta contadina, lodando e benedicendo Dio. Così, la sua vita, ancor più di prima divenne un sì incondizionato a Dio.

CROCIFISSA DEL SECOLO XX
   Un anno dopo, nel 1926, durante la settimana santa, nella quale la Chiesa celebra la memoria della morte e Risurrezione di Gesù, la giovane contadina di 28 anni scopriva nelle sue membra, mani, piedi, costato e persino sul capo, i segni della Passione di Cristo: le stigmate dolorose e sanguinanti, terribile e prezioso documento della predilezione di Dio per certe anime che chiama ad essere, anche nella carne, simili al Figlio suo.
   Teresa, ben lungi dal desiderare il fenomeno, neppure lo conosceva, ma per 26 anni lo porterà nel suo corpo, sino alla morte.
   Da allora, dalla notte di ogni giovedì, entrava letteralmente nei racconti evangelici della Passione. Era come se vivesse in tempo reale quei momenti e accompagnasse Gesù sino alla morte nel primo pomeriggio del venerdì, sanguinando copiosamente dalle ferite e versando sangue anche dagli occhi. La Passione di Gesù riviveva nelle membra straziate di Teresa Neumann.
   I suoi studi erano stati appena quelli elementari e conosceva solo il dialetto della sua regione e un po' il tedesco. Eppure ripeteva ad alta voce i lunghi dialoghi che sentiva dentro di sé in aramaico, greco e latino. Diversi specialisti di queste lingue antiche sedevano al suo capezzale sempre più sbalorditi dall'esattezza dei suoi discorsi.
   Alle 15 del venerdì cadeva in un sonno profondo da cui si risvegliava felice, con le ferite richiuse, il corpo fresco, rivivendo nella sua carne, il mattino della domenica, il momento della Risurrezione di Cristo.
   Nel suo cuore di donna, conquistato totalmente dall'amore infinito e crocifiggente di Dio, diventava sempre più una realtà unica con Gesù; la configurazione a Cristo, a partire dalla propria volontà, è la santità vera. Teresa Neumann, al di là dei fenomeni straordinari che viveva, cercava questa santità: essere come Gesù, diventare Gesù, accanto a Maria che la sosteneva. (Continua...)

 

BENEDIZIONE

   Gesù ti prego, ti supplico e ti invoco con tutto il cuore per questo tuo figlio di scendere su di lui con la potenza del tuo sangue prezioso perché sia liberato e guarito da qualsiasi avversità delle tenebre, azione malvagia, maleficio, maledizione, negatività, spezza ogni catena col male, sciogli ogni nodo iniquo.
   Rivestilo della tua armatura, della corazza della fede e dell’elmo della salvezza. Plasmalo, usalo, guidalo col tuo Santo Spirito, manda i tuoi santi angeli a custodirlo in tutti i suoi passi, non lasciarlo cadere nelle tentazioni.
   La grazia che ci viene da Dio Onnipotente Padre creatore del cielo e della terra, dal suo Figlio Gesù Cristo che ha effuso il suo Sangue mediante le sue santissime piaghe, per la redenzione del genere umano e l’effusione dello Spirito Santo, fuoco d’amore e grazia Vi benedica Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

LE PROFEZIE DI TERESA NEUMANN

Quando Pio XII concluse il suo cammino terrestre, nel 1958 venne chiesto a Teresa Neumann chi sarebbe salito al trono pontificio. E lei, dopo una breve meditazione disse: “Sul trono di Pietro siederà l’angelo proveniente dal mare. Porterà il nome di un papa che non fu papa e regnerà oltre il mio tempo”. La profezia si rivelò esatta, in modo impressionante. Venne eletto difatti il cardinale Angelo Roncalli, proveniente da Venezia (l’angelo proveniente dal mare). Il nuovo pontefice assunse il nome di Giovanni XXIII. Nel 1410 fu il cardinale Cossa che, dopo essersi fatto eleggere, assunse il nome di Giovanni XXIII. Ma le elezioni non erano state una libera scelta, tanto che cinque anni dopo venne dichiarato decaduto e condannato per simonia. Papa Roncalli scelse pertanto il nome di un papa che non fu papa. E il suo pontificato andò oltre il tempo terreno di Teresa. Questa morì difatti nel 1962, mentre Giovanni XXIII concluse il pontificato nel 1963.

Nel 1959 Teresa disse testualmente: “Fra dieci anni, o poco più, l’uomo guarderà la Terra dalla Luna”.    E nel 1969, Armstrong, il primo astronauta della storia, scese sulla luna. E, come aveva profetizzato la Veggente, “guardò il pianeta Terra, dal suo satellite”. Durante una sua estasi, “vide” anche l’attentato a Giovanni Paolo II: “Ho visto il Santo Padre con le vesti macchiate di sangue, esclamò un giorno. L’ho visto su una piazza gremita di gente… Ho sentito gridare e ho sentito il rumore di un’autovettura che si stava allontanando”. E così avvenne in quel fatidico 1981, quando Alì Agcà sparò in piazza San Pietro al pontefice.

La parte più significativa dei vaticini di Teresa riguardano però il nostro tempo futuro, Al termine della seconda guerra mondiale, quando le persone esultavano per la fine delle dittature (una fine che Teresa aveva profetizzato quando, alla vigilia del conflitto, venne stipulato tra l’Italia e la Germania il Patto d’Acciaio) la Veggente disse: “E’ giustificata la gioia, perché l’incubo é finito.. ma la grande piaga si aprirà nel 1999 e sanguinerà per diciotto anni: sarà questo il tempo di Caino” (1999-2017).

 

Altre visioni profetiche:

Ho visto rovesciare sulla terra ceste piene di serpenti, che strisciavano sulle città e sulle campagne, distruggendo tutto. E quando l’opera di distruzione è stata compiuta ho visto scendere sulla terra degli angeli, sotto forma di uomini”.

L’ignoranza, il disprezzo per la cultura, la violenza, il lassismo, il materialismo, saranno i piedi dello scranno sul quale siederà il serpente dei serpenti. Vedrete allora l’asino dettare legge al leone. Vedrete gli allievi insultare i loro insegnanti; vedrete la cultura bruciare sulla pubblica piazza, in nome della cultura. Troppi leoni avranno il cuore dell’asino, e si lasceranno trarre in inganno. Ho visto il mondo affidato a bestie orrende, con la testa d’asino e il corpo da serpente. Ho visto l’orrenda strage degli uomini di pietà e degli uomini d’intelletto. Quando poi l’epidemia avrà contaminato ogni casolare, si renderà necessaria una purificazione generale. L’acqua dovrà lavare ogni granello di sabbia che copre la terra.

Ho visto san Bernardo e tanti altri spiriti eletti ritornare sulla terra, per istruire le genti. E le genti, finalmente, sapranno fare tesoro dell’insegnamento. E l’armonia del tutto si fonderà nella verità e nell’amore.

Ho visto scendere dal cielo un’enorme quantità di foglie secche. E su ogni foglia c’era una scintilla di fuoco. Un uomo che mi stava vicino, gridò a gran voce: scostatevi, perché piove la pestilenza stellare. Molti cercarono di fuggire, ma vennero ugualmente raggiunti dalle foglie secche. E quando una di queste si posava sulla pelle, si formava una macchia nera, e dalla macchia nera usciva uno zampillo di sangue.

Ho visto fiumi enormi rompere gli argini, trascinando cose, uomini e cavalli. Ho visto la terra aprirsi come una vecchia ferita, e da questa sgorgare del sangue marcio… Mi sembra che la terra fosse diventata un tappeto sospeso nell’aria… Tutto tremava e sobbalzava, rendendo difficile mantenersi in equilibrio… Poi ho visto aprirsi una voragine… Ho visto aprirsi la terra, afferrare case e uomini e poi richiudersi.

Ho visto un cimitero nel quale venivano sepolti i sogni dell’uomo. E ogni sogno aveva una lapide. E su ogni lapide c’era un epitaffio… Su una pietra era scritto: ‘Qui giace il sogno dell’uomo, di correre più veloce del vento’. Altrove, ho visto scritto: ‘Qui giace il sogno dell’uomo di prolungare all’infinito la sua vita’. C’era poi la grande tomba, che racchiudeva il grande sogno. E l’epitaffio diceva: - Qui giace l’uomo che si credeva un dio -. 

Quando la purificazione sarà completata, riprenderà la vita. Ma l’uomo nuovo indosserà un abito nuovo: l’abito dell’umiltà e della fede.

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.43-2021 
 Ancona, Domenica 12 settembre 2021 - SS.mo NOME di MARIA 

Il Beato Marco d'Aviano, al secolo Carlo Domenico Cristofori, nacque ad Aviano (Pordenone) nel 1631. Studiò da giovane presso i gesuiti. Nel 1648 entrò nell'ordine dei cappuccini e, ordinato sacerdote, si diede all'apostolato della parola e della penna, divenendo presto famoso. Nel 1680 fu inviato in Germania dove divenne confidente e consigliere di molti principi, tra i quali l'imperatore Leopoldo I d'Austria che lo chiamava suo angelo tutelare. Fu al suo fianco nel 1683 come protagonista durante l'assedio di Vienna. Morì in quella città nel 1699 e fu sepolto nella chiesa dei cappuccini.
     Il nome di Padre Marco torna ora alla ribalta, dopo lungo tempo di ingiustificato oblio. Viene considerato uno dei personaggi più importanti del suo tempo, soprattutto in riferimento al suo ruolo determinante, come cappellano generale, nella vittoriosa battaglia di Vienna dell'11 settembre 1683, definita da qualche storico "la madre di tutte le battaglie" perché ha chiuso il discorso militare con i turchi, desiderosi di occupare l'Europa, decretando il loro irreversibile declino militare ed economico. 
     Padre Marco ha legato il suo nome al santuario di Loreto, perché dopo la vittoriosa battaglia di Vienna, mentre il re polacco Giovanni Sobieski entrava trionfante a Vienna, lui lo accompagnava mostrando un'immagine della Madonna di Loreto, alla cui intercessione fu attribuita quella memorabile vittoria.
Riproduciamo qui di seguito uno scritto di Padre Arsenio d'Ascoli, già “Direttore della Congregazione Universale della Santa Casa”, apparso nel suo volume "I papi e la Santa Casa" (Loreto, 1969, pp. 54ss), nel quale sono descritti gli aspetti "lauretani" della battaglia di Vienna e il ruolo di Padre Marco d'Aviano...

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.42-2021 

 Ancona, Mercoledì 8 settembre 2021 

 

LA NASCITA DI MARIA 
 NELLA SANTA CASA  

 

I VANI TENTATIVI DI SATANA

DI VOLER DISTRUGGERE LA SANTA CASA

 

LA NASCITA E LA VITA DI MARIA NELLE RIVELAZIONI

DELLA VENERABILE MARIA D'AGREDA

 

La Venerabile MARIA D'AGREDA HA RIVELATO CHE FURONO GLI ANGELI AD OPPORSI ANCHE AL PRIMO TENTATIVO DI SATANA
DI DISTRUGGERE LA SANTA CASA A NAZARETH PER POTER IMPEDIRE LA NASCITA DI MARIA CON UN ABORTO SPONTANEO DI SANT'ANNA.
Così è rivelato ne "LA MISTICA CITTA' DI DIO":

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"Il drago determinò di tentare di togliere la vita a sant'Anna e,

se non gli fosse riuscito, di procurare almeno che abortisse".
"(Satana) tentò dapprima di far crollare la casa di San Gioacchino,
affinché sant'Anna fosse scossa e sconvolta dal terrore.
Non essendo potuto riuscirvi, perché opposero resistenza gli angeli santi..."

 

NELLE RIVELAZIONI DEI SANTI LA SANTA CASA NON SARA' MAI DISTRUTTA PERCHE' DOVRA' SUSSISTERE FINO ALLA FINE DEL MONDO,
MA NON RIMARRA' A LORETO

(Beata Taigi)

Tentò dapprima di far crollare la casa di san Gioacchino,
affinché sant'Anna fosse scossa e sconvolta dal terrore.
Non essendo potuto riuscirvi, perché opposero resistenza gli angeli santi...

 

CHI ERA LA VENERABILE MARIA D'AGREDA

María Coronel y Arana nacque il 2 aprile 1602 ad Ágreda, nella Vecchia Castiglia. Il 13 gennaio 1619 entrò nell’Ordine delle Concezioniste Francescane insieme alla madre e alla sorella Jeronima, prendendo il nome di suor Maria di Gesù.

Dopo la professione dei voti cominciò ad avere prove fisiche e morali, insieme a doni eccezionali, sia esteriori (poi venuti meno), sia interiori.

Nel 1627 divenne badessa. I missionari francescani inviati nel Messico del Nord sentirono raccontare dai nativi che una misteriosa “dama in blu” li aveva evangelizzati: in quella donna riconobbero suor Maria di Gesù. Per quei fatti e per le altre particolarità della sua vita spirituale fu esaminata dall’Inquisizione Spagnola.

Suor Maria scrisse varie opere d’edificazione spirituale, la più nota delle quali è la «Mistica Città di Dio», una sorta di biografia della Madonna.

Morì il 24 maggio 1665 nel convento di Ágreda. La sua causa di beatificazione iniziò nella fase romana il 28 gennaio 1673; secondo la legislazione dell’epoca, suor Maria ricevette il titolo di Venerabile. La causa è ripresa nel 1990, con la nomina di un nuovo relatore. I suoi resti mortali riposano nella chiesa del convento della Concezione ad Ágreda.

 

LA FESTA DELLA NATIVITA' DI MARIA  


     “Questa festa ci obbliga a ricordare l’apparizione della Madonna nel mondo come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù; come l’aprirsi sulla terra, tutta coperta dal fango del peccato, del più bel fiore che sia mai sbocciato nel devastato giardino dell’umanità; la nascita cioè della creatura umana più pura, più innocente, più perfetta, più degna della definizione che Dio stesso, creandolo, aveva dato dell’uomo: immagine di Dio, bellezza cioè suprema, profonda, così ideale nel suo essere e nella sua forma, e così reale nella sua vivente espressione, da lasciarci intuire come tale primigenia creatura era destinata, da un lato, al colloquio, all’amore del suo Creatore in una ineffabile effusione della beatissima e beatificante Divinità e in un’abbandonata risposta di poesia e di gioia (com’è appunto il «Magnificat» della Madonna), e d’altro lato destinata al dominio regale della terra.
     Ciò che doveva in Eva apparire e svanire miseramente, per un disegno d’infinita misericordia (potremmo quasi dire per un proposito di rivincita, come quello dell’artista che, vedendo infranta l’opera sua, vuole rifarla, e rifarla ancora più bella e più rispondente alla sua idea creatrice), Dio fece rivivere in Maria; ed oggi, giorno dedicato al culto di questo dono, di questo capolavoro di Dio, noi ricordiamo, noi ammiriamo, noi esultiamo: Maria è nata, Maria è nostra, Maria restituisce a noi la figura dell’umanità perfetta, nella sua immacolata concezione umana, stupendamente corrispondente alla misteriosa concezione della mente divina della creatura regina del mondo.

E Maria, per nuovo e sommo gaudio, incantevole gaudio delle nostre anime, non ferma a Sé il nostro sguardo se non per spingerlo a guardare più avanti, al miracolo di luce e di santità e di vita, ch’Ella annuncia nascendo e recherà con Sé, Cristo Signore, il Figlio suo Figlio di Dio, dal quale Ella stessa tutto riceve. Questo è il celebre giuoco di grazia, che si chiama Incarnazione, e che oggi ci fa presagire in anticipo, in Maria, lampada portatrice del lume divino, porta per cui il Cielo muoverà i suoi passi verso la terra, madre che offrirà vita umana al Verbo di Dio, l’avvento della nostra salvezza”.

 

San Paolo VI

LA MISTICA CITTA' DI DIO
La mistica citta' di Dio ]
CAPITOLO 20
Ciò che avvenne nei nove mesi della gravidanza di sant'Anna
e ciò che fecero in quel tempo Maria santissima e sua madre

 

CAPITOLO 21
 La nascita fortunata di Maria santissima, signora nostra.
I favori che ricevette subito dalla mano dell'Altissimo e come le posero il nome nel cielo e sulla terra.

8 settembre
NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA 

Da "LIBRO DI CIELO" (16 settembre 1928 - Vol. 24)


LA VERGINE CON L'ESSERE CONCEPITA CONCEPI' IL REGNO DEL FIAT, COL NASCERE CI RESTITUI' I DIRITTI DI POSSEDERLO

 

 ANCONA E LORETO, CITTA' DELLA FEDE 
Un nuovo libro del Prof. GIORGIO NICOLINI, con la prefazione del Card. ANGELO COMASTRI
liberamente scaricabile con autorizzazione alla pubblicazione in Siti Internet
od alla trasmissione ai propri contatti WhatsApp, Telegram o Posta Elettronica e/o in ogni altro "social"

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 Notiziario periodico di Tele Maria / n.41-2021 
 Ancona, Domenica 5 settembre 2021 

 

 LA CROCE DA AMARE NEL MATRIMONIO 

 Un luogo straordinario della Croazia 

 dove non esistono separazioni o divorzi 

LA CROCE DA AMARE

In questa cittadina della Croazia (Siroki Brijeg) il matrimonio viene vissuto come indissolubilmente unito alla croce di Cristo. Quando un giovane si prepara al matrimonio, non gli si racconta che ha trovato la persona ideale, il miglior partito. No! Che cosa dice il sacerdote? Hai trovato la tua croce. Ed è una croce da amare, da portare, una croce che non si dovrà rifiutare ma amare. 

 

DOVE SI AMA LA CROCE
IL MATRIMONIO E' INDISSOLUBILE

   La piccola città di Siroki Brijeg, a 40 minuti da Medjugorje in Bosnia Erzegovina, vanta uno straordinario primato in tutta l’Europa: non è mai stato registrato un solo divorzio a memoria d’uomo tra i suoi 20mila parrocchiani (su 30mila abitanti), nessuna famiglia si è mai divisa. Il segreto? Un forte cattolicesimo popolare unito alla serietà con cui si vive la tradizione croata, che coinvolge moltissimi paesi bosniaci, verso il matrimonio e dove la difesa della Famiglia Naturale, come unione tra uomo e donna, è stata perfino scritta nella Costituzione per volontà popolare. Per secoli, prima sotto la dominazione turca, e poi sotto quella comunista, queste popolazioni hanno sofferto crudelmente perché si voleva strappare la loro fede cristiana. In particolare, alle spalle della gente di Siroki Brijeg, c’è anche una grande storia di dolore. Il 7 febbraio 1945 divenne la sede della terribile strage di 66 frati francescani, ad opera di partigiani comunisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
   In questa cittadina il matrimonio viene vissuto come indissolubilmente unito alla croce di Cristo. Quando un giovane si prepara al matrimonio, non gli si racconta che ha trovato la persona ideale, il miglior partito. No! Che cosa dice il sacerdote? Hai trovato la tua croce. Ed è una croce da amare, da portare, una croce che non si dovrà rifiutare ma amare. La Croce evoca l’amore, e il crocifisso è il tesoro della casa.
   Quando i fidanzati vanno in chiesa, portano con loro un crocifisso, che è benedetto dal prete e, durante la pronuncia del SI,  riveste un’importanza capitale. La fidanzata posa la mano destra sulla croce; a sua volta il fidanzato pone la sua su quella della sposa e le loro due mani si trovano così riunite sulla croce, fuse sulla croce. Il sacerdote mette allora la sua stola sulle loro mani, ed essi pronunciano il loro “si” e si promettono fedeltà secondo il rito della Chiesa. Dopo di ciò, gli sposi non si abbracciano, ma abbracciano la croce. Sanno di abbracciare così la fonte dell’amore. Chi si avvicina e vede le due mani stese sulla croce, capisce che se il marito abbandona la moglie o che se la moglie abbandona il marito, in realtà abbandona la croce. E quando si è  abbandonata la croce non resta più niente, si è perso tutto perché si è lasciato Gesù, si è perso Gesù.
   Dopo la cerimonia, gli sposi portano a casa il crocifisso e gli danno il posto d’onore. Diventerà il centro della preghiera in famiglia poiché hanno la convinzione che la famiglia è nata da questa croce. Se c’è un problema, se scoppia un diverbio, è davanti a questa croce che gli sposi vengono a cercare soccorso. Non andranno da un avvocato, non consulteranno un mago o un astrologo, non faranno assegnamento su uno psicologo per sistemare i loro problemi. No, andranno davanti al loro Gesù, davanti alla croce. Si metteranno in ginocchio e davanti a Gesù verseranno le loro lacrime, grideranno le loro sofferenze e soprattutto si perdoneranno a vicenda. Non si addormenteranno con un peso sul cuore perché saranno ricorsi al loro Gesù, al Solo che ha il potere di salvare.

   Insegneranno ai loro figli ad abbracciare la croce ogni giorno e a non addormentarsi come dei pagani senza aver ringraziato Gesù. Per i bambini, fin dai più lontani ricordi, Gesù è l’amico di famiglia, che si rispetta e si abbraccia. Questi bambini non hanno animaletti da stringere durante la notte per sentirsi sicuri, ma dicono Buona notte a Gesù e abbracciano la croce. Si addormentano con Gesù, non con un peluche. Sanno che Gesù li custodisce tra le sue braccia e che non hanno niente da temere, le loro paure si spengono nel loro abbraccio a Gesù.
   Per i cristiani, il matrimonio, ha un carattere sacramentale e rappresenta, quindi, una realtà soprannaturale, il matrimonio è inteso come una completa comunione corporale e spirituale di vita e di amore tra uomo e donna, che si donano e si accolgono l’un l’altro in quanto persone. Attraverso l’atto personale e libero del reciproco consenso viene fondata per diritto divino un’istituzione stabile, ordinata al bene dei coniugi e della prole, e non dipendente dall’arbitrio dell’uomo: «Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità».
   L’indissolubilità matrimoniale è un dono che viene fatto da Cristo all’uomo e alla donna che si sposano in lui. È un dono, non è prima di tutto una norma che viene imposta. Non è un ideale cui devono tendere. E’ un dono e Dio non si pente mai dei suoi doni. Non a caso Gesù, rispondendo ai farisei, fonda la sua risposta rivoluzionaria su un atto divino. ‘Ciò che Dio ha unito’, dice Gesù. E’ Dio che unisce, altrimenti la definitività resterebbe un desiderio che è sì naturale, ma impossibile a realizzarsi. Dio stesso dona compimento. L’ uomo può anche decidere di non usare di questa capacità di amare definitivamente e totalmente. La teologia cattolica ha poi concettualizzato questa visione di fede attraverso il concetto di vincolo coniugale. Il matrimonio, il segno sacramentale del matrimonio produce immediatamente tra i coniugi un vincolo che non dipende più dalla loro volontà, perché è un dono che Dio ha fatto loro.
   La comunione coniugale si caratterizza non solo per la sua unità, ma anche per la sua INDISSOLUBILITA’: «Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l’indissolubile unità. Il dono del sacramento è nello stesso tempo vocazione e comandamento per gli sposi cristiani, perché rimangano tra loro fedeli per sempre, al di là di ogni prova e difficoltà, in generosa obbedienza alla santa volontà del Signore: «Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Il principio nel quale Dio ha creato l’uomo a sua immagine, maschio e femmina, perché fossero una sola carne e che nessuno avrebbe mai dovuto separare: l’amore che Dio ha pensato per ogni uomo, trova il compimento nella Croce del Figlio, nel suo amore infinito.
   Purtroppo, la conferma della concretezza, della ricchezza, del valore salvifico dell’indissolubilità del Matrimonio, la ritroviamo quotidianamente nelle cronache in cui troviamo i frutti della dissoluzione dell’istituto della Famiglia.

 

Madre Teresa:
è dal divorzio che viene la povertà più grande
Lettera circolare di Madre Teresa di Calcutta
in occasione del referendum irlandese sul divorzio del 1996

 

Caro popolo d’Irlanda,
   prego assieme a voi in questo tempo importante nel  quale la vostra nazione sta decidendo sulla questione della legge del divorzio. La mia preghiera è che voi siate fedeli all’insegnamento di Gesù: «L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie ed essi diventeranno una sola carne. Ciò che Dio ha unito, non venga diviso da nessuno». I nostri cuori sono fatti per amare, un amore che non è solo incondizionato, ma anche duraturo.
Quale è il significato del vero amore nel matrimonio?
   Un uomo e una donna che veramente si amano, non prometteranno mai nel momento del matrimonio “ti amerò e sarò fedele per un po’”. Essi promettono sempre “ti amerò per sempre e sarò fedele a prescindere da quello che succederà o da quello che farai”.
Rompere la promessa del matrimonio di essere fedeli fino alla morte non è solamente contro il vero amore, ma ferisce in modo particolare i bambini.
   I nostri bambini dipendono da noi in tutto: salute, educazione, cura, valori, guida e soprattutto amore. Ma in alcuni casi, la madre e il padre non hanno tempo per i loro figli, oppure l’unità dei genitori è infranta e così i figli lasciano la casa e vagano di qui e di là, e il loro numero aumenta di giorno in giorno.
   Gesù si è donato sulla croce, perché era ciò che doveva fare per amarci e salvarci. Se un padre e una madre non sono disposti a donarsi fino a soffrire per essere fedeli reciprocamente, ed essere fedeli ai loro figli, essi non  mostrano ai loro figli cosa significhi amare. E se i genitori non mostrano ai figli cosa sia l’amore, chi altro glielo mostrerà? Questi bambini cresceranno spiritualmente poveri e questo genere di povertà è molto più difficile da superare rispetto a quella materiale.
   È vero che molte famiglie hanno sperimentato tanta sofferenza a causa di violenze, alcolismo e abusi che hanno spesso portato a una rottura del rapporto. Se i membri di una famiglia pregano assieme, resteranno assieme. E se stanno assieme, si ameranno l’un l’altro come Dio ama ciascuno di loro. Il frutto della preghiera è gioia, amore, pace e unità nella famiglia e questo sarà un esempio di amore per i bambini e per i vicini di casa. E cosi non ci sarà bisogno del divorzio.
   Come possono gli sposi rinunciare l’uno all’altro se si amano l’un l’altro? Il divorzio rompe, distrugge e causa terribili tentazioni. E causa anche sofferenze e dolori al cuore, ai bambini e all’intera famiglia. Il divorzio è uno dei più grandi uccisori della famiglia, dell’amore e dell’unità.
   Se per qualche ragione gli sposi devono vivere separati, ciò non ha niente a che far col divorzio.
   Quando un Paese permette il divorzio, il danno non è fatto solamente alle famiglie che vengono distrutte da esso. Il danno è fatto all’intera società, perché permettere il divorzio dice alle persone che la promessa del matrimonio non è di essere fedele “fino a che la morte non ci separi” ma solo “fino a che il divorzio non ci separi”. Ma ciò è molto diverso da quanto Gesù ci ha insegnato rispetto al matrimonio: “Ciò che Dio ha messo insieme, nessuno si permetta di  dividerlo”.
   So anche che nel mondo ci sono grandi problemi, che molti sposi non si amano abbastanza da essere fedeli fino alla morte. Noi non possiamo risolvere tutti i problemi del mondo, ma non permettiamo mai che si introduca il peggiore problema di tutti che è distruggere l’amore. E questo è ciò che facciamo quando diciamo alle persone sposate che possono divorziare e andare con qualcun altro.
   Inoltre, un Paese che accetta il divorzio avrà sempre più famiglie separate e ciò condurrà ad una maggiore disunione… e a maggiori disunioni in altre famiglie. Questo non solo perché il divorzio è un distruttore d’amore, unità e pace, ma anche perché i divorziati si sentono soli e spesso trovano amici della loro età che solitamente sono sposati. Questo genere di amicizia rompe altri matrimoni e ciò andrà  semplicemente avanti.
   Un Paese non dovrebbe mai introdurre, per la ricerca di benefici e ricchezze materiali, la più grande povertà che è quella spirituale. E questo è ciò che accade introducendo il divorzio, che distrugge l’amore nella famiglia.
   Ricordiamoci che il divorzio non è sbagliato solo per i cattolici. È sbagliato per tutti, perché è contro l’amore tra un uomo e una donna intraprendere un tipo di matrimonio nel quale essi promettono di essere fedeli “fino a che divorzio non li separi”.
   Preghiamo. La gioia di amare è la gioia di condividere la vita come Maria e Giuseppe, durante il tempo della sofferenza e della difficoltà, stare insieme nell’amore, nell’unità e nella fiducia. Possa questo essere oggi un esempio per tutte le famiglie.    
   Prego che l’Irlanda, votando “No” al divorzio, continui ad essere un segno di unità, di amore e di pace per il mondo, specialmente di pace nel luogo nel quale essa deve iniziare, la famiglia. Pregate sempre insieme e starete insieme e vi amerete l’un l’altro come Dio ama ciascuno di voi.
Preghiamo. Dio vi benedica.

Lettera circolare di Madre Teresa di Calcutta

in occasione del referendum irlandese sul divorzio del 1996

 

DALLA DONNA SANTA DIPENDE LA SALVEZZA DEI MATRIMONI
Estratto di Maria Valtorta
"L'Evangelo come mi è stato rivelato”

Dice Gesù:
"Parlo a voi, o mogli e madri che avete trovato spine dove vi promettevate delle rose, per vedere nascere sugli aculei che vi feriscono nuovi rami fioriti. Volgetevi al Signore Iddio vostro, che ha creato il coniugio perché l’uomo e la donna non fossero soli e si amassero formando una carne sola e indissolubile, posto che fu insieme congiunta, e che vi ha dato il Sacramento perché sulle nozze scendesse la benedizione sua, e per i meriti miei voi aveste quanto vi è necessario nella nuova via di coniugi e di procreatori. E, per volgervi a Lui con volto e animo sicuri, siate oneste, buone, rispettose, fedeli, vere compagne dello sposo, non semplici ospiti della sua casa, o, peggio ancora, estranee che un caso riunisce sotto un tetto come due che il caso riunisce in un albergo di pellegrini. Troppe volte questo avviene ora. L’uomo manca? Male fa. Ma questo non giustifica la maniera di agire di troppe mogli. Ancor meno la giustifica quando ad un buon compagno voi non sapete rendere bene per bene e amore per amore. Non voglio neppure contemplare il troppo comune caso di vostre carnali infedeltà, che non vi fanno dissimili dalle meretrici, con l’aggravante di fare del vizio ipocritamente e di sporcare l’altare della famiglia intorno al quale sono le anime angeliche dei vostri innocenti. Ma parlo della vostra infedeltà morale al patto d’amore giurato davanti al mio altare. Ebbene, Io ho detto: 'Colui che guarda una donna con desiderio commette adulterio nel suo cuore'; Io ho detto: 'Colui che rimanda la moglie con libello di divorzio l’espone all’adulterio'. Ma ora, ora che troppe mogli sono delle estranee al marito, Io dico: 'Coloro che non amano in anima, mente e carne il loro compagno, lo spingono all’adulterio, e se a costui Io chiederò il perché del suo peccato, non lo farò da meno per colei che non ne è l’esecutrice, ma la creatrice'. La Legge di Dio occorre saperla comprendere in tutta la sua estensione e profondità e occorre saperla vivere in piena verità”.

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L'amore è pazienza, l'amore è obbedienza, è dolcezza, è fortezza, è pace, è tutto; sicché tutte le virtù se non hanno vita dall'amore al più si possono chiamare virtù naturali, ma l'amore le cambia in virtù divine (Luisa Piccarreta Vol X, 23 novembre 1910)
L'amore è pazienza, l'amore è obbedienza, è dolcezza, è fortezza, è pace, è tutto; sicché tutte le virtù se non hanno vita dall'amore al più si possono chiamare virtù naturali, ma l'amore le cambia in virtù divine
(Luisa Piccarreta Vol X, 23 novembre 1910)

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SAN FRANCESCO DI SALES
LA NECESSITA' DELLA CASTITA'


Dalla "FILOTEA: Introduzione alla vita devota" - Capitolo XII

   La castità è il giglio delle virtù; rende gli uomini simili agli Angeli. Niente è bello se non è puro, e la purezza degli uomini è la castità. Alla castità si dà il nome di onestà, e alla sua conservazione, onore. Viene anche chiamata integrità e il contrario corruzione. Gode di gloria tutta speciale perché è la bella e splendida virtù dell’anima e del corpo.
   Non è mai permesso prendere piaceri impudichi dai nostri corpi, poco importa in che modo. Li legittima soltanto il matrimonio che, con la sua santità, compensa il discredito insito nel piacere. Anche nel matrimonio bisogna avere cura che l’intenzione sia onesta, perché se ci dovesse essere qualche sconvenienza nel piacere che si prende, ci sia sempre l’onestà nell’intenzione che lo ha cercato.
   Il cuore casto è come la madreperla, che può ricevere soltanto le gocce d’acqua che scendono dal cielo, giacché può accogliere soltanto i piaceri del matrimonio, che viene dal cielo. Fuori da ciò non deve nemmeno tollerare il pensiero voluttuoso, volontario e prolungato.
   Come primo grado in questa virtù, Filotea, guarda di non accogliere in te alcun genere di piacere inammissibile e proibito, quali sono tutti quelli che si prendono fuori del matrimonio, o anche nel matrimonio, se si prendono contro le regole del matrimonio.
   Come secondo grado, taglia, per quanto ti sarà possibile, anche i piaceri inutili e superflui, benché permessi e leciti.
   Per il terzo, non legare il tuo affetto ai piaceri e alle soddisfazioni che sono comandate e prescritte; è vero che bisogna prendere i piaceri necessari, ossia quelli che sono legati al fine e alla natura stessa del santo matrimonio, ma non per questo devi impegnare in essi il cuore e lo spirito.

   Del resto, tutti hanno molto bisogno di questa virtù. Coloro che vivono nella vedovanza devono avere una castità coraggiosa, che non soltanto disprezza le occasioni presenti e le future, ma resiste alle fantasie che i piaceri leciti provati nel matrimonio possono suscitare nel loro spirito, che per questo sono più sensibili alle suggestioni poco oneste.
   E’ questa la ragione per cui Sant'Agostino ammira la purezza del suo caro Alipio, che aveva completamente dimenticato e non teneva in alcun conto i piaceri carnali, che aveva conosciuto, almeno in parte, nella sua giovinezza. Prendi a paragone i frutti: un frutto sano e intero può essere conservato o nella paglia o nella sabbia o nelle proprie foglie; ma una volta intaccato, è impossibile conservarlo se non facendone marmellata con l’aggiunta di miele o di zucchero; così avviene per la castità non ancora ferita e contaminata: sono tanti i modi per conservarla, ma una volta intaccata, può conservarla soltanto una devozione eccellente che, come ho detto spesso, è l’autentico miele e lo zucchero delle anime.

   Le vergini hanno bisogno di una devozione semplice e delicata, per bandire dal loro cuore ogni genere di pensieri curiosi ed eliminare con un disprezzo totale ogni genere di piacere immondo che, a essere sinceri, non meritano nemmeno di essere considerato dagli uomini, visto che i somari e i porci li superano in questo campo.
   Quelle anime pure stiamo bene attente; senza alcun dubbio dovranno sempre avere per certo che la castità è incomparabilmente molto meglio di tutto ciò che le è contrario; il nemico, infatti, dice San Girolamo, spinge fortemente le vergini al desiderio di provare il piacere. A tal fine lo rappresenta loro molto più attraente e delizioso di quanto non sia; questo le turba molto, dice quel Padre, perché pensano che quello che non conoscono sia più dolce.
   La piccola farfalla ci è maestra: vedendo la fiamma così bella vuol provare se non sia altrettanto dolce; e, spinta da questo desiderio, non si arrende finché, alla prima prova, ci rimane. I giovani agiscono allo stesso modo: si lasciano talmente affascinare dal falso e vuoto luccichio delle fiamme del piacere che, dopo averci girato intorno con mille pensieri curiosi, finiscono per cadere e perdersi. In questo sono più sciocchi delle farfalle, perché quelle, in una certa misura, hanno motivo di pensare che il fuoco sia anche buono perché è veramente bello; mentre questi sanno bene che quello che vogliono è disonesto, ma non per questo tagliano la stima folle ed esagerata che hanno del piacere.

   Per gli sposati dico che è sicuro, anche se la gente comune non riesce a pensarlo, che la castità è loro molto necessaria; per essi non consiste nell’astenersi in modo totale dai piaceri carnali, ma nel sapersi moderare. Ora, a mio parere, il comando: Adiratevi e non peccate, è più difficile di quest’altro: Non adiratevi affatto. Riesce più facile evitare la collera che controllarla. Lo stesso si può dire dei piaceri carnali: è più facile astenersene completamente che essere moderati.
   E’ vero che la grazia del sacramento del matrimonio dà una forza particolare per attenuare il fuoco della concupiscenza, ma la debolezza di coloro che ne usufruiscono passa facilmente alla permissività, poi alla dissoluzione, dall’uso all’abuso.
   Molti ricchi sono ladri, non per bisogno, ma per avarizia. Così molta gente sposata ruba piaceri disordinati solo per mancanza di padronanza e lussuria, benché abbiano un campo legittimo sufficientemente ampio nel quale muoversi; la loro concupiscenza assomiglia a un fuoco fatuo, che balla qua e là senza fermarsi in alcun luogo.
   E’ sempre pericoloso prendere medicine troppo forti, perché qualora se ne prenda più della giusta dose, o anche se la medicina non è stata ben preparata, ce ne viene del danno: il matrimonio è stato istituito, in parte, anche quale rimedio della concupiscenza; senz’altro è un rimedio di ottima efficacia, ma , attenzione, perché è molto forte, di conseguenza può essere molto pericoloso se non è usato con discrezione.
   Aggiungo che i casi della vita, oltre alle lunghe malattie, spesso separano i mariti dalle mogli. Ecco perché gli sposati hanno bisogno di due generi di castità: la prima, per essere capaci di vivere in astinenza assoluta quando sono separati, nelle occasioni cui ho appena accennato; la seconda, per essere capaci di moderarsi, quando vivono insieme.

   Caterina da Siena vide tra i dannati dell’inferno molti che erano tormentati con supplizi particolarmente atroci per avere profanato la santità del matrimonio: e questo era loro capitato, diceva, non per la gravità del peccato in sé, perché gli omicidi e le bes

 

temmie sono più gravi, ma perché coloro che li avevano commessi vi avevano preso l’abitudine senza più farci caso, e così avevano persistito negli stessi per lungo tempo.

   Vedi dunque che la castità è necessaria a tutti. Procura di essere in pace con tutti, dice l’Apostolo, e di possedere la santità senza di cui nessuno vedrà Dio. Ora, per santità, secondo San Girolamo e San Giovanni Crisostomo, intende la castità.
   Filotea, è proprio vero, nessuno vedrà Dio se non è casto, nessuno abiterà nella sua santa tenda se non è puro di cuore; e, come dice il Salvatore stesso: I cani e i peccatori di sensualità ne saranno esclusi, e beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

 

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Gent.mo Poeta, Gentilissima Poetessa
Il Premio Nazionale di poesia “La Gorgone d’Oro” è alla sua 22/a edizione!
Le trasmettiamo, in allegato, il bando di partecipazione alla XXII edizione con preghiera di estenderlo ai poeti di Sua conoscenza. Grazie.
Partecipiamo da subito, senza aspettare la scadenza

Per qualsiasi informazione scrivete a questa mail o contattateci al numero 339 2626015.

Grazie!

W la Poesia! 

 

Bando 22 Concorso Gorgone

 

 

autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio.

Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione concepita
secondo gli attuali standard alberghieri.

La Campania, da 27 anni, grazie ai grandi sforzi e sacrifici dei soci dell’Associazione Circolo “Tempo Libero”, è diventata, nel tempo, nel panorama nazionale del collezionismo, punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi, con serietà, professionalità e passione, in una realtà ostile, poco propensa ad ospitare iniziative di questa valenza storica e culturale, con carenze strutturali sia pubbliche che private.

Gli orari di sabato 13 novembre saranno dalle ore 9 alle 13, breve pausa, ripresa, a discrezionalità dell'organizzazione, intorno alle 16 fino alle 19, con la possibilità di trattenersi al ristorante dell’Hotel, con un pranzo completo con specialità locali a soli €15, per offrire massima ospitalità ai presenti.


Domenica 14 novembre, invece, l’entrata sarà esclusivamente di mattina dalle ore 9 alle 13.

L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito.

 

L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito.

La nostra filosofia è il collezionismo di qualità, approfondendo la conoscenza attraverso lo studio, coinvolgendo e appassionando le nuove generazioni, stimolandoli con sani valori e principi etici

Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolliche raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo.

Dove ci troviamo

 

 

 

Associazione “Lorenzo Cuneo” Onlus 

 

 


23^ Festa degli Alberi al Bosco Sacro in Caffarella 
Domenica 24 ottobre 2021 
( via Appia Pignatelli – vicolo di Sant’Urbano ) 

 

P R O G R A M M A 

Ore    9.30    Arrivo dei partecipanti, degli alberi nuovi e delle strutture mobili 
Ore 10.45     Santa Messa in suffragio di Lorenzo e di altri giovani, durante la quale 
                                   saranno benedetti i nuovi alberi 
Ore 12.00     Messa a dimora di lecci e/o sughere per i nati nel 2021 e precedenti 
Ore 13.30     Pranzo al sacco con cibi da condividere 
Ore 15.00     Conoscenza dei nuovi nati e scambio di auguri 

 

 

Vi aspettiamo numerosi per stare una giornata insieme e divertirci 
E’ necessaria un’offerta per le famiglie da noi assistite 
cell: 338-6181757 – 333-9439296 – mail: claudioclac@hotmail.com 

 

 

 

LEGGI TUTTO SULL'INEDITO SEMINARIO

Nei libri di Fermine, di magia
si tratta e come una magia sono scritti.
(Beniamino Placido, la Repubblica)

 
Un bellissimo racconto d’iniziazione
sobrio e di una limpiezza misteriosa,
come la poesia che lo ispira.

(Le Figarò littéraire)

Maxence Fermine oscilla sapientemente
tra la trasparenza della parola e
lo splendore dell’immagine ,
tra l’alchimia complessa del sogno e

la semplicità assoluta dell’arte.
(L’Alsace)

 
Uno degli autori contemporanei più amati nella letteratura poetica mondiale sarà ospite nelle iniziative del Cosmic per la conduzione in presenza di un imperdibile seminario "La Scrittura di un Romanzo".
Maxence Fermine autore del visionario romanzo bestseller Neve tradotto in 17 lingue , condurrà il 13 e 14 novembre 2021 al Museo Castromediano a Lecce  un percorso formativo che parte dalla sua originale metodologia di scrittura a mosaico che lo ha reso celebre con il romanzo divenuto ormai un classico della letteratura contemporanea.
previsto per i partecipanti:
 * PROMOZIONE SE L'ISCRIZIONE VIENE EFFETTUATA ENTRO IL 27 OTTOBRE 2021
 * consegna dispense di lavoro
 * intervento di apertura del direttore del Polo Bibliomuseale Dott. Luigi De Luca
 * visione a fine percorso della nuova versione dello spettacolo teatrale Neve 

 PIU' INFO E ISCRIZIONE ONLINE OBBLIGATORIA
SINO AD ESAURIMENTO POSTI CLICCANDO QUI

 

Una iniziativa promossa dal festival COSMIC FEST, Partners e collaborazioni, Polo Biblio Museale di Lecce, Biblioteca Bernardini, Museo Castromediano,  Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale,  Provincia di Lecce,  Istituto di Culture Mediterranee

 

LEGGI TUTTO SULL'INEDITO  SEMINARIO

 

 

 

- Ingresso on line a prezzo agevolato - Parcheggio € 3
- Ingresso gratuito Venerdì 3 Settembre (previa registrazione) Parcheggio € 3
- L’accesso sarà consentito esclusivamente con Green Pass o con Tampone con esito negativo come da normativa Covid.
- Non hai effettuato il Tampone? Nessun problema puoi farlo in fiera! Tampone Antigenico € 15.

 

 

 

 
Cari amici,

 

una grande gioia: CRISTIADA, un film dal messaggio profondo e dalla storia assolutamente attuale, è stato trasmesso su RAI2 lo scorso 8 Settembre (nessuna data viene a caso).

Sappiate che questo piccolo, grande capolavoro filmico (con un messaggio fondamentale per ognuno di noi in questo momento storico) sarà disponibile gratuitamente su RaiPlay per i prossimi 2/3 giorni al seguente link:

https://www.raiplay.it/programmi/cristiada?wt_mc=2.app.wzp.raiplay_prg_Cristiada

Quale migliore occasione per rivederlo e invitarne alla visione chi ancora non l’avesse fatto?

Approfitto di questa breve email anche per dirvi che il  28 e 29 Settembre ci sarà l’uscita nazionale di un’altro film straordinario: UNPLANNED - LA STORIA VERA di ABBY JOHNSON, una storia che apre gli occhi di ognuno di noi su l’ingiustizia più grande dei nostri tempi. Questo film affronta un argomento forte con una delicatezza e bellezza senza pari, dandoci la giusta motivazione per fare la differenza.

Sul sito www.unplanned.it tutte le informazioni e la lista delle sale che proietteranno il film. Le anteprime della prossima settimana con l'introduzione mia e di tanti altri amici a sorpresa, presenti nelle varie città:

14 Settembre San Marino, Cinema Teatro Concordia ore 18 e ore 20
15 Settembre Bologna, Cinema Fossolo, ore 18 e ore 20.30
16 Settembre MIlano, UCI Cinemas Bicocca ore 20.30
17 Settembre Torino, Cinema Massimo ore 18.30 e ore 21
19 Settembre Genova, Cinema NIckelOdeon ore 15.30, ore 18, ore 20, ore 22.30

tutte le altre date sul sito delle anteprime: https://www.unplanned.it/anteprime-nazionali.html

Vi aspetto.

Forza e coraggio… in ALTO i Cuori!

 


Federica Picchi

 

 

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ELENCO SALE USCITA NAZIONALE film

UNPLANNED – LA STORIA VERA DI ABBY JOHNSON

Il film che racconta l’esperienza della ex-dipendente di una delle cliniche mediche piú potenti al mondo, la Planned Parenthood e la sua battaglia per l’affermazione del diritto di ogni donna, quello di una piena informazione.

 

L'USCITA NAZIONALE è MARTEDì 28 e MERCOLEDì 29 Settembre, di seguito la lista dei cinema che proietteranno il film: https://www.unplanned.it/anteprime-nazionali.html

 Qui la mappa: https://www.unplanned.it/dove-vedere-il-film.html

 

Per gli orari ti consigliamo di verificare sempre direttamente con le sale. Per la grafica whatsapp e social puoi scaricarla direttamente dal nostro sito: https://www.unplanned.it/anteprime-nazionali.html

 

TRAILER: https://youtu.be/Ef3BBABfd2E

 

Questo non è un semplice film, ma una TESTIMONIANZA di VITA, capace di rompere il silenzio sulla più grande delle ingiustizie umane. Un film bellissimo che parla di libertà, amore, rispetto e soprattutto Verità... da VEDERE e da CONDIVIDERE con chiunque.

 BUONA VISIONE!


 

 

 

«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi


ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

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---------- Forwarded message ---------
Da: Wanda Massa <wmmassa133@gmail.com>
Date: mer 6 ott 2021 alle ore 22:09
Subject: Domenica 17 Ottobre 20:30, Piazza del Duomo Milano - Rosario per il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria
To:

Buonasera,

confortati dalla numerosa partecipazione dell'analoga iniziativa del mese scorso, riproponiamo in ottobre il Rosario pubblico in Piazza del Duomo a Milano domenica 17 Ottobre alle 20:30 e la triplice consacrazione a Maria Santissima, a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo (v. allegati).

Approfitto per ricordarvi anche l'importante iniziativa nazionale promossa dalla Rete Patris Corde (rif. omonimo canale telegram), venerdì 15 ottobre alle 20:45: Rosario per il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria Santissima davanti alle principali chiese del nostro paese:  

 

 

#piantalailquattrottobre
Lunedì 4 ottobre invitiamo a piantare alberi ovunque.
Dateci notizia delle adesioni e inviateci una foto.
Un’iniziativa semplice, gratuita, da far respirare a pieni polmoni.

www.fondazionerachelinambrosini.it


 

IL PORTONE DI BRONZO 
DELLA CHIESA DI SANTA TERESA A COSENZA
CONVERSAZIONE CON DEMETRIO GUZZARDI
MERCOLEDI' 29 SETTEMBRE 2021


Con un accurato restauro, da parte di Gianluca Nava, è tornato a mostrare le sue sei formelle con scene della vita della santa carmelitana, il portone di bronzo della Chiesa di Santa Teresa a Cosenza. L'opera realizzata nel 1978 dall'artista di Polistena Giuseppe Niglia (1934-2011) fu commissionata dal parroco del tempo, don Eugenio Romano (1908-2004), per solennizzare i 50 anni dall'inizio della costruzione della chiesa cosentina nella nascente "nuova Cosenza". Fu scelto Niglia perché aveva già al suo attivo altre importantanti realizzazioni di portoni bronzei in Calabria (Vibo Valentia e Reggio Calabria) e fuori regione (Genazzano e Potenza).
L'attuale parroco don Dario De Paola, ha voluto inserire nel programma dell'annuale festa di Santa Teresa due conversazioni per far conoscere il valore artistico e la storia del portone. Nei giorni scorsi il restauratore Gianluca Nava ha illustrato il lavoro da lui compiuto per togliere le patine dall'opera, che mai era stato mai ripulito; alla serata è intervenuta con un suo intervento la vedova dell'artista, Iole Arcuri Niglia.
Mercoledì 29 settembre, alle ore 18.45, al termine della celebrazione della Messa, l'editore cosentino Demetrio Guzzardi, in una conversazione presenterà le storie della santa della "piccola via" raffigurate nel portone bronzeo.
Ultimo appuntamento venerdì 1 ottobre, dopo la Messa delle 18, celebrata dall'arcivescovo mons. Francesco Nolè, lo stesso presule benedirà il portone appena restaurato.

 

 

Il Consorzio apicoltori della provincia di Udine ha pubblicato nel 1985 un libretto dal titolo “L’ape ed i suoi prodotti” (testi di L. Laurino, fotografie di A. Dal Moro, disegni di F. Rojatti), una seconda edizione uscì nel 2000 (Fig. 1).

Lo stesso Consorzio aveva dato la sua disponibilità alla Direzione Didattica ad andare nelle scuole medie della provincia a descrivere le api e il loro mondo, nonché le tecniche di allevamento: ogni qual volta che gli esperti erano invitati, agli studenti era distribuito questo libretto. Esso inizia con la classificazione dell’ape e la sua conformazione, descrive i rapporti sociali della famiglia la sciamatura e il linguaggio delle api (Fig. 2).

Seguono poi le annotazioni sui prodotti dell’alveare, sull’importanza dell’ape in agricoltura e per l’ambiente. Prosegue poi con una sintesi di quella che, all’epoca, era la consistenza dell’apicoltura in Friuli per poi terminare con alcune curiosità riguardanti le api e con un piccolo vocabolario apistico. Il tutto in quaranta pagine, foto comprese.

Renzo Barbattini
Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali
Università degli Studi di Udine
Via delle Scienze, 208 IT 33100 UDINE (Italy)
tel. +39 0432 55 85 07 - 03 (secr.), 0432/520945 (casa)
fax +39 0432 558501
E-mail: renzo.barbattini@uniud.it

 

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Buonasera, gentilmente, se possibile, segnalare
la manifestazione di collezionismo a carattere nazionale, organizzata dal Circolo Numismatico Partenopeo,
da venerdì 24 a sabato 25 settembre 2021 a Capua (Caserta).


Certo di una fattiva collaborazione sono
a disposizione per ogni eventualità. 


In attesa di un vostro cortese riscontro,
con l'occasionevi invito all'evento.

Cordiali saluti da Attilio Maglio.

Fine settimana di venerdì 24 e sabato 25 settembre 2021 all’insegna del collezionismo.

Dopo la sospensione a causa del Covid 19, torna a Capua (Caserta) il Convegno Numismatico Filatelico Campano.

Giunto alla nona edizione grazie all'impegno del Circolo Numismatico Partenopeo, come negli anni precedenti, si svolgerà  all’interno delle sale dell’Hotel Del Sole, facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale A1 di Capua, dove esperti, studiosi o semplici curiosi, potranno ammirare autentiche rarità di valore storico e culturale.

Dalle monete antiche e moderne alle medaglie e decorazioni militari, dalle banconote italiane a quelle estere, dai francobolli alla storia postale, dalle cartoline alle buste viaggiate, dalle immagini sacre, calendari militari, locandine alle stampe, e prestigiosi oggetti d’antiquariato.

 Circolo Numismatico Partenopeo

 

Email: circolopartenopeo@libero.it


SNI - Studio Numismatico Italiano - Francesco Di Rauso – Telefono: (+39) 335 143 84 04
Antonio Cava (titolare della ditta Neacoins di Napoli e della casa d’aste ACM)


Telefono: (+39) 349 890 19 63


Gianfranco Merola (titolare della ditta L’Angolo dell’Antico – Sparanise – Caserta)

Telefono: (+39) 389 948 44 14

 

 

FIERA BERGAMO è sempre in movimento,




La capienza dei padiglioni è volutamente limitata,
prenota il tuo ingresso su www.bergamofiera.it

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Cari amici,
sono lieto di comunicarvi che sabato 18 e domenica 19 settembre si svolgerà a Mantova, presso il Chiostro del Museo Diocesano, Piazza Virgiliana 55, il Mercato del Collezionismo Cartaceo.
Saranno presenti 45 espositori.

Clicca qui per conoscere gli espositori.


Non serve il Green Pass poiché il Mercato si svolge all’ aperto.

Ingresso libero con orario:
Sabato 10:00 / 18:30    
Domenica 9:30 / 13:00

Un caro saluto
Flavio Cammarano

 

 

IL VANGELO DI GAETANO LASTILLA

https://www.centromissionariomedicinali.org/

 

CENTRO MISSIONARIO MEDICINALI
Via Degli Agli 50123 - FIRENZE  055 294501
 onlus@centromissionariomedicinali.org 

 

5 per mille

Scegli di destinare il 5 per mille al Centro Missionario Medicinali



 

 

basta firmare nella dichiarazione dei redditi, senza alcun costo aggiuntivo,
nello spazio dedicato al “Sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale”,
indicando  il Codice Fiscale  94073610480
Così sosterrai la nostra attività di invio di
medicinali nel Sud del mondo, che da anni sta
salvando migliaia di vite.
Aiutaci ad aiutare!

 

ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA - 15.08.2021

 

Lc 1, 39-56 – In quei giorni Maria, messasi in viaggio, si recò in fretta verso la regione montagnosa, in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.

 

Ed ecco che, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, le balzò in seno il bambino. Elisabetta fu ricolma di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. Ma perché mi accade questo, che venga da me la madre del mio Signore?

Ecco, infatti, che appena il suono del tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino m'è balzato in seno per la gioia. E beata colei che ha creduto al compimento di ciò che le è stato detto dal Signore».

 

E Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore perché ha considerato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome, e la sua misericordia di generazione in generazione va a quelli che lo temono. Ha messo in opera la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi con i disegni da loro concepiti. Ha rovesciato i potenti dai troni e innalzato gli umili. Ha ricolmato di beni gli affamati e rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, a favore di Abramo e della sua discendenza, per sempre».

 

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi ritornò a casa sua.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Questa è la beatitudine: riuscire a credere nella Sua Parola che si realizza. Lo abbiamo capito anche domenica scorsa: non è davvero una cosa così facile e scontata.

 

Lei, Maria di Nazareth questa cosa è riuscita a farla con serietà e semplicità: serietà perché ha tirato fuori tutti i dubbi e le perplessità prima di accettare l'Annuncio; semplicità perché non ha tanto rimuginato mentalmente prima di accettare e dire "sì".

 

Lei diventa il modello da guardare, la mamma cui confidare le nostre perplessità e i nostri dubbi, la compagna di viaggio nel vivere, l'amica con la quale chiacchierare senza farsi tanti problemi... Il suo credere l'ha portata subito a mettersi in viaggio verso la montagna per andare a dare una mano dove c'era bisogno; il suo fidarsi non è diventato un chiamarsi fuori perché: «... io sì che ho capito e credo in Lui.».

 

Allora anche noi, come lei, saremo beati (fortunati, felici), se avremo la serietà e la semplicità di credere che la Sua parola si "adempirà", in pratica, diventerà realtà vera, storia che salva l'umanità e riporterà la pace, la giustizia, la solidarietà, la libertà sulla terra.

Noi, come Maria, saremo beati se ci metteremo in viaggio nella vita.

Il viaggio che è vivere la famiglia, la scuola, il tempo libero, il lavoro, il divertimento, la malattia, la morte... la vita insomma, vivere tutto questo con lo stile che Lui ci ha insegnato e fatto vedere.

Ancora una volta dobbiamo dire e sapere che domenica dopo domenica l'incontro con Lui ci caricherà, ci motiverà e diventerà nutrimento per il nostro andare.

Esattamente come per lei: la mamma del Figlio, Maria, la Madonna. Lei è stata portata nella Casa con tutta se stessa, ma sarà così anche per noi, in modo diverso, ma nella Casa del Padre anche noi.

 

Dai, allora, che è una bella festa!

Ciao, Don Gigi

ASSUNZIONE DELLA BEATA MARIA SS.MA

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE

 

E SU DIFFONDI LA PAROLA

XIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 08.08.2021

 

Gv 6, 41-51 –

 

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».

E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

 

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno

. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.

In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Io mi ritengo fortunato a non essere stato un contemporaneo di Gesù di Nazareth, perché di fronte al suo linguaggio, a certe affermazioni, avrei girato le spalle e non avrei avuto dubbi nel catalogarlo come “fanatico visionario pazzo”.

Sembra addirittura un’istigazione al “cannibalismo”... no, sono certamente fortunato perchè posso rileggere l’esperienza di tanti che prima di me l’hanno ascoltato e hanno creduto in Lui.

Non poteva essere né facile né scontato credere a certe affermazioni che non ammettevano repliche, però, anche i suoi amici:…un gran coraggio e una bell’incoscienza!

Loro facevano i pescatori e sapevano anche fin troppo bene che, se non mangiavi, non potevi affrontare la fatica del mare di notte nè la pesca fatta con la sola forza delle braccia…

E però, loro, di fronte alle Sue Parole, così troppo diverse e nuove, di fronte alle Beatitudini, di fronte alla sfida con il Male che Lui stava lanciando... di fronte a tutto questo, loro sentivano la necessità di un “mangiare diverso”... perchè senza quel “mangiare” non si sarebbe potuto mai fare niente di tutto quello che Lui diceva e invitava a “fare”.

Loro, si sono fidati della “Sua Carne da mangiare”.

Rimane vero che anche adesso non è facile “crederci”, ma almeno noi abbiamo davanti l’esperienza e la vita di don Bosco, di Francesco d’Assisi, di Madre Teresa di Calcutta, delle nostre mamme e dei nostri papà, di tanti giovani e adulti che con semplicità e fino in fondo hanno creduto in quel pane da mangiare... e, per loro, è stata “vita”.

E quella “vita” è diventata esperienza bella e serena per tante altre persone. Il Futuro c’è perché “questo Pane” non mancherà mai.

 

Buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciao, don Gigi

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LO PUOI VEDERE SU YOUTUBE

 

E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

Gv 6, 24-35 -In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.

Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».

Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi vie

ne a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Il cibo che dura e quello che non dura. Per che cosa vale davvero la pena di “sbattersi”?

Non si tratta di fare i “perbenisti” o i “fondamentalisti”, sarebbe un atteggiamento inutile e neppure intelligente.

Gesù di Nazareth sa benissimo che abbiamo bisogno anche del “cibo che non dura”...ed è talmente vero che chiede, ai suoi amici, di dare da mangiare alla tanta gente che era andata ad ascoltarlo e fa anche il “miracolo”..:

«Voi stessi date loro da mangiare», ma essi risposero «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente».

C’erano, infatti, circa cinquemila uomini.

Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così.

Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. (Lc 9, 11-17).

 

Il problema è che ci si ferma lì… alla “pancia piena”. Se “mangiare” è un diritto di tutti per questo dobbiamo darci da fare per noi e per gli altri…

Lui però, oltre a questo, vuole farci fare un passo avanti, un passo verso un “altro cibo”, un altro Pane. Sì, Gesù di Nazareth vuole farci capire che sarà Lui il Pane da mangiare per “vivere” davvero, per “riempire la pancia del mondo”…di Amore e su questo “cibo” ci “provocherà” per tutto il mese d’agosto.

Proviamo ad “ascoltarlo”.

 

Buona vita. Un grande abbraccio. Ciao don Gigi

 

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 25.07.2021

 

Gv 6, 1-15 - In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».

Diceva così per metterlo alla prova; egli, infatti, sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». …

 

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Quando si dice “craponi”! Non c’è niente di peggio di chi non vuole capire e, forse, anche i suoi amici si dimostrano un pò pigri nel “comprendere”…infatti, non si capirebbe perché Gesù si ritrova “tutto solo”.

Immagino che gli sia venuta voglia di mandare tutto all’aria: “Possibile che non capiscano, che non vogliono capire? Re, vogliono farmi “re”! E ne sono anche convinti. Roba da matti!

Anche quelli che io ho “scelto”… sembra quasi che siano contenti perché vedono che faccio cose incredibili e loro possono dire d’essere “miei amici”…Ma quali amici!

Amico è chi fa la volontà di mio Padre! Questi pensano solo a “gasarsi”, magari a diventare famosi...”.

Queste non sono le sue parole, me le sono immaginate io pensando a Lui che, circondato ed esaltato da una folla immensa e dai “suoi”, decide di “stare da solo”.

Sarebbe invece stato più normale e più bello cedere alla tentazione della gente che lo “applaudiva”: bastava poco a prendere in mano il potere, erano tutti dalla sua parte, tutti a tifare per Lui! Anche Satana lo aveva capito e, proprio su questo versante, lo tenterà…

E Lui cosa ti combina? Combina quello che non ti aspetti: Lui si ritira, “tutto solo”. Ma perché? Perché deve fare “due chiacchiere” con Suo Padre, “due chiacchiere” per capire e riprendere coraggio, per non sentirsi “così solo”. Gesù di Nazareth sente il bisogno di pregare, di parlare con Suo Padre.

Chissà che cosa si dicevano, quali commenti facevano…A me piace immaginare che Lui, il Padre, lo tirasse su di morale affermandogli che alla fine non siamo poi così “cattivi”, un po’ craponi sì, ma alla lunga avremmo capito.

Basta, questa è solo fantasia! Però i fatti mi danno ragione perché alla fine i “suoi” lo hanno accolto come si doveva: - come il Salvatore, - l’Amico della vita, - il Redentore, - il Punto di riferimento per il quale dare la vita, - la Parola che detta le “regole” per sconfiggere il Male per sempre, - il Pane da mangiare per “camminare” nella vita dietro e assieme a Lui.

Se gli apostoli ce l’hanno fatta, perché mai non dovremmo farcela anche noi?

Sarà fondamentale però ritrovare la voglia e il tempo di stare un poco da soli con Lui… a fare due chiacchiere, a “pregare”. Dobbiamo ritrovarlo questo tempo del “pregare”… perchè sarà quello che ci rimanderà dentro nella Sua Strada liberi e contenti, pronti a fare la fatica dell’andare controcorrente…, finalmente! Ce lo ha insegnato Lui!

 

Buon’estate, buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciao, don Gigi

 

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 18.07.2021

 

Mc 6, 30-34 - In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato.

Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.

Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

E’ interessante notare come la gente cerchi Gesù perché ha voglia di ascoltarlo (“... e si mise ad insegnare molte cose”). Impressiona che, almeno in questo caso, alla gente non importi di vedere i miracoli: non ci sono malati portati in prima fila per essere guariti o gente che urla la propria sofferenza.

No, c’è gente senza “un pastore”, senza “un punto di riferimento" che ha voglia di ascoltarlo per imparare e basta….o, forse, è lì perché in Lui vede il “Pastore” vero…e il Maestro si commuove.

Grande questo Gesù di Nazareth: anche Dio ha un cuore, ed è grande e sa leggere dentro, di là dalle nostre parole. Quello che a noi manca, ancora una volta, è questa voglia di ascoltarlo e seguirlo perché non interessati, ce ne freghiamo, presi da così tante e “altre” parole che proprio non ci viene in mente che, Lui, ha qualcosa d’importante da insegnarci, ma… se fosse colpa Sua?

Sì, perché non urla né si “pubblicizza” abbastanza, maledizione!

E se invece fosse colpa nostra? Sì, perché non abbiamo voglia, né vogliamo proprio capire che Lui non urlerà mai, Lui ha troppo rispetto della nostra libertà e non ha nessuna intenzione di “violentarla”. Tocca a noi scegliere il “pastore” da seguire: uno e non cinquanta…

 

Quello che “commuove” Gesù di Nazareth è il vederci senza il “pastore” da seguire, brancolando annoiati nei giorni della vita…Mi piace troppo questo Gesù che si “commuove” perché tiene davvero e tanto a noi, ci pensa sempre e ci vuole bene fino in fondo, fino alla fine.

 

Buona vita allora, con Lui al centro. Un abbraccio forte. Ciao.

XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE

 

XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 11.07.2021

 

Mc 6, 7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.

E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Che fantasia… proprio a noi deve dire di non prendere nulla per il “viaggio”! “Ma dai”, i tempi sono cambiati, forse una volta poteva funzionare, c’era talmente poco o niente che era facile accontentarsi in fretta, e forse davvero bastava un bastone, ma oggi no, oggi non è più possibile !

Noi vediamo le auto in viaggio per le vacanze e ci rendiamo conto di cosa ci portiamo dietro perché siamo convinti che sia tutto assolutamente indispensabile. Le nostre case le abbiamo riempite di tutto e di più perché crediamo che non sia possibile “sopravvivere” senza due televisori, due PC, due automobili, ecc… I nostri armadi si riempiono e si svuotano secondo le mode…i nostri frigoriferi pieni di tutto quello che “serve” anche se poi la metà sarà buttata via per sopraggiunta scadenza…

 

Ci sembra tutto indispensabile per vivere! Abbiamo riempito le nostre giornate anche di cellulari, di SMS, di CD e DVD, di birra e d’alcool, d’aperitivi, di caffè e di canne…ci sembra tutto rigorosamente indispensabile per... “sopravvivere”, però !

Tutto, abbiamo tutto e ci ritroviamo con niente o con troppo poco e lo capiamo dalle nostre noie e dalle nostre paranoie. Abbiamo tutto ma ci manca il “bastone”, il punto d’appoggio per camminare sicuri anche quando la strada non è proprio bella. Ci manca il “bastone” dentro alla nostra vita.

Abbiamo tutto e ci stiamo dimenticando il “bastone”: Lui, Gesù di Nazareth.

Lui vuole accompagnarci perché possiamo mettere i nostri passi (il cuore e la testa) senza troppa paura anche quando la vita si fa dura e difficile: anche allora Lui ci farà camminare con serenità.

Davvero allora siamo pieni di troppe “cose” che non ci servono proprio a niente…e se ci liberassimo di “qualcosa” per prendere la Sua mano e camminare con Lui? Buona vita. Un grande abbraccio.

 

Ciao, don Gigi

 

XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 04.07.2021

 

Mc 6, 1-6- In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

 

Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Attenzione che non sono i “pagani” a stupirsi, non è lo stupore positivo ma il disprezzo! No, a stupirsi sono i “suoi”: la sua patria, i suoi parenti, casa sua!

“ Ma cosa vuoi che combini un carpentiere? Ma chi crede di essere? “

E fanno anche gli scandalizzati.

A Lui, al carpentiere, non restava che meravigliarsi della loro incredulità e cioè del loro non riuscire a vedere con gioia le cose belle che faceva e che diceva. Lo mettono in condizione di non poter fare nulla: Lui vorrebbe ma non può

! A questo punto viene da pensare a me stesso, a come io mi comporto nei suoi confronti, al grado di fiducia o di sfiducia in quello che Lui ha detto e ha fatto.

E anch’io sono uno dei “suoi” perché il Battesimo mi ha fatto Figlio del Padre, di Suo Padre, e quindi sono diventato Suo fratello, inserito in Lui come il tralcio nella vite: io sono uno di casa sua e, il rischio d’essere “incredulo”, mi tocca da vicino e la Sua meraviglia mi potrebbe riguardare da vicino.

E pensare che mi fido di un sacco d’altre persone: credo in loro e mi fa stare bene pensare d’essere loro amico. Credo e sono convinto di fare bene ad essere così e a comportarmi così e non voglio cambiare…

Solo che vorrei fidarmi di più e totalmente di Lui; vorrei credere fino in fondo in Lui, nella Sua Parola, nel Suo essere Pane per me; vorrei di più essere Suo amico e metterlo davvero al centro della mia vita, del mio fidarmi; vorrei stupirmi nel modo “positivo”...come succede di fronte all’amore gratuito, al dono disinteressato, all’amicizia sincera, al tramonto o ad un cielo stellato.

Vorrei davvero che Lui non si “meravigliasse” mai della mia “incredulità”, vorrei davvero non dargliene motivo per farlo

 

. Buona vita, buon cammino. Un abbraccio, don Gigi

 

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 Notiziario periodico di Tele Maria / n.35-2021 
 Ancona, Domenica 29 agosto 2021 

LA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA

SAN FRANCESCO DI SALES
LA NECESSITA' DELLA CASTITA'
Dalla "FILOTEA: Introduzione alla vita devota" - Capitolo XII

   La castità è il giglio delle virtù; rende gli uomini simili agli Angeli. Niente è bello se non è puro, e la purezza degli uomini è la castità. Alla castità si dà il nome di onestà, e alla sua conservazione, onore. Viene anche chiamata integrità e il contrario corruzione. Gode di gloria tutta speciale perché è la bella e splendida virtù dell’anima e del corpo.
   Non è mai permesso prendere piaceri impudichi dai nostri corpi, poco importa in che modo. Li legittima soltanto il matrimonio che, con la sua santità, compensa il discredito insito nel piacere. Anche nel matrimonio bisogna avere cura che l’intenzione sia onesta, perché se ci dovesse essere qualche sconvenienza nel piacere che si prende, ci sia sempre l’onestà nell’intenzione che lo ha cercato.
   Il cuore casto è come la madreperla, che può ricevere soltanto le gocce d’acqua che scendono dal cielo, giacché può accogliere soltanto i piaceri del matrimonio, che viene dal cielo. Fuori da ciò non deve nemmeno tollerare il pensiero voluttuoso, volontario e prolungato.
   Come primo grado in questa virtù, Filotea, guarda di non accogliere in te alcun genere di piacere inammissibile e proibito, quali sono tutti quelli che si prendono fuori del matrimonio, o anche nel matrimonio, se si prendono contro le regole del matrimonio.
   Come secondo grado, taglia, per quanto ti sarà possibile, anche i piaceri inutili e superflui, benché permessi e leciti.
   Per il terzo, non legare il tuo affetto ai piaceri e alle soddisfazioni che sono comandate e prescritte; è vero che bisogna prendere i piaceri necessari, ossia quelli che sono legati al fine e alla natura stessa del santo matrimonio, ma non per questo devi impegnare in essi il cuore e lo spirito.

   Del resto, tutti hanno molto bisogno di questa virtù. Coloro che vivono nella vedovanza devono avere una castità coraggiosa, che non soltanto disprezza le occasioni presenti e le future, ma resiste alle fantasie che i piaceri leciti provati nel matrimonio possono suscitare nel loro spirito, che per questo sono più sensibili alle suggestioni poco oneste.
   E’ questa la ragione per cui Sant'Agostino ammira la purezza del suo caro Alipio, che aveva completamente dimenticato e non teneva in alcun conto i piaceri carnali, che aveva conosciuto, almeno in parte, nella sua giovinezza. Prendi a paragone i frutti: un frutto sano e intero può essere conservato o nella paglia o nella sabbia o nelle proprie foglie; ma una volta intaccato, è impossibile conservarlo se non facendone marmellata con l’aggiunta di miele o di zucchero; così avviene per la castità non ancora ferita e contaminata: sono tanti i modi per conservarla, ma una volta intaccata, può conservarla soltanto una devozione eccellente che, come ho detto spesso, è l’autentico miele e lo zucchero delle anime.

   Le vergini hanno bisogno di una devozione semplice e delicata, per bandire dal loro cuore ogni genere di pensieri curiosi ed eliminare con un disprezzo totale ogni genere di piacere immondo che, a essere sinceri, non meritano nemmeno di essere considerato dagli uomini, visto che i somari e i porci li superano in questo campo.
   Quelle anime pure stiamo bene attente; senza alcun dubbio dovranno sempre avere per certo che la castità è incomparabilmente molto meglio di tutto ciò che le è contrario; il nemico, infatti, dice San Girolamo, spinge fortemente le vergini al desiderio di provare il piacere. A tal fine lo rappresenta loro molto più attraente e delizioso di quanto non sia; questo le turba molto, dice quel Padre, perché pensano che quello che non conoscono sia più dolce.
   La piccola farfalla ci è maestra: vedendo la fiamma così bella vuol provare se non sia altrettanto dolce; e, spinta da questo desiderio, non si arrende finché, alla prima prova, ci rimane. I giovani agiscono allo stesso modo: si lasciano talmente affascinare dal falso e vuoto luccichio delle fiamme del piacere che, dopo averci girato intorno con mille pensieri curiosi, finiscono per cadere e perdersi. In questo sono più sciocchi delle farfalle, perché quelle, in una certa misura, hanno motivo di pensare che il fuoco sia anche buono perché è veramente bello; mentre questi sanno bene che quello che vogliono è disonesto, ma non per questo tagliano la stima folle ed esagerata che hanno del piacere.

   Per gli sposati dico che è sicuro, anche se la gente comune non riesce a pensarlo, che la castità è loro molto necessaria; per essi non consiste nell’astenersi in modo totale dai piaceri carnali, ma nel sapersi moderare. Ora, a mio parere, il comando: Adiratevi e non peccate, è più difficile di quest’altro: Non adiratevi affatto. Riesce più facile evitare la collera che controllarla. Lo stesso si può dire dei piaceri carnali: è più facile astenersene completamente che essere moderati.
   E’ vero che la grazia del sacramento del matrimonio dà una forza particolare per attenuare il fuoco della concupiscenza, ma la debolezza di coloro che ne usufruiscono passa facilmente alla permissività, poi alla dissoluzione, dall’uso all’abuso.
   Molti ricchi sono ladri, non per bisogno, ma per avarizia. Così molta gente sposata ruba piaceri disordinati solo per mancanza di padronanza e lussuria, benché abbiano un campo legittimo sufficientemente ampio nel quale muoversi; la loro concupiscenza assomiglia a un fuoco fatuo, che balla qua e là senza fermarsi in alcun luogo.
   E’ sempre pericoloso prendere medicine troppo forti, perché qualora se ne prenda più della giusta dose, o anche se la medicina non è stata ben preparata, ce ne viene del danno: il matrimonio è stato istituito, in parte, anche quale rimedio della concupiscenza; senz’altro è un rimedio di ottima efficacia, ma , attenzione, perché è molto forte, di conseguenza può essere molto pericoloso se non è usato con discrezione.
   Aggiungo che i casi della vita, oltre alle lunghe malattie, spesso separano i mariti dalle mogli. Ecco perché gli sposati hanno bisogno di due generi di castità: la prima, per essere capaci di vivere in astinenza assoluta quando sono separati, nelle occasioni cui ho appena accennato; la seconda, per essere capaci di moderarsi, quando vivono insieme.

   Caterina da Siena vide tra i dannati dell’inferno molti che erano tormentati con supplizi particolarmente atroci per avere profanato la santità del matrimonio: e questo era loro capitato, diceva, non per la gravità del peccato in sé, perché gli omicidi e le bestemmie sono più gravi, ma perché coloro che li avevano commessi vi avevano preso l’abitudine senza più farci caso, e così avevano persistito negli stessi per lungo tempo.

   Vedi dunque che la castità è necessaria a tutti. Procura di essere in pace con tutti, dice l’Apostolo, e di possedere la santità senza di cui nessuno vedrà Dio. Ora, per santità, secondo San Girolamo e San Giovanni Crisostomo, intende la castità.

   Filotea, è proprio vero, nessuno vedrà Dio se non è casto, nessuno abiterà nella sua santa tenda se non è puro di cuore; e, come dice il Salvatore stesso: I cani e i peccatori di sensualità ne saranno esclusi, e beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

 

AUTORE:ANTONIO BORRELLI

 

Santuario della Madonna delle Lacrime
Eretto in ricordo della lacrimazione dell'effige della Madonna,
guarda la città dall'alto dei suoi 74 metri.


     Chi va a Siracusa non può non rimanere colpito dalla monumentale struttura di forma conica che domina, dall'alto dei suoi 74 metri, la città. È il Santuario della Madonna delle Lacrime, segno di profonda pietà e fede, eretto a ricordo del miracoloso evento che vide nel 1953, in un'umile abitazione nella non lontana via degli Orti, lacrimare una effige in gesso della Vergine Maria, posta al capezzale di due coniugi siracusani. L'evento miracoloso si ripetè dal 29 agosto al 1° settembre 1953, fra l'incredulità e lo stupore prima di pochi e poi nella generale commozione di un'immensa moltitudine di fedeli. Le lacrime, raccolte e sottoposte ad ogni tipo di analisi ed accertamenti medico-scientifici effettuati da una commissione medica nominata dalla Curia Arcivescovile di Siracusa, risultarono simili a quelle umane.
     La costruzione a pianta circolare (vanta ben 18 ingressi), dal diametro esterno di 80 metri, accoglie la chiesa inferiore o Cripta , inaugurata nell'agosto del 1968, e la chiesa superiore o Santuario, la cui base è sostenuta da 22 travi di cemento armato con un diametro interno di 71.40 metri. All'interno della Cripta, al centro, è situato l'altare maggiore, su cui impera il quadretto della Madonnina.
     Nel Santuario è custodito il Reliquiario, in cui sono conservati alcuni preziosi ricordi del prodigio della Lacrimazione. Realizzato su progetto di Biagio Poidimani, il Reliquiario poggia su un piede dalla base ottagonale ed è costituito da 3 piani sovrapposti. Nel primo sono custoditi: il lembo di un panno che ricopriva il quadro, la metà di un fazzoletto bagnato dalle lacrime, la fiala in cui furono raccolte le lacrime prelevate dalla Commissione dei medici il 1° settembre 1953, alcuni batuffoli di cotone. Agli angoli le statue di S. Pietro, S. Paolo, S. Marziano e S. Lucia. Nel secondo piano quattro pannelli ricordano il prodigio. Nel terzo piano, custodita da quattro angeli, sta l'urna di vetro che regge una delle fialette che servirono per l'analisi microscopica. In essa si conservano, ormai cristallizzate, le lacrime.

     Il Santuario è stato consacrato in occasione della visita a Siracusa (6 Novembre 1994) del Santo Padre: San Giovanni Paolo II.

 

SAN FRANCESCO DI SALES
LA NECESSITA' DELLA CASTITA'
Dalla "FILOTEA: Introduzione alla vita devota" - Capitolo XII

   La castità è il giglio delle virtù; rende gli uomini simili agli Angeli. Niente è bello se non è puro, e la purezza degli uomini è la castità. Alla castità si dà il nome di onestà, e alla sua conservazione, onore. Viene anche chiamata integrità e il contrario corruzione. Gode di gloria tutta speciale perché è la bella e splendida virtù dell’anima e del corpo.
   Non è mai permesso prendere piaceri impudichi dai nostri corpi, poco importa in che modo. Li legittima soltanto il matrimonio che, con la sua santità, compensa il discredito insito nel piacere. Anche nel matrimonio bisogna avere cura che l’intenzione sia onesta, perché se ci dovesse essere qualche sconvenienza nel piacere che si prende, ci sia sempre l’onestà nell’intenzione che lo ha cercato.
   Il cuore casto è come la madreperla, che può ricevere soltanto le gocce d’acqua che scendono dal cielo, giacché può accogliere soltanto i piaceri del matrimonio, che viene dal cielo. Fuori da ciò non deve nemmeno tollerare il pensiero voluttuoso, volontario e prolungato.
   Come primo grado in questa virtù, Filotea, guarda di non accogliere in te alcun genere di piacere inammissibile e proibito, quali sono tutti quelli che si prendono fuori del matrimonio, o anche nel matrimonio, se si prendono contro le regole del matrimonio.
   Come secondo grado, taglia, per quanto ti sarà possibile, anche i piaceri inutili e superflui, benché permessi e leciti.
   Per il terzo, non legare il tuo affetto ai piaceri e alle soddisfazioni che sono comandate e prescritte; è vero che bisogna prendere i piaceri necessari, ossia quelli che sono legati al fine e alla natura stessa del santo matrimonio, ma non per questo devi impegnare in essi il cuore e lo spirito.

   Del resto, tutti hanno molto bisogno di questa virtù. Coloro che vivono nella vedovanza devono avere una castità coraggiosa, che non soltanto disprezza le occasioni presenti e le future, ma resiste alle fantasie che i piaceri leciti provati nel matrimonio possono suscitare nel loro spirito, che per questo sono più sensibili alle suggestioni poco oneste.
   E’ questa la ragione per cui Sant'Agostino ammira la purezza del suo caro Alipio, che aveva completamente dimenticato e non teneva in alcun conto i piaceri carnali, che aveva conosciuto, almeno in parte, nella sua giovinezza. Prendi a paragone i frutti: un frutto sano e intero può essere conservato o nella paglia o nella sabbia o nelle proprie foglie; ma una volta intaccato, è impossibile conservarlo se non facendone marmellata con l’aggiunta di miele o di zucchero; così avviene per la castità non ancora ferita e contaminata: sono tanti i modi per conservarla, ma una volta intaccata, può conservarla soltanto una devozione eccellente che, come ho detto spesso, è l’autentico miele e lo zucchero delle anime.

   Le vergini hanno bisogno di una devozione semplice e delicata, per bandire dal loro cuore ogni genere di pensieri curiosi ed eliminare con un disprezzo totale ogni genere di piacere immondo che, a essere sinceri, non meritano nemmeno di essere considerato dagli uomini, visto che i somari e i porci li superano in questo campo.
   Quelle anime pure stiamo bene attente; senza alcun dubbio dovranno sempre avere per certo che la castità è incomparabilmente molto meglio di tutto ciò che le è contrario; il nemico, infatti, dice San Girolamo, spinge fortemente le vergini al desiderio di provare il piacere. A tal fine lo rappresenta loro molto più attraente e delizioso di quanto non sia; questo le turba molto, dice quel Padre, perché pensano che quello che non conoscono sia più dolce.
   La piccola farfalla ci è maestra: vedendo la fiamma così bella vuol provare se non sia altrettanto dolce; e, spinta da questo desiderio, non si arrende finché, alla prima prova, ci rimane. I giovani agiscono allo stesso modo: si lasciano talmente affascinare dal falso e vuoto luccichio delle fiamme del piacere che, dopo averci girato intorno con mille pensieri curiosi, finiscono per cadere e perdersi. In questo sono più sciocchi delle farfalle, perché quelle, in una certa misura, hanno motivo di pensare che il fuoco sia anche buono perché è veramente bello; mentre questi sanno bene che quello che vogliono è disonesto, ma non per questo tagliano la stima folle ed esagerata che hanno del piacere.

   Per gli sposati dico che è sicuro, anche se la gente comune non riesce a pensarlo, che la castità è loro molto necessaria; per essi non consiste nell’astenersi in modo totale dai piaceri carnali, ma nel sapersi moderare. Ora, a mio parere, il comando: Adiratevi e non peccate, è più difficile di quest’altro: Non adiratevi affatto. Riesce più facile evitare la collera che controllarla. Lo stesso si può dire dei piaceri carnali: è più facile astenersene completamente che essere moderati.
   E’ vero che la grazia del sacramento del matrimonio dà una forza particolare per attenuare il fuoco della concupiscenza, ma la debolezza di coloro che ne usufruiscono passa facilmente alla permissività, poi alla dissoluzione, dall’uso all’abuso.
   Molti ricchi sono ladri, non per bisogno, ma per avarizia. Così molta gente sposata ruba piaceri disordinati solo per mancanza di padronanza e lussuria, benché abbiano un campo legittimo sufficientemente ampio nel quale muoversi; la loro concupiscenza assomiglia a un fuoco fatuo, che balla qua e là senza fermarsi in alcun luogo.
   E’ sempre pericoloso prendere medicine troppo forti, perché qualora se ne prenda più della giusta dose, o anche se la medicina non è stata ben preparata, ce ne viene del danno: il matrimonio è stato istituito, in parte, anche quale rimedio della concupiscenza; senz’altro è un rimedio di ottima efficacia, ma , attenzione, perché è molto forte, di conseguenza può essere molto pericoloso se non è usato con discrezione.
   Aggiungo che i casi della vita, oltre alle lunghe malattie, spesso separano i mariti dalle mogli. Ecco perché gli sposati hanno bisogno di due generi di castità: la prima, per essere capaci di vivere in astinenza assoluta quando sono separati, nelle occasioni cui ho appena accennato; la seconda, per essere capaci di moderarsi, quando vivono insieme.

   Caterina da Siena vide tra i dannati dell’inferno molti che erano tormentati con supplizi particolarmente atroci per avere profanato la santità del matrimonio: e questo era loro capitato, diceva, non per la gravità del peccato in sé, perché gli omicidi e le bestemmie sono più gravi, ma perché coloro che li avevano commessi vi avevano preso l’abitudine senza più farci caso, e così avevano persistito negli stessi per lungo tempo.

   Vedi dunque che la castità è necessaria a tutti. Procura di essere in pace con tutti, dice l’Apostolo, e di possedere la santità senza di cui nessuno vedrà Dio. Ora, per santità, secondo San Girolamo e San Giovanni Crisostomo, intende la castità.

   Filotea, è proprio vero, nessuno vedrà Dio se non è casto, nessuno abiterà nella sua santa tenda se non è puro di cuore; e, come dice il Salvatore stesso: I cani e i peccatori di sensualità ne saranno esclusi, e beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.39-2021 
 Ancona, Domenica 15 agosto 2021 


L'ASSUNZIONE IN CIELO DI MARIA IN ANIMA E CORPO
ANTICIPO DELLA RISURREZIONE DEI CORPI

ANNO SANTO - 1° novembre 1950
Nella solennità di "Tutti i Santi" PIO XII PROCLAMA IL DOGMA
DELL'ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO IN ANIMA E CORPO

Il dogma è stato proclamato da papa Pio XII il 1º novembre 1950, durante l'Anno Santo, attraverso la costituzione apostolica "Munificentissimus Deus". Questo è il passaggio finale del documento, con la solenne definizione dogmatica: «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica» (Munificentissimus Deus).

Era il 1° novembre 1950. Pio XII proclamava l’Assunzione di Maria al cielo in corpo e anima

La costituzione apostolica con la definizione del dogma è la Munificentissimus Deus, nella quale il papa, dopo aver sottolineato che “riteniamo giunto il momento prestabilito dalla provvidenza di Dio per proclamare solennemente questo privilegio di Maria vergine”, afferma: “Noi, che abbiamo posto il Nostro pontificato sotto lo speciale patrocinio della santissima Vergine, alla quale Ci siamo rivolti in tante tristissime contingenze, Noi, che con pubblico rito abbiamo consacrato tutto il genere umano al suo Cuore immacolato, e abbiamo ripetutamente sperimentato la sua validissima protezione, abbiamo ferma fiducia che questa solenne proclamazione e definizione dell’assunzione sarà di grande vantaggio all’umanità intera, perché renderà gloria alla santissima Trinità, alla quale la Vergine Madre di Dio è legata da vincoli singolari. Vi è da sperare infatti che tutti i cristiani siano stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste, e che il cuore di tutti coloro che si gloriano del nome cristiano sia mosso a desiderare l’unione col corpo mistico di Gesù Cristo e l’aumento del proprio amore verso colei che ha viscere materne verso tutti i membri di quel Corpo augusto. Vi è da sperare inoltre che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre meglio del valore della vita umana, se è dedita totalmente all’esercizio della volontà del Padre celeste e al bene degli altri; che, mentre il materialismo e la corruzione dei costumi da esso derivata minacciano di sommergere ogni virtù e di fare scempio di vite umane, suscitando guerre, sia posto dinanzi agli occhi di tutti in modo luminosissimo a quale eccelso fine le anime e i corpi siano destinati; che infine la fede nella corporea assunzione di Maria al cielo renda più ferma e più operosa la fede nella nostra risurrezione”.

 

Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane
12 aprile
Apparizioni: 12 aprile, 6, 23 e 30 maggio 1947

 

Roma, 12 aprile 1947, Sabato in Albis

   Una giornata di primavera, in cui la vita sembra ridestarsi dopo gli orrori della guerra. Alla Stazione Ostiense Bruno Cornacchiola(1913-2001), tranviere romano di 34 anni, insieme ai suoi figli, Isola di 10 anni, Carlo di 7 anni e Gianfranco di 4 anni, perduto il treno per il Lido Ostia, decide di dirigersi sulla Via Laurentina alle Tre Fontane, luogo famoso per il martirio di San Paolo e per la cioccolata dei Trappisti. Bruno cerca un luogo tranquillo per preparare il discorso che dovrà pronunciare il giorno seguente sul tema: “Maria non è sempre Vergine e Immacolata”. E’ l’occasione per diventare pastore avventista e riscattarsi da un passato trascorso nella miseria e nell’ignoranza, anche religiosa. Egli è diventato acerrimo nemico della Chiesa Cattolica durante la guerra civile in Spagna (1936-1939) dove è convinto da un militare tedesco luterano ad accettare il protestantesimo. Accecato dall’odio, a Toledo compra un pugnale per uccidere il Papa. Tornato a casa, impone alla moglie Iolanda di seguirlo nel protestantesimo. Lei accetta dopo aver tentato di dissuaderlo chiedendogli, come ultima speranza, la pratica dei nove primi venerdì al Sacro Cuore di Gesù.
   Bruno, siede sotto un eucalipto, sfoglia la Bibbia e comincia a prendere appunti, mentre i figli giocano a palla, nella radura ove si scorge una grotta, scavata nel tufo, buia e maleodorante.

La Bella Signora…
   Bruno sta scrivendo, quando le voci dei figli, lo interrompono: “Papà, la palla si è persa!”. Inizia la ricerca, ma i suoi figli cadono in ginocchio uno dopo l’altro davanti alla grotta buia e con le mani giunte ripetono: “Bella Signora, Bella Signora…”. Bruno non riesce a smuoverli e spaventato esclama: “Dio salvaci tu!”. Un velo cade dai suoi occhi e anche lui vede la “Bella Signora”, poggiata a piedi nudi su un blocco di tufo. Ella ha lo sguardo mestamente benigno, i capelli neri ricoperti da un lungo manto colore dell’erba dei prati a primavera; la veste candida è cinta ai fianchi da una fascia rosa.

Parla a Bruno con voce soave e si presenta: “Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta. Rientra nell’Ovile Santo (Chiesa Cattolica)…”. Il celeste colloquio dura circa un’ora e racchiude un messaggio da consegnare personalmente al Papa. La Madre di Dio nella mano destra stringe un libro color cenere: è la Sacra Scrittura, e con la sinistra indica una veste nera sacerdotale in terra, vicino ad una croce frantumata.
   La visione si dilegua lentamente, Maria sorride, accenna due passi e andandosene si rivolge verso San Pietro, mentre un dolce profumo pervade la grotta.

Il primo anello tra la terra e il cielo

   La Vergine per dare la certezza a Bruno che l’Apparizione è vera, gli dà un segno; egli deve cercare un sacerdote che alla domanda: “Padre, io le devo parlare”, risponda: “Ave Maria figliolo, che cosa vuoi?”. Maria indica al veggente e, attraverso di lui, a tutti noi, che il ritorno a Dio inizia tramite il sacerdote, che è il primo anello tra terra e cielo: egli quando celebra la Santa Messa ci unisce alla liturgia del cielo, anticipando la vita eterna quando Dio sarà tutto in tutti (cfr. Catechismo Chiesa Cattolica 1326).
   Bruno, dal 12 al 28 aprile cerca disperatamente il sacerdote designato, pregando di notte e supplicando la Bella Signora di aiutarlo. Su consiglio della moglie Iolanda, come ultimo tentativo, si reca nella sua parrocchia di Ognissanti: in sacrestia, nascondendosi per non farsi riconoscere, tira per l’orlo della cotta un sacerdote, dicendo: “Padre, dovrei parlarle…”, Don Frosi risponde: “Ave Maria figliolo”: questa è la conferma! Don Frosi gli indica un altro confratello, Don Gilberto Carniel, che si occuperà della formazione religiosa di Bruno e della moglie fino all’abiura, avvenuta il 7 maggio 1947, giorno in cui la famiglia Cornacchiola rientra nella Chiesa Cattolica.

Un pugnale per Pio XII
Il 9 dicembre 1949, alla fine del Santo Rosario recitato dai tranvieri romani nella sua cappella privata, Pio XII chiede: “Qualcuno di voi vuol parlarmi?”. Si fa avanti Bruno, inginocchiandosi gli chiede perdono per avere avuto l’intenzione di ucciderlo; gli consegna la Bibbia protestante e il pugnale sul manico del quale aveva scritto: ”A morte il Papa”. Il Papa risponde sorridendo: “Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire alla Chiesa e un nuovo Papa”.

Io sono Colei che sono nella Trinità Divina
   La Vergine Maria ci ricorda che Lei è intimamente legata alla SS. Trinità: Lei è Figlia del Padre, Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo. 
   “Dio Spirito Santo, che è sterile nella Divinità, cioè non produce altra persona divina, è divenuto fecondo per mezzo di Maria, che ha sposato. E’ con Lei, in Lei e da Lei che Egli ha prodotto il suo capolavoro, che è Dio fatto uomo, e che produce ogni giorno, fino alla fine del mondo, i cristiani fedeli, membri del corpo di questo capo adorabile: perciò quanto più egli trova Maria, sua cara e indissolubile sposa in un’anima, tanto più diventa operante e potente per formare Gesù Cristo in quell’anima e l’anima in Gesù Cristo” (San Luigi Maria Grignion De Montfort: "Trattato della Vera devozione a Maria", n.20).
   Sono la Vergine della Rivelazione. Maria è nella Rivelazione Divina, cioè di Lei e dei suoi privilegi si parla in tutta la Sacra Scrittura, interpretata secondo il Magistero della Chiesa Cattolica. Senza il Magistero della Chiesa Cattolica, infatti, si corre il rischio di dare un’interpretazione soggettivistica della Parola di Dio e di utilizzarla “a proprio uso e consumo”, per avallare le proprie idee, proprio come voleva fare il Cornacchiola.
   “Ecco la vera Chiesa” ribadisce Bruno, “la Chiesa che vive di Gesù Eucaristia, che riconosce in Maria Immacolata la madre amatissima, che obbedisce e difende la “Santità del Padre”. “Amiamo il Papa”, conclude, “e viviamo questa unità d’amore e di obbedienza con Pietro. Chi non vuole viverla si oppone alla volontà di Cristo che vuole che i suoi siano “perfetti nell’unità”.
   I nove primi Venerdì al Sacro Cuore di Gesù, promessa divina, ti hanno salvato. La moglie di Bruno, Iolanda, continuamente maltrattata perché non voleva lasciare la Chiesa Cattolica e accettare il protestantesimo, fa, come ultima speranza, una richiesta al marito: praticare la devozione dei nove primi venerdì del mese. Lei spera e chiede la conversione di Bruno che acconsente e riceve per nove volte, senza la confessione, ogni primo venerdì del mese, l’Eucaristia. Tuttavia, al termine della pia pratica, non muta parere e così, fallita la prova, anche Jolanda passa al protestantesimo. Ma il Signore mantiene la promessa legata alla pia pratica dei nove primi Venerdì del mese, affidata a Santa Margherita Maria Alacoque, e la Vergine della Rivelazione lo conferma a Bruno nell’apparizione dicendo: “I nove primi venerdì al Sacro Cuore, promessa divina, ti hanno salvato”.
   Il mio corpo non poteva marcire e non marcì…da mio Figlio e dagli angeli fui portata in cielo. La Vergine della Rivelazione ha anticipato la definizione del dogma dell’Assunzione, che verrà proclamato dal Papa Pio XII il 1° novembre 1950. Maria, assimilata a suo Figlio Gesù nella croce, lo fu anche nella morte, venendo assunta in cielo in anima e corpo.
   Dal Catechismo della Chiesa Cattolica n. 966: “Infine, l’immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell’universo. perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte”. L’Assunzione della Santa Vergine è una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della risurrezione degli altri cristiani.
   Nel 1997 il Santo Padre Giovanni Paolo II ha approvato la denominazione del luogo in “Santa Maria del Terzo Millennio alle Tre Fontane”.

 

Fonte: www.divinarivelazione.org

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.38-2021 
 Ancona, Mercoledì 11 agosto 2021 

Il miracolo della notte di Natale


Come essendo inferma santa Chiara, fu miracolosamente portata la notte di Natale alla chiesa di santo Francesco, ed ivi udì l’ufficio.

     Essendo una volta santa Chiara gravemente inferma, sicché ella non potea punto andare a dire l’ufficio in chiesa con l’altre monache; vegnendo la solennità della natività di Cristo, tutte l’altre andarono al mattutino; ed ella si rimase nel letto, mal contenta ch’ella insieme con l’altre non potea andare ad aver quella consolazione ispirituale.
   Ma Gesù Cristo suo sposo, non volendola lasciare così sconsolata, sì la fece miracolosamente portare alla chiesa di santo Francesco ed essere a tutto l’ufficio del mattutino e della messa della notte, e oltre a questo ricevere la santa comunione, e poi riportarla al letto suo.
   Tornando le monache a santa Chiara, compiuto l’ufficio in santo Damiano, sì le dissono: «O madre nostra suora Chiara, come grande consolazione abbiamo avuta in questa santa natività! Or fusse piaciuto a Dio, che voi fossi stata con noi!».
   E santa Chiara risponde: «Grazie e laude ne rendo al nostro Signore Gesù Cristo benedetto, sirocchie mie e figliuole carissime, imperò che ad ogni solennità di questa santa notte, e maggiori che voi non siate state, sono stata io con molta consolazione dell’anima mia; però che, per procurazione del padre mio santo Francesco e per la grazia del nostro Signore Gesù Cristo, io sono stata presente nella chiesa del venerabile padre mio santo Francesco, e con li miei orecchi corporali e mentali ho udito tutto l’ufficio e il sonare degli organi ch’ivi s’è fatto, ed ivi medesimo ho presa la santissima comunione. Onde di tanta grazia a me fatta rallegratevi e ringraziate Iddio».

 

   A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

Il 14 febbraio 1958 Pio XII, con il breve apostolico "Clarius explendescit", dichiarava Santa Chiara d’Assisi (1194-1253) "Patrona universale della televisione". Il Papa, dopo aver affermato che dalla televisione "possono venire grandissime utilità, ma purtroppo anche danni non lievi, particolarmente per la grande facilità di usarla entro le stesse pareti domestiche", motivò la sua decisione con queste parole: "È parso quindi opportuno che una tanto importante scoperta sia messa sotto particolare protezione celeste, perché siano allontanati i mali che potrebbero venirne, e ne sia favorita l’utilità".
     La scelta cadde sulla santa assisana, come è accennato nel medesimo testo, per il noto episodio di cui fu protagonista la notte di Natale del 1252, anno precedente la sua morte. I particolari ci sono noti attraverso i Fioretti, le antiche biografie, in particolare la Legenda "Sanctae Clarae Virginis" di Tommaso da Celano, le testimonianze delle suore al processo di canonizzazione del novembre di quello stesso 1253 (era morta l’11 agosto). Suor Filippa di Sassorosso d’Assisi, che fu una delle prime compagne, depose: "Narrava anchora la predicta madonna Chiara come ne la nocte de la Natività del Signore proximamente passata, non potendo epsa per la grave infirmità levarse dal lecto per intrare nella cappella, le sore andarono tucte al Matutino al modo usato, lassando lei sola. Allora, epsa madonna suspirando disse: ‘O Signore Dio, eccho che so’ lassata sola ad te in questo loco’. Allora subitamente incominciò ad udire li organi et responsorii et tucto lo offitio delli Frati della chiesa de sancto Francesco, come si fusse stata lì presente".
     Il miracolo è anche esaltato in uno dei capitoli più suggestivi dei Fioretti il cui anonimo autore – dopo aver riferito che "ella sola rimase nel letto, mal contenta ch’ella insieme coll’altre non potea andare e avere quella consolazione spirituale" e che poté vedere e udire dal suo povero giaciglio in S. Damiano la liturgia della lontana chiesa di San Francesco – così continua: "Tornate le monache (...) sì le dissono: ‘O madre nostra suora Chiara, come grande consolazione abbiamo avuta in questa santa notte della natività di Cristo! Or fosse piaciuto a Dio, che voi fossi stata con noi!’. E santa Chiara rispose: ‘Grazie e laude rendo al mio signore Gesù Cristo benedetto, sirocchie mie e figliuole mie carissime, imperocché a ogni solennità di questa santissima notte, e maggiore che voi non siete state, sono stata io con molta consolazione dell’anima mia però che (...) io sono stata presente nella chiesa del padre mio santo Francesco, e co’ mie’ orecchi corporali e mentali ho udito tutto il canto e il sonare degli organi che vi s’è fatto’" (Cap. XXXV).
     Così, il 20 dicembre 1953 il sindaco di Assisi Arnaldo Fortini a nome della Società internazionale di studi francescani presentò al vescovo della città mons. Giuseppe Placido Nicolini la seguente proposta: "Pensiamo che un’attività, oggi così intensa e diffusa, debba avere la sua Santa Tutelare, e affacciamo umilmente la proposta che a patrona della radio e della televisione venga eletta santa Chiara d’Assisi".
     Il vescovo, che già nel 1939 si era attivato perché san Francesco fosse proclamato Patrono d’Italia, fece pervenire la proposta alla Santa Sede. Il 29 gennaio 1955, intanto, negli stabilimenti della Marelli di Sesto San Giovanni veniva dedicato a Santa Chiara il reparto televisivo alla presenza dell’arcivescovo di Milano mons. Montini (futuro Paolo VI) e, nell’autunno del 1957, la stessa santa veniva eletta Patrona della televisione spagnola.
     L’istanza assisana, come s’è visto, fu ufficialmente accolta da Pio XII che nel ‘breve’ del 14 febbraio 1958 scrisse: "Dichiariamo e costituiamo Santa Chiara d’Assisi, vergine, patrona della televisione, con tutti i privilegi e gli onori propri dei celesti patroni".

 

PIO XII
ALLA NASCITA DELLA TELEVISIONE
Dall'Enciclica "MIRANDA PRORSUS"
(La meravigliosa invenzione)

     Le meravigliose invenzioni tecniche, di cui si gloriano i nostri tempi, benché frutti dell'ingegno e del lavoro umano, sono tuttavia doni di Dio, nostro creatore, dal quale proviene ogni opera buona: "Egli, infatti, non solo ha dato l'esistenza al creato, ma lo stesso creato conserva e sviluppa”. Alcune di queste invenzioni servono a moltiplicare le forze e le possibilità fisiche dell'uomo; altre a migliorare le sue condizioni di vita; altre ancora, e queste più da vicino toccano la vita dello spirito, servono - direttamente, o mediante artifici di immagini e di suono - a comunicare alle moltitudini, con estrema facilità, notizie, idee e insegnamenti, quali nutrimento della mente, anche nelle ore di svago e di riposo.
     Tra le invenzioni riguardanti quest'ultima categoria, uno straordinario sviluppo hanno preso, durante il nostro secolo, il cinema, la radio e la televisione.
     La Chiesa ha accolto queste invenzioni, fin dall'inizio, non solo con particolare gioia, ma anche con materna ansia e vigilante sollecitudine, volendo essa proteggere da tutti i pericoli i suoi figli, sulla via del progresso. Tale sollecitudine deriva direttamente dalla missione affidatale dal divin Redentore, perché questi nuovi mezzi, come tutti sanno, hanno un potente influsso sul modo di pensare e di agire degli individui e delle comunità. 
     C'è anche un'altra ragione per cui la Chiesa si ritiene a ciò particolarmente interessata: essa, infatti, per un motivo superiore ad ogni altro, ha un messaggio da trasmettere a tutti gli uomini: il messaggio cioè dell'eterna salvezza; messaggio d'incomparabile ricchezza e potenza; messaggio che ogni uomo, a qualunque nazione o tempo appartenga, è necessario che accolga, secondo le parole dell'apostolo: "A me, che sono meno dell'infimo di tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai gentili la buona novella della imperscrutabile ricchezza di Cristo, e mettere a tutti in luce quale sia l'adempimento del mistero, nascosto da secoli in Dio, creatore di ogni cosa" (Ef 3, 89).
     Nessuno potrà pertanto meravigliarsi se la Suprema Autorità Ecclesiastica si sia occupata di questo importante argomento, allo scopo di assicurare l'eterna salute alle anime acquistate "non con l'oro e l'argento corruttibili... ma col sangue prezioso di Cristo, Agnello immacolato" (1^Pt.1,18-19), e abbia ponderato attentamente tutti i problemi che il cinema, la radio e la televisione pongono oggi ai fedeli.
     Sono trascorsi oltre venti anni dal giorno in cui il nostro predecessore di felice memoria Pio XI, valendosi "della mirabile invenzione marconiana", indirizzò per la prima volta un radiomessaggio "attraverso i cieli a tutte le genti e ad ogni creatura".
     Pochi anni dopo, il medesimo nostro predecessore impartiva al Venerabile Episcopato degli Stati Uniti, con la mirabile enciclica "VIGILANTI CURA" sapienti insegnamenti conformi alle necessità del tempo, circa il cinema, dichiarando tra l'altro "necessario e urgente il provvedere che, anche in questa parte, i progressi dell'arte, della scienza e della stessa perfezione tecnica e industria umana, come sono veri doni di Dio, così alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime siano ordinati, e servano praticamente all'estensione del regno di Dio in terra: affinché tutti, come ci fa pregare la Santa Chiesa, ..."Sic transeamus per bona temporalia, ut non amittamus aeterna".

Il testo completo dell'Enciclica all'indirizzo Internet:
http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_08091957_miranda-prorsus.html

(Allocuzione all'Episcopato Italiano)

"Noi crediamo opportuno osservare che la normale vigilanza che deve essere esercitata dall'autorità responsabile del pubblico spettacolo non è sufficiente per le trasmissioni Tv, al fine di eseguire un servizio ineccepibile dal punto di vista morale, ma è necessario un criterio diverso di valutazione, trattandosi di rappresentazioni che devono penetrare nel sacrario della famiglia. Appare, quindi, soprattutto in questo campo l'infondatezza dei pretesi diritti dell'indiscriminata libertà dell'arte, o del ricorso al pretesto della libertà d'informazione e di pensiero, essendo in gioco superiori valori da proteggere, i violatori dei quali non potrebbero sfuggire alle severe sanzioni minacciate dal divin Salvatore".

 

LA DIGNITA' DEL CORPO DEL CRISTIANO

   Siamo in estate, fa caldo, ma non dobbiamo cedere nella tentazione di uscire di casa scollati, mostrare le nostre nudità al mare con costumi inappropriati e tal volta quasi inesistenti; di mostrare agli altri il nostro corpo come un salumiere mostra ai clienti del suo negozio una coscia di prosciutto...
   Siamo stati Battezzati in Cristo, abbiamo ricevuto l'adozione a figli di Dio, siamo morti alla carne, come dice San Paolo... siamo diventati creature nuove in Cristo, tempio dello Spirito Santo! Dobbiamo vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne, anche (e specialmente) in estate, sia nei luoghi di svago, di ritrovo, di comunione fraterna, dappertutto. Il Signore non va in vacanza, ci segue con la sua Grazia.
   Purtroppo però, teniamo conto che anche Satana non va in vacanza, e ci rincorre con i suoi tranelli per farci Dannare e far Dannare i figli di Dio.
   Una persona non è responsabile soltanto di se stessa ma degli errori del suo prossimo se dovuti ad una propria mancanza nei confronti di Dio, come ad esempio accade quando per causa di una persona mal vestita un bambino oppure un'altra persona che è sposata viene portata al desiderio impuro della carne e pecca a sua volta, distruggendo l'innocenza che è in lei, ma anche famiglie, l'amore delle persone ad essa legate. In estate questo avviene molto più di quanto possiamo immaginare, perché mascherato sotto la falsa scusante del caldo.

   Almeno chi ha Fede, cerchi quindi di dare in questo tempo il buon esempio cristiano, timorato del Signore e si faccia carico di un comportamento idoneo alla dignità con la quale è stato rivestito da Dio per mezzo di Gesù Cristo e lo testimoni non solo a parole ma sopratutto silenziosamente con la sua vita da discepolo di Gesù, ad imitazione di Maria Santissima e con un modo appropriato di vestirsi, di apparire in pubblico, che non dia scandalo a nessuno e non procuri del Male.

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.37-2021 
 Ancona, Domenica 1° agosto 2021 

SAN FRANCESCO E IL PERDONO DI ASSISI

IL PERDONO DI ASSISI
Dal mezzogiorno del 1° agosto, alla mezzanotte del 2 agosto,
si può lucrare l'indulgenza plenaria di Assisi!

CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA D EL PERDONO DI ASSISI, (per sé o per i defunti)

- Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti il 1° e il 2 agosto);
- Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica il 1° o 2 agosto;
- Visita ad una chiesa francescana o parrocchiale nel 1° o 2 agosto, dove si rinnova la professione di fede, mediante
1) la recita del CREDO per riaffermare la propria identità cristiana;
2) la recita del PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio ricevuta nel Battesimo;
3) una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.

 

COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L'INDULGENZA DEL PERDONO 
   Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe". "Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".
   E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco: "Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".

 

L'INDULGENZA SECONDO IL CATECHISMO
   I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l'equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature. Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche ma riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere. In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato. Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui. Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l'immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
   La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti. Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell'indulgenza.
                                                                                                   
  (C.E.I., Catechismo degli adulti, n. 710)

 

COMUNICATO
"IUSTITIA IN VERITATE"
http://www.iustitiainveritate.org/green-pass-dalla-dittatura-sanitaria-a-quella-digitale-vademecum/

FAREMO A MENO DI TUTTO, SENZA ALCUN TIMORE DI VOI.
E’ BENE CHE VI SIA CHIARO.

 

BY DANILO QUINTO
21 LUGLIO 2021

 

   Va bene. Faremo a meno dei bar e dei ristoranti. Anche degli stadi, dei cinema, dei teatri, dei musei. Non andremo al lavoro, se ne avremo uno ed eviteremo di farci curare, se imporrete scelte lesive della nostra libertà personale, operate in dispregio di tutte le leggi e della Costituzione.
   Non viaggeremo. Ce ne staremo a casa e vi aspetteremo. Senza alcun timore, perché abbiamo timore solo di Dio. Non abbiamo alcun timore di Voi. E’ bene che vi sia chiaro.
   Ne’ abbiamo timore della morte, che usate come grimaldello per plasmare una società a vostro uso e consumo. Non potete attaccare Dio e vi vendicate attaccando la creatura a cui Dio tiene di più, perché fatta a Sua immagine e somiglianza.
   Fate tutto questo grazie all’accordo “perfetto” che avete siglato con i rappresentanti umani della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesu’ Cristo. Voi private l’uomo di tutto quello che fa parte della sua vita terrena. Loro tentano di sottrarre all’uomo la sua dimensione spirituale e non dicono mai una sola parola di Verita’. Cosi come fate Voi.
   State creando un deserto attorno a Voi e soprattutto dentro di Voi. Noi non ci scoraggeremo e non ci faremo prendere dal panico. Gesu’ Cristo ha già vinto il Demonio e non ci fanno paura i suoi ultimi colpi di coda. Sappiamo che la sua opera devastatrice è distruttrice durerà ancora a lungo, ma avra’ una fine definitiva. Allora, e solo allora, in quel deserto, i semi sotterrati dagli Angeli, dai Santi e da tutti gli uomini di buona volontà, che hanno solcato la Terra nel corso dei secoli dopo la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore, diventeranno fiori e piante che ci daranno il giusto refrigerio. Appariranno sorgenti di acqua benedetta da Dio. Resisteremo, se Dio vorra’, organizzandoci, usando tutte le armi legali per fermare il Vostro delirio di onnipotenza e per testimoniare sempre, in ogni circostanza, la Verita’. Costi quello che costi. La Santa Madre di Dio proteggerà noi e i nostri figli.
   Continueremo a pregare affinché VEDIATE quello che ora non vedete e sopporteremo cristianamente tutto, anche la Vostra crudelta’. Parteciperemo così, per un poco, alla sofferenza di Cristo sulla Croce. Questo è il nostro premio. In questa ora e per l’eternità.

 

DANILO QUINTO

Chi volesse il mio ultimo libro, NOLITE TIMERE, può scrivere l’indirizzo alla mia email pasqualedanilo.quinto@gmail.com o inviare un messaggio al numero 340.0727761 e lo riceverà a casa. La donazione di 24,00 Euro può essere effettuata sul CONTO POSTEPAY intestato a: Pasquale Quinto – IBAN IT 54 Y 36081 0513820 1764601769 

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Notiziario periodico di Tele Maria / n.36-2021 
 Ancona, Lunedì 26 luglio 2021 

I SANTI GIOACCHINO ED ANNA
GENITORI DI MARIA NELLA SANTA CASA DI NAZARETH
 
La Santa Casa di Loreto è il luogo che accolse la Santa Famiglia di Nazareth. Scrisse San Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della Famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia”.
Nell’Angelus del 10 dicembre 1995 il Papa disse: “Chiedo a Maria Santissima che la Casa di Nazaret diventi per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza.Possano le famiglie cristiane, possano i laici apprendere da Lei l’arte di trasfigurare il mondo con il fenomeno della divina carità, contribuendo così ad edificare la civiltà dell’amore”.

CHI RICORDA CHE NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETOOVE AVVENNE IL CONCEPIMENTO DI GESU’ IN MARIA VERGINE PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO AVVENNE ANCHE IL CONCEPIMENTO IMMACOLATO DI MARIA DAI SUOI SANTI GENITORI GIOACCHINO ED ANNA E LA SUA NASCITA?...
LO ATTESTA LA TRADIZIONE E FU RIVELATO A VARI SANTI, COME A SANTA CATERINA DA BOLOGNA,E COMPROVATO SOLENNEMENTE ANCHE DA ALCUNI PAPI,COME IL BEATO PIO IX...

 

LA “VENUTA” “MIRACOLOSA” a Loreto DELLA SANTA CASA DI NAZARETHove MARIA fu “concepita” “IMMACOLATA” nel grembo di Sant’Anna
SECONDO L’INSEGNAMENTO DEL GRANDE PONTEFICE BEATO PIO IX

Bolla “Inter omnia” del 26 agosto 1852

LA GRANDEZZA INCOMPARABILE DEL SANTUARIO DI LORETO

 

E’ UN SINGOLARE PRIVILEGIO DEI SANTI CONIUGI E GENITORI DI MARIADI ESSERE STRETTISSIMAMENTE LEGATI AL DOGMA DELL’IMMACOLATA
E ALLA SANTA CASA OVE ESSI CONCEPIRONO QUELLA FIGLIA IMMACOLATA.QUALE PRIVILEGIO ANCHE PER LORETO E LA CHIESA ITALIANA!...
 Pio IX (nato a Senigallia da madre anconitana), il Pontefice dell'lmmacolata e la Bolla “Ineffabilis Deus” dell’8 dicembre 1854


 

 

 

Dal Libro
LE GLORIE DI S. ANNA
di Mons. GASPARE CINQUE
Canonico della Cattedrale di Napoli
22 settembre 1960
 

IL PAESE DI SANT'ANNA

********

RILIEVI

In: https://www.facebook.com/sergio.brancatello/posts/10218238799218295

.....

Consiglio un tribunale di Norimberga per il ministro della salute Speranza e per i medici di base che hanno prescritto tachipirina al telefono senza mai aver visitato il paziente, fidandosi delle indicazioni di OMS e ministero. Sono stati loro la concausa della crisi sanitaria.
Nessuna visita al paziente.
Nessun farmaco utile.
Solo tachipirina che aumenta l’infezione togliendo ai pazienti due armi fondamentali: la Febbre e il glutatione.
Ho consigliato inoltre loro di cambiare  medico!

   I pazienti che invece ho portato in ospedale perché non sono riuscito a convincerli di rimanere a casa, oppure perché vivendo da soli o molto anziani nn riuscivano a gestirsi da soli, sono in parte deceduti. 
   Molti di questi poveri pazienti sono stati intubati e sottoposti a ventilazione forzata. A marzo e aprile 2020 a nessuno di queste persone è stata data l’idrossiclorochina, perché sconsigliata dal ministero della salute e dall’OMS. Probabilmente c’era l’intenzione di arrivare alla fase vaccinale. 
   Non voglio esprimermi su questo “vaccino” perché privo di qualsiasi sperimentazione. Non vorrei essere licenziato o radiato dall’albo professionale per qualche parola detta di troppo. 

In: https://www.facebook.com/sergio.brancatello/posts/10218238799218295

Dott. SERGIO BRANCATELLO
Medico di emergenza urgenza 118 e di Pronto Soccorso della Regione Piemonte.
Medico volontario dell’Associazione IppocrateOrg,
Direttore sanitario della Marina

Libero docente.

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.35-2021 
 Ancona, Giovedì 22 luglio 2021 

 

 

 

LA LIBERTA' IN PERICOLO

La Madonna a Medjugorje:

"PREGATE CON ME PER LA PACE E LA LIBERTA'"

FAREMO A MENO DI TUTTO,SENZA ALCUN TIMORE DI VOI.
E’ BENE CHE VI SIA CHIARO.

 

BY DANILO QUINTO
21 LUGLIO 2021

   Va bene. Faremo a meno dei bar e dei ristoranti. Anche degli stadi, dei cinema, dei teatri, dei musei. Non andremo al lavoro, se ne avremo uno ed eviteremo di farci curare, se imporrete scelte lesive della nostra libertà personale, operate in dispregio di tutte le leggi e della Costituzione.
   Non viaggeremo. Ce ne staremo a casa e vi aspetteremo. Senza alcun timore, perché abbiamo timore solo di Dio. Non abbiamo alcun timore di Voi. E’ bene che vi sia chiaro.
   Ne’ abbiamo timore della morte, che usate come grimaldello per plasmare una società a vostro uso e consumo. Non potete attaccare Dio e vi vendicate attaccando la creatura a cui Dio tiene di più, perché fatta a Sua immagine e somiglianza.
   Fate tutto questo grazie all’accordo “perfetto” che avete siglato con i rappresentanti umani della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesu’ Cristo. Voi private l’uomo di tutto quello che fa parte della sua vita terrena. Loro tentano di sottrarre all’uomo la sua dimensione spirituale e non dicono mai una sola parola di Verita’. Cosi come fate Voi.
   State creando un deserto attorno a Voi e soprattutto dentro di Voi. Noi non ci scoraggeremo e non ci faremo prendere dal panico. Gesu’ Cristo ha già vinto il Demonio e non ci fanno paura i suoi ultimi colpi di coda. Sappiamo che la sua opera devastatrice è distruttrice durerà ancora a lungo, ma avra’ una fine definitiva. Allora, e solo allora, in quel deserto, i semi sotterrati dagli Angeli, dai Santi e da tutti gli uomini di buona volontà, che hanno solcato la Terra nel corso dei secoli dopo la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore, diventeranno fiori e piante che ci daranno il giusto refrigerio. Appariranno sorgenti di acqua benedetta da Dio. Resisteremo, se Dio vorra’, organizzandoci, usando tutte le armi legali per fermare il Vostro delirio di onnipotenza e per testimoniare sempre, in ogni circostanza, la Verita’. Costi quello che costi. La Santa Madre di Dio proteggerà noi e i nostri figli.
   Continueremo a pregare affinché VEDIATE quello che ora non vedete e sopporteremo cristianamente tutto, anche la Vostra crudelta’. Parteciperemo così, per un poco, alla sofferenza di Cristo sulla Croce. Questo è il nostro premio. In questa ora e per l’eternità.

 

DANILO QUINTO

 

Chi volesse il mio ultimo libro, NOLITE TIMERE, può scrivere l’indirizzo alla mia email pasqualedanilo.quinto@gmail.com o inviare un messaggio al numero 340.0727761 e lo riceverà a casa. La donazione di 24,00 Euro può essere effettuata sul CONTO POSTEPAY intestato a: Pasquale Quinto – IBAN IT 54 Y 36081 0513820 1764601769 

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Commento da Facebook al brano di Apocalisse riportato:
    di Raffaele C. -  
Non credo, il vaccino può salvare vite, smettiamola di fare terrorismo religioso

 

Risposta del Prof. Giorgio Nicolini a Raffaele C.: che scrive:
"il vaccino può salvare vite, smettiamola di fare terrorismo religioso”.

 

Gentile Raffaele,


   riportare un brano biblico Lei lo definisce “terrorismo religioso”, senza evidentemente rendersi conto che esprimendosi in questo modo offende la stessa Parola di Dio. Ciò che viene riportato, infatti, è Parola di Dio – eterna ed immutabile – e nei suoi contenuti non c’è “terrorismo”, ma la rivelazione di una tragica realtà che attende gli uomini che si asserviscono a poteri politici atei ed immorali, poiché rinnegano Dio e le sue Leggi e combattono i credenti.
   Inoltre il brano che ho riportato è seguito da “un punto interrogativo”, cioè da una legittima domanda riguardo al fatto di chiedersi se gli eventi che stiamo vivendo possano corrispondere a quel tempo che era stato preannunciato dalla Parola di Dio, essendoci molti “segni” che lo fanno temere. Si lascia in ogni caso al giudizio della coscienza del credente la valutazione finale. Non si fa perciò alcun “terrorismo religioso”.
   Ci si chiede soltanto se siamo giunti “a quel tempo”, per prepararsi e tutelarsi riguardo alla propria vita spirituale. Diversamente da ciò che viene fatto – e questo è vero “terrorismo mediatico e governativo”! – con l’ossessiva e ansiosa quotidiana dose di allarmismo mediatico, di una malattia che può benissimo essere curata senza alcun decesso con le terapie domiciliari, però impedite ed oscurate dalle stesse Autorità governative (vedi Ministro Speranza & C.).
   Riguardo poi alla Sua affermazione che il vaccino può salvare vite umane, al contrario, sinora – dai dati ufficiali pubblicati dalle Autorità - è stato solo dimostrato che le vaccinazioni hanno già provocato migliaia di morti o di gravi e irreversibili conseguenze in persone sane, in ogni parte del mondo, di cui forse non ne è al corrente. Basta che faccia una ricerca in Internet.
   Oltre al fatto che con la vaccinazione di massa si sono provocate e si continuano a provocare le “varianti”, e quindi un aggravamento epidemico, come ben spiegato e dimostrato da eminenti scienziati (come il premio Nobel Montagnier).
   D’altra parte le stesse case farmaceutiche e le autorità sanitarie non garantiscono nulla circa l’esito dell’inoculazione di quelli che non sono vaccini, ma terapie geniche, atte a modificare il DNA dei soggetti, con sconosciute e temibili conseguenze a lungo termine.
   Ciò che sta avvenendo, in realtà, è un esperimento sociale, atto ad attuare “un controllo dittatoriale” sulla popolazione. Non avvedersi di questo significa essere illusi, fuori dalla realtà e privi di oggettività.
   In ogni caso, mai è lecito – sia dal punto legale che dal punto di vista morale – obbligare qualcuno ad assumere un vaccino contro la sua volontà. Mentre nessuno è impedito dall’assumerlo se lo vuole. Mai e in nessun caso la libertà individuale può venire violentata o repressa con ricatti vili e vergognosi, quali quelli che si vogliono attuare con il “green pass”.
   Siamo ormai in uno stato di polizia e di vera dittatura sanitaria, al quale bisogna opporsi con tutti i mezzi leciti e possibili, a salvaguardia della LIBERTA’, anche e soprattutto di quella “religiosa”, e ben ricordando gli “ammonimenti” della Parola di Dio sopra riportata. Cordialmente.


Prof. GIORGIO NICOLINI

 

ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA'

 

 

XVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 25.07.2021

 

Gv 6, 1-15 - In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».

Diceva così per metterlo alla prova; egli, infatti, sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». …

 

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Quando si dice “craponi”! Non c’è niente di peggio di chi non vuole capire e, forse, anche i suoi amici si dimostrano un pò pigri nel “comprendere”…infatti, non si capirebbe perché Gesù si ritrova “tutto solo”.

Immagino che gli sia venuta voglia di mandare tutto all’aria: “Possibile che non capiscano, che non vogliono capire? Re, vogliono farmi “re”! E ne sono anche convinti. Roba da matti!

Anche quelli che io ho “scelto”… sembra quasi che siano contenti perché vedono che faccio cose incredibili e loro possono dire d’essere “miei amici”…Ma quali amici!

Amico è chi fa la volontà di mio Padre! Questi pensano solo a “gasarsi”, magari a diventare famosi...”.

Queste non sono le sue parole, me le sono immaginate io pensando a Lui che, circondato ed esaltato da una folla immensa e dai “suoi”, decide di “stare da solo”.

Sarebbe invece stato più normale e più bello cedere alla tentazione della gente che lo “applaudiva”: bastava poco a prendere in mano il potere, erano tutti dalla sua parte, tutti a tifare per Lui! Anche Satana lo aveva capito e, proprio su questo versante, lo tenterà…

E Lui cosa ti combina? Combina quello che non ti aspetti: Lui si ritira, “tutto solo”. Ma perché? Perché deve fare “due chiacchiere” con Suo Padre, “due chiacchiere” per capire e riprendere coraggio, per non sentirsi “così solo”. Gesù di Nazareth sente il bisogno di pregare, di parlare con Suo Padre.

Chissà che cosa si dicevano, quali commenti facevano…A me piace immaare che Lui, il Padre, lo tirasse su di morale affermandogli che alla fine non siamo poi così “cattivi”, un po’ craponi sì, ma alla lunga avremmo capito.

Basta, questa è solo fantasia! Però i fatti mi danno ragione perché alla fine i “suoi” lo hanno accolto come si doveva: - come il Salvatore, - l’Amico della vita, - il Redentore, - il Punto di riferimento per il quale dare la vita, - la Parola che detta le “regole” per sconfiggere il Male per sempre, - il Pane da mangiare per “camminare” nella vita dietro e assieme a Lui.

Se gli apostoli ce l’hanno fatta, perché mai non dovremmo farcela anche noi?

Sarà fondamentale però ritrovare la voglia e il tempo di stare un poco da soli con Lui… a fare due chiacchiere, a “pregare”. Dobbiamo ritrovarlo questo tempo del “pregare”… perchè sarà quello che ci rimanderà dentro nella Sua Strada liberi e contenti, pronti a fare la fatica dell’andare controcorrente…, finalmente! Ce lo ha insegnato Lui!

 

Buon’estate, buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciao, don Gigi

 

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 18.07.2021

 

Mc 6, 30-34 - In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato.

Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.

Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.

Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

E’ interessante notare come la gente cerchi Gesù perché ha voglia di ascoltarlo (“... e si mise ad insegnare molte cose”). Impressiona che, almeno in questo caso, alla gente non importi di vedere i miracoli: non ci sono malati portati in prima fila per essere guariti o gente che urla la propria sofferenza.

No, c’è gente senza “un pastore”, senza “un punto di riferimento" che ha voglia di ascoltarlo per imparare e basta….o, forse, è lì perché in Lui vede il “Pastore” vero…e il Maestro si commuove.

Grande questo Gesù di Nazareth: anche Dio ha un cuore, ed è grande e sa leggere dentro, di là dalle nostre parole. Quello che a noi manca, ancora una volta, è questa voglia di ascoltarlo e seguirlo perché non interessati, ce ne freghiamo, presi da così tante e “altre” parole che proprio non ci viene in mente che, Lui, ha qualcosa d’importante da insegnarci, ma… se fosse colpa Sua?

Sì, perché non urla né si “pubblicizza” abbastanza, maledizione!

E se invece fosse colpa nostra? Sì, perché non abbiamo voglia, né vogliamo proprio capire che Lui non urlerà mai, Lui ha troppo rispetto della nostra libertà e non ha nessuna intenzione di “violentarla”. Tocca a noi scegliere il “pastore” da seguire: uno e non cinquanta…

 

Quello che “commuove” Gesù di Nazareth è il vederci senza il “pastore” da seguire, brancolando annoiati nei giorni della vita…Mi piace troppo questo Gesù che si “commuove” perché tiene davvero e tanto a noi, ci pensa sempre e ci vuole bene fino in fondo, fino alla fine.

 

Buona vita allora, con Lui al centro. Un abbraccio forte. Ciao.

XVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO,

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XV DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 11.07.2021

 

Mc 6, 7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.

E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Che fantasia… proprio a noi deve dire di non prendere nulla per il “viaggio”! “Ma dai”, i tempi sono cambiati, forse una volta poteva funzionare, c’era talmente poco o niente che era facile accontentarsi in fretta, e forse davvero bastava un bastone, ma oggi no, oggi non è più possibile !

Noi vediamo le auto in viaggio per le vacanze e ci rendiamo conto di cosa ci portiamo dietro perché siamo convinti che sia tutto assolutamente indispensabile. Le nostre case le abbiamo riempite di tutto e di più perché crediamo che non sia possibile “sopravvivere” senza due televisori, due PC, due automobili, ecc… I nostri armadi si riempiono e si svuotano secondo le mode…i nostri frigoriferi pieni di tutto quello che “serve” anche se poi la metà sarà buttata via per sopraggiunta scadenza…

 

Ci sembra tutto indispensabile per vivere! Abbiamo riempito le nostre giornate anche di cellulari, di SMS, di CD e DVD, di birra e d’alcool, d’aperitivi, di caffè e di canne…ci sembra tutto rigorosamente indispensabile per... “sopravvivere”, però !

Tutto, abbiamo tutto e ci ritroviamo con niente o con troppo poco e lo capiamo dalle nostre noie e dalle nostre paranoie. Abbiamo tutto ma ci manca il “bastone”, il punto d’appoggio per camminare sicuri anche quando la strada non è proprio bella. Ci manca il “bastone” dentro alla nostra vita.

Abbiamo tutto e ci stiamo dimenticando il “bastone”: Lui, Gesù di Nazareth.

Lui vuole accompagnarci perché possiamo mettere i nostri passi (il cuore e la testa) senza troppa paura anche quando la vita si fa dura e difficile: anche allora Lui ci farà camminare con serenità.

Davvero allora siamo pieni di troppe “cose” che non ci servono proprio a niente…e se ci liberassimo di “qualcosa” per prendere la Sua mano e camminare con Lui? Buona vita. Un grande abbraccio.

 

Ciao, don Gigi

 

XIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 04.07.2021

 

Mc 6, 1-6- In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

 

Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Attenzione che non sono i “pagani” a stupirsi, non è lo stupore positivo ma il disprezzo! No, a stupirsi sono i “suoi”: la sua patria, i suoi parenti, casa sua!

“ Ma cosa vuoi che combini un carpentiere? Ma chi crede di essere? “

E fanno anche gli scandalizzati.

A Lui, al carpentiere, non restava che meravigliarsi della loro incredulità e cioè del loro non riuscire a vedere con gioia le cose belle che faceva e che diceva. Lo mettono in condizione di non poter fare nulla: Lui vorrebbe ma non può

! A questo punto viene da pensare a me stesso, a come io mi comporto nei suoi confronti, al grado di fiducia o di sfiducia in quello che Lui ha detto e ha fatto.

E anch’io sono uno dei “suoi” perché il Battesimo mi ha fatto Figlio del Padre, di Suo Padre, e quindi sono diventato Suo fratello, inserito in Lui come il tralcio nella vite: io sono uno di casa sua e, il rischio d’essere “incredulo”, mi tocca da vicino e la Sua meraviglia mi potrebbe riguardare da vicino.

E pensare che mi fido di un sacco d’altre persone: credo in loro e mi fa stare bene pensare d’essere loro amico. Credo e sono convinto di fare bene ad essere così e a comportarmi così e non voglio cambiare…

Solo che vorrei fidarmi di più e totalmente di Lui; vorrei credere fino in fondo in Lui, nella Sua Parola, nel Suo essere Pane per me; vorrei di più essere Suo amico e metterlo davvero al centro della mia vita, del mio fidarmi; vorrei stupirmi nel modo “positivo”...come succede di fronte all’amore gratuito, al dono disinteressato, all’amicizia sincera, al tramonto o ad un cielo stellato.

Vorrei davvero che Lui non si “meravigliasse” mai della mia “incredulità”, vorrei davvero non dargliene motivo per farlo

 

. Buona vita, buon cammino. Un abbraccio, don Gigi

 

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / 34-2021
Ancona, Venerdì 16 luglio 2021

BEATA VERGINE MARIA DEL MONTE CARMELO

 

LA STORIA DELLA MADONNA DEL CARMELO
E  "IL PRIVILEGIO SABATINO"


LA GRANDE PROMESSA DELLA MADONNA DEL CARMINE
PER CHI PORTA L"'ABITINO"

(a cura del Prof. Giorgio Nicolini)


La Regina del Cielo, apparendo tutta raggiante di luce, il 16 luglio 1251, al vecchio generale dell'Ordine Carmelitano, San Simone Stock (il quale L'aveva pregata di dare un privilegio ai Carmelitani), porgendogli uno scapolare - detto comunemente «Abitino» - così gli parlò: «Prendi figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani.

 

CHI MORRA' RIVESTITO DI QUESTO ABITO NON SOFFRIRA IL FUOCO ETERNO;

 

questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno».
Detto questo, la Vergine scomparve in un profumo di Cielo, lasciando nelle mani di Simone il pegno della Sua Prima «Grande Promessa».
La Madonna, dunque, con la Sua rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per sempre l'Abitino, non solo sarà salvato eternamente, ma sarà anche difeso in vita dai pericoli.
Non bisogna credere minimamente, però, che la Madonna, con la sua Grande Promessa, voglia ingenerare nell'uomo l'intenzione di assicurarsi il Paradiso, conti­nuando più tranquillamente a peccare, o forse la speranza di salvarsi anche privo di meriti, ma piuttosto che in forza della Sua Promessa, Ella si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione l'Abitino fino in punto di morte.
 
CONDIZIONI PER OTTENERE IL FRUTTO DELLA GRANDE PROMESSA DELLA MADONNA


1) Ricevere al collo l'Abitino dalle mani di un sacerdote, il quale, imponendolo, recita una sacra formula di consacra

­zione alla Madonna (RITO DI IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE). Ciò è necessario solo la prima volta che s'indossa l'Abitino. Dopo, quando s'indossa un nuovo «Abitino», esso si mette al collo con le proprie mani.
2) L'Abitino, deve essere tenuto, giorno e notte, indosso e precisa­mente al collo, in modo che una parte scenda sul petto e l'altra sulle spalle. Chi lo porta in tasca, nella borsetta o appuntato sul petto non partecipa alla Grande Promessa.
3) È necessario morire rivestito del sacro abitino. Chi l'ha portato per tutta la vita e sul punto di morire se lo toglie, non partecipa alla Grande Promessa della Madonna.

 

ALCUNI CHIARIMENTI


L'Abitino (che non è altro che una forma ridotta dell'abito dei religiosi carmeli­tani), deve essere necessariamente di panno di lana e non di altra stoffa, di forma quadrata o rettangolare, di colore marrone o nero. L'immagine su di esso, della Beata Vergine, non è necessaria ma è di pura devozione. Scolorandosi l'immagine o staccandosi l'Abitino vale lo stesso. L'Abitino consumato si conserva, o si distrugge bruciandolo, e il nuovo non ha bisogno di benedizione.
Chi, per qualche motivo, non può portare l'Abitino di lana, può sostituirlo (dopo averlo indossato di lana, in seguito all'imposizione fatta dal sacerdote) con una medaglietta che abbia da una parte l'effige di Gesù e del Suo Sacro Cuore e dall'altra quella della Beata Vergine del Carmelo.
L'Abitino si può lavare, ma prima di toglierlo dal collo è bene sostituirlo con un altro o con una medaglietta, in modo che non si resti mai privi di esso. Non è necessario che l'Abitino tocchi direttamente il corpo, ma può portarsi sugli indumenti, purché sia messo al collo.
Chi porta l'Abitino, pur non essendo obbligato, è bene che reciti spesso la giaculatoria: «O Maria Santissima del Carmelo, pregate per noi».
Baciando lo Scapolare o la medaglia propria o quello di altra persona si lucra l'indulgenza parziale.
 
IL PRIVILEGIO SABATINO


Il Privilegio Sabatino, è una seconda Promessa (riguardante lo scapolare del Carmine) che la Madonna fece in una Sua apparizione, ai primi del 1300, al Pontefice Giovanni XXII, al quale, la Vergine comandò di confermare in terra, il Privilegio ottenuto da Lei in Cielo, dal Suo diletto Figlio.
Questo grande Privilegio, offre la possibilità di entrare in Paradiso, il primo sabato dopo la morte. Ciò vuol dire che, coloro che otterranno questo privilegio, staranno in Purgatorio, massimo una settimana, e se avranno la fortuna di morire di sabato, la Madonna li porterà subito in Paradiso.
Non bisogna confondere la Grande Promessa della Madonna con il Privilegio Sabatino. Nella Grande Promessa, fatta a San Simone Stock, non sono richieste né preghiere né astinenze, ma basta portare con fede e devozione giorno e notte indosso, fino al punto di morte, la divisa carme­litana, che è l'Abitino, per essere aiutati e guidati in vita dalla Madonna e per fare una buona morte, o meglio per non patire il fuoco dell'Inferno.
Per quanto riguarda il Privilegio Sabatino, che riduce ad una settima­na, massimo, la sosta nel Purgatorio, la Madonna chiede che oltre a portare l'Abitino si facciano anche preghiere e alcuni sacrifici in Suo onore.
 
CONDIZIONI VOLUTE DALLA MADONNA PER OTTENERE IL PRIVILEGIO SABATINO

 

1) Portare, giorno e notte indosso, l’«Abitino», come per la Prima Grande Promessa.
2) Essere iscritti nei registri di una Confraternita Carmelitana ed essere, quindi, confratelli Carmelitani.
3) Osservare la castità secondo il proprio stato.
4) Recitare ogni giorno le ore canoniche (cioè l'Ufficio Divino o il Piccolo Ufficio della Madonna). Chi non sa recitare queste preghiere, deve osservare i digiuni della S. Chiesa (salvo se non è dispensato per legittima causa) e astenersi dalle carni, nel mercoledì e nel sabato per la Madonna e nel venerdì per Gesù, eccettuato il giorno del Santo Natale. La Santa Chiesa, per venire incontro ai fedeli, dà al Sacerdote, che impone l'Abitino, la facoltà di commutare la recita delle ore canoniche e l'astinenza del mercoledì e del sabato in alcune facili preghiere e in un po' di penitenza, a piacimento del sacerdote stesso. Tutte queste pratiche, generalmente vengono commutate nella recita quotidiana del Santo Rosario oppure di 7 Pater, 7 Ave, 7 Gloria e nell'astinenza dalla carne il mercoledì, in onore della Madonna del Carmine.
 
ALCUNE PRECISAZIONI


Chi non osserva la recita delle suddette preghiere o l'astinenza dalle cami non commette alcun peccato; dopo la morte, potrà entrare anche subito in Paradiso per altri meriti, ma non godrà del Privilegio Sabatino.
La commutazione dell'astinenza dalle carni in altra penitenza si può chiedere a qualunque sacerdote.
 
ATTO DI CONSACRAZIONE ALLA BEATA VERGINE DEL CARMINE


O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te con­sacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitu­dine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell'amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evi­tando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero of­frire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riu­scirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l'eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE PER LE ANIME DEL PURGATORIO


Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, gloria del Libano, onore del Carmelo, della consolante promessa che saresti discesa a liberare dalle pene de Purgatorio le Anime dei tuoi devoti. Incoraggiati da questa tua promessa, Ti supplichiamo, Vergine Consolatrice, di aiutare le care Anime, del Purgatorio, e specialmente…

O Madre dolce e pietosa, rivolgi al Dio di amore e di misericordia con tutta la potenza della tua mediazione: offri il Sangue prezioso del tuo santissimo Figlio insieme ai tuoi meriti ed alle tue sofferenze: avvalora le nostre preghiere e quelle della Chiesa tutta, e libera le Anime del Purgatorio. Amen.

3 Ave, 3 Gloria.

*********

NELLA SANTA CASA IL "FIAT VOLUNTAS TUA"

che ha fatto diventare Maria la "Madre di Dio"

 

DIALOGO TRA GESU' E LUISA PICCARRETA
SUL CASTIGO DELL'ITALIA
 Novembre 20, 1917

Gesù farà ricomparire la Santità del vivere nella sua Volontà

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.33-2021

Ancona, Domenica 11 luglio 2021 - San Benedetto, Patrono d'Europa

 

 RESTIAMO LIBERI! 
 Salviamo l'Italia contro il liberticida DDL ZAN 

 ORA ET LABORA  PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONEDELL'EUROPA

 

Beato PIO IX - Bolla INTER OMNIA del 26 agosto 1852

 

“A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”. 

 

 

SAN BENEDETTO, PATRONO D’EUROPA
Pio XII - Omelia a San Paolo - Fuori-le-Mura, 18 settembre 1947
ORA ET LABORA

San benedetto è il padre dell’Europa. Quando l’Impero romano è crollato, consumato dalla vecchiaia e dai vizi, e i barbari si sono lanciati sulle sue province, quell’uomo, che è stato chiamato “l’ultimo dei grandi Romani” (secondo l’espressione di Tertulliano), unendo allo stesso tempo la romanità e il Vangelo, ha attinto a queste due fonti il soccorso e la forza per unire efficacemente i popoli di Europa sotto il vessillo e l’autorità di Cristo... Infatti dal mare Baltico al mare Mediterraneo, dall’oceano Atlantico alle piane della Polonia, legioni di monaci benedettini si sono diffusi, rendendo mansuete le nazioni ribelli e selvagge con la croce, i libri e l’aratro. “Prega e lavora”: questa massima dei benedettini non contiene forse, nella sua brevità maestosa, ciò che è la legge principale dell’umanità e della sua regola di vita?... Pregare, è un precetto divino, come pure lavorare: dobbiamo adempiere l’uno e l’altro per la gloria di Dio e il perfezionamento dei nostri spiriti e dei nostri corpi... Ora (l’indomani della seconda guerra mondiale: n.d.r.], l’Europa geme sotto le calamità e le miserie che ha subìte... In mezzo a questa tempesta che fa cadere l’Europa nel disastro e nella sventura, non è inopportuno né inutile ricordare che delle forze interiori potenti, una lunga eccellenza di civilizzazione... si erano stabilite in Europa come su un fondamento di una grande solidità. 

 

LA VITA DI SAN BENEDETTO DA NORCIA PATRONO D'EUROPA

 

 DIFENDERE L'ITALIA, CENTRO DEL CATTOLICESIMO,  E' DIFENDERE LA SALVEZZA PER L'UMANITA' INTERA 
 CUI LA FEDE CATTOLICA DEVE ESSERE TRASMESSA 

 

Anche Dostoevskij riconobbe il ruolo grandissimo che la Provvidenza ha affidato all’Italia

 

Il grande scrittore russo Fëdor Dostoevskij, (1821-1881) scrisse sul ruolo che la Provvidenza ha affidato all’Italia: "Per duemila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo; l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano di essere i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e le presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale".

 

PER SCARICARE IL LIBRO "ANCONA E LORETO, CITTA' DELLA FEDE"

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IL VALORE DELLA SOFFERENZA


"Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati" (Rom.8,28-30).

 

DALL'INSEGNAMENTO DI SAN FRANCESCO DI SALES


Se tutti gli angeli e tutti i geni del mondo avessero studiato ciò che veramente ti è utile in questa o quella situazione, in questo o quel dolore, in questa tentazione o perdita dolorosa, essi non avrebbero trovato ciò che sarebbe stato più adatto per te di ciò che ti ha colpito. Così la Divina Provvidenza di Dio ha pensato fin dall'inizio di darti questa croce quale prezioso regalo proveniente dal suo cuore. Prima di darla a te, Egli l'ha meditata con il suo occhio onnisciente, l'ha pensata con la sua divina intelligenza, l'ha esaminata con la sua saggia giustizia, l'ha riscaldata con la sua misericordia amorosa. Egli l'ha pesata con le sue due mani, affinché non sia troppo grande di un millimetro né troppo pesante di un milligrammo. Poi l'ha benedetta col suo santo nome, unta con la sua grazia, riempita con la sua consolazione e ancora una volta ha guardato te e il tuo coraggio. Essa viene a te addirittura dal cielo come un richiamo di Dio e come regalo del suo amore misericordioso, affinché tu diventi completamente te stesso e trovi in Dio la sua pienezza.

(dalla "Filotea" di San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa).

 

 

 IL RICORDO DELL'OFFERTA DELLA VITA DI UNA MAMMA 
 PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELL'EUROPA 
NEL 16° ANNIVERSARIO DELL'ENTRATA NELL'ETERNITA'
 (11 luglio 2005 - 11 luglio 2021) 

Cfr. www.lavocecattolica.it/dedica.sito.htm

 

DI FRONTE ALLA MORTE IMPROVVISA
VERSO L'ETERNO SENZA PECCATI ADDOSSO

 

“ENTRATE PER LA PORTA STRETTA” (Mt 7,13)
"Se la via fosse larga nessuno si darebbe premura..."


 

Le profezie di Nostra Signora del Buon Successo
(di Cristina Siccardi)

 

LORETO
BALUARDO DELL’EUROPA CRISTIANA
PER LA “NUOVA EVANGELIZZAZIONE” nel tempo dell’“apostasia silenziosa”
Verso la Civiltà dell’Amore profetizzata da Paolo VI

“La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabili lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana".
 (Paolo VI, discorso del 25 dicembre 1975)
                               
PREGHIERA PER LA SALVEZZA DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

 

SANTA VERONICA GIULIANI
E I SUOI “VOLI MISTICI” NELLA SANTA CASA DI LORETO
I  momenti significativi della vita e dei pellegrinaggi mistici
di Santa Veronica Giuliani a Loreto
negli anni 1714 e 1715.

 

 

 

DIO NON HA DATO A NESSUNO IL PERMESSO DI PECCARE
(dal libro del Siracide, 15,14-20)

Egli da principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
Se vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto.
I suoi occhi su coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini.
Egli non ha comandato a nessuno di essere empio

e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.32-2021 

 Ancona, Martedì 6 luglio 2021 - Santa MARIA GORETTI

 

UNA SANTA ESEMPIO PER I GIOVANI D'OGGI 
 SANTA  MARIA GORETTI 
 TESTIMONE DELLA PUREZZA  E DEL PERDONO 

 

“Dio ha scelto e ha glorificato una semplice contadinella, di origine povera. L'ha glorificata con la potenza del suo Spirito... Carissimi fratelli e sorelle! Guardate Maria Goretti; guardate il Cielo che essa ha raggiunto con l'osservanza eroica dei Comandamenti e dove essa si trova nella gloria dei santi... È diventata letizia per la Chiesa ed una fonte di speranza per noi ", diceva Papa Giovanni Paolo II, il 29 settembre 1991.

 

   Il Santo Padre pronunciava queste parole al termine del centenario della nascita di Santa Maria Goretti. Essa nacque il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, in provincia di Ancona, in una famiglia povera di beni terrestri, ma ricca di fede e di virtù: ogni giorno, preghiere in comune e Rosario; la domenica, Messa e Santa Comunione. Maria è la terza dei sette figli di Luigi Goretti e di Assunta Carlini. Fin dal giorno dopo la nascita, viene battezzata e consacrata alla Santa Vergine. Il sacramento della Cresima le sarà dato all'età di sei anni.
   Dopo la nascita del quarto figlio, Luigi Goretti, troppo povero per sostentarsi nel suo paese d'origine, emigra con la famiglia verso le vaste pianure, ancora malsane a quell'epoca, della campagna romana. Si stabilisce a Le Ferriere di Conca, al servizio del Conte Mazzoleni. Lì, Maria non tarda a rivelare un'intelligenza ed un giudizio precoce. Non le si potrà mai rimproverare un capriccio, una disubbidienza o una bugia. È veramente l'angelo della famiglia.
   Dopo solo un anno di lavoro spossante, Luigi è colpito da una malattia che lo porta via in dieci giorni. Un lungo calvario comincia per Assunta ed i suoi figli. Maria piange spesso la morte del padre ed approfitta della minima occasione per inginocchiarsi davanti al cancello del cimitero: il suo papà è forse in Purgatorio, e siccome non ha i mezzi per far dire Messe per il riposo della sua anima, si sforza di supplire con preghiere.
   Non si deve pensare che questa bambina pratichi la bontà naturalmente. I suoi progressi straordinari sono il frutto della preghiera. Sua madre dirà che il Rosario le era diventato in un certo modo necessario, e, infatti, essa lo porta sempre avvolto intorno al polso. Attinge dalla contemplazione del crocifisso un intenso amore per Dio ed un profondo orrore per il peccato.
 
“Voglio Gesù”
   Maria anela al giorno in cui riceverà la Santa Eucaristia. Secondo l'uso di allora, deve aspettare fino all'età di undici anni. "Un giglio immacolato
   Al contatto dei Goretti, qualche sentimento religioso si è risvegliato in Alessandro. Si associa talvolta al Rosario che essi recitano in famiglia; nei giorni festivi, assiste alla Messa; si confessa perfino, di tanto in tanto. Il che non gli impedisce di fare proposte disoneste all'innocente Maria che, all'inizio, non capisce. Poi, intuendo la perversità del giovane, la ragazza sta in guardia e respinge le lusinghe tanto quanto le minacce. Supplica sua madre di non lasciarla più sola in casa, ma non osa esporre chiaramente alla madre i motivi del suo spavento, perché Alessandro l'ha avvertita: "Se riveli qualcosa a tua madre, ti ammazzo".
   Il suo unico ricorso è la preghiera. La vigilia della sua morte, Maria chiede ancora, piangendo, a sua madre, di non lasciarla sola. Non ottenendo altre spiegazioni, la Signora Goretti crede che si tratti di un capriccio e non dà importanza alla supplica reiterata. (Continua)


 

Testamento spirituale di Alessandro Serenelli

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LE PROFEZIE
DI NOSTRA SIGNORA DEL BUON SUCCESSO

SUL XX e XXI SECOLO

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.31-2021 
 Ancona, Sabato 3 luglio 2021 

 

 PELLEGRINAGGI  PER CONFERMARE LA FEDE  

 IL CAMMINO DI SAN TOMMASO .  ROMA - ORTONA
 BEATI QUELLI CHE PUR NON AVENDO VISTO  CREDERANNO 

 

Si tratta di un antico pellegrinaggio iniziato nel XIII secolo e riscoperto nel XX secolo. Infatti dopo la traslazione delle reliquie di San Tommaso ad Ortona, vari pellegrinaggi furono organizzati dalla Città Santa di Roma fino al borgo marinaro della costa teatina. Il pellegrinaggio moderno prevede anche viaggi a Santiago di Compostela e Gerusalemme, nonché al santuario di Santa Brigida, avendo la donna visitato in vita per ben due volte la tomba di Tommaso Apostolo ad Ortona. 
Il pellegrinaggio moderno si articola nelle seguenti tappe: Roma-Albano Laziale-Lariano-Genazzano-Subiaco-Cappadocia-Tagliacozzo-Massa d'Albe-Rocca di Mezzo-Fontecchio-Capestrano-Torre de' Passeri-Pretoro-Orsogna-Crecchio-Ortona.

 

   “Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»”. (Gv 20. 24 – 29)
   Significa “gemello” il nome Tommaso in aramaico; inoltre il soprannome con cui era noto l’apostolo – Didimo – in greco ha lo stesso significato. Non sappiamo, però, se San Tommaso, forse pescatore e uno dei primi a lasciare tutto per seguire Gesù, avesse un fratello. Venerato come Santo da cattolici, ortodossi e copti, le sue spoglie si trovano nella chiesa di Ortona a lui dedicata.

La storia di Tommaso nel Vangelo
In genere quando si parla di San Tommaso si comincia dalla fine: da quando, cioè, dopo la Resurrezione, non essendo presente all’apparizione di Gesù agli apostoli, non crederà a quanto loro gli raccontano. Ma questo non deve far pensare che Tommaso sia un credente tiepido. È solo un uomo la cui fede, profonda, è comunque messa a dura prova dalla vita e lui non lo nasconde: esprime i suoi dubbi, fa a Cristo le domande che gli occupano il cuore. Quando, ad esempio, Gesù vuole tornare a Betania dove è morto il suo amico Lazzaro e i discepoli hanno paura perché in Giudea il clima è tutt’altro che favorevole, è Tommaso a non avere dubbi, tanto da dire: “Andiamo a morire con lui”. Anche durante l’Ultima Cena, quando Cristo racconta di preparare un posto per ognuno nella Casa del Padre, Tommaso è disorientato, chiede al Signore dove va e come si può conoscere la via e allora Gesù risponde: “Io sono la Via, la Verità, la Vita”.

L’incredulità dell’apostolo: uno di noi
E arriviamo così al noto episodio dell’incredulità di Tommaso. Tutta la comunità degli apostoli è scossa dalla perdita di Gesù e dalla violenza della sua morte, ma Gesù è risorto e subito appare ai suoi per tranquillizzarli. Tommaso non c’è e al racconto degli altri non crede, forse perché è dispiaciuto di non essere stato presente, ma esige di toccare con mano le ferite dei chiodi e quella del costato. È un uomo, in fondo. Gesù lo accontenta, tornando otto giorni dopo. Tommaso allora gli crederà subito, tanto da chiamarlo “Mio Signore e mio Dio”, come nessuno ancora aveva mai fatto. Gesù, infine, fa una promessa che è per tutta l’umanità, fino alla fine dei tempi: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno”.

La missione fino ai confini della Terra
Abbiamo capito che Tommaso non era molto istruito, ma di certo suppliva a questo con l’immenso amore che provava per Gesù. Secondo la tradizione, toccherà a lui evangelizzare la Siria e poi la città di Edessa, da cui si sposta per fondare la prima comunità cristiana di Babilonia, in Mesopotamia, dove rimane per sette anni, quando s’imbarca per l’India e da Muziris, dove c’è già una fiorente comunità ebraica che in poco tempo diventa cristiana, attraversa tutto il Paese fino ad arrivare in Cina, sempre e solo per amore del Vangelo. Tornato in India, qui trova la morte del martire, trafitto da una lancia nell’attuale Chennai, il 3 luglio del 72.

 

Apostulus ille dubitans, dum in magistro suo vulnera palpat carnis,in nobis vulnera sanat infidelitatis"

Chi era l’apostolo San Tommaso? Cosa significa il suo nome? Come viene ritratto dai Vangeli canonici? Che cosa può dire oggi a noi, dopo duemila anni, la figura di un santo tanto grande e insigne? Per poter rispondere in modo preciso e semplice a queste domande vale la pena di leggere la catechesi tenuta da Sua Santità Benedetto XVI durante l’udienza generale del 27 settembre 2006.

 

 

 BENEDETTO XVI 
 UDIENZA GENERALE 
 Piazza San Pietro - Mercoledì, 27 settembre 200 6

 

Cari fratelli e sorelle,


   proseguendo i nostri incontri con i dodici Apostoli scelti direttamente da Gesù, oggi dedichiamo la nostra attenzione a Tommaso. Sempre presente nelle quattro liste compilate dal Nuovo Testamento, egli nei primi tre Vangeli è collocato accanto a Matteo (cfr Mt 10, 3; Mc 3, 18; Lc 6, 15), mentre negli Atti si trova vicino a Filippo (cfr At 1, 13). Il suo nome deriva da una radice ebraica, ta'am, che significa "appaiato, gemello". In effetti, il Vangelo di Giovanni più volte lo chiama con il soprannome di "Didimo" (cfr Gv 11, 16; 20, 24; 21, 2), che in greco vuol dire appunto "gemello". Non è chiaro il perché di questo appellativo.

 

   Soprattutto il Quarto Vangelo ci offre alcune notizie che ritraggono qualche lineamento significativo della sua personalità. La prima riguarda l'esortazione, che egli fece agli altri Apostoli, quando Gesù, in un momento critico della sua vita, decise di andare a Betania per risuscitare Lazzaro, avvicinandosi così pericolosamente a Gerusalemme (cfr Mc 10, 32). In quell'occasione Tommaso disse ai suoi condiscepoli: "Andiamo anche noi e moriamo con lui" (Gv 11, 16). Questa sua determinazione nel seguire il Maestro è davvero esemplare e ci offre un prezioso insegnamento: rivela la totale disponibilità ad aderire a Gesù, fino ad identificare la propria sorte con quella di Lui ed a voler condividere con Lui la prova suprema della morte. In effetti, la cosa più importante è non distaccarsi mai da Gesù. D'altronde, quando i Vangeli usano il verbo "seguire" è per significare che dove si dirige Lui, là deve andare anche il suo discepolo. In questo modo, la vita cristiana si definisce come una vita con Gesù Cristo, una vita da trascorrere insieme con Lui. San Paolo scrive qualcosa di analogo, quando così rassicura i cristiani di Corinto: "Voi siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere" (2 Cor 7, 3). Ciò che si verifica tra l'Apostolo e i suoi cristiani deve, ovviamente, valere prima di tutto per il rapporto tra i cristiani e Gesù stesso: morire insieme, vivere insieme, stare nel suo cuore come Lui sta nel nostro. (Continua)

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Secondo un'antica tradizione, Tommaso si recò a evangelizzare la Siria, poi la città di Edessa. Convertì Taddeo di Edessa, poi fondò la comunità cristiana di Babilonia. Visse nella città mesopotamica per sette anni. Successivamente, come raccontato da Eusebio di Cesarea, lasciò al discepolo Taddeo la guida della comunità cristiana in Mesopotamia e si spinse fino all'India sud-occidentale, che raggiunse nel 52, via mare.
Tommaso iniziò la sua predicazione nella città portuale di Muziris, dove viveva una fiorente colonia ebraica. Dopo aver convertito al cristianesimo gli ebrei, molti indiani furono convertiti alla nuova fede, la maggior parte dei quali apparteneva alle caste superiori; ciò aiutò Tommaso a proseguire la sua opera di evangelizzazione senza incontrare ulteriori ostacoli. Anche i primi sacerdoti provennero in gran parte dalle famiglie altolocate. 
Successivamente si recò in Cina per diffondere il Vangelo. Al ritorno in India cominciò a evangelizzare le popolazioni della costa orientale del subcontinente. Secondo la tradizione, Tommaso morì poi a Mailapur (trascritta comunemente come Mylapore), sulla Costa del Coromandel, nell'India sudorientale.
Negli Atti di Tommaso, testo gnostico del III secolo, si racconta che l'apostolo fu ucciso trafitto da una lancia, per ordine del re Misdaeus (Vasudeva I). Il martirio avvenne su una collina nei pressi dell'attuale Chennai, capitale del Tamil Nadu, il 3 luglio del 72.

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   San Tommaso fu sepolto a Mylapore, nell'India sud-orientale. Nel III secolo avvenne nel sud dell'India una persecuzione anti-cristiana. I fedeli salvarono le ossa di Tommaso trasportandole a Edessa (nella Turchia sud-orientale), il centro irradiatore del cristianesimo siriaco in Oriente, cui era legata la predicazione di San Tommaso. Successivamente furono traslate sull'Isola di Chio, nell'Egeo.

   Nel 1258 il navigatore ortonese Leone Acciaiuoli, reduce da una spedizione navale in appoggio ai Veneziani in lotta contro i Genovesi, portò le ossa del santo in Abruzzo. Le ossa si trovano ancora oggi nella basilica di San Tommaso, a Ortona.

 

 L'Apostolo Tommaso 
Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta
http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=572:l-apostolo-tommaso&catid=308&Itemid=334&lang=el

 

1. L’Apostolo Tommaso è legato con la Resurrezione “del Signore e Dio nostro”, secondo la sua stessa espressione.
   L’apparizione di Cristo ai propri apostoli avviene in due momenti. La prima avviene senza l’Apostolo Tommaso e la seconda alla presenza dello stesso. Cristo, essendo Dio, vuole dissipare il dubbio e la confusione, per questo motivo nel corso della sua seconda apparizione ai propri discepoli alla presenza dell’Apostolo Tommaso, rafforza la loro fede, li rinsalda e li benedice con la potenza della propria pace. La presenza divina, sua divina condiscendenza, atto di amore e pace, come anche di speranza dona coraggio all’Apostolo Tommaso ed agli altri suoi apostoli.


2.  L’Apostolo Tommaso, come anche gli altri discepoli, rimane un eletto del Signore.
 

3.  L’Apostolo Tommaso e le genti.   
   

4.  La predicazione apostolica di Tommaso.
 

5.  I miracoli dell’Apostolo Tommaso.
 

6. Il martirio dell’Apostolo Tommaso.


 
7.  La reliquia miracolosa di San Tommaso ed i suoi discepoli.


8. Epilogo

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Associazione Marco Mascagna: messaggio luglio 2021

 

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Nidi e libri per combattere le disuguaglianze e favorire lo sviluppo economico: i cittadini lo dicano a Governo e Parlamento
Il 54% degli studenti di terza media che proviene da famiglie povere ha risultati insufficienti nelle competenze linguistiche; quelli di famiglie benestanti meno del 15% [1]. I bambini di 5 anni che hanno un genitore senza la licenza media rispondono in modo corretto in media al 38% delle prove sulle competenze linguistiche, matematiche, socio-affettive e fisico-motorie; i bambini con almeno un genitore laureato al 52% delle prove [2].
Questi dati ci illustrano in maniera eclatante quello che numerosi studi evidenziano: è la famiglia - reddito, livello di istruzione, residenza - che condiziona più di ogni altra cosa il successo e l’insuccesso. Le disuguaglianze si perpetuano: benestanti e colti i figli dei benestanti e colti, poveri e ignoranti i figli di poveri e ignoranti.

 

Le ricerche ci dicono che questo divario determina anche differenze nello stato di salute, nella probabilità di essere controllato, fermato, arrestato, di delinquere e di essere condannato. Tutto ciò è insopportabilmente ingiusto: il merito, l’impegno contano pochissimo.
La neurobiologia ci dice che le reti neurali si sviluppano soprattutto nei primi tre anni e questo sviluppo è fortemente influenzato dagli stimoli che il bambino riceve, per cui, se il bambino è stimolato poco o male, avrà uno svantaggio che condizionerà tutta la sua vita.
In particolare è di estrema importanza acquisire precocemente la competenza linguistica, perché la lingua traduce la realtà in parole (quindi la ordina in classi, rapporti ecc.) e in questo modo consente di parlare con se stessi, cioè di pensare e ragionare, e di esprimere la propria volontà, i propri pensieri, ragionamenti, sentimenti. Inoltre ci permette di comprendere spiegazioni, consigli, ordini e di potere fare delle acquisizioni anche oltre le esperienze concrete. Più ricco è il vocabolario e più ricca è la comprensione della realtà e meglio riusciamo a comunicare con gli altri (a esprimere il nostro pensiero e i nostri stati d'animo e a comprendere gli altri).
A 4 anni il bambino figlio di professionisti ha ascoltato in media circa 45 milioni di parole, il figlio di operai 26 milioni e quello di una famiglia assistita dai servizi sociali 13 milioni [3]. Ma, oltre al numero totale di parole ascoltate, è importante il numero di parole che ha conosciuto e acquisito (il suo vocabolario).
I bambini di famiglie non abbienti hanno un vocabolario molto più povero e ciò significa minore possibilità di capire e farsi capire, nonché una visione della realtà più confusa e grossolana.
I figli di persone di basso reddito e/o bassa istruzione si presentano alla scuola dell’obbligo con un notevole deficit di parole conosciute, di abilità e competenze, un gap che la scuola difficilmente riesce a colmare, anche perché, per il bambino che possiede tutto l’armamentario di base, apprendere ulteriormente è facile e piacevole e ciò, insieme ai successi ottenuti, rafforza la motivazione a studiare, mentre il bambino di famiglia povera o di bassa istruzione, con un armamentario di base carente, fatica ad apprendere, si percepisce incapace, ha molte meno gratificazioni e tutto ciò non lo motiva a studiare.

 

Dare a questi bambini più scuola, sostegni, stimoli, ancorché doveroso, serve a poco. Una famosa ricerca dell’Università dell’Alabama ha controllato gli esiti di un intervento nei primi 3 anni di scuola primaria rivolto ad alunni afroamericani poveri. L’intervento consisteva nel supporto ai docenti da parte di esperti, colloqui settimanali con i genitori per insegnare come aiutare i propri figli, consegna di materiali didattici e scuola estiva di 8 settimane. La valutazione è stata svolta al termine dell’intervento, a 12 anni e a 15 anni di età degli studenti, confrontandoli con un analogo gruppo che non aveva ricevuto alcun supporto. Mentre al termine dell’intervento si evidenziava un miglioramento rispetto al gruppo controllo, a 12 e 15 anni tra i due gruppi non c’era alcuna differenza [4].
Gli interventi efficaci, invece, sono quelli precoci. Per esempio i medesimi ricercatori dell’Alabama hanno confrontato un gruppo controllo con un gruppo di bambini poveri afroamericani che aveva frequentato il nido dall’età di 5 mesi e poi la scuola dell’infanzia fino a 6 anni e i cui genitori avevano ricevuto colloqui con educatori e materiale didattico. Le differenze erano notevoli: a 4 anni nel gruppo controllo il 40% dei bambini aveva risultati inferiori a 85 punti nel test di intelligenza, nel gruppo intervento solo il 5%. Inoltre differenze significative si mantenevano anche a 8, 12 e 15 anni di età e non solo nel test di intelligenza ma anche nelle competenze linguistiche e matematiche. A 15 anni la percentuale di bambini assegnati ai servizi sociali per comportamenti devianti era 4 volte minore che nel gruppo controllo. I due gruppi sono stati seguiti fino all’età di 40 anni e il gruppo che aveva ricevuto l’intervento in età prescolare aveva una maggiore percentuale di diplomati alla scuola superiore, meno nascite fuori il matrimonio, meno persone recluse, stipendi più alti [4].
Due sono gli interventi più efficaci: la frequentazione di un nido e la lettura di libri da parte dei genitori fin dalla più tenera età (intorno agli 8 mesi).

 

Leggere libri ai bambini, infatti, è un’attività che ha innumerevoli aspetti positivi: sviluppa la competenza linguistica (arricchisce il vocabolario, migliora la sintassi ecc.); amplia i tempi di attenzione; educa all'ascolto; sviluppa l’empatia e la competenza affettiva (abitua a immedesimarsi e a comprendere cosa l’altro prova e a esprimerlo in parole); accresce la fantasia e l’immaginazione (quando si legge un libro si creano nella mente scene e immagini, cosa che non accade se si vede un video); incrementa il desiderio di imparare a leggere autonomamente; innesca il processo che porterà col tempo alla lettura e alla scrittura (la possibilità di tradurre il linguaggio verbale e il ragionamento logico in simboli grafici). La lettura, cioè, riesce a sviluppare nel bambino quell’armamentario di base che gli consentirà una più facile comprensione dei testi scolastici e delle spiegazioni dell'insegnante e una minore fatica nello svolgimento dei compiti e, quindi, di frequentare la scuola con piacere e con profitto.
Inoltre prendere il figlio in braccio, sfogliare insieme un libro, leggerglielo, ascoltare i suoi interventi, dare spiegazioni, vedere le sue reazioni favorisce le competenze genitoriali e rassicura il bimbo.
Un bambino a cui fin da piccolo si sono letti libri, che vede i genitori dar loro importanza, che ha in casa testi facilmente prenderà l’abitudine a leggere e ciò lo aiuterà per tutto il corso della vita, perché le storie divertono, consolano, fanno compagnia, commuovono e muovono all'azione e perché nei libri è racchiuso il sapere e chi ha l’abitudine a leggere finirà per sapere di più di chi legge poco e potrà muoversi nella società con maggiore consapevolezza ed efficacia.
Tra le principali differenze tra un bambino che cresce in una famiglia di alto livello di istruzione e uno di basso livello spicca proprio la pratica della lettura: solo l’1% delle madri con al massimo la licenza media legge libri ai bambini, tra quelle con diploma superiore sono oltre il 44% [5].
Promuovere la lettura ai bambini fin dal primo anno è di per sé una pratica di evidente efficacia per sviluppare quell’armamentario di base che condizionerà l’individuo per tutta la sua vita: i bambini di 5 anni provenienti da famiglie povere, ma a cui i genitori hanno letto almeno due volte a settimana libri, rispondono in modo appropriato al 42% dei test per valutare le competenze linguistiche, matematiche e di problem solving, a fronte del 36% di quelli a cui non si è letto quasi mai [2].
È sulla base di tali studi che molti Stati hanno intrapreso programmi per promuovere la lettura coi bambini.
In Italia dal 1999 è attivo il progetto Nati per Leggere dell’Associazione Culturale Pediatri; dagli anni 2000 è previsto che il pediatra di base consigli la lettura di libri spiegandone l’importanza; dal 2015 i Piani di prevenzione prevedono che Regioni e ASL debbano promuovere la lettura ai bambini fin dagli 8 mesi. Tali interventi sono però del tutto insufficienti:

  • Nati per Leggere coinvolge meno del 25% dei pediatri italiani ed è poco sviluppato al Sud [6];

  • non tutti i pediatri fanno quanto loro prescritto e pochissimi accompagnano il consiglio di leggere con la consegna di un opuscolo informativo o di un libro per il bambino, cose che ne aumentano l’efficacia (la consegna di un libro aumenta di 4 volte la probabilità che i genitori leggano ai figli [7]);

  • nel Piano di Prevenzione 2020-25 la promozione della lettura è stata “declassata”: non è da attuare obbligatoriamente da tutte le Regioni con un definito piano d’azione e non ha più obiettivi da realizzare entro determinate scadenze pena il rischio di non potere accedere ai fondi premiali.

