Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

VIA VAI 1


di Patrizia di Cartantica

 

V Premio Pieve Santo Stefano - Diari, Memorie, Epistolari - Archivio Diaristico Naz.le - Comune di Pieve S. Stefano:

"Il Quaderno a Quadretti" (1988-89) (il titolo allora non era Viavai). Segnalato dalla giuria e depositato presso l'Archivio " e conservato per la memoria degli italiani", inserito nel Catalogo 1989. Successivamente ad un articolo relativo al concorso diaristico, sono stata invitata ad una trasmissione di RAI 2 (Pomeridiana) condotta dalla Falcetti, è stata girata una breve sequenza televisiva andata in onda su Rai 1 e successivamente invitata al Costanzo Show nel gennaio del 1990.

1988

https://dialoghiconpietroautier.myblog.it/2010/12/01/1-dicembre-1955-2/ ()4)

 

Anni e anni di viaggi in autobus, un lento disfarsi del mio tempo... ore, all'apparenza improduttive, che invece mi hanno dato  modo di venire a contatto con un mondo ricco e composito.
Sotto i miei occhi è passata una miriade di esistenze e di volti senza nome che  portavano impressi problemi, acredini, sofferenze, persino i drammi derivanti dalla follia e dalla solitudine... mentre altri mi comunicavano la loro voglia di vivere, di non fermarsi dinanzi all'età, di lottare contro le avversità della vita, mi trasmettevano la loro  gioia, la loro allegria...

 

Su questa improvvisata passerella hanno sostato, solo per un pò, i personaggi più vari: i folli, esteriormente normali, giovani donne estremamente curate nella persona ma chiuse in un mondo di pensieri vacui da cui nulla sembrava distoglierle, quelli in preda ad un pensiero fisso che si concretizza per loro in qualche fantasma con cui continuamente confabulano, a cui fanno carico di immaginarie o purtroppo reali manchevolezze.
Eppoi gli estroversi, anch'essi una grande schiera, che prendono spunto per attaccar bottone da uno sguardo che li sfiora inavvertitamente e là per là, in due minuti, ti sciorinano i loro fatti privati.
Dopo una corsa in auto ti accorgi di conoscere della loro vita e del loro carattere molto più di quanto non accada con persone che da anni ti stanno accanto, vuoi in famiglia, tra gli amici, al lavoro...
Questa socievolezza facile e quasi frivola dà colore e calore a quella che sarebbe una delle poche ore morte della giornata.

 

Come dimenticare l'allegra brigata dei romani veraci di vecchio stampo, ormai così rari, che con la loro presenza, bonomia e  le loro battute salaci rallegrano immediatamente anche l'atmosfera più stantia di certe mattinate grigie e quasi malinconiche?
E i volti curati e svagati di giovani scolaresche, di schiere burlone i cui richiami si allacciano da un capo all'altro dell'auto, goliardicamente e che ti fanno pensare alla fatidica frase: "Beata gioventù!".
 ... I volti innamorati di certe coppiette appena uscite da un letto diviso insieme nella notte insonne, di cui portano ancora, impressi sul volto e nell'animo, i sogni.

Una tristezza senza fine nasce, invece, da quei volti anziani dall'aria stanca, disfatta che fanno fatica persino a salire sul predellino  dell'auto; altri invece ancora sperano e sprizzano vitalità dai corpi ormai compromessi e non lasciano che il loro spirito senza tempo si abbatta o si richiuda in se stesso, in un'esistenza sterile; riescono ancora a comunicare, a dare agli altri un pò di fiducia e di fede in questa terza età a cui quasi tutti prima o poi perverremo.
 ... Quello lì col naso a becco d'aquila e due occhi spiritati che si scruta intorno per vedere se è arrivato a destinazione, quell'altro, il barbone ubriaco dal viso irsuto e rosso sotto un cappellaccio di panno sdrucito che canticchia tra sè  e sè... sembra uno dei miserabili di Hugo!
E come dimenticare quell'omino magro che sale a Piazza dei navigatori, sempre col suo carico di buste di plastica e mi punta addosso quei suoi occhi a spillo acutissimi, d'un azzurro intenso e non li distoglie finchè non accenno col capo  ad un saluto?

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8 Marzo

https://www.leccenews24.it/attualita/gli-auguri-di-sgm-alle-donne-lei-e-gioia-amala-tutto-lanno.htm

 

     Festa delle donne. Un'altra trovata politico-consumistica.  Ma tant'è, molte giovani ci credono, pensano che sia un tributo alla loro femminilità, rispettoso, gentile, allegro.
E ad ogni angolo di strada, allegramente, fioriscono improvvisate bancarelle stracolme di mimose, il fiore scelto per questa ricorrenza, che viene offerto ai passanti.

 

Anche sull'auto molti fasci rallegrano col loro colore solare il grigiore dell'ambiente: alcune scolare ne hanno in mano un rametto che sventolano gioiosamente sotto il naso dei loro giovani accompagnatori. Persino le scuole, ma non tutte, hanno predisposto un giorno di vacanza. Un'altra!
Un giovanotto vestito alla moda ne nasconde un grosso fascio in una busta di plastica colorata.
Forse si vergogna un pò di recare questo tributo alle donne o forse è solo una misura precauzionale per far sì che i fiori giungano senza danni nelle mani della prescelta.

