Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

MARIO BARBERIS

 

 

BARBERIS MARIO – 

 

Mario Barberis, di origine piemontese, nacque a Roma il 27 giugno 1893. Lavorò essenzialmente a Roma, tra la prima e la seconda metà del '900, eseguendo, nel primo periodo, molte opere a sfondo politico, paesaggistico e dedicate al mondo contadino, ma poi dedicandosi quasi esclusivamente ad opere di matrice religiosa, decorando anche moltissime chiese in tutt'Italia.
Svolse gli studi classici presso il liceo Torquato Tasso della capitale. Esordì con una esposizione alla Amatori e Cultori delle Belle Arti di Roma e, contrariamente ai progetti del padre che lo voleva laureato in Giurisprudenza, approfittò dell’ospitalità di uno zio paterno e fece domanda di ammissione all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.

La Prima Guerra Mondiale lo costrinse però a interrompere gli studi. Soldato semplice fino al 1918 nel reparto Genio Aerostieri, documentò scene ed episodi di guerra, tra cui la ritirata di Caporetto. Eseguì in questo periodo bellico anche i disegni di navi e di aerei militari e numerose cartoline propagandistiche di ispirazione liberty.

A guerra finita, tornò a Roma e realizzò manifesti e bozzetti di scena per il mondo dell’editoria e della nascente industria cinematografica. Nonostante la prevalenza dei motivi religiosi, si segnala anche la sua produzione di illustratore per il regime sebbene Barberis – a dispetto dell’amicizia che lo legò a Giuseppe Bottai dai tempi del liceo Tasso – non ebbe mai la tessera del partito.

 

Fuori dagli stretti vincoli delle commissioni, le sue opere hanno connotazioni divisioniste e cubo-futuriste.

Eseguì anche lavori soprattutto a pastello, spesso recanti un monogramma – Mario Antonio Barberis – accompagnato dalla svastica buddista iscritta all’interno di un cerchi, tra i quali: I solchiLa porta schiusaLa ruota dei secoliLo specchio dell’iride.


Gli anni Trenta lo videro ancora impegnato sia come illustratore per opuscoli e altro materiale a carattere devozionale, sia come autore di più significativi dipinti a tema religioso

Dagli anni Trenta decorò cappelle ed oratori di vari Istituti su tutto il territorio nazionale, a cominciare da Torino, nella Basilica di Santa Maria Ausiliatrice, dove facevano spicco delle vetrate colorate rappresentanti vari santi salesiani: don Rua, la Mazzarello, mons. Versiglia, il Czartorisky, il Cagliero, il Beltrami, il Savio, il Caravario. (Bollettino Salesiano 1938), da lui dipinte e realizzate dalla vetreria Janni, che vennero in parte purtroppo distrutte nei bombardamenti del 43. Alcune di esse, restaurate, sono state poi ricollocate sulle pareti della cripta antica.


Nel secondo dopoguerra, Barberis riprese studi e sperimentazioni astratte e terminò una serie di tele di non grandi dimensioni, con spunti paesaggistici, geometrici e figurativi, in cui racchiuse esperienze antiche e prove più attuali. Nella primavera del 1949 tale raccolta venne esposta con il nome di “Essenzialità cromatiche” presso la Galleria Giosi di via del Babuino a Roma.

Nel corso del 1954 ultimò dodici tavole di devozione mariana per La Donna vestita di sole presso il convento cappuccino di Perugia, e realizzò a carboncino su cartone una serie dedicata alle stazioni della Passione spirituale di N. S. Gesù Cristo, frutto di una meditazione sul tema della sofferenza.

Affranto dalla morte dell’amatissima moglie, Barberis si concentrò su una raccolta di immagini a lei dedicate su fogli da disegno. Mario Barberis morì a Roma dopo una lunga malattia il 24 gennaio del 1960 all’età di 66 anni.

 

 

Sempre nella Basilica di Torino, si trova un suo quadro relativo alla Battaglia di Lepanto tra i Turchi e la Santa Lega Cristiana che rappresenta la visione della vittoria della flotta cattolica da parte di Papa San Pio V. Egli aveva profuso ogni sforzo per radunare le forze cristiane e dalla sua stanza attendeva, pregando, notizie sull'esito della battaglia. D'un tratto la "vide" svolgersi sul mare, la battaglia e ne "vide" la conclusione con la vittoria della Lega. Così lo ritrae il Barberis. Il quadro si trova sull'altare dedicato al Pontefice.

 

Altri suoi lavori si trovano:

 

 

in Abruzzo, dove, nella chiesa dell’Assunta
di Ofena,
una sua grande tela, che rappresenta l'Assunzione di Maria, con lo sfondo del Gran Sasso e della Majella, è posta sull’altare maggiore;

a Messina, Tempio dedicato a Sant'Antonio in cui, in fondo alla navata destra vi è una grande tela del pittore, raffigurante Gesù divino Trionfatore, che domina sterpi e catene e col piede calpesta il serpente,

 

- in Piano del Conte, in provincia di Potenza, nella Chiesa di San Filippo Neri, ora abbandonata, sulla cui navata aveva realizzato degli affreschi simboleggianti la vita e l'attività contadina, sottolineati da versi ricavati dal cantico di frate sole di San Francesco d'Assisi.