Si dovrebbe invece varare un piano di formazione dei pediatri sull’importanza della lettura e su come consigliarla ai genitori; dare loro materiale comunicativo e libri da consegnare ai genitori di bambini che siano di bassa istruzione/basso reddito; nelle sale d’aspetto di centri vaccinali e consultori dovrebbero esserci materiale promozionale e libri per i bambini, e il personale dovrebbe consigliare la lettura e dare libri (anche solo in prestito) ai genitori di bassa istruzione/reddito; tutti i nidi e scuole dell’infanzia dovrebbero dare in prestito libri; in ogni quartiere dovrebbe esserci una biblioteca con libri per bambini di 1-6 anni; per i quartieri popolari dovrebbero girare periodicamente “biblioteche itineranti” per prestare libri.
Tutto ciò viene attuato in pochissime realtà e, quel che è grottesco, soprattutto nelle più ricche, accentuando le disuguaglianze. Così mentre in Trentino il 40% dei genitori legge tutti i giorni ai propri figli di 1-3 anni in Campania solo il 15%.

 

Anche la situazione dei nidi è tragica: quelli pubblici hanno posti sufficienti solo per il 12% dei bambini, i privati per il 13%. La situazione però è molto diversificata: al Centro Italia la copertura totale (pubblici+privati) è del 34%, al Sud del 13%. Ciò ha determinato un’altra stortura: il bonus nidi (l’assegno alle famiglie per coprire la spesa del nido) è andato soprattutto al Centro (ne ha usufruito il 12% dei bambini, con un contributo pro capite per l’intera popolazione 0-3 anni di 78 euro) e al Nord (11%, 70 euro pro capite), mentre al Sud ne ha goduto solo il 5% dei bambini (28 euro pro capite). Anche gli altri finanziamenti statali vanno soprattutto al Nord e al Centro. Nel 2017 la provincia di Trento ha ricevuto giusto il doppio di finanziamenti della Campania (espressi come euro/abitante). Come se non bastasse molti nidi adottano tra i criteri di ammissione l’avere entrambi i genitori che lavorano, per cui essi sono utilizzati soprattutto da famiglie di alto o medio reddito (il 31% del quinto più ricco e il 13% di quello più povero) [8].
Insomma in Italia la promozione della lettura ai bambini di 1-6 anni e i nidi, cioè i più efficaci interventi per combattere le disuguaglianze, sono appannaggio soprattutto dei figli dei benestanti.

 

Siamo uno strano Paese: l’Italia si è impegnata strenuamente per garantire adeguate coperture vaccinali dei bambini (attualmente superiori al 95% della popolazione e mai scese sotto l’85%), ma ha una “copertura” di nidi del 25% e una “copertura” di lettura ai bambini del 22%. Eppure anche quest’ultima pratica è raccomandata dall’OMS e per l’American Academy of Pediatrics è “l’attività più efficace che il pediatra può svolgere per promuovere lo sviluppo del bambino” [9].
O ancora si sottolinea il ruolo della scuola per combattere le disuguaglianze ma solitamente ci si riferisce alla scuola dell’obbligo o, addirittura, a quella superiore e non ai nidi e alla scuola dell’infanzia. Eppure le ricerche scientifiche ci dicono che le disuguaglianze si combattono molto, ma molto più facilmente intervenendo sui bambini di 1-6 anni.
Se avviene un fatto di cronaca che pone all’attenzione il problema della criminalità minorile si invocano lezioni di legalità nelle scuole (intervento privo di evidenza di efficacia) o altre azioni inutili, ma non nidi, promozione della lettura, sostegno ai bambini poveri di 0-6 anni e ai loro genitori, cioè quegli interventi di provata efficacia.
Per di più intervenire su questa fascia d’età non è solo più efficace ma anche molto più conveniente dal punto di vista economico. Anzi è uno degli interventi più produttivi.

 

Il premio Nobel per l’economia Heckman ha dimostrato che la maggiore resa economica degli investimenti per lo sviluppo umano si ha da quelli sulla fascia d’età 0-3 anni, poi su quella 3-5 e in misura più ridotta nei primi 3 anni della scuola primaria. Per ogni euro investito in nidi e promozione della lettura si ha un rendimento di 8,7 euro [10].
Malgrado tutto ciò il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destina, dei 222 miliardi disponibili, solo 4,6 miliardi a nidi, scuole dell’infanzia e interventi per la fascia d’età 0-6 anni. Si afferma che in tale maniera saranno creati circa 228.000 posti (di nidi e scuola dell’infanzia). Sembrano molti ma in realtà non lo sono. Con 228.000 posti non raggiungeremo nemmeno lo standard minimo prescritto dalla UE e che doveva essere raggiunto entro il 2010 (33% del fabbisogno), per la qualcosa si dovrebbero creare 298.000 posti [11]. Inoltre nel Piano non si dice se i nidi saranno costruiti nelle regioni carenti o in quelle che ne hanno di più, né vi sono vincoli o indicazioni per costruirli nelle zone più povere e non in quelle più ricche.
Oltre alla costruzione degli edifici scolastici è necessario il personale che faccia funzionare queste scuole (stimato, per raggiungere lo standard del 33%, in ulteriori 42.600 unità [11]). Nella legge finanziaria (comma 968) sono stanziati fondi per l’assunzione di solo 1.000 insegnanti (con fondi pari a 11,7 milioni nel 2021 e poi crescenti fino ad arrivare a 40,8 milioni nel 2028). L’incremento dei fondi per il Sistema Integrato 0-6 e quello del Fondo di Solidarietà Comunale sono assolutamente insufficienti per assumere un tale numero di operatori. E’ evidente, quindi, che Governo e Parlamento ritengono che dovranno essere i Comuni e le Regioni a farsi carico del personale, con fondi propri eventualmente integrati con le rette a carico dei genitori (rette che spesso scoraggiano le famiglie meno abbienti a iscrivere i figli al nido), per cui è molto probabile che i comuni più poveri (quindi quelli del Sud Italia) non riescano a garantire un numero di posti nido tendente al 33% stabilito dalla UE.
Insomma, questa occasione storica per dotare l’intero Paese, omogeneamente, di un numero di nidi adeguato al numero di bambini di 0-3 anni è stata sprecata. Non solo, i 4,6 miliardi di euro che verranno spesi finiranno per dotare di nidi funzionanti soprattutto le aree più ricche del Paese accentuando le disuguaglianze.

 

L’Alleanza per l’Infanzia, la Rete #educAzioni e il Forum Disuguaglianze/diversità hanno avvertito Governo e Parlamentato di tutto ciò, ma senza grande esito [11, 12]. L’essere dalla parte dei deboli e lottare contro le disuguaglianze non è nel DNA di Draghi, di gran parte dei suoi ministri e dei partiti che lo sostengono. E anche gran parte dei cittadini pensa solo al proprio particulare o è ossessionato da problemi inesistenti o ingigantiti dai mass media (gli stranieri, la delinquenza, le troppe tasse ecc.) e non pensa a chi da generazioni è meno fortunato. Eppure solo una società attenta agli ultimi, solidale, giusta garantisce il bene di tutti. Non dovremmo mai dimenticarcelo.
Note: Openpolis: Gli studenti svantaggiati e le disuguaglianze educative a scuola, 2019; 2) Save the Children: Il miglior inizio, 2019; 3) Hart B, Risley R: The early catastrophe: the 30 million word gap by age 3, Am. Educ. 2003; 4) Schweinhart LJ et al: Lifetime Effects: The High/Scope Perry Preschool Study Through Age 40, High/Scope, 2005; 5) www.medicoebambino.com/?id=RIC1203_10.html; 6) ACP-AIB-CSB: Nati per leggere 1999-2019; 7) Needelman R. et al: Clinic based intervention to promote literacy. Am.Journal Dis. Child, 1995; 8) Istat: Nidi e servizi educativi per l’infanzia, 2020; 9) Council on early childhood: Literacy promotion: an essential component of primary care pediatric practice, Pediatrics, 2014; 10) Heckman J: Skill formation and the economics of investing in disadvantaged children. Science, 2006; 11) EducAzioni, Investire nell’infanzia: prendersi cura del futuro a partire dal presente, 2021; 12) https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/recovery-fund-forum-disuguaglianze-e-diversita-sui-servizi-per-la-prima-infanzia-il-governo-affronti-le-criticita-presenti-nel-pnrr.
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Ti consigliamo un film, un libro e un brevissimo video


Film: La zona, di Rodrigo Plá, con Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Alan Chávez, Daniel Tovar, Carlos Bardem. 2007.

La Zona è un quartiere di ricchi, chiuso da un alto muro e con una forza di sicurezza privata. Un forte temporale crea una breccia nel muro e tre giovani poveri entrano nella Zona per rapinare e dare una svolta alle loro vite. Ma le cose non andranno secondo I loro progetti. Un film duro, che descrive una società assurda dove le enormi disuguaglianze costringono I ricchi ad autorecludersi e a recludere I poveri, dove regna la paura dell’altro e la violenza è pronta a scoppiare. Un mondo retto dal denaro e dalla paura di perderlo, dal denaro che sostituisce ogni valore e fa perdere agli uomini ogni umanità. Ma per il regista c’è ancora speranza.
Il film ha avuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui miglior film e migliore opera prima al Festival di Venezia.
Libro: Problemi ambientali, soluzioni sociali. Consigliamo questo breve (22 pagine), agile libretto del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, che affronta il problema ecologico da un’angolazione poco usuale: quella dei poveri. Il libretto è scaricabile gratuitamente da https://www.aclibergamo.it/articoli/problemi-ambientali,-soluzioni-sociali.html.


Video: la Terra nelle nostre mani, di Bruno Bozzetto. Il migliore animatore europeo ha una capacità di sintesi strabiliante che lo rende particolarmente incisivo. Negli anni ‘80 ha realizzato dei brevissimi filmati su temi ambientali. Vi consigliamo https://www.youtube.com/watch?v=xZBmVgJg_7k (durata 30 secondi, sul nostro sistema economico), https://www.youtube.com/watch?v=YgdWD7Arn7g (durata 30 secondi, sull’effetto serra), https://www.youtube.com/watch?v=U25KOlpqkPM (4 minuti sui rifiuti)

 
Contro l'intolleranza e il razzismo diffondi i video “Un pugno al cuore”, “Anche noi”, “Requiem”
L'intolleranza verso lo straniero, il senzatetto diventa ogni giorno più preoccupante, assumendo spesso le forme del razzismo e della bruta violenza. Rimanere in silenzio, in questa situazione, favorisce il crescere di questa mala pianta. Bisogna parlare e confutare le notizie false, fornire elementi per una corretta conoscenza del fenomeno, risvegliare i sentimenti di pietà, fraternità e solidarietà, amore. Uno strumento per tutto ciò possono essere i video “Un pugno al cuore”, Anche noi” e Requiem, che ti invitiamo a guardare e diffondere.
I video sono su Youtube a questi indirizzi:
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Anche noi: www.youtube.com/watch?v=dochQxEMRZA&t=5s
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E´ ormai accertato che quando centinaia o migliaia lettere chiedono notizie e giustizia per i perseguitati politici, le autorità poco rispettose dei diritti umani molto spesso cambiano comportamento nei confronti di questi perseguitati. Grazie a questa strategia fatta propria da Amnesty centinaia e centinaia di perseguitati politici sono riusciti ad avere salva la vita e a riacquistare la libertà. Per questo firma le azioni urgenti di Amnesty (www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html).

 
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XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 27.06.2021

 

Mc 5, 21-24.35b-43 - In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni ad imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui.

 

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte.

 

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!».

 

E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva, infatti, dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

A Gesù è capitato per primo di essere deriso perché si era messo in testa di “resuscitare” la ragazzina di 12 anni. Il peggio era successo: la morte aveva vinto su una vita così giovane.

Di fronte a simili tragedie che cosa si può fare? Non resta che piangere e urlare tutta la nostra rabbia. Il Cristo è deriso proprio perché non crede alla morte come soluzione vincente; anche Lui avrà “paura” della morte, e lo dimostrerà e lo dirà chiaramente nell’Orto degli Ulivi.

 

Avrà paura ma sa che deve affrontarla e vorrà affrontarla perché per questo si è fatto Uomo: per recuperare tutta la Creazione alla bellezza e alla Vita Originaria... e quindi il Male va sconfitto

 

. I parenti della fanciulla lo deridono ma Gesù li caccia fuori tutti (sbatterà fuori anche Pietro quando tenterà di “impedire” la Sua missione…), li sbatte fuori perché per questo è nato: “perché àbbiano la vita e l’abbiano in abbondanza “. Il Cristo combatterà il male comunque si manifesti: nella malattia del corpo e nella sofferenza dell’anima. Loro lo deridono ma Lui non scappa.

 

Lui reagisce e va avanti. Deve andare avanti, altrimenti le nostre paure avrebbero davvero senso. Va avanti a trovare la ragazzina morta perché vuole guardarla in faccia: la ragazzina e la morte. “ Fanciulla, io ti dico: alzati! “.

 

La ragazzina si alzò e si mise a camminare mentre ancora lo deridevano. Gesù lo dice anche a me, a noi: “ Alzati! “.

Non è tempo di lasciarci vincere dalla morte dell’anima e del cuore: dobbiamo riprendere a “camminare” per dare una mano a recuperare la bellezza del nostro Mondo.

Lui ci ha assicurato che sarà con noi fino alla fine, noi dobbiamo trovare il coraggio di “alzarci”. C’è tanta gente che ha bisogno di una mano, di un poco del mio e del tuo tempo per “rivivere”.

 

Buona vita con un grande abbraccio. Ciao, Don Gigi

 

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE


 

XII DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 20.06.2021

 

Mc 4, 35-41- In quel giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.

Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.

Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.

Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Perché siamo così paurosi? No, non gli altri... ma noi, i cristiani, quelli di Cristo. Gesù sta parlando di me e di te. Qui non si tratta di fare i fondamentalisti e gli intransigenti o gli intolleranti o gli arroganti e presuntuosi: non c'entra niente, quella è solo stupidità mentale e casomai bisognerà curarsi.

No, qui si tratta semplicemente di non essere paurosi. Tranquilli, lo erano anche gli Apostoli prima della Pentecoste: pieni di paura, ma come loro, noi dobbiamo essere capaci di vincere e venirne fuori. Dalla paura non potrà mai nascere e vivere la Chiesa che è il popolo di Dio che cammina nella storia.

La risposta allora la troviamo anche noi nel Cenacolo, che è la stanza chiusa del nostro cuore e della nostra mente: rinchiusi dentro di noi e fra di noi per paura delle critiche, delle prese in giro, di essere isolati o evitati, paura di non avere risposte, di non riuscire a dare una mano vera, di non sapere che cosa fare, di essere fuori moda...

Fuori nella vita, nel tempo intanto succede di tutto: ingiustizie sociali, mafia, usura, pedofilia, violenze e guerre, disastri e tragedie, corruzioni, tradimenti... un mondo in tempesta e, noi, chiusi nelle nostre paure.

Non riusciamo più a vedere il Cristo vivo e intanto la burrasca cresce. Ci manca la voglia di "chiamarlo", di svegliarlo dal sonno... Non è la paura il problema; ma che non abbiamo più il coraggio di guardarla in faccia.

Sì, perché avere paura non è un atteggiamento vigliacco ma il sentire una certa realtà in modo grande e forte, una realtà che è fatta di tutto quello che succede intorno e dentro di noi.

Il problema vero è che non vogliamo più riconoscere d’avere paura... e però intanto continuiamo a scappare... Non abbiamo più la fantasia di guardare la "tempesta" perché non abbiamo più la fantasia di guardare dentro la sua Parola per rintracciare i sentieri d’uscita, le prospettive di soluzione.

Non è vero che è Lui che dorme, siamo noi che non abbiamo più voglia di svegliarlo. Con Lui torna il sereno. Fare Chiesa credo voglia dire fidarsi di Lui... e poi potrà anche succedere di essere criticati e isolati e... niente paura! Se io mi "sveglio" Lui sarà sveglio con me.

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - NON AVETE ANCORA FEDE?

 

XI DOMENICA TEMPO ORDINARIO- 13.06.2021 Mc 4, 26-34 -

 

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

 

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Il chicco di grano, il granellino di senape... Così Gesù di Nazareth ci parla del Regno di Dio.

Il Padre un giorno ha mandato suo Figlio nel Campo dell’Umanità: Natale!

In quel campo Lui è andato fino in fondo e fino alla Cima: Pasqua!

Con Lui incomincia la Storia del Regno di Dio, e in altre parole il “recupero” della Creazione com’era all’inizio: “Bella e Buona”.

 

Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, adesso manda noi dentro nel Campo dell’Umanità: - ci manda nel mondo per “coltivare” e “far crescere” quel “ Seme”, - ci manda perché davvero “venga il Suo Regno” ...perchè l’Umanità cresca nell’unica regola che proprio Lui ci ha lasciato: “

 

Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati “ (Gv 15, 12).

 

Noi siamo chiamati ad essere “terra buona” nella nostra storia, dentro al tempo che c’è dato da vivere perché Lui possa Crescere e darci l’unico frutto che conta davvero: la Risurrezione.

Chiamati allora anche noi ad essere chicco di grano, ad essere granellino di senape perché nel Suo Nome e con Lui diventiamo Amore che sa “donare la vita” ...esattamente quello che Lui ci chiede di fare. Solo così il mio “territorio” diventa più bello ed affascinante e il mondo è “contagiato” dalla voglia di “vivere”.

 

Buona vita con un grande e forte abbraccio. Ciad, Don Gigi

 

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO- 6.06.2021

 

Mc 14, 12-16.22-26 -Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.

Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

 

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.

E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.”

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Come fai a lavorare, ad andare a scuola, a giocare, a fare politica, agire nel sindacato, a sposarti, a fare il prete… come fai a “tirar su i figli”, a stare insieme, a curare i nonni o il figlio ammalati… come fai se non mangi mai? Sarebbe impossibile, lo sappiamo tutti.

Facciamo anche l’esperienza che non basta sedersi a tavola per il pranzo o la cena per riuscire ad affrontare tutti i momenti del nostro crescere. … spesso facciamo l’esperienza dello sfinimento, della depressione, di momenti “no”, di una fatica che non riusciamo più a reggere, dello scoraggiamento, del tradimento…

Lo sappiamo benissimo e lo sapeva benissimo anche Gesù, lo sapeva da sempre... e per questo ha voluto diventare “Pane” da mangiare: il Suo Corpo ha voluto che diventasse “Pane” per la nostra vita e la Sua Parola ha voluto che diventasse nutrimento del nostro crescere.

 

La Domenica deve diventare la festa dello stare a tavola, la Sua Tavola: non posso mai più pensare di poter andare avanti nella vita senza “mangiarlo”, nutrirmi di Lui. •

Recuperare l’Eucarestia (la Messa): questa è la scommessa da fare, la vera “trasgressione”, quella che si ribella alla noia, al qualunquismo, al chi se ne frega, all’arrendersi;

• Recuperare l’Eucarestia per rimpadronirci della vita: dei nostri giorni e dei nostri sogni.

• Recuperare l’Eucarestia per Amare davvero e fino in fondo.

 

Buona vita. Un grande e forte abbraccio. Ciao

 

SANTISSIMA TRINITA’- 30.05.2021

 

Mt 28, 16-20 - In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Andare nel “nome di qualcuno o di qualcosa” è così anche per tutti noi. Lui, Gesù di Nazareth, c’invita ad andare nel “nome della Trinità”: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

 

Già…ma forse la nostra vita ce la giochiamo nel “nome” di qualcosa e di qualcun altro: per esempio “nel nome del denaro, del successo, del sesso…”altra trinità”; oppure “nel nome della salute, del potere, dell’apparire…” ancora un’altra “trinità”.

Non si tratta di essere prevenuti nei confronti di tutte queste realtà: fanno parte del nostro vivere e quindi tutte belle ed importanti, nessuna di esse, però, è in grado, da sola, di riempire una vita al punto che valga davvero la pena d’essere giocata nel loro “nome”.

 

Se a capo di ciascuna e di tutte le nostre realtà, ci mettessimo “il Nome” che sappia davvero orientarle e nutrirle… allora il mondo sarebbe veramente una gran casa dove per tutti sarebbe bello abitarci.

 

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo “:

- nel nome del Padre che ha creato tutto come cosa bella e buona;

- nel nome del Figlio che si è fatto Uomo per amore, ci ha insegnato ad amare con le regole suggerite dalle Beatitudini e dalla Sua parola; Figlio che si è fatto “Pane” per nutrire la nostra vita...Lui che ha vinto la Morte ed è il Risorto;

- nel nome dello Spirito Santo che è esattamente l’Amore che soffia sulle vele della nostra vita e che, se facessimo un po’ di silenzio per sentirlo...riusciremmo a “convertirci” e andare controcorrente.

 

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”...anche le altre “trinità” sarebbero più belle e più vere.

 

Buona vita e ottimo cammino. Un forte abbraccio. Ciao

 

SS.MA TRINITA' - 30 Maggio 2021

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE


E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.30-2021 
 Ancona, Domenica 27 giugno 2021 

 

 I 40 ANNI DI MEDJUGORJE:  ULTIMA CHIAMATA ALLA CONVERSIONE 

L'ATTACCO ALLA VITA,  ALLA FAMIGLIA  E ALL'INFANZIA 

 MEDJUGORJE:  QUARANT'ANNI DI APPARIZIONI 
 24-25 giugno 1981 - 24-25 giugno 2021 

 

 

LA PRUDENTE POSIZIONE DELLA CHIESA
Medjugorje, la commissione presieduta da Ruini:
“Vere le prime sette apparizioni della Madonna. Sulle altre non si può dare giudizio”

Per la prima volta la relazione viene pubblicata integralmente
nel libro "Dossier Medjugorje" (San Paolo) del giornalista Saverio Gaeta
di Francesco Antonio Grana - da "Il fatto quotidiano"
21 febbraio 2020

 

   La Madonna è davvero apparsa a Medjugorje. Ad affermarlo, quasi all’unanimità, è la commissione d’inchiesta voluta da Benedetto XVI nel 2010 e presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Il lavoro è durato quattro anni ed è stato consegnato, nel 2014, nelle mani di Papa Francesco, nel frattempo subentrato a Ratzinger alla guida della Chiesa, e alla Congregazione per la dottrina della fede. Da allora nulla si è più saputo. Ora quella relazione è stata pubblicata integralmente nel libro Dossier Medjugorje (San Paolo) del giornalista Saverio Gaeta. Ed è leggendo quel testo che, per la prima volta, si è scoperto che la commissione Ruini ha ritenuto vere le prime sette apparizioni mariane avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981 ai sei veggenti. 
   Ciò che emerge dalla relazione è “una differenziazione molto netta, sebbene non percepita dai protagonisti delle presunte apparizioni, tra gli inizi del fenomeno e la sua storia successiva. Gli inizi hanno coinvolto infatti alcuni ragazzi e ragazze psichicamente sani e normali i quali, al di fuori da ogni loro attesa o preparazione, e senza che i francescani o altre persone avessero potuto influire su di loro, hanno sempre e concordemente testimoniato che la Madonna è loro apparsa, improvvisamente e ripetutamente in un luogo e in orari precisi, provocando inizialmente in loro sorpresa e timore, qualificandosi come "Regina della Pace" e affidando loro un messaggio di conversione e penitenza. Questa testimonianza è stata da loro mantenuta anche quando la polizia li ha arrestati e minacciati di morte. Successivamente, invece, si verificano ben presto interferenze con il ‘caso erzegovinese’ – contrasto secolare tra i vescovi di Mostar-Duvno e i francescani –, mentre la Madonna si rivolgerebbe separatamente ai singoli veggenti. Le apparizioni vengono attese e preannunciate, e sembrano diventare cosa normale e assai meno coinvolgente. Per queste ragioni la commissione ha valutato distintamente la soprannaturalità degli inizi del fenomeno e della sua storia successiva”.
   Sull’autenticità delle prime sette apparizioni ben 10 membri e 3 esperti hanno votato positivamente contro solo 2 voti negativi. “Riguardo alla storia successiva sono stati valutati anzitutto gli effetti del fenomeno di Medjugorje, a prescindere dai comportamenti dei presunti veggenti; in concreto soprattutto le numerosissime conversioni e le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”. Qui la commissione Ruini hanno messo in evidenza maggiormente gli effetti positivi. “Si sono poi valutati gli aspetti del fenomeno legati prevalentemente al comportamento dei presunti veggenti e la credibilità attuale dei veggenti stessi”. Nella votazione la maggioranza ha affermato che “non è ancora possibile esprimere un giudizio”.
   La commissione Ruini, inoltre, si è espressa quasi all’unanimità affinché fossero rimossi i divieti dei pellegrinaggi a Medjugorje. Posizione subito applicata da Papa Francesco. Divergenti, invece, i pareri di affidare il santuario a un’autorità direttamente dipendente dalla Santa Sede o al vescovo diocesano. Maggioritaria è stata l’ipotesi di erigere a santuario internazionale pontificio la chiesa parrocchiale di San Giacomo a Medjugorje. “La commissione ha affrontato inoltre il problema del comportamento da tenere con i presunti veggenti, suggerendo di curare anzitutto l’approfondimento della loro vita spirituale e del loro senso di appartenenza e ubbidienza alla Chiesa. Occorre inoltre far emergere più chiaramente la centralità del luogo di Medjugorje rispetto alle vicende ed esperienze attuali dei presunti veggenti”.
   Inoltre, “riguardo alla cura dei pellegrini e dei devoti della Madonna di Medjugorje, la commissione ha considerato in primo luogo come questa cura debba avvenire a Medjugorje stessa, coltivando le caratteristiche genuine della spiritualità di quel luogo, incentrata sulla riscoperta, attraverso Maria, della fede in Cristo e dell’impegno a vivere con radicale coerenza il dono di Dio. La commissione ha dato inoltre specifici suggerimenti riguardanti il servizio dei francescani, la celebrazione dell’Eucaristia, l’amministrazione del sacramento della penitenza, la catechesi, la presenza a Medjugorje di ‘nuove comunità’, la gestione degli aspetti economici e finanziari. Per quanto riguarda infine la cura dei pellegrini e dei devoti nei loro luoghi di origine, la commissione raccomanda che vi sia in ogni circoscrizione ecclesiastica interessata un sacerdote incaricato dall’ordinario del luogo di seguire sia i gruppi di preghiera e devozione mariana che s’ispirano a Medjugorje sia i pellegrinaggi a Medjugorje stessa. Auspica inoltre un collegamento di tali sacerdoti con l’autorità ecclesiastica preposta a Medjugorje, d’intesa con gli ordinari dei luoghi”.

 

Quaranta
Un numero pieno di significati nella Bibbia
Articolo tratto da Castello7, lettera settimanale ai parrocchiani, anno 26°, n. 19, del 5 marzo 2017

     Il numero quaranta è un numero pieno di significati per l’uomo biblico. Quando designa un tempo si tratta sempre di un periodo che segna una situazione provvisoria e di attesa.  E’ il tempo del castigo e della penitenza, ma anche il tempo della misericordia e del perdono. E’ il tempo dell’intimità con Dio e del colloquio con lui. E’ il tempo in cui l’uomo prende coscienza di sé e si prepara ad accogliere i doni di Dio. E’ il tempo dell’Alleanza e della rivelazione.
     Per rendersi conto di tutti questi significati è necessario tener presente che nell’antichità i numeri venivano rappresentati con le lettere dell’alfabeto e pertanto, attraverso i numeri (o meglio le lettere che servivano per indicare un numero), si potevano esprimere concetti che niente avevano a che vedere col loro valore numerico. Presso alcuni popoli, e in particolare per il popolo ebraico, dalla forma di queste lettere si potevano ricavare anche significati simbolici.
     La lettera (ebraica) MEM oltre al numero 40 indica con la sua forma il ventre materno e anche una sorgente di acqua. I quaranta giorni così rappresentano un periodo determinato che racchiude un avvenimento o un’esperienza che si prolunga nel tempo, ma che è aperto alla vita.
     Scorrendo la bibbia vediamo anche che con 40 anni si indica la durata della vita di un uomo. Con questo criterio il Deuteronomio (34,7) può affermare che Mosè visse 120 anni, cioè 40×3, perché per tre volte egli ha mutato radicalmente la sua esperienza di vita.
     Sono 40 gli anni trascorsi dal popolo di Israele nel deserto; 40 giorni e 40 notti durò il diluvio (Gen. 7,4); 40 giorni e 40 notti Mosè rimase sul monte (Es. 24,18); Elia camminò per 40 giorni e 40 notti nel deserto per sfuggire all’ira della regina Gezabele (1 Re,19,8); 40 giorni sono il tempo concesso agli abitanti di Ninive per fare penitenza (Giona 3,4); 40 sono il massimo dei colpi di verga per le punizioni corporali (Deut. 25, 3).
     Nel Nuovo Testamento il numero 40 si trova 22 volte. I vangeli sinottici parlano di 40 giorni e 40 notti di digiuno di Gesù nel deserto (Matteo 4,1ss; Marco 1,13; Luca 4,2 ss) mettendoli in relazione con il periodo trascorso da Mosè sul monte Sinai. Matteo e Luca poi stabiliscono anche un raffronto fra la permanenza del popolo d’Israele nel deserto, periodo in cui «tentarono e misero alla prova Dio» (Salmo 95,9-10), con la fedeltà e l’obbedienza di Gesù.
     In questo modo, servendosi del semplice numero 40, gli evangelisti ci invitano a riconoscere in Gesù il nuovo Mosè, che dà inizio al nuovo popolo capace di dare un senso nuovo all’alleanza fondata non più su una legge scritta, ma sulla stessa persona di Gesù.

     Secondo il libro degli Atti (1,3) per 40 giorni il Signore si manifestò ai discepoli dopo la risurrezione prima di salire al cielo per completare il suo insegnamento e confermarli nella fede.

 

 MEDJUGORJE 

 

Medjugorje all’inizio delle apparizioni era un piccolo villaggio sconosciuto, neppure segnato sulle carte geografiche. Ora è una tra le località più conosciute di tutto il mondo. Medjugorje significa ‘in mezzo ai monti’, infatti è situato ai bordi di un piccolo altopiano, circondato da colline. È una località che si trova nel comune di Citluk, lontana circa trenta chilometri da Mostar (Erzegovina), e il paese è anche sede di una parrocchia, retta pastoralmente dai francescani della provincia dell’Erzegovina. Questa parrocchia appartiene alla diocesi di Mostar e comprende, oltre a Medugorje, anche i paesi di Bijakovici, Miletina, Vionica e ^Surmanci. Ha una bellissima chiesa nuova, a tre navate, terminata nel 1969, ed altre tre chiesette.

Medjugorje è un piccolo paese nel sud dell’Erzegovina, nella Bosnia croata,
a 30 km circa dalla città di Mostar.

INIZIO DELLE APPARIZIONI (1981)
Il 24 giugno 1981 verso le ore 18, sei giovani della parrocchia di Medjugorje, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic, hanno visto sulla collina Crnica, nel luogo chiamato Podbrdo, un´apparizione, una figura bianca con un bambino in braccio. Sorpresi e spaventati, non si sono avvicinati ad essa.
Il giorno dopo alla stessa ora, il 25 giugno 1981, quattro di loro, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic ed Ivan Dragicevic, si sono sentiti fortemente attirati verso il posto dove, il giorno precedente, hanno visto quella che hanno riconosciuto come la Madonna.
Marija Pavlovic e Jakov Colo li hanno raggiunti. Il gruppo dei veggenti di Medjugorje fu così formato. Hanno pregato con la Madonna ed hanno parlato con essa. Da quel giorno, hanno avuto le apparizioni quotidiane, insieme o separatamente.
Milka Pavlovic ed Ivan Ivankovic non hanno mai più visto la Vergine.

I 6 veggenti di Medjugorje

Jakov
Jakov Colo è nato il 6.3.1971 a Sarajevo. Ha avuto apparizioni quotidiane dal 25.6.1981. al 12.9.1998. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine gli disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno, il giorno di Natale, 25 dicembre. Jakov è sposato, ha tre bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine: per i malati.
Ivan
Ivan Dragicevic è nato il 25.5.1965 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Ivan è sposato, ha tre bambini, vive con la sua famiglia negli Stati Uniti e a Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine: per i giovani e per i sacerdoti.
Ivanka
Ivanka Ivankovic-Elez è nata il 21.6.1966 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. E stata la prima a vedere la Gospa. Fino al 7 maggio 1985 ha avuto apparizioni quotidiane. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno in occasione dell’anniversario delle apparizioni, il 25 giugno. Ivanka è sposata, ha tre bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le famiglie.
Marija
Marija Pavlovic-Lunetti è nata il 1.4.1965 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Grazie a lei, la Vergine invia il suo messaggio alla parrocchia ed al mondo. Dal 1.03.1984 al 8.1.1987 il messagio era dato ogni giovedi, e dal 25 gennaio 1987, il 25 di ogni mese. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Marija è sposata, ha quattro bambini, vive con la sua famiglia in Italia e a Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le anime del purgatorio.
Mirjana
Mirjana Dragicevic-Soldo è nata il 18.3.1965 a Sarajevo. Ha avuto apparizioni quotidiane dal 24.6.1981. al 25.12.1982. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno il 18 marzo. Dal 2 agosto 1987, secondo la sua testimonianza, ogni secondo giorno del mese Mirjana sente la voce della Vergine e qualche volta La vede ed insieme a Lei prega per i non credenti. Mirjana è sposata, ha due bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i non credenti, quelli che non conoscono l´amore di Dio.
Vicka
Vicka Ivankovic-Mijatovic è nata il 3.9.1964 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Vicka è sposata, ha una bambina e vive a Krehin Grac presso Medjugorje. L´intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i malati.
I messaggi

Secondo l’unanime testimonianza dei veggenti, la Vergine durante le Sue apparizioni, ha dato determinati messaggi affinché essi li riferissero all’umanità. 

 

 

Is.5,20
GUAI A COLORO CHE CHIAMANO BENE IL MALE E MALE IL BENE,
CHE CAMBIANO LE TENEBRE IN LUCE E LA LUCE IN TENEBRE,
CHE CAMBIANO L'AMARO IN DOLCE E IL DOLCE IN AMARO...

 

Isaia 3,9-11:
ESSI OSTENTANO IL PECCATO COME SODOMA: NON LO NASCONDONO NEPPURE; DISGRAZIATI!
SI PREPARANO IL MALE DA SE STESSI.
GUAI ALL'EMPIO! LO COLPIRA' LA SVENTURA,
SECONDO I MISFATTI DELLE SUE MANI AVRA' LA MERCEDE.
BEATO IL GIUSTO, PERCHE' EGLI AVRA' BENE, MANGERA' IL FRUTTO DELLE SUE OPERE.

 

 Is.5,24
PERCIO', COME UNA LINGUA DI FUOCO DIVORA LA STOPPIA E UNA FIAMMA CONSUMA LA PAGLIA,
COSI' LE LORO RADICI DIVENTERANNO UN MARCIUME E LA LORO FIORITURA VOLERA' VIA COME POLVERE,
PERCHE' HANNO RIGETTATO LA LEGGE DEL SIGNORE DEGLI ESERCITI,
HANNO DISPREZZATO LA PAROLA DEL SANTO DI ISRAELE"

 

Dal libro di ISAIA (64,6):
"Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità".

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.29-2021 

 Ancona, Mercoledì 16 giugno 2021

 

 IL QUADRO MIRACOLOSO  DELL'ADDOLORATA 
 A CAMPOCAVALLO di OSIMO  (Ancona) 

 

  LA PRATICA DEI SETTE DOLORI 
 IL MIRACOLO VIVENTE 

 DELLA BEATA ALEXANDRINA MARIA DA COSTA 

IL MIRACOLO DEL QUADRO
DELL'ADDOLORATA DI CAMPOCAVALLO
by Fr. John Francesco Maria Lim  Posted onJune 16, 2021

 

Il 16 giugno 1892, giorno del Corpus Domini, l’immagine sudò lacrime. Il giorno seguente, 17 giugno, sotto gli occhi di diversi e autorevoli testimoni, la Vergine raffigurata nel quadro mosse gli occhi; il prodigio continuò per dieci anni consecutivi.

   Campocavallo è il nome di una frazione-quartiere che si estende nella vallata del fiume Musone non molto lontana dalla città comunale di Osimo (Ancona). La storia di questa piccola borgata si situa alla fine del 1800, anche se le sue origini sono molto più antiche (almeno per il nome Campocavallo). Eccettuata una rustica chiesetta e una bettola, non vi erano abitazioni nei pressi del quadrivio. Però la pianura era cosparsa di case coloniche.

Zona Campocavallo inzio 1900
   Ogni podere aveva i suoi filari di pioppi, cui si accoppiavano le viti. Nei pressi della casa, pollaio, conigliera e porcile. Oche, anitre, galline e tacchini, convivevano insieme e, insieme, percorrevano prati e campi in cerca di cibo. Nell’interno della casa era la stalla e i corsi d’acqua erano sempre alimentati. Il Musone era un fiume degno di tutto rispetto.
   Questo stato si mantenne fino alla seconda guerra mondiale. Oggi l’ambiente è totalmente e radicalmente mutato: case coloniche vuote, piante quasi tutte abbattute; troppe fabbriche al ridosso delle case. Solo movendosi verso il fiume Musone si ha una pallida idea della vecchia Campocavallo.
Alla fine del 1800 non era altro che un crocevia tra Jesi, Loreto, Castelfidardo e Recanati, munito di una chiesetta. In essa era stata posta da don Sorbellini un’immagine oleografica della Madonna Addolorata, ottenuta dietro compenso da un mercante ambulante.
   Il 16 giugno 1892, giorno del Corpus Domini, l’immagine sudò lacrime. Il giorno seguente, 17 giugno, sotto gli occhi di diversi e autorevoli testimoni, la Vergine raffigurata nel quadro mosse gli occhi; il prodigio continuò per dieci anni consecutivi. Subito la notizia del prodigio fece riversare a Campocavallo pellegrini e fedeli provenienti da tutta Italia e anche dal resto d’Europa.
   L’edificazione del santuario fu subito affidata da Don Sorbellini all’architetto osimano Costantino Costantini nel 1892. La prima pietra venne posata il 10 dicembre del 1892. I lavori della chiesa vera e propria si svolsero con rapidità e si conclusero nel 1905. Il 21 settembre 1905 il Santuario venne consacrato e tre giorni dopo dedicato alla Madonna.
   Il 25 settembre 1932 avvenne l’incoronazione dell’immagine con una solenne celebrazione. La mattina del 30 marzo del 1938, quando il custode aprì il Santuario, si accorse che il quadro era stato rubato. Lo stesso venne ritrovato in tarda mattinata, poco distante, lacerato in vari punti a causa dello strappo dei preziosi gemmi che lo ornavano.

 

Immagine della Madonna Addolorata prima del furto

   Nel 1948 arrivò nel Santuario l’Ordine dei Servi di Maria. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1976 una nuova banda di ladri rubò il quadro. Anche questa volta venne ritrovato lacerato ulteriormente. Nell’autunno del 1986 i Servi di Maria lasciarono il Santuario per cedere il posto al Clero diocesano. Così arrivò don Paolo Sconocchini. Dal 2001 il santuario è custodito dai Francescani dell’Immacolata. Dal 2005 al 2007 sono stati eseguiti, imponenti lavori di ristrutturazione. Oggi il santuario domina il centro della trafficata frazione, affiancato dal pregevole campanile.
   All’interno il santuario è posto in tre navate, divise da dieci pilastri e sei colonne. La pianta è a croce latina. Nell’edicoletta marmorea dell’abside domina la figura di Nostra Signora dei Sette Dolori. Nel Santuario sono presente diverse cappelle: la cappella di San Vincenzo Ferreri (con le vetrate di Santa Rosa da Lima, San Domenico e Santa Caterina da Siena); la cappella di Sant’Antonio di Padova (con le vetrate di San Francesco, Papa Leone XIII e Sant’Antonio di Padova) e la cappella del Crocifisso. Sono presenti anche numerose statue di rara bellezza: dell’Addolorata, di Sant’Antonio Abate, di Sant’Antonio di Padova, di San Giuseppe sposo di Maria, un bellissimo Sacro Cuore di Gesù, la statua di San Vincenzo Ferreri e quella di Sant’Isidoro agricoltore. Sulla cima della cupola svetta, protetta a sua volta da una seconda semi-sfera, una statua della Madonna.
   A Campocavallo, fin dal 1939, nel mese di agosto si celebra la Festa del Covo. Il cosiddetto covo, espressione della fede e della cultura contadina della zona, è un carro che presenta una costruzione fatta quasi interamente da spighe di grano intrecciate. Viene portato in processione in onore della Vergine e ogni anno rappresenta una diversa immagine di carattere religioso. 

 

PREGHIERA alla Beata Vergine Addolorata di Campocavallo


   O Vergine Addolorata, che tante volte avete abbassato i vostri santissimi occhi verso i vostri devoti e li avete rialzati come per offrire a Dio le loro preghiere, vogliate benigna ascoltarci, o Madre di Misericordia ed otteneteci quanto fervorosamente imploriamo…
   Difendete la Santa Chiesa da tutti i suoi nemici, proteggete il Vicario di Gesù Cristo e conservateci il dono della Fede che il mondo si sforza di strapparci in questi tempi burrascosi. Liberate le anime sante del Purgatorio, specialmente quelle che furono più devote dei vostri Dolori e della passione di Gesù. Consolate gli afflitti e otteneteci la pace che è il sospiro di tutti i cuori, e nella pace si dilati sempre più su questa terra il regno di Dio. O cuore trafitto da sette spade, siate la mia consolazione. Amen

 

 

Fonti:
http://www.santuariocampocavallo.com/;
Santuario B.V. Addolorata Campocavallo di Osimo (AN) – tel. 071-7133003
https://www.santuariocampocavallo.com/il-prodigio/.
https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_della_Madonna_di_Campocavallo

 

I SETTE DOLORI DI MARIA


La Madre di Dio rivelò a Santa Brigida che, chiunque reciti sette "Ave Maria" al giorno meditando sui suoi dolori e sulle sue lacrime e diffonda questa devozione, godrà dei seguenti benefici:

 

- La pace in famiglia.
- L'illuminazione circa i misteri divini.   
- L'accoglimento e la soddisfazione di tutte le richieste purché siano secondo la Volontà di Dio e per la salvezza della sua anima.
- La gioia eterna in Gesù e in Maria.

           1° dolore: La rivelazione di Simeone. Ave Maria
           2° dolore: La fuga in Egitto. Ave Maria
           3° dolore: Lo smarrimento di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme. Ave Maria
           4° dolore: L'incontro con Gesù sulla via del Calvario. Ave Maria
           5° dolore: La crocifissione, la morte, la ferita al costato e la deposizione sul Calvario. Ave Maria
           6° dolore: La deposizione di Gesù tra le braccia di Maria sotto la croce. Ave Maria
           7° dolore: La sepoltura di Gesù e le lacrime e la solitudine di Maria. Ave Maria  

 

 

LA FESTA DEL COVO DI CAMPOCAVALLO


A Campocavallo, fin dal 1939, nel mese di agosto si celebra la Festa del Covo. Il cosiddetto covo, espressione della fede e della cultura contadina della zona, è un carro che presenta una costruzione fatta quasi interamente da spighe di grano intrecciate. Viene portato in processione in onore della Vergine e ogni anno rappresenta una diversa immagine di carattere religioso. 

 

 Beata Alexandrina da Costa 
 si nutrì per 13 anni di sola Eucaristia 

Gesù singhiozzando le disse:


“Guarda il mio Cuore Divino squarciato: è il peccato, è il piacere della carne, è il peccato e il mondo. Il mio cuore divino chiede amore; i crimini del mondo, le iniquità richiedono, esigono la riparazione. La esigono i peccati di lussuria, le iniquità degli sposi, delle anime consacrate a me, la esigono le vanità. A quale scopo tanto sperpero? Questo sperpero grida al Cielo. Ciò che si spreca in vanità estinguerebbe la fame a tutti gli affamati, vestirebbe tutti gli ignudi; dillo al mondo! Diffondi le mie lagnanze. Satana si è incarnato nella vanità, nella lussuria e nella disonestà. Vi è Satana nella donna e nell’uomo di oggi che vivono senza pudore una vita provocante. L’impurità è una finestra aperta che dà l'entrata a tutti i peccati mortali. Tanta innocenza perduta, tanta vita rubata al Cielo prima della sua esistenza sulla terra”.
“Io sono ferito persino da un grande numero di anziani e di vecchi. Che orrore! Che orrore! Tutto è fango! La catena più forte che lega più anime a Satana è la carne e l’impurità. Solo la catena del più grande amore e della più grande purezza può spezzarla e strapparle dagli artigli di Satana”.
“Coloro che al ricordo delle Mie Piaghe uniranno quello dei dolori della Mia Madre benedetta e per essi ci chiederanno grazie sia spirituali che corporali, hanno la Mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli».

 La Madonna alla beata Alexandrina da Costa
"Figlia mia, parla alle anime, dì loro che tutte le cose che siano chieste a Gesù nel mio nome e in nome delle anime del Purgatorio tutte, tutte, anche la conversione dei peccatori, saranno concesse".
 Si dannano solo quelli che non vogliono salvarsi.

 

Testi tratti dal diario della Beata Alexandrina Maria da Costa

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.28-2021 

 Ancona, Domenica 6 giugno 2021 

 

 STRAORDINARI  MIRACOLI  EUCARISTICI 
  LA BEATA IMELDA LAMBERTINI 

 IL MIRACOLO EUCARISTICO DI LANCIANO

 

LA BAMBINA CHE MORI' DI FELICITA'
 Beata Imelda Lambertini 

 


     Nel suo glorioso cammino, la Chiesa, Sposa Mistica di Cristo, ha suscitato innumerevoli schiere di santi e così continuerà fino alla consumazione dei secoli. Percorrendo il magnifico firmamento costituito dagli eroi ed eroine che hanno inciso nella Storia l'indelebile marchio della loro santità, rimaniamo incantati nel vedere un San Tommaso d'Aquino, i cui insegnamenti hanno illuminato il suo tempo e i secoli successivi; Santa Zita, umile cameriera per quasi mezzo secolo, Santa Teresa d'Avila che, infiammata d'amore, diede nuovo vigore alla vita monastica e nei nostri giorni, San Pio di Pietrelcina, il grande apostolo del confessionale.
     Meravigliati ci chiediamo: sarà la santità privilegio solo di alcune grandi anime come queste? Chiaro che no! Tutti noi, senza eccezione, siamo chiamati ad essa. I santi canonizzati ci servono da esempio, come chi dice: "Se io ho potuto, con la grazia di Dio, raggiungere la perfezione, perchè non ci dovresti riuscire anche tu?" La toccante storia della Beata Imelda ci mostra in modo speciale come la santità sia un dono gratuito di Dio, che ad essa ci chiama a qualsiasi età.

Consacrata alla Madonna il giorno stesso della sua nascita
    Quest'angelicale bambina nacque nell'anno 1322 a Bologna. Suo padre, Egano Lambertini, apparteneva all'alta nobiltà e svolse incarichi importanti come quello di governatore di Brescia e di ambasciatore nella Repubblica di Venezia. Oltre alla sua grande abilità, saggezza e valore militare, si distinse anche per la sua profonda fede e amore verso i poveri. Sua madre, Castora, della nobile famiglia Galuzzi, supplicava con ardente fede la Madonna per ottenere la grazia di poter avere almeno un figlio. Dopo aver pregato innumerevoli volte il Rosario con quest'intenzione, ottenne alla fine il favore di ciò che tanto desiderava: la nascita di una bella bambina! Non appena gli occhi di sua figlia si aprirono a questo mondo, Castora la prese tra le braccia e la offrì alla Santissima Vergine: "O Signora, una figlia più bella Voi non potevate darmi! Io Ve la offro, prendetela tutta".
     La Vergine Maria accettò con piacere quest'offerta. La piccola Imelda crebbe in età e virtù sotto le cure della sua devota madre che le elargì un'accurata formazione religiosa. Gli svaghi propri dell'infanzia non l'attiravano. Quello che le piaceva veramente era conversare su Dio e sulle cose sovrannaturali. Trascorreva lunghe ore inginocchiata davanti ad un piccolo altare che lei stessa decorava e ornava di fiori. La voce di Dio non tardò ad ispirarle nel profondo dell'anima il vivo desiderio di abbandonare il mondo per consacrarsi totalmente al suo servizio.

Monaca esemplare, di soli dieci anni!
     A quell'epoca era comune l'ammissione di bambini nei conventi, sia per volontà degli stessi, sia su iniziativa della famiglia. Così, all'età di otto anni, Imelda Lambertini fu ammessa come oblata nel monastero domenicano di Santa Maria Maddalena di Val di Pietra, dove si preparava per entrare nel noviziato. Due anni più tardi, in una semplice cerimonia intima, ebbe la gioia di ricevere l'abito di San Domenico. Sapeva bene la santa bambina che quest'inestimabile dono le chiedeva, in contropartita, un raddoppiato fervore. Prendendo questa nuova situazione con profonda serietà, Imelda divenne un modello per tutte le suore. Solo per il fatto di vederla passare con gioia, modestia e umiltà, le religiose si sentivano rafforzate nella loro vocazione.
     Quello che lei amava di più era Gesù nel Santissimo Sacramento. La sua anima innocente esultava di piacere quando considerava che nel tabernacolo era presente quello stesso Gesù nato dalla Vergine Maria, che a Betlemme era stato collocato in una mangiatoia e per amore nostro era stato crocifisso e ucciso, ma trionfante, era risuscitato il terzo giorno! La monaca-bambina passava ore presso il tabernacolo. Appena se ne presentava l'occasione, lei stava là, immobile, con gli occhi fissi al tabernacolo, la fisionomia illuminata da un intenso chiarore. Le religiose erano meravigliate del fervore e della devozione della loro piccola compagna e, piene di stupore, conclusero che su quell'anima aleggiava uno speciale disegno della Provvidenza.

Ed io, quando mi potrò comunicare?
     Sempre, quando la comunità si riuniva nella cappella per la Messa conventuale, Imelda contemplava, estasiata, tutte coloro che si aprossimavano alla mensa eucaristica per la Comunione. Le sorgeva interiormente questa domanda: "Come si può continuare a vivere su questa terra dopo aver ricevuto Dio in persona? Mio Gesù, quand'è che potrò avere anch'io la gioia di riceverVi?" A quel tempo, non era permesso ai bambini di comunicarsi, ma non era per questo meno ardente il suo desiderio di ricevere l'Eucarestia.
     Trovandosi col confessore o con la Madre Superiora, ripeteva sempre la stessa domanda: - Quando potrò comunicarmi anch'io? Si mostrava obbediente e rassegnata di fronte alla risposta sempre uguale che bisognava "aspettare ancora un anno", ma sospirava sempre più coll'avvicinarsi del giorno che sarebbe stato per lei, senza alcun'ombra di dubbio, il giorno più felice della sua vita, quello della Prima Comunione.

Morì di felicità
     La mattina del 12 maggio del 1333, vigilia della festa dell'Ascensione del Signore, le campane suonarono gioiosamente, chiamando le religiose a raccolta per il canto dell'Uffizio Divino. Terminata la salmodia, il sacerdote cominciò la celebrazione della Santa Messa. Al momento della Comunione, in ginocchio in fondo alla chiesa, Imelda seguiva con ardente desiderio il movimento delle monache che ricevevano la sacra Ostia e ritornavano in raccoglimento ai loro posti. Dal suo cuore scaturì la più ardente supplica: Gesù mio, mi dicono che essendo bambina, non posso ancora comunicarmi... Ma Voi stesso avete detto: "Lasciate che i bambini vengano a Me". Ecco io Vi chiedo, Signore: venite da me!
     Gesù, nel suo tenero amore nei confronti degli innocenti e umili di cuore, non resistette a quest'appello: un'Ostia si distaccò dal ciborio, si elevò in aria e, tracciando una scia luminosa per dove passava, si andò a posare sulla testa di Imelda! Il ministro di Dio, vedendo in questo prodigioso fatto una chiara manifestazione della volontà divina, prese l'Ostia e le impartì la Comunione. Lei chiuse gli occhi, inclinò soavemente il capo e rimase assorta in un profondo raccoglimento. Terminata la Messa, era ormai trascorso parecchio tempo, ma la piccola religiosa non faceva il minimo movimento e nessuno si azzardava a turbare quella pace beatifica, quell'estasi in cui lei si trovava, convertita in un tabernacolo vivo di Dio.
     Alla fine, la Madre Superiora prese la decisione di chiamarla e quale non fu la sorpresa di tutti nel verificare che la bambina non rispondeva... Imelda era morta, il suo cuore non aveva resistito a tanta felicità!
     Nel 1826 il Papa Leone XII confermò ed estese a tutta la Chiesa il culto che da secoli si prestava a lei a Bologna. San Pio X la proclamò, nel 1908, patrona dei bambini che vanno a fare la Prima Comunione.
     Il suo corpo verginale è ancor oggi incorrotto e può essere venerato nella cappella di San Sigismondo, a Bologna. La sua memoria liturgica è celebrata il 12 maggio. Beati mortui qui in Domino moriuntur (Beati i morti che muoiono nel Signore).



O Beata Imelda, sei morta nel Signore! Concedi a noi, pellegrini su questa terra, che il tuo luminoso esempio di amore faccia nascere nei nostri cuori una fame eucaristica inestinguibile e che, saziati col Pane degli Angeli, possiamo un giorno cantare eternamente con te la gloria di Gesù che è morto per noi sulla Croce e Si è fatto nostro cibo spirituale fino alla consumazione dei secoli.
Michelle Vicolla
(Rivista Araldi del Vangelo, Maggio/2006, n.29, p. 24 - 25)

 

IL MIRACOLO EUCARISTICO DI LANCIANO


  
     Il Miracolo Eucaristico di Lanciano è avvenuto circa l'anno settecento. Ciò si desume da circostanze e concomitanze storiche dovute alla persecuzione in Oriente da parte dell'Imperatore Leone III, l'Isaurico, il quale iniziò una feroce persecuzione contro la Chiesa e il culto delle immagini sacre (iconoclastia). In concomitanza della "lotta iconoclasta"nella Chiesa orientale, molti monaci greci si rifugiarono in Italia, tra essi i monaci basiliani, discepoli di San Basilio (329-379) Vescovo di Cesarea di Cappadocia (nell'attuale Turchia Orientale). Alcune comunità di esse si rifugiarono a Lanciano.

IL PRODIGIO
     Il miracolo eucaristico di Lanciano è il più antico di tutti quelli in cui le sacre Specie furono cambiate in carne e in sangue: risale, infatti, all'VIII secolo. Ma attraverso le analisi che furono fatte delle sue reliquie nel 1970-71 e nel 1973-74, questo prodigio è divenuto meravigliosamente attuale e non si è mai vista una semplice tradizione, che risale a 12 secoli, confermata dalla scienza con una tale chiarezza.
     Lanciano, piccola città degli Abruzzi, è situata a circa 4 km dall'autostrada Pescara-Bari, lungo l'Adriatico, un po' a sud di Chieti. In una piccola chiesa, dedicata a San Legonziano (che s'è voluto identificare con San Longino, il soldato che trapassò il costato e il cuore di Cristo morto sulla croce) un monaco basiliano, che celebrava la messa in rito latino, dopo la consacrazione, cominciò a dubitare della presenza reale di Cristo sotto le sacre Specie. Fu allora che, sotto gli occhi di questo sacerdote, l'ostia si mutò in un pezzo di carne e il vino consacrato in sangue reale che si coagulò in cinque sassolini irregolari di forma e di grandezza differenti.
     Quale fu la sua reazione di fronte alla inattesa mutazione che coinvolse anche le specie sacramentali? Da un documento storico leggiamo: "Da tanto e così stupendo miracolo atterrito e confuso, stette gran pezzo come in una divina estasi trasportato; ma, finalmente, cedendo il timore allo spirituale contento, che gli riempiva l'anima, con viso giocondo ancorché di lacrime asperso, voltatosi alle circostanti, così disse: 'O felici assistenti ai quali il Benedetto Dio per confondere l'incredulità mia ha voluto svelarsi in questo santissimo Sacramento e rendersi visibile agli occhi vostri. Venite, fratelli, e mirate il nostro Dio fatto vicino a noi'".
     Il miracolo fu raccontato su una antichissima pergamena che nella prima metà del secolo XV fu rubata ai francescani da due monaci basiliani. Oggi, si possiedono sul miracolo dei testi che risalgono al secolo XVI e XVII, cioè almeno 800 anni dopo l'avvenimento. Ma una tradizione costante conserva il ricordo del prodigio, e furono conservate soprattutto le reliquie
  Le Reliquie del Miracolo furono custodite nella chiesetta originaria sino al 1258, passando successivamente dalle mani dei basiliani in quelle dei benedettini (circa 1074) e, dopo la parentesi arcipretale (1229-1252), nelle mani dei francescani.
     Le reliquie, chiuse in un reliquiario d'avorio, furono custodite prima nella chiesa di San Legonziano, poi in quella di San Francesco. Al tempo delle incursioni dei turchi negli Abruzzi, un frate minore, chiamato Giovanni Antonio di Mastro Renzo, volle salvarle e, il 1 agosto 1566, partì portandole con sé. Ma dopo aver camminato tutta la notte, si trovò il mattino dopo, ancora alle porte di Lanciano.
     Capì allora che lui e i suoi compagni dovevano rimanervi per conservare le reliquie. Queste, una volta passato il pericolo, furono poste su un altare degno di esse, sul lato destro dell'unica navata della chiesa conventuale.
     Furono chiuse in un vaso di cristallo, deposto, questo, in un armadio di legno, chiuso con quattro chiavi. Nel 1920, furono poste (le reliquie) dietro il nuovo altare maggiore. Dal 1923, la "carne"è esposta nella raggiera di un ostensorio, mentre i grumi di sangue disseccato, sono contenuti in un specie di calice di cristallo ai piedi di questo ostensorio.

 

L'ESAME SCIENTIFICO


     In novembre 1970, per le istanze dell'arcivescovo di Lanciano, Monsignor Perantoni, e del ministro provinciale dei Conventuali di Abruzzo, e con l'autorizzazione di Roma, i Francescani di Lanciano decisero di sottoporre a un esame scientifico queste "reliquie"che risalivano a quasi 12 secoli. Certamente era una sfida: ma né la fede cattolica (che qui non era affatto in gioco), né una tradizione storica certa hanno nulla da temere dalla scienza, perché ciascuna rimane nel proprio campo.
     Il compito fu affidato al dott. Edoardo Linoli, capo del servizio all'ospedale d'Arezzo e professore di anatomia, di istologia, di chimica e di microscopia clinica, coadiuvato del prof. Ruggero Bertelli dell'Università di Siena. Il dott. Linoli effettuò dei prelevamenti sulle sacre reliquie, il 18 novembre 1970, poi eseguì le analisi in laboratorio. Il 4 marzo 1971, il professore presentò un resoconto dettagliato dei vari studi fatti.

 

Ecco le conclusioni essenziali:

 

1. La "carne miracolosa" è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio.
2. Il "sangue miracoloso" è vero sangue: l'analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile.
3. Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immuno-ematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB.Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l'appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell'appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno.
4. Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale.
5. Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservatrici utilizzate nell'antichità allo scopo di mummificazione. Certo, la conservazione di proteine e dei minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale: le analisi ripetute hanno permesso di trovare proteine nelle mummie egiziane di 4 e di 5.000 anni. Ma è opportuno sottolineare che il caso di un corpo mummificato secondo i procedimenti conosciuti, è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici, atmosferici e biochimici.
 

   Il prof. Linoli scarta anche l'ipotesi di un falso compiuto nei secoli passati:

 

NUOVO ESAME SCIENTIFICO
   (CONTINUA)
   

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.27-2021 
 Ancona, Domenica 30 maggio 2021 


  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.642433

Nell'Anno 40° delle "apparizioni" di Medjugorje 

 

 In occasione del 30° anniversario del gemellaggio  

 DAL SINDACO DI LORETO  L'IMPEGNO A RINNOVARE 
 L'IMPORTANTE GEMELLAGGIO  TRA TERSATTO E LORETO 

  IMPORTANTI INTERVISTE RILASCIATE  A "TELE MARIA" 
 DALLE AUTORITA' CIVILI LAURETANE 
 Importante articolo del Prof. Giorgio Nicolini 
 dimostrante la falsità delle ipotesi di un trasporto umano 

 della Santa Casa da parte dei Crociati 

 

 LO SCRITTO DEL SINDACO DI LORETO
IN RISPOSTA ALLE DOMANDE DELL'INTERVISTA RILASCIATA PER "TELE MARIA"


Domanda:
Perché la città di Loreto ha scritto “Felix Civitas Lauretana” nel suo gonfalone?


     La definizione “Felix Civitas Lauretana” si deve a Papa Sisto V, il Pontefice che rese Loreto Città autonoma da Recanati nel 1586. Come è noto, il nome di Sisto V era Felice Peretti, perciò “Loreto Città Felice” da un lato allude al nome di battesimo di questo importantissimo Papa marchigiano (era nato a Grottammare), dall'altro invece indica la condizione “felice” di Loreto: felice perché è la cittadina in cui la Madonna ha scelto di posare la sua Santa Casa. Felice anche per via della sua bellissima posizione collinare e per la grande laboriosità che l'ha sempre caratterizzata nei secoli. Siamo orgogliosi che nel nostro stemma comunale ci sia questa definizione data a Loreto.

Domanda:
Per il futuro come pensa di valorizzare questo importante gemellaggio con la Città di Tersatto?

Il gemellaggio attivato nel 1991 dall'allora sindaco Ancilla Tombolini con la città di Tersatto è emblematico del legame che da sempre nel corso dei secoli ha legato Loreto con la Dalmazia. Sicuramente è venuto il tempo di ripristinare il rapporto con Tersatto e rinverdire questa amicizia che ci lega nella comune caratteristica di avere ospitato entrambi la Santa Casa di Maria. Sarà nostra cura, valutando la documentazione relativa a questo patto di amicizia, rimettere in moto il percorso per arrivare ad una relazione concreta con gli amici di Tersatto, anche nell'ottica di creare progettualità nuove.

 

LA PRIMA TRASLAZIONE A TERSATTO IN CROAZIA

Ricorrendo il 700° anniversario del Santuario della Beata Vergine di Tersatto, uniti dalle medesime tradizioni e della stessa fede, nonché dai diuturni vincoli tra i Santuari di Loreto e di Tersatto, dei loro custodi e dei pellegrini, i rappresentanti delle civiche amministrazioni di Loreto e di Fiume sottoscrivono la seguente DICHIARAZIONE SOLENNE, con cui si fanno carico di sostenere e promuovere, con i loro poteri, per quanto modesti siano, l'amicizia tra Loreto e Fiume, i legami fraterni tra i santuari di Loreto e di Tersatto, ed ogni possibile forma di cooperazione volta ad una sempre maggiore comprensione tra gli uomini, al consolidamento della pace tra i popoli, all'amore ed al rispettto reciproco. 

 A Fiume, in data 25 maggio 1991 
 Il Sindaco di Loreto: ANCILLA TOMBOLINI 

 Il Sindaco di Fiume: ZELJKO LUZAVEC 

 

 

CENNI DI ALCUNE “PROVE” STORICHE, ARCHEOLOGICHE E SCIENTIFICHE 
 COMPROVANTI “LA VERITA’” DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI 
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
  LA FALSITA' DELLE IPOTESI DI UN TRASPORTO UMANO DA PARTE DI CROCIATI  
(articolo del Prof. GIORGIO NICOLINI) 

     Per “il miracolo” della traslazione della Santa Casa di Nazareth “in vari luoghi”, e infine a Loreto - per opera degli angeli del Cielo - , si potrebbe “quasi” dire la stessa cosa che già ebbe a dire San Simeone a Maria: “… è qui (…), segno di contraddizione” (Lc.2,34). Oggi molti dicono: “Smettete di parlare ancora della miracolosità della traslazione!...”. Ma ad essi si deve rispondere con le parole di Gesù nel Vangelo: “Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc.19,39-40). E sono proprio le pietre o, è meglio dire, “le Pareti di pietra” della Santa Casa di Loreto a “gridare”!... e gridano da oltre 700 anni!...
     E’ incalcolabile il numero di scritti e di libri che sono stati composti ovunque nel mondo, in oltre 700 anni, sulla Santa Casa di Loreto: chi l’ha combattuta talvolta con virulenza (senza aver mai trovato alcun elemento vero per smentirla), chi l’ha difesa con ardore impareggiabile (a cominciare da tutti i Papi e tutti i Santi!...), documentandola in ogni modo.
     E’ estremamente significativo, in proposito, come non ci sia mai stato neppure uno, tra i Papi e i Santi che ne hanno trattato, che abbia qualche volta smentito, o anche solo messo in dubbio, “la verità” delle “miracolose traslazioni”. Ma tutti costoro sono passati, come ognuno di noi passerà. Ma la Santa Casa di Loreto è sempre lì: ed è essa stessa che “grida” con le sue “Sante Pareti di pietra” “la verità” riguardo alla sua autenticità, e al modo miracoloso con cui è arrivata a Loreto.
     Tutti i detrattori e i falsificatori non sono mai riusciti ad abbatterla, mentre chiunque si accosta alle Sante Pareti della Santa Casa di Loreto e alla sua storia, con animo sgombro da pregiudizi e aperto alla verità, accoglie sempre con gioia e commozione tutti “i veri” studi storici, archeologici e scientifici che hanno sempre attestato concordemente “la verità” di quanto asserito dai “testimoni oculari” degli eventi accaduti oltre 700 anni fa e che è stato poi tramandato ininterrottamente dalla “tradizione” “orale” e “scritta”, presso tutti i popoli, e che è stata sempre “approvata” dalla Chiesa in un modo ininterrotto, da oltre sette secoli.

     Riguardo agli studi archeologici e architettonici basti pensare all’insigne architetto, Federico Mannucci, incaricato dal Sommo Pontefice Benedetto XV di esaminare le fondamenta della Santa Casa, in occasione del rinnovo del pavimento, dopo l’incendio scoppiatovi nel 1921, che scrive e asserisce perentoriamente, nella sua “Relazione” del 1923, che “è assurdo solo pensare” che il sacello possa essere stato trasportato “con mezzi meccanici”(Federico Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1923, 9-11), e rivelò che “è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri” (Federico Mannucci, “Annali della Santa Casa”, 1932, 290).
       L’architetto Mannucci dai suoi studi trasse, in sintesi, queste conclusioni:
1) i muri della Santa Casa di Loreto sono formati con pietre della Palestina, cementati con malta ivi usata;

2) è assurdo solo il pensare ad un trasporto meccanico;
3) la costruzione della Santa Casa nel luogo ove si trova si oppone a tutte le norme costruttive ed alle stesse leggi fisiche.
     Quindi, si potrebbe dire, è già “un miracolo” il fatto stesso della attuale “sussistenza” delle Sante Pareti, che si reggono “contro” le stesse “leggi fisiche” e che nessuno “in modo umano” può aver edificato lì dove si trova. Questo è il parere di un architetto, come anche di tanti altri che hanno esaminato nei secoli il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui “si è posata”. (continua)

 

 

 

 

 

 

In occasione del 90° anniversario del varo della nave scuola Amerigo Vespucci, l'unità più anziana in servizio nella Marina Militare, interamente costruita e allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, sabato 19 giugno 2021 sarà disposto un servizio filatelico temporaneo dalle ore 9 alle 13 con la presenza di Poste Italiane.

 

L’annullo, promosso dall'Associazione Circolo "Tempo Libero", potrà essere richiesto durante il Memorial Correale, manifestazione di numismatica, filatelia, cartamoneta, materiale cartaceo e collezionismo vario, giunta alla 52° edizione, punto di riferimento per i collezionisti del Centro e Sud Italia interrottamente dal 1994, tornato dopo le sospensioni a causa della pandemia da Covid 19.


All'interno dell'Hotel Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione, concepita secondo gli attuali standard alberghieri, che si trova in via Schito n°185 a Castellammare di Stabia.
Insieme al bollo speciale, un timbro creato apposta per l’occasione, prodotto in un unico esemplare, presentato e utilizzato esclusivamente in questa circostanza, prima che venga definitivamente affidato al museo postale, che si trova a Roma, sarà emessa una pregiata cartolina a tiratura limitata in 50 esemplari, affrancata con francobollo a tema.
Inoltre saranno disponibili i più recenti prodotti filatelici di Poste Italiane: folder, pubblicazioni filateliche, tessere.


Gli orari di apertura e chiusura della manifestazione sono quelli riportati:

Sabato 19 giugno 2021 dalle ore 9 alle 13, pausa pranzo, ripresa dalle ore 15:30 alle 19.

Domenica 20 giugno 2021 dalle ore 9 alle 13.

L'ingresso è libero, ampio parcheggio custodito e videosorvegliato, area ristoro-bar.

Un’esposizione per rivivere i ricordi del passato e promuovere la coscienza storica, con la presenza di periti specializzati ed esperti operatori del settore provenienti da ogni regione d'Italia, che allestiranno i propri stand con ogni genere di materiale da collezione.

 

 

 

 

EDITORE GUZZARDI

A BISIGNANO PRESENTAZIONE DEL LIBRO
DEL GIORNALISTA RINO GIOVINCO SUL TERREMOTO DEL 1980 IN IRPINIA


Giovedì 24 giugno 2021, ore 19.00 a Bisignano, nei locali del Motel Kratos (via Torre Grande) sarà presentato in anteprima nazionale il libro “Bisignano solidale. A quarant’anni dal terremoto in Irpinia i ricordi dei volontari a Castelnuovo di Conza”, del giornalista Rino Giovinco, pubblicato dall'Editoriale Progetto 2000 di Cosenza. Alla manifestazione sono previsti gli interventi di don Cesare De Rosis vicario parrocchiale Bisignano Centro, dell'editore Demetrio Guzzardi di Progetto 2000 e del sindaco di Castelnuovo do Conza, Francesco Di Geronimo, che ha scritto la presentazione al volume.

Il libro, racconta la solidarietà espressa dai cittadini bisignanesi che, all’indomani del terremoto del 1980, si sono recati in Irpinia portando: generi alimentari, farmaci e volontari per dare aiuto a quelle popolazioni. Un pezzo di storia della comunità bisignanese e di quella di Castelnuovo.  Nel volume di 128 pagine, molto illustrato, ci sono i ricordi dei volontari ma anche degli amministratori dell’epoca. 
A quarant’anni da quel tragico terremoto, l’autore Rino Giovinco è ritornato in quei luoghi, trovando una comunità rinata e raccontato quel viaggio che «ci ha segnati dentro e ha fatto emergere il calore umano dei bisignanesi e dell’intera Calabria».
In agosto il volume verrà presentato anche a Castelnuovo di Conza, perché la solidarietà è una "malattia contagiosa".

 

ANCHE NELLA CHIESA DI SANTA TERESA A COSENZA
UN INCONTRO PER CONOSCERE DON CARLO DE CARDONA

 



Martedi 15 giugno 2021, alle ore 19.30 nella Chiesa di Santa Teresa a Cosenza, si terrà una conversazione sul tema La Rerum novarum di papa Leone XIII e l'apostolato sociale di don Carlo De Cardona, dopo l'introduzione del parroco don Dario De Paola, relazionerà l'editore Demetrio Guzzardi, che con il Centro studi calabrese "Cattolici Socialità Politica" ha proposto il 2021 anno decardoniano: «Sono 150 anni dalla nascita di don Carlo De cardona, 130 anni dalla promulgazione dell'enciclica sociale Rerum novarum e 110 anni dalla morte dell'arcivescovo mons. Camillo Sorgente che volle De Cardona a Cosenza, come suo primo segretario e responsabile delle opere sociali del nascente Movimento cattolico».

Continua fino a venerdì 18 giugno la mostra bibliografica presso la Biblioteca nazionale dal titolo Don Carlo De Cardona e i personaggi della Rerum novarum a Cosenza; l'ingresso contingentato causa Covid è dalle 9.00 alle 13.00; sono esposti centinaia di libri, saggi e articoli giornalistici su don Carlo e la sua opera.

I responsabili del Centro studi segnalano che sono già programmati altri tre incontri per far conoscere il movimento decardoniano; domenica 20 giugno a Lappano, venerdì 25 giugno a San Pietro in Guarano e il 13 luglio a Pedace.

 

Padre Maffeo Pretto
è morto il cantore della pietà popolare calabrese


Mercoledì 9 giugno 2021, nella casa dei Padri Scalabriniani ad Arco, in provincia di Trento, ha concluso la sua vita terrena padre Maffeo Pretto, era nato nel 1929 a Cologna Veneta (Verona). Dal 1979 è stato una presenza significativa a Briatico, centro del Tirreno vibonese, dove aveva costituito il Centro studi emigrazione dedicato a mons. Scalabrini.

 

Autore di numerosi libri, tutti pubblicati dalla casa editrice Progetto 2000 di Cosenza, che tra l’altro ha in corso di stampa un suo nuovo saggio: La Calabria e la sua cultura popolare tradizionale. Padre Pretto, con la sua personalità e i suoi studi, lascia un’eredità davvero unica. I suoi amici stanno organizzando una serie di iniziative in agosto per ricordarlo e rilanciarne il suo messaggio.

Il ricordo dell’editore Demetrio Guzzardi (Progetto 2000)


Ho incontrato per la prima volta padre Maffeo Pretto a Briatico il 21 giugno 1986, poche ore prima che venisse celebrato il mio matrimonio. Rimasi colpito dalla quantità di libri presenti nella sua stanzetta che fungeva da ufficio parrocchiale ma anche sede del Centro studi sulle emigrazioni calabresi. Da quell’incontro è nato un rapporto intenso e fecondo, non solo i libri che la mia casa editrice ha edito, ma soprattutto per l’amore che il sacerdote scalabriniano mi ha fatto scoprire verso il mondo popolare. A lui ho voluto dedicare la mia mostra dei santini calabresi perché quella gente che lui amava è diventata anche per me, parte del mio vissuto. Tantissimi i viaggi in macchina per presentare i suoi studi e, in quelle occasioni, padre Maffeo mi parlava in anteprima delle sue scoperte sull’affascinante mondo della fede popolare. L’ultima volta che l’ho incontrato ad Arco gli ho chiesto qual era il ricordo più bello della Calabria, mi ha risposto: «Quando confessavo alcune vecchiette, ascoltando la fatica del loro vivere quotidiano, mi sarei voluto inginocchiare, baciando loro le mani e chiedendo per me una benedizione dalla loro vita santa, nel seguire gli insegnamenti del Vangelo».

Un’intervista di 15 anni fa al missionario scalabriniano da parte del giornalista Bruno Gemelli
Cinque confetti rossi dentro un sacchettino infiocchettato che rappresenta la laurea del 56mo laureato. La cinquantaseiesima soddisfazione per padre Maffeo Pretto, direttore del Centro studi di Briatico e parroco della cittadina tirrenica, che da 25 anni è riuscito a far studiare e formare le coscienze di tanti ragazzi accolti nell’unità pastorale che conta le parrocchie di Briatico, San Costantino e San Leo. Il religioso ha scritto nell’immaginetta che amabilmente mi offre al momento del congedo: «Padre Maffeo Pretto, missionario scalabriniano, rende grazie a Dio, alla Vergine Santissima, al Beato G.B. Scalabrini, alla grandezza eroica di tante persone dei nostri paesi, alle aspirazioni inesauribili di tanti giovani incontrati per il 50° di sacerdozio e 25° di attività pastorale in Calabria».
Gli eroici è riferito ai calabresi che lui ha conosciuto e amato, che sono e saranno i suoi compagni di vita avendo deciso di vivere per sempre in Calabria.


Lo vado a trovare a Briatico per parlare dei difetti dei calabresi, un discorso che non ha pretese scientifiche o letterarie ma che, dal versante giornalistico, cerca di capire l’aspetto antropologico dei calabresi per spiegare, nelle forme possibili e con la fallacità dello strumento cronachistico, il perché della paralisi della regione che sembra inchiodata nella sua immobilità. Esplorate le categorie della storia, dell’economia, della sociologia, della geografia e della politica, non restava che avventurasi nelle caverne dell’antropologia con l’umiltà del profano e l’incoscienza del free lance.
Dopo aver ascoltato un demologo e uno scrittore, l’interesse volge il suo sguardo alla Chiesa di periferia che ha molti titoli per osservare le donne e gli uomini di Calabria. Per indagarli senza sfiorarli col dubbio dell’offesa. E quale soggetto migliore, dal versante religioso, poteva essere se non un prete, per giunta forestiero, missionario e studioso? Di più: antropologo. E già perché padre Maffeo (variante orientale di Matteo) nella sua casetta di Briatico ha una biblioteca con oltre 15 mila volumi, insegna Antropologia e Teologia popolare alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, ed egli stesso è autore di libri importanti quali La pietà popolare in Calabria, Santi e santità nella pietà popolare in Calabria, Teologia della pietà popolare. Un esperto della materia.
Quando l’incontro nel suo studio ha davanti a sé le bozze del suo nuovo libro, che sta per licenziare in questi giorni per i tipi dell’Editoriale Progetto 2000 di Cosenza.

Una sua breve presentazione...
«Sono un missionario scalabrianiano che fa parte di una Congregazione che lavora con gli emigrati in tutte le parti del mondo, e calabresi ne abbiamo trovato un’infinità; gruppi molto uniti, solidi. È sorta in noi la problematica, in questo periodo di interculturalità, di venire in Calabria per conoscere l’ambiente calabrese, la mentalità, la cultura, la storia. Noi scalabriniani abbiamo molti Centri studi sul fenomeno dell’emigrazione a New York, Roma, Londra, Parigi, Buenos Aires… L’emigrazione come problema dell’interculturalismo non basta più. La prima cosa che bisogna conoscere sono le culture. Questo è il motivo per cui io ho iniziato qui, mandato dalla mia Congregazione che vuole capire di più questo mondo calabrese».

Lei da dove viene?

«Da Verona, poi ho insegnato per diversi anni nei licei classici, ho passato un periodo negli ambienti universitari a Roma dove ho partecipato ai gruppi di studio con Aldo Moro, un periodo tremendo».

Che ricordo ha di Moro?
«Diceva sempre: dobbiamo stare attenti, dobbiamo comprendere. Chiedeva: cosa volete? E loro rispondevano: vogliamo eliminarvi. Erano troppo estremisti, e lo eliminarono davvero. Dopo l’assassinio la cosa decantò, ma io non volli più rimanere lì».

Nel 1979 arrivò in Calabria. Come fu l’impatto?
«Scegliemmo volutamente i piccoli paesi da cui sono partiti gli emigrati; studiarli a Cosenza non so quanto sia significativo. Eravamo già venuti in Calabria nel periodo estivo con un gruppo di studenti; abbiamo avuto diversi contatti a Simbario, Taverna e in tante altre parti. Ma ci siamo accorti che questi incontri sporadici servivano a poco, erano necessari dei punti stabili, nelle parrocchie, altrimenti i vescovi non ci lasciavano venire, solo per fare i Centri studi… (risata). La Calabria che ho trovato è un mondo diverso dal mio, ma…».

Ma?
«La vicinanza, la consuetudine, il rapporto umano continuo ti fa cambiare profondamente la valutazione dal punto di vista esterno. Il disordine, è quello che emerge subito. Poi, parlando con la gente, ci si trova di fronte a una profondità umana, un eroismo che è grande; lì ho cominciato a scoprire la cultura popolare, la religiosità popolare, la mentalità popolare, cercando di scrivere con metodo antropologico, e poi, man mano che andavo avanti, i ragazzi si avvicinavano sempre di più e insieme a loro, ho fatto queste piccole ricerche, che poi ho pubblicato. A un certo punto è emersa la situazione attuale, non solamente quella del passato».

Che è?
«Una problematica enorme di fronte alla quale io mi trovo ancora in difficoltà, perché sono convinto che bisogna, prima di tutto, comprendere di più la situazione calabrese. Non per niente facile».

Ma non è stata già abbastanza analizzata la situazione calabrese?

«Sì si analizzata, però se rimane solo sui libri, vale poco: si deve innanzitutto capire che qui la situazione è difficilissima».

Parliamo di omertà...
«La faccenda dell’omertà è un problema enorme. Si è sedimentata pian piano… La Calabria non ha avuto la civiltà dei Comuni, è sempre stata sotto il dominio feudale (il feudalesimo, per di più con diversi popoli, che hanno usato questo strumento). Il feudalesimo che cos’è? Toglie tutte le responsabilità, e la povera gente non deve fare altro che quello che dice il padrone; la collaborazione, il dialogo, la capacità creativa… non hanno mai potuto farlo, mai mai…».

Ma in altre regioni meridionali qualcosa è successo, mentre qui…

«Bisogna vedere fino a che punto; anche in Lucania ci sono quasi tutti i fenomeni che ci sono qui…».

La mafia in Basilicata non c’è...

«È vero. Qui la ’ndrangheta domina tutto, controlla ogni cosa».

La presenza della ’ndrangheta viene spiegata con la mancanza di lavoro, non pensa che ci sia dell’altro?
«C’è una paura profonda che quando emerge... Le racconto la mia esperienza. All’inizio, da ingenuo, man mano che facevo amicizia, ti ricevono subito a braccia aperte, simpatici, ecc. Domando: esiste la ’ndrangheta? Non esiste. Io ero convinto dopo tre anni che era una costruzione giornalistica. Se non c’è, non c’è; capita qualche fatto, bruciano un pagliaio, tagliano le gomme…. Ma un giorno è capitato che hanno ammazzato un giovanotto di 24 anni che conoscevo. Ho fatto il funerale e sono rimasto sconcertato dalla massa di gente che c’era, venuta dagli altri paesi. Chiedevo: cosa siete venuti a fare? Eh parroco, a rendere onore. Cosaaa? A rendere onore? Allora ho chiamato un ragazzino che aveva sedici anni. Si può sapere questa benedetta ’ndrangheta che cos’è? Guarda che sono rimasto spaventato quando ho fatto il funerale. Questo ragazzino si alza, va a chiudere prima la porta a chiave e poi la finestra, e piano piano comincia a raccontare. Ecco, lì ho capito…che il passato non ha mai permesso alla gente di essere autonoma, mai mai…».

Come se ne esce?
«Se la Lombardia e il Nord Italia non avessero avuto l’esperienza del Comune di Milano… cos’era l’esperienza dei Comuni? Le varie arti si mettevano insieme, collaboravano. Qui non si può improvvisare in quattro e quattro otto».

Qui la cooperazione è sconosciuta.

«Andai dai pescatori per stimolarli a unirsi e un vecchietto mi disse: Padre le spiego io, “a Briatico na società per essere bona deve essere dispara, ma tri su assai”».

Ma sono stati fatti tentativi in questa zona di costituzione di cooperative?

«Ne sorsero tre, due chiusero subito, una terza sopravvisse perché fondata sulla parentela. All’inizio dicono di sì, però quando agiscono salta fuori quel sottofondo che è più forte di loro. Si litiga prima di scavare fino in fondo».

Al concetto dell’onore si lega il rispetto

«Chi ha è e chi non ha non è».

Le ricordo l’affermazione di un sociologo americano che segnalò lo scarso senso civico dei calabresi.
«Certamente va combattuto per l’amor di Dio. Ma non è un difetto perché i calabresi non sono colpevoli, sono vittime».

E l’individualismo?

«È la stessa cosa. Ma quando sono stati liberi di fare qualche iniziativa? Dipendevano tutto dai feudatari. Di contro il calore umano, l’amicizia, sono cose meravigliose».

Ma il familismo…

«Come potevano rifugiarsi? Da chi? Certo, è un difetto molto grosso, ma non dimentichiamo che le esperienze fatte al Nord hanno mille anni…».

Nei flussi migratori alcuni hanno trovato difficoltà a integrarsi nelle nuove residenze. Molti sono diventati leghisti sfegatati.

«La gente cerca sempre di ricostruire nel nuovo luogo in cui va a vivere il suo ambiente naturale. Questo è un limite, ma bisogna capire che l’emigrato istintivamente si comporta così».

Avverte la mancanza di classe dirigente in Calabria?
«Certamente. La politica è totalmente piegata al clientelismo».

Ci sono parole o espressioni che l’hanno particolarmente colpito?

«Mi piace tanto il dialetto calabrese, focu meu, mancu li cani. Ma tre parole non le ho mica ancora capite. Quando uno mi dice no è senz’altro no, ma quando si dice sì cosa vuole dire sì? Si può capire? E poi quando si dice domani, quand’è che arriva domani? Passa un mese e ancora non è arrivato domani. E poi quando mi dicono non si preoccupi, allora mi fate proprio preoccupare».

Filosofia di vita, roba da levantini. 

«Mah…».

Tutti colpevoli, tutti innocenti. E la Chiesa?

«Anche i preti sono figli del loro ambiente. Pio X che era un veneto, inviava in Calabria vescovi forestieri; ma Giovanni XXIII voleva fare cardinale un prete lucano, don Giuseppe De Luca che è stato il più grande studioso della pietà popolare».

A pira non cada mai luntana da pirara.
«Ottimo detto, non lo conoscevo».

 

 

 

 

Prove tecniche di ripartenza per gli eventi culturali

Anche a Corigliano Calabro, molto timidamente, si cerca di riprendere la vita culturale, con la presentazione di un libro edito dalla casa editrice cosentina Progetto 2000 e scritto da don Gaetano Federico, direttore dell'Archivio diocesano Rossano-Cariati e parroco della comunità parrocchiale di Sant'Antonio a Corigliano.
Il volume dal titolo Arcidiocesi di Rossano tra Oriente e Occidente. Dalle origini alla fine del rito greco (VII-XIV secolo) è un saggio storico per far conoscere al grande pubblico momenti importanti della storia religiosa della comunità jonica cosentina. Don Federico nel suo testo (una introduzione, quattro capitoli e una conclusione) ospita una prefazione del prof. Gioacchino Strano e in appendice l'intervento del prof. Filippo Burgarella - deceduto poco tempo fa - tenuto il 7 giugno 2017 a Rossano sulla figura del vescovo Matteo Saraceno.

La presentazione del libro si terrà giovedì 10 giugno 2022 alle ore 19.30 nella Chiesa di Sant'Antonio di Padova a Corigliano.

Oltre all'autore e all'editore Demetrio Guzzardi,  interverranno il prof. Gioacchino Strano docente di Storia bizantina all'Unical e Cecilia Perri vice direttore del Museo diocesano e del Codex.

È da segnalare che il testo di don Gaetano Federico ha ricevuto nei mesi scorsi una lusinghiera recensione da parte del quotidiano della Santa Sede, l'Osservatore romano.
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-02/quo-035/alle-sorgenti-di-una-storia.html

 

Le origini dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati nel libro di Gaetano Federico

Alle sorgenti di una storia

Risalire la corrente di un fiume per andare alle sorgenti, riscoprire e visitare le origini di una Chiesa locale per aprire percorsi nuovi in grado di trasmettere quella ricchezza di storia che caratterizza il presente guardando contemporaneamente al futuro. Da questa ispirazione ha preso piano piano corpo il libro di Gaetano Federico Arcidiocesi di Rossano tra Oriente e Occidente. Dalle origini alla fine del rito greco (VII-XIV secolo) (Editoriale Progetto 2000, Cosenza, 2020, pagine 144, euro 12), accompagnato dalla presentazione dell’arcivescovo di Rossano-Cariati, Giuseppe Satriano, e da un’ampia prefazione di Gioacchino Strano, docente di storia bizantina all’Università della Calabria. L’autore, direttore dell’Archivio storico diocesano locale, tramite un’accurata ricerca storica conduce il lettore in un affascinante viaggio che copre un lungo periodo, partendo dalle origini dell’arcidiocesi di Rossano, preceduta dalla sede episcopale di Thurio, per passare poi alla discesa dei normanni in terra calabra e nella stessa arcidiocesi segnata dalla presenza bizantina sin dai secoli precedenti. Si deve proprio a questi ultimi la denominazione della regione italiana che comprendeva fino ad allora l’antica Regio III augustea Lucania et Bruttii e l’antica Calabria (Salento e Terra d’Otranto, corrispondente all’incirca alla Puglia meridionale): nel corso del settimo secolo il termine “Calabria” passò a indicare la terra odierna, facente parte, con l’omonimo ducato, del thema di Sicilia. In seguito, Rossano divenne sede vescovile, suffraganea della metropolia di Reggio, in piena comunione con la Chiesa costantinopolitana.


Un’opera, questa, si sottolinea nella prefazione, che aggiunge «un tassello alla storia generale della gloriosa città di Rossano e del suo ruolo di cerniera fra culture e tradizioni diverse». Nel volume si assiste infatti a una “costruzione” di ponti che uniscono dove don Gaetano Federico, nel suo doppio ruolo di «uomo di cultura e di pastore di anime», fornisce utili strumenti di conoscenza che permettono di guardare al passato con una visione più approfondita e lineare. Scorrere le pagine è un’occasione per arricchirsi di nuove tessere in grado di ricomporre un vissuto ormai lontano dalla presente realtà ecclesiale. Ed ecco così la cronotassi dei vescovi di Rossano presentata scrupolosamente per dare un quadro più conforme al vero, avvalendosi anche di documenti d’archivio che vengono corredati da traduzioni in italiano. Scoprendo, a esempio, come i normanni rispettarono, pur giurando fedeltà al vescovo di Roma, l’elemento etnico e culturale greco, promuovendo altresì la fondazione di nuovi monasteri latini, di ispirazione benedettina, favorendo nel meridione lo stanziamento di componenti etniche provenienti da altre aree italiane ed europee. Fatto, questo, agevolato dal carattere distintivo di un territorio che ha fatto dell’accoglienza il suo “marchio di fabbrica”: qui vi hanno trovato rifugio monaci provenienti dalla Sicilia e dall’area siro-palestinese e si insediarono anche comunità armene ed ebraiche. «Dalla sede apostolica di Thurio sino alla trasformazione nella città di Rossano — scrive nella presentazione monsignor Satriano — dalla presenza bizantina a quella normanna; dalla fedeltà al mondo greco sino al passaggio al rito latino il libro ci conduce in un percorso illuminante. Ritrovare la centralità di questo piccolo lembo di Chiesa calabrese, all’interno di un’evoluzione storica importante non solo per l’Italia ma per tutto l’Occidente, è forte provocazione a individuare strade significative per il presente».


In conclusione del testo, due appendici: una documentaria, con una breve cronologia dei vescovi descritti e con alcune foto riguardanti monumenti e personaggi del tempo bizantino, normanno-svevo e angioino; e la trascrizione di un intervento di Filippo Burgarella, docente di Storia e civiltà bizantina all’Università della Calabria, a cui il libro è dedicato.

 

di Rosario Capomasi

 

MOSTRA BIBLIOGRAFICA
SU DON CARLO DE CARDONA
ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI COSENZA

Anche la Biblioteca Nazionale di Cosenza partecipa con una propria mostra alle iniziative indette per i 150 anni della nascita di don Carlo De Cardona, artefice agli inizi del Novecento della promozione umana, sociale e cristiana delle classi più deboli della Calabria. La mostra bibliografica dal titolo Don Carlo De Cardona e i
personaggi della Rerum novarum a Cosenza
, curata da Annamaria Santoro, verrà inaugurata nella Sala “Giorgio Leone”, lunedì 7 giugno 2021, alle ore 11.30. Sono previsti gli interventi del direttore della Biblioteca Nazionale di Cosenza, Massimo De Buono, del rettore dell’Universitas Vivariensis Demetrio Guzzardi e del vescovo di Cassano Jonio mons. Francesco Savino, diocesi che ha recentemente riproposto la causa di canonizzazione del prete nativo di Morano Calabro. La mostra resterà aperta fino a venerdì 18 giugno 2021, con ingresso contingentato – causa Covid – da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle 13. Nella rassegna bibliografica vengono esposti sia i numerosi testi, posseduti dalla Biblioteca Nazionale di Cosenza su don Carlo De Cardona, don Luigi Nicoletti e la Rerum novarum, ma anche tanti articoli di giornali e riviste. A questo proposito il direttore De Buono, in una nota ha tenuto a precisare: «L’esposizione dei numerosi “pezzi” giornalistici sul tema della mostra è frutto del lavoro di anni dei dipendenti del nostro istituto; lo spoglio dei periodici, ha avuto un ruolo importante per la nostra Biblioteca, e oggi siamo orgogliosi di poter mostrare ai visitatori, una parte importante ma nascosta del nostro lavoro. Abitualmente i periodici vengono considerati come fonte minore, rispetto ai saggi. Con questa mostra De Cardona e il Movimento cattolico cosentino vengono ora presentati con centinaia di pezzi tratti dai periodici conservati e catalogati dalla Biblioteca Nazionale, che senza questa apposita schedatura, non sarebbe stato possibile mostrare»

 

 

 

Invito a partecipare al Premio “Letteratura” 2021 e ad altre attività istituzionali e corsi dell'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI NAPOLI nel TRENTENNALE DALLA FONDAZIONE

L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI) organizza il PREMIO “LETTERATURA” poesia, narrativa, saggistica; pubblica come CASA EDITRICE, nell’àmbito delle ICI EDIZIONI, cinque collane editoriali, sia cartacee che elettroniche (di poesia, di narrativa e di saggistica); organizza un CORSO DI FORMAZIONE IN SCRITTURA CREATIVA, in sede (CSC) ed A Distanza (LESC); pubblica la RIVISTA INTERNAZIONALE DI POESIA E LETTERATURA “Nuove Lettere” (NL) e la sua versione telematica “Nuove Lettere Elettroniche” (NLE). Comprende tre settori: il CISAT (Centro Italiano Studî Arte-Terapia: www.centrostudiarteterapia.org), che svolge attività di psicoterapia, di ricerca, di didattica e di Formazione nel campo della PSICOARTETERAPIA, della PSICOTERAPIA e della PSICOLOGIA in genere, anche A Distanza (FAD), ed organizza annualmente un Convegno interdisciplinare; il Libero Istituto Universitario Per Stranieri “Francesco De Sanctis” (LIUPS), con Corsi di Lingua e Cultura italiana anche A Distanza (LIUPS-AD); e la Scuola di Formazione Politica “Guido Dorso”, che pubblica la rivista telematica “Politiké”.

L’ICI, talvolta in collaborazione con altri enti culturali, organizza per tutto il corso dell’anno, nell’àmbito del proprio anno accademico, una continuativa ed altamente qualitativa attività culturale, esplicantesi in una serie di convegni, conferenze, incontri, lezioni, presentazioni e tavole rotonde, su tematiche culturali, sociologiche e politologiche.
L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI) ha appena festeggiato, nell’anno accademico 2020-21, il suo Trentennale dalla Fondazione, avvenuta nel gennaio del 1990, ed è attualmente diretto da Roberto Pasanisi.
L’Istituto, improntato ai criterî di un’autentica ed incondizionata democrazia e vicino, sul piano ideologico, alla Scuola filosofica di Francoforte (Adorno, Marcuse, Löwenthal, Fromm, Horkheimer), è caratterizzato dalla più grande ed indiscriminata apertura, al di là e al di fuori di ogni barriera ideologica, tranne due: quelle dell’onestà — intellettuale e morale — e della buona volontà.
Il Comitato scientifico dell’Istituto è composto da: Steven Carter (docente di Lingua e letteratura inglese all’Università della California, Bakersfield), Massimo Cocchi (professore di Alimenti e Nutrizione Umana presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Bologna); Giovanni Dotoli (professore emerito di Lingua e letteratura francese all’Università “Aldo Moro” di Bari e docente all’Università della Sorbona di Parigi; scrittore); Constantin Frosin (docente di Lingua e Letteratura francese all’ Università  “Danubius” di Galati; scrittore) in memoriam, Antonio Illiano (professore emerito di Lingua e Letteratura italiana alla University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (psicologo clinico e psicoterapeuta; già direttore dei dipartimenti e docente, Polo Universitario “Principe di Napoli”; direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, di “Nuove Lettere” e del CISAT; scrittore), Vittorio Pellegrino (già presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli; neuropsichiatra, già Direttore del Servizio d’Igiene Mentale e docente all’Università di Napoli “Federico II”) in memoriam, , Mario Susko (già ordinario all’Università di Sarajevo; docente di Letteratura americana alla State University of New York, Nassau; scrittore) e Násos Vaghenás (docente di T Mario Selvaggio (professore di Lingua e letteratura francese all’Università di Cagliari)eoria e critica letteraria all’Università di Atene; scrittore).
Ne hanno fatto parte dall’inizio fino alla prematura scomparsa gli scrittori Dario Bellezza, Franco Fortini (già ordinario di Storia della critica all’Università di Siena), Giorgio Saviane e Nguyen Van Hoan (docente di Letteratura italiana e di Letteratura vietnamita all’Università di Hanoi).


I cittadini di buona volontà sono invitati a mettersi in contatto con l’Istituto.
via Bernardo Cavallino, 89 (“la Cittadella”); 80131 Napoli (Italia) -
tel. 081 / 546 16 62 - fax 081 / 220 30 22 - tel. mobile 339 / 285 82 43
ici@istitalianodicultura.org
                   
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Buongiorno,

da tempo speravamo di inviarvi questa email, perchè significa che le cose, dopo un lunghissimo periodo di pandemia, stanno andando meglio e possiamo guardare al futuro con maggior ottimismo.

Riprendiamo, quindi, la nostra attività fieristica, proponendovi questi appuntamenti che ci hanno appena confermato:

20-21 Novembre 2021 - NATALISSIMO - Fiera di Forlì

11-12 Dicembre 2021 - HANDMADE VILLAGE - Fiera Millenaria di Gonzaga (MN)

18-19 Dicembre 2021 - FIERA DEL REGALO - Fiera di Forlì


Quest'anno ci sono alcune novità, rispetto all'ultima fiera del lontano 2019:

1) Abbiamo cancellato la quota d'iscrizione di € 50,00 che a molti non piaceva;

2) Abbiamo cancellato il biglietto d'ingresso per il pubblico, optando per un'OFFERTA LIBERA non vincolante, nel senso che un visitatore può entrare anche senza fare nessuna offerta.

3) Sono previste SOLO aree libere, quindi senza divisori, tavoli e sedie, tutte dotate di attacco per la corrente elettrica

4) Mentre per le sedie stiamo trattando con la fiera per farcele dare gratuitamente, i tavoli 190x90 sono disponibili a € 10,00 cadauno, prenotandoli con congruo anticipo: per questo vi invitiamo a leggere il regolamento.

5) Ognuno può portare i propri tavoli e sedie

6) Non essendoci divisori, è fortemente raccomandato che ognuno installi il proprio gazebo, ma non è obbligatorio, nel senso che si può partecipare anche senza.

7) Non si può entrare con gli automezzi nel padiglione.

Il costo per partecipare è di € 50,00 al metro lineare, quindi, per fare un esempio, uno spazio 3x3 costa € 150,00+iva, un 4x3 costa € 200,00+iva (se dotato di partita iva).
Il costo va inteso per tutto il fine settimana, quindi non al giorno.
Lo spazio minimo è 2x3, la profondità è 3 metri per tutti.

Per inoltrare la domanda, da quest'anno, ci sono due possibilità:

1) si può compilare il modulo online sul nostro sito www.idealfiere.it (consigliato)

2) si può richiedere il modulo cartaceo

Per quanto riguarda il pagamento, ci aggiorniamo a Settembre, mentre le domande si possono già inviare per ottenere uno spazio o confermare le postazioni abituali.

A tale proposito, vi chiediamo, gentilmente, nel caso non possiate partecipare di farcelo sapere, così potremo assegnare la Vs. postazione ad un altro espositore.

Nel caso in cui non ricevessimo nessuna conferma entro la metà di Luglio, ci riterremo liberi di utilizzare la postazione non confermata, d'altra parte il lavoro deve andare avanti.

Tutti gli aderenti saranno inseriti in un gruppo WhatsApp, per le comunicazioni da oggi fino al giorno della fiera, su cui potrà scrivere solo l'organizzatore.

Per qualsiasi altra necessità, vi invitiamo a scriverci su idealfiere@gmail.com o su WhatsApp al 3403871811.

Cordiali saluti.

Miliano Menghi e Mirco Villi

Idealfiere Srls

 

 

 

Carissimi amici di DOMINUS,

Con grande gioia vi annunciamo l’uscita del film UNPLANNED, totalmente doppiato in Italiano, nei giorni 28 e 29 Settembre nelle sale cinematografiche Italiane.

Nell’attesa di questo importante appuntamento, abbiamo organizzato una straordinaria anteprima a Roma presso il Cinema Adriano il giorno Giovedì 8 Luglio alle ore 20.30. Per maggiori informazioni: www.unplanned.it

I biglietti per quest'anteprima sono già disponibili presso il sito del cinema Adriano (con particolari riduzioni per i gruppi che si recheranno direttamente alla biglietteria del cinema). Link per l'acquisto on-line: https://www.ferrerocinemas.it/generic/scheda.php?id=41578#inside

 

Siamo felicissimi e non vediamo l’ora di condividere questo momento straordinario insieme!  (p.s. iscriviti e condividi l'evento FB: https://fb.me/e/3X8MbHcf8)

Federica Picchi Roncali
Dominus Production by ESTPRETIOSA
Sede Legale: Via Il Prato 19/A, 50123 Firenze
Tel. +39 055 0468068 - www.dominusproduction.com

 

 

DOMINUS PRODUCTION by ESTPRETIOSA srl
Via Il Prato 19a, Firenze
 Tel. 055 0468068 (Lun.-Ven. 9.00-18.00)
info@dominusproduction.


 

 

 

Deforestazione: chi distrugge i polmoni della Terra e cosa possiamo e dobbiamo fare noi

 

Negli ultimi 30 anni sono stati distrutti 178 milioni di ettari di boschi, una superficie pari a 6 volte l’estensione dell’Italia, nel solo anno 2019 una superficie ampia quanto la Svizzera [1] Ciò è avvenuto e avviene soprattutto in Sud America, in Africa e in Estremo Oriente.

 

Gli effetti negativi di questa deforestazione sono enormi.

L’aumento dell’effetto serra. Un quarto dell’anidride carbonica prodotta ogni anno dall’uomo viene sequestrata dalle foreste, motivo per cui la loro riduzione è un’importante causa del cambiamento climatico. Inoltre spesso il disboscamento avviene tramite incendi, immettendo così ingenti quantità di CO2 in atmosfera.

Il rischio di nuove malattie infettive ed epidemie. La distruzione delle foreste spinge alcune specie animali a cercare un nuovo habitat in ambienti antropizzati, dove può anche accadere che, per l’assenza dei naturali predatori, si moltiplichino notevolmente. Un virus presente in questi animali può operare un salto di specie (spillover) e contagiare uomini o animali domestici. Questo è quasi certamente quello che è successo con il covid e con la MERS ed è quello che sicuramente è accaduto con l’influenza aviaria e con l’epidemia di Ebola. Quest’ultima, per esempio, si è manifestata dopo la distruzione di una foresta per impiantare palme. I pipistrelli della frutta, portatori sani di questo virus, avendo perso il loro habitat naturale hanno colonizzato le piantagioni di palme e gli indigeni si sono infettati uccidendoli (per difendere le coltivazioni o anche per mangiarli). Successivamente il virus si è trasmesso da uomo a uomo.

La diminuzione della biodiversità. Le foreste accolgono l’80% delle specie viventi sulla terraferma. La loro riduzione si accompagna alla diminuzione, fino all’estinzione, di molte di queste specie, con conseguenti alterazioni degli equilibri ecologici e la perdita di importantissime risorse. Considerando solo i vertebrati, l’uomo nell’ultimo secolo ha causato l’estinzione di 468 specie (un tasso di estinzione che è mille volte superiore a quello naturale) [2].

L’aumento dell’erosione del suolo. Il terreno, se non è più protetto dal manto vegetale, è esposto alle piogge, al vento e all’essiccazione dei raggi del sole, tutti fenomeni che determinano perdita di suolo. Questo fenomeno è particolarmente rilevante nelle zone equatoriali e tropicali, dove nel giro di pochi decenni la zona deforestata può trasformarsi in un deserto roccioso, che per secoli sarà inutilizzabile per l’agricoltura, l’allevamento e la silvicoltura.


Il genocidio dei popoli indigeni. Molte foreste da secoli sono abitate da popoli che si sono adattati in maniera mirabile a tale contesto. La distruzione delle foreste determina la scomparsa di queste comunità e la perdita dei loro saperi. Le persone che ne facevano parte finiscono per ingrossare le fila dei poveri e dei disadattati.

 

Le principali cause della deforestazione sono [3]:

  • avere terreni per produrre olio di palma, gomma, vegetali per biocombustibili, mangimi e pascoli per animali, caffè, cacao o altri prodotti tropicali

  • l’estrazione di minerali (in particolare le terre rare indispensabili per batterie e prodotti elettronici) tramite miniere a cielo aperto

  • l’abbattimento di alberi da cui ricavare legno per mobili o per carta (in particolare carta igienica e da cucina);

  • la ricerca di un piccolo pezzo di terra da coltivare o del legno per cucinare da parte di persone in grave povertà;

  • gli incendi, appiccati dolosamente o colposamente (un quarto di quelli avvenuti nel 2019 in Brasile ha riguardato zone protette).

Circa l’80% della deforestazione è causata dai consumi degli abitanti dei Paesi ricchi [3]. Se gli abitanti dei Paesi ricchi non mangiassero carne in maniera spropositata (in Italia in media 700g alla settimana invece dei 0-300g consigliati dai nutrizionisiti [4]), non utilizzassero un mare di carta (200Kg per persona all’anno), avessero meno prodotti elettronici, auto e moto (batterie e pneumatici sono costruiti con terre rare e gomma e l’Italia è il Paese europeo con il maggiore numero di auto, moto e telefonini per abitante), non acquistassero mobili in teak, mogano, ebano, palissandro, alimenti industriali contenenti olio di palma, prodotti in pelle o cuoio di aziende a cui interessa solo fare quanti più soldi è possibile e caffè, cacao e banane di multinazionali, se non facessimo tutto ciò non ci sarebbe più interesse a distruggere le foreste.

 

Purtroppo le aziende responsabili della deforestazione sono numerose e trovano appoggi in governi e politici. Forest500, un’organizzazione che raccoglie enti e associazioni che operano per la difesa delle foreste e della biodiversità, stila periodicamente un elenco delle aziende maggiormente responsabili [4]. Tra queste le principali sono:
gruppo Veronesi (polli AIA, Negroni, mangimi Veronesi),
gruppo Natuzzi (Divani & Divani)
DESPAR (supermercati e relativi prodotti)
Deichmann (borse, zaini e scarpe con marchi Catwalk, 5th Avenue, Borrelli),
Samsonite (valigie, borse, zaini)
Hutchinson (multinazionale di pneumatici e molto altro)
Ebro foods (che controlla Garofalo, Bertagni, Scotti)
Prada (abbigliamento)
Clarks (scarpe)
Amazon (prodotti alimentari, valige, abbigliamento, mobili, cosmetici, bricolage, imballaggi ecc.)
Capri Holdings (che controlla Versace, Jimmy Choo e altre aziende della moda)
Nike.
Molte sono anche le banche e le finanziarie che sostengono attività che distruggono le foreste. Tra le principali: Aviva, Fidelity, Vanguard, BPCE, Invesco, Intesa San Paolo, Unicredit, Credit Agricole, Allianz.
Ultimamente si parla tanto di transizione ecologica. Se ne parla perché gli effetti del cambiamento climatico si fanno sempre più gravi e le prospettive anche a breve termine sono molto minacciose, perché abbiamo sperimentato cosa è una pandemia e l’OMS ci dice che continuando a deforestare il rischio di nuove epidemie è molto alto, perché moltissime persone hanno preso coscienza che se si continua a far finta di nulla andiamo incontro alla catastrofe.
Ma oltre a parlarne bisogna agire coerentemente.


I cittadini devono cambiare i comportamenti non ecosostenibili, comprare di meno, informarsi di più, non guardare solo il prezzo di una merce ma anche quanto ci costa realmente (i danni che determina all’ambiente, alla salute e alla società, che pagheremo noi e i nostri figli), appoggiare le campagne delle associazioni ambientaliste contro la deforestazione [5].
I governanti e i politici devono smetterla di essere succubi di grandi aziende, banche e finanziarie o di settori produttivi non ecosostenibili (per es. l’industria dell’auto, della plastica, degli imballaggi), di ignorare o far finta di ignorare la situazione in cui stiamo e di prendere in giro i cittadini, illudendoli che la soluzione è essenzialmente tecnologica (sostituire l’auto a benzina con quella elettrica, l’olio combustibile con l’energia solare o eolica, i piatti di plastica con quelli in bioplastica, ecc.), quando è un problema di cambiare il modello economico (garantire vita dignitosa a tutti producendo e consumando di meno e bandendo tutto ciò che ha un eccessivo impatto ambientale), i valori dominanti (i soldi, il possesso delle cose, il potere ecc.), gli stili di vita (alimentazione, mobilità, divertimento, ecc.). Il Papa lo afferma in maniera chiarissima: “Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale” [6]. Più che una transizione ecologica è necessaria una conversione ecologica (personale, economica e politica). E’ quello a cui ci invita Papa Francesco: “Urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi. […] E’ indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi […] cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società. Senza fare questo, non farete nulla” [7].
Note: 1) FAO: Global Forest Resources Assessment, 2020; 2) Ceballos G et al.: Accelerated modern human–induced species losses: Entering the sixth mass extinction. Science advances 2015; 3) Fonte: Curtis et al. Classifying drivers of global forest loss, Science, 2018; 4) Le stime del consumo medio di carne in Italia vanno dai 300g ai 2800g alla settimana. La stima più bassa (300g) è quella dei produttori di carne, la più alta è quella della FAO e di altri enti, che però considerano il peso totale degli animali (quindi anche le parti non edibili, quelle che servono per produrre alimenti per i 16 milioni di animali da compagnia carnivori e gli scarti utilizzati come mangime per i pesci). La stima di 700g alla settimana è quella che più si accorda con le indagini sulle abitudini alimentari condotte dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’ISTAT; 4) https://forest500.org/rankings/companies; 5) si visitino https://www.greenpeace.org/italy/tag/foreste, https://www.wwf.it/chi_siamo/organizzazione/come_lavoriamo/deforestazione_, https://www.legambiente.it/tag/deforestazione; 6) Laudato sì, par. 114; 7) Papa Francesco: videomessaggio per il forum “L’economia di Francesco” 21 novembre 2020.
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Ti consigliamo un film, un libro e un brevissimo video
Film: Erin Brokovich, di Steven Soderbergh. con Julia Roberts, Albert Finney, Aaron Eckhart, Marg Helgenberger. La segretaria precaria di uno studio legale si imbatte in uno strano caso di acqua contaminata. Lei è una donna sboccata e volgare, ma caparbia, intelligente e capace di empatia, doti che la faranno diventare un nemico micidiale per l’azienda responsabile di tale inquinamento.
Julia Roberts ha vinto Oscar, Golden Globe, Bafta per la migliore attrice protagonista. Il film ha avuto 4 candidature agli Oscar, 3 ai Golden Globe e 5 ai Bafta.
Libro: Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza di G. Thunberg, Mondadori, 2019. Chi avrebbe mai pensato che una ragazzina di un Paese “periferico” come la Svezia riuscisse a creare un movimento mondiale di giovani (e non solo) e a diventare uno dei personaggi più influenti e temuti del mondo? E su un tema continuamente rimosso da politici e cittadini: il cambiamento climatico. Questo libro raccoglie molti dei suoi discorsi e lo consigliamo soprattutto a giovani e ragazzi come iniezione di fiducia e stimolo all’impegno.
Video: Deforestazione in Africa e Amazzonia, 4 minuti e 29 secondi, 2016 https://www.youtube.com/watch?v=nIdi1Rjcm6M. Il video è stato composto da una persona (probabilmente una donna) che ha montato spezzoni di video sul tema. Ne è venuto fuori uno dei video più belli ed efficaci che girano in Internet sulla situazione e sulle cause della deforestazione.

 
Contro l'intolleranza e il razzismo diffondi i video “Un pugno al cuore”, “Anche noi”, “Requiem”
L'intolleranza verso lo straniero, il senzatetto diventa ogni giorno più preoccupante, assumendo spesso le forme del razzismo e della bruta violenza. Rimanere in silenzio, in questa situazione, favorisce il crescere di questa mala pianta. Bisogna parlare e confutare le notizie false, fornire elementi per una corretta conoscenza del fenomeno, risvegliare i sentimenti di pietà, fraternità e solidarietà, amore. Uno strumento per tutto ciò possono essere i video “Un pugno al cuore”, Anche noi” e Requiem, che ti invitiamo a guardare e diffondere.
I video sono su Youtube a questi indirizzi:
Un pugno al cuore: www.youtube.com/watch?v=pOZvhzfhFfE
Anche noi: www.youtube.com/watch?v=dochQxEMRZA&t=5s
Requiem: www.youtube.com/watch?v=44V4JapxQsM&feature=youtu.be

 
La tua firma significa tanto! Può salvare prigionieri politici dalla tortura o dalla morte. Firma gli appelli di Amnesty
E´ ormai accertato che quando centinaia o migliaia lettere chiedono notizie e giustizia per i perseguitati politici, le autorità poco rispettose dei diritti umani molto spesso cambiano comportamento nei confronti di questi perseguitati. Grazie a questa strategia fatta propria da Amnesty centinaia e centinaia di perseguitati politici sono riusciti ad avere salva la vita e a riacquistare la libertà. Per questo firma le azioni urgenti di Amnesty (www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html).

 
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DOMENICA DI PENTECOSTE- 23.05.2021

 

Gv 15,26-27;16, 12-15 - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

 

Gli Apostoli, i Dodici, erano rinchiusi in casa per paura dei Giudei, dei Capi, dei Sommi Sacerdoti, dei Farisei, di tutti…Proprio loro, avevano perso tutto il coraggio e la speranza dei giorni belli passati con Gesù e perso il senso e il perché delle sue parole e delle sue azioni… Proprio loro, i Suoi, erano lì nell’attesa di qualcosa o di qualcuno e non si decidevano di andar fuori allo scoperto...sembrava loro di ricordare che Lui aveva promesso qualcosa o Qualcuno; sì, ma… quando? Come?

Sono passati tanti giorni oramai… quanto bisognerà aspettare ancora?

Per fortuna che con loro c’è anche Lei, la mamma dell’Amico, Maria. E’ Lei che li tiene insieme e credo che li coccoli anche un po’: uomini abituati alla vita dura e vagabonda e improvvisamente impauriti come bambini!

All’improvviso, quello che a loro sembrava di ricordare, quel “Qualcuno” arriva: è lo Spirito, è la Pentecoste, è l’Amore, è il Fuoco...è la Verità. Adesso non hanno più paura di niente e di nessuno. Adesso le porte si spalancano e vanno fino in fondo sulle strade del mondo, fino alla morte…E' arrivato lo Spirito Santo, è arrivata la Pentecoste.Adesso la Sua Vita è chiara e diventa “strada” da seguire: inizia il tempo della Chiesa. “Il tempo della Chiesa”...anche il nostro tempo quindi. Forse non ci siamo ancora accorti che la Pentecoste è arrivata…forse, non abbiamo ancora sentito lo Spirito…Possiamo però rimediare e riprenderci la Strada...esattamente come hanno fatto i Dodici.

 

Buona vita... Egli c'è. Un grande abbraccio. Ciao

DOMENICA DI PENTECOSTE - Battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

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ASCENSIONE DEL SIGNORE- 16.05.2021

 

Mc 16, 15- In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

 

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Coloro che vogliono proporci qualcosa, ci dicono di stare tranquilli perché vengono loro a casa nostra per offrirci mille cose...basta pagare, è logico !

Egli, il Risorto, che di pubblicità sembra capirne poco, ci dice, invece, di uscire da casa, “andare via” in tutto il mondo; Lui ci dice di non starcene comodi ad aspettare chissà che cosa, ma di andare nel mondo e, una volta fuori nelle strade del nostro vivere, ci chiede di predicare il Vangelo!

Attenzione però perché “predicare” non significa usare un fiume di parole ma, testimoniare con la propria vita il Vangelo vissuto, nel quale abbiamo detto di credere e che è diventato il centro della nostra vita.

Altro che fermi ad aspettare! D’altra parte Lui è sempre stato chiaro e coerente fin dall’inizio, da quando ha chiamato Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni: “Seguitemi”...in pratica “venitemi dietro, non state lì fermi”.

Scegliere il Cristo non vuol dire aver tranquillità e comodità nella nostra vita, ma il “fuoco” che spinge ad agire, non come pazzi, alla ricerca dell’impossibile ma con saggezza e prudenza.

Bisogna fuggire la voglia di protagonismo o la stupida arroganza di chi pensa di avere la verità in tasca: Cristo non sta nelle tasche di nessuno ma vorrebbe stare nel cuore e nella testa di tutti. Dobbiamo percorrere le strade della vita avendo la Sua Parola, come punto di riferimento, e il Sacramento dell’Eucarestia come cibo che dà la forza di “camminare” ancora…I risultati del nostro “andare” con Lui possono essere solo belli perché sono i Suoi risultati, vale a dire, i miracoli.

Quelli li fa solo Lui, a noi spetta la libertà di sceglierlo e di mettercela tutta per essere coerenti con la nostra scelta.

Buona vita allora. Un grande abbraccio. Ciao

 

VI^ DOMENICA DI PASQUA- 09.05.2021

 

Gv 15, 9-17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

L”amore” non è più soltanto una bella canzone, una poesia o una forte emozione...cose importanti che possono anche avere senso ma che non bastano, che non possono bastare. Ritorna il discorso del “come io…”, in altre parole, sull’esempio di Gesù di come dare la vita! La vita... i minuti, le ore, i giorni, le settimane, gli anni...il tempo insomma, quel “talento” che è tutto tuo: questa è la vita da dare.

 

Il mio, il tuo tempo “dato” a chi ha necessità, a tutti coloro che sono bisognosi di un po’ del mio tempo per riprendere coraggio o anche solo per fare qualcosa di bello e utile, che dia colore e calore alle nostre valli, paesi e città!

L’Amore, che Gesù ci chiede di dare, si rende concreto nelle ore da regalare agli altri e a me stesso...e questo sarà un modo per incontrare anche Lui.

Abbiamo davvero tante opportunità per farlo, in casa e fuori casa: - in casa, perché ci vivono il papà e la mamma, i figli, i fratelli e le sorelle, i nonni...tutte persone che hanno bisogno di parlare, di ascoltare e di confrontarsi o anche solo di una qualche coccola in più… - fuori casa, perché ci sono realtà come la parrocchia, il comune, l’associazione, il volontariato, il gruppo sportivo, gente che ha bisogno di una mano, di qualcuno che dia loro un poco del proprio tempo, della propria vita, per portare avanti sogni concreti che fanno il bene di tutti e di chi ha più ha più bisogno, in particolare.

 

L’Amore che Gesù ci dice di dare si rende concreto anche nelle ore che io passo con Dio, nell’incontro con Lui: - attraverso la lettura della Sua Parola; - attraverso l’Eucarestia che Lui mi ha lasciato come segno della Sua presenza, - attraverso il Sacramento della Confessione-Riconciliazione che è il segno del suo Perdono, in pratica del Suo voler diventare un “dono-per” me.

Quelle ore daranno senso e forza a tutto il resto del mio tempo, della mia vita.

Buona vita. Un abbraccio. Ciao

VI DOMENICA DI PASQUA

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

V^ DOMENICA DI PASQUA- 02.05.2021

 

Gv 15, 1-8 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.

In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Portare frutto, ma di che frutto si tratta? E’ importante saperlo: ci sono frutti e frutti...alcuni importanti, altri un po’ meno!

Lo stipendio è un frutto importante per esempio: è il frutto del tuo lavoro, della tua fatica. La promozione a scuola anche: è frutto d’impegno e di una qualche rinuncia. La vittoria sportiva pure: è frutto della costanza nell’allenamento, della grinta, ma qui, di che frutto si tratta?

Credo sia quello del provare ad essere “suoi testimoni” e per poterlo fare bisogna “rimanere attaccati” a Lui, alle sue regole che si traducono nelle beatitudini, alla sintesi che Lui stesso ha fatto: ama Dio, gli altri e te stesso; “rimanere attaccati” a quel “come io vi ho amati…” e in pratica “dare la vita”.

Le “regole” ci sono, il “progetto” anche, la “strada” è stata segnata: ancora una volta il “frutto” sarà la vita spesa fuori da egoismi o egocentrismi esagerati e sterili.

Sono tre i livelli dell’Amare: Dio, gli altri e se stessi. Ribaltare quest’ordine potrebbe diventare un errore fatale ed essere improduttivo: tradotto vuol dire che io devo vedere il volto di Dio negli altri e in me stesso. Per fare tutto questo ci porta l’esempio della vite: “ Io sono la vite, voi i tralci…”.

 

Adesso sta a me, se accettare o no di “rimanere attaccato a Lui” (...e ci ha lasciato il segno della Sua presenza: l'Eucarestia...) e diventare quell’acino che si lascia pigiare per diventare vino e non rimanere un “meraviglioso acino”...ma solo e tristemente acino. Avanti tutta con Lui al centro.

Un grande abbraccio. Ciao

 

IV^ DOMENICA DI PASQUA- 25.04.2021

 

Gv 10, 11-18 In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

 

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

 

Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». 

 

Commento di don Gigi Pini

 

Percorrendo le nostre strade, ci si imbatte subito in mille cartelli che indicano e suggeriscono le varie direzioni da prendere: paesi, città, bar, musei, chiese, scuole, il Comune, il centro sportivo, i centri commerciali, gli alberghi, le fabbriche... Trovi anche tante pubblicità che ti suggeriscono lo stile e il colore della tua vita, cosa bere, come vestire, le vacanze e le diete da fare, il divertimento, i saldi e le convenienze, la politica e i corsi…Noi che ci passiamo in mezzo, siamo gli “obiettivi mirati” di tutto ciò.

 

Mille cartelli per dirci dove andare e che cosa fare della nostra vita... o forse, più semplicemente, per farci spendere il nostro denaro e “far girare l’economia”. In queste “logiche” arriva Lui, Gesù di Nazareth, che non si propone come l’ennesimo cartello bello e colorato, ma come una persona che vuole mettersi accanto nella nostra vita come “pastore”, e cioè “guida”, che ci vuol dire e far “vedere” la strada da percorrere, i sentieri verso i quali indirizzare il cuore e la testa senza farci del male.

 

Lui, il pastore buono, in cambio non vuole assegni, caparre, anticipi…il Pastore buono, non lo fa per denaro; non fa neppure sconti, nessuna raccomandazione e nessun compromesso... non accetta scorciatoie, non ha voti da scambiare. Lui, il Pastore buono, in cambio dà la vita, tutta, fino in fondo, per amore, per farci star bene, perché il nostro andare nella vita abbia senso anche quando la strada è terribilmente in salita... anche allora Lui vuole essere il “Pastore buono” che ci sta accanto e ci dà la forza per andare avanti. Così come quando le cose vanno tutte per il verso giusto.

 

Lui vuol essere il “Pastore buono” che ci aiuta a capire come il nostro star bene non possa rimanere tutto e solo per noi, ma deve diventare un tempo bello anche per gli altri che ci stanno accanto e, come noi, sono sulla “strada”. Gesù la Sua vita la regala davvero e noi, da adesso e per sempre, saremo dei “risorti”. Tutto questo si realizza bene nei Sacramenti: dal Battesimo (Sacramento della nuova vita di figli del Padre e fratelli suoi) all’Eucarestia (Sacramento della Parola e del Pane da mangiare per vivere). Tocca a me scegliere quale “cartello” o quale “persona” seguire.

 

Buona vita e un grande e forte abbraccio. Ciao

IV DOMENICA DI PASQUA

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

III^ DOMENICA DI PASQUA- 18.04.2021 Lc 24, 35-48

 

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».

Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».

Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

 

Commento di don Gigi Pini

 

Due precisazioni:

 

- a).- noi non inseguiamo un fantasma;

 

- b) - domenica dopo domenica Gesù ha qualcosa da dirci per farci capire il senso della Sua parola e, quindi, sapere cosa fare davvero nella vita e cosa farne di essa.

Già nelle domeniche passate ciò è avvenuto!...ma forse a noi manca...una terza cosa e, probabilmente, la più importante: “..poiché per la grande gioia…” (Lc 24, 41) sono talmente contenti che hanno paura di credere, come una sensazione di qualcosa di troppo bello per essere anche vero.

 

Noi, invece, forse abbiamo assunto una faccia seria e assorta ...ma che è soltanto di circostanza. I discepoli no, loro erano felici, e anche tanto. Felici di essere di fronte al loro maestro Risorto. Troppo bello!

 

Dobbiamo recuperare questo atteggiamento, recuperare il senso della festa, del “piacere di fare festa”. Dobbiamo recuperare la gioia del nostro “stare a tavola con Lui”, in altre parole celebrare la S.Messa: ascoltare Lui che ci parla per farci capire la vita, per darci il “gusto” del vivere.

Le nostre Eucaristie devono diventare un ritrovarsi insieme di persone che hanno dentro “una grande gioia”...non si va a Messa per “pagare la tassa d’ingresso al Paradiso”: sarebbe una tragica illusione.

Si va per incontrare Gesù e da Lui “imparare”. Non c’è nessuna tassa da pagare; c’è da essere contenti di passare un pò di tempo con Lui per ascoltarlo, nutrirsi di Lui, e poi camminare nella vita “ricaricati”.

 

Buona vita. Un forte abbraccio. Ciao, Don Gigi

 

 

 

 

 

 

 Notiziario periodico di Tele Maria / n.26-2021 
 Ancona, Giovedì 13 maggio 2021 -   Beata Vergine Maria di FATIMA 
  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.642433

Nell'Anno 40° delle "apparizioni" di Medjugorje 

13 MAGGIO 1917 - 13 MAGGIO 2021

 

 LE PROFETICHE 
 APPARIZIONI DI FATIMA 

 

 I SEGNI DAL CIELO E LE PROFEZIE 
 40 ANNI DALL'ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II 

L'ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II
NEL RICORDO DEL SUO SEGRETARIO MONS. DZIWISZ
(da IL SUSSIDIARIO)

https://www.ilsussidiario.net/news/dziwisz-cosi-salvai-papa-wojtyla-gli-parlai-e-lo-tenni-sveglio-dopo-attentato/2169252/

     Sono 40 anni domani, 13 maggio, che il Cardinal Stanislao Dziwisz non può cancellare quegli attimi scolpiti nella propria mente e vita: i due spari con cui Ali Agca tentò di uccidere San Giovanni Paolo II nel famoso attentato in Piazza San Pietro del 1981 sono ancora fermi lì nell’immaginario comune, con quella “Mano Materna” che dall’altro avrebbe poi guidato gli stessi proiettili lontani dagli organi vitali nel giorno della Madonna di Fatima. «In quel momento pensai solo a salvarlo», racconta il cardinale ex segretario personale (e oggi vescovo emerito di Cracovia) nell’intervista a Repubblica ai 40 anni dall’attentato: «Ero dietro di lui sulla papamobile» (come si vede bene dalla foto in Piazza, ndr) «quando sentii i due colpi provenienti dalla folla pochi attimi dopo aver benedetto e baciato una bambina».
Ali Agca, il perdono di Giovanni Paolo II/ “Il Papa mi ha accolto come un fratello”

     Nemmeno il tempo di capire cosa fosse successo, ricorda ancora un commosso Dziwisz, «vidi subito che si sta lasciando andare, privo di forze, ma con le mani strette sulla pancia e una improvvisa smorfia di dolore. Senza perdere mai i sensi indicava il punto in cui era stato ferito, sulla veste bianca macchiata di rosso». Il dolore per vedere l’amico Pontefice vicino alla morte, ma anche il dolore nel non comprendere perché si voleva uccidere quel grande Santo della Chiesa mondiale: «in quegli attimi convulsi ho pensato soltanto a non farlo cadere a terra», racconta ancora il cardinale polacco, «il Papa era morente. Soffriva tanto, pur restando sempre lucido. Ma non mi sono scoraggiato, ho pregato e ho pensato solamente a salvarlo».

 

SAN GIOVANNI PAOLO II, L’ATTENTATO E L’ABBRACCIO
     

     Il resto poi, ammette candidamente il Cardinal Dziwisz, «lo hanno fatto i medici con l’aiuto della Madonna»: l’attentato a Papa Wojtyla ha segnato la storia dell’umanità e non solo della Chiesa cattolica, con ripercussioni e misteri rimasti intatti ancora fino ad oggi. Il prelato racconta nella confusione di quegli attimi di aver visto di sfuggita un giovane che si divincola tra la folla per provare a scappare: era Alì Agca, perdonato poi pochi anni dopo dallo stesso San Giovanni Paolo II nel breve ma intenso incontro in carcere a Rebibbia. Dziwisz racconta che in quegli attimi dopo gli spari in Piazza San Pietro il Papa era cosciente e vigile, solo parlandogli è riuscito a tenerlo desto e vivo: «per tutta la corsa all’ospedale avevo sempre tenuto il Santo Padre stretto tra le mie braccia. Mi fu letteralmente tolto dalle mani e poggiato a terra. Perdeva tanto sangue», ricordo ancora con una punta di dolore 40 anni dopo i tragici fatti. «Perdeva tanto sangue», si conclude il racconto a Rep, «il professor Buzzonetti (il medico personale del Papa, ndr) gli mosse le gambe e gli chiese di piegarle da solo»: Wojtyla vi riuscì e fu subito dopo caricato in ambulanza verso il Policlinico Gemelli, «segno che non tutto era perduto». (CONTINUA)

 

FATIMA:LE APPARIZIONI DI "NOSTRA SIGNORA DI FATIMA"
 Da: http://profezie3m.altervista.org/ptm_fat.htm
  
I protagonisti degli avvenimenti di Fatima sono tre pastorelli:
Lucia dos Santos di dieci anni e i suoi cugini Giacinta Marto di sette anni e Francesco Marto di nove anni.

 

Le apparizioni dell'angelo del Portogallo
Qualche tempo prima dell’apparizione della Madonna i tre bambini erano stati visitati per tre volte da un angelo del Signore. Nella primavera del 1916, mentre giocavano, una improvvisa luce li avvolse mentre un forte vento scuoteva gli alberi. Nel mezzo di quella luce apparve la figura di un giovane che si presentò dicendo:
"Non temete, sono l'Angelo della pace. Pregate con me".
In una successiva apparizione l'angelo chiese ai bambini di offrire costantemente delle preghiere e dei sacrifici a Dio.
I bambini chiesero: "Come dobbiamo sacrificarci?"
L'Angelo rispose: "Di tutto ciò che potete, offrite un sacrificio al Signore come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirerete così la pace sulla vostra patria. Io sono il Suo angelo custode, l'angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con umiltà le sofferenze che il Signore vi manderà".
Da questo momento i pastorelli cominciarono ad offrire al Signore tutte le loro sofferenze morali e fisiche.
Nella terza apparizione avvenuta nell' autunno dello stesso anno l'angelo li invitò a rivolgere a Dio una nuova preghiera: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima, divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori". Ed offrendo loro il calice e l’Ostia disse: "Prendete e bevete il corpo e il sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Fate riparazione per i loro crimini e consolate il vostro Dio". (CONTINUA)

 

I SEGNI DAL CIELO
  
(di Roberto de Mattei, in Radici Cristiane, n. 121 – febbraio 2017)

   Le apparizioni di Fatima del 1917 ci trasmettono, cento anni dopo, ancora molti insegnamenti. Uno di questi è l’invito a saper leggere i segni del Cielo. A Fatima ogni apparizione della Madonna ai tre pastorelli fu accompagnata da fenomeni atmosferici.
   Il più straordinario fu quello del 13 ottobre 1917. La Madonna stessa annunziò alla piccola Lucia, l’unica dei tre veggenti con cui parlava, che le sue apparizioni si sarebbero concluse con un miracolo, affinché tutti fossero convinti dell’autenticità del messaggio: «L’ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano». Decine di migliaia di persone tra pellegrini e scettici, che volevano dimostrare la falsità delle apparizioni, accorsero il 13 ottobre alla Cova da Iria. I quotidiani del tempo parlarono di 40-50 mila presenti, ma il numero fu probabilmente molto maggiore. Alla fine dell’ultimo colloquio di Lucia con la Madonna, nel momento in cui la santissima Vergine si elevava verso il Cielo, si udì il grido della pastorella: «Guardate il sole!».
   Le nuvole si aprirono, lasciando vedere il sole che brillava di un’intensità mai vista, ma senza accecare gli occhi. «La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi agli occhi o danneggiare la retina», testimoniò José Maria de Almeida Garrett, professore di scienze naturali presso l’Università di Coimbra. (CONTINUA)

 


IL SIGNIFICATO DEL TERZO SEGRETO

A cento anni dalla prima apparizione di Fatima, tutti i media tornano a occuparsi di quella profezia sul XX secolo e dei misteri connessi. Però qual è il punto oggi? (CONTINUA)

 

1917 -2017, IL CENTENARIO DI FATIMA:
I MISTERI DEL TERZO SEGRETO

Pubblicato in Pax et Justitia del 14 marzo 2017

 

 

LA BEATA ANNA CATERINA EMMERICK
E LE PROFEZIE SUL FUTURO DELLA CHIESA

Dalle "Visioni e profezie della Beata Emmerick":


"... anche se fosse rimasto un solo cattolico, avrebbe conquistato tutto,perché non è fondata su consiglio né su intelligenza umana"

 
 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.25-2021 
 Ancona, Domenica 9 maggio 2021 

  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332

 

 TERSATTO
E LA NOTTE MERAVIGLIOSA 
 DELLA "VENUTA" 
 9-10 maggio 1291: una data storica 

  Nel trentennale del gemellaggio TERSATTO-LORETO 
 avvenuto nel 700° anniversario   della Miracolosa Traslazione a Tersatto 
 (9-10 maggio 1291 | 9-10 maggio 1991) 

  3° giorno del TRIDUO: 9 maggio 2

 

LA PRIMA TRASLAZIONE MIRACOLOSA
DA NAZARETH A TERSATTO NELLA NOTTE DEL 9-10 MAGGIO 1291

(articolo del Prof. Giorgio Nicolini)

     Il Beato Pio IX, il grande Pontefice nativo dell’anconitano e “miracolato” nella stessa Santa Casa di Loreto, a riguardo di essa scrisse memorabili parole. Celebre, in proposito, fu la sua Bolla “Inter Omnia”, del 26 agosto 1852, nella quale così solennemente dichiara: “Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto… (…) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata molto lontano, oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia”.
     Come ogni altro Pontefice che ne ha trattato, il Beato IX identificò a Tersatto, in Dalmazia, oggi quartiere di Fiume, il primo luogo in cui “sostò” nel 1291 la Santa Casa di Nazareth durante le sue molteplici “miracolose” traslazioni.
     Riguardo alle documentazioni su tali fatti accaduti, esistevano degli scritti e testimonianze composti dai contemporanei a tali eventi miracolosi, che oggi purtroppo in gran parte sono andati perduti, soprattutto a causa di incendi che hanno distrutto gli archivi storici di Tersatto e di Recanati. Ma esistono scritti e testimonianze posteriori che rimandano a quei documenti dell’epoca, visti e riportati da altri. Esiste, soprattutto, “la tradizione orale” ininterrotta, tramandata dai testimoni oculari dell’epoca, ed esistono ancor oggi diverse chiese e lapidi che ricordano gli eventi accaduti in quegli anni della fine del XIII secolo.
     Le chiese, in modo particolare, ancor più dei “documenti scritti”, sono le più inoppugnabili “prove” della verità dei fatti che esse intendono celebrare, perché se esse sono state edificate e consacrate per ricordare gli “eventi miracolosi” delle traslazioni della Santa Casa di Nazareth ciò è stato possibile perché così hanno voluto i Vescovi dell’epoca, costituendo esse perciò una “approvazione ecclesiastica” inconfutabile da parte dei “testimoni oculari” più autorevoli: i Vescovi stessi dell’epoca, di varie località.
     A Tersatto, ove esiste tutta una tradizione locale esattamente parallela a quella di Loreto, c’è un Santuario, risalente al XIII-XIV secolo, che ricorda proprio la sosta della Santa Casa in quel luogo per circa tre anni e mezzo. Anche una lapide, ancor oggi esistente, riporta questo fatto “storico”, essendovi scritto in essa: “Venne la Casa della Beata Vergine Maria da Nazarette a Tersatto l’anno 1291 allì 10 di maggio et si partì allì 10 di dicembre 1294”. (Continua)

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.24-2021 
 Ancona, Sabato 8 maggio 2021 

  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.64243


Nel 730° anniversario: 9-10 maggio 1291 / 9-10 maggio 2021  in ricordo della "VENUTA" della Santa Casa a Tersatto 
In preparazione della celebrazione del 10 MAGGIO 

 UN TRIPLICE MIRACOLO  A NAZARETH 
 PER LA TRASLAZIONE A TERSATTO 

 IL MANOSCRITTO "HISTORIA TERSATTANA" 
 Uno straordinario documento manoscritto sulla verità storica 
 delle Traslazioni Miracolose della Santa Casa 

 Nel trentennale del gemellaggio TERSATTO-LORETO 
 avvenuto nel 700° anniversario   della Miracolosa Traslazione a Tersatto 
 (9-10 maggio 1291 | 9-10 maggio 1991) 

  2° giorno del TRIDUO: 8 maggio 2021 

 

 IL TRIPLICE MIRACOLO A NAZARETH PER LA TRASLAZIONE A TERSATTO 

   Ciò che gli studiosi delle traslazioni della Santa Casa non hanno mai considerato con la dovuta attenzione - all'esame archeologico - riguarda il triplice miracolo che avvenne a Nazareth perché potesse avvenire la prima Traslazione Miracolosa della notte del 9-10 maggio 1291.
   La Santa Casa, infatti, oltre ad avere le tre pareti ben radicate con le fondamenta nella parte antistante la grotta (che costituiva come la quarta parete di chiusura), era anche protetta da una struttura che la conteneva, una cripta, che la custodiva all'interno della Basilica soprastante, allo stesso modo di come oggi a Loreto le tre Sante Pareti sono custodite all'interno del rivestimento marmoreo del Bramante, il quale a sua volta si trova all'interno della Basilica soprastante. 
   Avvenne che già nel 1263 la barbarie musulmana aveva tentato di distruggere la Basilica di Nazareth con ciò che essa conteneva, ad opera dell’emiro Ala El Din Taibar, per l’ordine di Bibars Boudoklar, sultano del Cairo. Ma questa azione distruttiva della Basilica mediante un incendio appositamente appiccato fece crollare solo la Basilica soprastante la cripta, dato che l’incendio trovò il suo alimento nelle travature del tetto. Ma la cripta sottostante, ove la Santa Casa era custodita e protetta da robustissime volte, non subì danni e rimase integra fino al tempo della traslazione del 1291.
   In quella notte del 9-10 maggio 1291, perciò, perché l’onnipotenza divina potesse realizzare – per “il ministero degli angeli” – la Traslazione Miracolosa sino a Tersatto, dovette compiere un triplice miracolo già sul luogo stesso originario di Nazareth, e cioè:(Continua)

 

SANTUARIO DELLA MADRE DI DIO DI TERSATTO
PASSEGGIATA INTERATTIVA VIRTUALE


Benvenuti nella passeggiata virtuale attraverso il più antico santuario mariano della Croazia,
che è stato per secoli un segno, ristoro e speranza per tutti coloro che vengono con il cuore aperto

Clicca sul “link” per aprire il giro
http://heritagecroatia.com/web/trsat/360/index.htm

   Il 10 maggio 1291, la Santa Casa di Nazaret, dove visse la Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, fu trasferita da Nazaret a Trsat. Per lunghi 729 anni preghiamo la Santa Famiglia a Trsat, nel Nazaret croato. Il Santuario di Nostra Signora di Trsat è anche chiamato il Santuario della Santa Famiglia di Nazaret, il Nazaret Croato e il Santuario delle Famiglie Cristiane.
   Il 10 dicembre 1294 (esattamente tre anni e sette mesi dopo il miracoloso trasferimento), la Santa Casa scomparve da Trsat e si trovò dall'altra parte dell'Adriatico in un bosco non lontano da Recanati di proprietà di una certa signora di nome Lauretta. Papa Urbano V nel 1367 diede un dipinto per conforto ai fedeli croati che piangevano per la Santa Casa di Nazaret a Loreto. Da allora il dipinto è stato sull'altare del nostro Santuario e fino ad oggi venerato come Madre della Grazia o Madre di Dio di Trsat. La Madre di Dio di Trsat è anche chiamata Madre della Grazia, Regina dell'Adriatico, Stella del Mare, Protettrice della gente di mare e Custode della Città di Fiume. La solennità è il 10 maggio.
   Nella lunga storia della città di Fiume e dei suoi dintorni, la Madre di Dio di Trsat è un'avvocata e protettrice in tutte le necessità dei fedeli, ed è per questo che il Consiglio comunale della città di Fiume nel 1993 le ha conferito il titolo di Guardiana della città. Per secoli, i francescani di Trsat hanno venerato la Regina dell'Adriatico su Trsat e hanno sparso la voce sulla Signora di Trsat, che è stata per secoli un segno per i marinai e il conforto e la speranza per i credenti.

 Fonte: trsat-svetiste.com.hr

 

Ricorrendo il 700° anniversario del Santuario della Beata Vergine di Tersatto, uniti dalle medesime tradizioni e della stessa fede, nonché dai diuturni vincoli tra i Santuari di Loreto e di Tersatto, dei loro custodi e dei pellegrini, i rappresentanti delle civiche amministrazioni di Loreto e di Fiume sottoscrivono la seguente DICHIARAZIONE SOLENNE, con cui si fanno carico di sostenere e promuovere, con i loro poteri, per quanto modesti siano, l'amicizia tra Loreto e Fiume, i legami fraterni tra i santuari di Loreto e di Tersatto, ed ogni possibile forma di cooperazione volta ad una sempre maggiore comprensione tra gli uomini, al consolidamento della pace tra i popoli, all'amore ed al rispettto reciproco. 

 

 A Fiume, in data 25 maggio 1991 

 

 Il Sindaco di Loreto: ANCILLA TOMBOLINI 

 Il Sindaco di Fiume: ZELJKO LUZAV

 

MENTRE A LORETO DALLA BASILICA PONTIFICIA SI CELEBRA IL CENTENARIO
DELLA PROCLAMAZIONE DELLA MADONNA DI LORETO A PATRONA DELL'AVIAZIONE (1920-2020)
DOPO AVER FATTO ABOLIRE LA LITURGIA SECOLARE DELLA MIRACOLOSA TRASLAZIONE
(clicca QUI per la documentazione)
A TERSATTO INVECE ANCORA OGGI SI CELEBRA LITURGICAMENTE
IL MIRACOLO DELLA PRIMA TRASLAZIONE MIRACOLOSA IVI AVVENUTA NELLA NOTTE DEL 9-10 MAGGIO 1291
SCONFESSANDO L'APOSTASIA LAURETANA PURTROPPO ANCORA NON SUPERATA

Nelle foto sottostanti il Messale di Tersatto ove il 10 maggio si celebra il ricordo della prima Traslazione 

 

LO STRAORDINARIO MANOSCRITTO STORICO DELLA "HISTORIA TERSATTANA"
di Francesco Glavinich del 1646

 

Alcune pagine del raro manoscritto, in cui l'autore Francesco Glavinich riporta la storia della traslazione miracolosa di Tersatto attingendo e riportando i documenti originali  della fine sec. XIII che erano custoditi nella biblioteca del Convento Francescano di Tersatto

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.23-2021 
 Ancona, Venerdì 7 maggio 20

 In preparazione della celebrazione del 10 MAGGIO 
 1° giorno del TRIDUO: 7 maggio 2021 
 Nel ricordo della "VENUTA" 
 della Santa Casa a Tersatto 

 30 ANNI DEL GEMELLAGGIO 
 TRA TERSATTO E LORETO 
 Avvenuto nel 700° anniversario  della Miracolosa Traslazione a Tersatto 
 (9-10 maggio 1291 | 9-10 maggio 1991)

 


  1° giorno del TRIDUO: 7 maggio 2021 

 NON ESISTEREBBE OGGI LORETO  SE PRIMA NON VI FOSSE STATA TERSATTO 

 

Venerdì, 7 maggio 2021 
 1° giorno del Triduo 
 in preparazione della solenne celebrazione del 10 maggio a Tersatto 

Ricorrendo il 700° anniversario del Santuario della Beata Vergine di Tersatto, uniti dalle medesime tradizioni e della stessa fede, nonché dai diuturni vincoli tra i Santuari di Loreto e di Tersatto, dei loro custodi e dei pellegrini, i rappresentanti delle civiche amministrazioni di Loreto e di Fiume sottoscrivono la seguente DICHIARAZIONE SOLENNE, con cui si fanno carico di sostenere e promuovere, con i loro poteri, per quanto modesti siano, l'amicizia tra Loreto e Fiume, i legami fraterni tra i santuari di Loreto e di Tersatto, ed ogni possibile forma di cooperazione volta ad una sempre maggiore comprensione tra gli uomini, al consolidamento della pace tra i popoli, all'amore ed al rispettto reciproco

 A Fiume, in data 25 maggio 1991 
 Il Sindaco di Loreto: ANCILLA TOMBOLINI 

 Il Sindaco di Fiume: ZELJKO LUZAVEC 


LA TRASLAZIONE A LORETO DELLA CASA DI NAZARETH
Articolo del Prof. EMANUELE MOR
Docente di Elettrochimica all’Università di Genova
Fonte: http://www.lavocecattolica.it/prof.mor.htm

 

I FATTI


   Siamo all’inizio di maggio del 1291....(... CONTINUA...) 

 

LA STORIA RECENTE


   Oggi, a fine XX secolo, una grande Basilica in marmo bianco (a LORETO), ... CONTINUA...) 

 

 

LE PROVE SCIENTIFICHE


   L’iter delle traslazioni sopra descritte nei loro modi e nei loro tempi non lascia dubbi che, se veridiche, si riferiscano ad avvenimenti scientificamente non spiegabili. ... CONTINUA...) 
   Invero:
 

CONCLUSIONI


   Se si consulta la letteratura recente sulla Casa di Loreto si riscontra ... CONTINUA...) 

 

Prof. EMANUELE MOR: Docente di Elettrochimica all’Università di Genova

_______

 ANCONA E LORETO, CITTA' DELLA FEDE 
Un nuovo libro del Prof. GIORGIO NICOLINI, con la prefazione del Card. ANGELO COMASTRI
liberamente scaricabile con autorizzazione alla pubblicazione in Siti Internet
od alla trasmissione ai propri contatti WhatsApp, Telegram o Posta Elettronica e/o in ogni altro "social"
 Clicca QUI  per scaricare e diffondere il PDF

Per richieste del libro in stampa scrivere a redazione@telemaria.it oppure telefonare al 339.6424332

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.22-2021
Ancona, Sabato 1° maggio 2021 - San GIUSEPPE Lavoratore

 

 IL COMPLEANNO DI "TELE MARIA"1° Maggio 2007 - 1° Maggio 2021 

 QUATTORDICI ANNI DI TRASMISSIONI  della WebTv "TELE MARIA" 
 www.telemaria.it 

 

 MAGGIO   IL MESE DI MARIA 

 IL MESE DELLE GRAZIE  

Beato PIO IX - Bolla INTER OMNIA del 26 agosto 1852

“A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio”. 

 

L'ATTIVITA' UMANA NELL'UNIVERSO
Dalla Costituzione Pastorale «Gaudium et spes» del Concilio Ecumenico Vaticano II
sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (nn. 33-34)

  Con il suo lavoro e con l'ingegno l'uomo ha sempre cercato di sviluppare maggiormente la sua vita. Oggi poi specialmente con l'aiuto della scienza e della tecnica ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta la natura e principalmente in forza dei maggiori mezzi dovuti all'intenso scambio tra le nazioni, la famiglia umana poco alla volta si riconosce e si costituisce come una comunità unitaria nel mondo intero. Da qui viene che molti beni che l'uomo si aspettava soprattutto dalle forze superiori, oggi ormai se li procura con la propria iniziativa. Di fronte a questo immenso sforzo che investe ormai tutto il genere umano, sorgono tra gli uomini parecchi interrogativi. Qual è il senso e il valore dell'attività umana? Come si deve usare dei suoi frutti e delle sue risorse? Al raggiungimento di quale fine tendono gli sforzi sia dei singoli che delle collettività? (CONTINUA) 

Nel 14° Anniversario
della nascita di "TELE MARIA"
(1° maggio 2007 -1° maggio 2021)

IMMAGINI E RICORDI 
LA PARTECIPAZIONE DI "TELE MARIA"
AL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
TENUTOSI IN ANCONA IL 4-11 SETTEMBRE 2011

 

AGLI AMICI E SIMPATIZZANTI DI QUESTO NOTIZIARIO

Sono molte migliaia gli utenti che ricevono ed apprezzano la WebTV "Tele Maria" e questo "Notiziario Informativo", che - come ognuno può ben comprendere - oltre al lavoro che richiedono, hanno anche dei costi per il loro mantenimento e sviluppo. Mi rivolgo perciò alla generosità di quanti ricevono i servizi di "Tele Maria" e di questo "Notiziario Informativo", perché con davvero un piccolissimo sacrificio personale, anche di solo 1 (uno) o 2 (due) euro ANNUALI (corrispondente alla rinuncia di un caffè), contribuiscano alle necessarie spese delle piattaforme informatiche utilizzate per il mantenimento di "Tele Maria" e di questo "Notiziario Informativo". Anche un solo euro annuale o mensile di ciascuno è come una goccia, ma che unita ad altre gocce di tanti altri possono formare il mare, cioè quanto necessario alle spese di questo servizio. Oltre perciò alle normali donazioni con bonifici mediante il Conto Corrente Postale n°2987904 (IBAN IT36W.07601.02600.00000.2987904), intestato a "Tele Maria", si possono fare con facilità ed immediatezza con dei semplici "click" anche piccole donazioni di solo 1 (uno) o 2 (due) euro periodici con il sistema assai semplificato di PayPal.  Ringrazio di cuore quanti vorranno rispondere a questo appello.             - Prof. GIORGIO NICOLINI -

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.21-2021 
 Ancona, Domenica 25 aprile 2021 

 CON QUESTO PRODIGIO L'ONNIPOTENZA DIVINA CONFERMA L'ANALOGO MIRACOLO DELLA TRASLAZIONE 
 DELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO  

 LA PRODIGIOSA  TRASLAZIONE DELLA MADONNA DI SCUTARI 
 A GENAZZANO   PER IL MINISTERO DEGLI ANGELI

IL MIRACOLO DELLA TRASLAZIONE
DELLA MADONNA DI SCUTARI A GENAZZANO


A Genazzano (Roma), nel luogo dove oggi sorge il Santuario della Madre del Buon Consiglio, esisteva un’antica chiesa del decimo secolo. Nella seconda metà del 1400, un'anziana vedova di nome Petruccia, mise a disposizione tutti i suoi beni per ingrandire e restaurare la vecchia chiesa ormai fatiscente. Ma il preventivo di spesa si rilevò insufficiente per portare a termine il progetto e i lavori furono sospesi. La popolazione, con sarcasmo, derideva la santa vedova per l’insuccesso della sua impresa. Ma Petruccia con fede e serenità rispondeva loro: "Figlioli miei, non vi preoccupate, perché prima che io muoia (ed era già molto vecchia) la Beata Vergine e Sant'Agostino porteranno a termine questa chiesa!".

Non passò un anno dalla predizione perché nel 1467, il 25 di aprile, festa di San Marco, un’immagine della beata Vergine apparve miracolosamente su di una parete della chiesa. Secondo diversi testimoni, quell'immagine provenìva volando da Scutari, un paese dell'Albania. L'immagine miracolosa aveva abbandonato la residenza originaria dove era in atto la persecuzione dei cristiani da parte dei musulmani, e aveva attraversato il mare trasportata da due angeli, fuggendo poco prima che la città fosse presa dai Turchi. Grande fu la commozione della popolazione non solo per il prodigioso evento, ma per i tanti miracoli e grazie con i quali la Beata Vergine volle manifestarsi attraverso la sua bellissima Immagine. Il 27 aprile, ovvero dopo appena due giorni dal suo arrivo, la Vergine compì il suo primo miracolo cui ne seguirono, alla data del 16 agosto dello stesso 1467, ben 160. Il ripetersi di questi fatti consigliò il notaio del paese a trascriverli in un apposito registro (Codice del Miracoli). Immenso fu il concorso di popolo che veniva dai paesi vicini e poi da ogni parte d’Italia a pregare la Santa Immagine. Diversi pontefici e anche Santa Teresa di Calcutta hanno manifestato una grande devozione verso la Madonna del Buon Consiglio. Preghiamo la Beata Vergine del Buon Consiglio in ogni necessità perché ci aiuti a scegliere sempre ciò che Dio desidera da noi.

 

Giovanni Colonna, uno dei numerosi figli di Filippo I Colonna e Lucrezia Tomacelli, pronunciò una celebre orazione latina in cui per la prima volta ricorre un riferimento esplicito alla tradizione della traslazione miracolosa che egli mette in relazione con l’analogo prodigio della traslazione della Santa Casa di Loreto: "Coelitum hominumque Regina ac Dei mater coli heic se voluit, non mortalium manibus huc advecta, non hominum pennicillo picta; sed repente in Templo conspecta, ac Coelesti, ut creditur, artificio fabrefacta, ne scilicet videretur suum Latio deesse Lauretum". La Regina del Cielo e degli uomini, Madre di Dio – non portata da mano d’uomo né da mano d’uomo dipinta! Ma in modo mirabile e istantaneo comparsa in questo tempio e dipinta, come si crede, per intervento del Cielo – volle essere qui venerata affinché al Lazio non mancasse la sua Loreto! (Continua)

LA VERITA' DELLA TRASLAZIONE MIRACOLOSA DA ALCUNE FONTI STORICHE

1. I fatti miracolosi del 1467 e il racconto del Coriolano (Continua)

2. Altre fonti antiche sui fatti del 1467



*******

 O SPADA, LEVATI CONTRO COLORO CHE DISPERDONO IL MIO GREGGE! 

 

Era tutto pianificato da tempo: un virus mai isolato, dietro il cui nome si nasconde un fascio di agenti patogeni creati in laboratorio, di diversa carica infettiva e impatto sulla salute; una dittatura sanitaria globale, attuata con misure tanto irrazionali quanto devastanti a tutti i livelli; una pseudo-vaccinazione di massa che fa ammalare la gente piuttosto che prevenire il morbo; una progressiva sottomissione dei popoli, che spontaneamente si consegnano ai carnefici scambiandoli per salvatori; l’instaurazione di un governo mondiale esemplato sul regime cinese, enorme laboratorio sperimentale che sta proseguendo il lavoro iniziato con quello nazista e quello sovietico. Tale obiettivo presuppone una totale omologazione dell’umanità nella lingua, nella cultura, nella religione e nello stile di vita: i sopravvissuti alla strage da vaccino, non più numerosi di quanto necessario, dovranno essere tutti uguali e funzionare allo stesso modo, controllati a distanza mediante nanotecnologia impiantata nel corpo. A quale scopo? Apparentemente, per il bene degli uomini e per la preservazione della casa comune; in realtà, per il potere assoluto di una manciata di psicopatici che si son presi per Dio. (Continua)

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.20-2021 

 Ancona, Domenica 18 aprile 2021 

 

  LE APPARIZIONI  E LE PROFEZIE 
 DELLA MADONNA 
 A ROMA ALLE TRE FONTANE 

 NEL VIDEO
L'APPELLO E LA TESTIMONIANZA DI UN MEDICO CORAGGIOSO 

 

  IL MISTERO DELLE TRE FONTANE           
Da  Cristiano Sabatini

Perchè Pio XII era così convinto della veridicità delle apparizioni Bruno Cornacchiola alle Tre Fontgane? C’è un fatto poco noto che riguarda una apparizione avvenuta 10 anni prima. La visione di una mistica che profetizzò su tutto quanto sarebbe accaduto, compreso la salita al soglio pontificio.

   A Roma c’è un importante Santuario Mariano che, ancora oggi non gode della giusta devozione dovutagli. Neanche molti romani lo conoscono. Eppure qui si sono verificate decine di apparizioni a Bruno Cornacchiola un ateo anti-papale convertitosi proprio dopo questi eventi straordinari.

Pio XII e la Vergine della Rivelazione
   Alla fine degli anni quaranta Bruno Cornacchiola ha assistito a diverse apparizioni della Madonna in una grotta di Roma sulla via Laurentina a pochi passi dal luogo del martirio di San Paolo, le Tre Fontane. In queste apparizioni, la Madonna gli rivelò un grande male in arrivo, la vittoria di Satana e la caduta della Chiesa. Cornacchiola, colto da dubbio, chiese audizione presso Papa Pio XII. Questi non solo gli confermò quanto aveva visto ma lo convinse a tenere un diario di quelle apparizioni e di pubblicarlo. Settanta anni dopo Saverio Gaeta ha riportato i diari del veggente, nel suo libro intitolato “Il Veggente, il segreto delle tre fontane”.

Le apparizioni di Cornacchiola profetizzate a Luigina Sinapi
   Il Pontefice era convinto della veridicità di quelle apparizioni, tanto che nel 1947 benedisse la statua che raffigurava la Madonna così come Cornacchiola l’aveva vista. Nove anni più tardi legittimò quindi il culto alla Vergine della Rivelazione, simboleggiata da quella statua, affidando grotta e cappella ai Frati Minori.
Ma perché Papa Pacelli era così convinto di quelle apparizioni? Probabilmente per le parole che la giovane Luigina Sinapi ricevette in un'apparizione, ai molti sconosciuta, nella stessa grotta il 12 di Aprile del 1937. Esattamente 10 anni prima di Bruno Cornacchiola: “Tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita la Chiesa, vuole uccidere il papa. Ora vai in San Pietro, troverai una signora così vestita […] Lei ti condurrà dal fratello cardinale. Porterai a lui il mio messaggio. Inoltre dirai al cardinale che presto sarà il nuovo Papa”.


Le Profezie della Vergine della Rivelazione
   Tutto questo ci introduce meglio ad alcuni stralci del libro di Gaeta dove la Madonna riferisce profezie disastrose sulla perdita di santità della chiesa e dell’influsso crescente del demonio. Siamo, come detto, nel 1947. La Madonna dice a Bruno Cornacchiola: “Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. Allontanatevi dalle false cose del mondo: vani spettacoli, stampe d’oscenità. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta. Figli siate forti, resistete all’assalto infernale. La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i suoi ministri. Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie”.

Ateismo, cattivi pastori e false parole
   Questo messaggio risalente al 1947 assume maggiore forza ai giorni nostri, il dilagante ateismo, i problemi carnali legati a sacerdoti ed alti prelati, l’affermazione di teorie fasulle, sono eventi che caratterizzano il nostro quotidiano. Nella stessa apparizione, la Madonna confessava a Cornacchiola che lo Spirito Santo si sta ritirando dalla terra e che questo allontanamento è dovuto ad una perdita di fede causata anche dai cattivi pastori. Un duro messaggio contro i sacerdoti che si ripete anche nel 1988: “Voi state calpestando le mie pecore e le portate verso la perdizione. Perché non fate più conoscere la mia dottrina? Perché le mie pecorelle le portate dove sono erbe secche e cespugli mortali?”.

L’umanità sotto il giogo di satana
   A questo ennesimo monito contro i pastori degeneri che hanno perso la fede, la Madonna aggiunge un messaggio inquietante. Una visione di dolore e perdizione in cui la Chiesa era ridotta ad un cumulo di macerie e l’umanità sottomessa al giogo maligno di satana. “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine”.

 

La profezia sull’Isis e sull’invasione silenziosa dell’Islam


   In una delle ultime visioni Cornacchiola ha ricevuto un’altra terribile profezia. Era Il 21 luglio 1998, racconta nel suo libro Saverio Gaeta, “ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto anche a fuoco”. Una premonizione tragicamente veritiera che dovrebbe portare anche in ognuno di noi quelle stesse domande che si pose Cornacchiola: «Ma perché gli uomini responsabili non vedono l’invasione dell’islam in Europa? Qual è il fine di queste invasioni? Non si ricordano più Lepanto? Oppure hanno dimenticato l’assedio di Vienna? Non si può vedere un’invasione pacifica quando uccidono nel loro Paese islamico coloro che si dichiarano cristiani o si convertono a Cristo. Non solo questo, ma non ti permettono di costruire chiese né far proseliti».

   Saverio Gaeta che, oltre ad essere un grande scrittore è anche un profondo conoscitore delle apparizioni e delle fenomenologie dello spirito, conclude però il libro con un messaggio rassicurante. Un messaggio per tutti coloro che, leggendo della fine della Chiesa e della rovina dell’umanità, si possono sentire perduti. “Io ho casa vicino San Pietro, la vedo in linea d’aria a 10 metri di distanza e non subisco la tentazione di fuggire in campagna”.  Come a voler dire che, in virtù della nostra libertà di scelta, quella libertà che ci fa immagine di Dio, il nostro futuro e quello della Chiesa lo decidiamo noi. Se fuggiamo questo futuro quale sarà?
Cfr https://www.lalucedimaria.it/mistero-profezie-tre-fontane/

 

 Le apparizioni delle Tre Fontane 

 

IL VEGGENTE


   Bruno Cornacchiola nacque a Roma il 9 maggio 1913. La sua famiglia, composta dei genitori e di cinque figli, era molto misera, materialmente e spiritualmente. Il padre, spesso ubriaco, poco si interessava ai figli e sperperava il denaro in osteria; la madre, dovendo pensare a sostenere la famiglia, era assillata dal lavoro e si curava poco dei figli.
   A quattordici anni Bruno se ne andò di casa e visse - fino al tempo del servizio militare - come vagabondo, abbandonato a se stesso, sui marciapiedi e nelle più squallide aree della emarginazione di Roma.
   Nel 1936, dopo il servizio militare, Bruno si sposò con Iolanda Lo Gatto. La prima figlia fu Isola, il secondo Carlo, il terzo Gianfranco; dopo la conversione ebbe un altro figlio.
   Partecipò giovanissimo, come volontario, alla guerra di Spagna, militando dalla parte dei marxisti. Lì aveva conosciuto un protestante tedesco che gli aveva inculcato un odio feroce per il Papa e il cattolicesimo. Così, nel 1938, mentre si trovava a Toledo, comprò un pugnale e sulla lama incise: «A morte il Papa!».  Nel 1939, terminata la guerra, Bruno ritornò a Roma e ottenne un lavoro di controllore nell'azienda tranviaria. Aderì al partito d'azione e ai battisti, e più tardi entrò a far parte degli "avventisti del settimo giorno". Tra gli avventisti, Bruno venne fatto direttore della gioventù missionaria avventista di Roma e del Lazio e si distinse per il suo impegno e fervore contro la Chiesa, la Vergine, il Papa.
   Nonostante tutti i tentativi fatti da sua moglie per convertirlo (per accontentarla accettò di fare i nove venerdì del Sacro Cuore), per molti anni fece di tutto per allontanare Iolanda dal cattolicesimo, arrivando al punto di incendiare tutte le immagini dei santi e perfino il crocifisso della sua sposa. Infine Iolanda, per amore del marito, fu costretta a ritirarsi dalla Chiesa.
   Il 12 aprile 1947 fu protagonista delle apparizioni delle Tre Fontane. Da allora il veggente trascorse tutta la sua vita a difendere l'Eucarestia, l'Immacolata e il Papa. Più tardi fondò un'opera catechistica, la SACRI (Schiere Arditi di Cristo Re Immortale). Tenne innumerevoli conferenze dal Canada sino all'Australia, narrando la storia della sua conversione. Questo suo impegno gli diede modo di incontrare diversi papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
   Bruno Cornacchiola è morto il 22 giugno 2001, Festa del Sacro Cuore di Gesù.

IL LUOGO DELLE APPARIZIONI
   Secondo un'antica tradizione che rimanda ai primi secoli del cristianesimo, confermata da documenti storici di grande valore, il martirio dell'apostolo Paolo, avvenuto nel 67 dopo Cristo per ordine dell'imperatore Nerone, sarebbe stato consumato nel luogo allora denominato Aquae Salviae, precisamente dove oggi sorge l'abbazia delle Tre Fontane. La decapitazione dell'Apostolo, sempre secondo la tradizione, avvenne sotto un pino, presso un cippo marmoreo, che ora si può vedere in un angolo della chiesa stessa. Si dice che la testa dell'Apostolo, mozzata con un deciso colpo di spada, sia rimbalzata per terra tre volte e che a ogni balzo sarebbe scaturita una sorgente di acqua.
   Possiamo supporre che la Madonna abbia scelto quella località proprio in riferimento a san Paolo, non solo per la sua conversione ma anche per il suo amore alla Chiesa e alla sua opera di evangelizzazione. Ciò che accadde all'Apostolo sulla via per Damasco ha parecchi punti di contatto con ciò che si verificò in questa apparizione della Vergine a Bruno Cornacchiola. Gesù disse a Saulo: «Io sono colui che tu perseguiti!». Alle Tre Fontane la Madonna dirà al veggente, rivestendolo della sua luce affettuosa: «Tu mi perseguiti, ora basta!». E lo invitò a entrare nella vera Chiesa che la celeste Regina definisce «ovile santo, corte celeste in terra».

LE APPARIZIONI E I MESSAGGI
   È sabato in Albis quel 12 aprile 1947. Verso le 14, papà Bruno parte con i suoi tre bambini: Isola, di undici anni, Carlo di sette e Gianfranco di quattro. Li conduce alla periferia di Roma, sulla Laurentina, non lontano dal convento dei trappisti delle Tre Fontane.
   Mentre i tre bambini giocano, Bruno prepara un testo col quale intende dimostrare che Maria non è Vergine, che l'Immacolata Concezione è una fantasia al pari dell'Assunzione in Cielo. Mentre Cornacchiola consulta la Bibbia per trovare i passi adatti a sostenere le sue affermazioni, i bambini lo interrompono dicendogli di aver perso la palla.
   Lasciamo ora alle parole di Bruno la descrizione particolareggiata dei fatti: "Raccomando a Gianfranco, il più piccolo, di non muoversi e gli do per passatempo un giornaletto. Poi con gli altri mi metto a frugare ogni cespuglio. Per assicurarmi che il più piccino non si allontani rischiando di cadere in qualche buca, lo chiamo di quando in quando. Ma, a un certo punto, non mi risponde più. Allora mi precipito a vedere. E scopro il bambino a sinistra dell'ingresso di una grotta, in ginocchio e con le mani giunte. Parlava con qualcuno che non vedevo, ma che pareva stare davanti a lui: «Bella signora, bella signora!». Chiamo mia figlia Isola, che aveva un mazzetto di fiori in mano, e Carlo. Ci avviciniamo tutti e tre a Gianfranco. «Vedete qualcosa?», faccio io. «Niente», rispondono i ragazzi. Ma ecco che Isola piega le ginocchia, congiunge le mani ed esclama, rivolta verso un punto della grotta: «Bella signora!». Penso a uno scherzo dei ragazzi, penso anche che la grotta sia stregata. Dico allora a Carlo che mi sta vicino: «E tu non ti inginocchi?». «Ma va'!», mi fa lui. Però non finisce la frase e cade a terra in ginocchio con le mani in preghiera, guarda là dove sono rivolti gli sguardi dei fratelli. Mi impaurisco, cerco di scuotere gli inginocchiati, ma sembrano di pietra. Li guardo meglio: sono diventati bianchissimi, quasi trasparenti. Le loro pupille sono dilatate. «Signore, salvaci tu!», mi viene spontaneo di mormorare. Ho appena finito l'invocazione che mi sembra di sentire due mani che da dietro mi spingono e quindi mi tolgono un velario dagli occhi. In quell'istante la grotta scompare dinanzi a me, mi sento leggero leggero, quasi sciolto dalla carne e avvolto da una luce eterna, in mezzo alla quale vedo la figura di una donna paradisiaca, che descrivere non mi è possibile. Posso dire solo che il viso, di tipo orientale e di colorito olivastro, era bello, di una bellezza dignitosa. La donna aveva i capelli neri riuniti sul capo, visibili quanto poteva permetterlo il manto che dalla testa le scendeva fino ai piedi. Il manto era del colore dell'erba dei prati a primavera. La veste invece era candida, stretta in vita da una fascia rosea le cui bande giungevano fino alle ginocchia. I piedi nudi poggiavano sopra un blocco di tufo. Sarà stata alta circa un metro e 65 centimetri. La «bella signora» aveva un libricino grigio nella mano destra [...]. Poi la «bella signora» parlò con voce dolcissima e disse: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato!»". (Continua)   

 

LA PRATICA DEI PRIMI NOVE VENERDI' DEL MESE CHE SONO STATI LA SALVEZZA DI BRUNO CORNACCHIOLA

 

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.19-2021 

 Ancona, Domenica 11 aprile 2021 - FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA 


 GUARDANDO IL FUTURO...  
 ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA' 

 IL "GRANDE RESET" CRISTIANO 

 La Madonna ci assicura: 
 IL FUTURO E' DI DIO 

 I PIANI PERVERSI SULL'UMANITA' 

 SARANNO SVENTATI

 

 

COS'È E COME È NATA LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

 

La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”.

 

Quali sono le origini della festa?
   Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: "Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia". Negli anni successivi  Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.

Perché è stata scelta la prima domenica dopo Pasqua?
   La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: "Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore". Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inizia il Venerdì Santo. Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione della festa: "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre". La preparazione alla festa deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo, della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed Egli ha detto a proposito di essa che "elargirà grazie di ogni genere".

Chi era suor Faustina Kowalska?
   Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’ agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’ unione intima dell’ anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’ invito divino a lei, perché richiami l’ attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: "Gesù, confido in te") e la volontà di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia. La sua festa ricorre il 5 ottobre.