Anche una vecchia signora, distinta e signorile nel suo abito nero un pò demodè, sostiene tra le esili braccia un grosso mazzo di mimose. Forse è il  regalo  di qualche nipote affettuoso che ha voluto fare omaggio alla sua non ancora sepolta femminilità o forse è lei che lo regalerà a qualche giovane figlia da cui sta recandosi.

 

Il sole di stamani accompagna radioso questa giornata di quasi festa e una brezza leggera di primavera fa vibrare i mazzolini di fiori come tante bandierine gialle.
All'ultima fermata, quando ormai l'auto si svuota per una pausa, resta, sul pavimento grigio e rugoso, un tralcio giallo, calpestato, di mimose...

 

 

 

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9 Marzo

 

https://ridepsta.wordpress.com/2013/05/10/press-release-psta-riders-set-another-record/

 

     È molto che non passa,  quest'auto tanto atteso e nella ressa della salita due donne anziane si trovano l'una accanto all'altra.
Una è del sud: bassina, grassoccia e scarmigliata con due enormi borse che intralciano il passaggio già troppo stretto, appesantita e indispettita da un pasto consumato in fretta ed interrotto.
L'altra è magra, quasi scarna e dura, una donna del Nord, delle alte montagne, dallo sguardo netto e limpido, una raggiera di fitte rughe intorno agli occhi. Si appoggia ad un bastone ed è quindi in costante squilibrio; chiede all'altra di sgombrare il passaggio, ponendo le due borse in un posto più adatto.

 

La prima va su tutte le furie, come se l'altra le avesse fatto una richiesta senza senso e le scarica addosso, con ignoranza, le sue frustrazioni, le sue insoddisfazioni, la prende di mira con ira. Ogni sopruso che ha dovuto subire e che rigurgita dentro di lei, viene a galla ed essa non fa altro che riversarlo sull'anziana coetanea incolpevole.
Mi aspettavo da quest'ultima un silenzio controllato ma anche lei è stanca di subire e si ribella subito, senza improperi o acrimonia nella voce: risponde solo alle ingiurie che non merita.
Ma l'altra continua con un borbottio continuo finchè, finalmente, non  scende, ancora  non placata...

    

Sul vetro del cruscotto, come sospeso nell'aria, si riflette la sagoma d'un palazzo: la sua evanescente figura si deforma ad ogni  scarto dell'auto e man mano che esso corre sull'asfalto, altre costruzioni si sovrappongono alla prima.
Mi perdo in questo nuovo gioco infantile e seguo tra le nuvole immagini sospese tra realtà e fantasia: palazzi che sembrano castelli  innevati, enormi gru gialle che diventano fameliche bocche di draghi e le casupole basse, quasi coloniche che ancora sopravvivono ai margini della Colombo, diventano il vascello fantasma dell'Olandese...

 

 

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11 Marzo

https://www.10cose.it/pitigliano/cosa-vedere-pitigliano

 

     Ha la struttura fisica e la fisionomia marcata d'un vero romano della città papalina di fine ottocento: un corpo atticciato e imponente che trabocca quasi dalla giacca stretta sul ventre, tratti marcati sul volto ed un grosso naso con un'escrescenza alla base, che gli dà un'aria curiosa, istrionesca. Una voce stentorea che copre ogni  altro cicaleccio tra i passeggeri, mentre chiede all'autista delle informazioni.
Ma il  conducente, inquieto, gli  risponde quasi sgarbatamente;  lui bofonchia col suo vocione da basso, in  modo da farsi sentire. Si  rivolge a quelli che gli stanno intorno, cerca di coinvolgerli a tutti i costi ma nessuno ha voglia di parlare, stamani.

 

Così si ritrova solo a borbottare tra sè: "Io che  sò romano, nun ce resisto più a vive qua. Roma è diventata troppo piccola per quanti  semo, troppi! Eppoi, tutti nervosi, ignoranti. Meno male che ciò 'na casetta a Pitigliano: lì se magna, se beve, se vive tranquilli, nun ce sò  patemi d'animo, nun ce s'arrabbia...!".

 

Queste lamentele trovano subito un largo riscontro ed un'approvazione incondizionata da parte degli astanti,  tutti travolti, loro malgrado, dalle caotiche corse giornaliere, tutti d'accordo sull'invivibilità della Città Eterna, così bella, così antica ma anche e sempre più rumorosa,  trafficata, malservita, malgestita, sovraffollata.
Ed è un malcontento generale che muove i passeggeri ad una piccola sommossa verbale contro il  traffico, i disservizi, il malcostume. Sopra tutte, la voce del fautore di  questa  sentita rivolta che sta prendendo, man mano, colore umano, unendo i distratti spettatori di poco prima in un drappello di rivoltosi pronti all'attacco...  Le voci s'intrecciano da un sedile all'altro, battute salaci vengono proferite nei confronti dei nostri governanti. Insomma, è quasi un tumulto di popolo.

 

Ma ecco, giunti al culmine del fermento, il capo della minacciata rivoluzione si dirige verso la porta centrale per accingersi a discendere, che fatto un mezzo inchino di scusa per aver lasciato a metà una così bella sommossa,  se ne va tranquillamente  per i fatti suoi,  lasciando  gli
altri, già infervorati ai problemi di sempre.
E non tutti hanno, purtroppo, una piccola casa a Pitigliano...

 

 

 

 

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12 Marzo

https://napoli.zon.it/volantini-bus-attenzione-borseggiatori/

 

 

     L'auto è affollato e un anziano signore s'è accomodato  sul gradino rialzato accanto al posto per gli  invalidi e bofonchia ad alta  voce:  "Ma come si fa ad accettare simili condizioni?  Non prendo l'auto, d'abitudine, ma perchè voi che  lo prendete ogni giorno non fate un esposto all'Atac?".

"Io l'ho fatto - dice un signore d'una certa età anche lui, che se ne sta in piedi lì accanto, strizzato dalla folla- Ma cosa vuole che gliene importi all'Atac!" l'aggredisce un altro, seccato.
"Questa situazione favorisce anche i borseggiatori...!" aggiunge una signora piccola, con una vocetta querula... 


"Ah...  - esclama il primo passeggero -  io ho risolto il problema" e mostra l'interno del suo cappotto, nascosto però alla mia vista.  Chissà quale sotterfugio avrà escogitato per far fronte a questi inconvenienti!
Il secondo viaggiatore, quello che aveva fatto un esposto, trova che è un'idea veramente eccellente.  Questa soluzione li accomuna per un istante e parlottano, confabulano per tutto il percorso che ancora rimane.

Alla fine della corsa si salutano cordialmente,  da vecchi   amici, augurandosi scambievolmente: "Buona Pasqua!".

 

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14 Marzo

http://www.tramroma.com/att_roma/att_2021_1.htm

 

     ...  Attendo l'autobus alla fermata, con impazienza. Con la coda dell'occhio vedo un'ombra nera che s'avvicina. Chi sarà? Uno dei soliti ragazzi  drogati, uno zingaro, un avvinazzato, un maniaco?  Forse è solo un povero diavolo, uno di quelli che vagabonda per le strade della città col suo fagotto colmo di stracci, che passa le sue giornate senza meta e di tanto in  tanto si avvicina a qualche passante per chiedere qualcosa, poche lire, che gli permettano di sopravvivere. Si fa più  vicino,  ma non ne distinguo ancora i connotati.
Presa da un impeto di paura mi  allontano, vado verso la fermata d'auto più prossima, nel  timore che si avvicini, che mi coinvolga in una richiesta.  Ma no, non è panico, forse è solo repulsione fisica per la sporcizia che si porta addosso o per l'accusa che potrei scorgere in quegli occhi e a cui non potrei dar sollievo,  se non mettendo mano al borsellino, per scaricare i miei sensi di colpa!

 

Salgo al volo sull'auto ormai sopraggiunto e mi volgo indietro: ancora intravvedo la sua  sagoma scura,  le spalle un pò curve sotto il peso d'un bagaglio di stracci, un volto anonimo fra i tanti coperto d'una lunga barba nera...

 

Strane forme vagano, stamani, nell'aria ed un'atmosfera ovattata di certe giornate umide, quando sembra che sia piovuto tutta la notte, mentre invece è solo un velo di umidità che sale dalle profondità della terra.
Anche i volti dei passeggeri sono soffusi da un alone leggero di nebbia, tranne forse il viso allegro di quel signore bonario e ciarliero laggiù... Gli altri, sono visi tristi, distratti, ognuno immerso nei propri pensieri in una palude di indifferenza.

 

Oggi anche la città è opaca, grigia, si  sta svegliando in ritardo rispetto al ritmo solito, a fatica. È lunedi...
Io sono un pò preoccupata per mio figlio Simone, ha delle tonsille molto ammalate, da curare con la penicillina.  Si sta comportando bene,  in questi giorni, è buono più del solito e allegro come sempre, affettuoso e assorto come se stesse dando un addio all'infanzia...

 

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15 Marzo

https://www.romasparita.eu/foto-roma-sparita/108151/piazzale-tiburtino-2

 

     ... Il vecchio sale alla fermata dinanzi alla Basilica  di S. Giovanni. Si guarda  intorno  come smarrito e tra i denti borbotta, come  se  avesse timore di proferire una domanda: "Va  in  Via Tiburtina?".
Nessuno sembra  ascoltarlo o forse parla così piano che solo io ho intuito, più che sentirle, le sue parole. L'autista, per esempio, non  l'ha udito e continua imperterrito la sua gimcana nel traffico. Il vecchio, con la sua voce cantilenante continua cocciuto:  "Quella laggiù è via Tiburtina, vero?".

 

Finalmente, la domanda espressa più chiaramente, viene accolta e molti passeggeri tentano di fargli intendere che via Tiburtina è tutta da un'altra parte di Roma; deve scendere e prendere un altro autobus, ma lui non ne è affatto convinto, insiste nel dichiarare che quella grossa arteria di scorrimento che appare in fondo al viale appena imboccato, è la via che sta cercando.

Interviene, da ultimo, l'autista che con una certa autorità lo convince a scendere alla fermata più vicina dove potrà incrociare un altro auto  che, finalmente, lo condurrà alla sua meta.
L'uomo sembra  ormai convinto, scende ma poi si guarda  intorno, ancora confuso e senza certezze, tranne una:  quel  nome "via  Tiburtina",  forse legato a qualche ricordo del passato.

 

Povero vecchio senza memoria, anche tu fai parte di quella folla di gente d'ogni età che percorre giornalmente le vie di questa enorme, ormai mostruosa, città ma prima o poi, riuscirai a raggiungere la tua destinazione.

 

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16 Marzo


https://www.ilfaroonline.it/2020/07/08/ex-fiera-di-roma-regione-approvata-la-variante-urbanistica/350475/

 

     È una giornata grigia e pesante: stanotte è piovuto e stamani tutti si sono attrezzati in previsione d'un altro scroscio che non  verrà, poichè il cielo si è già rischiarato e da un lato sta comparendo uno spicchio di sole.
Il  punto dolente è però il traffico: centinaia di macchine si sono riversate sulla Colombo fino a formare un groviglio, districabile solo a fatica, con una gran perdita di tempo per tutti.

 

Ho così modo di osservarmi intorno e fuori dal finestrino: ogni muro della città,  ogni angolo disponibile è ormai  caratterizzato  da una profusione di  affiches murali, di cartelloni, manifesti  e simili, sempre più grandi, immensi, scorrevoli, colorati, dominanti sul lungo nastro grigio  sporco della Colombo  coi  loro  inviti perentori  a comprare questo e quello:  una nuova macchina  più accessoriata, gli  elettrodomestici che rendono la vita più  facile,  la   moda firmata...

 

È un'orgia di nomi, tinte  variopinte, bibite rinfrescanti che traboccano da  giganteschi boccali,  giovani in  atteggiamenti  provocanti... messaggi  che  riempiono gli occhi e la  testa e lasciano l'anima semprepiù vuota, assorbita da queste cose materiali, impastoiata dall'edonismo e dall'apparenza  di questa società odierna in cui si fa a gara per conformarsi ad un clichè  d'uomo e  donna stereotipati ed impeccabili  nell'aspetto esteriore,  nonostante i casuals, i jeans, la liberazione delle donne e del sesso.

 

Simili a marionette dal volto dipinto azionate da un terribile Mangiafoco, l'umanità si lascia condurre sul palcoscenico della vita dove  recita secondo schemi prefissati e s'inchina dinanzi ai potenti ed agli idoli di carta che il potere occulto detenuto dai mass-media, un giorno innalza alla ribalta ed  il  giorno dopo getta nell'oscurità dell'oblio.
E  i  manifesti rappresentano, in questo  disegno demoniaco,  un  ordito  sottile  ma  resistente  e penetrante:  aumentano così  vorticosamente  nel numero, nei colori, nelle dimensioni, sempre  più ipnotizzanti, più insulsi.
Anche i muri della Fiera ne sono ormai completamente tappezzati in modo da lasciar a malapena trapelare l'originario color rossiccio, discutibile ma intenso e vagamente allegro.

 

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17 Marzo

https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_via_cristoforo_colombo_file_traffico-2412976.html

 

    

L'auto,  una   vecchia  vettura,  arranca faticosamente  su per la salita che conduce  agli archi  da cui si snoda la grande via.
A  sinistra  e  a destra i Vivai del  Sud  ed  un grande  parco sono tutti un tripudio di verde,  di piante  esotiche,  di foglie. Appena prima degli archi, sulla sinistra, i resti di un'antica  porta crea  uno squarcio nella muraglia in cui, come  se fosse una cornice, si dipinge ad ogni stagione  un paesaggio  diverso: ora vi si staglia un  mandorlo fiorito  che  allunga  i  suoi  rami  delicati   a riempire tutta la scena.

 

Ecco  ora la lunga arteria coi suoi chilometri  di strada nuda e senza particolari bellezze:  uffici, lunghi  caseggiati  di vetro, sedi  di banche  ed istituti  vari, qualche chiesa, qualche  campo  da pallone e da tennis. Banale. Ma oggi basta  questo primo  sole radioso a rallegrarla tutta,  a  farla apparire  meno  disumana. 

 

Camionette  cariche di soldati  provenienti  dalla vicina città militare s'imbattono in un traffico compatto sulla Laurentina,  ma sembrano non accorgersene,   immerse   come  sono  oggi   in un'atmosfera di languida rilassatezza.
L'incrocio con  la Laurentina è un grosso nodo caotico dove, come sempre, l'auto rallenta la  sua corsa più o meno spedita, il  tempo per dare un'occhiata di  simpatia a quelle tre palazzine sulla destra dinanzi a cui, in tutti questi anni, come per miracolo non è sorta  nessun'altra costruzione.

Anzi a poco a poco vi è stato creato un piccolo parco con qualche alberello dapprima sparuto ed  ora rigoglioso,  qualche  gioco  per bambini, una bella distesa d'erba verde...

 

 

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18 Marzo

 



     Finalmente - almeno così sembra  non  appena salita sull'auto - un pò di pace sulle strade  di Roma, stamani, strade affollate fino allo spasimo nei  giorni passati; code  interminabili  all'Amba Aradam  e sulla Colombo per via della pioggia  che rallenta indiscutibilmente lo scorrere dei mezzi o per  via del sole che induce a servirsi del  mezzo privato  per  un  più rapido e comodo  percorso (almeno così si dice!).

L'auto sembra vuoto, ma subito le mie  aspettative vengono frustrate: alla fermata di S. Giovanni un nugolo di gente attendeva già da parecchio e s'affolla alle entrate. anche il  traffico, dopo pochi  metri, si ritrova in un ingorgo a Porta Latina ed il percorso diventa difficoltoso, lento.
Tuttavia, questo primo sole di primavera  rallegra gli  animi  e  le  cose intorno,  fa  sì  che  la monotonia del viaggio, il paesaggio sempre uguale giorno dopo giorno, acquisti un  aspetto  nuovo, sorridente. 
Forse sono quelle macchie di colore sparse qua e là nelle  strade  e nelle  piazze  della  città rinnovatasi con la stagione, quei grossi vasi di cemento ch  adornano gli angoli più  degni  di nota.