 

PIANO DEL CONTE - CHIESA DI SAN FILIPPO NERI

Si conservano del Barberis due belle tele, dipinte sul luogo all'epoca della costruzione della Chiesa, su cui sono ritratti San Giovanni Battista e San Pietro Apostolo.

 

- a Danta di Cadore - La chiesa più antica, costruita nel ‘400 con la dedica a S. Sebastiano, quellla attuale risale alla fine del ‘700; fu realizzata su disegno di Angelo Del Fabbro e consacrata nel 1820. Fu ampliata nel 1939 secondo il progetto dell’arch. Alfarè.
Recentemente è stata sottoposta a un grosso intervento di consolidamento e ristrutturazione inaugurato nell’ottobre 1996 in occasione della festa per la Madonna della Purità. Conserva alcuni interessanti dipinti di Tomaso Da Rin, di Barberis e di scuola vecelliana.
Di Barberis conserva, una pala raffigurante San Giuseppe e Sant'Anna, un San Giovanni Bosco e uno con Santa Barbara, Sant'Antonio e Santa Caterina d'Alessandria.

 

Mussolente, Bassano del Grappa: A destra vi è l’altare del Sacro Cuore per la presenza di un grande dipinto (300×170 cm) con l’immagine di Gesù che offre il suo cuore per la nostra salvezza. Il dipinto è firmato M. Barberis di Roma.

 

 

- a Potenza - C


.

   Il soffitto  a cassettoni con lacunari intarsiati in oro zecchino ed ha al centro il telero raffigurante la SS. Trinità, dipinto nel 1930  da Mario Barberis. 

   L'interno della chiesa  a navata unica con piccole cappelle laterali.

 

- Amatrice, Via Crucis per la chiesa dell' Orfanotrofio femminile - Intorno alle pareti le 14 immagini della Via Crucis in cui domina il volto del Cristo, opera di Mario Barberis

 

 


- Reggio Calabria - Ancora in ambito ecclesiale merita una menzione la cappella maggiore intitolata a s. Paolo presso il Seminario Arcivescovile Pio XI dove alla grande tela riproducente l’apostolo delle Genti di Mario Barberis del 1933, si è aggiunta all’inizio del 1990, l’ornamentazione musiva dell’abside ideata e realizzata dal sacerdote cosentino Giampiero Arabia.

 

- S. Giovanni Teatino (Ch) - Visione di S. Giovanni a Patmos - Madonnna Immacolasta appare a S. Giovanni Evangelista nell'isola di Patmos

ù

 

- Roccalumera (ME) -

 

Nella chiesa della Madonna della Catena compaiono ben tre suoi lavori: un dipinto dell’Addolorata (1940-41), il quadro della Madonna di Pompei ed un'artistica Via Crucis su compensato.


 

 

 

 

- Maschito - Potenza - Sacra Famiglia



- nella Cappella di S. Giuseppe, Alba, Tempio San Paolo, è rappresentata la Santa Famiglia tra gli angeli e una simbologia della Chiesa

 

- nella Chiesa dello Spirito Santo a Granmichele - Gesù e santa Margherita Maria Alacoque ed il Suffragio delle Anime del Purgatorio, del 1950 -

L’altare del lato destro del transetto presenta una tela del 1950, dipinta da Mario Barberis, che ritrae il primo, storico, parroco della chiesa dello Spirito Santo, don Salvatore Astuto, anche sul lato sinistro del transetto troviamo un’altra tela di Barberis, il quale dipinge Santa Margherita Maria Alacoque in ginocchio davanti alla figura di Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

Chiesa san Domenico a Teramo - Albero dell'umanità

 

 

- nella chiesa di Maria SS.ma del Rosario di Bronte vi sono due suo altri quadri: uno rappresenta la Madonna del Rosario di Lepanto con il Pontefice Pio V, l'altro raffigura la Madonna e alcuni Santi che scacciano gli eretici

 

 

 

NISCEMI - Parrocchia Anime Sante del Purgatorio

LE TOMBE DEI SUCCESSORI DI DON BOSCO

 

-

Cappella delle reliquie

 

 

Torino

La Cappella delle reliquie, o cripta di Maria Ausiliatrice, fu inaugurata il 19 settembre 1934 nella Basilica omonima a Torino. Disposta in senso perpendicolare rispetto all’edificio principale è a navata unica con basse volte a vela e a botte che richiamano le catacombe. In questo spazio ipogeo e mistico si susseguono otto altari laterali, diversi tra loro per forma e decorazione ma tutti interessanti connubi di pittura e scultura sacra del primo Novecento.

L’altare delle Sante Vergini e Martiri, il primo a sinistra scese le scale, è il più significativo; ha per fondale un olio su tela arcuato del 1934 opera del romano Mario Barberis, artista ed illustratore noto per le sue immagini gradevoli ma essenziali specchio della rigorosa pittura anni Trenta.

