Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare.

Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.

Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno 2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel 2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069 intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

 

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.


Per Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel. 328-6911.049
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

 

 

 

SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 1 - 2919
Gennaio - Marzo 2019

 

S. Franciscus de Paula Miniatura - Fine sec. XVII - prima metà XVIII - cm 10x15 [Collezione G. Gualtieri]

 

Produzione centro-europea. Il santo è inserito in un cartiglio ottagonale dai bordi arrotondati al centro di una ricca cornice floreale. È ritratto a figura intera col volto arricchito dall’aureola, con la testa lievemente inclinata e con lo sguardo rivolto verso un sottile bastone impugnato con entrambe le mani. Quattro cespi di foglie con rose riempiono lo spazio intorno al cartiglio e una sorta di baldacchino schematizzato, di colore rosa, sovrasta la figura del santo. Nella parte inferiore una ricca cornice stilizzata di rose completa la decorazione; il nome di San Francesco di Paola campeggia all’interno di una ‘cartouche’ rosa frangiata.
(L’articolo su San Francesco di Paola sarà presente nella Rivista nr. 2/2019)

 

 

 

- SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI -


SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI

1 - Servo di Dio Don Primo Mazzolari. Retro: Preghiera. Santino offerto da Margherita GRANDI.

2 - S.d.Dio Bonaventura Battaglia da Capizzi, OFM. Ref. Retro: Note biografiche e Preghiera. Santino offerto da Francesco SARRA MINICHELLO.

3 - S.d.Dio Illuminato Xharra da Capizzi, OFM.Cap. