Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

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MONSELICE E I SUOI VENTICINQUE MARTIRI

 

INTRODUZIONE

La vita cristiana è segnata dal dono della Spirito Santo il quale, parlando in noi, ci fa riconoscere Dio come Padre. Lo Spirito di Gesù è il dono che se accolto dalla nostra libertà, legandoci a Cristo, ci lega al suo destino: la santità. Infatti dice la preghiera Eucaristica III: " Padre santo fonte di ogni santità», è il Padre che in Cristo per opera dello Spirito, accolto dalla nostra libertà, ci santifica. Così ognuno di noi potrà dire come l’apostolo Paolo: «Per la grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana».

Lo Spirito Santo, la grazia di Dio, è concesso a tutti, è dono gratuito di Dio, è dono uguale per tutti, perché è uno e indivisibile. Ciò che crea diversità è soltanto causato dalla risposta della libertà di ciascuno. È qui solo che c’è differenza tra noi tutti e i Santi.

La Chiesa, secondo la sua Tradizione, venera i Santi e tiene in onore le loro Reliquie e le loro immagini; nelle feste dei Santi proclama le meraviglie di Cristo nei suoi Servi e propone ai fedeli esempi da imitare.

I primi Santi venerati nella Chiesa sono i Martiri (= testimoni): quegli uomini e quelle donne che sparsero il loro sangue per restare fedeli a Cristo che per tutti aveva sacrificato la sua vita sulla croce. «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».

Gesù aveva preannunciato le persecuzioni per i suoi discepoli: «Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi... Sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro ed ai pagani. E quando sarete consegnati nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire: non siete, infatti, voi a parlare, ma lo Spirito del Padre che parla per voi».

La storia della Chiesa, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, dall’età apostolica ai giorni nostri, è stata segnata dalla testimonianza di innumerevoli cristiani che sono stati arrestati, torturati ed uccisi in odio a Cristo. Il martirio è sempre stato ritenuto dai cristiani un dono, una grazia, un privilegio, la pienezza del Battesimo, perché si è «battezzati nelle morte di Cristo». Il Concilio Vaticano II così insegna: « Già fin dai primi tempi quindi, alcuni cristiani sono stati chiamati, e altri lo saranno sempre, a rendere questa massima testimonianza d'amore davanti agli uomini, e specialmente davanti ai persecutori. Perciò il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità. Ché se a pochi è concesso, tutti però devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa. » (LG 42).

I “CORPI SANTI”

Come già detto nell'articolo relativo proprio a vari Corpi Santi - vedi link in basso - il culto delle reliquie, derivante dalle onoranze per i defunti, è oggi raccomandato ma non imposto dalla Chiesa. Il Concilio di Trento nella sua venticinquesima sessione lo emendò dagli eccessi e il Concilio Vaticano II così si espresse: " La Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare. ". (SC. 111)
Un avvenimento segnò un’epoca e una moda, se così possiamo dire. Nelle catacombe solo nel XVI secolo, grazie anche all'interesse suscitato da San Filippo Neri, vennero riprese le ricerche di reliquie. Si riesumarono "corpi santi", "martiri inventi" che venivano trasferiti nelle chiese della città. Il ritrovamento nei loculi di semplici balsamari o d'epitaffi recanti simboli di fede erano sufficienti, per la metodica dell'epoca, come prova dell'avvenuto martirio. L’esperienza romana fu poi applicata anche in altri luoghi dove esistevano catacombe.
Con il termine di “corpo santo” si identificano quelle reliquie ossee che, proveniente dalle catacombe romane e non solo, furono traslate nell’Urbe e nell’Orbe, in un periodo comprese tra la fine del XVI secolo e la seconda metà del XIX secolo.

Perché “corpo santo” e non “santo corpo”? La differente posizione dell’attributo (santo) rispetto all’oggetto (corpo) determina una differenza sostanziale: possiamo definirla una certezza d’identità del soggetto. Il “corpo santo” è un oggetto in quanto tale, un corpo di un defunto nelle catacombe, che solo in un secondo tempo ha una valenza sacrale.
Ma come riconoscere un “corpo santo” nelle catacombe? Tutte le sepolture erano di “martiri”? È un discorso molto grande che lasciamo ad altri studi, qui vogliamo solo rifarci a Marcantonio Boldetti (famoso custode pontificio e incaricato per l’estrazione dei corpi dalle catacombe), il quale dava per certe le spoglie scoperte attribuendole ad un martire dei primi tre secoli. La simbologia che definiva la sepoltura di un martire era: la palma, il XP, la scritta B.M. (“Beato Martire”), e poi nel suo interno un balsamario con “il sangue”. Spesso la lapide riportava il nome del “martire”, in caso contrario dopo l’estrazione veniva attributo un nome e i criteri di rinomina dei “corpi santi” è molto vario (ad esempio il nome del…. vescovo diocesano o pontefice in carica; titolare della Chiesa che accoglie il corpo; della catacomba da cui è estratto; eccetera).
Ciò che importa, oggi come oggi, è la valenza simbolica del “corpo santo”: un cristiano della Chiesa dei primi secoli (spesso dell’Urbe e quindi la comunione con la Santa Sede), un testimone verace del Vangelo, fino al dono della propria vita con il martirio.