In un arioso giardino del Paradiso con cipressi e colombe bianche in volo, santa Cecilia offre la palma del martirio all’Angelo dell’olocausto che sta al centro della composizione con le ali spiegate tra gigli e alte fiaccole a piramide ornate di simboli cristiani;

********

 


Vi si accede direttamente dalla Basilica, scendendo la scaletta che si trova a destra presso il portale di ingresso.
Fu inaugurata nel 1934 per accogliere la notevole collezione di reliquie donata dal commendatore Michele Bert di Torino.
Si presenta con una navata unica a croce latina, con volte a vela e a botte che ricordano, anche per i motivi ornamentali, le catacombe cristiane.
Appena discesa la scala ci si trova di fronte all'altare dell'Apparizione che ricorda la visione avuta da don Bosco nel 1845 durante la quale la Vergine gli indicò il luogo del martirio dei tre soldati romani Solutore, Avventore e Ottavio. Una croce di metallo sul pavimento, a sinistra, e un quadro di Dalle Ceste segnano il luogo preciso indicato dalla Vergine.
Sulla sinistra del quadro si vede il monumento sepolcrale del beato Michele Rua, primo successore di don Bosco (1837-1910).
Proseguendo, si incontrano successivamente l'altare delle sante vedove, con a fronte quello delle sante vergini e martiri; l'altare dei santi vescovi e confessori (presso il quale è sepolto il venerabile don Filippo Rinaldi, terzo successore di don Bosco) e di fronte l'altare dei santi martiri; segue l'altare dei fondatori di ordini e congregazioni religiose che ha davanti quello dei santi dottori della Chiesa; si incontra infine l'altar maggiore, con reliquia del legno della croce.
Le decorazioni degli altari sono del prof. Mario Barberis.
Lungo le pareti, in teche e reliquiari, e sotto gli altari sono esposte centinaia di reliquie.


Cappella di san Pietro

 

Altare dei santi Dottori della Chiesa


Nel centro di un'esedra marmorea si innalza un tempietto davanti al quale è la figura maestosa di sant'Agostino vescovo che commenta le Sacre Scritture, appoggiato ad un leggìo decorato dei quattro simboli evangelici.
A sinistra del Santo, seduti sull'esedra, ci sono tre Dottori latini e cioè san Bernardo da Chiaravalle, sant'Ambrogio e san Tommaso d'Aquino; a destra corrispondono le figure dei Dottori greci, san Basilio, san Giovanni Crisostomo, sant'Atanasio.

 

 


Altare delle sante né Vergini né Martiri

Dei quattro altari secondari, quelli presso l'altare principale sono dedicati uno ai Santi Fondatori di Ordini e Congregazioni religiose, l'altro ai Dottori della Chiesa: i due presso l'ingresso della cappella sono dedicati alle Sante Vergini e Martiri e alle Sante né Vergini né Martiri.

Le lunette di questi quattro altari sono ornate dai quadri dipinti da Mario Barberis.

 

*******

Altare dei santi fondatori di ordini e congregazioni religiose


I Santi prescelti sono otto, dipinti in tre gruppi: due al centro, san Giovanni Bosco e san Francesco di Sales; tre alla destra di don Bosco, san Benedetto, san Domenico, san Francesco d'Assisi; tre alla sinistra di san Francesco, cioè san Filippo Neri, san Giovanni Battista de La Salle e sant'Ignazio di Loyola.

 

*********

A destra dell'Angelo si trovano sant'Anna (dal celebre quadro del Guercino), santa Maria Maddalena, santa Monica; a sinistra, inginocchiata e ricoperta di manto azzurro, vi è santa Francesca Romana (dall'affresco esistente nella chiesa omonima di Roma), in piedi la beata Margherita di Savoia (dal quadro esistente nel palazzo reale di Torino), la beata Giuliana d'Ivrea, santa Giovanna Francesca Frémiot baronessa di Chantal, secondo il ritratto trasmessoci nella sua biografia.

 

 


In due altari sono custoditi i resti mortali del beato Michele Rua, primo successore di don Bosco e del beato Filippo Rinaldi, terzo successore di don Bosco.

Il 21 maggio 2017, il Rettor Maggiore ha inaugurato le tombe destinate ad ospitare le salme dei Rettori Maggiori defunti: sono stati ricavati dodici loculi sepolcrali. Il rivestimento delle tombe è in marmo, in armonia con le altre decorazioni del santuario, mentre l'intero vano funebre è rivestito di intonaco bianco. La semplicità e la nobiltà sono stati i criteri che hanno guidato l'opera.

«Non si tratta di un culto alla persona», ha detto don Ángel «ma un segno di affetto e di consapevolezza per l'opera compiuta dai Rettori Maggiori defunti.

La preghiera di suffragio, dinnanzi a tali tombe, diviene pertanto impegno a coltivare il senso di appartenenza e di unità all'eredità carismatica che essi hanno testimoniato nel loro ministero di Successori di don Bosco».

 

 

******

 

- a Salerno - Una Via Crucis nel Seminario della città

 

- a Pietramelara - Sul soffitto un quadro raffigurante San Rocco.

La chiesa inoltre conserva importanti opere d’arte : nell’abside una visitazione attribuita a Domenico Antonio Vaccaro (uno dei maggiori esponenti del’ 700 napoletano; sulle pareti vi sono tempere di V. Galloppi datate al  1901 (Natività, Deposizione, Resurrezione della figlia di Giairo ed il Perdono dell’adultera).

 

Sul soffitto vi è San Rocco in Gloria di Mario Barberis datato al 1948; sull’arco trionfale S. Paolo e Pietro.