 

Ogni settimana vi vengono piantati fiori diversi prelevati dai vicini Vivai; oggi fan bella mostra di sè eleganti tulipani cardinalizi che si ergono impettiti in queste improvvisate aiuole che circondano l'obelisco o a piazzale Numa Pompilio e ancora qui e là nelle strade inondate dal sole.
E la città se ne agghinda tutta come  fossero gioielli  sempre diversi,  sempre luminosissimi, come  se essa fosse una bella donna dal volto un pò sfiorito che indossi un diadema, un vezzo che ne fa risaltare la passata bellezza e regalità.

 

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21 Marzo

 

 

     La ressa sull'auto è indescrivibile: siamo pigiati l'uno all'altro, come troppo spesso accade e questi contatti indesiderati creano spesso contrasti e nevrasten

Ho una grossa busta che ingombra il passaggio e tento di tenerla sollevata ma poi la poso sul rialzo su cui poggiano i  piedi dei pochi fortunati  che sono riusciti a conquistare un posto a sedere.
Mi trovo faccia a faccia con una coppia di anziani coniugi che parlottano sottovoce, condendo il loro chiacchierio di spiritose battute. L'uomo si offre di reggermi la borsa che sembra piuttosto pesante ed insiste, nonostante io mi  schermisca,  non voglio  disturbarlo,  non è poi in  fondo così pesante...  Ma lui me la toglie, gentilmente, di mano con un sorriso.
Ci scambiamo  osservazioni sull'affollamento abituale degli autobus romani e sul tempo che s'è ormai stabilizzato su un clima  primaverile; nel
discorso entra anche la donna con una voce pacata, dolce anche se sicura ed  uno sguardo diritto, fiero.
Hanno superato ambedue l'ottantina, mi dicono con l'orgoglio di chi ha raggiunto un importante traguardo ed ha ancora un corpo valido, vigoroso anche se con qualche cedimento ed una mente lucida e attiva, ancora pronta. E difatti nessuno dei due dimostra l'avanzato  cammino percorso insieme. Insieme da sessantanni!


Guardando fuori il sole e gli alberi fioriti, lui ricorda le primavere di quarantanni prima quando, in una Roma ancora bucolica e non così densamente abitata, si festeggiava l'entrata della primavera con cerimonie popolari: l'infiorata in via del Corso e a Piazza di Siena, i carri allegorici  per festeggiare S. Giovanni, riti ormai dimenticati da questa città moderna e stanca, grigia, sovraffollata. 

Altri tempi, altre stagioni più felici che i due anziani hanno vissuto e che ora possono raccontarmi con un pizzico di nostalgia nella voce per un modo di vivere  diverso, più umano, più  morale.

Ora è tutta una corsa al benessere, al successo, ai beni materiali... ma è una vera vita, questa d'oggi?

 

Il viaggio è piuttosto lungo, i discorsi sconfinano su altri argomenti: la salute, i figli, lei che da giovane amava la storia antica,  la mancanza di Fede nei giovani d'oggi...
La mia fermata è vicina, debbo prepararmi per scendere: riprendo la mia borsa dalle mani del vecchio, saluto i due calorosamente così come anch'essi fanno.

Mi porto dentro questa immagine serena d'una coppia che ha vissuto insieme una vita con le  sue gioie ed i suoi dolori e che, ancora  unita, affronta il mondo e la non lontana morte con  uno spirito non d'abbandono o di rassegnazione sterili ma con  forza d'animo che solo la  Fede  e la Speranza possono infondere nell'animo umano.

Sono vicina a casa e l'auto, quasi intuendo la mia impazienza, velocemente aggredisce l'Amba  Aradam fino al semaforo  sempre rosso dinanzi all'ospedale, dove c'è un via vai di gente frettolosa e la macchia colorata della bancarella di fiori, proprio all'angolo;  vividi mazzi attendono di rallegrare con la loro presenza ed il sottile profumo, una delle tante anonime e  tristi stanze del S. Giovanni...

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24 Marzo

 

 

 

https://www.meloarte.net/gallery/giovanni-incoronato-ritratto-di-vecchio/

 

     ...  Poco prima di Porta Latina  c'è un giardinetto  finora incolto e abbandonato con una diecina di  panchine quasi  sempre  occupate da vagabondi  ed una fontanella centrale che  non  ho visto zampillare mai prima d'ora. Anzi, passandole dinanzi s'intravvedeva, sull'acqua morta, muschio, foglie e sudiciume.
Oggi, finalmente, due vivaci zampilli rallegrano quest'angolo  grigio, panchine nuove di marmo sembrano invitare gioiosamente al riposo certi anziani  che  sonnecchiano  tranquilli  e   danno un'aria aggraziata ed accogliente tutt'intorno.

 

     Proprio  qui  davanti  è  sceso,  ieri,  un vecchietto confuso e spaesato. È salito a  metà percorso sulla Colombo, chiedendo in giro  dov'era una  certa  banca.  "Quale  banca?"  domandavano volenterosi d'aiutarlo, gli interlocutori che gli si affollavano intorno; ma lui non aveva che pochi ricordi sconnessi - un edificio alto e bianco  con una scritta in cima in cima...
Piccolo, la  barba lunga, un volto alla Verga segnato da poche ma profonde rughe che davano  al suo  viso un'espressione amara e rassegnata e  in testa un  cappello di lana verde scuro che gli restava rigido sul capo conferendogli  un'aria buffa  da  gnomo. 
Un  vecchio  cappotto  incolore  rendeva  la   sua piccola figura ancora più goffa e sofferta.