LE GRAZIE CHE SCATURISCONO DA QUESTA FESTA


   La festa della Divina Misericordia è la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia. La grandezza di questa festa è dimostrata dalle promesse: “In quel giorno, chi si confesserà e comunicherà conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene“ (Q. I, p. 132). Dunque una particolare grazia è legata alla Comunione ricevuta quel giorno in modo degno: “la remissione totale delle colpe e delle pene”.
   Questa grazia è qualcosa di decisamente più grande che l’ indulgenza plenaria. E’ essenzialmente più grande anche delle grazie dei sei sacramenti, tranne il sacramento del battesimo, poiché la remissione delle colpe e dei castighi è solo una grazia sacramentale del santo battesimo. Invece nelle promesse riportate, Cristo ha legato la remissione dei peccati e dei castighi con la Comunione ricevuta nella festa della Misericordia, ossia da questo punto di vista l’ha innalzata al rango di “secondo battesimo“.
   Come tutti sappiamo, con il sacramento della Confessione ci viene tolta la colpa dei peccati che abbiamo commesso. Tuttavia il peccato ha come conseguenze non solo la colpa, ma anche la “pena”, ossia un privarsi in modo più o meno grave della comunione con Dio. La pena ha bisogno di purificazione, sia in vita che in Purgatorio. Chi dunque si è confessato è senza “colpa” davanti a Dio, ma in lui non è cancellata la “pena” che è stata causata dai suoi peccati. Per quella pena dovrebbe purificarsi con la vita, oppure ottenere un’indulgenza plenaria, o dovrebbe, dopo la sua morte, restare in Purgatorio prima di entrare in Paradiso. Ecco che la persona che si confessa e riceve la Comunione nella domenica della Divina Misericordia, è come un essere innocente, appena uscito dalle acque battesimali. Se morisse in quel momento andrebbe immediatamente in Cielo, perché ha già bruciato tutte le sue pene nella divina misericordia di Cristo. È come ricominciare da capo, senza il peso dei propri peccati!
   La Comunione deve essere ricevuta il giorno della festa della Misericordia, invece la confessione può essere fatta anche qualche giorno prima o dopo. L’importante è non avere alcun peccato mortale inconfessato.
   Gesù non ha limitato la sua generosità solo a questa, anche se eccezionale, grazia. Infatti ha detto che “riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia misericordia” poiché “in quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto” (Q. II, p. 267).
Questa incomparabile grandezza delle grazie legate a questa festa si manifesta in tre modi:
– tutte le persone, anche quelle che prima non nutrivano devozione alla Divina Misericordia e persino i peccatori che solo quel giorno si convertissero, possono partecipare alle grazie che Gesù ha preparato per la festa;
– Gesù vuole in quel giorno regalare agli uomini non solo le grazie salvificanti, ma anche benefici terreni – sia alle singole persone sia ad intere comunità;
– tutte le grazie e benefici sono in quel giorno accessibili per tutti, a patto che siano chieste con grande fiducia.
Per quanto riguarda invece il modo di celebrare la festa Gesù haespresso due desideri:
– che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;
– che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia.
“Sì,– ha detto Gesù –la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta” (Q. II, p. 278).
(Per altre informazioni: www.divinamisericordia.it - Tratto da INNAMORATI DI MARIA)

 

 Cellule da feti abortiti,  interessa ancora a qualcuno?  
Da La NUOVA BUSSOLA
10-04-2021

Santa Sede, CEI e vari intellettuali cattolici promuovono la vaccinazione di massa ignorando loro per primi i documenti della Chiesa riguardo alle condizioni richieste perché l'uso delle cellule da feti abortiti possa essere considerato moralmente lecito. Una grande occasione persa dalla Chiesa per evangelizzare.

   Riguardo la questione morale nell'uso dei vaccini, è necessario prendere in considerazione un aspetto che sta a cuore a molti cattolici. Ovvero l’uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti, «linee cellulari di origine illecita» le definisce l’Istruzione “Dignitas personae” (2008). Ci sembra necessario perché negli ultimi tempi si fa molta confusione oscillando da una totale banalizzazione del tema alla creazione di leggende metropolitane.
   Iniziamo dunque partendo dai dati reali: i vaccini attualmente in circolazione in Europa hanno tutti in qualche modo a che fare – per la produzione, lo sviluppo o i test - con due linee cellulari provenienti da feti abortiti 40 o 50 anni fa. Si tratta dunque di cellule sviluppate in cicli successivi a partire da quelle originali. Non si stanno provocando aborti ora per produrre questi vaccini, né queste cellule sono presenti nel vaccino.
   Vuol dire questo che allora non c’è problema? Niente affatto, il problema morale esiste tanto è vero che la Chiesa pone delle condizioni ben precise perché possa essere considerato moralmente lecito l’uso di tali vaccini.
   La prima condizione è che ci sia uno stato di necessità, ovvero «un grave pericolo, come la diffusione, altrimenti incontenibile, di un agente patogeno grave», come dice la recente Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 (Dicembre 2020). Esiste oggi questo stato di necessità? La Nota della CDF lo dà per scontato, ma la questione è invece discutibile. Guardiamo ai numeri forniti dal governo: dall’inizio della pandemia i casi accertati (casi, non malati) sono poco più di 3 milioni e 700mila, ovvero il 6% dell’intera popolazione italiana. Attualmente invece i positivi in Italia sono 536.361, ovvero lo 0,9% della popolazione. Di questi i malati ricoverati sono 31.749, di cui 3.603 in terapia intensiva. Ma più ancora dei dati generali è interessante che l’età media dei deceduti sia di 81 anni (Istituto Superiore di Sanità, aggiornamento al 31 marzo 2021), e nei deceduti si è registrata una media di 3,6 patologie pregresse. Tenendo anche conto che si stanno sperimentando con successo delle terapie precoci, se stato di necessità esiste si può dire che riguardi una fascia ben precisa della popolazione, ovvero gli anziani e chi soffre di specifiche patologie.
   Seconda condizione richiesta perché si possa parlare di uso moralmente lecito di questi vaccini è (Continua)

 

RICCARDO CASCIOLI

 COME REPRIMERE I MOTI CARNALI 

   Quando sorge in te la ribellione della carne, non aver paura e non perderti d’animo, perché altrimenti incoraggeresti contro di te il nemico, che instillerebbe in te i suoi pensieri, dicendoti: «Ti è impossibile spegnere l’ardore, che ti tormenta, senza soddisfare queste brame». Se egli in questo modo ti ferisse, presto ti supererebbe e deriderebbe poi la tua debolezza. Ma tu, pieno di fiducia, resta unito al Signore ed effondi dinanzi alla sua bontà le tue lacrime e le tue preghiere; egli ti ascolterà, sollevandoti dalla fossa infelice dei pensieri impuri e dalla palude delle fantasie vergognose, ponendo i tuoi piedi sulla roccia salda della castità. Così vedrai venire a te il suo aiuto.
   Persevera dunque in pazienza, non addormentarti nei tuoi pensieri, non stancarti di attingere l’acqua abbondante, perché il porto della vita è vicino. Mentre ancora parlerai, Dio ti dirà: «Eccomi, sono qui!». Egli attende a osservare la tua battaglia, per vedere se tu al peccato sai resistere fino alla morte. Non scoraggiarti, dunque, perché egli non ti abbandona. Ma anche il coro dei santi angeli, e la schiera tetra degli spiriti cattivi osservano la tua battaglia: gli angeli, se vinci, ti porgono una corona; gli spiriti cattivi, se tu vieni travolto, ti coprono di insulti. Gli angeli combattono con zelo per te, ma anche gli spiriti cattivi ce la mettono tutta contro di te, amico di Cristo. Sta’ dunque all’erta, non contrastare i tuoi amici e non farti amico dei tuoi nemici: chiamo amici tuoi i santi angeli; tuoi nemici, invece, gli spiriti impuri.
   Nessun luogo è celato agli occhi di Dio, ai suoi occhi non vi è tenebra alcuna, o fratello. Non lasciarti perciò ingannare dall’avversario perché tu sei sempre vicino ai piedi del Signore. Non essere indifferente. Sta scritto infatti: Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi (Is 66,1). Non essere dunque trascurato nel tuo intimo, ma fatti coraggio, perché chi ti aiuta è vicino. Ascolta come dice il profeta: Tutti i popoli mi avevano circondato, ma nel nome del Signore mi sono difeso da loro. Mi avevano circondato come api il favo, avevano divampato come fuoco tra le spine, ma nel nome del Signore mi sono difeso da loro. Ero stato colpito e urtato, perché cadessi, ma il Signore mi ha sorretto e accolto. Mia forza e mia lode è il Signore, egli è stato la mia salvezza (Sal 117,10-15).
   Persisti dunque coraggioso nella battaglia, per venir trovato desto e vigilante, e ottenere la corona della vita che il Signore ha promesso a coloro che lo amano.

 

(Sant’Efrem il Siro, Da “La vigilanza, 3,1″)

LA CREAZIONE NON E’ UNA FAVOLA
  Libro di DOMENICO RAVALICO
IMPORTANTISSIMO LIBRO SCIENTIFICO

Libro estraibile in www.lavocecattolica.it/verita.della.creazione.htm

 

 

Aprile e Maggio è un periodo di tappe importanti come il Battesimo, la Comunione e la Cresima. Un momento solenne in cui tutta la comunità dovrebbe riunirsi e fare sentire la sua condivisione ad un passo tanto ricco (e forse poco compreso) nella vita di ognuno di noi.

Nonostante la lontananza e l’isolamento “forzato” perché non fare sentire la propria vicinanza e tutto l’affetto per la condivisione di un giorno tanto speciale, con un dono speciale? Sia esso un libro dal contenuto profondo, oppure un manufatto dalla lavorazione preziosa.

La collezione Icone Dominus, lavorata a mano interamente in Italia è dono di pregio con un significato profondo, che durerà per sempre. Puoi farla arrivare direttamente al festeggiato accompagnata da un biglietto, che prepareremo a mano secondo le tue istruzioni.

Voi scriveteci solo il pensiero più bello a corredo del vostro regalo e al resto penseremo noi. Inoltre agli iscritti a questa newsletter che si registrano (o che hanno già un account) sullo store https://dominusproductionstore.com/24-preziosi, è riservata, in via eccezionale, una promozione del 20% su tutta la collezione Gioielli e Icone Dominus.

La dedica potete inviarla alla email info@dominusproduction.com insieme al codice dell’ordine, noi la riporteremo nel bigliettino interno alla confezione regalo e chiuso dai piedini della Vita, come mostrato dal seguente video: https://youtu.be/2ZaNaRl0uTQ

Non lasciamo che questo momento di chiusure, condizioni le tappe più belle della nostra Vita! Viva i momenti SPECIALI, viva la VITA.
Team Dominus

Per maggiori informazioni scrivici a info@dominusproduction.com o ancora via chat sul www.dominusproductionstore.com oppure chiamaci allo 055.0468068 (Lun-Ven 9-19).

 

 

Carissimi amici di DOMINUS,

Oggi 22 Maggio, triste anniversario della legalizzazione dell'aborto in Italia, vi do una buona notizia.

La scorsa settimana abbiamo terminato tutte le lavorazioni del meraviglioso film UNPLANNED (uscita precedentemente bloccata causa emergenza COVID), che sarà nelle sale cinematografiche totalmente doppiato in italiano a Settembre!

La prossima settimana il film sarà inviato all’ufficio censura del Ministero della Cultura per il via libera alla distribuzione nazionale (speriamo senza limitazioni di età! ;-)

Sarà un’emozione straordinaria vederlo sul grande schermo totalmente in Italiano. Da Luglio partiremo con le anteprime cittadine... Contattaci se vuoi portarlo anche nella tua città!

Per maggiori informazioni www.unplanned.it oppure chiamaci allo 0550468068 (Lun.-Ven. 9/18).

A presto e ...in alto i Cuori!
Federica


Federica Picchi Roncali
Dominus Production srl
Sede Legale: Via Il Prato 19/A, 50123 Firenze
Tel. +39 055 0468068 - www.dominusproduction.com
 

 

Carissimi amici,

tra pochi giorni due feste al femminile: la festa della nostra mamma terrena e la festa della nostra Mamma Celeste.

Il 13 Maggio, infatti, si festeggia l’anniversario della prima apparizione di Fatima, un monito alla preghiera e, al contempo, un messaggio di Bellezza e di Speranza per tutto il mondo.

Con l’occasione vi consigliamo le pubblicazioni di Maria Valtorta sulla figura di Maria, come dono alle persone a voi care oppure per vostro approfondimento personale.

"Maria non sapeva di esser senza macchia. Non poteva pensare d’esserlo. Il solo pensarlo sarebbe stata presunzione e superbia, perché, nata da umani genitori, non le era lecito pensare che proprio lei era l’Eletta ad esser la Senza Macchia. [...] Dio per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l'èra della Redenzione, non scelse a suo trono un astro del cielo, non la reggia di un potente. Non volle neppure le ali degli angeli per base ai suoi piedi. Volle un Seno Senza Macchia."

Per questa ricorrenza, da oggi al 13 Maggio incluso, per chi riceve questa newsletter, tutti i prodotti di Dominus che parlano del messaggio mariano, incluse le pubblicazioni valtortiane, saranno in promozione su www.dominusproductionstore.com

Un caro saluto a tutti e buon anniversario di Fatima.

 

Team Dominus

Per maggiori informazioni scrivici a info@dominusproduction.com o ancora via chat sul www.dominusproductionstore.com oppure chiamaci allo 055.0468068 (Lun-Ven 9-18).

 

 

 

Cari amici “vecchi” e “nuovi”,
di OC OrienteCristiano.it,


in questo mese di Maggio, che la tradizione della Chiesa suggerisce di dedicare alla Vergine Maria e alla preghiera del Rosario, mentre dallo scorso 8 dicembre 2020 al prossimo del 2021 la proposta di Papa Francesco è di aggiungere per l’intero anno la devozione a San Giuseppe “PATRIS CORDE”
Patris corde


Per questo pensiamo alla Santa Famiglia di Nazareth (qui durante la Fuga in Egitto) con questa immagine https://www.collatio.it/appuntamenti/appuntamenti-catechesi/2354-durante-la-fuga-in-egitto-maria-allatta-il-bambino-e-giuseppe-dorme.html
Forse ai nostri giorni non è immediato considerare la vita al di là dei problemi pratici che ci assillano nella quotidianità personale, familiare e sociale, ma proprio per questo ci accompagna sempre la Chiesa, con la sua saggezza millenaria e c’invita a guardare avanti e verso l’Alto, sempre attenti alle circostanze concrete anche nella testimonianza a Gesù Cristo (di per se stessa “missionaria”) visibile
http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1984/may/documents/hf_jp-ii_spe_19840513_giovani-comunione-liberazione.html

 

Abbiamo da poco celebrato (sia pure in modi inconsueti) la Festa più importante per noi cristiani, la Santa Pasqua di morte e Resurrezione del Signore Gesù: entro la fine di questo mese festeggeremo due eventi ben significativi per la nostra vita di fedeli al Vangelo, l’Ascensione e la Pentecoste (le domeniche 16 e 23).
Regina Caeli Laetare: Il Signore è Risorto!  (nelle Chiese Ortodosse dom. 2 maggio)
https://www.youtube.com/watch?v=2EGbMm5UqJs

 

Sentiamoci sempre privilegiati figli, abbracciati dal Signore e dalla Madonna (sab. 8 maggio festa della Vergine del Rosario), portatori della Buona Novella verso tutti.
Qui il canto in Lingua Aramaica (Pater Noster?) in GEORGIA:
https://it.aleteia.org/2016/10/02/lemozionante-canto-durante-lincontro-tra-il-papa-e-il-patriarca-della-chiesa-ortodossa-georgiana/

 

Sempre fiduciosi nella santa Provvidenza divina, speriamo che finisca presto e bene questo lungo periodo di sofferenze e sacrifici imprevisti e imprevedibili, nella certezza che nulla avviene “a caso” e tutto può diventare occasione di “rinascita” e di Bene, come sappiamo noi che siamo “rinati” con il santo Battesimo.
Non possiamo dimenticare la catena provvidenziale di preghiera voluta dal Santo Padre perché cessi la Pandemia
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2021-05/maratona-preghiera-fine-pandemia-rosario-santuari-mondo.html

 

Con uno sguardo sempre rivolto anche alla Terra Santa
https://www.fondazioneterrasanta.it/homo-viator/

 

 

Con i più sinceri auguri

Staff of



arrow rightRussia. Navalny, Amnesty ci ripensa: è un prigioniero di coscienza

La decisione di non definirlo tale era dovuta alle passate dichiarazioni nazionaliste e contro gli immigrati del leader dell'opposizione russa. Ma sono stati soprattutto i mezzi di informazione vicini al Cremlino a rilanciare una campagna tendente a screditarlo. La campagna, alimentata anche da insospettabili media occidentali, aveva rilanciato alcuni "fantasmi" del passato di Aleksej Navalny, il principale avversario politico di Vladimir Putin che ora si trova in carcere. Il blogger era stato molto vicino agli estremisti nazionalisti una dozzina di anni fa e aveva rilasciato dichiarazioni che oggi appaiono più che imbarazzanti, come "Abbiamo il diritto di essere russi in Russia". Accompagnate a partecipazioni a marce dell'estrema destra.     ....segue


arrow rightIl decennio di sangue in Libia. Da Gheddafi al nuovo governo

La morte del colonnello libico nel 2011 in seguito all'intervento della Nato ha aperto una lunga fase di violenza e instabilità che ha devastato il paese, modificando lo scacchiere geopolitico dell'area e spingendo un enorme flusso di migranti.
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arrow rightUzbekistan. Una piccola donna sconfitta che ha cambiato la storia

Un ricordo di Tamara Chikunova, fondatrice dell'associazione "Madri contro la pena di morte e la tortura". Una testimone della vita contro la pena di morte. Lo è stata Tamara Chikunova, una donna russa, spentasi alla fine di marzo, che, colpita da un dolore lacerante e animata da una fede profonda, ha lottato a mani nude perché nel Paese dove viveva, l'Uzbekistan, nessuno fosse più condannato alla pena capitale. --  A Tashkent Tamara era nata, dopo che la sua famiglia, originaria del Sud della Russia, vi si era trasferita al termine delle repressioni staliniane, durante le quali il nonno, prete ortodosso, era stato ucciso. ,...segue


arrow rightEgitto. Madre di detenuto racconta le torture subite dal figlio: arrestata

Cinque organizzazioni egiziane per i diritti, tra cui quella dei consulenti della famiglia Regeni, Ecrf, e l'Eipr di Patrick Zaki, inviano ad al-Sisi un dossier con 7 richieste, tra cui la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici e il termine di detenzioni senza fine. Ma dal governo tutto tace. E gli episodi di repressione proseguono.
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arrow rightForeign Minister, H.E. Mr Fuad Hussein Meets with his Counterpart of the Holy See

On 3 May 2021, the Minister of Foreign Affairs, H.E. Mr. Fuad Hussein, met with Archbishop Paul Richard Gallagher, the Holy See’s Secretary for Relations with States at the Vatican State Building.   --  The Minister expressed Iraq’s aspiration to activate the frameworks of cooperation with the Vatican in various fields, and in light of the distinguished relations between the two sides. He emphasized Iraq’s keenness to develop relations between Iraq and the Vatican to achieve the goals that serve
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arrow right"Religion can never be instrumentalized for political purposes," - Head of the UGCC

It was said that in western Ukraine, during the elections, it is quite popular to use the Church for PR.
"You see, church authority is a great temptation for politicians. Many people want to increase their political dividends through people's trust in the Church. In other words, all politicians will always be tempted to instrumentalize the Church.

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arrow right5 maggio 1981, muore Bobby Sands

Il 5 maggio 1981, Robert "Bobby" Sands moriva dopo un digiuno di 66 giorni in una prigione dell'Irlanda del Nord, il primo di dieci detenuti repubblicani a morire di fame nel tentativo di ottenere lo status di prigioniero politico.

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arrow rightHace dos meses el Papa en Iraq. Sacerdote de Mosul: el país supere el sectarismo

Desde una aldea en las afueras de la ciudad destruida por el Isis, el padre Thatbit recuerda las palabras y los gestos de bendición de Francisco en el país del Golfo. Debemos redescubrir la unidad, tener el valor de construir la paz -explica- y hacer realidad el mensaje del Santo Padre que besó nuestras heridas

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AVVISO per merc. 21 aprile ore 9.15' interessante lezione a due voci

 

 

 

Cari Amici "vecchi e nuovi",

mi piace segnalare, per chi gradira' gli argomenti (cfr. i due titoli)
della lezione prevista nella data e ora a margine, con titolo
"Giornata Agostiniana".

Unica avvertenza (correzione) rispetto alla locandina:
l'evento e' previsto NON sulla piattaforma "zoom", ma
presso il diverso seguente indirizzo/piattaforma online
utilizzata da Padre Rocco Ronzani O.S.A.

https://pul.webex.com/meet/ronzani


Un caro saluto a tutti, cordialmente
Maurizio Perfetti - Roma
www.collatio.it    www.orientecristiano.it

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DON CARLO DE CARDONA: I CATTOLICI COSENTINI RICORDANO
IL SUO IMPEGNO SOCIALE NEL 150.mo ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 



Don Carlo De Cardona, sacerdote nato a Morano Calabro il 4 maggio 1871, è stato l'apostolo della redenzione sociale dei contadini e dei lavoratori calabresi.

Il prete moranese, subito dopo la sua ordinazione sacerdotale (7 luglio 1895) fu nominato primo segretario del vescovo mons. Camillo Sorgente, che gli affidò l'incarico di organizzare il movimento cattolico cosentino, sulla scia della Rerum novarum, dando vita alla Lega del lavoro e alle Casse rurali.

Per tenere unito il suo "popolo" De Cardona diede vita a giornali e a forme organizzative sociali molto interessanti. Non c'è saggio storico sulla Calabria dei primi anni del Novecento, che non cita l'azione sociale decardoniana, come la più importante e significativa presenza dei cattolici nell'agone sia sociale che politico.

De Cardona non è stato mai dimenticato a Cosenza, già nel 1966 il Comune gli dedicò una strada, 50 anni fa, in occasione del centenario della nascita fu inaugurato un medaglione bronzeo in piazza Parrasio, che fa pendant con quello posizionato dieci anni prima al papa Leone XIII, il promulgatore della Rerum novarum.

 

A cura di un gruppo di sacerdoti e laici cattolici fu costituita la Sezione studi "Carlo De Cardona" che fino a qualche anno fa ha tenuto desta la figura del sacerdote.

Per i 150 anni della nascita di De Cardona, l'Ufficio pastorale dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano per i problemi sociali e il lavoro, in collaborazione con il Centro studi calabresi "Cattolici Socialità Politica", invita i cattolici cosentini a alla celebrazione eucaristica, nella Cattedrale di Cosenza, martedì 4 maggio 2021 alle ore 18, presieduta dal vicario generale mons. Gianni Citrigno; subito dopo ci sarà un omaggio floreale al medaglione che ricorda De Cardona, tra i tanti che hanno già dato la loro adesione all'iniziativa, il riconfermato presidente della BCC Mediocrati, Nicola Paldino, il segretario della Cisl cosentina Giuseppe Lavia, il presidente della Coldiretti Franco Aceto, Caterina De Rose delle Acli, Leonardo De Marco del Movimento Cristiano Lavoratori.

 

Causa Covid-19 le altre iniziative programmate, sono state rinviate alcune a metà giugno, altre a luglio, di particolare significato la mostra bibliografica "Don Carlo De Cardona e i personaggi della Rerum novarum a Cosenza" curata dalla Biblioteca nazionale di Cosenza, che sarà consultabile anche attraverso il web.

Da segnalare due passeggiate: la prima a Cosenza nei luoghi che hanno visto la presenza decardoniana, il quartiere operaio dello Spirito Santo e Cosenza Casali dove nel 1907 venne costruita la palazzina denominata "Casa operaia", primo esempio in Calabria di edilizia popolare, inoltre la visita all'istituto delle Suore minime della beata Elena Aiello che ospitò don Carlo dal 1940 al 1948; la seconda passeggiata, sulle rive del fiume Arente tra i Comuni di Rose e San Pietro in Guarano, dove la Lega del lavoro di De Cardona fece costruire una centralina elettrica che diede l'illuminazione pubblica al paese di San Pietro in Guarano, sette anni prima della città di Cosenza.

Il Centro studi calabresi "Cattolici Socialità Politica" che ha già pubblicato tre quaderni "Studi e ricerche su don Carlo De Cardona e il Movimento Cattolico in Calabria", curate da Demetrio Guzzardi, nei prossimi giorni verranno presentati anche ai seminaristi del Pontificio Seminario teologico regionale "San Pio X" di Catanzaro.

 

 

Giù le mani dai bambini, non sono cavie da laboratorio!!
"Da febbraio l'Ospedale Buzzi di Milano sta sperimentando il Vaccino anti COVID- terapia genica su bambini e ragazzi under 18 tra cui bambini con handicap, senza la presentazione da parte della struttura ospedaliera di un consenso informato!!"

- giornalista indipendente-
Tiziana Alterio

Non bastano quindi a questo Ospedale i numerosissimi bambini eliminati con gli aborti, compresi quelli cosiddetti " *Terapeutici* " = *Eugenetici* , fino a 6 mesi di gestazione e quelli eseguiti con la *pillola abortiva Ru486,* vero e proprio pesticida umano.
Ricordo a questo Ospedale che i vaccini genici sperimentali sui bambini e gli aborti non sono atti medici, ma atti criminali!

Giorgio Celsi Presidente Associazione "Ora et Labora in Difesa della Vita!

Giù le mani dai bambini, non sono cavie da laboratorio!! – gloria.tv
https://gloria.tv/post/sJkmmco9tBz44EkpQdKmpuKAE

«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi
ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

 

GIORGIO CELSI -

 

Il ddl Zan è una legge inutile (non esiste infatti in Italia nessuna emergenza omofobica), dannosa per i nostri figli, la famiglia e contro la libertà di opinione e di libero pensiero, poiché:
- l'art. 1 impone l'ideologia gender: "Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sémin relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione".
- l'art. 4 nega la libertà di pensiero a chi dissente:
"Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti".
- l'art. 7 indice la giornata di rieducazione di massa alla nefasta ideologia gender anche nelle scuole di ogni ordine e grado:
"Istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia".
A mio avviso non vanno bene neanche i disegni di legge alternativi, uno dei quali presentato dalla Lega, in quanto la legge già tutela chi è vittima di reati e discriminazioni, in più c'è anche l'aggravante se il reato è commesso per futili motivi e perchè penso fermamente che scendere a compromessi con il male non paga affatto, in quanto come diceva Ernest Hello:
“Ogni compromesso concluso con il male somiglia non solo al suo trionfo parziale, ma al suo trionfo completo, giacché il male non chiede sempre di cacciare il bene, ma vuole il permesso di coabitare con lui. Un istinto segreto lo avverte che chiedendo qualcosa, chiede tutto. Appena non lo si odia più, esso si sente adorato”.
Per concludere vorrei sottolineare che stiamo vivendo una drammatica emergenza, economica, lavorativa, sociale, turistica e culturale, la cui gravità richiede lo sforzo collettivo di tutta la classe politica ed è per questo che chi è pagato per far uscire il nostro paese da questa drammatica situazione non devono perdere tempo a correre dietro a lobby e gruppi di potere che vogliono far approvare una legge che con la scusa dei diritti umani, toglierà la libertà a tutti, compresi gli omosessuali e le femministe, che già lo stanno capendo e infatti in tante la stanno disapprovando.

 

 

Giorgio Celsi Presidente Associazione "Ora et Labora in Difesa della Vita"
Cell: 3467035866

PS: Meno male che ci sono sacerdoti che, come ci invita a fare il Vangelo, hanno il coraggio di testimoniare la Verita senza compromessi (vedi video)

* https://gloria.tv/post/2XnED7kFh17yAx8FqWh26f7yT
https://gloria.tv/post/2XnED7kFh17yAx8FqWh26f7yT
https://gloria.tv/post/2XnED7kFh17yAx8FqWh26f7yT

Ricordo Sabato 15 maggio alle ore 15 grande manifestazione
contro il ddl Zan che si terrà in piazza Duomo (lato Marconi) a Milano



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Pro Vita & Famiglia: Conferenza stampa di presentazione del primo rapporto sui “Costi di applicazione della legge 194/1978”

COMUNICATO STAMPA

ABORTO

Pro Vita & Famiglia: Conferenza stampa di presentazione del primo rapporto sui “Costi di applicazione della legge 194/1978”

 

Roma, 20 maggio 2021
Quali sono stati finora i costi di applicazione della legge 194 dal 1979 al 2018? 
Pro Vita e Famiglia, per la prima volta in Italia, mette disposizione dello Stato e degli organi governativi sanitari una stima sulla spesa effettiva sostenuta dal SSN per i primi quarant’anni dall’approvazione della legge 194. La conferenza stampa di presentazione si terrà a Roma, lunedì 24 maggio alle 11:30, presso la sala Giubileo della LUMSA in via di Porta Castello, n.44. Il rapporto è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da economisti, medici e giuristi, con il patrocinio della SIBCE (Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici), dell’AIGOC (Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici), della Fondazione Il Cuore in una Goccia, e di Pro Vita & Famiglia.
Interverranno: Filippo Maria Boscia, già Direttore della Cattedra di Fisiopatologia della riproduzione umana all’Università di Bari; Consulente di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale S. Maria - GMV di Bari; Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani; Giuseppe Noia, Direttore Hospice perinatale - Centro per le Cure Palliative Prenatali del Policlinico Gemelli; Docente Medicina Età Prenatale UCSC; Presidente Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici; Benedetto Rocchi, Professore associato al Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa, Università di Firenze; Francesca Romana Poleggi, Docente di Discipline giuridiche ed economiche, Direttore editoriale del mensile Notizie Pro Vita & Famiglia e Stefano Martinolli, Dirigente medico presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina a Trieste.
Questo studio si è reso necessario perché non esistono rilevazioni sistematiche per l’applicazione della legge 194, nonostante l’articolo 16 della stessa preveda una regolare raccolta di informazioni sull’applicazione della legge, per supportare con un adeguato apparato conoscitivo le relazioni annuali dei ministri della salute e della giustizia al parlamento.
Perchè è rilevante farlo ora, con tutte le emergenze che viviamo? E' tanto più urgente oggi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo una pandemia, dopo numerosi anni di mancanza di posti letti, di carenza di personale sanitario, di farmaci e vere e proprie discriminazioni verso gli strati più deboli della popolazione come denunciato dalla Federazione delle Cure palliative, dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) e dalle associazioni che si occupano di persone con disabilità.
Per partecipare è necessario compilare il modulo  e inviarlo il prima possibile all’ufficio del presidente  a.brandi@provitaefamiglia.it 
Pro Vita & Famiglia: Conferenza stampa di presentazione del primo rapporto sui “Costi di applicazione della legge 194/1978” (provitaefamiglia.it)

 

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Primavera nell’anima,
attraverso la storia di piccoli racconti che fanno bene.
La newsletter di questo mese “Andiamo avanti, insieme” è un cammino nel tempo che viviamo e l’aiuto che attraverso quanti ci sostengono presentiamo agli occhi di tutti.

 

Grazie con la gioia del cuore,

 

Tommaso Maria Ferri

 

 

 

Associazione Marco Mascagna: messaggio aprile 2021
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Come combattere la povertà e vivere tutti meglio
Nel messaggio di marzo abbiamo visto che in Italia nel 2019 la povertà è significativamente diminuita: un milione in meno le persone a rischio di povertà e mezzo milione quelle in povertà assoluta [1]. Purtroppo nel 2020, a causa dell’epidemia di Covid, la povertà è aumentata (oltre un milione di poveri assoluti in più) e non solo in Italia, colpendo soprattutto le persone occupate e quasi in uguale misura i lavoratori dipendenti e indipendenti: nel 2019 il 6,0% delle famiglie con persona di riferimento lavoratore dipendente era in povertà assoluta, nel 2020 il 7,8% (tra gli operai dipendenti si è passati dal 10,2% al 13,3%); nel 2019 il 4,0% delle famiglie con lavoratore autonomo era in povertà assoluta, nel 2020 il 6,1% [1].
Questi dati smentiscono il luogo comune che sono i lavoratori autonomi a pagare la crisi e a impoverirsi. In realtà la povertà colpisce di più i lavoratori dipendenti che quelli autonomi. Il principale motivo sono i bassi salari degli operai e di chi occupa gli scalini inferiori del mercato del lavoro.
Il 6% di tutti i lavoratori (e il 7,1% degli operai) guadagna meno di 1.340 euro lordi (cioè circa 1.000 euro netti)[2]. Con uno stipendio così misero come può una famiglia arrivare alla fine del mese?
Purtroppo la situazione reale è anche più grave di quanto queste cifre indicano, perché una parte dei datori di lavoro non versa al dipendente l’intero salario spettante. Si stima che il 10% dei lavoratori in settori regolati da contratti collettivi di lavoro percepisce in media il 20% in meno di quanto previsto dai minimi contrattuali [3]. Questa odiosa pratica avviene soprattutto al Sud, impoverendolo ancor più. D’altronde il datore di lavoro ha il coltello dalla parte del manico perché sa che il dipendente non lo denuncerà per paura di restare senza lavoro e stipendio finché non viene accertato che è stato vittima di tale reato.
Quanti giornali, tv, social trattano questo argomento? Quante volte hanno titolato “Imprenditore ruba parte del salario ai propri operai”? Mai. I nostri mezzi di informazione, tranne qualche piccola eccezione, come Il Manifesto e pochi altri (per esempio Avvenire, forse memore che frodare la mercede all’operaio è un peccato che “grida vendetta al cospetto di Dio”, come il catechismo insegnava) preferiscono parlare del lavoratore a nero che prende anche il reddito di cittadinanza o di qualsiasi notizia che possa mettere in cattiva luce gli immigrati, i rom, i poveri, così che il malcontento e la rabbia si scatenino contro costoro e non contro i ricchi.
Un altro argomento continuamente riproposto da giornali, tv e opinion leader è la necessità di ridurre le tasse.
Questa delle troppe tasse è forse la più grande e più creduta fake news di tutti i tempi. Non è vero che l’Italia è il Paese dove si pagano più tasse: in Europa, come pressione fiscale complessiva, siamo al 7° posto[4], come tassa sulle persone fisiche (IRPEF) al 13° posto [5], come tassa sulle persone giuridiche (imprese ecc.) al 7° posto [5], come tassa su eredità e donazioni all’ultimo posto [6]. Da quasi quarant’anni si diminuiscono le tasse ai ricchi e le si aumentano a poveri e meno abbienti.
Nel 1974 le aliquote IRPEF andavano dal 12% all’86% in proporzione al reddito, poi si sono ridotte sempre più per chi guadagna molto (oggi l’aliquota massima si ferma al 43%) e aumentate per chi ha bassi redditi (l’aliquota minima è passata dal 12% al 23%). Sono state poi aumentate le tasse indirette, per esempio l’IVA che paghiamo quando compriamo una merce o un servizio che è passata dal 18% al 22%, ma non per i beni di lusso, la cui IVA è stata diminuita dal 38% al 22% (quindi un ulteriore regalo ai ricchi e un’ulteriore batosta per tutti gli altri) [7].
Questo enorme taglio delle tasse ai ricchi ha comportato sempre minori incassi da parte dello Stato ed è la causa principale, insieme agli interessi sul debito (negli anni ‘80 sono oscillati tra il 14% e il 20%), dell’enorme debito pubblico accumulato.
Nel 1974 il debito pubblico era pari solo al 54% del PIL, nel 1991 al 95% (750 miliardi di euro). Le minori entrate IRPEF e l’enorme debito hanno portato a tagliare le spese e, infatti, dal 1992 a oggi, lo Stato ha sempre speso meno di quanto incassato ma, malgrado questo, il debito pubblico di anno in anno è aumentato per gli interessi da dare ai creditori (sui 60-70 miliardi all’anno). Oggi il debito pubblico ammonta a 2.500 miliardi (il 158% del PIL) [8], grazie a un meccanismo per cui si pagano gli interessi con ulteriori debiti nei confronti dei creditori. Questo meccanismo (detto anatocismo) è vietato dalla legge perché impedisce a chi ne è vittima di uscirne fuori e permette ai creditori di lucrare indefinitivamente e sempre di più sulle somme prestate. Purtroppo quello che è vietato nei confronti dei singoli cittadini non è vietato nei confronti di un’intera nazione.
Questa cronica crisi economica ha determinato tagli alla spesa pubblica, aumento della disoccupazione, minori servizi ai cittadini (sanità, politiche sociali, cultura, ambiente, trasporti ecc.) con enormi danni alla popolazione, ma ha beneficiato ulteriormente i grandi ricchi che si sono presi a poco prezzo aziende e beni che lo Stato ha svenduto per fare cassa.
Dagli anni ‘80 le disuguaglianze sono andate aumentando, ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più numerosi e sempre più poveri. Oggi in Italia le persone con una ricchezza tra i 200mila e il milione di euro (esclusi gli immobili) sono 1,5 milioni. I 36 più ricchi possiedono oltre il miliardo di euro e in questo nero anno del covid la loro ricchezza è aumentata del 31% e il loro numero di 4 unità [9, 10]. I 21 uomini più ricchi di Italia possiedono, cumulativamente, lo stesso patrimonio posseduto dal 20,3% della popolazione italiana (i 12 milioni di cittadini più poveri) [11]. Eppure questi 1,5 milioni di ricchi pagano la stessa aliquota di tasse di chi guadagna 75.000 euro lordi all’anno (circa 3.670 euro netti al mese).
Come affermano grandi economisti se si vuole combattere la povertà bisogna combattere l’eccessiva ricchezza: aumentare le tasse a ricchi e benestanti (aumento delle aliquote IRPEF, patrimoniale, aumento dell’IVA sui beni di lusso, tassa sulle transazioni finanziarie ecc.), combattere l’elusione e la grande evasione fiscale, costringerli a dare salari non da fame ai loro lavoratori ecc. In questa maniera Stato, Regioni, Comuni potranno avere le risorse necessarie per svolgere al meglio e con il dovuto personale le loro funzioni (sanità, trasporti, opere pubbliche, ambiente, scuola, cultura, politiche sociali ecc.) e di ciò beneficeranno tutti i cittadini [12].
D’altra parte la Storia ci insegna che il maggiore sviluppo economico si è avuto quando si sono fatte pagare molte tasse a ricchi e benestanti: negli anni ‘50-’60 l’aliquota massima negli Stati Uniti era del 70%, in Germania e Giappone dell’80%, in Italia del 90% ed è stato il periodo del boom.

 
Note: 1) ISTAT 2021; 2) ISTAT 2020; 3) Forbes https://forbes.it/2019/06/26/salario-minimo-rischi-esplosione-lavoro-nero; 4) Eurostat 2018; 5) www.infodata.ilsole24ore.com/2018/11/20/pil-reddito-tasse-calcola-la-pressione-fiscale-europ/?refresh_ce=1; 6) https://taxfoundation.org/estate-and-inheritance-taxes-around-world/#_ftn1; 7) www.ssef.it/sites/ssef/files/Documenti/Rivista%20Tributi/Supplemento%201-%20Libro%20Bianco/Capitoli%201%20-%20I.pdf; 8) Centro nuovo modello di sviluppo http://www.cnms.it/images/documenti/Gesualdi_contronarrazione-debito.pdf; 9) Boston Consulting Group: Rapporto sulla ricchezza globale, 2019; 10) www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_07.10.2020_14.04_39210392; https://focsiv.it/wp-content/uploads/2019/06/8.3.b-report-IT_ita.pdf; 12) Sono ormai numerosi gli economisti che sostengono ciò, per esempio Picketty, Stiglitz, Krugman, Tobin, Schmitt, Zipperer, Saez, Zucman, Diamond, Atkinson ecc.

 
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Ti consigliamo un film e un libro
Film: Il diritto di opporsi, di DD Cretton. con MB. Jordan, B Larson, TB Nelson, J Foxx, 2019. Un giovane avvocato laureatosi ad Harvard decide di svolgere la sua professione in Alabama difendendo i detenuti nel braccio della morte. L’avvocato è afroamericano come i detenuti e l’Alabama è lo Stato più razzista degli USA. Il film è basato su una storia vera
Libro: Baciammo la terra di MH Geeldon, Gaspari editore, 2020, pag. 83. Il racconto del viaggio di un giovane che lascia la Somalia, attraversa l’Etiopia, il Sudan, la Libia e il Mar Mediterraneo, per raggiungere la mitica Europa e dare un futuro a lui e alla sua famiglia rimasta in patria. La migrazione raccontata da chi l’ha scelta e subita sulla propria pelle. Il protagonista/autore matura una nuova visione della migrazione e dell’Europa e anche il lettore.
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E´ ormai accertato che quando centinaia o migliaia lettere chiedono notizie e giustizia per i perseguitati politici, le autorità poco rispettose dei diritti umani molto spesso cambiano comportamento nei confronti di questi perseguitati. Grazie a questa strategia fatta propria da Amnesty centinaia e centinaia di perseguitati politici sono riusciti ad avere salva la vita e a riacquistare la libertà. Per questo firma le azioni urgenti di Amnesty (www.amnesty.it/elenco-appelli-firma-online.html).

 
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Carissimi

 

vi segnaliamo alcuni video utili per risvegliare la carità e la fratellanza e combattere i pregiudizi. Sono video brevi (da 1 a 10 minuti), accattivanti e che colpiscono. Gli ultimi due affrontano il tema anche con umorismo. Vi invitiamo a visionarli, a utilizzarli e a diffonderli.

 

I video del Papa: Ascoltare le grida dei migranti
https://www.youtube.com/watch?v=JM6FQJ6wcmI

 

I video del Papa: Promozione della pace nel mondo
https://www.youtube.com/watch?v=gtulH3MDAwU&list=PLmADjQKFi6OcKjBUFxz74pykPjqekmrLA

 

Vaticano. Migrants & Refugees Section: Non si tratta solo di migranti. Si tratta della carità.
https://www.youtube.com/watch?v=YkU2oHX7JWI

 

Il dramma dei profughi tra Bosnia e Croazia:
https://www.youtube.com/watch?v=ZWp5yvZeYks

 

Caritas Italiana: come funziona il progetto "Corridoi umanitari"?
https://www.youtube.com/watch?v=ulS3FTdGvyc

 

U. Russo Krauss: Un pugno al cuore
www.youtube.com/watch?v=pOZvhzfhFfE

 

U Russo Krauss: Anche noi
www.youtube.com/watch?v=dochQxEMRZA&t=5s

 

P Russo Krauss: Requiem
www.youtube.com/watch?v=44V4JapxQsM&feature=youtu.be

 

I Sansoni: Non sono problemi nostri.
https://www.youtube.com/watch?v=T38TVnpq4fs&t=19s

 

Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo: Contro ogni discriminazione
https://www.youtube.com/watch?v=V-Esm-etsAs

Pace e bene

 

Comunità Cristiana di Via Caldieri
Napoli

 

 

 

IL VANGELO DI GAETANO LASTILLA 2021

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II^ DOMENICA DI PASQUA- 11.04.2021

Gv 20,19-31 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».

Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Commento di don Gigi Pini Sono secoli che miliardi d’uomini e di donne ci raccontano con la vita la loro fede nel Cristo Risorto. Il mondo intero è pieno di testimonianze concrete di una fede vera e sincera. Eppure la tentazione di Tommaso è la nostra tentazione. Anch’io come lui ho una voglia matta e un bisogno matto di “toccarlo”!

La mia mamma, don Siro, tanti amici e amiche mi hanno detto che “hanno visto il Signore”...lo hanno visto nella loro vita perché lo hanno sentito vicino e presente nei momenti no e in quelli sì, il loro cuore ha visto e toccato.

Tanti bambini me lo hanno detto con la loro ingenua e forte semplicità, liberi da interessi ed impalcature schiavizzanti...loro me l’hanno detto che vogliono bene al Signore, che hanno parlato con Lui, che… Io sono ancora tentato di dire: “...se non vedo…”

 

Credo che siamo in tanti nella situazione di Tommaso...io almeno, vorrei esserci perché, dopo, lui ha avuto lo scatto giusto, la reazione forte.

Mi viene in mente però che il Risorto ha detto: “ Se non vi convertirete e non ritornerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. (Mt 18,3) Ho voglia d’avere la loro fiducia sincera e totale, voglio essere libero da condizionamenti che sono soltanto scuse e alibi, voglio fidarmi di Lui, della mia mamma, di don Siro, dei miei amici e delle mie amiche, dei bambini…

Ho voglia di avere lo “scatto” di Tommaso. “ Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno”. Voglio essere uno di quelli. Buona vita. Un grande abbraccio.

 

Ciao Buona Pasqua!

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE


E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

DOMENICA DI PASQUA- 04.04.2021

Gv 20,1-9 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».

Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte

.Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

“E vide e credette.”

Pietro e Giovanni si mettono a correre. Maria di Magdala ha detto che il sepolcro è vuoto... e allora di corsa per vedere! E' vuoto davvero! E' il risultato del duello finale: la sfida è stata vinta dalla vita.

La morte è svuotata, ha perso, non potrà mai più avere ragione. E' festa, una festa vera. Vivere non sarà, mai più, un’inutile sofferenza o un tragico equivoco o un tempo anagrafico o...

Vivere sarà la condizione del "sempre", dell'eterno, dell'infinito. Morire sarà il passaggio nel buio per arrivare alla Luce di una vita per sempre. Darsi da fare, lottare per la giustizia, operare per la pace, difendere i deboli, studiare, lavorare, divertirsi, amare... tutto questo ha senso perché il sepolcro è vuoto: Lui è Risorto.

 

È talmente grande questo giorno di festa che dura otto giorni: sì, è come se per otto giorni fosse sempre lo stesso giorno, quello di Pasqua. Beh, ne vale davvero la pena perché da qui si motiva tutto il nostro esistere e il nostro morire.

Ci fidiamo di tanti, non vale la pena di fidarsi di Pietro e di Giovanni? Ci fidiamo di troppi, non vale forse la pena di fidarci di Lui che ha detto: « lo sono la risurrezione e la vita.»? Facciamo festa allora!

 

Sinceri e cordiali auguri di Buona Pasqua!

LO POTRETE VEDERE SU YOUTUBE


E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

V DOMENICA DI QUARESIMA - 21.03.2021

 

Gv 12,20-33 - In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Gesù prima ci parla di vita, che vincerà la morte e risorgerà e adesso invece ci dice che bisogna morire, che confusione…ma allora! No, nessuna confusione! Anche perché non serviva dirci che bisogna morire, lo sappiamo tutti: chi nasce sa per certo che alla fine dovrà morire.

Ma il discorso non vuole metterci addosso angoscia e tristezza né farci passare la voglia di vivere… No, al contrario, il suo discorso è per insegnarci a vivere bene per non arrivare, alla fine, delusi e con le mani vuote. Morire vuol dire vivere fino in fondo, portare frutto. Bisogna imparare a morire perché bisogna imparare a vivere.

E’ una tragica illusione quella di credere che sia meglio conservarsi, riguardarsi, tutelarsi…Sì, va bene, ma con intelligenza, perché in ogni caso arriva la fine. E non c’è niente di più triste di un chicco di grano che è rimasto “chicco di grano”: non serve né a se stesso, né agli altri...non sarà mai “pane”.

Così per noi: chiudersi non serve a nulla, isolarsi non porta da nessuna parte, fare gli egoisti non ti regala neppure un attimo di vita in più. Bisogna diventare “pane”, “regalo” per se stessi e per gli altri. Come? Seguendo Lui nel “servire”, nel metterci a Sua disposizione. “Chi ama la sua vita la perde…”, è scritto in Giovanni (12, 25) dove il verbo “ama” sta per “la tiene solo per se stesso”. Bisogna imparare a lasciarsi “macinare” dentro quell’umanità che è “compagna di viaggio” del nostro andare nella vita…

Bisogna lasciarsi “macinare” perché insieme si diventi “farina” per “fare quel pane” che può togliere la fame di libertà, di giustizia, di verità, d’amore che ogni giorno si sente urlare dentro la storia… E’ il mio “tempo”, allora, che devo imparare a condividere con Lui e con gli altri. Domenica dopo domenica ci dirà che cosa e come possiamo fare. Buona vita. Un grande abbraccio.

 

Ciao, don Gigi

V DOMENICA DI QUARESIMA

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DOMENICA DELLE PALME - 28.03.2021

 

Gv 15, 22-39 Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.

 

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!».

Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

 

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere».

Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!»

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

E’ un falso arrivo, è un falso trionfo...qualcuno sta già pensando di bloccare tutto perché è deluso. E, quel “qualcuno”, è uno dei “suoi”, uno dei dodici. Arriva il tradimento.

E’ il rischio di chi riduce il Cristo alla sola dimensione “politica” e che per Giuda voleva dire la liberazione del suo popolo dalla dominazione romana e riprendersi così la propria libertà, la propria identità.

Il Cristo invece è per la liberazione totale e controcorrente: è quella di tutto l’uomo. E per arrivare al Suo obiettivo, durante il tradimento, “inventa” l’Eucarestia, il Sacramento del Pane-Corpo da mangiare, il Sacramento dell’Incontro con Lui e non quello dei riti...e “inventa” anche il gesto dei piedi da lavare: il servire gli altri, tutti. Non si arriva da nessuna parte così! E’ stata tutta una tragica illusione! Va consegnato al tribunale dei Grandi… Arriva così un processo farsa per una condanna vera, un giudizio superficiale per una croce vera. E’ la fine di un sogno?

 

Davanti a quella croce però, davanti al “fenomeno” umiliato e apparentemente sconfitto c’è un pagano, un estraneo, uno che veniva da fuori: il centurione avrà certamente sentito parlare di Lui in una qualche osteria della Galilea o della Giudea, gli avranno raccontato qualche “fatto strano” su di Lui...e adesso però è lì, di fronte, e lo “vede morire”, “vede” il modo del suo morire. Proprio lui, il pagano, sotto la croce, fa la prima grande professione di fede. Il centurione ha capito tutto: quel Galileo, quell’uomo è il Figlio di Dio...e questo è il culmine del Vangelo di Marco

Sono scappati tutti, quasi tutti...lui doveva essere lì, era il suo mestiere di soldato a farlo essere lì… E se anche noi avessimo il coraggio di metterci di fronte a Lui? La Settimana Santa, tappa finale, ci offre questa opportunità. Buona settimana...viviamola alla grande con Lui al centro. Un grande abbraccio. Ciao Don Gigi

 

V DOMENICA DI QUARESIMA - 21.03.2021

 

Gv 12,20-33 - In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

 

Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora?

Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

 

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».

Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Gesù prima ci parla di vita, che vincerà la morte e risorgerà e adesso invece ci dice che bisogna morire, che confusione…ma allora! No, nessuna confusione! Anche perché non serviva dirci che bisogna morire, lo sappiamo tutti: chi nasce sa per certo che alla fine dovrà morire. Ma il discorso non vuole metterci addosso angoscia e tristezza né farci passare la voglia di vivere…

 

No, al contrario, il suo discorso è per insegnarci a vivere bene per non arrivare, alla fine, delusi e con le mani vuote. Morire vuol dire vivere fino in fondo, portare frutto. Bisogna imparare a morire perché bisogna imparare a vivere.

E’ una tragica illusione quella di credere che sia meglio conservarsi, riguardarsi, tutelarsi…Sì, va bene, ma con intelligenza, perché in ogni caso arriva la fine. E non c’è niente di più triste di un chicco di grano che è rimasto “chicco di grano”: non serve né a se stesso, né agli altri...non sarà mai “pane”.

 

Così per noi: chiudersi non serve a nulla, isolarsi non porta da nessuna parte, fare gli egoisti non ti regala neppure un attimo di vita in più. Bisogna diventare “pane”, “regalo” per se stessi e per gli altri. Come? Seguendo Lui nel “servire”, nel metterci a Sua disposizione. “Chi ama la sua vita la perde…”, è scritto in Giovanni (12, 25) dove il verbo “ama” sta per “la tiene solo per se stesso”. Bisogna imparare a lasciarsi “macinare” dentro quell’umanità che è “compagna di viaggio” del nostro andare nella vita…

Bisogna lasciarsi “macinare” perché insieme si diventi “farina” per “fare quel pane” che può togliere la fame di libertà, di giustizia, di verità, d’amore che ogni giorno si sente urlare dentro la storia…

E’ il mio “tempo”, allora, che devo imparare a condividere con Lui e con gli altri. Domenica dopo domenica ci dirà che cosa e come possiamo fare. Buona vita. Un grande abbraccio.

 

Ciao, don Gigi

 

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4 DOMENICA QUARESIMA - LA CROCE, LA LUCE DEL MONDO

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Notiziario periodico di Tele Maria / n.18-2021 
 Ancona, Domenica 4 aprile 2021 - RISURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE 

  a cura del Prof. Giorgio N

icolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.83552 - Cell. 339.6424

 

PASQUA DI RISURREZIONE 2021
GESU' IL SIGNORE DELLA VITA E' DAVVERO RISORTO!

 

 Fratelli e Sorelle carissimi,
la Parola e il Pane dell'Eucaristia,
mistero e dono della Pasqua,
restano nei secoli come memoria perenne
della passione, morte e risurrezione di Cristo!
Anche noi oggi, Pasqua di Risurrezione,
con tutti i cristiani del mondo ripetiamo:
Gesù, crocifisso e risorto, rimani con noi!
Resta con noi, amico fedele e sicuro sostegno
dell'umanità in cammino sulle strade del tempo!
Tu, Parola vivente del Padre,
infondi fiducia e speranza in quanti cercano
il senso vero della loro esistenza.
Tu, Pane di vita eterna, nutri l'uomo
affamato di verità, di libertà, di giustizia e di pace.

San Giovanni Paolo II

 

LA RISURREZIONE DI GESU'
tratto da
LA MISTICA CITTA' DI DIO
Vita di Maria scritta dalla Venerabile Maria d'Agreda
 
Venerabile Maria di Gesù d'Agreda
(1602-1665)
Trasformò la sua casa in un convento di cui venne eletta priora e condusse una vita di austera penitenza. In bilocazione annunciò il Vangelo agli Indiani del Nuovo Messico. Nel 1637, su ispirazione soprannaturale, iniziò a scrivere La Mistica Città di Dio e Vita della Vergine, ritrascritta poi dal 1655 al 1660. L'Immacolata è la protagonista del cielo, è la città mistica nella quale Dio si compiace di abitare. Si prodigò per la pace delle nazioni, scrivendo ad Alessandro VII e a Filippo IV di Spagna. Afferma che la Madonna ha visto con una visione dettagliata, con un'esperienza spirituale, i vari momenti della Passione e i motivi profondi per i quali Gesù ha affrontato la flagellazione, la coronazione di spine, la croce.
 
Cristo, nostro salvatore, risorgeed appare alla sua Madre beatissima,accompagnato dai santi padri del limbo.

1466. L'anima santissima di Cristo si trattenne nel limbo dalle tre e mezzo pomeridiane del venerdì sino a dopo le tre del mattino della domenica seguente. A tale ora egli tornò al sepolcro, accompagnato come principe vittorioso dagli stessi angeli che aveva portato con sé e da coloro che aveva riscattato da quelle carceri sotterranee, come spoglie della sua conquista e come pegno del suo magnifico trionfo, abbandonando prostrati e castigati i suoi ribelli nemici. Là c'erano molti altri spiriti celesti, che custodivano la tomba onorando le sacre membra unite alla divinità. Alcuni di essi, per comando della loro Regina, avevano recuperato il sangue sparso, i brandelli di carne saltati per le ferite, i capelli strappati dal sublime capo e il resto che apparteneva all'ornamento e alla totale integrità della sua umanità beatissima; di tutto ciò si prese cura la Madre della prudenza. Conservavano queste reliquie, esultando ciascuno per la parte che gli era toccato in sorte di raccogliere. Prima di ogni altra cosa, fu mostrato ai padri il corpo del loro Salvatore, piagato, lacerato e sfigurato, come lo aveva ridotto la crudeltà dei giudei. Tutti costoro lo adorarono, riconoscendolo anche da morto, e proclamarono di nuovo che veramente il Verbo fatto uomo si era caricato dei nostri dolori e aveva estinto il nostro debito, pagando con sovrabbondanza alla giustizia dell'eterno Padre quello che noi meritavamo, essendo egli irreprensibile e senza colpa. I nostri progenitori Adamo ed Eva compresero la strage compiuta dalla loro disobbedienza, il penoso rimedio che essa aveva avuto e l'immensa bontà e misericordia di Gesù. I patriarchi e i profeti videro adempiuti i loro oracoli e le speranze delle promesse superne. Sentendo nella gloria delle loro anime l'effetto della copiosa redenzione, lodarono ancora l'Onnipotente e il Santo dei santi, che l'aveva operata con una disposizione tanto meravigliosa della sua sapienza.

1467. Dopo di ciò, davanti a tutti loro, i ministri dell'Altissimo restituirono al corpo defunto i pezzi che avevano radunato come frammenti venerabili, riportandolo alla sua completezza e perfezione; nel medesimo istante l'anima santissima del Signore si ricongiunse ad esso, dandogli vita e splendore immortale. Al posto del lenzuolo e delle unzioni con cui era stato sepolto, fu rivestito dei quattro doni della gloria, cioè della chiarezza, dell'impassibilità, dell'agilità e della sottigliezza, e questi dall'anima si trasmisero al corpo divinizzato. Erano dovuti all'Unigenito come per eredità e partecipazione naturale dall'istante della sua concezione, perché fin da quel momento la sua anima santissima era stata glorificata e la sua umanità innocentissima unita alla divinità; in tale occasione, però, essi erano rimasti sospesi, senza ridondare nel corpo purissimo, per lasciarlo soggetto alle sofferenze e permettergli, privandosene, di conseguire la nostra gloria. Quando risorse gli vennero con ragione riconsegnati in misura proporzionata all'unione della sua anima con la divinità e alla gloria corrispondente. Come questa è inspiegabile ed ineffabile per la nostra scarsa capacità, così è impossibile anche definire adeguatamente con parole e con esempi quella delle sue membra divinizzate, perché a paragone anche il cristallo è oscuro. La luce che contengono e riflettono sovrasta quella degli altri corpi gloriosi come il giorno vince la notte e un migliaio di soli una singola stella. Se anche si facesse confluire in qualche essere la bellezza di tutti gli altri, sembrerebbe bruttezza al confronto e nell'intero universo non ce n'è alcuno simile.

1468. L'eccellenza di tali quattro doti superò allora di gran lunga quella che esse avevano avuto sul Tabor ed in altri frangenti nei quali Cristo aveva mutato il suo aspetto: il suo sacro corpo le aveva sempre avute di passaggio e nel modo conveniente al fine per il quale si era trasfigurato, mentre in questo caso le ebbe con pienezza per goderne perennemente. Per mezzo dell''impassibilità" esso divenne invulnerabile rispetto ad ogni potere creato, perché niente era in grado di alterarlo o cambiarlo. Tramite la "sottigliezza" fu purificato a tal punto da poter penetrare negli altri corpi senza incontrare resistenza, come un semplice spirito; così, attraversò la pietra del sepolcro senza muoverla né spezzarla, nella stessa maniera in cui era uscito dal grembo verginale della castissima Madre. L'"agilità" lo rese tanto libero dal peso e dalla lentezza della materia da oltrepassare quella degli angeli immateriali e da dargli facoltà di spostarsi da un luogo all'altro con più rapidità di loro, come accadde nelle apparizioni agli apostoli e in altre circostanze. Le sacre piaghe, che prima deformavano il suo beatissimo corpo, diventarono nei piedi, nelle mani e nel costato così graziose e sfavillanti da farlo stupendo, in modo ammirevole. Il nostro Salvatore si alzò dalla tomba con tutta questa magnificenza e maestà, e alla presenza dei santi e dei patriarchi promise a tutto il genere umano che, come frutto della sua risurrezione, ciascuno sarebbe risuscitato nel proprio corpo e i retti sarebbero stati glorificati in esso. Come pegno di questa assicurazione e come caparra della risurrezione universale, ordinò alle anime di molti tra coloro che si trovavano lì di ricongiungersi ai loro corpi e di risuscitarli per l'immortalità. Tale comando fu immediatamente eseguito ed essi tornarono in vita, come riferisce Matteo anticipando il mistero. Fra di loro vi furono sant'Anna, san Giuseppe, san Gioacchino ed altri padri che si erano distinti nella fede e nella speranza dell'incarnazione, desiderandola e domandandola con più insistenza. Come premio per queste opere, fu anticipata la glorificazione dei loro corpi.

1469. Oh, come già si mostrava vigoroso e mirabile, vittorioso e forte questo leone di Giuda, figlio di Davide! Nessuno si destò mai dal sonno con la velocità con cui egli si svegliò dalla morte. Subito, alla sua voce imperiosa, le ossa rinsecchite e disperse di tali vecchi cadaveri si accostarono e la carne, ormai trasformata in polvere, si formò di nuovo e si unì ad esse ricostituendo l'antico corpo, migliorato dai doni di gloria che ridondavano dall'anima glorificata da cui riceveva vita. Tutti quei giusti furono fatti risorgere in un attimo e stettero in compagnia del loro Redentore, più rifulgenti del sole stesso, puri, leggiadri, trasparenti e leggeri per seguirlo ovunque. Con la loro sorte beata ci confermarono nella fiducia di contemplarlo nella nostra stessa carne, con i nostri stessi occhi, e non con quelli di altri, come aveva profetizzato Giobbe per darci consolazione. La Regina era informata di tutti questi segreti e partecipava di essi con l'illuminazione che aveva nel cenacolo. Nell'istante in cui l'anima santissima di Gesù entrò nel proprio corpo fu comunicato a quello di Maria il gaudio che era rimasto trattenuto nella sua anima, e come concentrato in essa in attesa della risurrezione di lui. Questo beneficio fu tale da portarla dalla pena alla letizia, dalla tristezza alla contentezza, dal dolore alla felicità ineffabile e al riposo. In quell'occasione Giovanni si recò a visitarla, come aveva fatto il giorno precedente, per rincuorarla nella sua amara solitudine, e scorse improvvisamente colma di splendore e di contrassegni di gloria colei che poco innanzi riconosceva appena nella sua afflizione. Si meravigliò e, avendola osservata con grande riverenza, giudicò che Cristo dovesse essere già risorto, poiché ella era così rinnovata.

stà e i meriti da lei acquistati in esso; il conforto che le veniva dalla mano onnipotente di lui era proporzionato ai suoi molteplici affanni. (Continua)

 

Insegnamento della Regina del cielo

1474. Carissima, rallegrati nell'afflizione che provi nel riconoscere il tuo discorso insufficiente per esporre ciò che il tuo intimo afferra di realtà tanto sublimi quali sono quelle delle quali hai scritto. È trionfo della persona e onore del suo Autore che essa si dia per vinta di fronte ad arcani così ammirevoli, tanto più che nella carne peritura si possono capire in misura minore. Io sentii i tormenti del mio adorato e, anche se non persi la vita, sopportai in maniera inesplicabile i dolori propri del decesso. A questo ebbe proporzionatamente seguito in me una straordinaria risurrezione mistica ad un modo di essere più elevato nella perfezione e negli atti. Essendo l'Altissimo infinito, quantunque se ne partecipi molto si ha ancora tanto da intendere, gustare, amare. Perché adesso tu possa indagare qualcosa della gloria del mio Signore, della mia e di quella degli eletti, scorrendo le doti del corpo glorioso, ti voglio proporre la regola per passare a quelle dell'anima. Ti è noto che queste sono: "visione", comprensione e fruizione; le prime, invece, sono quelle che hai già ripetuto: "chiarezza", "impassibilità", "sottigliezza" e "agilità". (Continua)

 

Ancona, Giovedì, 1° aprile 2021 - GIOVEDI' SANTO 

  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it - Tel./Fax 071.

 

  L'ULTIMA CENA DI GESU' NELLE RIVELAZIONI DEI SANTI

IL MIRACOLO EUCARISTICO DI LANCIANO

LA MISTICA CITTA' DI DIO
L'ULTIMA CENA DI GESU'
NELLE RIVELAZIONI ALLA VENERABLE MARIA D'AGREDA

CAPITOLO 11
 Cristo, nostro salvatore, celebra la cena sacramentale ed istituisce l'eucaristia, consacrando il pane e il vino nel suo sacratissimo e vero corpo e sangue: le preghiere e le invocazioni che fece; come comunicò la sua santissima Madre, ed altri misteriosi prodigi che avvennero in questa occasione.
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http://rosarioonline.altervista.org/libri/la%20mistica%20citta%20di%20Dio/index.php?dn=6-11 
(... omissis...)
1181. Cristo, nostro bene, celebrò la cena prevista dalla legge, come era suo solito, adagiato in terra con gli apostoli, sopra una mensa o predella che si alzava dal suolo poco più di sei o sette dita, conformemente all'usanza dei giudei. Terminata la lavanda dei piedi, sua Maestà ordinò di preparare un'altra mensa più alta, simile a quella che oggi usiamo per mangiare. Con questa cerimonia pose fine alle cene ed alle rappresentazioni sommesse e figurative, e diede inizio al nuovo convito in cui istituì la legge di grazia. Da qui prese avvio la consuetudine, che permane nella Chiesa cattolica, di consacrare su una mensa o su un altare. I santi apostoli coprirono la nuova mensa con una tovaglia molto preziosa e sopra di essa posero un piatto o sottocoppa ed una coppa grande a forma di calice, sufficiente a ricevere il vino necessario, secondo il volere di Cristo nostro salvatore che con la sua potenza e divina sapienza preveniva e disponeva tutto. Il padrone di quella casa mosso da un grande impulso gli offrì questi vasi preziosi, ricchi di pietra simile a smeraldo. In seguito, furono usati dai santi discepoli per la consacrazione, quando riconobbero il tempo più opportuno e conveniente per celebrare. Gesù si sedette a mensa con i Dodici e con altri seguaci, e chiese che gli portassero del pane genuino, senza lievito, che pose sul piatto, e del vino puro con il quale riempì il calice della quantità necessaria.
(... omissis...)
 1191. Dopo quanto si è detto, il divin Maestro prese nelle sue venerabili mani il pane che era sul piatto, chiedendo interiormente al Padre quasi il permesso e il beneplacito per farsi veramente e realmente presente nell'ostia, sia in quell'ora che anche dopo nella santa Chiesa, in virtù delle parole che stava per pronunciare. In atto di obbedienza, alzò allora gli occhi al cielo con tanta maestosità da suscitare negli apostoli, negli angeli e nella stessa Vergine un nuovo timore riverenziale. In seguito proferì le parole della consacrazione sopra il pane, lasciandolo mutato transustanzialmente nel suo vero corpo, e sopra il calice del vino, convertendolo nel suo vero sangue. Nel momento in cui Cristo nostro Signore terminò di pronunziare la formula, risuonò la voce dell'eterno Padre che diceva: «Questi è il mio Figlio dilettissimo, in cui è e sarà il mio compiacimento sino alla fine del mondo; egli starà con gli uomini per tutto il tempo che durerà il loro esilio terreno». Questa stessa dichiarazione fu confermata anche dallo Spirito Santo. La santissima umanità di Cristo, nella persona del Verbo, fece un profondo inchino alla divinità presente nel suo corpo e nel suo stesso sangue. La vergine Madre, che se ne stava ritirata e raccolta in preghiera, in quell'istante si prostrò a terra e adorò il suo Figlio sacramentato con incomparabile rispetto; similmente fecero anche gli angeli assegnati alla sua custodia, tutti gli spiriti celesti, ed infine Enoch ed Elia in nome loro e degli antichi patriarchi e profeti delle leggi naturale e scritta.

1192. Tutti gli apostoli e i discepoli prestarono fede a questo eccelso mistero - eccetto Giuda il traditore - e lo adorarono con profonda umiltà e venerazione, ciascuno secondo la propria disposizione. Quindi il nostro gran sacerdote Cristo innalzò il suo corpo e il suo sangue, affinché lo adorassero tutti coloro che assistevano a questa prima Messa: e così avvenne. In questa solenne elevazione furono illuminati interiormente più degli altri la sua purissima Madre, san Giovanni, Enoch ed Elia perché conoscessero in modo sublime come nelle specie del pane fosse presente il sacratissimo corpo, in quelle del vino il sangue, ed in entrambe tutto Cristo vivo e vero, per l'unione inseparabile della sua santissima anima con il suo corpo e il suo sangue. Essi avrebbero compreso anche come in questo sacramento vi fosse la presenza dell'intera Divinità, come nella persona del Verbo stessero quelle del Padre e dello Spirito Santo, e come in modo mirabile e misterioso per mezzo di queste unioni, di queste esistenze inseparabili e concomitanti restassero presenti nell'eucaristia tutte e tre le Persone con la perfetta umanità di Cristo nostro Signore. La divina Signora penetrò profondamente tutto ciò, mentre gli altri lo capirono nella misura a ciascuno conveniente. Tutti coloro che erano presenti a questo prodigioso evento poterono comprendere anche l'efficacia delle parole della consacrazione, e come queste fossero già cariche della forza divina affinché, pronunziate con l'intenzione di Cristo da qualsiasi sacerdote presente e futuro sui rispettivi elementi, convertissero la sostanza del pane nel suo corpo e quella del vino nel suo sangue, lasciando gli accidenti senza soggetto e con una nuova maniera di sussistere, senza andare perduti. Tutto ciò riporta una certezza così assoluta ed infallibile che scompariranno il cielo e la terra prima che manchi l'efficacia di questa formula di consacrazione, purché venga debitamente pronunziata dal ministro e sacerdote di Cristo.
(... omissis...) 
 1196. Un'ammirazione ancor più grande mi desta quel che successe a Gesù; egli dopo aver innalzato il Santissimo Sacramento affinché - come ho già detto - i discepoli lo adorassero, lo spezzò con le sue sacre mani, comunicando innanzitutto se stesso, come primo e sommo sacerdote. E riconoscendosi, in quanto uomo, inferiore alla Divinità che egli riceveva nel suo stesso corpo e sangue, si umiliò, si prostrò fino all'annientamento ed ebbe come un tremore nella parte sensitiva, manifestando, con ciò, due cose: l'una, la riverenza con cui si doveva ricevere il suo sacratissimo corpo; l'altra, il dolore che sentiva per la temerità e l'audacia con cui molti uomini avrebbero ardito accostarsi a questo altissimo ed eminente sacramento per riceverlo o toccarlo. Gli effetti che produsse in Cristo, nostro bene, la comunione furono mirabilmente divini, perché per un breve lasso di tempo ridondò in tutto il suo corpo lo splendore della gloria della sua santissima anima, come sul Tabor. Questa meraviglia fu manifestata pienamente alla sua purissima Madre e ne compresero solo qualcosa san Giovanni, Enoch ed Elia. Con questo privilegio la santissima umanità si dispensò dal ricevere sollievo o dal nutrire sino alla morte qualche desiderio. La vergine Madre vide anche con speciale visione come il suo santissimo Figlio ricevesse se stesso sacramentato e rimanesse così nel suo divin petto. Tutto ciò provocò magnifici effetti nella nostra Regina.

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Notiziario periodico di Tele Maria / n.16-2021 
 Ancona, Domenica 28 marzo 2021 


 LA PROPOSTA 
 DI UN CALENDARIO UNIVERSALE 

 IN RICHIAMO DELLA VITA  DAL CONCEPIMENTO


 L'ANNUNCIAZIONE
AVVENUTA NELLA SANTA CASA 
Dal Vangelo secondo LUCA 1,26-38


Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.


 L'ANTICO CAPODANNO TOSCANO UNA PROPOSTA PER IL FUTURO 

 A VALORIZZAZIONE DELLA VITA DAL MOMENTO DEL CONCEPIMENTO 

 

   Il Capodanno fiorentino è una delle festività ufficiali del Comune di Firenze e si celebra il 25 MARZO di ogni anno. Tale festività ricorda che, per la città di Firenze, l'anno civile, fino al 1750, cominciava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa Cattolica aveva collocato la festa dell'ANNUNCIAZIONE. La festa era stata collocata al 25 marzo in corrispondenza del nono mese antecedente la nascita di Gesù a indicare il momento della sua INCARNAZIONE.
   Nel 1582 entrò in vigore il Calendario Gregoriano che fissava l'inizio dell'anno al 1° Gennaio, ma Firenze continuò a considerare il 25 marzo come il suo Capodanno.
   Nel 1749, il Granduca Francesco III di Lorena (Francesco Stefano, imperatore con il nome di Francesco I) impose la data del 1º gennaio come giorno ufficiale per l'inizio dell'anno, con l’obiettivo di standardizzare le registrazioni nelle scritture pubbliche e per usi commerciali. All'interno della Loggia dei Lanzi, sulla parete destra guardando la loggia dall'esterno, è presente una targa che ricorda la riforma di Francesco III.
   A Firenze, perciò, e in tutta la Toscana, fino a quella data del 1° gennaio 1750, si continuava a utilizzare il calendario giuliano che iniziava il 25 marzo, perché era la data in cui la Chiesa celebrava l'Annunciazione e l'Incarnazione del Figlio di Dio nella Vergine Maria, esattamente 9 mesi prima della nascita di Gesù Cristo.
 
 Questa tradizione, molto sentita dai fiorentini e in Toscana, dall'anno 2000 a Firenze si è tornati a festeggiarla ufficialmente, rievocando questa antica ricorrenza del Capodanno Fiorentino, come nel Medioevo. Nella data del 25 marzo, infatti, il Comune organizza ogni anno un corteo storico per accompagnare l'evento, con tanto di figuranti in costume, musica e sbandieratori. Solitamente il corteo parte dal Palagio di Parte Guelfa e si sviluppa nel percorso per le vie cittadine, fino alla Basilica della SS. Annunziata, dove a quel tempo, i contadini si recavano in pellegrinaggio per andare a rendere omaggio alla sacra effige di Maria.

   Il Corteo porta un omaggio floreale di gigli bianchi alla Cappella della Sacra effige della Santissima Annunziata. Nella città consacrata alla Madonna, infatti, il nucleo delle celebrazioni non poteva che essere la Basilica della SS.ma Annunziata, storicamente legata al culto della Madonna, che ospita al suo interno un affresco dell'Annunciazione con il volto della Vergine che secondo la tradizione è stato dipinto dagli angeli.

SEGUE

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 I MISTERI DEL TERZO SEGRETO DI FATIMA
Pubblicato in Pax et Justitia del 14 marzo 2017

Svelata una lettera con la drammatica visione di suor Lucia: «Vedo la terra scuotersi e tremare, città e villaggi sepolti, rasi al suolo, inghiottiti, montagne di gente indifesa, vedo i fiumi e i mari che trasbordano e inondano e le anime che dormono il sonno della morte». Nel libro "FATIMA. TUTTA LA VERITA'", scritto da Saverio Gaeta per le Edizioni San Paolo (240 pagine, 15 euro), si trova la più aggiornata e completa inchiesta sulla storia e il messaggio delle apparizioni ai tre pastorelli portoghesi.


SEGUE

 

Notiziario periodico di Tele Maria / n.15-2021 

 Ancona, Mercoledì 24 marzo 2021 


 LA MADONNA DI LORETO  PATRONA DELL'AVIAZIONE 

 IN RICONOSCIMENTO  DELLA VERITA' STORICA 
 DEI VOLI MIRACOLOSI DELLA SANTA CASA 

 (24 marzo 1920 - 24 marzo 2021) 


 DOCUMENTI STORICI E TESTIMONIANZE IN RICORDO DELLA PROCLAMAZIONE DELLA MADONNA DI LORETO 

 A PATRONA DELL'AVIAZIONE 

 ANCONA E LORETO, CITTA' DELLA FEDE 
Un nuovo libro del Prof. GIORGIO NICOLINI, con la prefazione del Card. ANGELO COMASTRI
liberamente scaricabile con autorizzazione alla pubblicazione in Siti Internet
od alla trasmissione ai propri contatti WhatsApp, Telegram o Posta Elettronica e/o in ogni altro "social"

 Clicca QUI  per scaricare e diffondere il PD

Per richieste del libro in stampa scrivere a redazione@telemaria.it oppure telefonare al 339.6424332

 

 

 

Ancona, Venerdì 19 marzo 2021 

  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - 


  SAN GIUSEPPE UOMO GIUSTO 

 SPOSO DI MARIA VERGINE MADRE DI DIO 
 PADRE PUTATIVO DEL FIGLIO DI DIO 
 PATRONO DELLA SANTA CHIESA 

 TERRORE DEI DEMONI 

SAN GIUSEPPE, UOMO GIUSTO

OMELIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II
Livorno, 19 marzo 1982 

   Sono qui oggi, insieme con voi per venerare san Giuseppe nel giorno in cui lo venera la Chiesa intera. Essa lo venera come merita quell’ammirevole “uomo giusto”, sposo – dinanzi alla legge – di Maria, Vergine di Nazaret, Madre del Figlio di Dio.
   (... omissis ...)
 E questo “uomo giusto”, nello stesso tempo, rimane inserito con tutta la sua vita e la sua vocazione nel mistero della Chiesa. Conosciamo la sua vita “nascosta” e la sua vocazione “silenziosa”. La conosciamo sufficientemente dal Vangelo; ma non leggiamo nel Vangelo nessuna parola pronunciata da san Giuseppe di Nazaret. Invece siamo testimoni degli avvenimenti che dicono quanto profondamente Dio stesso consolidò la vocazione di san Giuseppe nel mistero della Chiesa.
   Il mistero della Chiesa, cioè la realtà della Chiesa è nata già in qualche modo dalla promessa che Dio fece ad Abramo, e contemporaneamente da quella fede, con la quale Abramo rispose alla chiamata di Dio. Giustamente, nel giorno di san Giuseppe, leggiamo la seguente frase dalla lettera ai Romani: “Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo e alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede... Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo” (Rm 4,13-16). E, più avanti, dello stesso Abramo scrive l’Apostolo: egli “è padre di tutti noi. Infatti sta scritto: ti ho costituito padre di molti popoli; è nostro padre davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono” (Rm 4,16-17).
Di pari passo con la fede va la speranza. Abramo è “padre” della nostra fede e della nostra speranza: “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli” (Rm 4,18). E san Paolo continua: “Ecco perché gli fu accreditato come giustizia” (Rm 4,22).
   Giustamente rileggiamo queste parole nella Liturgia della festa odierna. Le rileggiamo con il pensiero a san Giuseppe di Nazaret, il quale fu “uomo giusto”, a cui fu accreditato “come giustizia” il fatto che credette nel Dio, “che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono”. Queste parole, scritte da Paolo nei riguardi di Abramo, le rileggiamo oggi con il pensiero a Giuseppe di Nazaret, che “ebbe fede, sperando contro ogni speranza”. Ciò avvenne nel momento decisivo per la storia della salvezza, quando Dio, Padre eterno, compiendo la promessa fatta ad Abramo, “ha mandato il suo Figlio al mondo”. Proprio allora si è manifestata la fede di Giuseppe di Nazaret, e si è manifestata a misura della fede di Abramo. 
   Si è manifestata maggiormente quando il Verbo del Dio Vivente si fece carne in Maria, sposa di Giuseppe, la quale all’annuncio dell’Angelo “si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”. E questo avvenne – come scrive l’evangelista Matteo – dopo le nozze di Maria con Giuseppe, ma “prima che andassero a vivere insieme”. Così, dunque, la fede di san Giuseppe si doveva manifestare dinanzi al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Proprio allora Giuseppe di Nazaret passò la grande prova della sua fede, così come l’aveva passata Abramo. È allora che Giuseppe, “uomo giusto”, credette a Dio come a colui che “chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono”. Infatti, Dio stesso, con la potenza dello Spirito Santo, ha chiamato all’esistenza nel seno della Vergine di Nazaret, Maria, promessa sposa di Giuseppe, l’umanità che fu propria dell’unigenito Figlio di Dio, il Verbo Eterno del Padre. Egli, Dio, è colui che chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono. 
   E Giuseppe di Nazaret credette a Dio. Credette così come una volta già aveva fatto Abramo. Credette quando Dio gli parlò con la parola dell’Angelo del Signore. Queste parole suonano così: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,20-22). Giuseppe, che prima “non volendo ripudiarla, decise di licenziarla in segreto” (Mt 1,19), ora “fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore” (Mt 1,24). Prese con sé Maria – e Quel che era stato generato in lei. Si dimostrò così un vero discendente di Abramo secondo la fede. Un discendente privilegiato. (CONTINUA)

 

GIUSEPPE, LO SPOSO DI MARIA 

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

 

Maria Valtorta
L’Evangelo come mi è stato rivelato
[26.1-9], ed. CEV.
 Giuseppe chiede perdono a Maria. Fede, carità e umiltà per ricevere Dio.

   (...) Riprende la Mamma a mostrarsi con questa visione che mi dice da segnare in questo libro. La gioia si riversa in me. Perché vedere Maria è possedere la Gioia.
   Vedo dunque l’orticello di Nazaret. Maria fila all’ombra di un foltissimo melo stracarico di frutta, che cominciano ad arrossare e sembrano tante guance di bambino nel loro roseo e tondo aspetto.
     Ma Maria non è per nulla rosea. Il bel colore, che le avvivava le guance a Ebron, le è scomparso. Il viso è di un pallore di avorio, in cui soltanto le labbra segnano una curva di pallido corallo. Sotto le palpebre calate stanno due ombre scure e i bordi dell’occhio sono gonfi come in chi ha pianto. Non vedo gli occhi, perché Ella sta col capo piuttosto chino, intenta al suo lavoro e più ancora ad un suo pensiero che la deve affliggere, perché l’odo sospirare come chi ha un dolore nel cuore. È tutta vestita di bianco, di lino bianco, perché fa molto caldo nonostante che la freschezza ancora intatta dei fiori mi dica che è mattina. È a capo scoperto e il sole, che scherza con le fronde del melo mosse da un lievissimo vento e filtra con aghi di luce fin sulla terra bruna delle aiuole, le mette dei cerchiolini di luce sul capo biondo, e là i capelli sembrano di un oro zecchino.
     Dalla casa non viene nessun rumore, né dai luoghi vicini. Si sente solo il mormorìo del filo d’acqua che scende in una vasca in fondo all’orto.
     Maria sobbalza per un picchio dato risolutamente all’uscio di casa. Posa conocchia e fuso e si alza per andare ad aprire. Per quanto l’abito sia sciolto e ampio, non riesce a nascondere completamente la rotondità del suo bacino.  Si trova di fronte Giuseppe. Maria impallidisce anche nelle labbra. Ora il suo viso pare un’ostia, tanto è esangue. Maria guarda con occhio che interroga mestamente. Giuseppe guarda con occhio che pare supplichi. Tacciono, guardandosi. Poi Maria apre la bocca: «A quest’ora, Giuseppe? Hai bisogno di qualche cosa? Che vuoi dirmi? Vieni».
     Giuseppe entra e chiude la porta. Non parla ancora.
      «Parla, Giuseppe. Che vuoi da me?».
     «Il tuo perdono». Giuseppe si curva come volesse inginocchiarsi. Ma Maria, sempre così riservata nel toccarlo, lo afferra per le spalle risolutamente e glielo impedisce. Il colore va e viene dal volto di Maria, che ora è tutta rossa e ora di neve come prima.
     «Il mio perdono? Non ho nulla da perdonarti, Giuseppe. Non devo che ringraziarti ancora per tutto quanto hai fatto qui dentro in mia assenza e per l’amore che mi porti».
     Giuseppe la guarda, e vedo due grossi goccioloni formarsi nell’incavo del suo occhio profondo, stare lì come sull’orlo di un vaso e poi rotolare giù sulle guance e sulla barba.
     «Perdono, Maria. Ho diffidato di te. Ora so. Sono indegno di avere tanto tesoro. Ho mancato di carità, ti ho accusata nel mio cuore, ti ho accusata senza giustizia perché non ti avevo chiesto la verità. Ho mancato verso la legge di Dio non amandoti come mi sarei amato…».
     «Oh! no! Non hai mancato!».
   «Sì, Maria. Se fossi stato accusato di un tal delitto, mi sarei difeso. Tu… Non concedevo a te di difenderti, perché stavo per prendere delle decisioni senza interrogarti. Ho mancato verso te recandoti l’offesa di un sospetto. Anche solo un sospetto è offesa, Maria. Chi sospetta non conosce. Io non ti ho conosciuta come dovevo. Ma per il dolore che ho patito… tre giorni di supplizio, perdonami, Maria».
     «Non ho nulla da perdonarti. Ma, anzi, io ti chiedo perdono per il dolore che ti ho dato».
     «Oh! si, che fu dolore! Che dolore! Guarda, stamane mi hanno detto che sulle tempie sono canuto e sul viso ho rughe. Più di dieci anni di vita sono stati questi giorni! 4Ma perché, Maria, sei stata tanto umile da tacere, a me, tuo sposo, la tua gloria, e permettere che io sospettassi di te?».
     Giuseppe non è in ginocchio, ma sta così curvo che è come lo fosse, e Maria gli posa la manina sul capo e sorride. Pare lo assolva. E dice: «Se non lo fossi stata in maniera perfetta, non avrei meritato di concepire l’Atteso, che viene ad annullare la colpa di superbia che ha rovinato l’uomo. E poi ho ubbidito… Dio mi ha chiesto questa ubbidienza. Mi è costata tanto… per te, per il dolore che te ne sarebbe venuto. Ma non dovevo che ubbidire. Sono l’Ancella di Dio, e i servi non discutono gli ordini che ricevono. Li eseguiscono, Giuseppe, anche se fanno piangere sangue».
     Maria piange quietamente mentre dice questo. Tanto quietamente che Giuseppe, curvo come è, non se ne avvede sinché una lacrima non cade al suolo. Allora alza il capo e - è la prima volta che gli vedo fare questo gesto - stringe le manine di Maria nelle sue brune e forti e bacia la punta di quelle rosee dita sottili, che spuntano come tanti bocci di pesco dall’anello delle mani di Giuseppe.
     «Ora bisognerà provvedere perché…».
     Giuseppe non dice di più, ma guarda il corpo di Maria, e Lei diviene di porpora e si siede di colpo per non rimanere così esposta, nelle sue forme, allo sguardo che l’osserva.
     «Bisognerà fare presto. Io verrò qui… Compiremo il matrimonio… Nell’entrante settimana. Va bene?».
     «Tutto quanto tu fai va bene, Giuseppe. Tu sei il capo di casa, io la tua serva».
     «No. Io sono il tuo servo. Io sono il beato servo del mio Signore che ti cresce in seno. Tu benedetta fra tutte le donne d’Israele. Questa sera avviserò i parenti. E dopo… quando sarò qui lavoreremo per preparare tutto a ricevere… Oh! come potrò ricevere nella mia casa Dio? Nelle mie braccia Dio? Io ne morrò di gioia!… Io non potrò mai osare di toccarlo!…».
     «Tu lo potrai, come io lo potrò, per grazia di Dio».
     «Ma tu sei tu. Io sono un povero uomo, il più povero dei figli di Dio!…»
     «Gesù viene per noi, poveri, per farci ricchi in Dio, viene a noi due perché siamo i più poveri e riconosciamo di esserlo. Giubila, Giuseppe. La stirpe di Davide ha il Re atteso e la nostra casa diviene più fastosa della reggia di Salomone, perché qui sarà il Cielo e noi divideremo con Dio il segreto di pace che più tardi gli uomini sapranno. Crescerà fra noi, e le nostre braccia saranno cuna al Redentore che cresce, e le nostre fatiche gli daranno un pane… Oh! Giuseppe! Sentiremo la voce di Dio chiamarci “padre e Madre!”. Oh!…». Maria piange di gioia. Un pianto così felice!