 

Sui fianchi della navata sono raffigurati: in alto i Santi fondatori  di ordini religiosi mentre in basso San Nicola, San Biagio, San Martino e San Donato: nell’abside una visitazione attribuita a Domenico Antonio Vaccaro (uno dei maggiori esponenti del’ 700 napoletano;

 

sulle pareti vi sono tempere di V. Galloppi datate al 1901 (Natività, Deposizione, Resurrezione della figlia di Giairo ed il Perdono dell’adultera).

 

 

 

- nella chiesa di Maria SS.ma del Rosario di Bronte vi sono due suo altrii quadri: uno rappresenta la Madonna del Rosario di Lepanto con il Pontefice Pio V, l'altro raffigura la Madonna e alcuni Santi che scacciano gli eretici

 

 

- a Casoli - Chiesa di Santa Reparata - due dipinti, uno di san Pio X e l'altro di Maria Ausiliatrice, invocata durante l'ultima guerra Mondiale per evitare il bombardamento del paese.

 

- Firenze - Chiesa del Santissimo Sacramento e del Preziosissimo Sangue o chiesino del Suffragio - dipinto di S. Gaspare del Bufalo.

La "chiesa del Santissimo Sacramento e del Preziosissimo Sangue" o "chiesino del Suffragio" è un luogo di culto cattolico di  Firenze, situata poco oltre il confine ovest delle mura, in via Colletta. L'Oratorio  si trova nella Parrocchia del Sacro Cuore. - L'interno vennne costruito nel 1898 dai Padri Missionari del Preziosissimo Sangue  di san Gaspare del Bufalo che l'hanno officiata fino agli anni 70 del Novecento.

Inizialmente a navata unica, dopo la prima guerra mondiale,  fu ampliata a tre navate, a spese della famiglia Crespi. Nella lunetta sopra il portale è presente una terracotta  raffigurante  Gesù con due Apostoli.

All'interno, un Crocifisso ligneo sull'altar maggiore, un tondo con la Madonna dellla Consolazione attribuito a  Pier Matteo d'Amelia (fine Quattrocento) Sacro Cuore  ligneo,  Santa Rita da Cascia e e Sant'Antonio da Padova (1950) di Umberto Bartoli e San Gaspare del Bufalo di Mario Barberis.

 

- nella Chiesa Madre di Valguarnera dedicata a San Cristofero, un dipinto del Battesimo di Gesù.

 

 

- a Castorano, chiesa di S. Giovanni Battista, Battesimo di Gesù ed il martirio del Battista alla presenza di Erodiade.

La Frazione Pescolla, oggi è poco abitata ma nei tempi che furono dove l'agricoltura era l'unica attività  produttiva era popolosa.

 

La chiesa di San Giovanni Battista a Pescolla, fu eretta nel 1532 per volontà del popolo, in esecuzione ad una delibera del Consiglio degli Anziani di Ascoli del 7 Dicembre 1487, in cui si metteva fine ad un contenzioso tra gli abitanti del Castello di Castorano e gli uomini di Pescolla, per la costruzione di una nuova chiesa nella stessa Villa confinante e soggetta.

E' una chiesa di particolare rilievo perché costruita in prossimità dell' importante via consolare Salaria. La prospettiva odierna è di una navata orientata ad est e il campanile situato a sud, mentre le finestre sono posizionate nella loro sede originaria.

 

Essa fu costruita, molto probabilmente al posto di una già diruta, da muratori lombardi come afferma Pietro Capponi nel suo “Memorie storiche della chiesa ascolana e dei vescovi che la governarono”, infatti già nei Catasti del 1381 nel territorio di Castorano viene citata la chiesa di San Giovanni Battista.Essa è disposta direzione est-ovest a navata unica, con l’Altare Maggiore disposto ad Est e due altari laterali.

 

Al momento della costruzione essa risultava molto più bassa, internamente quasi spoglia, c’era solo uno splendido affresco coevo alla sua costruzione e c’era una piccola torre a vela.

Solo successivamente fu dotata di tre pale d’altare: la tela di S. Anna del Trasi, quella di S. Giovanni Battista del Cantalamessa e quella del S.S. Rosario di pittore anonimo.

 

Nel 1571 addì 29 Novembre, con Bolla Vescovile di Pietro Camaiani Vescovo di Ascoli essa divenne tempio parrocchiale, all’interno c’erano tre fosse per le sepolture, una per gli uomini, una per le donne ed una per i bambini. Numerosi sono stati i restauri nel corso dei secoli, a causa della particolare friabilità del terreno sottostante. Il più importante è stato quello del 1842, curato e diretto dal parroco don Emidio Malaspina, autorizzato e sostenuto dal Vescovo Zelli. 

 

Su disegno dell’architetto ascolano Ignazio Cantalamessa la chiesa fu rialzata di 14 palmi, corrispondenti a metri 3,08 per tutto il suo perimetro con quattro pilastri ad arconi per il sostenimento del tetto, tre volte a camorcanna e rinnovata in tutti gli altari, pavimento, porte e finestre.

Nel 1873 il parroco don Emidio Monti fece costruire a sue spese l’edicola lignea sopra l’Altare Maggiore in cui è incastonata la tela del Trasi.
Diversi interventi furono fatti eseguire da don Serafino Salvati nel 1886, tra i quali due chiavi in ferro di riconsolidamento ai muri della chiesa e sagrestia. Poi ancora nel 1898 fece costruire la torre ed il porticato nella canonica. 