Lungo  il tragitto di banche ce n'erano  tante  ed ognuno attorno a lui s'affannava a  mostrargliele, ma  lui  replicava, esprimendosi in  un  siciliano stretto  che tentava di italianizzare "che non  è questa e neanche qull'autra. Quella aveva ù nnome scritto in alto!..." Intorno si rideva e si davano consigli sciocchi: "Ma doveva farsi dire il  nome, il numero civico, ecc..."
Lui  stava  lì, povero vecchio inerme  nella  sua ignoranza e vecchiezza, a spiegare che c'era  già stato, ma con la macchina; infine, stordito  dalla confusione  che gli si era creata intorno,  scese, convinto che prima o poi avrebbe trovato ciò  che stava  cercando.  Era  sceso  proprio  dinanzi  al piccolo giardino allegro.    
L'ho lasciato là, figuretta ingobbita e grottesca con  quel buffo cappello da gnomo ed un  sacchetto bianco  nella  mano, nel sole  omeridiano,  quasi primaverile.

 

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23 Marzo

https://shops.factoryonline2021.ru/category?name=zainetto%20ragazzo

 

     Viene  forse  dal Sud,  quel  ragazzo  bruno dall'aria stanca che tiene stretta a sè un'enorme borsa,  colma di che? mi chiedo... Poichè il  mio sguardo colmo di tenerezza e di pena, più che la mia aria materna lo colpiscono, si  volge  a  me chiedendomi  se ci sono negozi sulla lunga  strada che stiamo percorrendo.
 ...  Viene a cercar fortuna nella  grande  città sconosciuta con la sua borsa carica di mercanzia e di  sogni; sbadiglia e ciondola dal sonno  con  il suo viso imbronciato ed il ciuffo scarmigliato che gli ricade sulla fronte.
La  sua faccia adolescente esprime una muta richiesta  che  dopo poco traduce in  parole:  mi serve, per caso, qualche maglietta, calzini, slip?

L'auto  corre lungo la Colombo e qui non ci  sono negozi, solo vie larghe e deserte che sboccano  su questa arteria continuamente  pulsante, dove  i sogni  s'infrangono  sull'asfalto grigio e polveroso...

 

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25 Marzo

 

https://www.amoreaquattrozampe.it/cani/salute/cane-investito-auto-cosa-fare/48502/

 

     Un cane riverso in mezzo alla grande  arteria di  traffico. Sta morendo. Indifferenti,  le  auto passano   senza  degnarlo  d'uno   sguardo, anzi accellerano. Nessuno si fermerà.
Non  ci  si  ferma più neanche  a  soccorrere  un essere umano, figuriamoci un cane morente!


Una  ragazza sta chiacchierando col conducente  ed improvvisamente,  alzando lo sguardo, se lo  trova inquadrato nell'ampio vetro del parabrezza. Ha  un piccolo sobbalzo ed esclama: "Il cane si muove, è vivo anche se agonizzante".
Commenta  ad  alta  voce  l'accaduto,   suscitando l'attenzione d'una vicina più attempata che a sua volta  dice con voce lamentosa: "Ma sì, è  vivo, si   è  mosso...  carino!?  (forse  voleva   dire poverino...).
Un  attimo  di coscienza e poi il  nulla,  via  si volta  pagina  fino al prossimo incidente  che  ci metterà dinanzi a delle responsabilitào doveri.
L'auto  corre  sulla strada e  già più  nessuno pensa al cane agonizzante sull'asfalto.

 

     All'incrocio della grande via con la Laurentina,  proprio accanto ai semafori che in quel  punto  hanno tempi prolungati, un  bimbo  di sei-sette anni, che a quest'ora dovrebbe essere a scuola, è stato messo dai suoi compagni, un uomo giovane ed un ragazzetto di dodici, ad  attendere che la fiumana di macchine si fermi al giallo. 
Ha una spugna in mano che, di tanto in tanto bagna in un secchio colorato e, con  fare  timoroso, titubante s'avvicina ad una grossa auto fombante.
È ai primi approcci con questa attività, che per lui  è  forse solo un gioco, al primo no deciso ritorna indietro sulla striscia erbosa che separa le varie corsie, torna dall'uomo e dal ragazzo che gli parlano, gli mostrano i gesti da compiere.
Quasi  rincuorato  dalle loro parole, si  fa  più deciso e rinnova l'invito di pulire il parabrezza ad una giovane signora che, impietosita, già sta aprendo  la  borsa  per  tirarne  fuori   qualche spicciolo.
Il  viso  del bimbo, un piccolo polacco sfollato dalla sua terra come tanti altri suoi connazionali attirati in Italia dal miraggio d'un lavoro e d'un tenore di vita migliore,  è ora radioso, un sorriso è spuntato sulla sua bocca  fanciullesca ed anche gli occhi chiari gli ridono, mentre torna da quello che forse è suo padre con  quei  pochi spiccioli nella mano.
L'uomo  sorride a sua volta e gli carezza, scompigliandoglieli, i lisci capelli biondi...