     E Giuseppe inginocchiato, ora, ai suoi piedi, piange col capo quasi nascosto nell’ampia veste di Maria, che le fa una caduta di pieghe sui poveri mattoni della stanzetta.

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Ancona, Domenica 14 marzo 2021

LA LIBERTA' INDIVIDUALE E' INVIOLABILE

   
 E’ destinata a diventare un precedente importante una sentenza emessa dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari), del Tribunale di Reggio Emilia, Dario De Luca con la quale il DPCM che un anno fa aveva istituito il "lockdown" (= "CONFINAMENTO") viene definito “illegittimo”.

     “Illegittimo” perché contrario all’articolo 13 della Costituzione, che definisce “inviolabile” la libertà personale. Il riferimento è al decreto dell’8 marzo 2020, il primo DPCM nazionale, quello che nella memoria di tutti è il provvedimento con il quale l’allora governo Conte aveva istituito il "CONFINAMENTO" (cioè, il "lockdown"), e a dichiararlo così, illegittimo, è Dario De Luca, giudice del tribunale di Reggio Emilia. La sentenza del GIP reggiano è del 27 febbraio e scoperchierà un pentolone, diventando un precedente importante in giurisprudenza. E’ il primo provvedimento penale di questo tipo in Italia.

     Al centro, l’autodichiarazione di due persone fermate dai carabinieri di Correggio il 13 marzo 2020, col DPCM in vigore quindi: alla richiesta di spiegazione dei militari, i due, un uomo e una donna, avevano detto di essere fuori casa per motivi di salute: “Sto tornando da una visita ospedaliera”, ha detto la signora, con accompagnatore al fianco. I carabinieri hanno verificato: la donna quel giorno non aveva fatto alcun accesso all’ospedale. Hanno trasmesso gli atti alla procura, e il Pubblico Ministero, accusandoli di falso, ha chiesto per entrambi un "decreto penale di condanna" al GIP: è un rito speciale, si utilizza in casi come questo in cui l’eventuale condanna sarebbe comunque di sotto dei tre mesi e quindi convertibile in pena pecuniaria.

     Ma tutto è stato fermato dal giudice De Luca, che ha prosciolto i due “perché il fatto non costituisce reato” e ha direttamente disapplicato l’atto amministrativo. Per De Luca si è trattato di un “falso inutile” perché “gli imputati sono stati costretti a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese e dunque illegittima”. L’OBBLIGO DI PERMANENZA DOMICILIARE è una misura restrittiva della libertà personale e viene “irrogata dal giudice penale per reati e all’esito del giudizio, in ogni caso nel rispetto del diritto di difesa”.

     “Trattandosi di DPCM, cioè di atto amministrativo, il giudice ordinario non deve rimettere la questione di legittimità alla Corte costituzionale – scrive ancora De Luca – ma procedere direttamente alla disapplicazione dell’atto amministrativo illegittimo per violazione di legge (Costituzionale)”. E ancora: “La libertà di circolazione non può essere confusa con la libertà personale”.

 

L’articolo 13 della Costituzione - LA LIBERTA' PERSONALE E' INVIOLABILE.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria [cfr. art. 111 c. 1, 2] e nei soli casi e modi previsti dalla legge [cfr. art. 25 c. 3]. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà [cfr. art. 27 c. 3];

 

L’atteggiamento giusto del cattolico Davanti alla pandemia Covid-19
di Matteo Castagna

L’EQUILIBRIO È LA MISURA DEL BUON CATTOLICO: CI DISTINGUIAMO PER LA FIDUCIA NELLA SCIENZA CHE NON CONTRADDICA LA RAGIONEVOLEZZA  E SANTIFICHIAMO IL MOMENTO PRESENTE!

   Possibile che l’atteggiamento del cattolico del Terzo Millennio sia identico a quello del litigioso “no vax” o “no mask”, che passa compulsivamente le giornate da un telegiornale all’altro, da un social al sito che la spara più grossa, quasi a voler far la gara a chi spara per primo la sentenza più roboante e catastrofica, da autentico “profeta” dei nostri tempi? (abbiamo già avuto modo di scrivere sui media e dire in TV che il negazionismo è una posizione idiota! Chi nega l’esistenza del virus, nega la realtà, è un alienato che provoca inquietudine e rischi alla stregua del Pensiero Unico, di cui è il maldestro risvolto della medaglia)
   Siamo, davvero, chiamati a fare i cavalieri dell’Apocalisse “de noantri”, senza renderci conto di quanto abbassiamo il livello donatoci dalla fede e di quanto, in tal modo, voliamo basso? D’altro canto, siamo tenuti, forse, a berci tutto ciò che i media mainstream ci propinano, con lo spirito acritico dell’ebete? Certamente no.
   L’equilibrio è la misura del buon cattolico: ci distinguiamo per la fiducia nella scienza che non contraddica la ragionevolezza, che viene dopo l’analisi dei fatti alla luce ed in una prospettiva di fede.
   Sant’Agostino insegnava: “Concedimi, Signore, di essere perseverante nel Bene, semplice, ma non incline alla stupidità. Fa’ che non giudichi sulla base di soli sospetti e mantenga una pace sincera, senza indulgere al male”.
   Il discepolo prediletto di Gesù, San Giovanni diceva: “Nos ergo diligamus Deum!” (noi, dunque, amiamo Dio!). Anche noi, per poter amare Dio dobbiamo sforzarci di santificare il momento presente.
   Non preoccupiamoci, inutilmente, del passato e del futuro, ma concentriamo tutta la nostra buona volontà sul momento presente, il solo che Dio ci accorda, sul quale possiamo appoggiarci e di cui dobbiamo disporre per assicurare il nostro avanzamento, nel cammino che conduce a Dio, nostro fine ultimo, meditando su quanto tutto il resto sia effimero.
   Perché queste inquietudini per l’avvenire, a detrimento delle sollecitudini per il presente? Non vedete che a tormentare così la vostra anima, si perde tempo?
   Santificare il momento presente, vuol dire identificare in qualche maniera la nostra volontà con quella di Dio.

 

  VOGLIONO ABITUARCI A VIVERE SENZA LA PASQUA
Ci abitueremo a vivere senza Pasqua? Se i vertici accettassero ancora una volta di rinunciare alla Pasqua per ossequio ai decreti ministeriali, provocheranno una profonda divisione interna e perderanno molto in autorevolezza. Così la Chiesa assume i criteri del potere e diventa una Chiesa di Stato, con i vescovi suoi funzionari.

Articolo di STEFANO FONTANA in LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA

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Studio Legale Avv.MASSIMILIANO CONTUCCI
OBBLIGO MASCHERINA ILLEGITTIMO

   In questi tempi, a causa della pandemia da Covid-19 la mascherina è imposto l'uso della dispositivo di protezione per evitare la diffusione del contagio.
   A tale proposito, vi sono non poche contraddizioni e aporie nel sistema normativo che vale la pena evidenziare.
   In primo luogo, l'obbligo di portare la mascherina sul volto scaturisce da due presunzioni: da un lato si può essere portatore sano a priori e dall'altro non si hanno condizioni patologiche pregresse che possano sconsigliare l’uso della mascherina. In altre parole, si può essere sicuramente malato di Covid fino a prova contraria ma si può essere anche sicuramente rispetto a una marea di condizioni patologiche dannose per le mascherine.
   Quindi si va a sancire un obbligo senza sapere se una persona è malata e senza sapere se quell'obbligo sia compatibile con una condizione che una persona può non sapere di avere. Alcune mascherine possono generare un’interferenza con le attività biologiche e fisiologiche più naturali, a partire dalla respirazione, attraverso limitazione dell'apporto di ossigeno e una maggiorazione di anidride carbonica che viene espulsa e poi reintrodotta. Interferendo con le normali funzioni fisiologiche, l’utilizzo della mascherina potrebbe essere sconsigliabile, o addirittura da evitare, con persone disabili, con alcune malattie, o in diverse fasce d’età.
   Questo è un trattamento sanitario in quanto passibile di inficiare la salute e persino la vita di una persona. Allora come TSO deve attenersi alle norme vigenti in materia di TSO: deve essere disposto dall'autorità locale, cioè il sindaco, su richiesta e proposta di un medico che deve visitare la persona.
   Se l’obbligo della mascherina è un TSO allora solo il sindaco può ordinare a un individuo, con un ordine di autorità, di usare la mascherina, sulla base di una valutazione di un medico che fa la proposta. In questo senso è pure illegale perché non rispetta la normativa vigente in tema di TSO.
   Sul piano penalistico, è il testo unico delle leggi per la pubblica sicurezza prescrive che è vietato circolare in luoghi pubblici a volto mascherato, o travisato, in modo da non essere riconoscibili. Qui si potrebbe obiettare dicendo che c’è un’emergenza in corso. Ma l’obbligo di usare la mascherina è stato sancito con ordinanze regionali per quanto riguarda la circolazione all'aperto e con DPCM, che sono sempre atti amministrativi, per quanto riguarda l’utilizzo nei luoghi chiusi.
   Queste norme non sono leggi, sono atti amministrativi, e come tali sono subordinati alle leggi, tanto più alla legge penale. Per una gerarchia delle fonti del diritto, le ordinanze, in quanto atti amministrativi, non possono andare contra legem. Anche se fosse vero che c’è un’emergenza, che giustifica una deroga alla legge penale che vieta di andare in giro a volto coperto, comunque si dovrebbe prevedere questo obbligo della mascherina con una legge di pari rango e deroga alla legge penale. Dove questo non fosse fatto si correrebbe il rischio di essere condannati penalmente, anche a una sanzione pecuniaria, per aver girato a volto coperto commettendo un reato.
   Quindi c’è un paradosso. Come mi potrei difendere davanti a un giudice? Non potrei. Ottemperare una norma amministrativa di rango inferiore a una norma penale, mi espone alla sanzione per la norma penale violata.
   Per di più l'obbligo della mascherina -  imposto, come detto, da norme di rango subordinato -  cozza con ulteriori disposizioni contemplate dalla Costituzione. Invero, il fatto di non poter uscire se non si ha la mascherina o non poter entrare in un locale senza indossarla si pone in aperto contrasto con l'art. 13 Cost. (libertà individuale) e l'art. 16 Cost. (libertà di movimento e circolazione.
   Inoltre, pensando alla possibilità che a settembre si vieti l’accesso a scuola ai bambini senza mascherina, ciò commetterebbero un abuso al diritto costituzionale all'istruzione che non può essere compresso per DPCM e nemmeno per decreto legge.
   In definitiva, nella denegata ipotesi in cui un cittadino vada incontro a sanzioni amministrative o addirittura di carattere penale per aver non aver voluto indossare la mascherina, le contraddizioni che si sono evidenziate parrebbero comportare l'illegalità di qualsivoglia sanzione, da far valere nelle competenti sedi giudiziarie.
Dr. Milko La Posta

 

 

SENZA VOLTO
di Gianfranco Amato

   

 

Durante una passeggiata pomeridiana sotto i portici del centro un amico mi ha salutato ma io non l’ho riconosciuto. La mascherina che indossava mi aveva impedito di identificarne i connotati. Solo dopo aver contravvenuto le rigide disposizioni anti-Covid, ovvero dopo essersi abbassata la “museruola”, sono riuscito a capire chi fosse e a ricambiare il saluto.
   Un episodio banale, che sarà accaduto a chi sa quanti italiani in questi tempi di pandemia. Eppure, quel piccolo incidente mi ha fatto riflettere sull’importanza del volto umano. È impossibile una relazione senza il riconoscimento del volto dell’altro. Mi sono ricordato di aver letto da qualche parte che ogni essere umano appena apre gli occhi alla vita cerca un volto: quello della madre. Una ricerca che continua per tutta l’esistenza e che rappresenta l’anima della stessa comunicazione e relazione con gli altri. Noi scopriamo di essere uomini quando riusciamo a fissare un volto e dire “tu”.  Il neonato cerca, infatti, il volto della madre, come il bambino cerca il volto dei genitori, l’amante cerca il volto dell’amato, il discepolo cerca il volto del maestro, l’uomo cerca il volto di Dio.
   Il dramma dell’attuale società liquida e postmoderna sta nel fatto che l’uomo di oggi non sa dire coscientemente «tu» a nessuno. Proprio in questa drammaticità risiede e si nasconde l’ossessiva e violenta ricerca di potere che caratterizza largamente i rapporti usuali tra le persone, basati perlopiù sulla sistematica riduzione dell’altro a un disegno di possesso e di uso. Si tratta di un modello culturale da tempo imposto dal potere e alimentato attraverso la sua micidiale macchina di propaganda. Basta guardare una qualsiasi fiction televisiva in prima serata, o leggere i rotocalchi d’intrattenimento.
   Il potere ha bisogno di distruggere le relazioni sociali, di creare individui soli, isolati, possibilmente single, senza radici, senza identità, fragili, indifesi ed impauriti, ovvero dei soggetti perfettamente manipolabili. La pandemia Covid-19, da questo punto di vista, è stata un’insperata (o voluta?) manna caduta dal cielo. Ha persino legittimato il fatto di dover celare il volto con una maschera. Ma come si fa ad avere una relazione con l’altro senza vederlo in faccia? Proprio il volto umano è la parte del corpo che deve essere sempre denudata e che non deve essere nascosta. Non è un caso se nell’antica Grecia, lo schiavo veniva definito come ἀπρόσωπος (apròsopos), ossia senza (a-) volto (pròsopos), quindi senza dignità, senza libertà, una mera “res”, un oggetto nelle mani del padrone.
   Il volto scoperto è segno di libertà. Pure i lebbrosi allontanati dalla comunità erano senza volto. Il volto è anche ciò che contraddistingue l’uomo dall’animale, come ci ha insegnato il grande Cicerone nella sua opera De Legibus (I, 27): «(…) is qui appellatur vultus, qui nullo in animante esse praeter hominem potest, indicat mores» (quello che si chiama volto, che non può esistere in nessun essere vivente se non nell’uomo, indica il carattere di una persona).
   Il volto è un elemento essenziale della relazione umana. Persino Dio per farsi conoscere dagli uomini ha dovuto far intravedere il Suo volto diventando uomo, cioè entrando come persona nella storia. Si è rivelato attraverso il volto di Gesù Cristo, che è diventato il volto del destino umano, la natura del significato del nostro essere, proprio perché Gesù Cristo è il volto del Padre. Così la definizione totale del significato dell’uomo nel mondo è passata attraverso un volto.
   Mi sono anche ricordato che il filosofo lituano Emmanuel Levinas ha dedicato gran parte della sua ricerca filosofica proprio al significato del volto. Per il pensatore lituano, l’epifania, e dunque la manifestazione dell’altro, avviene nel dialogo, nel “faccia a faccia”. L’altro diventa quindi una rivelazione concessa in particolare dal volto, che è il mezzo di comunicazione primo e lo strumento attraverso il quale l’umanità di ciascuno si palesa, al punto da far intravvedere una traccia dell’Infinito.
   Il volto è il luogo in cui, più che altrove, si giocano le dinamiche dell’uomo, e quindi anche il suo rapporto col Potere. Per questo – come ha lucidamente scritto Giorgio Agamben, un altro filosofo che stimo – il volto è anche «il luogo della politica».
   Lo stato d’eccezione in cui è piombata l’umanità a seguito della pandemia Covid-19 è arrivato al punto da far considerare normale il nascondimento del volto, persino doverosa la necessità di impedire l’epifania dell’altro. Sempre Agamben avverte, però, che «un Paese che decide di rinunciare al proprio volto, di coprire con maschere in ogni luogo i volti dei propri cittadini è, allora, un Paese che ha cancellato da sé ogni dimensione politica», e «in questo spazio vuoto, sottoposto in ogni istante a un controllo senza limiti, si muovono ora individui isolati gli uni dagli altri, che hanno perduto il fondamento immediato e sensibile della loro comunità e possono solo scambiarsi messaggi diretti a un nome senza più volto».

   Mai come in questi tempi in cui il diritto appare condizionato dall’emergenza sanitaria, in cui l’Ausnahmezustand (stato d’eccezione) di Carl Schmitt rischia di diventare un paradigma normale di governo, il volto è davvero il luogo della politica. È la sfida alla tirannia che pretende un popolo di “apròsopos”, fatto di individui senza volto, senza dignità, senza identità, senza libertà. Ancora una volta Agamben sul punto è chiarissimo: «Il nostro tempo impolitico non vuole vedere il proprio volto, lo tiene a distanza, lo maschera e copre. Non devono esserci più volti, ma solo numeri e cifre. Anche il tiranno è senza volto». È proprio così.

 Ancona, Domenica 7 marzo 2021 

  a cura del Prof. Giorgio Nicolini - direttore@telemaria.it

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UN NUOVO LIBRO DI GIORGIO NICOLINI
 
  ANCONA  E LORETO 
 Città della Fede 

NOTIZIE E DOCUMENTAZIONI CRITICO-STORICHE

 

In margine al Festival di San Remo
FERMA RIPROVAZIONE DEL VESCOVO DI SAN REMO SUL FESTIVAL OSCENO E BLASFEMO TRASMESSO DALLA Rai

Roma 7 marzo - “Condanniamo con fermezza gli atti di blasfemia, verso i simboli della fede cristiana, realizzati durante il Festival di Sanremo. Ci chiediamo che cosa sarebbe successo se tutto ciò fosse accaduto nei confronti dell’ Islam o di altri Credo. Domandiamo alla Rai di scusarsi per aver urtato la sensibilità di milioni di telespettatori e di sanzionare coloro che hanno compiuto tali oscenità. Auspichiamo la convocazione di una riunione urgente della Commissione di Vigilanza, dei servizi radiotelevisivi, affinchè prenda provvedimenti immediati”. Lo dichiara, in una nota, Adriano Crepaldi, presidente di Azione Cristiana Evangelica, associazione radicata in tutte le 20 regioni italiane.

INTERVISTA AL PROF. GIORGIO NICOLINI
di DANIELE BARALE pubblicata nella rivista “TEMPI”
(in www.tempi.it/le-traslazioni-della-santa-casa-di-loreto/)
in occasione della pubblicazione di ANCONA E LORETO, CITTA' DELLA FEDE
www.telemaria.it/Ancona.Loreto.pdf

LA VERITA’ STORICA DELLE MIRACOLOSE TRASLAZIONI
DELLA SANTA CASA DI NAZARETH SINO A LORETO
(“… affinché per l’incuria degli uomini, che di solito offusca anche le cose più insigni,non sia cancellato il ricordo di un fatto così Meraviglioso…”)
(Beato Giovanni Battista Spagnoli, detto il Mantovano, sulla “miracolosa traslazione”)

INTERVISTA IN PDF
www.telemaria.it/IntervistaNicoliniSantaCasa.pdf

1) Professore, lei sta dedicando molta parte della sua vita alla difesa della veridicità storica del miracolo delle traslazioni della Santa Casa di Loreto, pubblicando molti studi e trasmettendo conferenze attraverso la Sua WebTV “Tele Maria”. Perché si tratta di un miracolo vivente, in grado di provocare domande e curiosità, ed anche può suscitare la Fede?
     
   Sono nativo di Ancona, città a pochi chilometri da Loreto, e sin da bambino ho conosciuto la storia del Santuario, poiché mia madre mi conduceva in certe feste solenni a pregare nella Santa Casa, quando ancora vi si insegnava il miracolo delle traslazioni della Santa Casa di Nazareth, di cui poi negli anni ebbi modo di studiarne e di approfondirne vaste ed importanti documentazioni storiche, reperite in diverse biblioteche ed in testi assai antichi.
     In seguito, quando dal 1984 - in contrasto con la tradizione e con gli insegnamenti secolari del magistero pontificio - si incominciò ad insegnare ed a propagare assurdamente e dissacratoriamente proprio dalla Basilica Lauretana una ipotesi di un trasporto umano di “sante pietre”, negando sia la tradizione delle miracolose traslazioni che l’autenticità della stessa reliquia nella sua integralità - si tratta infatti delle “pareti” della Santa Casa e non di sole “sante pietre”-, mi trovai a dover contraddire e contestare la nuova interpretazione razionalista, che negava pregiudizialmente il soprannaturale.
     Tale nuova ipotesi, infatti, arrecò “grave scandalo” nelle anime semplici dei fedeli, per cui mi sentii obbligato “in coscienza” a dover “difendere” la verità storica del miracolo della Santa Casa, così come era stato sempre insegnato dal magistero della Chiesa, proprio al fine di difendere la Fede stessa.
     La Fede, infatti, di chi accede al Santuario di Loreto, anche solo per la “curiosità” di “vedere” e “capire” questo “misterioso miracolo” della traslazione angelica che viene “proclamato”, può essere più facilmente “accesa” e “illuminata” e così produrre “le meraviglie di conversione e di grazia” che Dio vuole vengano concesse anche proprio “in virtù” di questo “segno miracoloso” della “traslazione angelica” da Lui compiuto, finalizzato proprio a suscitare maggiormente la Fede, così come insegna il Vangelo riguardo ai miracoli di Gesù” (cfr. Gv.2,11). Non è scritto proprio nel Vangelo che a Nazareth Gesù “non fece molti miracoli a causa della loro incredulità”? (Mt.13,58). Non sta avvenendo la stessa cosa nella “nuova Nazareth marchigiana” (come definì Leone XIII “la cittadina di Loreto”), a causa dell’incredulità del “segno” che Dio aveva voluto “donare” e che viene ora da tanti e troppi anni “sconfessato”?
     A tale riguardo spesso vengo contattato da gruppi di pellegrini per essere accompagnati e guidati da me sui luoghi storici delle “traslazioni”, e posso attestare come il riproporre e il dimostrare “la verità storica” delle “miracolose traslazioni” della Santa Casa apra davvero “i cuori” alla Fede dei pellegrini e dei fedeli, venendo essi come “riscaldati” dalla gioia di sapere che a Loreto “si mostra” e “si dimostra” che Dio ha compiuto “meraviglie” ed è veramente quel Padre buono e provvidente che segue incessantemente il cammino di ciascun uomo per aiutarlo a portare a compimento la Salvezza Eterna di ciascuno.
     Così anche evidenziava San Giovanni Paolo II: “Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all’esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l’educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare “chiesa domestica” della storia” (Lettera del 15 agosto 1993, per il VII Centenario).

2) Come si può dimostrare che le tre pareti della Santa Casa di Loreto sono appartenute alla Casa della Sacra Famiglia, nella quale “l’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria, ed ella concepì per opera dello Spirito Santo”?

     Innanzitutto è opportuno precisare che a Loreto ci sono solo le tre Pareti che costituivano in realtà “la Camera” di Maria, comunemente denominata come “la Santa Casa”, ove avvenne l’Annunciazione, e che sorgeva a Nazareth dinanzi ad una grotta e faceva un sol corpo con essa. Attualmente a Nazareth sono rimaste “la grotta” e “le fondamenta” della Casa “in muratura”, mentre a Loreto è venerata l’autentica Casa “in muratura”, “senza fondamenta”, che stava a Nazareth davanti alla grotta. Detto più semplicemente: a Nazareth ci sono “le fondamenta” senza la Casa, mentre a Loreto c’è “la Casa” senza le fondamenta. La ricollocazione ideale delle tre pareti presenti a Loreto sopra le fondamenta rimaste a Nazareth dimostra il perfetto allineamento delle tre pareti con le tre fondamenta che stanno davanti alla grotta a Nazareth, da cui vennero letteralmente “sradicate” in un modo umanamente impossibile.
    
3) Ci illustra il viaggio miracoloso della Santa Casa: quali territori ha attraversato, su quali luoghi si è fermata?

   Nel libro che ho scritto -  “La veridicità storica della Miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto” - dimostro come dal punto di vista storico ed archeologico sono accertate, in modo indiscutibile, “almeno” cinque “traslazioni miracolose”, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto nel 1291 (nell’ex-Jugoslavia, attuale Croazia), ad Ancona (località Posatora) nel 1295, nella selva della signora Loreta di Recanati nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto” (il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta”); poi nel 1296 sul campo di due fratelli – di cognome Antici - sul colle lauretano (o Monte Prodo) e infine – alla fine del 1296 - sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica.? (Continua)

 

UN ANTICO CATECHISMO PER BAMBINI
SEMPRE VALIDO ANCOR OGGI

 

 

 

 

Cari Amici,

immagino nota a molti la dolorosa notizia della scomparsa, ieri all'alba del 25.3 di Padre Antonio Truda O.S.A. (noto e amato Parroco a Roma della Chiesa diSanta Prisca in Aventino) - la cerimonia funebre avra' luogo oggi ven. 26.3 alle ore 11.30'.
Per chi non potesse essere presente in persona, sara' naturale unirsi in preghiera! In Memoria di Padre Antonio Truda O.S.A.

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Pensiamo utile qui aggiungere una diversa informazione generale: la possibilità di richiedere la gratuita quotidiana ricca, varia e documentata  rassegna stampa italiana redatta e diffusa dal noto giornalista e autore TV  Alessandro Banfi :  alessandrobanfi@substack.com

La Versione di Banfi - Substack

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Infine approfitto per segnalare due recenti belle interviste (30 min. cad,)
del programma SOUL di TV2000 : -  Marta Cartabia (ora Ministro di Giustizia)    https://www.youtube.com/watch?v=hn5G0-Ub0kk
 
-  don Vincent Nagle (missionario FSCB) -  
https://www.youtube.com/watch?v=bArnMtyJECs

Un caro saluto e auguri a tutti, in attesa della Santa Pasqua

Maurizio Perfetti - Roma
www.collatio.it   www.orientecristiano.it



Associazione Zammerù Maskil, Via Giosuè Carducci, 14, Terre Roveresche, Pesaro Urbino, 61038, Italy

 

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Cari amici “vecchi” e “nuovi”, di OC OrienteCristiano.it,
da oltre un anno stiamo vivendo giorni particolari e preoccupanti. in ogni parte del mondo, dai vari punti di vista sanitari, sociali, economici; tuttavia abbiamo il conforto delle ricorrenze liturgiche che ci aiutano a ravvivare la memoria della vita cristiana e le virtu’ Fede Speranza e Carità.

 

Dopo questo periodo di Quaresima, “interrotto” dalle due grandi Feste di San Giuseppe (19.3) “Patris Corde”

 

http://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-lettera-ap_20201208_patris-corde.html
e Annunciazione (25.3) giungiamo infine alla Santa Pasqua, l’evento focale della vita cristiana nel quale la Memoria della Morte e Resurrezione di Gesù Cristo diventano segno efficace della nostra vita sulla terra associata alla Sua “divinoumana”.    
Santa Pasqua (breve documento in 25 lingue).
https://it.clonline.org/cm-files/2021/03/19/pasqua2021-it-web.pdf
- Quest’anno le date della Pasqua per la Chiesa Cattolica (dom. 4.4) e le Chiese Ortodosse (dom. 2.5) sono molto distanti a causa dei noti motivi di “calendario”, ma non mancano proposte e segni di “speranza” per la riunificazione
https://www.terrasanta.net/2021/03/cattolici-e-ortodossi-verso-una-data-di-pasqua-comune/

 

+  Non possiamo mai dimenticare la TERRASANTA, grazie alla secolare presenza dei Frati Francescani e alle loro sempre aggiornate notizie su carta e nel web
https://www.terrasanta.net/
+ + importante aggiornamento sulla situazione in Israele, Palestina, Medio Oriente
https://www.interris.it/copertina/peso-della-pandemia-e-speranza-nel-risorto-parla-custode-terra-santa-patton/
e poi la tradizione della principale Chiesa Ortodossa Russa da decenni legata in Italia alla Fondazione  https://www.russiacristiana.org/  
qui ben illustrata dalle parole stesse del fondatore P. Romano Scalfi
https://youtu.be/j5OKf8nrTRY?list=PLIWTeLcfEAWu-yF7vtB8Ztgq95Zw_AKTD
Infine guardiamo anche ad una delle più antiche e gloriose civiltà, nate dalla diffusione della fede cristiana in Oriente, particolarmente in Armenia

 

pdfArte-Armena.pdf

    A tutti i nostri Amici, un caso saluto e augurio di Buona Pasqua!


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arrow rightTEMPO DI PASQUA/ L’ex Prima linea: la morte è vinta, ma noi siamo pronti al perdono?

Tempo di Pasqua. Tempo di riflessione e di perdono. Specialmente all’epoca del colera, della peste, sotto pandemia, quando la paura, la sfiducia e il rancore, anticamera della disperazione, sovrastano talvolta la speranza. -- È stato relativamente facile sopportare il primo lockdown.  ... segue

 

arrow rightPASQUA IN IRAQ/ Card. Sako: in Cristo risorto ricostruiremo tutto, uomini e pietre

Una statua della Vergine Maria vandalizzata dai miliziani dell’Isis, con le mani troncate, a Erbil, dove papa Francesco si è recato durante la recente visita in Iraq, capeggia come simbolo del martirio di questo paese, ma anche come simbolo della presenza fisica di Dio che permane nonostante tutto. E che in occasione della Pasqua rappresenta anche la resurrezione del Figlio, che accade senza sosta da duemila e passa anni - segue

 

arrow rightIl dolore del Venerdì Santo cantato da Fayrouz

La magistrale interpretazione di un inno tradizionale cristiano molto diffuso sulle sponde del Mediterraneo orientale  -- 
Riccardo Paredi   --    Durante l’anno, la nostra rubrica musicale T-Arab si prenderà qualche pausa dalla politica per proporre dei brani legati alle più importanti festività cristiane e musulmane: Pasqua, Ramadan, ‘Āshūrā’, Mawlid al-Nabī e Natale. - Read More


arrow rightOmelia di S. B. Mons. Pierbattista Pizzaballa per Giovedì Santo 2021

Sono lieto di ritrovarmi con voi oggi per questa importante celebrazione. Saluto in particolare i sacerdoti della nostra diocesi e quanti si sono uniti a noi in questo giorno così significativo. La celebrazione della Cena del Signore all'inizio del Triduo Pasquale è un momento opportuno per riflettere su alcuni elementi fondamentali che ci edificano come popolo di Dio, come Chiesa di Cristo. - segue

 

arrow rightBirmania. La condanna dell'Occidente, ma Russia e Cina fanno affari coi generali

Su alcuni media di Mosca, la Giornata delle Forze Armate Birmane di sabato scorso è stata presentata come una parata dell'export russo. La lista della spesa degli ultimi vent'anni include del resto una trentina di aerei 30 MiG-29, una decina di elicotteri e otto contraeree Pechora-2M, mentre è da poco iniziata la fornitura di sei Su-30SME.  --  Poi radar e attrezzatura varia. Sono armi che sono servite negli ultimi decenni a combattere i gruppi etnici lungo i confini, potenziando forze armate di un Pese di 54 milioni di abitanti con un personale armato complessivo di oltre 500mila unità - il doppio dell'Italia. -segue

 

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Il nostro sito, www.orientecristiano.it, vi augura una gioiosa e santa Pasqua.

Dear friends, our site, www.orientecristiano.it, best Easter wishes. Jesus is Risen!

Дорогие друзья, сердечно поздравляем Вас с праздником Святой Пасхи!
ХРИСТОС ВОСКРЕСЕ!


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Cari amici “vecchi” e “nuovi”, di OC OrienteCristiano.it,


nel pieno periodo della santa Quaresima, in cui attendiamo con preghiere e penitenza i giorni della Settimana Santa che ci preparano alla Pasqua di Resurrezione, lo scorrere dei giorni consueti è interrotto da importanti festività: la ricorrenza di San Giuseppe (purtroppo in Italia è stata da anni cancellata la Festività “civile”) e quella della Annunciazione del divino concepimento di Gesù alla Vergine Maria (che la Tradizione fissa a nove mesi esatti dal Natale prossimo).
Del grande Santo, Padre putativo del Signore, celebrato per le sue speciali qualità-qualifiche ed esempio di vita per tutti noi uomini: la castità, la fedeltà a Maria nel matrimonio, la cura del divino Figlio, l’ubbidienza alle leggi (civili  -nel presentarsi al Censimento indetto dai Romani- e religiose con la circoncisione del Bambino),  la laboriosità (perciò proclamato Patrono di tutti i Lavoratori -nella festa del primo Maggio-, il coraggio e la pazienza nell’emigrare con la sua (Sacra) Famiglia in Egitto dalla Palestina…   Ma su tutte le qualità, quella che più di tutte dovrebbe stupire noi gente del terzo millennio, abituata alle chiacchiere troppe volte inutili e alle “fake news” quotidiane dei “social media”, il suo SILENZIO operoso, paterno e ispirato dal Creatore per mezzo dei suoi sogni e apparizioni di Angeli.

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Saint_Joseph  (English)

 

http://santiebeati.it/dettaglio/20200  
San Giuseppe, sul quale ci segnalano, in lingua Russa, anche
https://azbyka.ru/days/sv-iosif-obruchnik   e   https://bogoslov.ru/article/728793

 

Qui tutte le interessanti -storiche e attuali- notizie sul calendario gregoriano:
https://it.wikipedia.org/wiki/Calendario_gregoriano

 

Vogliamo ricordare, con il film Vangelo Secondo Matteo di P. P. Pasolini, a proposito di Gesù Bambino e di Maria e Giuseppe, almeno i primi 15/20 minuti, nei quali appare in evidenza l’ubbidire e il tacere intelligente e ispirato di questo Papà esemplare, sempre accanto alla sua santissima Sposa Vergine Maria:
clicca qui

 

Novità su P. P. Pasolini, non solo “regista”:  clicca qui

 

In questi giorni Quaresima può essere di conforto, e anche di esempio, seguire le vicende della giovanissima (dodicenne) Santa Maria Goretti, con la sua generosa ubbidienza alle difficili “circostanze” della vita, ma specialmente il suo desiderio di Paradiso e l’attrattiva per Gesù nell’Eucarestia, tutto ben illustrato in un film classico del Neorealismo primi anni ’50:
clicca qui
Sempre senza dimenticare la Terra Santa, Medio Oriente, Iraq del recente viaggio di Papa Francesco e tutti, persone e popoli che soffrono o sono in difficoltà per le più varie ragioni, offrendo aiuti concreti e materiali ma sempre anche preghiere al Signore come -in tanti casi- abbiamo imparato fin da bambini …
clicca qui

 

Restiamo in vigile attesa della Settimana Santa e della Pasqua (nei primi giorni del prossimo mese) così inviamo i nostri migliori auguri a tutti i nostri Amici e Lettori.            
-------------------

al termine, con i saluti dello Staff, non può mancare il consueto “appello”:
https://www.orientecristiano.it/sostienici.html

PS A proposito della figura di San Giuseppe proponiamo i seguenti PDF

pdfGIUSEPPE_uomo_dei_sogni_-_copertina.pdf

pdfriti_pasquali.pdf

pdfsan_Giuseppe_e_gli_artisti.pdf

pdfsan_Giuseppe_pellegrino_e_carpentiere.pdf


Staff of


arrow rightMessa a Baghdad. Papa Francesco: «Il mondo si cambia con la forza delle Beatitudini»

Il 33.mo viaggio apostolico di Francesco all'insegna del motto evangelico "Siete tutti fratelli" è iniziato venerdì mattina per concludersi lunedì 8 marzo. LA PRIMA GIORNATA
TUTTI GLI ARTICOLI SUL VIAGGIO DEL PAPA IN IRAQ
Stamani il Papa ha incontrato, a porte chiuse a Najaf, il Grande Ayatollah Ali al-Sistani, leader spirituale sciita. Poi si è diretto a Nassiriya per l'incontro interreligioso nella Piana di Ur dei Caldei. Nel pomeriggio il rientro a Baghdad e alle 18 (le 16 italiane) la Messa nella cattedrale caldea di San Giuseppe. - segue

 

arrow rightIl Patriarca serbo: siamo dalla parte dei canoni, anche nella questione ucraina

Il 2 marzo 2021, Sua Santità il Patriarca di Serbia Porfirje ha rilasciato un'intervista al canale televisivo centrale della Serbia “RTS”, in cui, in particolare, ha toccato la situazione nell'Ortodossia mondiale in relazione al problema ucraino.
“Siamo una Chiesa autocefala, che ha una propria organizzazione interna. Tutte le Chiese ortodosse sono le nostre Chiese sorelle”, ha ricordato Sua Santità il Patriarca Porfirije. - E in questo caso, oltre che in linea di principio, siamo sempre dalla parte dei canoni e dalla parte dell'ordine. Crediamo che al momento, quando si tratta delle azioni del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina, non siano d'accordo con la tradizione della Chiesa. - segue

 

arrow rightViaggio apostolico in Iraq - tutti i discorsi in ordine cronologico di emissione

 

Programma


Viaggio apostolico in Iraq - La partenza da Roma, Telegramma al Presidente della Repubblica Italiana e Telegrammi ai Capi di Stato

SALUTO DEL SANTO PADRE AI GIORNALISTI DURANTE IL VOLO DIRETTO IN IRAQ

Viaggio apostolico in Iraq - INCONTRO CON LE AUTORITÀ, LA SOCIETÀ CIVILE E IL CORPO DIPLOMATICO

Viaggio apostolico in Iraq - INCONTRO CON I VESCOVI, SACERDOTI, RELIGIOSI/E, SEMINARISTI E CATECHISTI

Firma del Libro d'onore


INCONTRO INTERRELIGIOSO Piana di Ur

SANTA MESSA OMELIA DEL SANTO PADRE Cattedrale Caldea di “San Giuseppe” a Baghdad


Viaggio apostolico in Iraq - PREGHIERA DI SUFFRAGIO PER LE VITTIME DELLA GUERRA

VISITA ALLA COMUNITÀ DI QARAQOSH

SANTA MESSA OMELIA DEL SANTO PADRE Stadio “Franso Hariri” a Erbil


Cerimonia di congedo, Telegramma al Presidente della Repubblica d’Iraq

Viaggio in aereo in ritorno dall'Iraq - Carità, amore e fratellanza sono la strada

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Discorsi aggiuntivi

Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico Palazzo Presidenziale Discorso del Presidente della Repubblica d’Iraq S.E. il Signor Barham Ahmed Salih Qassim

Saluto di Sua Beatitudine Ignazio Youssef III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri

Parole di benvenuto di Sua Beatitudine Cardinale Louis Raphaël Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, Presidente dell’Assemblea dei Vescovi Cattolici d’Iraq

Dichiarazione dell'ufficio dell'Ayatollah Sistani sull'incontro con Papa Francesco

Messaggio del Presidente Mattarella a Papa Francesco in occasione del rientro dal Viaggio Apostolico in Iraq

 

arrow rightPAKISTAN - A dieci anni dalla morte, il Pakistan ricorda il ministro cattolico Shahbaz Bhatti

Khushpur (Agenzia Fides) - Un raduno dei giovani e una solenne Eucarestia celebrata nel villaggio natio Khushpur, nella provincia del Punjab, dove Shahbaz Bhatti è anche sepolto: così la comunità cristiana in Pakistan commemora e celebra il decimo anniversario della scomparsa del ministro cattolico per le minoranze religiose. Il 2 marzo 2011 Bhatti è stato ucciso in un attentato terroristico a Islamabad: oggi i cristiani in Pakistan, accanto a uomini e donne di altre comunità    segue

 

arrow rightSiria. L'Onu: migliaia di civili torturati e uccisi nelle carceri - L'Osservatore Romano, 4 marzo 2021


Dieci anni dopo lo scoppio delle violenze armate in Siria, decine di migliaia di civili risultano ancora "scomparsi", moltissimi dei quali uccisi, dopo essere stati detenuti in maniera arbitraria sin dal 2011. È quanto emerge da una dettagliata relazione preparata da inquirenti internazionali incaricati dall'Onu di far luce sulle violazioni umanitarie nel conflitto siriano.
Secondo lo studio, diffuso nelle ultime ore ai media e che cerca di far luce su presunti   segue...




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In questi mesi è in corso la più grande vaccinazione di massa che la storia della medicina ricordi, e il dibattito tra sostenitori e contrari s’infiamma.

Da una parte abbiamo chi crede fermamente nella scienza, dall’altra chi nutre dubbi sulla sicurezza ed efficacia dei nuovi vaccini anti Covid. A sostegno del fronte vaccinista abbiamo la scienza ufficiale e le assicurazioni delle case farmaceutiche che però non convincono del tutto.

A non convincere sono innanzitutto i tempi. Il vaccino anti Covid che ci prestiamo ad assumere è un vaccino doppiamente sperimentale. Nuovo è il virus da combattere e nuova è la tecnica a base genetica utilizzata.

Questi due fattori avrebbero dovuto indurre le industrie del farmaco e gli Enti di controllo ad agire con estrema cautela. Invece, spinti dall’emergenza e pressati dai governi sull’onda emotiva amplificata dai mezzi d’informazione, hanno preferito correre e bruciare le tappe.

Nel dibattito in corso è emersa la figura del negazionista, cui si contrappone quella del vaccinist
Negazionista è chi nega la gravità del virus (è solo un’influenza un po’ più aggressiva afferma di sovente, i numeri della pandemia sono gonfiati, ecc.) e rigetta con forza le misure governative di contenimento ritenendo le mascherine inutili e le restrizioni lesive delle libertà individuali. Il vaccinista è invece chi crede in maniera acritica alle affermazioni degli scienziati televisivi e prende per oro colato tutto ciò che ci propinano giornali e tivù.

E’ uno strenuo assertore della validità dei vaccini che ritiene siano la panacea dei mali del mondo e che, se fosse possibile, prenderebbe anche a colazione. Vive d’incrollabili certezze, elaborate da altri. Sono due posizioni estreme che hanno tuttavia una cosa in comune: l’ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza scientifica che si associa al fanatismo e alla pigrizia mentale. La foga con cui queste due categorie di persone si confrontano sui social a suon d’insulti, è la stessa dei tifosi del lunedì che s’improvvisano calciatori, arbitri e commissari tecnici.

La differenza è che non stiamo parlando di partite di calcio, ma di una partita per la vita. Nella prima parte di questo saggio sono ripercorse le più grandi pandemie della storia e spiegato come sono state sconfitte, alcune in modo naturale e altre grazie alla scienza: dalla Peste Nera del 1300 che uccise un terzo della popolazione europea, all’Influenza Spagnola del 1918 che fece più morti della prima guerra mondiale; parleremo della nascita del primo vaccino che permise di sconfiggere il morbo del Vaiolo. Nella seconda parte entreremo nel vivo del vaccino antico Covid a base genetica spiegando con parole semplici e comprensibili anche a chi non ha nozioni di biologia il suo meccanismo di funzionamento e le nostre riserve al riguardo.

Parleremo anche di come il Covid, da problema serio che andava affrontato con equilibrio e senso di responsabilità, è stato invece trasformato in tragedia per i motivi che diremo. Nelle pagine di approfondimento, parleremo delle malefatte dei ricercatori scientifici che per favorire i colossi farmaceutici sminuiscono gli effetti benefici delle sostanze naturali e come negli anni venti/trenta il governo italiano debellò la piaga della Tubercolosi senza mascherine e distanziamento sociale: costruendo gli ospedali e curando gli ammalati.

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innumerevoli voci di protesta sono giunte da tutta Italia contro la propaganda gender e gli spettacoli blasfemi promossi dalla RAI mediante il Festival di Sanremo...
Le esibizioni, alternate a manifestazioni volgari della sessualità fluida, di Achille Lauro con il sacro cuore di Gesù e le lacrime di sangue, poi in coppia con Fiorello che portava sul capo la corona di spine; infine, Lauro che compare con il costato insanguinato... tutto ciò ha offeso milioni di persone credenti e non credenti.
La petizione che Pro Vita & Famiglia ha diffuso contro le offese, la propaganda e le volgarità di Sanremo ha raccolto in pochi giorni oltre 53 mila firme e il numero continua a crescere.
Ma questo non basta. La RAI deve capire che il servizio pubblico non può mai più mandare in onda "spettacoli" blasfemi e ideologici. Perciò, Pro Vita & Famiglia è partita all'assalto (metaforico) della RAI: abbiamo circondato le sedi della RAI, a Saxa Rubra e Viale Mazzini, con maxi manifesti e camion vela contro la blasfemia e il gender a Sanremo...

Non si possono più tollerare certe offese: dobbiamo dire basta alla TV di regime, che dileggia e insulta la fede di milioni di italiani e diffonde il gender nelle proprie trasmissioni. Nessuno si sognerebbe di offendere le altre confessioni religiose ma il cristianesimo a quanto pare sì, può essere insultato in mondovisione.
Faremo pressione sulla RAI affinché non si ripeta mai più una cosa simile e per ottenere le dimissioni dell'Amministratore Delegato della Rai Salini e del direttore artistico di Sanremo Amadeus.

Pro Vita & Famiglia andrà avanti per far valere la volontà di milioni di persone offese e scandalizzate, che vogliono proteggere anche i loro figli dalla trasmissione di porcherie diseducative. Interverremo anche presso il senatore Alberto Barachini, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai per fare in modo che la voce di milioni di italiani venga ascoltata.
Ci tenevamo a comunicarti questo aggiornamento sulla situazione e sulle nostre attività. Un sincero GRAZIE per l'aiuto e la generosità che hai mostrato in questo periodo: il tuo aiuto è stato determinante per le iniziative in difesa dei bambini e delle madri!

Antonio Brandi
Presidente di Pro Vita e Famiglia Onlus


Jacopo Coghe
Vicepresidente di Pro Vita e Famiglia Onlus

 

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FONDAZIONE RACHELINA AMBROSINI

 

UN VACCINO PER TUTTI

 

La Fondazione Rachelina Ambrosini sostiene la campagna di vaccinazione contro il covid-19 in Mozambico. In collaborazione con i Medici con l’Africa Cuamm, nella provincia di Sofala, ci siamo impegnati a garantire l’operatività del personale sanitario assicurando l’assistenza per tutte le necessità. C’è bisogno dell’aiuto di tutti, la sfida più grande è trasformare il vaccino in vaccinazione vera e propria per tutti.
Ognuno di noi è chiamato a questa azione umanitaria, e tutti possiamo contribuire attraverso una donazione finalizzata all’acquisto degli strumenti necessari alla vaccinazione (siringhe, disinfettante, ovatta), alla logistica (trasporto dei vaccini con jeep e ambulanza, carburante), alla corretta conservazione dei vaccini (frigoriferi, generatori di corrente).
Grazie a quanti decideranno di condividere quest'azione salvavita.

 

Tommaso Maria Ferri
www.fondazionerachelinambrosini.it

 

L'invito è rivolto alle Istituzioni, alle Comunità, alle Associazioni, alle Parrocchie, ai Privati. 
INTESA SAN PAOLO SPA IBAN: IT57 J030 6909 6061 0000 0010 633
Causale: vaccinazioni in Mozambico.
#vaccinafrica

 

 

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III DOMENICA DI QUARESIMA - 07.03.2021

 

Gv 2,13-25 Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».

Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 

Commento di don Gigi Pini

 

…Ma perché fare tanta fatica ? ...Perché salire così in alto ? ...ma perché convertirci, in altre parole “cambiare”? La risposta c’è data direttamente da Lui e, per farlo, sceglie un posto che sia adatto: la capitale dell’Ebraismo, Gerusalemme, la Città santa. La risposta è nel pronostico chiaro e preciso: sconfiggerà il male estremo che è la morte affrontandola nel “duello finale” e vincendola con la sua Risurrezione. Ecco perché vale la pena di andare con Lui fino lassù in cima. Con Lui saremo anche noi dei “risorti” e già adesso...non ancora completamente, ma già adesso perché siamo stati uniti con Lui con il sacramento dell’Acqua: il Battesimo. Dobbiamo trovare il coraggio di sceglierlo ancora, di camminare sulla sua strada, di scuoterci dal sonno e dalla nostra noia e di reagire al pessimismo che ci circonda e ci deprime...siamo i suoi amici, è Lui che lo vuole.

 

Il “pronostico” di Gerusalemme ci permette di non sentirci stupidi illusi che vogliono cambiare un mondo che non si può, o non vuole, cambiare. Non è una scommessa basata sul niente o su un vuoto ottimismo...ma il Cristo mi chiede di fidarmi, di accettare la sfida contro il male. ...In fondo è quello che sogniamo da sempre, è quello che volevamo sinceramente da bambini e da ragazzini e che poi abbiamo smarrito dentro le nostre presunzioni e arroganze. ...In fondo è quello che vogliamo ancora quando ci capita d’essere soli e di pensare con la nostra testa. ...In fondo… Ok, ma adesso è ora di fare “venire a galla” la voglia di questo “pronostico”che ci coinvolge e ci fa sentire vivi, finalmente. Buon cammino. Un abbraccio forte. Ciao

 

II DOMENICA DI QUARESIMA - 28.02.2021

 

Mc 9, 2-10 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.

Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Questa tappa di montagna, di un “monte alto” è dura quindi da affrontare anche per me, per noi.(il Monte Tabor...in realtà raggiunge i 400 metri...ma qui ci si riferisce alla Vita) Si parte allora, con la “fatica del salire”, che sarà ricompensata dalla compagnia del Capo e di tutto quello che Egli ci farà vedere, o anche soltanto intravedere, lassù in cima. E’ proprio Lui che ci vuole portare fuori delle banalità di tutti i giorni, dal caldo afoso e inquinato della piana. E’ Lui che ci vuole portar via, per un momento, dal nostro terribile e amato quotidiano per “ricaricare” le batterie spirituali e poter così ridare senso ed entusiasmo a quello che sto facendo e capire che sarà importante darsi da fare per crescere, per amare, ancora...nonostante tutto. Lui ci sarà lassù, in cima...e aspetta anche te e me. Anzi, Lui camminerà con noi fino in cima, ci farà da guida, dobbiamo iniziare a “salire” però, in altre parole, dobbiamo decidere di ritagliarci dei tempi, durante la settimana, per stare un poco con Gesù di Nazareth. - Saranno i tempi per qualche Eucarestia, sacramento dell’incontro proprio con Lui che mi vuole “parlare” e mi vuole “nutrire”; - saranno i tempi di una sosta nella chiesa del mio quartiere, o del paese, dove Lui abita...la Sua casa in mezzo alle nostre; - saranno i tempi del fermarmi a pregare nella mia stanza o cercarlo nella natura che proprio adesso riprenderà vita e colore; - saranno i tempi del leggerlo nel Suo libro, nel Vangelo e ripensarlo un po’; - saranno anche i tempi del ripensare al sacramento della Riconciliazione, del Perdono che, probabilmente, è una salita dura come il Mortirolo… Sarà un po’ tutto questo, ma se trovo il coraggio di fare questa fatica...allora potremo dire anche noi: “ E’ bello stare qui…” per poi “scendere” ben dentro alla nostra quotidianità...ma con una spinta in più, con una grinta positiva finalmente.

 

Buona salita, o scalata, fate voi ma anche buona discesa. Un grande e forte abbraccio. Ciao

II DOMENICA DI QUARESIMA

 

Don Luigi Maria Epicoco: "Perche' recitiamo il rosario?" -

 

 

 

I DOMENICA DI QUARESIMA - 21.02.2021

 

Mc 1, 12-15 In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Eccolo qua, subito, il tempo del digiuno, della fatica. Quaresima, un tempo particolare per un cammino e per scelte speciali! E’ il tempo dei “quaranta giorni” nel deserto. Qualcosa allora deve cambiare nella mia quotidianità, nel modo normale di vivere i giorni e le settimane. E’ tempo di inventarmi angoli e spazi di “deserto”.

La Parola mi regala un percorso che mi può aiutare, si tratta di sei tappe e poi l'ultima, più grande, che è il “triduo pasquale”, quindi il finale con il giorno più importante della Storia: la Pasqua.

 

- Prima tappa: le tentazioni nel deserto.

 

- Seconda tappa: il Monte Tabor. “E’ bello per noi stare qui “...la Trasfigurazione, il traguardo finale! Conferma che non si sta inseguendo un fantasma ma...Suo Figlio.

 

- Terza tappa...Gerusalemme: l’annuncio della Sua Resurrezione, il “pronostico” della sua vittoria finale e definitiva.

 

- Quarta tappa...da Nicodemo: il perché della Sua presenza nel mondo, le "motivazioni".

 

- Quinta tappa… le condizioni per seguire Lui, la “tattica”….il “chicco di grano”...

 

- Sesta tappa… falso arrivo e falso trionfo. Qualcuno vuole bloccare tutto. L’arresto.

 

– Tappa finale... Giovedì santo... l’Eucarestia, la Parola e il Pane...presenza di Lui nella vita: gli elementi “vincenti”; Venerdì santo, la Parola, la Croce, il Pane. Domina la Croce, la fatica, il buio, ma… Sabato Santo... il silenzio, la grande veglia...il fuoco, la Parola, l’Acqua, il Pane, la Risurrezione, la Vittoria !

 

- Il finale, Pasqua: è la festa delle feste perché da qui prende senso tutto, proprio tutto. Tappa dopo tappa cercheremo di entrare nel percorso della Parola. Qualcosa però deve cambiare nella gestione del mio tempo nella settimana. Voglio trovare “gli spazi” per stare con Lui e poi vivere con gli altri.

 

Buon viaggio… “E’ bello per noi stare qui…”. Un grande abbraccio. Ciaoo

 
 

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 14.02.202

Mc 1, 40-45 In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!».

Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».

E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

La consapevolezza d’essere “malati”... ci manca, questa “coscienza”.

Abbiamo talmente tanto o tutto che ci sembra di stare bene. Ancora una volta non parlo del malessere fisico...anche perché, quando succede, ci precipitiamo in farmacia o al pronto soccorso, da un medico insomma...e la nostra richiesta è netta e scontata: voglio essere guarito. Purtroppo non mi viene così facile e urgente chiedere di essere guarito nell’anima!

 

Ma quale anima? In fondo, per stare bene, bastano i soldi e la salute appunto, un lavoro, quattro amici o amiche… se stai male è perché manca qualcuna di queste cose, manca qualcosa di concreto!

Sappiamo che ciò non è vero, che non è così ma ci siamo talmente “imbrogliati”, nel dirci che invece lo è e finiamo col crederci sul serio. Dobbiamo recuperare l’altra dimensione: quella dell’anima. Certo che ci vogliono i soldi, la salute, il lavoro, le amicizie...ma se non cerco l’Amore, la solidarietà, la giustizia, il rispetto, la verità...m’illuderò ancora una volta percorrendo strade troppo lontane da me e da Lui e non mi potrà mai venire in mente di chiedergli: “Se vuoi, puoi guarirmi”.

 

Sì, l’anima però! E’ una grande preghiera e Lui la sa ascoltare, anche perché Lui sa bene che conta anche la dimensione del “corpo”...No per niente si è fatto uomo e ha guarito ciechi, storpi, muti, sordi, lebbrosi, paralitici, indemoniati e resuscitato anche i morti… Conta davvero la dimensione del “corpo” e dobbiamo volerci bene, ma non basta e lo capiremo perché ce lo farà capire Lui, se lo voglio. Se stanno bene l’anima e i sentimenti starà meglio anche il corpo.

 

Buona vita... con un grande e forte abbraccio.

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 07.02.2021

Mc 1, 29-39 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Se è vero che i cristiani sono chiamati a “vivere” il Cristo, perché sono “quelli di Cristo”.., allora è vero che a noi tocca anche “guarire” e “scacciare molti demoni”!

E invece ci sembra che non sia compito nostro quello di vincere il male, il dolore, la sofferenza, la malattia, il buio della vita insomma. Impossibile che tocchi proprio a noi!

E invece no, tocca anche a me perché anch’io sono chiamato a vincere il Male: vincerlo “dentro ed intorno a me”. Quante volte però ci sto bene con il male o non voglio accorgermene o mi va di giocarci…

La scienza è chiamata a vincere il male del corpo, ma quello dell’anima tocca anche a me, a noi.

La scienza ha fatto e farà i suoi passi e sarà bello per tutti; noi dobbiamo fare i nostri passi nella lotta al male dell’anima, dello spirito, dei sentimenti che sono la noia, il chissenefrega, lo scoraggiamento, la superficialità, l’egoismo, la bugia, la depressione, la vendetta, i sotterfugi, i tradimenti… Il “come” lo ha indicato Lui: fermarsi qualche volta a pregare.

 

Sì, perché “pregare” è un’azione concreta, è un modo vero di vivere perché è comunione con Lui che mi ricarica, che mi motiva di nuovo, che mi dona la fantasia dell’Amore per affrontare e vincere concretamente quel tipo di male. Pregare è stare con Lui, il risorto, quello che ha vinto la Morte. Pregare è una grande azione.

Pregare… e Lui lo faceva spesso, sempre!

 

Buona vita. Un grande abbraccio.

 

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 31.01.2021

 

Mc 1, 21-28 In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Il maestro è colui che insegna e così Gesù è chiamato “il Maestro”... appunto perché insegna.

C’è chi è “specializzato” in matematica, in geografia, in storia o in lingue… se lo fa bene è benvoluto dai suoi allievi, se lo fa male riceve la loro indifferenza. Gesù è specializzato in “Amore”: Lui insegna ad Amare e quello che dice lo mette in pratica Lui per primo, fino a dare la vita.

E’ talmente specializzato in questo che al Male, a Satana, non va bene perché il Male si rende conto che se tutti ascoltassero Gesù, per lui sarebbe la fine, la rovina.

E’ del tutto chiaro che Satana non sarà mai un allievo del Maestro Gesù e non potrà che parlarne male: lui e tutti i suoi allievi.

E’ del tutto chiaro che a Satana non va bene quello che il Maestro Gesù insegna: sono su due fronti opposti, il bene e il male.

Da subito però è vita dura per lo “spirito immondo”, infatti, incassa immediatamente la prima sconfitta e se ne va. Il vigliacco però non cede e continuerà la sua “partita” nella Storia e si vede tutti i giorni, fuori e dentro di me. Adesso io devo decidere quale maestro seguire, a chi dare retta.

Lui m’insegna l’Amore, l’altro a pensare solo a me stesso.

Lui ha vinto il Male estremo che è la Morte ed è Risorto. Io devo decidere se fidarmi di Lui o dell’altro.

Devo decidere, intanto, il Maestro continua ad insegnare e nel Vangelo c’è scritto tutto. Buona vita, senza paura, con Lui al Centro.

 

Un abbraccio forte e grande.

IV DOMENICA - INSEGNAVA COME UNO CHE HA AUTORITA'

 

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

 

 

 

Ancona, Giovedì 25 febbraio 2021 

 

E un'altra Pasqua sarà sacrificata sull'altare del Covid
di RICCARDO CASCIOLI

Il ministro Speranza ha già annunciato che misure drastiche rimarranno fino al 6 aprile, cioè dopo Pasqua. Ormai siamo ostaggio di un governo che continua a giustificare i lockdown con lo spauracchio per possibili peggioramenti futuri.

   Come volevasi dimostrare: «Il prossimo Dpcm varrà dal 6 marzo al 6 aprile» e non ci sono le condizioni per abbassare le misure. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza al Senato riferendo sull’emergenza Covid. In altre parole: il lockdown continua e il governo fa in modo che nessuno si muova per le feste di Pasqua.
   In realtà contagi, ricoveri, terapie intensive e morti (a parte alcuni casi isolati) sono in netto calo rispetto, ad esempio, a due mesi fa; ma adesso si agita lo spauracchio delle varianti con previsioni di picco tra fine marzo e inizio aprile per giustificare chiusure, divieti, coprifuoco. E vedrete che ad aprile si troveranno ancora altri motivi per prorogare le misure restrittive. La scorsa primavera si aspettava che il famoso indice Rt scendesse sotto l’1 per poter riaprire le attività, ora invece pur sotto l’1 si chiude tutto nella previsione che possa risalire.
   Peraltro, malgrado i timori e le previsioni catastrofiche riguardo alle varianti del virus, al momento non si ha evidenza di una maggiore letalità o di gravità della malattia. Inoltre il tasso di positività – cioè il numero di casi positivi sul totale dei tamponi effettuati – si mantiene molto basso, al di sotto del 5%, quando a novembre scorso aveva addirittura superato il 15%. E sempre tenendo conto che i casi positivi non corrispondono ai malati, che sono soltanto una minima parte dei positivi.
   Assistiamo a una manipolazione costante dei dati per poter mantenere il paese in ostaggio. E il governo Draghi non è solo in continuità con il Conte 2 (e la conferma del ministro Speranza era già un’indicazione chiara), è anche più determinato e drastico nelle misure. Chi pensava che l’allargamento della maggioranza mitigasse il socialismo sanitario di Speranza deve ricredersi: per quel che si sta vedendo in questi giorni il ministro della Salute ha ancora più potere sulle decisioni.
   Del resto Draghi lo ha detto molto chiaramente nel discorso programmatico al Senato: chi pensa che si possa tornare alla “normalità” intesa nel senso delle condizioni pre-Covid si sbaglia. Infatti ci stanno guidando verso una “nuova normalità” che non sarà molto diversa da quello che viviamo oggi. Non a caso si è cominciato un anno fa dicendo “solo due settimane di lockdown per poi tornare liberi”; si è quindi passati allo sforzo “per salvare la Pasqua”, a “chiudere adesso per evitare la seconda ondata autunnale”, a “ancora uno sforzo per salvare il Natale”, a “teniamo duro per salvare la Pasqua (e due)”. In realtà abbiamo passato chiusi la Pasqua, il Natale e ora di nuovo passeremo chiusi la Pasqua.
   E possiamo stare tranquilli che le restrizioni ci saranno pure in estate “per evitare quello che è successo l’anno scorso”, quando peraltro si è data pretestuosamente la colpa a chi ha fatto le vacanze al mare in agosto per i contagi registrati a ottobre e novembre.
   Riferendosi ai criteri delle nuove misure in arrivo, il ministro Speranza ha detto che «la bussola sarà la salvaguardia del diritto alla salute». Ma si parla di diritto alla salute come se il Covid fosse l’unica malattia esistente e l’unica causa di morte. C’è invece evidenza che proprio l’esasperato allarmismo sul Covid stia provocando l’aumento di morti per altre malattie che vengono trascurate. Venti giorni fa è stato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, a notare che potrebbero essere fino a 30mila i morti nel 2020 dovuti alle «malattie trascurate causa pandemia».
   E questo senza considerare le conseguenze psicologiche e psichiatriche dell’isolamento forzato, soprattutto nelle persone più vulnerabili.
   E ancora: le politiche di lockdown stanno affossando l’economia e ingrossando le fila dei poveri. «Anzitutto la salute, viene prima dell’economia», si dice sprezzanti. Ma solo degli irresponsabili possono mettere in conflitto la salute con l’economia, come se le medicine e le terapie piovessero dal cielo e non avessero invece un costo da affrontare.
   Già prima del Covid in Italia c’erano 4.5 milioni di persone in povertà assoluta e – come documentato dai Rapporti sulla povertà sanitaria stilati ogni anno dal Banco Farmaceutico – questo significa che ci sono milioni di persone che non hanno la possibilità di acquistare neanche le medicine per curare le malattie più banali o fare degli esami diagnostici. L’aumento della povertà causato da questi lockdown indiscriminati e irrazionali significa allargare ulteriormente la fascia di coloro che non saranno in grado di curarsi per qualsiasi tipo di malattia, altro che Covid. E altro che «salvaguardia del diritto alla salute».
RICCARDO CASCIOLI

da "La Nuova Bussola Quotidiana"

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CON IL PRETESTO DELL'EPIDEMIA  L'ABUSO DELL'OBBLIGO  DELLA COMUNIONE SULLA MANO

Articolo di don Federico Bortoli

   La questione della Comunione sulla mano è una tematica che mi sta molto a cuore e ho ampiamente trattato nel mio libro La distribuzione della Comunione sulla mano edito da Cantagalli, con la prefazione del cardinale Robert Sarah. Perciò in queste righe non affronterò il tema nel suo complesso, con tutte le sue problematiche, ma mi limiterò a considerare se esiste un fondamento medico-scientifico e giuridico per imporre la Comunione sulla mano, come si sta facendo in molti luoghi. Naturalmente per ciò che concerne l’ambito medico farò riferimento a esperti in materia, mentre per l’aspetto giuridico cercherò di dare il mio contributo di canonista, basandomi su ciò che dice realmente il diritto canonico, che come ho avuto modo di apprendere nei miei studi è essenzialmente la ricerca di “ciò che è giusto” in modo oggettivo ed è garanzia affinché vengano salvaguardati i diritti dei fedeli. Spesso, invece, si ha l’impressione che il diritto o presunto tale venga utilizzato come strumento per imporre le proprie idee, calpestando le norme reali e i diritti dei fedeli, approfittando solamente della propria posizione di potere.

   A seguito dell’attuale situazione sanitaria legata al Covid, in molti luoghi la Comunione in bocca viene negata, ponendo serie difficoltà di coscienza sia ai fedeli che desiderano ricevere l’Eucaristia in tal modo, sia ai sacerdoti che desiderano rispettare il diritto dei fedeli stessi a comunicarsi così.

   Il divieto della Comunione in bocca viene giustificato basandosi sul fatto che tale modalità sarebbe, in maniera certa e inequivocabile, più rischiosa rispetto alla Comunione sulla mano per la contaminazione da Covid. Come vedremo, di questo non vi è alcuna evidenza scientifica oggettiva. Sul tema ci sono opinioni contrastanti, come del resto su tutta la questione Covid si sente tutto e il contrario di tutto all’interno della stessa comunità scientifica, e non si capisce perché debbano valere di più le opinioni di certi medici piuttosto che di altri, solo perché coincidono con il proprio punto di vista del tutto personale. È necessario valutare le cose con la maggiore oggettività possibile.

   Tutti i medici concordano sul fatto che, in base alla letteratura scientifica, il Covid si trasmette attraverso goccioline (droplets): in altre parole il coronavirus deve letteralmente “prendere il volo” per poter infettare, e ciò può avvenire con starnuti, colpi di tosse e parlando a voce alta. Inoltre, alcuni medici come il dottor Paolo Gulisano, epidemiologo presso l’ospedale di Lecco e il dottor Fabio Sansonna, chirurgo presso l’ospedale Niguarda di Milano, evidenziano che la stessa saliva finché non passa dallo stato liquido, come è normalmente in bocca, allo stato di goccioline è innocua. Oltretutto la saliva stessa contiene il lisozima che è un disinfettante naturale, il quale agisce contro i virus e i batteri.

   Il professor Filippo Boscia, presidente nazionale dei medici cattolici, sostiene che sono proprio le mani, toccando tutto, a essere la parte del corpo più esposta ai virus e che pertanto è proprio la Comunione sulla mano a essere più pericolosa. Di fronte a tale considerazione si obbietterà che, utilizzando il gel disinfettante e non facendo lo scambio della pace, tale problema non sussiste. In realtà, dopo esserci disinfettate le mani all’ingresso della chiesa, con le mani inevitabilmente si tocchiamo le panche e altri oggetti. Ma soprattutto, in molte chiese, nonostante le attuali normative dicano che le offerte devono essere lasciate prima o al termine della funzione in un apposito contenitore (qui sì che si che si può tranquillamente trasgredire la norma), da tempo si è cominciato a raccogliere le offerte durante l’offertorio, pur utilizzando un oggetto adeguato per mantenere la distanza. Resta il fatto che i fedeli, dopo avere toccato il denaro, banconote o monete che siano (e si sa che dal punto di vista igienico sono tra le cose più sporche), ricevono l’Eucaristia sulla mano e se la portano alla bocca. Qualcuno dovrebbe spiegare dove sta l’igiene in questo caso. Per di più, molti sacerdoti notano che proprio distribuendo la Comunione sulla mano, con molta facilità, entrano in contatto con la mano del fedele, per quanto si cerchi di evitarlo, mentre con la Comunione in bocca molto raramente si viene in contatto con la lingua o le labbra del fedele e, se dovesse capitare, è sufficiente procedere alla disinfezione delle dita. Quindi, è proprio la Comunione sulla mano a essere meno sicura dal punto di vista igienico. (CONTINUA)

 

LA CREAZIONE NON E’ UNA FAVOLA
  Libro di DOMENICO RAVALICO
IMPORTANTISSIMO LIBRO SCIENTIFICO
Libro estraibile in www.lavocecattolica.it/verita.della.creazione.htm


RISCOPRIAMO IL LATINO 
 Per contattare Don Romano Nicolini: Cell. 339.8412017 - Posta Elettronica: rcnico@tin.it 
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Ancona, Mercoledì 17 febbraio 2021 

 

QUARESIMA: 

 COMBATTERE LA MENZOGNA   NELLA CHIESA

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BELLISSIMO FILM "MOLOKAI" SULLA VITA DI SAN DAMIANO

In località Kalawao sull’isola di Molokai in Oceania, San Damiano de Veuster (1840-1889), sacerdote della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che attese con tale dedizione all’assistenza dei lebbrosi, da morire colpito anch’egli dalla lebbra. San Damiano stesso rivela in una lettera i motivi della sua scelta: «Amo molto questi poveri indigeni per la loro semplicità e faccio per loro tutto ciò che posso. Essi mi amano come fanno i bambini con i propri genitori, e attraverso questo reciproco affetto spero di poterli condurre a Dio. Se amano il prete, infatti, ameranno più facilmente Cristo nostro Signore». Nel 1936 il suo corpo verrà riportato in Belgio, a Lovanio. Giovanni Paolo II lo ha beatificato a Bruxelles nel 1995, continuando l’iter iniziato da Paolo VI nel 1967 su richiesta di 33 mila lebbrosi e concluso da Benedetto XVI che lo ha canonizzato in Piazza San Pietro l'11 ottobre 2009.

 

DIGIUNO ED ASTINENZA   


   Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno e astinenza dalle carni. Il digiuno consiste nel fare un unico pasto durante la giornata, ma non è proibito prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali. L’acqua e le medicine si possono assumere liberamente. La prescrizione dell’astinenza dalle carni non proibisce di consumare pesce, uova e latticini, ma proibisce di consumare, oltre alla carne, cibi e bevande che sono da considerarsi come particolarmente ricercati o costosi.
   L’obbligo del digiuno inizia a 18 anni compiuti e termina a 60 anni incominciati; quello dell’astinenza inizia a 14 anni compiuti. Chi non si trova in buono stato di salute è dispensato dall’obbligo del digiuno e dell’astinenza.
   Il digiuno e l’astinenza insieme alla preghiera, all’elemosina e alle altre opere di carità appartengono, da sempre, alla vita e all’azione penitenziale della Chiesa perché rispondono al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio.


COSA SONO LE INDULGENZE

   Per ogni peccato commesso, sia esso veniale che mortale, il peccatore si trova in colpa dinanzi a Dio e gli rimane l'obbligo di soddisfare alla divina giustizia con qualche pena temporale che dovrà essere scontata in questa o nell'altra vita. Questo vale anche per chi, dopo aver commesso un peccato, si è ravveduto ed ha avuto la colpa rimessa con il Sacramento della Confessione.
   Il Signore, però, nella sua infinita misericordia ha disposto che da queste pene temporali possano i fedeli liberarsi, o in tutto o in parte, sia colle opere soddisfatorie che essi compiono, sia con le Santissime indulgenze. Le, indulgenze, di cui la Chiesa è depositaria, fanno parte dell’'infinito tesoro dei meriti soddisfatori di Gesù Cristo, di Maria Santissima e dei Santi. Esse sono concesse, non solo a chi è ancora in vita, ma anche a coloro che sono morti per l'applicazione delle santissime indulgenze fatte alle anime del Purgatorio a modo di suffragio, ossia pregando il Signore che accolga le buone opere dei viventi in sconto delle pene che hanno da espiare le anime dei Purganti.


NOTA SULLE INDULGENZE

   L'indulgenza, secondo la dottrina cattolica, è la remissione davanti a Dio della pena temporale dovuta per i pec­cati. Per i peccati mortali l'indulgenza può essere conseguita soltanto se i medesimi sono stati confessati e rimessi con l'assoluzione.
   La Chiesa può concedere le indulgenze, perché il Signore le ha dato il potere di attingere ai meriti infiniti di Gesù Cristo, della Vergine e dei Santi. 
   L'indulgenza può essere parziale o plenaria, secondo che libera in parte o totalmente dalla pena dovuta per i peccati. Tutte le indulgenze, sia parziali che plenarie, possono essere applicate ai defunti a modo di suffragio ma non possono essere applicate ad altre persone viventi. L'indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno; l'indulgenza parziale può essere acquistata anche più volte al giorno.

 

Il Cardinale Raymond Burke
Tutti hanno il dovere di combattere la menzogna nella Chiesa
(15 febbraio 2021)

Il termine migliore per descrivere lo stato attuale della Chiesa è confusione, che ha la sua origine nel mancato rispetto della verità. Ognuno di noi, secondo la sua vocazione nella vita e i suoi doni particolari, ha l'obbligo di dissipare la confusione e di manifestare la luce che viene solo da Cristo. C'è confusione sulla natura stessa della Chiesa e sul suo rapporto con il mondo. Solo con il battesimo si diventa figli di Dio e non è vero che Dio vuole una pluralità di religioni.

   Il termine migliore per descrivere lo stato attuale della Chiesa è confusione; confusione che spesso confina con l'errore. La confusione non è limitata all'una o all'altra dottrina o disciplina o aspetto della vita della Chiesa: riguarda l'identità stessa della Chiesa.
   La confusione ha la sua origine nel mancato rispetto della verità, o nella negazione della verità o nella pretesa di non conoscere la verità o nella mancata dichiarazione della verità che si conosce. Nel suo confronto con gli Scribi e i Farisei in occasione della Festa dei Tabernacoli, Nostro Signore parlò chiaramente di coloro che promuovono la confusione, rifiutando di riconoscere la verità e di dire la verità. La confusione è opera del Maligno, come insegnò Nostro Signore stesso, quando disse queste parole agli scribi e ai farisei: «Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità» (Gv 8, 43-45).
   La cultura della menzogna e la confusione che genera non ha nulla a che fare con Cristo e con la Sua Sposa, la Chiesa. Ricordate l'ammonizione di Nostro Signore nel Discorso della Montagna: «Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno» (Mt 5,37).
   Perché è importante per noi riflettere sullo stato attuale della Chiesa, segnato com'è da tanta confusione? Ognuno di noi, come membro vivente del Corpo Mistico di Cristo, è chiamato a combattere la buona battaglia contro il male e il Maligno, e a mantenere la corsa del bene, la corsa di Dio, con Cristo. Ognuno di noi, secondo la sua vocazione nella vita e i suoi doni particolari, ha l'obbligo di dissipare la confusione e di manifestare la luce che viene solo da Cristo che è vivo per noi nella Tradizione vivente della Chiesa.
   Non dovrebbe sorprendere che, nello stato attuale della Chiesa, coloro che tengono alla verità, che sono fedeli alla Tradizione, siano etichettati come rigidi e come tradizionalisti perché si oppongono all'agenda prevalente della confusione. Essi sono dipinti dagli autori della cultura della menzogna e della confusione come poveri e carenti, malati che hanno bisogno di una cura.
   In realtà, noi vogliamo solo una cosa, cioè poter dichiarare, come San Paolo alla fine dei suoi giorni terreni: «Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione» (2 Tim 4, 6-8).
   È per amore di Nostro Signore e della sua presenza viva con noi nella Chiesa che lottiamo per la verità e per la luce che essa porta sempre nella nostra vita. (continua)
   
 

* Cardinale Raymond Burke

 

Ancona, Giovedì 11 febbraio 2021 

 

 L'IMMACOLATA  CONCEZIONE  CHE UNISCE  LORETO E LOURDES 

 La triste ed ingiusta soppressione delle rispettive feste liturgiche 

 

SAN PIO DA PIETRELCINA:
A LOURDES LA MADONNA E' APPARSA
A LORETO CI PASSEGGIA

   Padre Pio non fu mai a Loreto, ma verso la Santa Casa ebbe un’espressione di intensa devozione. Un suo figlio spirituale, un giorno, gli chiese se la Casa di Loreto fosse veramente quella in cui si era compiuto il mistero dell’Incarnazione nel seno dell’Immacolata. Lasciando da parte tutte le possibili indagini e soluzioni, padre Pio disse solamente: “Se entrassi un solo istante in quella Casa, per la grande emozione ne morirei”.
   Padre Remigio da Cavedine, cappuccino, è stato per vari anni custode della Santa Casa di Loreto. Era un sacerdote di grande pietà e devotissimo della Vergine Maria. Alle ore ventuno ogni sera recitava in Santa Casa il rosario. Egli ha testimoniato che nel momento in cui iniziava la recita del Rosario vedeva arrivare Padre Pio, che rimaneva lì per tutto il tempo della preghiera. Giovanni da Prato gli chiese: “Padre Remigio, come potrei vedere Padre Pio?”. Egli ha risposto: “Non so se il Signore ti permetterà di vederlo, ma guarda le catenelle poste ai lati delle transenne, al suo passaggio le vedrai muoversi”.
   Fra Gianmaria, che faceva parte della fraternità cappuccina di Loreto, il 20 maggio del 1958 andò in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Parlando con Padre Pio, gli disse: “Padre, continui a venire a visitarci in Santa Casa”. Padre Pio sorrise e col cenno della testa annuì.
   Molte volte a persone che venivano dal Nord o andavano verso il Nord, Padre Pio raccomandava di visitare il Santuario di Loreto e di pregare in Santa Casa.
   A qualcuno che gli chiese un confronto tra Lourdes e Loreto, su quale fosse il più importante tra i due Santuari, egli rispose in modo emblematico: “A Lourdes la Madonna è solo apparsa; a Loreto ci passeggia!”, mettendo così in luce la straordinarietà della presenza continua ed ininterrotta di Maria tra quelle Sante Pareti, ove ella a Nazareth venne concepita Immacolata, vi nacque e vi divenne Madre del Figlio di Dio Incarnato, al momento dell’Annunciazione.
   Maria, perciò, “passeggia” ancor oggi nella sua Santa Casa, con il suo stesso corpo ora assunto e glorioso in Cielo, ma che è quello stesso corpo con cui viveva tra quelle Sante Pareti durante il tempo della sua vita terrena. Perciò la presenza di Maria nel Santuario Lauretano è impareggiabilmente superiore ad ogni altro Santuario del mondo in cui ella può essere apparsa in circostanze particolari di grazia. E non solo Maria “passeggia” invisibilmente nella sua Santa Casa, ma nei sette secoli da che “miracolosamente” la sua Casa è stata traslata “in vari luoghi” ed infine sul colle lauretano, ella è talvolta apparsa anche proprio “visibilmente”, a santi e sante, o ad umili devoti che l’hanno visitata e pregata con fede tra quelle Sacre Pareti.
   Si può perciò affermare con assoluta verità che, assai più che in ogni altro santuario di apparizioni mariane, la Santa Casa di Loreto primeggia anche sotto questo aspetto soprannaturale su ogni altro luogo sacro della Terra: qui Maria “vi passeggia” e si mostra invisibilmente e talvolta anche “visibilmente” a coloro che vi giungono con fede, aperti alla grazia e con l’animo sgombro da pregiudizi razionalistici, anche in riferimento alla verità storica delle “Miracolose Traslazioni”.

 

Prof. GIORGIO NICOLINI

IL MISTERO MARIANO CHE UNISCE LOURDES E LORETO

L’8 e il 10 dicembre due ricorrenze ravvicinate dietro le quali si nasconde un intenso legame.  «La verità di fede sulla Madonna proclamata da Pio IX s’intreccia con la dimora lauretana, come emerge dagli scritti dello stesso Papa», spiega l’arcivescovo di Loreto Fabio Dal Cin. «E 4 anni dopo la bolla Ineffabilis Deus, nel 1858, la Vergine appare a Bernadette nella grotta di Massabielle presentandosi con un appellativo - IO SONO L'IMMACOLATA CONCEZIONE - che suonò come una conferma del dogma»


LA MADONNA DI LORETO E LA CASA ARRIVATA IN VOLO DA NAZARET

Era l'8 dicembre 1854 quando Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria con la bolla Ineffabilis Deus, una verità di fede legata a doppio filo con la Santa Casa lauretana e non solo per la stretta vicinanza tra le due solenni ricorrenze (due giorni dopo, infatti, il 10 dicembre, si festeggia la Traslazione della dimora di Maria). Lo ha ricordato di recente monsignor Fabio Dal Cin, arcivescovo e delegato  pontificio di Loreto in un incontro del 19 settembre scorso, dal titolo “Grazia e Grazie: guarigioni dell’anima e guarigioni del corpo” con un relatore d’eccezione: Alessandro De Franciscis, Presidente dell’Ufficio Constatazioni Mediche di Lourdes, quel Bureau Medical chiamato a verificare da un punto di vista scientifico che le ritrovate condizioni di salute siano state davvero improvvise, inspiegabili e permanenti.

   Nell’Immacolata Concezione si fonde quella realtà di fede e servizio che c’è sia dietro Lourdes, sia dietro Loreto. Maria, nella Santa Casa, fu concepita senza macchia, secondo quanto fu proclamato con il dogma, e a Lourdes si presentò, 4 anni dopo, dicendo a Bernadette: «Io sono l’Immacolata Concezione». Se nel 1854 Pio IX proclamò tale dogma, dobbiamo guardare a cosa scrisse proprio Pio IX, devoto della Santa Casa di Loreto nel 1852, nella lettera apostolica "Inter Omnia": «Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore: la veneranda ed augustissima Casa di Loreto. Consacrata dai divini misteri, illustrata dai miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, stende ampiamente per la Chiesa Universale la gloria del suo nome e forma ben giustamente l’oggetto di culto per tutte le nazioni e per tutte le razze umane. (...) A Loreto, infatti, si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio, e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia.

 

Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, E' STATA CONCEPITA, E' NATA, E' CRESCIUTA, E IL CELESTE MESSAGGERO L'HA SALUTATA PIENA DI GRAZIA E BENEDETTA FRA LE DONNE".

   Siamo nel 1852: due anni prima della proclamazione del dogma dell’Immacolata, Pio IX collega con la sua lettera il futuro dogma con la Casa di Nazaret.
   Pochi anni dopo, nel 1858, in una grotta umida, spoglia, dove si raccoglieva la legna per i focolari e dove venivano portati a pascolare gli animali, a una ragazzina francese appare una donna vestita di bianco con due rose gialle ai piedi, confermando nel pronunciare il suo nome la stessa verità. A Lourdes, nell’antro di Massabielle, il Cielo si apre per ribadire quello che appena quattro anni prima la Chiesa attraverso Pio IX aveva proclamato: «Questa stessa Chiesa romana ritenne che non potesse esserci niente di più meritevole che affermare, tutelare, propagandare e difendere, con ogni più eloquente mezzo, l’Immacolata Concezione della Vergine, il suo culto e la sua dottrina» (Ineffabilis Deus).
   Un Papa nativo di Senigallia, nel cuore della terra marchigiana, che iniziò la sua vita sacerdotale dopo un pellegrinaggio a Loreto e che in gioventù fece voto alla Vergine Lauretana di «dedicarsi tutto alla gloria e al servizio suo, vestendo l’abito ecclesiastico», questo santo Pontefice unisce due luoghi carichi di fede, come Loreto e Lourdes. (...). La piena di grazia, salutata dall’angelo nella Santa Casa, appare quasi duemila anni dopo a Bernadette Soubirous, chiedendole “la grazia” di venire alla grotta per quindici giorni. La Vergine Maria, concepita immacolata nella Santa Casa custodita a Loreto, con questo nome si rivelerà alla piccola Bernadette a Lourdes.
   Nell’intervento di De Franciscis alla conferenza lauretana (del 19 settembre 2020) si è subito messo in chiaro come due realtà così distanti geograficamente e anche storicamente, siano intimamente unite e procedano spiritualmente verso un unico centro: la Vergine Immacolata. Il presidente del Bureau Medical che ha trattato il tema “Grazia e Grazie”, nel ripercorrere la realtà del santuario francese, le guarigioni inspiegabili che vi avvennero, e i miracoli poi proclamati dalla Chiesa, ha evidenziato una parola che ha fatto da collante al suo intervento: “segno”. Come Gesù nella sua vita pubblica ha operato dei segni affinché uomini e donne credessero alla buona novella e convertissero il loro cuore, così avviene nelle guarigioni del corpo che avvengono a Lourdes, testimonianza di grazia e di dono ricevuto. «E così avviene pure a Loreto, alla Santa Casa: il dono, la grazia che Maria per prima tra quelle mura ha ricevuto diventa, per ogni credente e per ogni devoto, la speranza di sapersi accompagnati da colei che “ricolma di grazia e tutta Immacolata” ci porta all’incontro con Cristo, vero salvatore della vita di ogni uomo».
   Il segno di Loreto oggi? La devozione e il servizio: quasi un centinaio di scout Foulard Bianchi hanno vissuto un intenso pellegrinaggio. Dall’esperienza di Lourdes, che li ha chiamati al servizio dei malati, alla Santa Casa di Maria a Loreto: ritornare alla Casa per essere pronti ad “alzarsi in fretta” come ha fatto Maria e camminare verso chi è nella necessità.