All’inizio del ‘900 acquistò un pregevole organo a canne, nel 1922 fece riparare una parte della volta e dopo il 1927 furono eseguiti dei lavori di restauro: la fece interamente affrescare da un giovane e sconosciuto professore di Roma, Mario Barberis che diverrà poi famoso sotto il fascismo, con immagini che ritraggono il Battesimo di Gesù ed il Martirio di S. Giovanni Battista, alla presenza di Erodiade.

Don Domenico Guidotti, fece fare lavori nel 1929 e nel 1947. Verso la fine degli anni Sessanta, per opera di don Severino Volpi fu rifatto il pavimento dell’abside, si tolsero le balaustre in legno e vi fu aggiunto un altare in modo che il parroco potesse celebrare la Santa Messa rivolto verso i fedeli, furono tolte le pedane in legno sotto gli altari laterali ed al loro posto vi furono messi i banchi.

Ancora nel 1989 don Severino Volpi fece fare lavori all’interno della chiesa con l’aiuto degli artigiani di Pescolla ed una colletta tra gli stessi parrocchiani. Verso la metà degli anni Novanta, quando ormai la chiesa non era più tempio parrocchiale, fu il parroco di Castorano don Giuseppe Damiani a far fare interventi sul tetto della chiesa, perché le infiltrazioni d’acqua avevano irrimediabilmente compromesso la volta a camorcanna con i dipinti del Barberis.

 

Ed arriviamo ai nostri giorni, Don Cesare Cossignani nel giro di pochi anni, ha fatto restaurare l’ex canonica, la chiesa e la torre riportando tutto il complesso al suo antico splendore come possiamo oggi ammirare. .

Inoltre sulla parete sinistra si staglia anche una stele votiva che ricorda Emidio Gregari morto nel 184O. Inoltre sono custoditi quadri di Ludovico Trasi e un'organo di notevole importanza del secolo diciottesimo. Adiacente allo chiesa e la casa parrocchiale c'è un campanile cinquecentesco, dove si notano i numeri di una "meridiana".

 

 

- a Roma si trovano suoi dipinti nella chiesa di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, di San Nicola da Tolentino (1938), di santa Prisca e santa Maria del Popolo.

 

- Nella cappella della Madonna di Pompei possiamo contemplare il quadro di santa Teresa di Gesù Bambino, con una riproduzione immaginaria della basilica.

.

- una pala d'altare che raffigura il santo titolare invocante la protezione di Maria, venne realizzata nel 1950 nella chiesa di Santa Maura, loc. Santa Maria, Torre Maura, Roma.

*******

 

- Un suo dipinto, raffigurante il beato Scalabrini, nel suo palazzo di Piazza Duomo, che distribuisce pane ai poveri, si trova nella casa generalizia degli Scalabriniani.

 

 

Disegno di San Girolamo Miani che si trova nella chiesa di Sant'Alessio all'Aventino a Roma

Dipinto che si trova nell'Istituto dei Ciechi a Tormarancia, Roma

San Tarciiso al IV Miglio: - Pala d'altare - Riproduzioine di s. Tarcisio

 

 

Gli Artisti italiani in Terrasanta - percorsi ed itinerari di arte contemporanea italiana nei luoghi sacri -

 

E' una guida che ripercorre il contributo di coloro che hanno attraversato quel territorio, che hanno lasciato il loro segno artistico e che hanno magari contaminato il loro linguaggio espressivo con quello di altri maestri che li hanno preceduti.

Il volume, promosso dall’Associazione amici del Cassero di Montevarchi (Arezzo) e realizzata con il contributo del Consiglio regionale, è stato presentato questa mattina (giovedì 21 giugno) a palazzo del Pegaso. “E’ interessante, tramite questa guida, verificare come siano moltissimi gli artisti italiani che hanno portato il loro contributo per decorare quello che è il crocevia di tre grandi religioni - ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, intervenuto alla conferenza stampa - ed è motivo di orgoglio constatare che una quota considerevole di questi artisti è toscana. Si tratta di un volume che contiene informazioni preziose, e che siamo felici di presentare in Consiglio regionale”.

Come ha spiegato Gianluca Monicolinipresidente dell’Associazione amici del Cassero e curatore del libro, la guida nasce in conseguenza di numerosi viaggi in Terrasanta e della partecipazione del Museo civico “Il Cassero” di Montevarchi, istituzione dedicata alla scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento, e del Comune di Montevarchi a un progetto internazionale per il restauro e la valorizzazione dell’antica farmacia della Custodia di Terra Santa. “Da questo - ha detto Monicolini - è emersa la consapevolezza che numerosi artisti italiani del Novecento hanno lavorato per la Terrasanta. Sono nomi più o meno noti al grande pubblico. Dalle ricerche svolte negli archivi di istituzioni religiose (prime fra tutte proprio la comunità dei frati minori di Terrasanta), ma anche di altri enti e di artisti, sono emersi i contributi di personalità come Duilio Cambellotti, Aurelio Mistruzzi, Vittorio Grassi, Giulio Bargellini, Mario Barberis, Domenico Mastroianni, Salvatore Fiume, Felice Tosalli, Alberto Gerardi, Angelo Biancini e Giovanni Dragoni”.