 

 

 

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26 Marzo

http://www.theironthrone.it/it/index.php?option=com_content&task=view&id=168


 
     È un uomo anziano piccolo e tarchiato, ha un volto ricoperto da una folta barba nera che gli dà un aspetto un pò truce, quasi da Barbablù  e
lo  sguardo è nascosto da un cappello nero  alla quacchera.
Sta seduto ed il suo sguardo, che io non vedo, è fisso ad osservare le proprie mani gonfie, solcate da vene bluastre ed evidenti; alla mano sinistra porta  una grossa fede d'oro. Alza il capo  ed  il suo  viso  segnato, da uomo vissuto che  ha  visto molte cose, è quasi tenero, commosso.
Chissà quanti ricordi gli si agitano dentro, quali volti,  quali avvenimenti gli evoca il contatto con quella fascetta dura e gialla che si rigira nel dito!
Scendo alla solita fermata e lo lascio ancora immerso nel suo mondo di  memorie che gli addolciscono il volto, non più accigliato...

 

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5 Aprile

https://www.iltempo.it/cronache/2013/12/13/news/ecco-il-racket-dei-fiori-con-l-ape-918764/

 

     ... Una  marea di macchine  ferme  a  Porta Metronia: i tetti delle auto sono ricoperti d'una coltre  finissima di sabbia che il  caldo vento africano ha portato sino a noi nelle sue scorribande. Nel cielo, una cappa grigia, uniforme che pesa ossessiva su questa città caotica.  Ma, dai  tronchi e dai rami tagliati da poco, scuri  e contorti, stanno già spuntando grappoli di foglie verdi ancora non contaminate dallo smog.

 

Come avviene pesso, sulla strada ci precede un camioncino traballante, carico di fiori e piante ornamentali che sussulta ad ogni scossa derivante dalle asperità del selciato.
Ad ogni frenata le lunghe chiome delle palme e dei papiri si inchinano dolcemente, ricordando istintivamente i movimenti che i loro fratelli dai
greti natii sulle rive del Nilo ripetono ondeggiando. 
Le rose, invece, non si inchinano a nessuno  ma annuiscono con aria di sufficienza, scrutando gli iris arancioni ed i delicati gladioli rosa i quali
flettono appena i pesanti corpi legnosi.  Gli altri,  i gerani, le begonie, le pelargonie dai larghi fiori turchini, le dalie e gli anemoni con le   loro corolle colorate sembrano allegre campanelle che gioiscono e tintinnano ad ogni piccolo sussulto...

 

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6 Aprile

 

 

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_febbraio_10/caos-traffico-flaminio-all-appia-slalom-cantieri-manifestazioni-09daddb8-9231-11e3-b1fa-414d85bd308d.shtml

 

   

  Stamani  facce nuove, aggressive  che  subito danno  il via ad una sequela di litigi. Una  donna vuole  salire  al  centro ma  viene  respinta  con malgarbo da un passeggero ed essa si ribella,  con altrettanto  malumore. 
Un  terzo  passeggero si schiera dalla  parte  del primo,  poichè  al  centro  è  vietato   salire, sottolinea, con un vocione stentoreo: è  piccolo, tarchiato,  basso,  un ex pugile  come  dirà lui stesso  in un secondo alterco sorto con  un  altro uomo lì accanto. Costui è alto, anziano,  reduce
sicuramente  da  una  emiparesi  facciale  poichè compita  a  fatica le parole.
O  forse  è solo il disagio  di  questo  viaggio, costretto gomito a gomito con gente sconosciuta  e maleducata.

 

L'uomo  basso, ancora non contento, se  la  prende ora con una ragazza che occupa il posto destinato agli invalidi, la quale però reagisce sgraziatamente e lui, non trovando altri argomenti da  controbatterle, le augura infine  di  rompersi una gamba.
Un  omaccione  bolso, intanto,  si  inserisce  nel gruppo  vociando  come un  tardo  plantigrado.  Ha movimenti  goffi,  lenti  che  già me  lo  fanno definire malato. Più avanti nel cammino, difatti, lo  scopro che, seduto al posto della  ragazza  di poco  prima,  lentamente  e  con  gusto  perverso, s'infila le dita nel naso prolungatamente...


È  giornata  di  perturbazioni  atmosferiche,  di elettricità dispersa nell'aria che si  ripercuote sugli animi sensibili o dal sistema nervoso fragile.  Stamani  non pioveva  affatto,  ma  alla fermata  dell'auto, m'è venuto incontro  un  uomo con un ombrello aperto.
Anch'io mi sentivo sgretolata dentro e fuori, non sono riuscita nemmeno ad abbinare i colori del mio abbigliamento e ciò per me è indice di un nervosismo cosmico.
La  vettura è arrivata con un gran balzo.  Dentro era  caldo,  anche  l'autista era  in  maniche  di camicia ed ogni tanto sbuffava, seccato di  tutto. Anche lui avrà turbe nervose, oggi?

 

Anche Barbablù, lui sempre silenzioso,  rintanato in  un angolo brontola sottovoce,  incomprensibili minacce...

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7 Aprile

 

 

https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_san_pietro_giubileo_autobus_scippi_64-1291608.html

 

     ... Ecco tre personaggi, all'apparenza comuni ma  ognuno  di  essi  ha  una  sua  spiccata personalità. Lei, la piccola bruna, accuratissima nel  vestito  e  nel trucco,  una  bocca  piena  e meridionale,  due  occhiali  grandi  e  scuri  che celano il suo sguardo agli altri.
Lui, invece, il marito, è piccolo e bruno, tutto un poema  nella sua camicia a righine  bianche e rosa;  si fa fatica ad amalgamare il fisico  tozzo con le sue maniere leziose e con la voce querula che il dialetto napoletano (o molisano?, difficile descriverlo) rende ancora più  strascicata...   
Certo, dei  due,  la  più  virile  è  lei,  la moglie... Insomma, sono ambedue strampalati.