Articolo di DILETTA D'AGOSTINI e UGO BOGOTTO
(in "Maria con te", n.49/2020)
per la Delegazione Pontificia della Santa Casa di Loreto

LA LETTERA DI CONFUTAZIONE DEL PROF. GIORGIO NICOLINI
AL CARD. ROBERT SARAH A SEGUITO DELLA SOPPRESSIONE
DELLA FESTA LITURGICA DELLA TRASLAZIONE MIRACOLOSA
L'intera corrispondenza tra il Prof. Giorgio Nicolini e il Card. Robert Sarah
prelevabile in Internet cliccando sull'indirizzo seguente:
www.telemaria.it/LettereAperteNicoliniSarah.pdf

(..... omissis .....)

§.7 — L'incongruente analogia con la memoria della "Beata Vergine Maria di Lourdes".

   (Rispondendo al Card. Sarah)   Lei, però, (rispondendo al Card. Sarah) ha voluto ugualmente giustificare la nuova denominazione asserendo che "il nuovo nome corrisponde alla sobrietà con cui nel Calendario Romano sono stabilite anche le memorie della B.V.M. di Lourdes o di Fatima. Sebbene tali memorie abbiano origine anch'esse da eventi che potremmo analogicamente definire miracolosi, esse non recano il titolo di "memoria delle apparizioni" della B.V.M. a Lourdes, o a Fatima". Ma anche qui mi spiace dover ancora contraddire la Sua affermazione, perché dimostra di non conoscere che invece l'originaria dicitura delle memorie suddette avevano avuto proprio la denominazione di "In apparitione B.V.M. Immaculatae", come può ben rilevare dal "Breviarum Romanum " (1961 tomus prior), tradotto in italiano con "Apparizione della B. V. Maria Immacolata", come è riportato nel Messalino (ed. Marietti) del 1963.
   L'originario titolo della celebrazione liturgica della "Beata Vergine Maria" apparsa a Lourdes, pertanto, ben menzionava e voleva ricordare liturgicamente proprio le apparizioni di Maria a Santa Bernadette e voleva soprattutto ricordare il titolo di "Immacolata" con cui si era manifestata, a diretta conferma del dogma stabilito dal Beato Pio IX nel 1854. Pertanto il "sobrio" titolo attuale di "B.V.M. di Lourdes" aveva già subìto la stessa sorte manipolatrice e riduttiva di quello accaduto ora per la "B.V.M. di Loreto". Infatti la dicitura post-conciliare di "B.V.M. di Lourdes" aveva oscurato sia il richiamo alle apparizioni stesse avvenute a Lourdes come anche e soprattutto il ricordo del Concepimento Immacolato di Maria, con cui la Vergine si è voluta rivelare all'innocente Santa Bernadette Soubirous.
   Tuttavia è vero, nel caso di Lourdes (o di Fatima), come giustamente Lei scrive, che "nonostante ciò, la più sobria dicitura del Calendario liturgico non pone affatto in dubbio la veridicità di suddette apparizioni, approvate dalla Chiesa". Anche la sobria dicitura "B.V.M. di Lourdes", infatti, nel "sentire" popolare, richiama inevitabilmente anche le apparizioni: ciò è ovvio, perché cos'altro si potrebbe ricordare o celebrare di Lourdes se non le apparizioni, non essendovi nessun altro fatto storico che la qualifichi? Tuttavia è però sempre occultata, con quella "sobria dicitura", la rivelazione della "Immacolata Concezione" voluta "confermare" da Maria con quelle apparizioni.
   Ben diversa invece ed è del tutto fuorviante l'analogia che Lei fa con la memoria lauretana, quando afferma "in modo analogo, possiamo dire che l'attuale dicitura riguardante la memoria della B.V.M. di Loreto, pur non menzionando esplicitamente la traslazione, neppure la nega, né direttamente né indirettamente".
   Innanzitutto bisogna chiarire che le apparizioni mariane non sono la stessa cosa di un "miracolo". Le apparizioni infatti sono eventi soprannaturali, che non riguardano strettamente il mondo materiale e terrestre. Le apparizioni di Maria o del Signore o dei Santi sono la manifestazione ad esseri umani di altri esseri che sono già in una condizione di gloria celeste e quindi non più soggetti alle leggi fisiche della materia e che sono proprie soltanto della condizione umana e terrestre. Invece nel caso delle Traslazioni della Santa Casa si tratta del riconoscimento di un vero e proprio "miracolo", cioè di una Casa che viene trasferita in luoghi diversi, "portandola in volo", contro le leggi della fisica e della natura materiale, che non consentirebbero mai un simile evento, peraltro operato per il "ministero angelico" o comunque per la Onnipotenza Divina e non certo da un intervento umano. L'analogia perciò tra le apparizioni mariane e il miracolo delle traslazioni è assolutamente impropria ed erronea, e perciò è del tutto improponibile in quanto non equiparabile.


§.8 — Le approvazioni della Chiesa di Lourdes e di Loreto.
 
 Inoltre, riprendendo le frasi della Sua lettera e sopra riportate, appare lampante una ulteriore contraddizione ove afferma che le apparizioni di Lourdes o di Fatima sono "approvate dalla Chiesa", mentre nel caso della Santa Casa afferma che il Suo Decreto "non nega" ma "neanche vuole affermare"  la verità storica delle Traslazioni, eludendo però l'analogia (che in questo caso sì che sarebbe stata valida!) che la Chiesa ha anche della Santa Casa "approvato" per sette secoli la verità storica delle Traslazioni Miracolose e riconosciuto l'autenticità della reliquia della Santa Casa, ed assai più autoritativamente e lungamente che non le stesse apparizioni mariane, attraverso ben oltre centinaia di pronunciamenti pontifici e dichiarazioni delle Congregazioni Vaticane competenti in sette secoli (cfr. in proposito www.lavocecattolica.it/muller.pdf). (Continua)
   
(..... omissis....)

 

Prof. GIORGIO NICOLINI
L'intera corrispondenz tra il Prof. Nicolini e il Card. Sarah
prelevabile in www.telemaria.it/LettereAperteNicoliniSarah.pdf

 

Ancona, Domenica 7 febbraio 2021 

43^ GIORNATA PER LA VITA

 LIBERTA' E' VITA 


Felicità, libertà, padronanza, sono dentro al Cuore di Dio.

Fuori c’è l’insidia della carne, l’insidia del mondo, l’insidia di Satana

GESU' a Maria Valtorta
La grande mistica del 20° secolo

 

Felicità, libertà, padronanza, sono dentro al Cuore di Dio.
Fuori c’è l’insidia della carne, l’insidia del mondo, l’insidia di Satana.

 

Spiegazione delle parabole di Gesù
Parabola della perla (Quaderni '43 -12/8/43)

   L’anima è un sassolino di sua natura grezzo. Porta il segno della creazione divina, ma si è così mal ridotto, rotolandosi in basso, che è divenuto sempre più scabro e sempre più grigio. La grazia, come una corrente celeste, lo sospinge per gli sconfinati spazi dell’universo, verso  il Cuore di Dio che sta aperto per ricevere le sue creature.
   Sta col Cuore aperto il vostro Dio desiderando voi,  povere creature. Ma sovente voi resistete alle correnti della grazia e all’invito di Dio che desidera chiudervi nel suo Cuore. Credete d’essere più felici, più liberi, più padroni di voi stessi rimanendo fuori. No, poveri figli miei. Felicità, libertà, padronanza, sono dentro al Cuore di Dio. Fuori c’è l’insidia della carne, l’insidia del mondo, l’insidia di Satana.
   Credete d’essere liberi, ma siete legati come schiavi al remo. Credete di essere felici, ma le sollecitudini, esse sole, sono già infelicità. E poi c‘è  tutto il resto. Credete d’essere padroni, ma siete servi di tutti, servi di voi stessi nella parte inferiore e non ve ne viene gioia anche se lavorate per darvi gioia.
   Io do la gioia perché do la Pace, perché do la continenza, perché do la rassegnazione, la pazienza, ogni virtù.
   Beate quelle anime che non fanno troppa dura opposizione alla grazia che le sospinge verso di Me. Beatissime quelle che non solo si lasciano portare a Me, ma a Me vengono con l’ansia del desiderio per essere inghiottite dal mio Cuore.
   Esso non respinge nessuno per meschino e grezzo che sia. Esso accoglie tutti e più siete miseri, ma insieme convinti che Io vi posso far belli e più Io lavoro la vostra meschinità, la rivesto di veste nuova, preziosa, pura. I miei meriti ed il mio amore operano la metamorfosi. Entrate creature e uscite, alla Luce del Giorno di Dio, perle preziosissime.
   L’anima qualche volta rimpiange la prima libertà. Specie nei primi tempi, perché il mio lavoro è severo pur sotto veste d’amore. Ma quanto più l’anima è volonterosa e tanto più presto comprende. Tanto più l’anima rinuncia ad ogni desiderio di falsa libertà e preferisce la regale schiavitù dell’amore e tanto più presto gusta la beatitudine della sua prigionia in Me ed accelera il prodigio santificante dell’amore.
   Il mondo perde ogni attrattiva per quell’anima felice che vive chiusa in Me come perla nello scrigno. Tutte le ricchezze della terra, tutti gli effimeri soli, tutte le insincere gioie e le pseudo libertà perdono luce e voce e resta sola la volontà, sempre più vasta e profonda, del nostro reciproco amore, del nostro volere essere uno per l’altro, uno nell’altro, uno dell’altro.  Oh! Troppo poco conosciuta beatitudine delle beatitudini, vivere con Me che so amare!
   Chi vive in Me diventa parte di Me. Di Me Gesù, Figlio del Dio vero, sapienza del Padre, Redentore del mondo, Giudice eterno e Re del secolo futuro, Re in eterno.
   Tutto questo diviene l’anima che vive sprofondata nel mio Cuore. Parte integrante e viva del Cuore di un Dio, vivrà eterna come Dio nella Luce, nella Pace, nella Gloria della mia Divinità.

Il Messaggio che il Consiglio Episcopale Permanente della CEI
per la 43a Giornata Nazionale per la Vita sul tema “Libertà e vita”. 

   La pandemia ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle libertà personali e comunitarie, portandoci a riflettere sul senso profondo della libertà in rapporto alla vita di tutti: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita. Nelle settimane di forzato lockdown quante privazioni abbiamo sofferto, specie in termini di rapporti sociali! Nel contempo, quanta reciprocità abbiamo respirato, a riprova che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno; quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!
   Qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone? Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire?
   Sono domande che in certe stagioni della vita interpellano ognuno di noi, mentre torna alla mente il messaggio chiaro del Vangelo: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). I discepoli di Gesù sanno che la libertà si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati – afferma san Paolo – perché restassimo liberi; state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).

Una libertà a servizio della vita
   La Giornata per la Vita 2021 vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso.
   A ben pensarci, la vera questione umana non è la libertà, ma l’uso di essa. La libertà può distruggere se stessa: si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente. Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone. Papa Francesco ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018).

Responsabilità e felicità
   Il binomio “libertà e vita” è inscindibile. Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice. Senza il dono della libertà l’umanità non sarebbe se stessa, né potrebbe dirsi autenticamente legata a Colui che l’ha creata; senza il dono della vita non avremmo la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce. L’asse che unisce la libertà e la vita è la responsabilità. Essa è la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza. La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone. Senza responsabilità, libertà e vita sono destinate a entrare in conflitto tra loro; rimangono, comunque, incapaci di esprimersi pienamente.
   Dire “sì” alla vita è il compimento di una libertà che può cambiare la storia. Ogni uomo merita di nascere e di esistere. Ogni essere umano possiede, fin dal concepimento, un potenziale di bene e di bello che aspetta di essere espresso e trasformato in atto concreto; un potenziale unico e irripetibile, non cedibile. Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale. L’esercizio pieno della libertà richiede la Verità: se desideriamo servire la vita con vera libertà occorre che i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà s’impegnino a conoscere e far conoscere la Verità che sola ci rende liberi veramente. Così potremo accogliere con gioia “ogni vita umana, unica e irripetibile, che vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile (Papa Francesco, 25 marzo 2020, a 25 anni dall’Evangelium vitae). Gli uomini e le donne veramente liberi fanno proprio l’invito del Magistero: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!”.

 

Roma, 23 settembre 2020
Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana

 

Ancona, Domenica 31 gennaio 2021 

  DALLA SANTA CASA DI LORETO  LA MADRE DELLA VITA  VEGLIA SULLA REGIONE DI CUI E' PATRONA 

 

 DALLE MARCHE  UN MESSAGGIO  PER LA VITA

 

LA MADONNA DI LORETO E' PATRONA DELLE MARCHE

 

 

Il coraggio delle Marche dopo le minacce
Il centrodestra contro l’aborto farmacologico nei consultori.
La Regione si rifiuta di applicare le linee guida del ministero

     Il centrodestra nelle Marche si oppone all’aborto farmacologico nei consultori e quindi alla somministrazione della pillola Ru486. Una scelta che va in direzione opposta rispetto alle linee guida del ministero della Salute, aggiornate solo ad agosto scorso. Il consiglio regionale si è espresso il 26 gennaio 2021 quando ha respinto a maggioranza una mozione presentata da Manuela Bora (Pd) sull’applicazione della legge 194 e sul diritto di abortire. La mozione della consigliera Pd nasceva dall’elevato numero di obiettori e proprio dal contrasto con le linee guida del ministero della Salute. Una settimana fa, un gruppo di anti-abortisti aveva inviato a Manuela Bora 1.450 pannolini per neonati, tanti quanti le interruzioni di gravidanza registrate in Regione nel 2019, dopo che la consigliera aveva incalzato l’assessora alle Pari Opportunità Giorgia Latini (Lega), da sempre contraria all’aborto.
     La maggioranza di centrodestra alla guida della Regione ha quindi fatto sapere ufficialmente che non intende seguire le indicazioni del ministero, non ritenendole vincolanti. Per il capogruppo di Fdi Carlo Ciccioli, la mobilitazione della consigliera Pd, ma anche di tante sigle e associazioni, è “una battaglia di retroguardia... In questo momento di denatalità, la battaglia da fare oggi è per la natalità”. A congratularsi per la decisione il leader del Family Day Massimo Gandolfini: “Esprimiamo il grande apprezzamento per la decisione del consiglio regionale delle Marche – ha detto – Soprattutto siamo lieti che sia stata esplicitata una sensibilità contro la cultura mortifera“.

Soddisfatta anche Giorgia Latini, assessore alle politiche giovanili della Regione Marche, che nelle settimane scorse era stata oggetto di una pesante campagna minatoria da parte di ignoti che avevano scritto sui muri di un consultorio marchigiano l’invito a «bruciarle casa».

 

 

APPELLO ALLA REGIONE MARCHE
PER LA DIFESA DELLA VITA 
Dalla Segreteria UGL Sanità Ancona

- Spett.le Presidente Regione Marche Dott. Acquaroli Francesco
- Spett.le Assessore Pari Opportunità Dr.ssa Latini Giorgia
- Spett.le Assessore alla Sanità e Servizi Sociali Dott. Saltamartini Filippo
- Spett.le Presidente del Consiglio Regione Marche Dott. Avv. Latini Dino
- Spett.le Presidente del Partito delle Famiglie Dott. Sebastianelli Fabio
- Spett.le Presidente del CAV di Loreto Dott.Festa Roberto

LETTERA APERTA INVIATA A TUTTE LE TESTATE GIORNALISTICHE - APPELLO ALLA REGIONE PER LA DIFESA DELLA VITA

 

   La Segreteria UGL Sanità Ancona rappresentata dal Dott. Tesei Valentino, Segretario Territoriale, dipendente dell’ASUR Marche, Docente in Prevenzione della Salute e oblato benedettino, dal Componente Segreteria Provinciale Mulattieri Clemente dipendente dell’ASUR Marche e Consigliere Comunale di Genga del Partito Fratelli d’Italia e dal Componente Segreteria Provinciale Dott. Freddi Francesco dipendente dell’ASUR Marche e docente in Igiene oltre che Socio/Volontario e co fondatore del Centro Aiuto alla Vita di Jesi, chiedono un intervento urgente della Regione Marche in favore delle donne che scelgono di portare a termine la gravidanza.
   In questi giorni che la cronaca vede protagonisti il consigliere regionale di maggioranza nonché Assessore Dr.ssa Giorgia Latini e l’opposizione su un tema cardine quale la soppressione della vita dell’embrione e la presa di posizione di un’organizzazione sindacale schierata apertamente a favore del diritto alla soppressione della vita.
   Senza fare inutile demagogia alla ricerca di facile consenso politico/sindacale, intendiamo come Segreteria UGL Sanità di Ancona sensibile sul tema della difesa della vita, dal concepimento fino alla sua fine naturale e dalla parte dei più deboli, che si lavori a soluzioni pratiche da dare al tema, partendo dall’assunto categorico della tutela del concepito (il figlio-embrione), della mamma e del babbo.
  Pensiamo che coerentemente alla richiesta di tutela della maternità che la Costituzione Italiana riconosce come valore, vada creato e dato compimento alla volontà dei Padri Costituenti che prevedevano, con la creazione successiva del Consultorio Pubblico e Privato non profit, integrando la presenza di rappresentanti qualificati del mondo del volontario, quali sono i Centri di Aiuto alla Vita che da sempre, insieme alla Caritas, si fanno carico delle mamme in difficoltà per aiutarle a portare a termine la gravidanza e salvare la vita del figlio concepito.
   Vogliamo, infatti, che nel momento in cui la mamma si trova a decidere tra la vita e la morte del figlio-embrione sia effettuato ogni tentativo di sostegno e di supporto psicologico che presenti molteplici soluzioni alternative alla soppressione dell’embrione.
   L’opera del consultorio pubblico, che sicuramente va potenziata in quantità e qualità, va integrata dando la possibilità alle Associazione Pro Vita di essere presenti nelle stesse strutture pubbliche con Volontari qualificati che possano rendere la loro opera anche in quest’ambito obbligatorio e fondamentale.
   Crediamo che nell’agenda politica regionale debba costituire un punto prioritario la riorganizzazione del sistema dei consultori pubblici e privato non profit, reperendo risorse aggiuntive per il sostegno economico della maternità, anche al fine di dare un segno concreto di discontinuità con il precedente Governo regionale.
     Altra questione importante e imprescindibile per gli scriventi, che richiede una risposta immediata, è rappresentata dalla difesa della libertà in capo a tutti quegli Operatori della Sanità che legittimamente fanno obiezione di coscienza riguardo alla soppressione della vita in tutte le sue forme.
   Siamo contrari infatti al pensiero unico della “cultura della morte” che vorrebbe obbligare gli operatori sanitari ad effettuare la soppressione dell’embrione in nome di posizioni liberticide, a discapito del figlio embrione che non ha voce e quindi non potendosi difendere non disturba le coscienze dal 1978.
   Come Segreteria non accetteremo discriminazioni di nessun tipo su quest’aspetto e vigileremo affinché i bandi di assunzione del Personale Sanitario non prevedano formule lesive della libertà di scelta e di dignità della persona quali ad esempio “non essere obiettore di coscienza” come purtroppo è accaduto.
   Questa Segreteria mette a disposizione la propria competenza sui temi richiamati e propone un tavolo di confronto aperto a tutti coloro che sono pro-vita, onlus comprese.
   Chiudiamo con un plauso alle mamme che pur nella pandemia COVID-19 hanno scelto di portare a termine la gravidanza, in particolare a tutte quelle che hanno scelto di non interrompere la gravidanza quando si sono viste presentare la prospettiva di avere un figlio con difficoltà di salute importanti.
   Grazie di cuore.
La Segreteria UGL Sanità Ancona.
f.to Componenti Segreteria Provinciale Mulattieri Clemente e Freddi Francesco

 

f.to Il Segretario Territoriale Valentino Tesei

L’ABORTO SI COMBATTE ANCHE CON "1450 PANNOLINI"
L'ESEMPIO DEL DOTTOR ROBERTO FESTA


A presentarsi sotto la Regione – con tanto di ramo di ulivo “segno di vita e di pace” – è stato Roberto Festa, medico presidente del "Centro di Aiuto alla Vita" di Loreto, che ha voluto fosse il proprio figlio di 8 anni, con una coetanea, a consegnare fisicamente il pacco in Regione. In una nota, firmata anche dal coordinatore regionale del Popolo della famiglia Fabio Sebastianelli, i due sostengono che si è trattato di “una bonaria provocazione affinché tutti possano capire che non esiste libertà senza la responsabilità verso la propria e l’altrui vita” e l’idea sarebbe nata “per far capire che al centro di tutto, di ogni discorso e di ogni azione, devono esserci i bambini” e perché “i bambini sono definiti voce della verità, vanno ascoltati”.

 

MEDICI E INFERMIERI HANNO UNA GRANDISSIMA RESPONSABILITÀ
POICHÉ SANNO BENISSIMO CHE L’ABORTO UCCIDE IL FIGLIO
E NON FAVORISCE IN ALCUN MODO LA SALUTE DELLA MADRE


Di Maria Luisa Donatiello


   I temi attuali e dibattuti dell’interruzione volontaria di gravidanza e della difesa della vita del concepito non sono certo da sminuire e da liquidare affermando che esiste una legge al riguardo la 194/78, perciò il dott. Roberto Festa, medico di famiglia di origini irpine e Presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Loreto (AN) (https://www.cavloreto.it), attivista "pro life" da sempre, si è fatto promotore di un’iniziativa in difesa della vita nascente: il 17 gennaio 2021 si è personalmente recato presso la sede della Regione Marche con un carico di 1450 pannolini, 1450 come il numero di bambini abortiti in un anno nella regione dove vive, le Marche.

Il movente della sua iniziativa è la difesa della vita e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’aborto contro il quale si batte da tempo, ma ci può spiegare cosa in concreto l’ha spinta ad attuare l’iniziativa che ha visto coinvolto anche il suo primo figlio Daniele di 8 anni?
   Come ha detto, è da tanto tempo che mi dedico a questo problema, e ovviamente in famiglia si condivide tutto, per cui quando mio figlio Daniele, di otto anni, ha sentito che mia moglie ed io parlavamo della polemica tra due consigliere regionali, Bora e Latini, ci ha chiesto di spiegargli che cosa fosse l’aborto. Laura, mia moglie, ha cercato le parole più semplici e delicate, ma Daniele è rimasto comunque turbato e ha subito d’istinto affermato: “Ma se le mamme delle donne che abortiscono avessero fatto lo stesso, loro adesso non esisterebbero!”. Da qui è nata l’esigenza di dare un segnale alla società e alla politica, qualcosa di significativo e di positivo, tramite la forza della trasparenza dei bambini; infatti, parlandone con una famiglia di amici, anche loro con bimba grande, coetanea e amichetta di Daniele, ha voluto partecipare.
   I pannolini sono sembrati un gesto eloquente: 1450, tanti quanti i bambini volontariamente abortiti nelle Marche nel 2019 (l’ultimo anno di cui sono noti i dati ufficiali). Inoltre il carico di pannolini voleva richiamare le parole forti della consigliera Bora che aveva intimato alla collega Latini di frenare le sue iniziative a difesa della maternità e della vita nascente, altrimenti sarebbero stati “scaricati” davanti alla Regione camion di uomini e donne in protesta. Ecco quindi invece il carico di pannolini e il loro affidamento alla consigliera Bora, che poi da quanto ho letto dai giornali, ha consegnato i pannolini al CAV di Jesi tramite la Caritas locale, proprio come richiesto, motivo per cui desidero esprimere gratitudine nei suoi confronti.

La sua iniziativa sta avendo risonanza; perciò le chiedo quale sarà il passo successivo che intende compiere…
 
 Sono lieto di questa risonanza poiché, come ripetevano continuamente Madre Teresa di Calcutta e don Oreste Benzi, il grande problema dell’aborto è il silenzio e l’indifferenza. Io sono solo un semplice medico di famiglia che con il "Forum delle associazioni familiari" e il "Centro di aiuto alla vita" cerca di aiutare le famiglie e le donne sole in difficoltà affinché l’arrivo di un nuovo bambino sia sempre vissuto con gioia. Ritengo tuttavia che l’impegno sociale, civico, sia un dovere per tutti; così ad esempio qualche anno fa ho scritto e promosso insieme ad alcuni amici e a politici di buona volontà la modifica del regolamento regionale, poi approvata, allo scopo di dare una corretta informazione ai genitori sulla possibilità della sepoltura del bambino che perdono in gravidanza. Ora mi piacerebbe contribuire a scrivere, insieme con la nuova amministrazione recentemente insediatasi, una legge regionale per la tutela della maternità e la difesa della vita.


In qualità di medico e di obiettore di coscienza le chiedo delle considerazioni bioetiche in merito alla pratica dell’aborto che, se pur legale in Italia, la si può considerare moralmente ed eticamente lecita?

 L’aborto è l’uccisione diretta di un essere umano innocente, piccolo (piccolissimo) e indifeso, con l’aggravante che a compiere questo delitto non è un estraneo, ma la madre stessa e il personale sanitario che invece ha il dovere di custodire sempre la vita. È ovvio che questo è semplicemente il giudizio oggettivo della ragione, e non spetta a me né a nessuno, ma solo a Dio, giudicare poi la coscienza dei singoli. Anzi, personalmente avverto che la società in generale, i padri in particolare, e chi ha voce in capitolo come i politici e i medici siano più responsabili delle donne stesse. Ma sul piano oggettivo e quindi anche sociale, lo Stato e la legge devono intervenire per difendere la vita e aiutare le mamme e i papà a non compiere gesti scellerati. Per i colleghi medici, in realtà, mi è molto difficile comprenderli perché sanno benissimo che stanno uccidendo il figlio di quella donna affidata alle loro cure.
  Quindi nessuna legge che consenta l’aborto può essere considerata legittima poiché contraddice il senso stesso di ogni legge: la difesa del più debole. Tuttavia c’è da dire con forza che intorno alla legge 194 si gioca sempre un grande equivoco, perché viene fatta passare e di fatto viene arbitrariamente applicata come una legge che stabilisce il diritto della donna ad abortire sulla base della propria autodeterminazione. Invece la legge, che si fonda su una precedente sentenza della Corte costituzionale, nega questo presunto diritto e ammette l’aborto solo per motivi di salute. Anche per questo medici e infermieri hanno una ulteriore grandissima responsabilità, poiché sanno benissimo che l’aborto uccide il figlio e non favorisce in alcun modo la salute della madre, anzi!

In che modo i Centri di aiuto alla Vita, presenti su tutto il territorio nazionale, e il Centro di Aiuto alla Vita di Loreto nella Regione Marche, di cui lei è il Presidente, sostengono le donne incinte supportandole per tutta la durata della gravidanza e salvando vite dall’aborto?
 
 Penso che quasi tutto stia semplicemente nell’esserci, stando accanto, offrendo soluzioni concrete, sperando contro ogni speranza, ribadendo sempre e comunque che l’aborto non è mai la soluzione, ma che insieme ogni problema può essere affrontato e risolto, e quel bimbo che era stato inizialmente visto come il problema da eliminare, sarà invece portatore di gioia, di forza, di risorse insospettate e strabordanti. Perché i bambini, si sa, sono il sorriso di Dio sulla terra.

In Internet:

 

https://www.informazionecattolica.it/2021/01/22/laborto-si-combatte-anche-con-1450-pannolini-lesempio-del-dottor-festa

LA CREAZIONE NON E’ UNA FAVOLA
  Libro di DOMENICO RAVALICO


Libro estraibile in www.lavocecattolica.it/verita.della.creazione.htm

 

 

 

BERGAMO PRO-LIFE


   "Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta, stop aborto." Questo lo slogan riportato sui camion vela che circoleranno anche a Bergamo e provincia, grazie a Pro Vita & Famiglia Bergamo, Ora et Labora in Difesa della Vita, Caritas in Veritate Bergamo, Scienza & Vita Bergamo, Movimento per la Vita della Val Cavallina ed altreassociazioni locali. Si tratta di un'affermazione razionale che non può essere contraddetta, vedremo se anche questa volta il volontarismo nazi-femminista e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori tenteranno in qualche modo di censurare e negare la verità e la libertà di espressione. A tal proposito è già trascorso un mese e mezzo da quando depositavo un'interpellanza urgente, rivolta al Sindaco di Bergamo, per ottenere chiarimenti in merito al suo grave abuso ai danni della libertà di espressione e della difesa della vita e della salute della donna, attraverso l'ideologica censura di regolari manifesti, avvenuta nel mese di dicembre scorso. Purtroppo anche l'interpellanza è stata censurata e giace in attesa di risposta, come Bergamo giace in attesa di uscire da questa dittatura.
   Segnalo inoltre che sul pezzo intitolato "Difesa della vita oltre i diritti", pubblicato domenica 7 febbraio sul quotidiano della Diocesi di Bergamo, a firma Andrea Valesini, vi sono anche delle gravi lacune. Attraverso tale articolo, solo in apparenza a favore del diritto alla vita del concepito, tra le altre cose passa anche che l'aborto sarebbe un fenomeno in costante calo, ma non è vero. Il calo del numero di aborti chirurgici infatti è più che rimpiazzato dal parallelo costante aumento, non menzionato, degli aborti chimici, attraverso le pillole abortive Norlevo, EllaOne ed RU-486, utilizzate sino alla nona settimana di gravidanza. Pertanto l'aborto, oltre a rappresentare la più grave aggressione ai diritti umani, è anche un fenomeno in costante aumento, contrariamente a quanto riportato su L'Eco di Bergamo in occasione della "43° Giornata nazionale per la Vita". A tal proposito segnalo un recente approfondimento, proprio sulla pratica dell'aborto chimico, con gli interventi del Presidente della Marcia nazionale per la Vita, Virginia Coda Nunziante, e del Consigliere comunale di Firenze, Andrea Asciuti: La Ru-486 fa della donna il sarcofago del figlio.

Filippo Bianchi, Consigliere comunale di Bergamo
 

 

 

 

per inizio Quaresima:
Omelia di Mons. Camisasca , Vescovo di Reggio Emilia (17.2.2021)

poi alcuni argomenti d'interesse anche con vari "link" qui
Newsletter di Orientecristiano febbraio 2021  ***

Papa Paolo VI - 10.12.1969

***  tra le VARIE novità in
PICCOLA ANTOLOGIA FILM ITALIANI (ANNI '30 '40 '50):

+ film (1950) con la storia della vita di SANTA MARIA GORETTI
un film che ci aiuta a vivere la santa Quaresima

Vera "abbuffata" (non sarebbe quaresimale, maben 5 ore  di
Musica Classica (sinfonie, brani "da camera", ecc) con elenco dettagliato

***  per chi volesse prenotare viaggi, qui alcune valide proposte:
      http://www.russiacristiana.org/itinerari/
      https://www.fratesole.com/pellegrinaggi/

***  replico. per chi ama la MUSICA di nuovo:      
    Raffaella Carrà intervista il Maestro Riccardo Muti

***  Novità su Ostia Antica:  http://www.gliscritti.it/blog/entry/5338?   

+++ due siti preziosi da seguire spesso
       Fraternità FSCB - F,S,Carlo Borormeo
    e Meeting Rimini (con ricchi audio-video dell'ultima edizione special 2020!

***  prezioso storico archivio Osservatore Romano

***  nel cuore di  Terra Santa
        anche in varie LINGUE

+++  un sito consigliabile per l'arte (pittura in particolare):
      www.wga.hu

------------------------------------------------------------------------

Un caro saluto e grazie a tutti per l'attenzione!
ricordando la possibilità --- per chi desidera contribuire:
libero sostegno  per  i  due siti 
www.collatio.it  e  www.orientecristiano.it

https://www.orientecristiano.it/sostienici.html

MauriZio Perfetti - Roma

 

 

 

Si avvisa che in seguito al decreto emanato dal Presidente del Consiglio il 16 Gennaio 2021, che vieta e sospende sull’intero territorio nazionale tutte le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura fino al 5 marzo 2021 e la proroga delle misure anti-pandemia fino al 27 marzo 2021,  con il divieto di spostamenti tra Regioni, che il Memorial Correale, punto di riferimento del Sud Italia per i collezionisti dal 1994, si terrà sabato 15 maggio e domenica 16 maggio 2021 a Castellammare di Stabia, per la prima volta, presso le sale dell'Hotel Villa Serena, che si trova in via Pasquale Muscogiuri n°3, immerso nel verde, con la disponibilità del parcheggio delle Terme di Stabia Nuove.

Vista la criticità del momento, vi aggiorneremo tempestivamente e in via ufficiosa,  tramite comunicazione digitale, su eventuale rinvio o annullamento, monitorando e salvaguardando, come priorità in assoluto, la sicurezza e la tutela della salute di tutti, con la responsabilità, la saggezza e la professionalità, che ci contraddistinguono.

Augurandoci, unitamente a tutti i nostri soci,  che ci siano finalmente dei  protocolli anti-Covid rigidi per le fiere e i mercatini, che l'approssimazione, l'agire con leggerezza e il pressappochismo visto negli ultimi mesi, venga sanzionato duramente alle autorità competenti, altrimenti il comparto degli eventi, anche per il 2021, sarà penalizzato.
La ripartenza ci sarà, lenta, timida, rispettando chi combatte giornalmente per salvare le nostre vite e famiglie,  con lo stile, l'identità e la giusta sensibilità, isolando chi offende la memoria dei morti con l'entusiasmo degli stolti e lenti di cuore, il tempo ci sarà amico!

 

 

Solidarietà a padre Bruno de Cristofaro


In piena sintonia di intenti con Iustitia in Veritate che da subito ha lanciato l’allarme ed è intervenuta in difesa e sostegno di padre Bruno de Cristofaro, anche l’Associazione Ora et Labora in difesa della Vita, facendosi anche portavoce di diverse realtà pro life e simpatizzanti tali,  esprime la propria stima e solidarietà per padre Bruno de Cristofaro, parroco nella diocesi di Mazara, per il vergognoso linciaggio mediatico, che sta subendo in questi giorni da parte dei principali media.
La “gravissima” colpa che viene imputata al sacerdote siciliano è di aver approfittato della Giornata della Memoria, lo scorso 27 gennaio, per ricordare, in un breve video, insieme al genocidio degli Ebrei, compiuto oltre settant’anni fa, i continui olocausti che in tutto il mondo vengono commessi ai danni della vita innocente mediante l’aborto volontario.
Ricordare è segno di civiltà per evitare di compiere gli stessi errori. Ricordare è importante per capire come sia stato possibile compiere simili atrocità”- afferma il padre.
E’ questo il senso e il significato per cui sono state istituite simili commemorazioni.
Come già ebbe modo di ricordare San Giovanni Paolo II in Memoria e Identità, l’ultimo dei suoi scritti, quasi un testamento spirituale, c’è una comune matrice ideologica tra gli stermini compiuti dai totalitarismi del Novecento ai danni di uomini giudicati indegni di vivere e la soppressione di vite fragili e innocenti, come avviene oggi con l’aborto e l’eutanasia.
Nel video contestato, il sacerdote si chiede che differenza vi sia tra un uomo, come il dottor Mengele, che poneva un criterio arbitrario per scegliere tra la vita e la morte, semplicemente segnando sul muro una linea alta circa un metro e mezzo per destinare alle camere a gas i bambini la cui altezza fosse inferiore a tale limite e una legge che offre piena facoltà di uccidere i nostri figli nel grembo materno fino all’età gestazionale di tre mesi.
Piuttosto che interrogarsi ed eventualmente fornire una risposta, i principali maître à penser hanno preferito riversare su don Bruno un mare di fango, giungendo persino ad invocare sanzioni disciplinari.
Evidentemente mostrano di ignorare completamente la posizione della Chiesa Cattolica su queste tematiche - che è di chiara, ferma e assoluta condanna dell’aborto volontario - come ribadito da numerosi pontefici, incluso l’attuale.
Ancora una volta si constata l’impossibilità nel nostro paese di mettere in discussione la legge 194/78, arbitrariamente giudicata intoccabile, pena la gogna mediatica.

 

Al giovane sacerdote di Marsala il merito di averci ricordato il valore assoluto della Vita umana sin dal concepimento: rinnegarlo comporta il tradimento della nostra identità di uomini.
Vivere in verità e pienezza la propria umanità è l’unica  via di autentica realizzazione e la più preziosa eredità per le generazioni future.

 

Grazie, padre Bruno!


Ora et Labora in Difesa della Vita
www.oraetlaboraindifesadellavita.org
https://www.facebook.com/giorgio.celsi
celsi.giorgio@gmail.com - 346 70 35 866

Aderiscono al comunicato:

  1. Militia Christi

  2. Sito online Cultura Cattolica

  3. Famiglie Numerose Cattoliche

  4. Il Nuovo Arengario

  5. Comitato Beato Miguel A. Pro sacerdote e martire

  6. L’Italia per gli Italiani

  7. Voce dei bambini non nati - Opera "Padre Gabriele"

  8. Ischia per la Vita

  9. Exsurge Christianitas

  10. Movimento con Cristo per la Vita di Ancona

  11. Himmel Associazione

  12. Congregazione Templari di San Bernardo

  13. ProVita e Famiglia

  14. Gruppo Rosario per l'Italia

  15. Tele Maria

  16. La Voce Cattolica

  17. Associazione Difesa dei Valori di Arezzo

  18. Comitato Sì alla Famiglia di Modena

  19. Caritas in Veritate Bergamo

  20. Centro di Aiuto alla Vita di Empoli

Per comunicare eventuali adesioni inviate un messaggio al numero: 346 70 35 866

...
«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi
ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

 

Milano censura i manifesti di Provita. Ma non può farlo - La Verità (laverita.info)
A Milano e hinterland stanno girando i camion Vela a Difesa della Vita! Visto che i manifesti che facciamo regolarmente affiggere ci vengono regolarmente o imbrattati o rimossi da chi si definisce "Democratico" e per la "Libera scelta", ma poi invece vuole solo che una mamma in difficoltà abbia come unica scelta quella di uccidere il suo bambino nel grembo con l'aborto. A queste persone vorrei ricordare che "possono nascondere un cartellone, ma non possono nascondere la verità".
Noi invece vogliamo ricordare alle mamme che sono tentate di abortire, che quella creatura che portano in grembo è unica e irripetibile, non è un’appendice del loro corpo, ma la persona che ameranno di più nella loro vita. Vogliamo ricordargli che se il Signore ha messo nel loro grembo un Suo capolavoro vuol dire che ha avuto fiducia in loro e gli e lo ha affidato!! Vogliamo aiutarle, farci grembo, affinchè anche loro si facciano grembo e non abbiamo paura di accogliere chi le amerà di più nella loro vita e le chiamerà mamma!

 

Giorgio Celsi per info 3467035866

«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»

 

http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi
ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

 

Volontari pro-life aggrediti durante la Preghiera per la Vita a Monza

 

COMUNICATO


Iustitia in Veritate esprime la propria solidarietà al presidente dell’Associazione Ora et Labora in difesa della Vita per la vergognosa aggressione subita davanti all’Ospedale San Gerardo di Monza.

 

Questi i fatti:


Venerdì 29 gennaio 2021 l’associazione Ora et Labora in difesa della Vita, come consuetudine da diversi anni, ha organizzato un presidio di preghiera e testimonianza in difesa della vita nascente davanti all’Ospedale di Monza, appuntamento che si svolge con cadenza quindicinale, sempre previa regolare comunicazione alla Questura.
Un giovane medico, specializzando presso l’Ospedale San Gerardo, vedendo i manifesti contro l’aborto, ha aggredito con urla e insulti il gruppo di volontari, per poi scagliarsi contro uno di loro in particolare, un uomo di 72 anni, aggredendolo al collo.
Il presidente dell’associazione, Giorgio Celsi, giunto in suo soccorso, è stato colpito con calci e pugni sotto lo sguardo degli altri volontari, che hanno chiamato le forze dell’ordine.
I Carabinieri giunti sul posto hanno raccolto le testimonianze delle persone presenti al fatto.
Il giovane aggressore aveva già attaccato il gruppo di volontari lo scorso 15 gennaio nello stesso luogo; stavolta però non si è limitato alla violenza verbale, ma ha cercato lo scontro fisico, con un’arroganza e una certezza di impunità che lasciano sconcertati.
Giorgio Celsi nella colluttazione ha riportato una ferita alla mano con prognosi di 10 giorni.
Il caso è già stato affidato ai legali di Iustitia in Veritate per la denuncia all’Autorità Giudiziaria.

 

Per info Avvocato Francesco Fontana 3356345115

 


«Difendi la Vita, rinascerà la Speranza»
http://www.oraetlaboraindifesadellavita.org/
https://www.facebook.com/giorgio.celsi
ti preghiamo di diffondere fra i tuoi contatti le iniziative di "ORA et LABORA in Difesa della Vita" a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale

 

 

Si avvicina il 19 Marzo: la Festa del Papá e di San Giuseppe, il papà per eccellenza.

Vogliamo prepararci bene a questa preziosa Festa, perché la figura del padre é un punto di riferimento importante per ognuno di noi.

Proprio a questa festa dedichiamo uno dei nostri film più importanti: Una Canzone per Mio Padre, una storia vera basata sulla bellezza del rapporto padre-figlio e sull’importanza del perdono.

Inoltre, proprio in questo importante giorno, lanceremo ufficialmente la nostra nuova collezione di MINI-ICONE DOMINUS: un’immagine preziosa, non solo per il materiale in cui é realizzata e perché é interamente lavorata a mano in Italia, ma anche per il significato profondo.

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Buona preparazione alla festa del Papà!

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 La Quaresima è un momento di riflessione importante. In Quaresima siamo chiamati a spogliarci delle nostre passioni e catene che inevitabilmente ci tengono legati al peccato, per sperimentare l’Amore Misericordioso di Cristo.

Un Amore, quello di Cristo, pagato a caro prezzo: quello della Sua stessa Vita. Immergersi in questa infinita Misericordia è il dono piu’ grande che possiamo provare e far provare a chi ci sta accanto.

Padre Serafino Tognetti ne parla nel bellissimo libro “Misericordia Ultimo Atto” un libro di puro coinvolgimento emotivo, spirituale e intellettuale che ci aiuta a riprendere la carica, nonostante il periodo di grandi prove che l’Umanità sta vivendo.

Questo il link per approfondirne la lettura: www.dominusproductionstore.com

Buona Quaresima a voi tutti.

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Domenica 14 Febbraio è la ricorrenza di San Valentino, una figura straordinaria di Vescovo e Martire, che vi invitiamo ad approfondire.

Durante questo giorno, su ispirazione di questo grande Santo, si usa fare gli auguri e scambiare un piccolo dono con il proprio amato/ la propria amata.

Proprio in questo importante giorno, vogliamo presentarvi la linea Dominus Gioielli Firenze, una linea di preziosi lavorati a mano interamente in Italia. Ogni manufatto Dominus ha un significato piu’ profondo che vi invitiamo a conoscere sul nostro sito: www.DominusGioielliFirenze.it

In occasione della festività di San Valentino, ogni prezioso sarà riposto - oltre alla sua classica confezione - anche in un elegante sacchettino in seta rosso, colore dell’amore.

Quale amore piu’ grande fu il martirio di San Valentino offerto per il vero e più sublime Amore?

Auguri a tutti voi,
Dominus Gioielli Firenze
 
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Oggi, 43ma Giornata Nazionale della Vita, desideriamo farvi conoscere UNPLANNED, un film intenso e profondamente emozionante, che tratta una storia vera, quella di Abby Johnson.

Abby, sfidando la catena abortistica piú potente al mondo, la Planned Parenthood, ci mostra quanto la tenacia e il coraggio portino alla definitiva VITTORIA della Vita sulla morte. Il film uscira’ nelle sale Italiane - appena ne sarà consentita la riapertura - in lingua Italiana, ovvero interamente doppiato dai migliori doppiatori italiani.

In attesa dell’uscita al cinema, è possibile vedere un’anteprima del film in lingua originale (inglese) con sottotitoli in italiano. Il film può essere acquistato on-demand (visionato in streaming) sul sito del distributore ufficiale Dominus Production www.unplanned.it

Per qualsiasi dubbio o informazione aggiuntiva, contattateci via email a info@dominusproduction.com oppure via chat sul sito www.dominusproductionstore.com o ancora via telefono allo 0550468068 (Lun. Sab. 9-19)

Ringraziandovi per la condivisione di questa importante missione culturale, vi auguriamo
buona VISIONE 👍🔥

Dominus Production

 

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Via Il Prato 19a, Firenze
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(Lun.-Sab. 9.00-19.00)
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La fede è qualcosa di intimo e profondamente prezioso. Il simbolo cristiano per eccellenza è la Croce: parte integrante del nostro essere e della nostra cultura, pietra d'angolo dei valori che fondano la nostra democrazia.

Non possiamo permettere che un ateismo strisciante vieti di indossare/mostrare i nostri simboli cristiani. Dai piccoli regolamenti ingiusti nascono le grandi dittature, quindi forza! che ogni Italiano porti e indossi la propria piccola (o grande) CROCE simbolo di appartenenza alla cultura della Bellezza Cristiana!

In risposta al regolamento di un ateneo italiano che vieta di esporre simboli religiosi, questa settimana Dominus lancia la campagna DIFENDIAMOlaCROCE invitando tutti i suoi amici ad indossare una piccola croce.

Prendiamo consapevolezza della bellezza della nostra fede e viviamola con convizione! Buona Testimonianza.

p.s. Come parte di questa campagna, con il codice DIFENDIAMOlaCROCE si ha lo sconto del 50% su tutti i manufatti/gioielli DOMINUS aventi una croce presenti sullo store www.dominusproductionstore.com
Per qualsiasi dubbio o informazione aggiuntiva, contattateci via email a info@dominusproduction.com oppure via chat sul sito www.dominusproductionstore.com o ancora via telefono allo 0550468068 (Lun. Sab. 9-19)

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Buonasera,
,
Mercoledì 10 marzo ricorre l'80° anniversario della nascita in cielo della Venerabile Rachelina Ambrosini.

 

In unione di preghiera sarà celebrata nella Chiesa di Santa Maria e Sant'Alessio in Venticano (Avellino), paese natio, la Santa Messa alle ore 18.

 

Per l'occasione affideremo alla sua intercessione la salute di quanti soffrono nel mondo in questo tempo dove tutti ci sentiamo più fragili.

 

Cordiali saluti,
Tommaso Maria Ferri

 

 

Il coraggio di affidarsi.
Nonostante un tempo dove tutti abbiamo sete di salute e giustizia, c’è sempre chi aspetta gocce d’acqua di salvezza. E su queste gocce navighiamo nelle missioni con un mezzo sul quale facciamo salire tutti: l’arca del sorriso.

 

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LA CITTADELLA DEI RICCHI E LA METROPOLI DEI POVERI: LE DUE FACCE DELLA CITTA' ETERNA

 

5° Raduno della Speranza

 Carissimi,


a nome della Universal Peace Federation (UPF) e della sua co-fondatrice, la Dr.ssa Hak Ja Han Moon, è nostro piacere invitarvi a partecipare al Raduno della Speranza che si svolgerà  domenica 28 febbraio 2021. Una trasmissione in diretta si terrà online alle ore 1.30 CET (notte da sabato a domenica).  Una replica dei momenti salienti dell'evento verrà trasmessa il giorno dopo, domenica sera alle ore 18:00 CET. La serie del Raduno della Speranza è dedicata al tema:
"Costruire Partnership per la Pace: Interdipendenza, Prosperità Reciproca e Valori Universali "
Per registrarsi, per favore copiate e incollate questo indirizzo nel vostro browser: https://www.rallyofhope.eu/
Il Raduno della Speranza è il quinto evento di una serie in corso che ha attirato l'attenzione di milioni di spettatori in tutto il mondo. Ogni programma include interventi chiave di leaders di ogni ambito, offrendo un'analisi approfondita delle sfide attuali: salute mondiale, ambiente, conflitti, povertà, polarizzazione politica, insieme a proposte di soluzioni innovative.
La Universal Peace Federation e la sua rete globale di Ambasciatori per la Pace applicano la morale e i principi spirituali delle proprie tradizioni di fede in uno spirito di interdipendenza, reciproca prosperità e valori universali, al compito di riconciliare la famiglia umana divisa. La rete UPF tocca uno dei raduni più grandi e diversificati al mondo di leaders di pace che provengono da tutti i ceti sociali, rappresentando molte razze, fedi e culture.
Negli eventi precedenti, i relatori principali hanno incluso: H.E. Macky Sall, Presidente del Senegal; H.E. Ban Ki Moon, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite; Hon. Jose Manuel Barroso, ex Presidente della Commissione Europea; Hon. Newt Gringrich, ex Portavoce della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti; Sua Eminenza il Cardinale Kelvin Felix, Arcivescovo Cattolico Romano Emerito di Castries; e altre dozzine di relatori.
Il 5° Raduno della Speranza avrà come relatori principali: il Presidente della Nigeria Muhammadu Buhari; il Presidente capoverdiano Jorge Carlos Fonseca; il Primo Ministro della Guyana Mark Phillips; il Vicepresidente degli Stati Uniti Michael Pence (2017-2021); il Presidente del Sud Africa F. W. de Klerk (1989-1994); David Beasley, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite; il Vescovo della Chiesa della Città del Rifugio Noel Jones; il Vicepresidente indiano Mohammad Hamid Ansari (2007-2017); la Dr.ssa Sarah Gilbert, co-sviluppatrice del vaccino Oxford e il Presidente di Timor Est Xanana Gusmão (2002-2007). La co-fondatrice dell'UPF, la Dott.ssa Hak Ja Han Moon, offrirà un messaggio speciale di speranza nel suo discorso di fondatrice.
Per favore, unitevi a noi per il Raduno della Speranza

 

Dr. Katsumi Otsuka  - Presidente UPF Europa e Medio Oriente
Jacques Marion        - Co-presidente UPF Europa e Medio Oriente  

 


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salvando migliaia di vite.
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III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 24.01.2021

 

Mc 1, 14-20 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».

E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti.

E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Il discorso prosegue: Gesù non molla né scende a nessun compromesso, non vuole essere”simpatico” a tutti i costi, non gli interessano gli applausi! Per “andare” da Lui bisogna quindi “convertirsi”, in altre parole “cambiare strada” e “scegliere la sua”: credere al Vangelo.

E’ un ordine ed è quasi antipatico. La conversione però è questa cosa qua… e la condizione per realizzarla è soltanto la mia voglia sincera di verità, di senso da dare a tutto il mio vivere e in pratica all’amore, allo studio, al lavoro, al tempo libero, alla morte, alla sofferenza, ai sogni, alla solitudine e alle mie amicizie...a tutto.

 

La conversione non sarà come un fulmine a ciel sereno (è capitato a San Paolo, a qualcun altro…) ma sarà un cammino lento e costante dietro a Lui, che probabilmente sarà fatto da un continuo cadere e rialzarmi per continuare ancora.

L’ordine rimane secco, e non ammette repliche, e “viverlo” è fatto dai tempi del crescere, di chi ha scelto di partire ma sa che non è ancora arrivato...perchè non basta decidere di andare in cima alla montagna per esserci arrivati: bisognerà andare e camminare sul sentiero, e ci vorrà del tempo e saranno i tempi della conversione.

Devo solo decidere, se ho voglia o no, di “seguirlo”, di “cambiare” le mie strade che non portano a niente…

Il Vangelo sarà il sentiero che porta in cima alla montagna e lì...lo vedremo a faccia a faccia. Il Vangelo sarà il punto di riferimento del mio “convertirmi”, del mio cambiare.

Lo è stato per Pietro e Andrea, per Giacomo e Giovanni...loro gli sono andati dietro fino alla fine, Amici per sempre.

 

Buona vita... e con Lui al Centro sarà un buon cammino.

 

Un grande abbraccio Don Gigi

LO POTETE VEDERE SU YOUTUBE

 

E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - 17.01.2021

 

Gv 1, 35-42 In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete».

Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.

issando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

Commento di don Gigi Pini

 

“Cercasi”, un avviso che si trova spesso sui giornali, sui muri, su qualche tram...c’è sempre qualcuno che cerca qualcosa. “Vendesi”, è il cartello gemello che si trova perchè c’è sempre qualcuno che offre qualcosa.

Chi cerca e chi vende: credo che sia così anche per noi. Cerchiamo qualcosa o qualcuno che ci faccia stare bene, che ci riempia le giornate, che ci faccia sentire importanti e siamo pure disposti a “vendere” tutto pur di trovare quello che “cerchiamo”, siamo disposti a vendere il cuore e la testa.

Lui, il Cristo, lo sa e allora è proprio Lui a fare la domanda: “Che cercate? “. Lui conosce la mia fame e sete e gioca d’anticipo. Lui però non vende niente, ci chiede semplicemente “cosa cerchiamo”! A noi tocca capire e dire, chiaro e forte, che cosa stiamo cercando davvero, dirlo senza paura e senza falsità… ma forse non sappiamo bene neppure noi, forse è solo qualcosa di confuso e di precario o qualcosa di vago e lontano.

Non importa, Lui continua a chiedermi che cosa sto cercando nella vita e dalla vita. Il Cristo ha la risposta giusta che non assomiglia per niente a quella dei “venditori nostrani”: Lui ci lancia l’invito ad “andare e vedere”. Ancora una volta è un invito a non rimanere fermi sui nostri rimpianti, sulle nostre nostalgie o sulle nostre sicurezze.

L’invito è a “camminare” per “vedere”: non si “vende” né si “compra” nulla a scatola chiusa, e non c’è neppure chiesta una fiducia immediata e cieca (già per Sua Mamma era stato cosi “...rimase turbata… com’è possibile?). ). Vuole che vediamo!

L’eucaristia è una validissima opportunità per “andare a vedere” perché è il sacramento dell’incontro con Lui che si fa Pane dell’anima. Ogni domenica posso vedere, sentire e rimanere con Lui…stare un poco con Lui.

 

Buona vita allora e avanti, senza paura. Un grande abbraccio. Ciao

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO: "CHI CERCATE...?"

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 
 

BATTESIMO DEL SIGNORE - 10.01.2021 - I DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 

Mc 1, 7-11 In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

«Fu battezzato nel Giordano...» Lui, il Cristo è battezzato. È un altro momento nel quale Lui vuole rendere evidente la sua identità. Non è "un grande", non è "un mito", non è "un profeta"... è Figlio di Dio. Nel fiume Giordano è detto questo, perché tutti lo sappiano, perché nessuno faccia confusione: Gesù di Nazaret è il Figlio di Dio. Il Suo Battesimo allora ci tranquillizza sul senso del nostro scegliere e del nostro servire: non stiamo insomma camminando incontro al vuoto o al personaggio di moda; non stiamo neppure facendo la fatica del cercare per ritrovarci poi con un fantasma inutile anche se, alle volte, divertente. Il Suo battesimo rende vero il mio, il nostro battesimo, anche noi nel Sacramento dell'Inizio siamo riconosciuti figli di Dio, comunità che cammina nella storia per essere sale, luce e lievito... popolo che riconosce il Cristo come capo e pastore: Chiesa appunto. Il mio, il nostro battesimo ci "apre" la strada per battere "il male" perché anche a noi è detto, in maniera chiara e ufficiale, che non siamo degli orfani dispersi nell'universo dell'umanità ma figli. Figli che hanno un Padre che ci ama e un Fratello che ci ama... di un amore che vince il male estremo, quello che ci fa più paura: la Morte. Il battesimo tutto questo me lo dice in modo molto chiaro. Sono un privilegiato.

BATTESIMO DEL SIGNORE - 10 GENNAIO 2021

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

EPIFANIA DEL SIGNORE - 06.01.2021

 

Mt 2, 1-12 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».

All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.

Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.

Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono.

Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

“Adorare” è un verbo che usiamo poco nel nostro linguaggio, ma quando capita è per dire la misura e la forza del nostro amore per qualcuno o per qualcosa. Lo usiamo poco nel parlare ma lo “pratichiamo” molto nel vivere concreto, negli atteggiamenti che sono lo stile della nostra vita.

Sì, perché “adorare” vuol dire “mettere al centro”: e allora qualcuno o qualcosa diventano il punto di riferimento e di motivazione per il nostro stare al mondo.

Adorare il Cristo vuol dire esattamente quello: metterlo al centro e non potrà mai essere un idolo o un portafortuna perché, quando lo diventa o lo è diventato, allora nascono gli errori e le mostruosità per le quali il Papa poi deve chiedere scusa alla Storia.

“Adorarlo” non potrà mai diventare un’ideologia perché essere cristiani non vuol dire scegliere un’idea ma amare una Persona: Gesù di Nazareth, il Figlio.

“Adorare” allora vuole ancora dire avere il coraggio dell’Eucarestia, della Messa come momento d’incontro con Lui nell’ascolto della Parola e nel mangiare il Pane...per sentire, capire, orientare e nutrire le scelte fondamentali della vita; il coraggio dell’Eucarestia per non arrendersi alla banalità e al qualunquismo.

Davvero “adoralo” vuol dire avere il coraggio dell’umiltà per cercare Lui, cercarlo per mantenere i piedi per terra e liberarci finalmente dall’illusione e dall’arroganza del bastarci, del sentirci autosufficienti. Ancora una volta “adorarlo” richiede un cammino: quello del cuore e della testa.

 

Buona camminata allora. Un grande abbraccio.

EPIFANIA DEL SIGNORE - 6 Gennaio

POTETE VEDERLO SU YOUTUBE

 

E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

II DOMENICA DOPO NATALE - 03.01.2021

 

Gv 1,1-5.9-14 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

Sono oramai duemila anni che questa Parola è stata scritta; da quel Natale di Betlemme sono duemila anni che quella “tenda” è stata piantata in mezzo a noi perché Lui voleva “abitare” in mezzo a noi…E noi come lo abbiamo accolto, come lo stiamo accogliendo? Imbarazzante l’indifferenza nei confronti di quest’amico. - Credo che dobbiamo recuperare la semplicità e la voglia dei pastori di Betlemme; - credo che dobbiamo recuperare la curiosità intelligente dei Magi d’Oriente... Tutta gente che si è mossa per vedere e per capire e poi...poi, è andata felice e libera nella vita perché si è resa conto che quel bambino non era una bella favola ma, una “carne” capace di ribaltare i sepolcri e ridare la Vita. E’ così anche oggi per noi. Non ci ha lasciato soli: continua ad abitare in mezzo a noi. Siamo solo un po’ distratti o delusi o annoiati...ma Lui è presente in tutti quelli che hanno fame e sete della giustizia, nei prigionieri dalle mille dipendenze moderne, negli ammalati, in quelli soli e abbandonati perché poveri, perché stranieri, perché … “qualsiasi cosa avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”. La sua tenda è ancora qui. La sua carne è ancora qui. Nei Sacramenti lo possiamo incontrare per poi venir fuori e viverlo con gli altri compagni di viaggio nella vita.

 

Buon anno e buona vita...con Lui sarà "vera". Un grande e forte abbraccio.

 

MARIA SS. MADRE DI DIO - 01.01.2021

 

Lc 2, 16-21 In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

Dopo i botti di Capodanno, dopo il “veglione”, dopo i tappi e la musica a palla, dopo i mille auguri e i “tre” baci scaramantici...dopo tutto questo e altro ancora, sarà importante trovare anche il momento del silenzio per dare senso anche al “prima” e non smarrirci in un “dopo” deludente e sempre più uguale.

Allora bisogna che ognuno di noi vada con la stessa semplicità dei pastori a cercare Chi è capace di dare “quel senso”.

Non possiamo permetterci di rimanere fermi ad aspettare......no, non possiamo permettercelo.

Bisogna invece andare, camminare, cercare...dentro, nella nostra anima, nelle strade della gente, nel cuore ribelle e felice e disperato dei nostri anni, dentro la solitudine e ai sogni, dentro il creato, nella musica, nei libri, nel divertimento, dentro al dolore e alla preghiera…

Cercare Lui, il Dio che si è fatto uno di noi per metterci a nostro agio.

Andare senza indugio, liberi nel cuore e nella testa perché sarà Lui a farsi trovare. Troveremo allora il compagno di viaggio per un anno intero: sarà un Buon Anno.

Troveremo Lui e con Lui il coraggio di “riferire” perché sarà troppo più bello camminare la vita in compagnia.

Andare insieme per cercare e trovare assieme: abbiamo tutta la vita per farlo e succederà un poco per volta...perché la vita cresce come i fiori, poco per volta, e sarà profumo, colori, gioia: finalmente... domenica dopo domenica.

 

Buon anno. Buona vita e un grande e forte abbraccio.

MARIA MADRE DI DIO - 1-1-2021

POTETE VEDERLO SU YOUTUBE

 

SANTA FAMIGLIA - 27 .12.2020

 

Lc 2, 22.39-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore...

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. ...

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI




A Nazareth: si ritorna alla vita normale del paese e in quella “normalità” il piccolo Gesù è con la sua mamma e papà. Betlemme è lontana, i pastori sono tornati ai loro greggi, i Magi sono rientrati in Oriente, l’Egitto è un ricordo importante, il Tempio di Gerusalemme è appena stato lasciato. ...

A Nazareth: con Maria e Giuseppe è il tempo del “crescere”, del “fortificarsi” e della grazia...è il tempo della famiglia calda e presente. In tutta questa “normalità” ci sono due verbi che non dobbiamo perdere: crescere e fortificarsi.

Per quanto riguarda il primo si tratta solo di aspettare il tempo che passa, non ci vuole molta fantasia per “crescere” perché è ben dentro nella logica della vita...il problema è “fortificarsi”: qui ci vuole fantasia, fatica, regole, impegno, sogni, obiettivi, fiducia, ascolto, amore...e per tutto questo non puoi essere da solo, ci vuole una mano, qualcuno che stia vicino senza toglierti lo spazio.

Nella famiglia di Nazareth c’era la “grazia” di Dio, in altre parole, c’era un punto di riferimento ben preciso che si traduceva nel frequentare la sinagoga, nell’imparare a leggere e a scrivere la Bibbia, nel pregare con i salmi fra le quattro mura di casa… E’ forse quello che manca a noi: la “grazia di Dio”.

Anche noi cresciamo ma forse sono altri i punti di riferimento che non vogliono per niente che diventiamo “forti” perché, a “quei punti di riferimento”, interessano solo il proprio tornaconto e il potere.

E’ tempo allora di riprenderci in mano il nostro crescere per diventare forti davvero!

 

Buona vita allora e felice anno nuovo con un forte, caldo e grande abbraccio

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E SU DIFFONDI LA PAROLA

 

S. NATALE - MESSA DEL GIORNO 25.12.2020

 

Gv 1, 1-14 In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo. Questi era in principio presso Dio.

Tutto per mezzo di lui fu fatto e senza di lui non fu fatto nulla di ciò che è stato fatto. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; e la luce nelle tenebre brilla e le tenebre non la compresero. (…)

Era la luce vera, che illumina ogni uomo, quella che veniva nel mondo.

Era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui e il mondo non lo riconobbe.

Venne nella sua proprietà e i suoi non lo accolsero.

A quanti però lo accolsero diede il potere di divenire figli di Dio, a coloro che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volontà di carne né da volontà di uomo ma da Dio furono generati.

E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi e abbiamo visto la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

 

 

COMMENTO DI DON GIGI PINI

 

«La luce vera... fra la sua gente... figli di Dio...»

Notizie importanti, che fanno bene, di quelle che si aspettano da tanto tempo e finalmente arrivano: sì, arrivano ma... c'è sempre un "ma" o un "eppure" che ci mettono in imbarazzo e non ci lasciano tranquilli.

Le notizie rimangono intatte, sono scolpite e scritte nell'Infinito, ma... eppure...

Siamo davvero gente strana: finalmente arriva Colui che si aspettava da sempre e non riusciamo ad accoglierlo.

Sembrava che tutto fosse pronto e invece ci siamo girati dall'altra parte, perché forse sono arrivate altre notizie che ci sembravano più intriganti, più alla nostra portata, più immediate nel farsi capire...

Finalmente arriva Chi si aspettava da sempre e lo confondiamo con Babbo Natale...

Stiamo brancolando paurosamente nel buio e ci dà fastidio che arrivi la Luce.

Forse perché ci fa sentire nudi e brutti, pallidi o troppo obesi... forse perché ci fa sentire in colpa per le piccole lampadine che ci sembrava fossero sufficienti ad illuminare la nostra storia e la Storia...

Ma niente paura: Lui lo sa e lo sapeva e non si lascia intimorire dalle nostre paure e dalle nostre vergogne, Lui ci chiama ancora la "sua gente", anzi di più, Lui ci chiama Figli e Fratelli, Amici. Natale è la notizia che ci deve ridare il coraggio della fatica e ridare la fatica del coraggio.

Da allora non siamo più soli; c'è un compagno di viaggio che ci starà per sempre al fianco e dipenderà da me accettarlo e lasciargli fare il suo mestiere: quello di illuminare la nostra strada, di scaldarla d’Amore premuroso e sincero.

Attenzione a non farci imbrogliare ancora una volta da chi confonde la Luce vera con una lampadina. Buon Natale.

 

 

 

 

 

Ancona, Sabato 23 gennaio 2021 

 

A LORETO LA SANTA CASA DELLA SACRA FAMIGLIA

 

   LO SPOSALIZIODI MARIA E GIUSEPPE

 

Dalla "MISTICA CITTA' DI DIO"
della Venerabile MARIA D'AGREDA
(Libro 2°, cap. 22)

 

Si celebrano le nozze di Maria santissima

col santo e castissimo Giuseppe

 

 

In alcuni antichi calendari (prevalentemente locali, soprattutto ispanici) si trova, al 23 gennaio, la festa dello Sposalizio di Maria e Giuseppe; dopo aver celebrato le Nozze di Cana al 6 e all’8 di gennaio (e nella seconda Domenica dopo l’Epifania), la Chiesa fa oggi celebrare il ricordo di altre nozze, quelle tra la Madonna e il Suo casto sposo San Giuseppe. La celebrazione liturgica della Festa dello Sposalizio di Maria e Giuseppe risale al XV secolo, come espressione della fede del popolo di Dio, che ha visto in questo matrimonio un evento fondamentale nella storia della salvezza. La festa della santa Famiglia si affianca a questa festa; qui è la celebrazione delle nozze, l'altra, consecutiva, quella della famiglia. Due aspetti interdipendenti, ma distinti e complementari, sia nella vita degli uomini, sia nel progetto di salvezza della Trinità. Uno mette in risalto l’amore sponsale, l’altro il nucleo familiare.

Tutto ciò che sappiamo sulle nozze di Giuseppe e Maria Vergine ci arrivano dai “Vangeli apocrifi” come “Il Protovangelo di Giacomo“ e “La storia di Giuseppe il falegname“, ma qualcosa è stato scritto anche dalla mistica tedesca Anna Katharina Emmerick e molto è stato rivelato alla Venerabile MARIA D'AGREDA, ne "LA MISTICA CITTA' DI DIO".

Racconto e riflessioni del Protovangelo di Giacomo

Il Protovangelo di Giacomo dà un adeguato risalto al matrimonio di Maria e Giuseppe, inserendolo in un giusto contesto storico-ambientale. Così rileva che la Vergine fu promessa sposa a Giuseppe per scelta di Dio, con la narrazione della colomba che uscì dalla verga di lui, indicando l’uomo prescelto: episodio che richiama alla mente il bastone di Aronne che verdeggiò, manifestando così che lui era stato scelto da Dio per aiutare il fratello Mosè; e richiama anche l’evento della colomba che, al Battesimo di Gesù nel Giordano, lo indicò come il Figlio di Dio [cfr. Gv 1, 32-34].

DALLE PAGINE della Beata Anna Katharina Emmerick
Pagine molto suggestive, ha dettato a sua volta Anna Katharina Emmerick sul fidanzamento e sullo sposalizio di Maria con Giuseppe [cfr. Vita della Santa Vergine Maria, Ed. San Paolo 2004, pp. 82-87]. Così è narrata dalla mistica tedesca la scelta di Giuseppe come promesso sposo di Maria:
“Viveva dunque la santa Vergine nel Tempio con parecchie altre vergini, sotto la sorveglianza di pie matrone. […] Quando queste fanciulle erano cresciute, si sposavano. I loro genitori, portandole al Tempio, le avevano offerte completamente a Dio e gli Israeliti più osservanti nutrivano da molto tempo la tacita fiducia che uno di questi matrimoni avrebbe portato un giorno alla nascita del Messia promesso. Quando la santa Vergine ebbe quattordici anni e insieme ad altre fanciulle doveva prepararsi al matrimonio, ho visto sua madre Anna andare al Tempio e farle visita […]. Quando alla Vergine fu detto che doveva lasciare il Tempio e sposarsi, rimase turbata e disse ai sacerdoti che non voleva lasciare il Tempio perché si era promessa a Dio e non voleva sposarsi. In seguito ho visto la santa Vergine piangere e pregare Dio nella sua cella […]. “La capigliatura della Vergine era abbondante e di un biondo-oro. Ella aveva le ciglia brune, grandi occhi luminosi, naso ben modellato, bocca nobile e graziosa, mento fine. Indossava una bella veste; il suo incedere era dignitoso“.
Ho visto anche il Sommo Sacerdote inviare messaggeri nel territorio e convocare al Tempio tutti gli uomini non sposati della stirpe di Davide. Quando questi si furono riuniti nel Tempio vestiti dei loro abiti migliori, fu loro presentata la santa Vergine, e tra loro vidi un giovane molto devoto della regione di Betlemme; anche lui aveva sempre pregato con grande zelo per l’adempimento della promessa e io ho riconosciuto nel suo cuore il grande desiderio di diventare lo sposo di Maria. Ella però si ritirò di nuovo nella sua cella, versò sante lacrime e cercò di non pensare al fatto che non doveva rimanere vergine. Poi ho visto il Sacerdote, che aveva avuto un’intuizione interiore, consegnare ad ogni uomo un ramoscello e ordinare ad ognuno di contrassegnarlo col proprio nome e tenerlo in mano durante la preghiera e l’offerta […]. A loro fu spiegato che quello il cui ramoscello fosse fiorito era destinato dal Signore a sposare la Vergine Maria di Nazareth.
[…] Successivamente, altri uomini della stirpe di Davide furono convocati nel Tempio; e tra questi Giuseppe, dal cui ramoscello posto sull’altare uscì un fiore simile a un giglio bianco, e vidi una luce come fosse lo Spirito Santo scendere su di lui. In questo modo Giuseppe fu riconosciuto come lo sposo destinato dal Signore alla Vergine Maria, alla quale fu presentato dai Sacerdoti alla presenza della madre Anna”.

Secondo questa veggente tedesca, i genitori di Giuseppe possedevano una grande casa a Betlemme, dove il patriarca trascorse la fanciullezza insieme a cinque fratelli. Poichè Giuseppe era pio, semplice e di carattere mite, i fratelli lo molestavano e talvolta lo maltrattavano. Giuseppe non reagiva, ma preferiva cercarsi un altro sito dove abbandonarsi alla preghiera. Arrivato all’età di 12 anni cominciò a frequentare la bottega di un falegname e imparò il mestiere, ma poichè i fratelli continuavano a rendergli insopportabile la vita, Giuseppe lasciò Betlemme e visse del suo lavoro presso altri artigiani. All’ età di circa 30 anni lavorava a Tiberiade per un altro padrone, ma abitava da solo in una casetta vicina. Nel frattempo i suoi genitori erano morti e i suoi fratelli si erano dispersi. Da tempo il santo giovane non solo credeva nella venuta del Messia, ma pregava Dio che lo inviasse sulla terra. Un giorno, mentre se ne stava occupato a sistemare un oratorio nei pressi della sua casetta allo scopo di avere un posto riservato dove raccogliersi in preghiera, gli apparve un angelo che gli comandò di recarsi al Tempio di Gerusalemme per diventare sposo di una fanciulla ivi custodita. Prima di questo messaggio Giuseppe non aveva mai pensato al matrimonio e perciò evitava la compagnia delle donne. Dopo il fidanzamento Giuseppe si recò a Betlemme per motivi di famiglia, poi si trasferì a Nazareth. In questa cittadina S. Anna possedeva una casa e la preparò per Maria e per Giuseppe. Essa era situata dove attualmente sorge la basilica dell’Annunciazione e, secondo la Emmerich, è proprio quella che si venera a Loreto, ivi trasportata dagli Angeli. Secondo la tradizione Giuseppe aveva, oppure acquistò per la circostanza del matrimonio, una casetta poco distante da quella di Maria. Quivi, al suo ritorno da Betlemme, stabilì la sua bottega di falegname.

Nel primo volume dell‘Evangelo di Maria Valtorta Maria Santissima le fa questa rivelazione:
Dio m’aveva chiesto d’esser vergine. Ho ubbidito. … d’essere sposa. Ho ubbidito, riportando il matrimonio a quel grado di purezza che era nel pensiero di Dio quando aveva creato i due Primi. … mi chiedeva d’esser Madre. Ho ubbidito. Ho creduto che ciò fosse possibile e che quella parola venisse da Dio, perché la pace si diffondeva in me nell’udirla. … Eva volle il godimento, il trionfo, la libertà. Io accettai il dolore, l’annichilimento, la schiavitù. Quel “si” ha annullato il “no” di Eva al comando di Dio.

 

Dalla "MISTICA CITTA' DI DIO"
della Venerabile MARIA D'AGREDA
(Libro 2°, cap. 22)
Si celebrano le nozze di Maria santissima col santo e castissimo Giuseppe

752. Nel giorno in cui la nostra principessa Maria compiva quattordici anni, si radunarono gli uomini della tribù di Giuda e della stirpe di Davide, da cui discendeva la celeste Signora, i quali si trovavano allora in Gerusalemme. Fra gli altri fu chiamato Giuseppe nativo di Nazaret, che soggiornava nella stessa città santa, perché era uno di quelli della stirpe regale di Davide. Aveva trentatré anni, una bella figura e un aspetto attraente, ma di incomparabile modestia e serietà; dotato di santissime inclinazioni, era soprattutto castissimo nelle opere e nei pensieri e, fin dal dodicesimo anno d'età, aveva fatto voto di castità. Era parente della vergine Maria; in terzo grado, e di vita purissima, santa ed irreprensibile agli occhi di Dio e degli uomini.
753. Dopo essersi riuniti nel tempio, quegli uomini non sposati pregarono il Signore insieme con i sacerdoti, perché tutti fossero guidati dal suo divino Spirito in ciò che dovevano fare. A quel punto, l'Altissimo ispirò al cuore del sommo sacerdote di far si che a ciascuno dei giovani ivi raccolti si ponesse una verga secca nelle mani e che tutti poi domandassero con viva fede a sua Maestà di rivelare con tale mezzo chi aveva scelto come sposo di Maria. Siccome il buon odore della virtù ed onestà di questa vergine, nonché la fama della sua bellezza, dei suoi beni e della sua condizione sociale, come pure il fatto che fosse la figlia primogenita e unica nella sua casa, era già manifesto a tutti, ciascuno ambiva la buona sorte di averla come sposa. Solo l'umile e rettissimo Giuseppe, tra i presenti, si reputava indegno di un bene così grande; ricordandosi del voto di castità che egli aveva fatto e riproponendosene in cuor suo la perpetua osservanza, si rassegnò alla divina volontà, rimettendosi a ciò che volesse disporre di lui, nutrendo tuttavia venerazione e stima per l'onestissima giovane vergine Maria più di chiunque altro.
754. Mentre facevano questa orazione, tutti quelli là radunati videro fiorire solo la verga in mano a Giuseppe. Nello stesso tempo, una colomba candidissima, scendendo dall'alto circonfusa di ammirabile splendore, si posò sopra il capo del santo. Contemporaneamente Dio gli parlò nell'intimo con queste parole: «Giuseppe, servo mio, Maria sarà la tua sposa: accettala con attenzione e rispetto, perché ella è gradita ai miei occhi, giusta e purissima d'anima e di corpo, e tu farai tutto quello che ti dirà». Essendosi il cielo dichiarato con quel segno, i sacerdoti diedero alla vergine Maria san Giuseppe, come sposo eletto da Dio. Chiamandola per celebrare le nozze, la prescelta uscì fuori come il sole, più bella della luna. Alla presenza di tutti, il suo aspetto apparve superiore a quello di un angelo, di incomparabile bellezza, onestà e grazia, e i sacerdoti la sposarono con il più casto e santo degli uomini, Giuseppe.
755. La divina Principessa, più pura delle stelle del firmamento, in lacrime e seria come una regina, con umiltà ma anche con maestà - poiché Maria riuniva in sé tutte queste perfezioni - prese congedo dai sacerdoti, domandando loro la benedizione, come anche alla maestra, e perdono alle compagne, ringraziando tutti per i benefici ricevuti da loro nel tempio. Fece tutto ciò con la più profonda umiltà, misurando con molta prudenza le parole, perché in tutte le occasioni parlava poco e con molta sapienza. Si allontanò così dal tempio, non senza grande dispiacere di lasciarlo contro la propria intenzione e il proprio desiderio. In compagnia di alcuni dei ministri che tervivano nel tempio nelle cose temporali - laici dei più autorevoli - col suo sposo Giuseppe si avviò a Nazaret città ale della felicissima coppia. Sebbene san Giuseppe fosse nato in quel luogo, seguendo quanto l'Altissimo aveva disposto per mezzo di alcune vicende, era andato a vivere qualche tempo a Gerusalemme, per migliorare la sua condizione come infatti avvenne, divenendo sposo di colei che era stata scelta da Dio stesso per essere sua madre.
756. Arrivati a Nazaret, dove la Principessa del cielo aveva i suoi beni e le case dei suoi fortunati genitori, furono ricevuti e visitati da tutti gli amici e i parenti con grida di giubilo e applausi, come si usa fare in tali occasioni. Avendo santamente adempito all'obbligo naturale dei contatti e delle relazioni, i due santissimi sposi Giuseppe e Maria, liberi da impegni, restarono a casa loro. Secondo l'usanza introdotta fra gli Ebrei, nei primi giorni del matrimonio era previsto che gli sposi si prendessero un pò di tempo per verificare, nella convivenza, le abitudini e l'indole di entrambi, in modo da potersi conformare meglio l'uno all'altra.
757. In tali giorni il santo Giuseppe disse alla sua sposa Maria: «Sposa e signora mia, io rendo grazie all'altissimo Dio per il favore di avermi destinato senza merito ad essere vostro sposo, mentre mi giudicavo indegno della vostra compagnia; ma sua Maestà, che quando vuole può sollevare il povero, mi ha usato questa misericordia. Quindi io desidero che voi mi aiutiate, come spero dalla vostra discrezione e virtù, a dargli il contraccambio che gli devo, servendolo con rettitudine di cuore. A tal fine mi riterrete vostro servo, e col vero affetto con cui vi stimo, vi chiedo che vogliate supplire a molta parte del capitale e di altre doti che mi mancano, le quali mi sarebbero utili per essere vostro sposo; ditemi, signora, qual è la vostra volontà perché io l'adempia».
758. La divina sposa ascoltò questo discorso con cuore umile ed affabile severità nel volto, e rispose al santo: «Signor mio, io sono lieta che l'Altissimo, per mettermi in questa condizione, si sia degnato di assegnarmi voi per sposo e signore, e che il servire voi mi sia stato confermato dalla manifestazione della sua divina volontà. Però, se me lo permettete, vi dirò le intenzioni e i pensieri, che a tal fine desidero comunicarvi». L'Altissimo intanto disponeva con la sua grazia il cuore retto e sincero di san Giuseppe e, per mezzo delle parole di Maria santissima, lo infiammò di nuovo di divino amore. Egli così le rispose: «Parlate, signora, il vostro servo vi ascolta». In questa occasione la Signora del mondo era assistita dai mille angeli della sua custodia in forma visibile, come aveva loro richiesto. Ciò era dovuto al fatto che l'Altissimo, affinché la purissima vergine operasse in tutto con maggior grazia e merito, permise che ella sentisse il rispetto e la considerazione con cui doveva parlare al suo sposo, pur lasciandola nella sua naturale ritrosia ed esitazione che sempre aveva avuto a parlare con gli uomini da sola, cosa che fino allora non aveva mai fatto, se non casualmente qualche volta col sommo sacerdote.
759. Gli angeli santi ubbidirono alla loro Regina e l'assistettero, manifestandosi solo alla sua vista. In loro compagnia parlò al suo sposo san Giuseppe, dicendo: «Signore e sposo mio, è giusto che diamo lode e gloria con ogni devozione al nostro Dio e creatore, infinito nella sua bontà e incomprensibile nei suoi giudizi, che con noi poveri ha manifestato la sua grandezza e misericordia, scegliendoci per essere al suo servizio. Io mi considero, fra tutte, la creatura più debitrice a sua Altezza e, anzi, lo sono più di tutte insieme, perché, meritando meno, ho ricevuto dalla sua liberalissima mano più di loro. Nella mia tenera età, costretta dalla forza di questa verità che la luce divina mi comunicò rivelandomi il disinganno di tutto il visibile, mi consacrai a Dio con voto perpetuo d'essere casta nell'anima e nel corpo. Sono sua, e lo riconosco mio sposo e Signore, con volontà immutabile di mantenere la mia promessa di castità. Per adempiere ciò, signor mio, desidero che mi aiutiate, perché nel resto io sarò vostra serva fedele, ed avrò cura della vostra vita quanto durerà la mia. Accettate, signore e sposo mio, questa santa determinazione e confermatela con la vostra, perché come offerta gradita al nostro Dio eterno, egli ci riceva entrambi quale sacrificio di soave odore, e ci conceda di giungere insieme ai beni eterni che speriamo».
760. Il castissimo sposo Giuseppe, pieno d'intimo giubilo per le parole della sua divina sposa, le rispose: «Signora mia, dichiarandomi i vostri pensieri e casti propositi, avete aperto e sollevato il mio cuore, che io non volli manifestarvi prima di conoscere il vostro. Anch'io mi considero, fra gli uomini, debitore al Signore più di tutte le altre creature, perché da molto tempo mi ha chiamato con la sua vera luce, affinché l'amassi con rettitudine di cuore. Voglio, signora, che sappiate che a dodici anni anch'io ho fatto promessa di servire l'Altissimo in castità perpetua. Così ora torno a confermare il medesimo voto, per non invalidare il vostro; anzi, alla presenza di sua Altezza, vi prometto di aiutarvi, per quanto dipende da me, perché in tutta purezza lo serviate e lo amiate secondo il vostro desiderio. Io sarò, con il concorso della grazia, vostro fedelissimo servo e compagno, e vi supplico che accettiate il mio casto affetto e mi riteniate vostro fratello, senza mai dar luogo ad altro lecito amore, fuorché quello che dovete a Dio e poi a me». In questo colloquio l'Altissimo riconfermò nel cuore di san Giuseppe la virtù della castità e l'amore santo e puro che doveva alla sua santissima sposa Maria. Così il santo gliene portava in grado eminentissimo, e la stessa Signora con il suo prudentissimo conversare glielo aumentava dolcemente, elevandogli il cuore.
761. Con la virtù divina con cui il braccio dell'Onnipotente operava nei due santissimi e castissimi sposi, sentirono entrambi incomparabile giubilo e consolazione. La divina Principessa offrì a san Giuseppe di corrispondere al suo desiderio, come colei che era signora delle virtù e, senza difficoltà, praticava in tutto ciò che esse hanno di più sublime ed eccellente. Inoltre l'Altissimo diede a san Giuseppe rinnovata castità e padronanza sulla natura e sulle sue passioni, perché, senza ribellione né istigazione ma con ammirabile e nuova grazia, servisse la sua sposa Maria e, in lei, la volontà e il beneplacito del Signore. Subito distribuirono i beni ereditati da san Gioacchino e da sant'Anna, genitori della santissima Signora. Ella ne offrì una parte al tempio dove era stata, l'altra la distribuì ai poveri e la terza l'assegnò al santo sposo Giuseppe, perché l'amministrasse. Per sé la nostra Regina si riservò solo la cura di servirlo e di lavorare in casa, perché, quanto agli scambi con l'esterno e alla gestione dei beni, degli acquisti o delle vendite, la vergine prudentissima se ne esentò sempre.
762. Nei suoi primi anni, san Giuseppe aveva appreso il mestiere di falegname, come il più onesto e adatto per guadagnarsi da vivere, essendo povero di beni di fortuna. Perciò domandò alla sua santissima sposa se aveva piacere che egli esercitasse quel mestiere per servirla e per guadagnare qualcosa per i poveri, poiché era necessario lavorare senza vivere nell'ozio. La Vergine prudentissima diede a san Giuseppe la sua approvazione, avvertendolo che il Signore non li voleva ricchi, bensì poveri e amanti dei poveri, e che fossero loro rifugio fin dove il loro capitale lo permettesse. Fra i due santi sposi nacque presto una santa contesa, riguardo a chi dei due dovesse prestare ubbidienza all'altro come a superiore. Ma Maria santissima, che fra gli umili era umilissima, vinse in umiltà, né consenù che, essendo l'uomo il capo, si pervertisse l'ordine della natura. Così volle ubbidire in tutto al suo sposo Giuseppe, chiedendogli solamente il consenso per fare l'elemosina ai poveri del Signore; e il santo le diede il permesso di farla.
763. In questi giorni il santo Giuseppe, riconoscendo con nuova luce del cielo le doti della sua sposa Maria, la sua rara prudenza, umiltà, purezza e tutte le sue virtù superiori ad ogni suo pensare ed immaginare, ne restò nuovamente stupito e, con gran giubilo del suo spirito, non cessava con ardenti affetti di lodare il Signore, rendendo-gli ancor più grazie per avergli data tale compagnia e tale sposa superiore ad ogni suo merito. Perché poi quest'opera risultasse in tutto perfettissima, l'Altissimo fece si che la Principessa del cielo infondesse con la sua presenza, nel cuore del suo sposo, un timore ed un rispetto così grande che non è assolutamente possibile spiegare a parole. A provocare ciò in Giuseppe era un certo splendore, come raggi di luce divina, che emanava dal volto della nostra Regina, dal quale traspariva anche una maestà ineffabile che sempre la accompagnava. Le succedeva infatti come a Mosè quando scese dal monte, ma con tanta maggiore intensità, perché si intratteneva con Dio più a lungo e più intimamente. (CONTINUA)

 

  Ancona, Mercoledì 20 gennaio 2021 

 

   IL MIRACOLO DELLA CONVERSIONE
DI ALFONSO RATISBONNE

 L'ebreo convertito da Maria   nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma 
 per la grazia  della Medaglia Miracolosa 

 

P. Alfonso M. Ratisbonne
l’ebreo convertito da Maria


La conversione di Alfonso Ratisbonne | Innamorati di Maria (wordpress.com)

Due uomini discutono serenamente tra loro, in una villa di Roma.
L’uno è il barone De Bussières. L’altro è il giovane Alfonso Ratisbonne, ebreo. Siamo nel 1842.
Ascoltiamo che cosa stanno dicendo.
– Vorrei chiedervi un favore – dice il barone De Bussières al giovane Ratisbonne.
– Vediamo di che si tratta? – risponde il giovane.
– Semplicemente di questo; accettare di portare indosso questa medaglia, la medaglia miracolosa. Secondo il vostro modo di vedere, la cosa dovrebbe essere del tutto indifferente, mentre a me recherebbe un grande piacere.
– Se è così, per dimostrarvi che gli ebrei non sono poi tanto ostinati e testardi come si crede, accetto di portare la vostra medaglia.
A questo punto, il giovane Ratisbonne racconta lui stesso ciò che avvenne e ciò che egli disse: – Detto, fatto. Il barone mi mette al collo la medaglia, mentre io, scoppiando a ridere, esclamo: “Eccomi ormai cattolico, apostolico, romano.”
Chi è Alfonso Ratisbonne?