Artisti che si innestano, a loro volta, sul lavoro di altri che li hanno preceduti in Terrasanta nei secoli precedenti: i rinascimentali Domenico Portigiani e Andrea Del Sarto; i pittori barocchi napoletani Paolo De Matteis e Francesco De Mura; Giovanni Ferrari detto “il Torretti”, maestro di Antonio Canova; gli scultori ottocenteschi Scipione Tadolini e Domenico Costantino, il maestro della cartapesta leccese Salvatore Sacquegna, gli affrescatori novecenteschi Angelo Della Torre, Cesare Vagarini e Ferdinando Manetti.

Spiccano anche altre personalità che sono presenti con loro opere: Biagio Biagetti, primo direttore dei Musei Vaticani o il museografo pisano Pietro D’Achiardi che riorganizzò nei primi anni del Ventesimo secolo la Pinacoteca Vaticana.

 

Alfonso Panzetta dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, co-curatore della guida, ha sottolineato che “le guide sulla Terrasanta sono molte, ma non ce n’era nessuna, prima di questa, che facesse il punto sulla massiccia presenza delle opere di artisti italiani in questi luoghi”.

Alla presentazione hanno partecipato anche Maura Isetto, assessore alla Cultura del comune di Montevarchi, e Carla Benelli in rappresentanza di “Ats Pro-Terra Sancta”, onlus della Custodia di Terra Santa che rappresenta i Francescani.

 

21/06/2018 14.44
Regione Toscana

 

Nel 1921, alla Prima Biennale d'Arte di Roma, venne presentata Il convito della luce, la sua prima grande opera pittorica di soggetto religioso, che gli valse poi l'invito a recarsi a Gerusalemme per contribuire alle decorazioni della nuova Basilica dell'Agonia (o Chiesa di tutte le Nazioni), dove tra il 1922 e il '23 realizzò due grandi tele ad olio - La preghiera nell'Orto e L'arresto di Gesù - e successivamente, negli anni '40, i mosaici delle navate laterali raffiguranti l’Arresto di Gesù e Il bacio di Giuda.

Nel 1925, sempre a Gerusalemme, chiamato dai Francescani, eseguì nella Chiesa della Flagellazione alcuni lavori ancora oggi visibili dedicati a San Paolo, all'Addolorata e ai due santi di Assisi.

Iniziò poi una lunga collaborazione con la vetreria d'arte Giuliani di Roma (ad esempio: i mosaici e le vetrate per la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino o per la Chiesa piacentiniana di Cristo Re a Roma).

 

 

Da ricordare anche:

 

• le tele ad olio: quelle per l'Esposizione Missionaria del 1929 in Vaticano; il Gesù divino trionfatore per la Basilica di S. Antonio a Messina; La Conciliazione per il soffitto dell'Ambasciata italiana in Vaticano; È passato Gesù per la chiesa dei Padri Passionisti in Michigan;

• gli affreschi murali: il ciclo di affreschi per il Seminario Romano nella Città del Vaticano, per l'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia, per la cupola di San Massimo a Torino, per le suore di Cluny a Roma, per le Clarisse della Giudecca a Venezia;

• i ritratti: quello del cardinale Agagianian per la Chiesa del Collegio Armeno oltre a quelli di diversi fondatori e fondatrici di congregazioni religiose;

• le pale d'altare: a Roma per Chiesa di S. Maria Liberatrice, per la Parrocchia degli Angeli Custodi, per la cappella delle suore Orsoline e delle Serve di Maria, per la Chiesa di San Tarcisio, per la chiesa del Sacro Cuore a Genova;

• le Viae Crucis: una cinquantina, in Italia (Chiesa di S. Anna dei Palafrenieri in Vaticano, 1932; Basilica di S. Prisca all'Aventino, 1938), ma anche in Polonia, Canada e Stati Uniti d'America.

 

Da menzionare poi la sua attività di insegnante di disegno presso l'istituto degli orfani di Amatrice (Ri), dove cominciò la sua prolifica produzione di illustratore per l'editoria cattolica e, nei primi anni Trenta, presso l'istituto omonimo fondato da Maria Montessori, dove però lavorò meno di due anni a causa degli aumentati incarichi di lavoro come pittore.

 

Agli anni Trenta risalgono tre opere di particolare originalità espressiva:

• Gesù tra noi (1931-'32), 45 disegni a carboncino nero su pannelli e tavole di compensato grezzo esposti nel 1932 nella Sala Borromini, presso la Chiesa Nuova a Roma, e raccolti in cinque “novene” dove ai richiami simbolisti si mischiano tratti realisti di stampo masaccesco;

 

• In Gesù, grande tela ad olio oggi restaurata e sita presso la Chiesa del Sacro Cuore a Roma. Conosciuta anche in Polonia, grazie a una pubblicazione coeva stampata a Varsavia, l'opera ricevette parole di apprezzamento da papa Pio XI;

• Il Gesù di ognuno, opera ancora a tratti divisionista, è posta come In Gesù nella cappella salesiana del Sacro Cuore a Roma.