Infine, il culto dei “corpi santi” è oggi vario: in oblio e le reliquie scomparse; molto vivo o addirittura vivace essendo il “martire” patrono di qualche località.


UN CASO PARTICOLARE

Un caso particolare è la Chiesa di San Giorgio presso il santuario delle Sette Chiese in Monselice (PD). Detta Chiesa, costruita nel 1593 come cappella privata dalla famiglia Duodo, a partire dal 1650 ottenne dalla S. Sede e ad opera dei pontefici Innocenzo X e Clemente XI diversi “corpi santi” provenienti dalle catacombe dell’Urbe.

Tutt’oggi i suddetti “martiri” sono visibili, ricomposti anatomicamente e rivestiti con abiti, presso la stanza posteriore all’altare della Cappella privata.

Tra costoro il più venerato è il “corpo santo” di Valentino, che richiama per il 14 febbraio molta folla di popolo in quanto invocato per omonimia al pari del S. Vescovo di Terni.

ELENCO DEI “CORPI SANTI”

 

1. Alessandro
2. Bonifacio
3. Bovio (Bovii)
4. Celestino
5. Chiara (Clara), fanciulla
6. Clemente
7. Costantino, fanciullo
8. Elito
9. Emiliano
10. Faustina, madre
11. Faustina, vergine
12. Febronia
13. Felicita
14. Fruttuoso
15. Gregorio
16. Ilocio (Iloci)
17. Liberata
18. Martino
19. Pio
20. Rusticiano, padre
21. Rusticiano, bimbo
22. secondogenito di Faustina, madre (feto)
23. Teodoro
24. Valentino
25. Venanzio
26. Veneranda

ALESSANDRO

proveniente dalle catacombe romane,
estratto per ordine di Innocenzo X

BONIFACIO

proveniente dalla catacomba di Callisto,
estratto per ordine di Clemente XI

BOVO (Bovii)

proveniente dalla catacomba di Callisto

CELESTINO

proveniente dalle catacombe romane

CLEMENTE

proveniente dalla catacomba di Ponziano,
estratto per ordine di Clemente XI

COSTANTINO
fanciullo

figlio di Faustina, con il feto del fratello,
proveniente dalla catacomba di Ciriaca

ELITO (Helitis)
sposo di Vittoria,

proveniente dalle catacombe romane

EMILIANO

proveniente dalla catacomba di Ciriaca,
estratto per ordine di Clemente XI

FRUTTUOSO

proveniente dalla catacomba dei Ss. Felice e Adaucto

GREGORIO

proveniente dalle catacombe romane,
estratto per ordine di Innocenzo X

ILOCIO (Iloci)

proveniente dalla catacomba di Ciriaca

MARTINO

proveniente dalle catacombe romane

PIO

proveniente dalla catacomba di Callisto

RUSTICIANO
bimbo, anni 5, figlio di Rusticano

proveniente dalla catacomba di Ciriaca

RUSTICIANO
padre di Rusticiano bimbo,

proveniente dalla catacomba di Ciriaca

TEODORO

proveniente dalle catacombe romane

VALENTINO

proveniente dalle catacombe romane

VENANZIO

proveniente dalla catacomba di Ciriaca,
estratto per ordine di Clemente XI

CHIARA (Clara)
Fanciulla

proveniente dalle catacombe romane,
estratta per ordine di Clemente XI

FAUSTINA
“vergine fortissima”

proveniente dalla catacomba di Callisto

FEBRONIA

proveniente dalla catacomba di Calepodio,

estratta per ordine di Clemente XI

FELICITA

proveniente dalle catacombe romane,
estratta per ordine di Innocenzo X

LIBERATA

proveniente dalle catacombe romane

VENERANDA

proveniente dalla catacomba dei Ss. Marcellino e Pietro,
estratta per ordine di Clemente XI


O Dio dei santi Martiri,
eredità e corona della Chiesa,
benedici il tuo popolo.
Nel nome dei santi martiri
venerati in s. Giorgio
perdona i nostri peccati,
rinnova i nostri cuori.
Testimoni di Cristo,
essi confermarono col sangue l’annuncio della fede.
Discepoli del Signore,
giunsero alla gloria per via della croce.
La luce dei tuoi santi martiri
ci guidi nel cammino verso la meta eterna.

Amen.

 

da: Quaderno 9 – Monselice e i suoi martiri (agosto 2004

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