È un giovane ebreo, già al colmo della sua fortuna. Dalla vita ha avuto tutto. Da poco tempo si è anche fidanzato con una ragazza di nome Flora. Quanto alla sua fede: “Non credevo più neanche in Dio“, confesserà dopo.
Ma la Madonna, Madre universale, vegliava su di lui, e lo attendeva a Roma. Qui lo fece capitare per caso nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, e gli operò il miracolo che avrebbe rivoluzionato tutta la sua vita brillante quanto effimera e fatua.
Tutto era iniziato appunto da quella medaglietta miracolosa che gli era stata offerta dall’amico barone De Bussières, e che egli aveva accettato solo per fargli piacere.
Si era lasciato mettere al collo la Medaglia; ci aveva scherzato sopra, ma già non ci pensava più.
L’amico barone, però, sapeva quel che faceva era uomo di fede, confidava nella potenza miracolosa della medaglietta, e pregava intensamente perché l’Immacolata operasse nell’animo di Alfonso, disfatto dall’incredulità.

 

La notte di quello stesso giorno, svegliatosi di soprassalto, Alfonso vide alta dinanzi a sé l’immagine di una grande Croce, di forma particolare, senza Gesù Crocifisso, che egli inutilmente tentò di scacciare.
Era la Croce della Medaglia miracolosa. Ma egli non lo sapeva, perché non aveva neppure guardato la Medaglia che portava indosso, né lo interessava affatto guardare una Medaglia! Proprio lui !

Il giorno seguente…
Il giorno seguente, stranamente, Alfonso si sentì spinto ad accompagnare lo stesso amico De Bussières alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte, dove il barone aveva da sbrigare una commissione di lavoro.
La carrozza si fermò sulla piazzetta della Chiesa. Scesero tutti e due. Il barone entrò in Chiesa e si recò subito in sacrestia per incontrarsi con le persone interessate alla commissione. Alfonso, invece, dapprima esitante, entrò poi anche lui nella Chiesa. E si trovò solo, distratto e vuoto.
“La Chiesa di S. Andrea delle Fratte – così egli stesso racconta in seguito – è piccola, povera e quasi sempre deserta. Quel giorno ero solo o quasi solo. Nessun oggetto d’arte attirava la mia attenzione. Passeggiavo macchinalmente girando gli sguardi attorno a me. Ricordo soltanto che un cane nero scodinzolava dinanzi a me… Ben presto anche quel cane disparve. La Chiesa intera disparve; io non vidi più nulla… O meglio, mio Dio, io vidi una sola cosa! … Come potrei parlarne? La parola umana non può facilmente esprimere ciò che è inesprimibile.

Quando arrivò il barone De Bussières mi trovò col volto rigato di pianto. Non potei rispondere alle sue domande… tenevo in mano la medaglia che avevo appesa al collo e coprivo di baci l’immagine della Vergine… Era Lei, sicuramente Lei! Non sapevo dove ero, non sapevo se ero Alfonso o un altro; provavo in me un tale cambiamento che mi pareva essere un altro; cercavo di ritrovare me stesso e non mi ritrovavo… Non riuscivo a parlare; non volevo dire niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi costringeva a cercare un sacerdote”.

Più tardi, calmatasi la vivissima emozione provata, così spiegò all’amico “Ero da pochi istanti nella chiesa di S. Andrea, quando, improvvisamente, mi sentii afferrato da un turbamento inesprimibile. Alzai gli occhi; l’edificio intero era come scomparso ai miei sguardi; una sola cappella aveva concentrato tutta la luce. In un grande fascio di luce, mi è apparsa, dritta, sull’altare, alta, brillante, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, quale si vede sulla Medaglia Miracolosa; una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano di inginocchiarmi. Mi è parso che dicesse: ‘Bene!‘ Non mi ha parlato, ma io ho compreso tutto”.
Proprio la Vergine della Medaglia Miracolosa era dunque apparsa ad Alfonso Ratisbonne quel giovedì 20 gennaio 1842

75 anni più tardi.
75 anni più tardi, il 20 gennaio 1917, a Roma, nella Cappella del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali, il Padre Rettore sta raccontando ai giovani frati l’episodio della prodigiosa conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, divenuto poi gran Servo di Dio e morto in concetto di santità.

Tra questi c’è un giovane straordinario, fra’ Massimiliano Maria Kolbe, l’ardente innamorato dell’Immacolata, colui che darà vita al Movimento mariano più vasto dell’epoca moderna, la Milizia dell’Immacolata, un esercito di cavalieri schierati in campo sotto la guida dell’Immacolata, la Celeste Condottiera e Invincibile guerriera che “schiaccerà il capo” al nemico (Gn 3,15).
Con estremo interesse fra’ Massimiliano ascolta il racconto della conversione di Alfonso Ratisbonne. Ne rimane visibilmente commosso. Si rende conto del valore della Medaglia miracolosa, di cui l’Immacolata si serve per operare fatti di grazia anche portentosi.
Gli balena allora nell’animo l’ispirazione di servirsi della Medaglia miracolosa come scudo e insegna dei “cavalieri dell’Immacolata”, come scorta di “proiettili” e “mine” spirituali che i cavalieri dovranno adoperare per fare breccia negli animi chiusi e duri alle operazioni della grazia divina.

È un’ispirazione. Fra’ Massimiliano non la lascia passare a vuoto. L’accoglie e la custodisce nel cuore. Un giorno non lontano la Milizia dell’Immacolata – il 16 ottobre dello stesso anno – partirà con la Medaglia miracolosa quale insegna e arma dei novelli cavalieri.
Da quel 20 gennaio, inoltre, fra’ Massimiliano amò di un amore speciale la Chiesa di S. Andrea delle Fratte; la visitava frequentemente e vi sostava in devota orazione. Quando divenne Sacerdote, infine, volle celebrare la sua prima S. Messa all’altare dove la Madonna era apparsa all’ebreo Alfonso Ratisbonne.
Sacerdote di Gesù e Cavaliere dell’Immacolata, San Massimiliano è l’apostolo mariano dei tempi nuovi, folle di amore, ardente di zelo, forte del celeste pegno della Medaglia miracolosa.


A San Massimiliano, per la famiglia

San Massimiliano, dopo aver speso le tue energie
per l’annuncio del Vangelo a tutti gli uomini sotto la guida di Maria,
ad Auschwitz hai offerto la tua vita
affinché una famiglia non fosse privata dello sposo e del padre.
Per il tuo eroico martirio di carità,
insegnaci che la famiglia è un dono
per il quale vale la pena sacrificare noi stessi.
Tu hai trovato in Maria la fonte alla quale attingere le grazie
per essere un coraggioso e fedele discepolo di Gesù.
Aiutaci ad accoglierla come nostra Madre
per sperimentare la forza della sua intercessione nel cammino della vita.
Sii con noi, san Massimiliano,
e prega per le necessità della nostra famiglia.
Amen.

  Ancona, Lunedì 18 gennaio 2021 

 

   DALLA SANTA CASA
L'UNITA' DEI CRISTIANI

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

 

Le principali documentazioni storiche che comprovano la “veridicità storica” di “almeno” cinque “traslazioni miracolose” della Santa Casa di Nazareth, avvenute tra il 1291 e il 1296: a Tersatto (nell’ex-Jugoslavia, dal 9-10 maggio 1291 al 9-10 dicembre 1294), ad Ancona (località Posatora, nel 1295, per nove mesi), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale cittadina di “Loreto”, il cui nome deriva proprio da quella signora di nome “Loreta” (dal dicembre 1295 all'agosto 1296, per otto mesi); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano o Monte Prodo (dall'agosto al dicembre 1296, per quattro mesi) e infine sulla pubblica strada, ove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale Basilica (dicembre 1296).

 

MARIA E’ MADRE “CATTOLICA” DI TUTTI I CRISTIANI

 

E IL VERBO SI FECE CARNE NEL GREMBO DI MARIA
NELLA SANTA CASA DI NAZARETH A LORETO
TUTTI LA’ SONO NATI
 (Sal.87,2)

Il Papa Giovanni Paolo II, in occasione del VII Centenario della Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, nel 1994, così si esprimeva nella sua “Lettera” scritta per la circostanza: “San Leone Magno diceva che “i figli della Chiesa sono stati generati con Cristo nella sua nascita” (Sermo VI, 2, PL 54, 213) e la Lumen Gentium afferma, a sua volta, che Maria “è veramente madre delle membra di Cristo, perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra” (n.53). Questo viene a dire che il sì di Maria fu, in qualche modo, anche un sì detto a noi. Concependo il capo, ella “concepiva”, cioè, alla lettera “accoglieva insieme con lui”, almeno oggettivamente, anche noi, che siamo le sue membra. In questa luce la Santa Casa nazaretana ci appare come la Casa comune nella quale, misteriosamente, anche noi siamo stati concepiti. Di essa si può dire ciò che un salmo dice di Sion:

“Tutti là sono nati” (Sal.87,2)”. 

 

LA PRIMA MESSA CELEBRATA NELLA SANTA CASA
DA SAN PIETRO CON GLI APOSTOLI E LA VERGINE MARIA

Secondo la Tradizione Millenaria - mai smentita da alcuno - la PRIMA SANTA MESSA, dopo l'Ascensione al Cielo di Gesù, VENNE CELEBRATA PROPRIO NELLA SANTA CASA, a Nazareth, da San Pietro, con gli Apostoli e con la presenza di Maria Vergine, ancora vivente e ancora abitante la stessa Casa Nazaretana, che DA ALLORA FU TRASFORMATA IN CHIESA, con la presenza permanente della SS.ma Eucaristia.

Nella Santa Casa, perciò, il Figlio di Dio si incarnò "la prima volta" in Maria Vergine, ed "una seconda volta" sempre nella Santa Casa con la Prima Consacrazione Eucaristica celebrata da San Pietro, capo degli Apostoli, con la presenza di Maria.

Non per niente a Loreto è stato trasportato dagli Angeli (del Cielo!), MIRACOLOSAMENTE, insieme alla Santa Casa, anche l'ALTARE DEGLI APOSTOLI ove fu celebrata la Prima Santa Messa della storia della Chiesa: quell'ALTARE DEGLI APOSTOLI sopra il quale era stato collocato per MILLENNI il TABERNACOLO, ora RIMOSSO dissacratoriamente, con falsi pretesti liturgici.

Vi è quindi da sottolineare come la Santa Casa fu LA PRIMA CHIESA della nascente Comunità Cristiana, consacrata direttamente dagli Apostoli e da essa - se venerata - l'intera Chiesa anche attuale può ottenere ogni grazia, anche l'unità dei cristiani, come ben testimonia l'esperienza mistica di San Giuseppe da Copertino sotto riportata.

LA SANTA CASA FU DAVVERO PORTATA A LORETO IN ARIA DAGLI ANGELI
(NON IN NAVE DAGLI UOMINI)
di Federico Catani
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5299

 


   Nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1291 avvenne un fatto straordinario in Palestina. Erano i giorni in cui si stava approssimando la fine della presenza crociata in Terra Santa. Di lì a poco, con la sconfitta di San Giovanni d'Acri, le forze maomettane avrebbero ripreso pienamente il controllo dei luoghi dove Nostro Signore era nato, vissuto, morto, risorto e asceso al Cielo.
   In quella notte di maggio a Nazareth, del tutto inspiegabilmente, nella Basilica dell'Annunciazione sparì la preziosissima reliquia ivi custodita da secoli, una delle più importanti della Cristianità: la Santa Casa in cui la Madonna aveva ricevuto l'annuncio dell'angelo e dove il Verbo si era fatto carne, dando cosi inizio alla Redenzione dell'umanità. Occorre specificare che l'abitazione di Gesù, Maria e Giuseppe era quella tipica della gente comune dell'epoca in Palestina: tre pareti addossate ad una grotta. Questo spiega il perché dell'assenza di un quarto muro. Ebbene, chiunque fosse andato a Nazareth il 10 maggio 1291 non avrebbe più trovato le tre pareti della dimora della Sacra Famiglia, presenti invece fino al giorno prima. Cosa era accaduto? Come era stato possibile far sparire la Santa Casa? E soprattutto, che fine aveva fatto?

TRASLAZIONI MIRACOLOSE DELLA SANTA CASA


   La mattina di quello stesso giorno, in un bosco dalle parti di Tersatto (oggi un quartiere della città di Fiume, in Croazia), alcune persone videro proprio tre pareti. Incuriosite e non sapendo di cosa si trattasse, andarono dal parroco del luogo, in quel momento gravemente malato, al quale proprio quella notte era apparsa in sogno la Madonna. Nella visione, la Madre di Dio gli aveva annunciato l'arrivo della sua Santa Casa e per dargliene conferma lo aveva miracolosamente guarito. Da quel momento, l'insigne reliquia divenne meta di pellegrinaggi e di devozione. Il tutto durò tre anni. Poi, la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294, la Santa Casa sparì miracolosamente cosi come era arrivata. Ma in ricordo della sua presenza in terra croata, nel luogo dove si era posata venne costruito un santuario, ancora oggi uno dei principali del Paese.
   Le tre pareti consacrate dalla presenza della Santa Famiglia, quelle tre pareti che avevano visto Gesù crescere e lavorare, giunsero in Italia, nelle Marche, all'epoca territorio appartenente allo Stato Pontificio. Storicamente la sua presenza è accertata in tre luoghi prima di giungere dove ancora possiamo venerarla. Ad Ancona (attuale località di Posatora) e nel territorio di Loreto, dapprima in pianura (attuale località di Banderuola), poi nel campo di proprietà di due fratelli (grosso modo di fronte all'attuale santuario). Infine, nel dicembre 1296, la Santa Casa si posò nel luogo in cui ancora si trova. Non a caso diciamo "si posò". Infatti le traslazioni di cui abbiamo parlato avvennero tutte miracolosamente, secondo la tradizione (immortalata in innumerevoli dipinti e sculture) ad opera degli angeli.
   L'Italia ha il grande privilegio di ospitare questa preziosissima reliquia della Cristianità. Purtroppo però, molti oggi tendono a dimenticare Loreto o a considerarlo un santuario tra i tanti. Eppure Giovanni Paolo II lo ha riconosciuto come il "primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della Cristianità".

UN MIRACOLO PERMANENTE


   Dato ancor più grave, in troppi oggi ignorano la storia del Santuario Lauretano o prestano fede a manipolazioni della verità. In effetti, da alcuni decenni, se almeno ufficialmente nessuno nel mondo cattolico mette in dubbio che a Loreto vi sia la vera Santa Casa di Nazareth, la Traslazione angelica della stessa è stata derubricata a una mera leggenda. Ma è credibile pensare che il trasporto delle sante pareti sia avvenuto per mezzo degli uomini? Come spiegare ad esempio così tanti spostamenti? Sarebbe stato tecnicamente possibile trasportare per nave così tante volte delle pietre che poi sono state perfettamente risistemate? E ancora: perché collocare definitivamente la Santa Casa nel mezzo di quella che all'epoca era una strada pubblica dove, secondo la legge locale, nulla si doveva costruire, pena l'abbattimento coatto?
   L'architetto Federico Mannucci, in una relazione del 1923, ebbe a scrivere che «è assurdo solo pensare che il sacello possa essere stato trasportato con mezzi meccanici» e rivelò pure che «è sorprendente e straordinario il fatto che l'edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri». Anche l'architetto Giuseppe Sacconi constatò che «la Santa Casa sta parte appoggiata sopra l'estremità di un'antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo», ragion per cui non può essere stata fabbricata o rifabbricata, come è, nel posto in cui si trova.
   C'è pure un altro elemento da rilevare. La malta con cui le sante pietre sono murate proviene dalla Palestina. Come può questo dato essere compatibile con una ricostruzione successiva al trasporto su nave? E come è possibile che, a seguito di tanti spostamenti e di molteplici riedificazioni, non si sia minimamente alterata la perfetta geometria della Santa Casa, che combacia esattamente con le dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth? La Santa Casa di Loreto infatti non ha fondamenta. Per trovare queste bisogna spostarsi proprio a Nazareth.
   Recentemente inoltre è stata acclarata la falsità storica del Chartularium culisanense, documento spesso citato perché proverebbe il trasporto umano delle pietre della dimora nazaretana per mezzo della famiglia Angeli o De Angelis (da cui poi sarebbe sorta la "leggenda" degli angeli...). Il testo in questione però risalirebbe al 1294, tre anni dopo il primo miracoloso trasporto della Santa Casa a Tersatto. E poiché è attestato che nel 1294 questa non era più a Nazareth ma in Dalmazia, la famiglia Angeli non avrebbe potuto portar via nulla direttamente dalla Palestina, come invece si è detto. Inoltre, vi si parla dell'asporto di alcune pietre e non delle tre pareti integre, come sempre si è detto e si è inteso. Quindi quella del trasporto umano della Santa Casa è una mera ipotesi, senza alcuna prova, che produce solo l'effetto di minare la fede dei semplici e contraddice secoli di studi e dimostrazioni.

L'APPROVAZIONE DELLA CHIESA


   Peraltro, in tutti i luoghi in cui la Santa Casa si è posata furono costruite delle chiese a testimonianza dell'evento prodigioso. È mai possibile che le autorità ecclesiastiche, sempre così prudenti, abbiano edificato luoghi di culto in ricordo del "miracolo" senza mai essere smentite da nessuno? Se davvero il trasporto fosse avvenuto per mano umana, perché la gente avrebbe dovuto accettare la versione miracolosa dei fatti?
   Non possiamo poi ignorare che lungo i secoli i Papi hanno sempre ribadito sia l'autenticità della Santa Casa sia il suo arrivo prodigioso in Italia. Basti pensare, solo per citarne alcuni, a Paolo II, Giulio II, Leone X, Pio IX e Leone XIII. Inoltre, per essere precisi, il 10 dicembre ricorre liturgicamente la festa della miracolosa Traslazione della Santa Casa, non quella della Madonna di Loreto. Benedetto XV, poi, nel dichiarare la Beata Vergine Lauretana Patrona degli aviatori nel 1920 riconobbe come autentico il "volo miracoloso" della Santa Casa. Senza contare infine le rivelazioni private avute al riguardo da numerosi santi. E l'enorme quantità di miracoli (guarigioni e conversioni) avvenuti all'interno della dimora della Sacra Famiglia. Vi è poi la tradizione folcloristica popolare a contrastare le ipotesi razionaliste degli ultimi decenni. Non a caso da secoli nelle Marche, la sera del 9 dicembre, si celebra la "Venuta" della Santa Casa con l'accensione di falò, come per illuminare la strada alla Vergine che arriva nei cieli con la sua dimora. Attorno ad essi si recita il S. Rosario e alle tre di notte un tempo si suonavano le campane per segnalare l'avvenuto arrivo della Santa Casa.
   Proprio per far conoscere meglio questa perla che abbiamo l'onore e la grazia di ospitare nel nostro Paese, Luci sull'Est ha deciso di pubblicare e diffondere un libro che, in maniera sintetica ma esaustiva, parla della storia della Santa Casa di Loreto e della sua importanza per la fede cattolica.

LORETO BALUARDO CONTRO ISLAM


   Tra gli aspetti forse più ignorati c'è anche il ruolo decisivo svolto dal Santuario Lauretano nella preservazione dell'Europa cristiana. Infatti è alla Madonna di Loreto che i Papi e i condottieri si sono rivolti prima di affrontare - tra le altre - le due battaglie più decisive e celebri contro l'islam: quella di Lepanto (1571) e quella di Vienna (1683). In entrambe, la vittoria dell'esercito cristiano si è dovuta all'intervento della Beata Vergine Maria.
   Prima dello scontro navale di Lepanto, Marcantonio Colonna, comandante della flotta pontificia, si recò a Loreto con la sposa per mettere nelle mani di Maria Santissima la sorte della guerra. E dopo la sconfitta della flotta maomettana, tornò nella città mariana per ringraziare la Madre di Dio, insieme a tutta l'armata papale. Peraltro i prigionieri cristiani liberati dalla schiavitù cui erano stati sottoposti dagli ottomani, in segno di riconoscenza verso la Virgo Lauretana donarono al santuario le loro catene, che vennero fuse per costruire porte e cancelli della Santa Casa e delle varie cappelle laterali della chiesa.
   Anche dopo la battaglia di Vienna, il re polacco Giovanni Sobieski volle celebrare la Madonna di Loreto. Uno stendardo con la sua immagine venne portato trionfalmente in processione per le vie della capitale asburgica da padre Marco d'Aviano. Sobieski lo fece poi collocare nella sua cappella e ogni giorno faceva celebrare dinanzi alla Santissima Vergine la Santa Messa e cantare le Litanie Lauretane.

LA SCHIAVITÙ MARIANA


   L'auspicio è che il libro offerto da Luci sull'Est aiuti ad accrescere la nostra devozione mariana e la consapevolezza della grandiosità della Santa Casa di Loreto. Non va peraltro dimenticato che il Santuario Lauretano è il luogo per eccellenza della schiavitù mariana, così come insegnata e predicata da San Luigi Maria Grignion de Montfort, che proprio fra quelle pareti ebbe l'ispirazione di scrivere il Trattato della Vera Devozione a Maria. Del resto, è nella Santa Casa che lo stesso Gesù, come insegna il santo francese, si fece schiavo di sua Madre, chiudendosi nel suo grembo santissimo.

 

  Ancona, Mercoledì 6 gennaio 2021 

 

 PER NON VIVERE ALLA MANIERA DEI PAGANI

 

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

 

L'ADORAZIONE DEI MAGI

MARIA VALTORTA
L'EVANGELO COME MI E' STATO RIVELATO
(34 - Poema: I, 56 - 28 febbraio 1944 - ed. CEV)

 

Giuseppe e Maria sono rimasti a Betlemme per dare a Gesù la possibilità di crescere nella città di Davide, suo padre, come richiesto da Zaccaria e come a lui promesso. Una decina di mesi sono ormai trascorsi dalla sua nascita ed una notte arrivano a Betlemme i tre Savi d'Oriente.

 

Il mio interno ammonitore mi dice: «Chiama queste contemplazioni, che avrai e che ti dirò, “I Vangeli della Fede”, perché a te e agli altri verranno ad illustrare la potenza della fede e dei suoi frutti e a confermarvi nella fede in Dio».

     Vedo Betlemme piccola e bianca, raccolta come una chiocciata sotto al lume delle stelle. Due vie principali la tagliano a croce, l’una venendo da oltre il paese, ed è la via maestra che poi prosegue oltre il paese, l’altra andando da un’estremità all’altra dello stesso, ma non oltre. Altre viuzze lo segmentano, questo piccolo paese, senza la più piccola norma di piano stradale come noi lo concepiamo, ma anzi adattandosi al suolo che è a dislivelli ed alle case sorte qua e là, secondo i capricci del suolo e del loro costruttore. Volte quali a destra e quali a manca, chi messa per spigolo, rispetto alla via che le costeggia, obbligano questa ad essere come un nastro che si sgomitola sinuosamente e non un rettilineo che va da qua a là senza deviare. Ogni tanto una piazzetta, sia per un mercato, sia per una fontana, sia perché, costruito qui e là senza regola, è rimasto uno scampolo di suolo sghimbescio su cui non è possibile costruire più nulla.
     Nel punto dove mi pare di sostare particolarmente è proprio una di queste piazzette irregolari. Dovrebbe essere quadrata o quanto meno rettangolare. Invece è venuta un trapezio tanto strano da parere un triangolo acuto smusso nel ver­tice. Nel lato più lungo – la base del triangolo – vi è un fabbricato largo e basso. Il più largo del paese. Di fuori è un muraglione liscio e nudo, sul quale si aprono appena due portoni, ora ben serrati. Dentro invece, nel suo largo quadrato, si aprono molte finestre al primo piano, mentre sotto vi sono porticati che cingono cortili sparsi di paglia e detriti, con delle vasche per abbeverare cavalli e altri animali. Alle rustiche colonne dei portici sono anelli per tenere legate le bestie, e su un lato vi è una vasta tettoia per ricoverare mandre e cavalcature. Comprendo che è l’albergo di Betlemme.
     Sugli altri due lati uguali sono case e casette, quali precedute e quali no da un poco d’orto, perché fra esse vi è quella che è con la facciata sulla piazza, e quella col retro della casa sulla piazza. Sull’altro lato più stretto, fronteggiante il caravanserraglio, un’unica casetta dalla scaletta esterna che entra a metà facciata nelle camere del piano abitato. Sono tutte chiuse perché è notte. Non vi è nessuno per le vie, data l’ora.
     Vedo aumentare la luce notturna piovente dal cielo pieno di stelle, così belle nel cielo orientale, così vive e grandi che paiono vicine e che sia facile raggiungerle e toccare quei fiori splendenti nel velluto del firmamento.
     Alzo lo sguardo per comprendere la fonte di questo aumento di luce. Una stella, di insolita grandezza che la fa parere una piccola luna, si avanza nel cielo di Betlemme. E le altre paiono eclissarsi e farle largo come ancelle al passare della regina, tanto il suo splendore le soverchia e annulla. Dal globo, che pare un enorme zaffiro pallido, acceso internamente da un sole, parte una scia nella quale, al predominante colore dello zaffiro chiaro, si fondono i biondi dei topazi, i verdi degli smeraldi, gli opalescenti degli opali, i sanguigni bagliori dei rubini e i dolci scintillii delle ametiste. Tutte le pietre preziose della terra sono in quella scia, che spazza il cielo con un moto veloce e ondulante come fosse viva. Ma il colore che predomina è quello piovente dal globo della stella: il paradisiaco colore di pallido zaffiro che scende a fare di argento azzurro le case, le vie, il suolo di Betlemme, culla del Salvatore. Non è più la povera città, per noi meno di un paese rurale. È una fantastica città di fiaba in cui tutto è d’argento. E l’acqua delle fonti e delle vasche è di liquido diamante.
     Con un più vivo raggiare di splendori la stella si ferma sulla piccola casa che è sul lato più stretto della piazzetta. Né i suoi abitanti, né i betlemmiti la vedono, perché dormono nelle chiuse case, ma essa accelera i suoi palpiti di luce, e la sua coda vibra e ondeggia più forte tracciando quasi dei semicerchi nel cielo, che si accende tutto per questa rete d’astri che essa trascina, per questa rete piena di preziosi che splendono tingendo dei più vaghi colori le altre stelle, quasi a comunicare loro una parola di gioia.
     La casetta è tutta bagnata da questo fuoco liquido di gemme. Il tetto della breve terrazza, la scaletta di pietra scura, la piccola porta, tutto è come un blocco di puro argento sparso di polvere di diamanti e perle. Nessuna reggia della terra ha mai avuto od avrà una scala simile a questa, fatta per ricevere il passo degli angeli, fatta per esser usata dalla Madre che è Madre di Dio. I suoi piccoli piedi di Vergine Immacolata possono posarsi su quel candido splendore, i suoi piccoli piedi destinati a posarsi sui gradini del trono di Dio. Ma la Vergine non sa. Essa veglia presso la cuna del Figlio e prega. Nell’anima ha splendori che superano gli splendori di cui la stella decora le cose.
     Dalla via maestra si avanza una cavalcata. Cavalli bardati ed altri condotti a mano, dromedari e cammelli cavalcati o portanti il loro carico. Il suono degli zoccoli fa un rumore di acqua che frusci e schiaffeggi le pietre di un torrente. Giunti sulla piazza, tutti si fermano. La cavalcata, sotto il raggio della stella, è fantastica di splendore. I finimenti delle ricchissime cavalcature, gli abiti dei loro cavalcatori, i volti, i bagagli, tutto splende unendo e ravvivando il suo splendore di metallo, di cuoio, di seta, di gemma, di pelame, al brillio stellare. E gli occhi raggiano e ridono le bocche, perché un altro splendore si è acceso nei cuori, quello di una gioia soprannaturale.
Mentre i servi si avviano verso il caravanserraglio con gli animali, tre della carovana smontano dalle rispettive cavalcature, che un servo subito conduce altrove, e a piedi vanno verso la casa. E si prostrano, fronte a terra, a baciare la polvere. Sono tre potenti. Lo dicono le vesti ricchissime. Uno, di pelle molto scura, sceso da un cammello, si avvolge tutto in uno sciamma di candida seta splendente, stretto alla fronte ed alla vita da un cerchio prezioso, da cui pende un pugnale o una spada dall’elsa tempestata di gemme. Gli altri, scesi da due splendidi cavalli, sono vestiti l’uno di una stoffa rigata, bellissima, in cui predomina il color giallo, fatto quest’abito come un lungo domino ornato di cappuccio e di cordone, che paiono un sol lavoro di filigrana d’oro tanto sono trapunti di ricami in oro. Il terzo ha una camicia setosa, che sbuffa da larghe e lunghe brache strette al piede, e si avvolge in uno scialle finissimo, che pare un giardino fiorito tanto sono vivi i fiori che lo decorano tutto. In testa ha un turbante trattenuto da una catenella tutta a castoni di diamanti.
     Dopo avere venerato la casa dove è il Salvatore si rialzano e vanno al caravanserraglio, dove i servi hanno bussato e fatto aprire.
      E qui cessa la visione. Che riprende, tre ore dopo, con la scena dell’adorazione dei Magi a Gesù.
     È giorno, ora. Un bel sole splende nel cielo pomeridiano. Un servo dei tre traversa la piazza e sale la scaletta della piccola casa. Entra. Esce. Torna all’albergo.
     Escono i tre Savi, seguiti ognuno dal proprio servo. Traversano la piazza. I rari passanti si volgono a guardare i pomposi personaggi che passano molto lentamente, con solennità. Fra l’entrata del servo e quella dei tre è passato un buon quarto d’ora, che ha dato modo agli abitanti della casetta di prepararsi a ricevere gli ospiti.
     Questi sono ancor più riccamente vestiti della sera avanti. Le sete splendono, le gemme brillano, un gran pennacchio di penne preziose, sparse di scaglie ancor più preziose, tremola e sfavilla sul capo di colui che ha il turbante.
     I servi portano l’uno un cofano tutto intarsiato, le cui rinforzature metalliche sono in oro bulinato; il secondo un lavoratissimo calice, coperto da un ancor più lavorato coperchio tutto d’oro; il terzo una specie di anfora larga e bassa, pure in oro, e tappata da una chiusura fatta a piramide, che al vertice porta un brillante. Devono essere pesanti, perché i servi li portano con fatica, specie quello del cofano.
     I tre montano la scala ed entrano. Entrano in una stanza che va dalla strada al dietro della casa. Si vede l’orticello posteriore da una finestra aperta al sole. Delle porte si aprono nelle due altre pareti, e da queste sbirciano coloro che sono i proprietari: un uomo, una donna e tre o quattro fra giovinetti e bimbi.
     Maria è seduta col Bambino in grembo ed ha vicino Giuseppe in piedi. Però si alza Ella pure e si inchina quando vede entrare i tre Magi.

 

Continua

 

VACCINI E FETI
QUELLO CHE CI INSEGNA IL VECCHIO ELEAZARO
Articolo di Luisella Scrosati
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA del 28-12-2020

 

   Capi folli, imposizione del mainstream, fake news, traditori interni e persino guide religiose che piacciono al pensiero unico. Oggi, con la vicenda vaccini e dei feti abortiti, è tutto come descritto nel Secondo libro dei Maccabei quando il popolo ebraico dovette adeguarsi al tiranno Antioco IV, tranne il vecchio Eleazaro. Ma non c’è cooperazione remota che ci autorizzi a vivere prostrati ai piedi dei seminatori di morte. 
   I lettori certamente conosceranno lo splendido episodio narrato nel Secondo libro dei Maccabei (6, 18-31), legato alla figura del vecchio Eleazaro. Il contesto socio-politico del tempo, II sec. a. C., era divenuto del tutto irrispettoso della legge di Dio, a causa di un tiranno, Antioco IV Epifane, il quale aveva deciso di emanare decreti che mettevano sostanzialmente fuori legge la religione ebraica. Antioco venne presto chiamato “Epimane”, ovvero “pazzo”, perché le sue decisioni di governo manifestavano chiaramente una personalità folle, arrivista, maniaca. L’ellenizzazione era da lui ritenuta un elemento fondamentale per l’unità del suo regno: impossibile accettare che qualcuno, per rispettare le proprie tradizioni, si chiamasse fuori o perfino si opponesse a questa imposizione del mainstream, del pensiero unico dell’epoca.
   Questa mania dell’uniformità aveva assalito anche buona parte dell’aristocrazia ebraica: «In quel tempo ci furono in Israele alcuni traditori i quali cercavano di ingannare gli altri con questi ragionamenti: “Su, facciamo un'alleanza con le nazioni che stanno attorno a noi. Da quando non abbiamo più voluto avere relazioni con loro ci sono capitati addosso molti guai”» (1Mac 1, 11). La propaganda e le fake news del tempo: i nostri guai dipendono dalla nostra mancata collaborazione con le nazioni: per la serie ce lo chiede l’Europa, l’ha detto l’OMS, etc. Per risolvere i nostri guai non ci dobbiamo distinguere, dobbiamo fare come gli altri; anzi, questi guai sicuramente aumenterebbero qualora noi non dovessimo seguire le loro imposizioni.
   La storia spesso si ripete, anche nei dettagli.
   Antioco, che in principio non si era affatto manifestato accanito persecutore degli ebrei, guadagnata l’adesione dei capi - che intanto avevano brigato per avere un Sommo Sacerdote di loro gradimento - e istigato dal loro zelo nel voler seguire il pensiero unico, iniziò a mettere condizioni sempre più stringenti, al punto da porre gli ebrei osservanti in situazioni senza vie di uscita; come quella di mangiare le carni suine nel banchetto sacrificale o morire.
   In questo contesto, si innalza in tutta la sua maestà la figura del vecchio Eleazaro. Se si fosse “semplicemente” rifiutato di mangiare le carni suine, sarebbe già bastato per ricordarlo in eterno. Ma la sua grandezza emerge dal suo rifiuto di fingere di mangiare quelle carni. Alcuni ebrei “ellenizzanti”, che preparavano le carni del banchetto, conoscendo e stimando l’anziano, gli apparecchiano una via d’uscita eticamente ineccepibile: tu, Eleazaro, prepari le carni kosher; quando poi verrà il momento di mangiarle pubblicamente noi ti daremo quelle, non le altre illecite, e così tu avrai salvato nel contempo la tua vita e l’osservanza della legge di Dio. Ma lui, Eleazaro, che non aveva appreso l’osservanza della Torah in modo “gesuitico”, non ebbe dubbi: «Uccidetemi pure. Alla mia età non conviene fingere; molti giovani crederebbero che Eleazaro, a novant'anni, ha accettato di vivere alla maniera dei pagani. Se io fingo per quel poco di vita che mi rimane, essi per colpa mia sarebbero ingannati e io concluderei la mia vecchiaia nella vergogna e nell'infamia [...]. Ai giovani voglio lasciare un nobile esempio di come si deve morire, con prontezza e con coraggio, per la legge di Dio».
Facciamo un salto di oltre duemila anni. Tutto come da copione: capi folli, imposizione del mainstream, fake news, traditori interni e persino guide religiose che piacciono al pensiero unico. Continua

 

  Notiziario periodico di Tele Maria / 2-2021 
  Ancona, Domenica 3 gennaio 2021 
   A cura del Prof. Giorgio Nicolini 
   direttore@telemaria.it - Tel,/Fax 071.83552 - Cell. 339.6424332 

IL CULTO LITURGICO DEL NOME DI GESU'

     La fede cristiana consiste nel professare con la bocca e credere nel cuore “che Gesù è il Signore, e che Dio lo ha risuscitato dai morti” e nell’invocare il nome del Signore per conseguire la salvezza (Rom. 10, 9-13).
    I primi cristiani, appunto, sono coloro che riconoscono Gesù come Signore e si designano come coloro che invocano il suo nome, esso avrà sempre un ruolo preminente nella loro vita: nel nome di Gesù i cristiani si riuniranno, accoglieranno chiunque si presenti nel suo nome, renderanno grazie a Dio in quel nome, si comporteranno in modo che tale nome sia glorificato, saranno disposti anche a soffrire per il nome del Signore.
     Il SS.mo Nome di Gesù, fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma solo nel XIV secolo cominciò ad avere culto liturgico.
     Grande predicatore e propagatore del culto al Nome di Gesù, fu il francescano san Bernardino da Siena (1380-1444) e continuato da altri confratelli, soprattutto dai beati Alberto da Sarteano (1385-1450) e Bernardino da Feltre (1439-1494).
     Nel 1530, papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù; e la celebrazione ormai presente in varie località, fu estesa a tutta la Chiesa da papa Innocenzo XIII nel 1721.
    Il giorno di celebrazione variò tra le prime domeniche di gennaio, per attestarsi al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu soppressa.
     Papa Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa nel Calendario Romano.

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IL TRIGRAMMA di SAN BERNARDINO

Il trigramma fu disegnato da Bernardino stesso: il simbolo consiste in un sole raggiante in campo azzurro, sopra vi sono le lettere JHS che sono le prime tre del nome Gesù in greco ΙΗΣΟΥΣ (Iesûs), ma si sono date anche altre spiegazioni, come “Iesus Hominum Salvator”
Ad ogni elemento del simbolo, Bernardino applicò un significato, il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole, e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità. Il calore del sole è diffuso dai raggi, ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti come i dodici Apostoli e poi da otto raggi diretti che rappresentano le beatitudini, la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha termine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede, l’oro dell’amore.
Bernardino allungò anche l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per farne una croce, in alcuni casi la croce è poggiata sulla linea mediana dell’H.
Il significato mistico dei raggi serpeggianti era espresso in una litania; 1° rifugio dei penitenti; 2° vessillo dei combattenti; 3° rimedio degli infermi; 4° conforto dei sofferenti; 5° onore dei credenti; 6° gioia dei predicanti; 7° merito degli operanti; 8° aiuto dei deficienti; 9° sospiro dei meditanti; 10° suffragio degli oranti; 11° gusto dei contemplanti; 12° gloria dei trionfanti.
Tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di san Paolo: “Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Il trigramma ebbe un gran successo, diffondendosi in tutta Europa, anche Santa Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo e più tardi fu adottato anche dai Gesuiti.
Diceva s. Bernardino: “Questa è mia intenzione, di rinnovare e chiarificare il nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”, spiegando che, mentre la croce evocava la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell’Ascensione

 

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  Ancona, Venerdì 1° gennaio 2021 

 

 

 CONSACRAZIONE DELL'ANNO


 MARIA SANTISSIMA,  MADRE DI DIO   E MADRE DELLA VITA 

 

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
CONSACRAZIONE DELL'ANNO A MARIA

Sono arrivato per divina misericordia al principio di questo nuovo anno, e a te, dopo Gesù, ne consacro le primizie, o cara o dolce madre Maria.
Deh! Quanto ho bisogno di te per passare quest'anno, come si conviene a un vero cristiano, e a chi si professa di essere tuo figlio!
Da te, o cara Madre, io aspetto tutto, per tuo mezzo io spero di ottenere ogni grazia.
Deh! Ricevimi sotto il manto della tua protezione, custodisci i sensi del corpo, le potenze dell'anima e gli affetti del cuore, affinché io viva solo per servire ed amare il mio Dio, tutto operi per la sola sua gloria, tutto io prenda dalle sue santissime mani, e in tutto quello che mi accadrà di contrario io mi rassegni alla sua Divina volontà.
Tu difendimi nelle tentazioni, tu assistimi nei pericoli, tu confortami nelle tribolazioni, tu soccorrimi nelle necessità, tu liberami dal peccato, tu fammi crescere nelle virtù, tu soprattutto impetrami un ardente e sincero amore verso il mio Dio e Salvatore Gesù Cristo.
Sì, cara Madre, per quel Sangue Preziosissimo, che sparse in questo giorno il tuo Divin Figlio, per il dolcissimo nome di Gesù che gli fu imposto, e per l'infinita carità del suo amorosissimo Cuore, ti supplico e scongiuro, che tu mi ottenga la grazia di sempre più amarlo, servirlo e glorificarlo in tutto il tempo della mia vita, per essere fatto degno per gli infiniti meriti suoi e per la tua intercessione di venire ad amarlo e goderlo eternamente in tua compagnia nel Santo Paradiso.
O Maria, Vergine Immacolata, Augustissima Madre di Dio, Regina degli Angeli e degli uomini, tesoriera di grazie, speranza e consolazione, gloria e delizia di tutto il genere umano, deh!, per il tuo purissimo e amantissimo Cuore, fà che non rimanga delusa la fiducia che in te io ripongo della mia eterna salvezza.
E se quest'anno avesse ad essere per me l'ultimo della vita, io ti invoco, o cara Madre, con tutto l'affetto dell'anima mia, e ti prego che tu mi voglia assistere nel punto terribile della mia morte, così che, trafitto dal più vivo dolore dei miei molti e gravissimi peccati, fermo nella Santa ed unica Fede Cattolica saldo nella speranza della Divina misericordia, e i meriti della Passione, morte e del Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, e acceso del più fervente amore di Dio, io spiri in pace tra le tue braccia l'anima mia, e venga a ringraziarti e ad amarti in Cielo con tutti gli Angeli e i Santi per tutta l'eternità. Amen

 

LA VERGINE MARIA, MADRE DI DIO
IL SOLE DELLA PUREZZA
CHE INTERCEDE PER NOI PER UN FUTURO DI PACE
  


Madre di Dio, Theotokos in greco, è il più alto titolo mai attribuito a Maria. Le è stato conferito durante il Concilio di Efeso nel 431 d.C.. Il Concilio ha stabilito che l'umanità e la divinità di Gesù non potevano essere separate, e quindi Maria meritava a ragione il titolo di Madre di Dio. Maria ha messo al mondo Gesù, e quindi è veramente madre di Dio, visto che Gesù è la seconda Persona della Trinità. La solennità di Maria, Madre di Dio, è la più antica festa di Maria celebrata nella Chiesa cattolica. Maria non è solo Madre di Dio, ma anche la nostra vera madre. Quando ha detto di sì all'angelo Gabriele in occasione dell'Annunciazione, ha detto di sì all'essere madre di Gesù, e allo stesso tempo ha detto di sì al fatto di diventare la nostra madre spirituale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che Maria è nostra madre nell'ordine della grazia. “Il suo ruolo in rapporto alla Chiesa e a tutta l'umanità va ancora più lontano. Ella ha cooperato in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo è stata per noi la Madre nell'ordine della grazia”. “Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell'annunciazione, e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo ella non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna. [...] Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (CCC 968, 969). Il ruolo di Maria come nostra madre è iniziato con l'Annunciazione e continua per tutta l'Eternità. Visto che ama tanto suo Figlio, ci ama teneramente come membra del suo Corpo Mistico.
  

 

 

DALLA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI
PER LA SANTA CASA DI LORETO

Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa. Qui l’arcangelo Gabriele ti ha annunciato che dovevi diventare la Madre del Redentore; che in te il Figlio eterno del Padre, per la potenza dello Spirito Santo, voleva farsi uomo. Qui dal profondo del tuo cuore hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc.1,38). Così in te il Verbo si è fatto carne (Gv.1,14). Così tu sei diventata tempio vivente, in cui l’Altissimo ha preso dimora corporalmente; sei diventata porta per la quale Egli è entrato nel mondo.

 

Ancona, Giovedì 31 dicembre 2020

 

IL SASSO MIRACOLOSO   DEL PROTOMARTIRE   SANTO STEFANO 

IL SASSO DELLA FEDE

PER UN APPROFONDIMENTO STORICO
COLLEGATI ALL'INDIRIZZO seguente:


https://reliquiosamente.com/2014/12/20/il-sasso-della-fede/

 

Clicca QUI il PDF


UN ANTICO LIBRO SULLA STORIA DEI SANTI DI ANCONA

 

Ancona, Domenica 20 dicembre 2020

 

I PIU' SENTITI AUGURI
DI UN LIETO E SANTO NATALE

a tutti gli amici di varie parti del mondo e simpatizzanti di questo Notiziario
di Tele Maria / La Voce Cattolica

da parte del Prof. GIORGIO NICOLINI

Feliz Navidad - Joyeux Noël - Merry Christmas - Zalig Kerstfeest
Fröhliche Weihnachten - Milad Mubarak - Mo'adim Lesimkha

 

DAVANTI ALLA GROTTA DI NAZARETH E DAVANTI ALLA GROTTA DI BETLEMME

Giovanni Paolo II, nell’Omelia tenuta a Loreto il 10 dicembre 1994, per l’apertura del VII Centenario della “Miracolosa Traslazione” della Santa Casa di Nazareth a Loreto, disse:
“Il Figlio di Dio fu concepito nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo e nacque nella notte di Betlemme… La Casa di Nazareth fu testimone del compimento della profezia di Isaia: “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele, che significa “Dio con noi”(Is.7,14).
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini”, è scritto nel libro dell’Apocalisse (21,3): queste parole si riferiscono prima di tutto alla stessa Vergine Maria, che divenne la Madre del Redentore, ma si riferiscono anche alla sua casa, nella quale questo mirabile mistero del “Dio con noi” ebbe inizio.
 Il Natale, perciò, celebra questo ineffabile mistero del “Dio con noi” e la Grotta “davanti” alla Casa di Maria a Nazareth, luogo del concepimento del Figlio di Dio nel grembo verginale di Maria, è intimamente legata alla Grotta di  Betlemme, luogo del parto verginale di Maria.
 
 
La Civiltà dell'Amore prevarrà nell'affanno delle implacabile lotte sociali,
e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità finalmente cristiana
(Paolo VI, 25 dicembre 1975)
 
Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce,
nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento.
Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità, perché noi fossimo come una primizia delle sue creature.
(Gc.1,17-18)
 

 L'INSEGNAMENTO
DI SAN VINCENZO DE' PAOLI

Le cose di Dio si fanno da sé e la vera sapienza consiste nel seguire passo passo la Provvidenza. Spesso le opere si guastano perché si agisce secondo le proprie inclinazioni. Le opere di Dio non si fanno quando desideriamo noi, bensì quando piace a lui. Aspettate sempre pazientemente l’evidenza della sua santa e adorabile volontà. Noi dobbiamo contentarci di mettere a frutto i pochi talenti che ci ha messo in mano, senza darci pena per averne dei più grandi, o dei più estesi. Se siamo fedeli nel poco, Dio ci costituirà sopra il molto; ma questo riguarda lui e non noi. Lasciamolo fare e rimaniamo tranquilli nel nostro guscio. Se desidera qualcosa di più, sarà lui a provvedere e non noi. Se Dio vuole che la cosa si faccia, il ritardo non guasterà nulla; e meno ci sarà del nostro, più ci sarà del suo. Dobbiamo gemere davanti a Dio nel vedere tanti bisogni nella Chiesa, e pregare la divina bontà che voglia provvedervi e inviare buoni operai alla sua vigna; mai offrirci noi agli uomini in un qualche luogo prima che vi siamo chiamati, non lo dobbiamo fare. Se Dio vuol servirsi di noi per qualche cosa che riguarda la sua gloria, egli, a questo scopo, ci conserverà; io lo credo. La grazia ha i suoi momenti. Abbandoniamoci dunque alla Provvidenza di Dio e guardiamoci dal volerla anticipare”
(da Perfezione evangelica) 

 

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Associazione Marco Mascagna: messaggio gennaio 2021
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Le notizie false sono molto più pericolose di quanto pensiamo: come difendersi


Sul covid sono circolati articoli, messaggi, video su rimedi naturali, farmaci o altre sostanze capaci di impedire di contrarre questa malattia. Molte persone hanno creduto a tali notizie e le hanno messe in pratica scrupolosamente. L’effetto è stato che oltre 800 persone sono morte a causa di queste sostanze e migliaia hanno avuto seri problemi di salute [1].
Questi dati dimostrano quanto possano essere pericolose le notizie false (fake news, bufale) in campo medico. Ma lo stesso si può dire per le notizie false riguardanti la politica, l’economia, gli episodi di cronaca nera, la tecnologia, la scienza. I nostri comportamenti dipendono in gran parte dalle convinzioni che abbiamo e queste si costruiscono in base alle informazioni ricevute: se le informazioni sono false compiamo scelte non nel nostro interesse ma secondo gli interessi delle persone e dei gruppi che ci hanno fornito le notizie false. E si può ben capire quanto ciò sia pericoloso in campo politico, economico e sociale.

 

Non c’è giorno in cui non siano create fake news, numerosissimi sono i siti di informazione online che le producono e le diffondono e molti di più sono i profili Twitter e Instagram e le pagine Facebook che creano e inviano notizie false. Poi ci sono tutte le persone comuni che non comprendono che una notizia è falsa e la girano ai loro contatti. E’ una vera invasione, anzi un’epidemia, perché la notizia falsa si trasmette, “infetta” persone, che a loro volta la trasmettono ad altre, “infettandole”, con una diffusione rapidissima e pervasiva.
In media un Twitter con una notizia falsa ha il 70% di probabilità in più di essere retwittato di un Twitter con una notizia vera [2]. Se 100 persone ricevono una fake news su WhatsApp o su Facebook o Twitter e ciascuna di esse la invia ad altre 20 persone e ciascuna persona raggiunta dopo un'ora la invia ad altre 20 persone e così ogni ora, dopo solo 4 ore 16 milioni di persone hanno ricevuto la notizia falsa.

Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che le falsità battano regolarmente, e di molto, le verità. Gli psicologi sociali che studiano questo fenomeno ci dicono che le fake news sono quasi sempre confezionate bene: si presentano come nuove e originali, sono costruite per suscitare curiosità, sorpresa, indignazione, speranza, per confermare la nostra visione del mondo, i nostri desideri, paure, preconcetti. Inoltre la maggioranza delle notizie false sono credibili. Ecco perché vogliamo subito diffonderle a tutti i nostri contatti [2].

 

Che la maggioranza delle persone ci caschi è dimostrato anche da varie ricerche. Per esempio, chiedendo a un campione di italiani sopra i 17 anni, e che usa abitualmente internet e i social, se si è imbattuto in una fake news, il 29% ha risposto mai, il 18% raramente e il 31% ha risposto qualche volta [3]. Considerata l’enorme diffusione delle notizie false questi dati dimostrano una sola cosa: la maggioranza delle persone non riconosce le fake news e le considera vere. Alla domanda se ci si ritiene abili a riconoscere le notizie false la maggioranza risponde di sì, ritenendo però che la maggioranza delle persone non abbia tali capacità.
Le ricerche evidenziano anche un’errata convinzione di molti: che sono le persone di bassa cultura a credere alle fake news. Invece no: ci cascano anche persone di media e alta istruzione. Come scrive uno dei più importanti smascheratori di fake news: “Ci sono persone a cui fa comodo che crediate che solo i poco scolarizzati caschino nelle bufale. Sono persone che hanno un disperato bisogno di voi, e del vostro scarso spirito critico. Sono persone consce di spacciare pupù, e che per farvela digerire per bene hanno necessità che voi vi crediate superiori a chi casca nelle fake news” [4].

 

La realtà è che ci si casca non per ignoranza ma per pregiudizio. Se abbiamo paura degli stranieri è facile che condivideremo articoli che la confermano, anche se dicono falsità. Se vogliamo guarire dalle nostre malattie senza prendere medicine, crederemo facilmente alle notizie false sulle virtù di erbe e alimenti, se siamo contro quel determinato partito facilmente crederemo alle notizie false che ne dicono male. In psicologia si chiama bias di conferma: più quello che leggiamo, ascoltiamo e vediamo conferma le nostre opinioni e visioni del mondo, più siamo portati a considerare quel tipo di informazione attendibile e, invece, a rigettare, rifiutare ciò che mette in dubbio le nostre certezze.

 

Se si hanno un minimo di conoscenze di psicologia e un po’ di abilità a scrivere o a parlare è abbastanza facile costruire notizie che sembrano vere ma sono false: ecco un altro motivo per cui tante persone o gruppi le producono.
Uno dei più famosi creatori di bufale, Paul Horner, ha ammesso che grazie alle bufale guadagnava almeno 10.000 dollari al mese e con alcune ha guadagnato anche 10.000 dollari in un giorno [5]. Anche in Italia molti creatori o spacciatori di fake news ci guadagnano, e non poco, o grazie alle visualizzazioni della loro pagina o canale e ai guadagni che ciò procura con le inserzioni pubblicitarie presenti o grazie alla notorietà che permette di vendere i loro “prodotti” (libri, servizi, alimenti, farmaci di nessuna utilità, consulenze, conferenze ecc.).

 

Altri producono e diffondono notizie false perché hanno scarsi argomenti per convincere: sono partiti, uomini politici, opinion leader, sette, gruppi religiosi, gruppi contrari alle vaccinazioni, ai farmaci e ad altre scoperte scientifiche.
Quest’anno la maggioranza delle fake news ha riguardato il covid, nel 2018, nell’ordine, il Governo, gli immigrati, i diritti (negati o che si vogliono far riconoscere), la salute (terapie, vaccinazioni, alimentazione ecc.), l’economia, episodi di cronaca nera [6].
Le notizie false sugli stranieri e sui rom quasi sempre spingono alla paura, all’antipatia, all’intolleranza, all’odio; quelle sul Governo a ù

considerarlo inetto, incapace, incompetente, corrotto [6].

 

Butac, uno dei più importanti siti antibufale italiano, ha censito 428 siti che producono o diffondono fake news, escludendo le pagine Facebook e i siti che si proclamano satirici (in realtà inventare notizie false su qualcuno per riderci si chiama calunnia o bullismo e non satira, che è stata definita dalla Cassazione come “manifestazione di pensiero che indica alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene” [7]). NewGuard pubblica invece una lista di siti e giornali che creano o diffondono fake news sul covid. Al seguente link potete trovare la lista di Butac (www.butac.it/the-black-list) e qui quella di NewGuard (https://www.newsguardtech.com/it/coronavirus-misinformation-tracking-center). Se scorrete le denominazioni di questi siti vi chiederete: “Ma ci sono anche giornali e notiziari televisivi famosi?!”. No! Vi sono solo siti che cercano di far cred

ere di essere giornali e trasmissioni famose, storpiandone il nome o avendo un altro dominio internet. Insomma già il titolo è una fake.

 

Come si evince scorrendo i nomi di questi siti, le notizie false non sono appannaggio solo di una parte politica o ideologica, vi sono siti bufalari di destra, di sinistra e di centro, ecologisti e antiecologisti, religiosi e antireligiosi.
Qualche consiglio per non essere vittime e complici di chi fabbrica fake news.
1) Non diffondete mai una notizia prima di essere più che certi che non sia una notizia falsa. Diffondere notizie false è immorale (in alcuni casi è anche un reato), inoltre da vittime diventate complici di imbroglioni, truffatori, gruppi eversivi.
2) Diffidate di tutti i titoli sensazionalistici tipo: “Notizia shock”, “Ecco cosa ci nascondono i politici”, “Il segreto che i medici non voglio farti sapere”, ecc. Un articolo o messaggio con un titolo simile al 99% dei casi è una notizia falsa. Siate sospettosi anche degli articoli con titoli tutti in maiuscolo, con punti esclamativi o che invitano a condividere il messaggio ad altre 10 persone o ai vostri contatti.
3) Verificate che la fonte non sia uno degli oltre 400 siti sopra riportati (purtroppo la lista è in continua evoluzione perché alcuni siti cambiano nome o muoiono e ne nascono altri). Diffidate anche di giornali quali Libero, Il Giornale, La Verità che spesso hanno diffuso notizie false o riportato in maniera truffaldina notizie vere.
4) Cercate su un sito antibufala se la notizia è segnalata. Basta digitare su un motore di ricerca www.butac.it o www.bufale.net o https://bufalopedia.blogspot.com seguito dalle parole chiave della notizia avuta. I siti antibufala purtroppo ci mettono almeno un paio di giorni per smascherare una bufala.
5) Verificate se i ragionamenti dell’articolista non sono basati su fallacie logiche [8].
6) Controllate se gli eventuali dati sono riportati sia in termini assoluti che relativi, perché altrimenti non se ne può trarre nessuna conclusione. Per esempio, se leggete “Scoperta una sostanza che aumenta del 300% la rigenerazione dei capelli" non possiamo dedurre che è efficace, perché se prima la rigenerazione era 0 (come nei calvi) e dopo il farmaco continua a essere 0 si può anche dire che c'è stato un aumento del 300%: 0x300 è infatti uguale a 0.
7) Non pensate che poiché la notizia vi è stata trasmessa da un amico o conoscente degno di fede allora è vera, perché, come abbiamo detto, anche persone istruite e per bene sono vittime di fake news.
In ultimo un consiglio: se più volte avete presa per vera una bufala sappiate che siete una persona che facilmente può essere ingannata: è bene, quindi, che prendiate serenamente consapevolezza di ciò e siate molto accorti, perché potreste essere vittima di truffatori, manipolatori, sette e persone senza scrupoli.

 

Note: 1) Islam MS: COVID-19-Related Infodemic and Its Impact on Public Health: A Global Social Media Analysis, The American journal of tropical medicine and hygiene, 2020, 103(4):1-9; 2) https://science.sciencemag.org/content/359/6380/1146.full; 3) Istituto Eumetra Monterosa, 2018; 4) https://www.butac.it/i-luoghi-comuni-e-le-fake-news; 5) https://tg24.sky.it/mondo/2017/03/28/faq-fake-news-post-verita; 6) AGICOM https://www.key4biz.it/wp-content/uploads/2018/11/Allegato-22-11-2018.pdf; 7) Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006; 8) Per una brevissima illustrazione delle fallacie logiche si veda www.psyjob.it/le-fallacie-una-introduzione-ai-piu-comuni-inganni-dellargomentazione.htm, per saperne di più si legga: FF. Calemi e MP. Paoletti Cattive argomentazioni: come riconoscerle. Ed. Carocci, 2014.
Diffondi questo articolo e le informazioni contenute.

 
AVVISI
Cosa possiamo fare per promuovere un’economia che ha come fine il bene dell’uomo e non l’accumulazione del denaro
Papa Francesco a novembre ha convocato ad Assisi economisti, imprenditori, esponenti del Terzo Settore e altri esperti, tutti giovani, per dibattere su come costruire un’economia che metta al centro il bene di tutti gli uomini (in particolare dei poveri e degli ultimi), la salvaguardia del creato, la pace. Durante questo incontro è stato presentato il documento “Ma io cosa posso fare per l’economia di Francesco?” promosso dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, dalla Fondazione Finanza Etica, dalla Tavola della Pace, dalla Task Force dell’Onu per l’Economia Sociale e Solidale e dall’International Labour Organization. Il documento, scritto da economisti, dirigenti di istituzioni, organizzazioni e associazioni, imprenditori, banchieri, lavoratori, studenti, sindaci e assessori, responsabili di governo, religiosi e volontari, è chiaro, semplice, concreto. Tutti dovrebbero leggerlo e diffonderlo. Lo si trova a questo link https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-11/economia-francesco-documento-cosa-posso-fare.html

 
Ti consigliamo un film e un libro


Film: Inside out di P. Docter, film d’animazione della Pixar; 2015.
I protagonisti di questo film sono le emozioni, raffigurate come dei personaggi che popolano la nostra mente. Una bambina da poco è traslocata in un’altra città e nella sua mente si scontrano la gioia, ottimista e positiva, la tristezza, sfiduciata e rinunciataria, la rabbia, impaziente e attaccabrighe, il timore e il disgusto. L’analisi psicologica, per niente banale, di una bambina in crisi nel passaggio tra infanzia e adolescenza, tra una fase della sua vita chiusa e una che si apre e la fatica che bisogna compiere per crescere e maturare, dà vita a un film poetico e divertente.
Premio Oscar, Golden Globes e Critics Choice Award come miglior film d’animazione; nomination per la migliore sceneggiatura.
Libro: La fabbrica, di Joanne Ramos, 2019, Ponte alla Grazie
Una giovane immigrata non riesce a trovare altro lavoro che quello di prestarsi come “fornitrice di utero in affitto” in una “fabbrica di bambini” dove donne povere prestano il loro corpo a chi può permettersi di pagarlo. Il luogo è bello e confortevole e le donne-incubatrici sono trattate con riguardo per fare crescere il bambino che portano in grembo nel migliore dei modi. Ma è pur sempre una fabbrica il cui solo fine è il profitto ferocemente conseguito su soggetti più deboli e fragili della società.

 
Contro l'intolleranza e il razzismo diffondi i video “Un pugno al cuore”, “Anche noi”, “Requiem”
L'intolleranza verso lo straniero, il senzatetto diventa ogni giorno più preoccupante, assumendo spesso le forme del razzismo e della bruta violenza. Rimanere in silenzio, in questa situazione, favorisce il crescere di questa mala pianta. Bisogna parlare e confutare le notizie false, fornire elementi per una corretta conoscenza del fenomeno, risvegliare i sentimenti di pietà, fraternità e solidarietà, amore. Uno strumento per tutto ciò possono essere i video “Un pugno al cuore”, Anche noi” e Requiem, che ti invitiamo a guardare e diffondere.
I video sono su Youtube a questi indirizzi:
Un pugno al cuore: www.youtube.com/watch?v=pOZvhzfhFfE
Anche noi: www.youtube.com/watch?v=dochQxEMRZA&t=5s
Requiem: www.youtube.com/watch?v=44V4JapxQsM&feature=youtu.be

 
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Buongiorno e buon 2021.
Ho il piacere d’informare che, grazie anche all’aiuto di alcuni amici collezionisti di figurine Brioschi, sono riuscito a mantenere la promessa che avevo fatto nel 2015.

La seconda edizione del catalogo delle figurine Brioschi è in rete.
Novità:

  1. Il catalogo ora è completo, ci sono tutte le figurine, anche quelle della sesta serie.

  2. Sono state trovate ulteriori varianti.

  3. Niente più quotazioni.

  4. E’ stata aggiunta una nuova sezione riguardante le cartoline postali Brioschi (Lysoform) della serie “La Posta”.

Il nuovo Catalogo si può consultare scaricandolo dal link


http://www.francescomaida.com/catalogo_brioschi.pdf


Ci sono anche alcune pagine di informazioni su links amici, tra cui quello di CARTANTICA.


Uno dei piaceri del collezionismo è condividere con gli altri le proprie conoscenze; sarebbe quindi per me cosa gradita se il nuovo catalogo fosse divulgato anche sul tuo sito o attraverso le tue conoscenze.

 

Cordialmente
Francesco Maida

 

 

 

BUON FINE E INIZIO ANNO NUOVO

Il 2020 è stato per  tutti un anno difficile, ricordato per la pandemia da Covid-19, lasciando segni indelebili e ferite insanabili.
Fare gli auguri con enfasi ed entusiasmo come gli anni precedenti,  risulterebbe indelicato per chi ha perso persone care, amici e conoscenti,  un segnale di totale insensibilità.


Siamo giunti alla giusta riflessione di rispettare il momento delicato e di estremo dolore che attraversa tutto il mondo.
Il 2021, presumibilmente, si alternerà a infiniti momenti d’emergenza, tra continue restrizioni  e norme mutevoli da rispettare,  con i vari vaccini da protagonista, con la speranza di tornare alla normalità il prima possibile, ma allo stato attuale, forse tra fine dicembre inizi del 2022.


Con il senso di responsabilità e lo spirito propositivo che contraddistingue l’Associazione Circolo “Tempo Libero”, da 27 anni, abbiamo già fissato 4 date, nei mesi di marzo, giugno, settembre e novembre, salvo nuove sospensioni, e valutando volta per volta se sussistano i pressuposti, tutelando prima di ogni cosa la salute e la sicurezza di tutti.


Gli eventi soffrirano piu’ di ogni altra attività, ma la vita è un bene primario in assoluto, subordinata a nessun altro interesse.
Che non sia un segnale di speranza, ma di guardare avanti positivamente e fare sempre del proprio meglio per soddisfare le numerose richieste da parte dei  soci e amici visitatori.


Il Memorial Correale sarà il luogo ideale per cancellare delusioni , un momento di festa, rinnovamento e per ritrovare finalmete il sorriso.

 

Oltre ad augurarcelo, conquistiamocelo un buon 2021!

Per ulteriori informazioni visitate la Pagina Facebook:

 

ASSOCIAZIONE CIRCOLO TEMPO

 

 

 

 

 

 

Cari amici

(da Mt. 2, 2) nel Vangelo della Liturgia del 6 gennaio Epifania del Signore: “abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore”.
A “nuovo anno” 2021 appena iniziato possiamo semplicemente ripetere gli auguri tradizionali, che già certamente ci siamo scambiati nelle case oppure on-line; auguri umanamente sinceri di Salute, Pace, serenità e prosperità a tutti, persone e Popoli.
Sappiamo che la vita di ogni giorno ci riserverà eventi belli o brutti, sorprese piacevoli o meno; tuttavia la fede cristiana ci spinge a guardare ogni cosa con sano realismo sempre, anche nel tempo della “pandemia” che non è nuova nella storia.
pdfCardini_Atlante_Pestilenza-12-11-2020_.pdf

Senza trascurare gli avvenimenti in Italia e in tutto il mondo, facciamoci guidare dall’evento che ha cambiato la storia (e la cambia giorno per giorno), il Natale, la nascita di Gesù, dunque la venuta di Dio stesso sulla terra, nella “veste” carnale di un piccolo indifeso Bambino, che per grazia possiamo riconoscere come il Re dei re, come all’inizio fu per i primi pastori e per i Magi.
pdfUn-miracolo-chiamato-nascita-08-01-2021.pdf

La Buona Novella diffusa in tutto il mondo e giunta ”miracolosamente” fino a noi oggi, sia pure costellata fin dall’inizio da persecuzioni (strage dei Santi Innocenti), a Gerusalemme, dunque nel Vicino Oriente (Santo Stefano)  e a Roma (San Lorenzo).
Il Natale di Gesù, è ben descritto da Mons. M. Camisasca, con preziosi cenni alla figura di San Giuseppe e alle Chiese Ortodosse e Protestanti: “L’Incarnazione del Figlio di Dio ci insegna che la fede non è qualcosa che si può vivere solo virtualmente. Il Padre ha mandato suo Figlio, in presenza”:  
http://sancarlo.org/dio-e-vicino/
Dalla Terra Santa:
clicca qui/


Anche gli artisti in ogni campo hanno dato un contributo storicamente memorabile, es. nel cinema, con F. Zeffirelli
(integrale RAI - con il cast degli attori) - https://www.youtube.com/watch?v=6Qf5daSY0EQ

(diario del regista sulla preparazione del film– in RAI  storia) - https://www.youtube.com/watch?v=SiKpY50B-WI
(uno stralcio sottotitolato in English)

 

https://www.youtube.com/watch?v=axaMMfnTBYQ - (breve antologia x immagini - cinema dei volti umani 1'.50'')
https://www.youtube.com/watch?v=o1IiN6fUNc0
 e P.P.Pasolini (con il più “asciutto” Vangelo secondo Matteo, es. San Giuseppe non parla):
https://www.collatio.it/lista-argomenti/documenti/documenti-video/1043-il-vangelo-secondo-matteo-film-di-pier-paolo-pasolini.html

 

Oltre a tanti capolavori nella Storia dell’Arte e nel canto, in particolare
“Pod Tvoju Milost” (Sub Tuum praesidium)  nelle varie esecuzioni da Tradizione Bizantina:
https://www.youtube.com/watch?v=k6hO1pRzlKs - (Marina Valmaggi Fb -  Coro Internazionale San Nicola)

 

https://www.lampadaaimieipassi.it/webgmf/blog/index.php?idArticolo=20181003131959 - (testo originale in Russo + spartito)
https://www.youtube.com/watch?v=P4fIuwhw1nc    - (San  Pietroburgo)
https://www.youtube.com/watch?v=JVyspv-Kf1Y    - (con immagini di Icone Mariane)
https://www.youtube.com/watch?v=bQEQ4vGbmEY - (CD by Bortnyansky, Dimitry -  Amvrosiy Choir)
 https://www.youtube.com/watch?v=vLDS5DhD5aQ   - (Byzant. Cath. Cathedral´s Choir  Bratislava (Slovakia)
https://www.youtube.com/watch?v=Y0kzKUed09Y    - (da Romania - CATEDRALEI ORTODOXE – TIMIŞOARA)
https://www.youtube.com/watch?v=ZEMBF-Gnu4w  - (da Belgrado   - Stabat Mater - Ave Maria)
Ovviamente al “centro” della “storica vicenda” è Maria Vergine e Madre di Dio, definita (In lingua greca) ufficialmente dal Concilio di Efeso (a. 431) THEOTOKOS: - https://it.aleteia.org/2017/10/11/maria-theotokos-concilio-efeso-nestorio-cirillo/

Come vediamo, molti eventi sono simili a quelli del passato anche nel significato: guerre e contrasti cruenti, mentre aggressioni ideologiche esplicite o diabolicamente “sotterranee” (subliminali) segnano oggi la mentalità popolare comune (di ciascuno di noi), i nostri “costumi” e la politica (anche democratica) è incapace di guardare concretamente alle necessità dei poveri e dei deboli, però sempre attenta a contrastare la presenza viva e attiva della fede cristiana nelle “opere” (come dimostrano troppa TV, con internet e tanto giornalismo che creano confusione.
Nella Festa per la Santa Epifania, Papa Francesco ha esortato a “alzare gli occhi, mettersi in viaggio, vedere (con realismo teologale)”; questo sia il nostro impegno, attratti dalla luce offerta dal Dio Bambino.
https://www.ilcattolico.it/catechesi/catechesi-del-santo-padre/epifania-del-signore-06-01-2021.html

Segnaliamo a tutti gli interessati due valide realtà di articoli, iniziative, studi, contatti internazionali,
presenti anche nel web:

-    http://www.lanuovaeuropa.org/
-    http://www.oasiscenter.eu/it

Un cordiale saluto e auguri sinceri per tutto l’anno 2021 appena iniziato, proseguiamo anche con questa Newsletter, il lavoro di raccolta documenti e notizie.
Infine un grazie di cuore a chi ha già contribuito o a chi vorrà farlo per le nostre spese di questo sito.


al termine, con i saluti dello Staff, non può mancare il consueto “appello”:
https://www.orientecristiano.it/sostienici.html

 

Staff of



 

arrow right"BAROMETER" -- Romania “A religious country?” Survey on the state of health of religious belief

A comprehensive survey conducted by three national institutions sheds light on the relationship between faith and civil and social contexts. Confidence in the Churches is growing. People choose to pray individually, but church attendance is low. The influence of mass media and politics. Good relations with the State in the adoption of measures against the COVID-19 pandemic. The views of two bishops and of the Secretary of State for Religious Affairs

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arrow rightL’appello del card Raï ad Aoun e Hariri: un ‘accordo’ per evitare il ‘collasso’

Il primate maronita invoca il superamento della “logica della spartizione della torta”. Al governo servono “specialisti davvero indipendenti e dotati di una coscienza nazionale”. Superare pressioni e logica delle quote, per agire “nell’interesse del Libano”. Ma il leader cristiano Geagea invoca elezioni anticipate.
 
segue

arrow rightOltre al dolore e alla povertà, il 2020 passerà alla storia anche per i grandi atti di carità cristiana: messaggio del Presidente CELAM

Trujillo (Agenzia Fides) – "Stiamo terminando un anno che la storia ricorderà come un periodo segnato dalla crisi sanitaria globale a seguito del coronavirus - Covid-19, anche la nostra regione non è stata estranea a questa dura realtà" afferma Mons. Miguel Cabrejos, Arcivescovo di Trujillo e Presidente del CELAM, all'inizio del suo messaggio per il nuovo anno. In solidarietà con chi vive il rigore della pandemia sottolinea: “abbiamo perso molti nostri fratelli; il numero di infetti continua   segue

 

arrow rightIRAQ - Il leader sciita Muqtada al Sadr crea un comitato per la restituzione dei beni immobiliari usurpati a proprietari cristiani

Mosul (Agenzia Fides) – Il leader sciita iracheno Muqtada al Sadr, capo della formazione politica sadrista che gode di una forte rappresentanza nel Parlamento di Baghdad, ha disposto la creazione di un Comitato incaricato di raccogliere e verificare notizie e reclami riguardanti i casi di esproprio abusivo di beni immobiliari subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani in diverse regioni del Paese. La decisione è stata comunicata con una dichiarazione, diffusa nei primi giorni del 2021, in cui si indicano i nomi dei ... segue

 

arrow rightPapa Francesco: la preghiera per vivere la grazia della fratellanza

Nel primo video del Pontefice del 2021, l’intenzione di preghiera di gennaio è dedicata alla fraternità che spinge a conoscere e ad amare gli altri, “fratelli e sorelle di altre religioni”
Benedetta Capelli – Città del Vaticano  
Si apre nel segno della fratellanza il primo video del Papa del 2021, nel quale Francesco raccomanda alla Chiesa di pregare per tutto il mese di gennaio. Un’intenzione, sviluppata dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della Preghiera) con il sostegno di Vatican Media, che richiama la recente enciclica Fratelli tutti e prima ancora l’importante Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, sottoscritto da Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019.
segue

 

arrow rightStankiewicz, le esequie del maestro del diritto canonico . In Vaticano i funerali dell’85.enne vescovo polacco, decano emerito della Rota Romana, istituzione che ha servito dal 1969
L'Osservatore Romano

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arrow rightBalcani, rischio catastrofe umanitaria. La Caritas: dignità per i migranti (+ audio)

 

Nessun aiuto e nessuna alternativa di accoglienza ai migranti destinati al campo di Lipa, prima bruciato e ora in fase di ricostruzione. Le condizioni di vita non sono accettabili, bisogna rispondere con alternative significative. Il racconto della Caritas da Sarajevo: "Un futuro migliore è possibile" -- Tiziana Campisi e Gabriella Ceraso - Città del Vaticano    --   In Bosnia ed Erzegovina si rischia la catastrofe umanitaria. Dieci giorni fa un vasto incendio ha distrutto il campo per rifugiati a Lipa, mandando in fumo le speranze e la stabilità, seppur precaria, di circa 1200 persone di diverse provenienze intenzionate a raggiungere l'Europa centrale e settentrionale.
segue

 

arrow rightTerremoto in Croazia: la “cura dell’ascolto” per i terremotati di Petrinja e Sisak

A 9 giorni dal forte terremoto che ha colpito la Croazia la macchina dei soccorsi non si ferma. Nonostante le scosse siano continue e rendano le operazioni di aiuto difficoltose, Esercito, Protezione civile, Vigili del Fuoco, Polizia e Forze locali stanno raggiungendo anche i villaggi  più lontani, dove nemmeno le strade arrivano.Con loro i volontari della   segue

 

 

arrow rightVADEMECUM ECUMENICO ON-LINE IN 4 LINGUE (anche FRANCESE)

Il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani è lieto di informare che il suo nuovo documento "Il Vescovo e l'Unità dei Cristiani: Vademecum ecumenico", pubblicato con la benedizione di Papa Francesco, è ora online in diverse lingue  [Français] [English] [Español].
Nelle sue pagine si offrono indicazioni utili al fine di promuovere la partecipazione delle diocesi nel Movimento Ecumenico, sotto la guida dei loro pastori e ispirati ai principi cattolici per l’ecumenismo.  --  Come lo scrive nella sua prefazione il Cardinale Kurt Koch, il Vademecum “è offerto ai vescovi diocesani ed eparchiali per aiutarli a comprendere e ad attuare meglio la loro responsabilità ecumenica": un aspetto fondamentale del loro ministero episcopale.

 

see also 

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Καὶ ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν,
καὶ ἐθεασάμεθα τὴν δόξαν αὐτοῦ,
δόξαν ὡς μονογενοῦς παρὰ πατρός,
πλήρης χάριτος καὶ ἀληθείας·

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.


Auguri per il Santo Natale
staff of

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Quell’anno a Betlemme solo alcuni pastori andarono a “vedere” quella LUCE

 

che proveniva da una grotta BUIA…


NOI INVECE ORA SAPPIAMO che quella LUCE può illuminare la nostra VITA

 

Auguri

 

 



Oggi, 22 Gennaio 2021, è stata istituita in America la giornata della Santità della Vita umana. Nessuna nuova festa più gradita in un momento storico così complesso.

Vogliamo unirci alla gioia di questo meraviglioso momento, riportando le parole di apertura nel riconoscimento di questa giornata:

Ogni vita umana è un dono per il mondo. Che sia nata o non ancora nata, giovane o vecchia, sana o malata, ogni persona è fatta a immagine santa di Dio. L'Onnipotente Creatore offre talenti unici, bei sogni e un grande scopo ad ogni persona. Nella Giornata Nazionale della Santità della Vita Umana, celebriamo la meraviglia dell'esistenza umana e rinnoviamo la nostra determinazione a costruire una cultura della vita in cui ogni persona di ogni età sia protetta, apprezzata e amata.

Nella speranza che anche l’Italia aderisca a questa importante iniziativa e si possa celebrare una Giornata Mondiale della Santità della Vita, Dominus vi anticipa che uscirà nei prossimi mesi, appena le sale cinematografiche riapriranno, con il meraviglioso film UNPLANNED www.unplanned.it totalmente doppiato in Italiano.

Nel frattempo, come ulteriore festeggiamento per questa straordinaria giornata, un codice sconto del 25% riservato a chi riceve questa email, per l’acquisto di tutti i prodotti Dominus (incluso i film on-demand) da inserire nel carrello al termine dell’acquisto. Codice Sconto:

 

VIVAlaVITA

Per qualsiasi dubbio o informazione aggiuntiva, contattateci via email a info@dominusproduction.com oppure via chat sul sito www.dominusproductionstore.com o ancora via telefono allo 0550468068 (Lun. Sab. 9-19)

Ringraziandovi per la condivisione di questa importante missione culturale, vi invitiamo a gioire con noi perchè la vetta è vicina! siamo ancora in salita, ma finalmente la vediamo!
 

Dominus Production

La piaga della droga si combatte mostrando ai giovani modelli positivi. 

Alla FINZIONE di serie televisive spesso mistificatrici della realtà, rispondiamo con una meravigliosa STORIA VERA, quella di Federico Samaden, che grazie all'incontro con Vincenzo Muccioli e con la Comunità di San Patrignano, non solo ha trovato il proprio riscatto, ma ha contribuito a dare un senso alle vite di centinaia di giovanissimi, vittime della stessa trappola in cui lui era caduto.

Una storia autobiografica intensa e bellissima; una storia non solo di “recupero”, ma - come recita il titolo del libro - una storia di RIVINCITA, perché Federico non solo si rialza dalla caduta nel baratro della droga ma, dopo l’incontro con Vincenzo (che con semplicità e naturalezza lo conduce ad un incontro più’ grande, quello con CRISTO), a sua volta di prodigherà per strappare alla droga numerose altre giovani vite.

Come il valore dell'albero si giudica dai frutti, così dal recupero e dalla rinascita di migliaia di giovani si dovrebbe valutare San Patrignano e l'operato del suo fondatore.
Grazie Federico Samaden per aver condiviso questo tuo straordinario cammino con noi tutti.

Il libro FOTOGRAMMI STUPPEFACENTI - STORIA DI UNA RIVINCITA può essere richiesto alla tua libreria di fiducia, oppure sul sito www.dominusproductionstore.com o ancora chiamando il servizio clienti di Dominus Production allo 055.0468068 (dal Lunedì al Venerdi dalle 9 alle 19) o scrivendoci su info@dominusproduction.com.

 Agli amici di Dominus iscritti a questa Newsletter, forniamo un codice sconto per l'acquisto del libro: scrivere  evvivaSANPA sull'apposita casella codice sconto prima del pagamento dell'ordine e riceverete una riduzione del 20% sul prezzo di copertina del libro.

Dominus vuole bene ai propri amici e desidera diffondere le buone letture.
Buon inizio anno a voi tutti.

Dominus Production
Via Il Prato 19a, Firenze
Tel. 055 0468068
(Lun.-Sab. 9.00-19.00)
info@dominusproduction.com
www.dominusproductionstore.it

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Capi di Stato e milioni di partecipanti da tutto il globo inviano in Corea un messaggio di pace

 

Video con traduzione in italiano:  https://tinyurl.com/y6enu2dx

 

Si è svolto in Corea domenica 22 novembre 2020 il 3° Raduno della Speranza che si è concentrato principalmente sulla penisola coreana, settant'anni dopo lo scoppio della guerra di Corea (1950-53) per onorare i veterani di questa guerra. Si è svolta la performance dei Little Angels, un balletto della scuola di danza folkloristica coreana,  per ringraziare i Paesi che sono venuti in aiuto della Corea del Sud e per commemorare il 70 ° anniversario dello scoppio della Guerra di Corea

Tra gli oratori figurano gli attuali ed ex capi di Stato e di governo le cui nazioni hanno prestato servizio nelle forze delle Nazioni Unite durante la guerra di Corea:  Sahle-Work Zewde, Presidente dell'Etiopia, attualmente l'unica donna capo di stato in Africa;  Yves Leterme, Primo Ministro del Belgio (2009-2011);  Stephen Harper, Primo Ministro del Canada (2006-2015), ora Presidente dell'Unione Democratica Internazionale.

Sono inclusi anche i Capi di Stato i cui Paesi hanno superato le tensioni interne e compiuto progressi verso la riconciliazione nazionale: Salva Kiir, Presidente del Sud Sudan, che ha recentemente invitato il Presidente Internazionale dell'UPF a presenziare alla firma dell'Accordo di Pace di Juba;  Uhuru Kenyatta, Presidente del Kenya, Mahinda Rajapaska, Primo Ministro dello Sri Lanka,  George Weah, Presidente della Liberia.


http://www.bolognaupf.it

 

 

 

Mostre ed Iniziative Varie 2021


Mostre ed Iniziative Varie 2020

Mostre ed iniziative varie 2019

Mostre ed Iniziative varie 2018

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Mostre ed Iniziative varie 2016

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Mostre ed iniziative varie 2012

Mostre ed iniziative varie 2011

Mostre ed iniziative varie 2010


Mostre ed iniziative varie 2009

Mostre ed iniziative varie 2008

 
 
 
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