 

Sempre presso i Salesiani, ma nel loro convento, in una delle stanze di rappresentanza della Casa, c'è poi una terza opera dell'autore, datata 1934, e intitolata La novena di un'anima, articolata in nove tavole di grandi dimensioni, dove compare più volte una figura femminile per la quale posò la moglie Maria. L'opera venne poi stampata e commentata da Igino Giordani in una pubblicazione della casa editrice.

 

 

 

 

 



La sua attività di pittore e di illustratore di cartoline andò di pari passo con quella di illustratore di testi sia sacri che profani. tra questi, vari libri per ragazzi, tra cui "Novelle Toscane", "La Valle delle Meraviglie", "Il sentiero nel bosco. Leggende" (1930), "Brezze di campo: racconti per ragazzi" (1937), "Il tesoro nella rocca" (1938), Donne nostre e tanti altri.

Tra i testi a tematica religiosa, si ricorda sopratutto "Gesù fra noi", realizzato in occasione dell'Anno Santo straordinario del 1933 (XIX Centenario della Redenzione del genere umano, in varie versioni, come dimostrano le copertine sottostanti) con ben quarantacinque disegni su tavola con commenti illustrativi dell'autore, edito dalla nota Casa Editrice Religiosa Popolare di Viterbo, specializzata in testi di catechesi e di cultura religiosa per ragazzi ed adulti.
Da queste immagini, più tardi, negli anni '40, venne realizzata una serie di 24 cartoline.

 


 

- "Colloqui con Dio" per la Pro-Familia (di cui alcune tavole sono state poi riprodotte in una Edizione di Frate Indovino),

 

"Persecutori e martiri" ed altri.

Collaborò attivamente con i Francescani, per cui preparò un libro dedicato a San Francesco, nel 7° Centenario della sua morte, ed una serie di cartoline dedicate a vari santi dell'Ordine.

 

   

 

 

Successivamente lavorò per la Rivista "Le Missioni Francescane", disegnando anche calendarietti tascabili per le Suore Povere Figlie di Sant'Antonio e delle illustrazioni per la pubblicazione di "Al Santo dei Miracoli" (Alma), per gli Orfanatrofi Antoniani.

 

 

Vasta ma non di facile reperimento la sua produzione di immaginette religiose o "santini", tra cui molte dedicate ai Comunicandi che si apprestavano alla Prima Comunione e quelle molto belle relative alle Litanie Lauretane (1942) (ved. articolo correlato), disegnate in toni pastello su fondo beige, nonchè una lunga serie dedicata al Sacro Cuore (vedi articolo correlato) e molte altre.

 
 

Madonna degli Emigranti

 

Molte anche le serie di cartoline, sempre a soggetto religioso, come i predetti 24 pezzi di "Gesù fra noi" (anni '40), la Regola dell'Aspirante (A.V.E.), la serie del Sacro Cuore di Gesù in vari atteggiamenti, una sulla vita di Cristo ed una a due colori per gli Orfanatrofi delle Suore di Sant'Antonio, sulla tematica "L'Angelo e il Soldato", che infondono Fede e Speranza nell'animo di chi le guarda..

Splendida la serie dedicata al Sacro Cuore di cui vennero realizzate sia le immaginette che le cartoline, ma tutta la sua produzione come illustratore è intensa e permeata di fede, le sue immagini di Gesù Bambino e di Angeli sono luminose e delicate, mentre pregnanti di forza, di compassione, di dolore e di divinità quelle dedicate a Gesù agonizzante, specie quelle del suo Volto.

 

 


Alla fine degli anni '30, riproposte poi nel corso degli anni più volte per varie finalità, tra cui anche calendari, realizzò una serie di disegni che negli anni '50 servirono ad illustrare l'operato di Padre Annibale Maria Di Francia - ora santo - in una biografia scritta da Teodoro Tusino, nonchè delle immaginette

 

Nel 1945 per l'Ordine dei Servi di Maria realizzò un corposo volumetto contenente centinaia di ritratti di Beati, Santi e Servi di Dio dell' Ordine dei Servi di Maria.
Con pochi ma decisi tratti in bianco e nero Barberis dà vita ad un particolare calendario (Un fiore al giorno) che fa riemergere dal passato belle figure di religiosi, altrimenti dimenticate, alcune delle quali in seguito riceveranno l'onore degli altari.

Il volume, intitolato "Nel Giardino di Maria" venne redatto da P. G. Roschini.


Nel 1955 venne stampata una piccola riedizione del libro dedicato ai Santi e Beati dei Servi di Maria, tradotto in varie lingue, in cui la maggior parte delle immagini vennero realizzate ex novo dal Barberis e stampate in seppia.

Oggi vengono invece riprodotte singolarmente, come immaginette devozionali, a colori su carta lucida.

Altre pubblicazioni del Barberis:

La strada del Moncenisio e l’ospizio, la ferrovia “Fell”, la galleria ferroviaria del Fréjus a cura della Litografia artigiana di Torinio, M. S., 1957

 

Fu anche scrupoloso ritrattista e tra le altre sue opere si ricordano: il ritratto del 1946 di San Gaspare Bertoni inginocchiato in preghiera, davanti al Crocifisso, conservato nella chiesa di Sant’Agata in Roma ed un altro, sempre dedicato allo stesso santo che lo ritrae insieme a dei ragazzi, davanti ad una piccola edicola mariana.