 

La terza è una bella ragazza dai capelli rovinati dalla permanente, folti e ricci:  è una donna prorompente,  bionda, due labbra esotiche che il rossetto perlato esalta ancor più.
Si stanno dirigendo verso la Fiera di Roma, spesso sede di esami e questo deve vertere su  materia legale poichè i tre parlano citando articoli  di legge, codici, citazioni. Sono quasi giunti alla loro meta: la donna bruna richiama il marito,  lo incita  a prepararsi per scendere, quasi fosse  un figlio da accudire e sollecitare.
Lei l'ho già vista, sono sicura, raramente prendo un abbaglio; quando mi  soffermo  su  di  una fisionomia,  la  memorizzo e difficilmente me  la dimentico.  Ma chissà dove...

Anche  lei  sembra sbirciare dalla mia parte, ma lo sguardo è celato dagli  occhiali scuri. Ma io sono un tipo  comune, dai tratti regolari che  facilmente  si  può confondere...

 

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8 Aprile

https://www.ilromanista.eu/cronaca/news/24625/la-villa-di-alberto-sordi-apre-finalmente-a-tutti-dal-7-marzo

 

     Sui  muri  anonimi delle  case, grappoli di foglie verdi discendono come cascate rigogliose e vibrano alla brezza mattutina simili a  rilucenti
nastri cangianti...

Solito ingorgo a Porta  Latina dove confluiscono Via della Navicella, Via  Latina e l'Amba Aradam.
Ecco  la villa bianca ed imponente che  fu  d'Anna Magnani,  con  la  sua fisionomia  fuori  tempo  e luogo,  reperto  degli  anni  Cinquanta  in   cui Cinecittà era la meta agognata di giovani di bella presenza, speranze e miraggi.

Dalle mura  di cinta  del  giardino  una  palma  tormentata  dallo smog, sembra innalzare al  cielo una muta preghiera.

 

Proprio di fronte, su un muro di mattoncini rossi, una scritta irridente, dipinta a grossi caratteri: "MASCHIO,  LE SEGHE FATTELE DA TE"  e  poi,  più avanti, subito contraddicendosi: "MASCHIETTO VINCI ANCHE PER ME". Ricordi di passate lotte femministe e di ripensamenti...

 

Attiguo   al  convento  delle  suore,  il   grande semenzaio  comunale  di giorno  in  giorno  cambia aspetto sotto le mani instancabili dei giardinieri in tuta azzurra che s'affaccendano attorno ai vasi larghi e bassi come ciotole, curando,  diserbando, piantando.  Dalla terra scura emergonovariopinti trionfanti  crochi  vermigli, tulipani,  garofani giapponesi  dai vari  colori  che verranno poi distribuiti in tutte le piazze di Roma.


Un  pò  più avanti a sinistra,  un'altra  villa s'affaccia a dominare Piazzale Numa  Pompilio  e l'inizio dell'Appia Antica.

Secondo  alcune  voci appartiene  ad Alberto Sordi, altro mostro sacro del nostro cinema. S'erge proprio in cima ad  una piccola altura, circondata da verdi prati  sereni.
Su un lato, una cancellata di ferro battuto  cinge un pergolato sotto cui un dondolo azzurro attende; i muri sono d'un caldo colore rossiccio e,  quando la  stagione è proprizia, grappoli d'edera  verde fluiscono su di essi.
Forse era un antico convento, a  giudicare dall'architettura della costruzione:  la parte centrale si protende in avanti in forma  esagonale con grandi finestre ad angolo. Bianchi tendaggi ne celano l'interno a sguardi indiscreti.


L'auto arranca faticosamente lungo il viale mentre gli occhi felini dei semafori spuntano  tra  gli archi delle mure aureliane e guardano attoniti  il flusso  instancabile,  monotono e  caotico del traffico. Corre più spedito, ora, sulla Colombo e m'avvicina alla mia clausura mattutina...

 

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9 Aprile

https://mapio.net/pic/p-122668553/

 

Ha un volto simpatico, aperto, capelli biondi, bei denti che spiccano nel sorridere. L'ho già vista molte volte ma non  so  se  sull'auto  o  dove.
Formosa,  ordinata.., sbuffa  un pò  per  via dei ritardi dei mezzi... è stanca, mi dice, ha corso per portare il  bimbo a scuola. Forse  è la primavera  incipiente...  eppoi, continua,  ha un divorzio  alle spalle, il bimbo lo cresce da  sola da  quando  aveva 2 anni, sempre  lei  poichè il padre (inesperto) quando lo prende ne ha poca cura, lo porta a giocare a pallone, lo fa sudare, ecc. Non sa proprio come ha fatto a sposarlo...è stata una demente..., conclude.

Si lamenta della mancanza di libertà che le deriva da questo suo stato, le manca  la presenza, l'affetto di qualcuno.. ha conosciuto un altro uomo, separato anche lui con una figlioletta che però  ha una situazione ambigua con un'intellettuale...

 

Poi saliamo sull'auto, lei rallegrata da questo arrivo e dal piccolo sfogo (quanto  deve sentirsi sola per aver spiattellato a me, sconosciuta, i suoi problemi) a cui s'è lasciata andare e sale disinvolta, va verso una nuova giornata  di  fatica. Va, che il Signore  sia  con te...

 

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_novembre_29/ecco-l-eur-mai-visto-bunker-19-chilometri-gallerie-d31c66c8-b65b-11e6-9fa1-de32925f0429.shtml

 
 


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