Collaborò con le sue tavole alla realizzazione della Biografia "Il Venerabile Don Bertoni", scritta da Nello Delle Vedove ed edita dalle edizioni Paoline.

Altro ritratto realizzato è quello di Caterina Cittadini, fondatrice delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca (1937), fortemente voluto dal P. Luigi Zambarelli che, ottenuto da Roma il "nulla osta" per il Processo di beatificazione, affidò al Barberis, suo amico, di ritrarre i lineamenti del volto della beata.

E ancora una tela raffigurante santa Gemma Galgani.

Stupisce sempre la facilità con cui sembrano realizzati i suoi lavori. Si può ben dire che Mario Barberis è stato uno dei più prolifici ed interessanti. pittori del secolo XX.

 

 

Morì nel 1960.



******

 

IMMAGINI DEL BARBERIS, TRATTE DA VARI LIBRETTI DIDATTICI,

DI PREGHIERE, BIOGRAFIE, ECC.

 

Librettino realizzato per l'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia

dalle Arti Grafiche Pezzini, Milano




******

 

Preghiere per i defunti

 

 



******

 

Dedicato ai Misteri del Rosario

 

 

******

Dedicato a San Giuseppe

San Giuseppe nel Vangelo

Sposo della Madre di Dio



Esecutore dei piani di Dio

Padre Putativo del figlio di Dio

Guida silenziosa e generosa

Lume dei Patriarchi

Lavoratore umile e paziente

Custode della Santa Famiglia

Patrono dei moribondi

 

******

Altro pregevole libretto di immagini dedicate alla vita di don Luigi Guanella, ora Beato, realizzato nel 1956

 

Il piccolo Luigi offre i suoi dolci ad un vecchietto

Nel giorno della Prima Comunione gli sarebbe apparsa la Vergine Santa

Con il suo Vescovo, Mons. Frascolla, confessore della fede


Al Cottolengo di Torino

Alla scuola di don Bosco

A Pianello, Iddio gli apre la sua via

A Como prega nel Santuario, dopo l'incendio



Al Pian di Spagna per la redenzione dei fratelli e la bonifica della terra

Guardando con desiderio la Svizzera



A San Pio X don Guanella offre la nuova chiesa di S. Giuseppe

Incontro di carità con gli emigrati d'America

Nella Marsica sconvolta dal terremoto

Sul letto di morte

Don Guanella tra i suoi figli e i suoi poveri

La messe è matura: vieni e seguimi!

 

******

Mario Barberis ha realizzato anche una pregevole Via Crucis. I tratti decisi e il carboncino sottolineano l'immensa sofferenza del Redentore che si offre vittima per amore del genere umano.

VIA CRUCIS - Serie di 14 Cartoline -

Le immagini sono state gentilmente concesse dal sito

http://www.bagnonemia.it

 



I Stazione


II Stazione

III Stazione

IV Stazione

V Stazione

VI Stazione


VII Stazione


VIII Stazione

IX Stazione

X Stazione

XI Stazione

XII Stazione

XIII Stazione

XIV Stazione

 

******

Nel 1955 illustrò con 24 belle tavole in bianco e nero il volumetto di Padre Antonio da Stigliano dedicato a P. Gioacchino La Lomia in occasione del 50° della sua morte.

(Immagini tratte dal citato testo e gentilmente concesse dal sito http://www.canicatti-centrodoc.it - Centro di Documentazione della Città di Canicattì)

 

Gaetanino erige altarini in casa

Generosità e birichinate di Gaetanino

   

Gaetanino si fa cappuccino

P. Gioacchino parte per le Missioni

   

P. Gioacchino assiste il Generale morente

P. Gioacchino battezza gli indios
   

P. Gioacchino assalito dal giaguaro

P. Gioacchino assalito da un indios

   

P. Gioacchino lascia la missione

P. Gioacchino entra in Canicattì
   

P. Gioacchino guarisce un paralitico

La pesca miracolosa dei tonni a Targia,
località nei pressi di Siracusa
   

P. Gioacchino guarisce un moribondo

P. Gioacchino predica all'aperto
   

P. Gioacchino benedice barche e mare

P. Gioacchino dona la carità ai poveri
   

P. Gioacchino benefica il fotografo sordomuto

P. Gioacchino celebra la Messa

   

L'Apparizione della Madonna a P. Gioacchino

P. Gioacchino guarisce un'ammalata
   

Trasporto miracoloso

P. Gioacchino guarisce il bambino Vincenzo Munna
   

P. Gioacchino moribondo adora il S.S. Sacramento

Apparizione di P. Gioacchino

Il Barberis realizzò queste immagini negli anni '50, a corredo di un racconto sulla vita di padre Gioacchino La Lomia, missionario cappuccino che aveva vissuto per molti anni nell'America del Sud.

 

 

******

Per ulteriori immagini vedere anche:

 

- Litanie

- Sacro Cuore

 

- Per ulteriori informazioni sul Barberis:

- Mario Barberis, Pittore romano di Antonio Nave

- Mario Barberis, illustratore Francescano di Antonio Nave

 

Ciao a Tutti | Contattami | Nota Legale | Ringraziamenti |©2000-2020 Cartantica.it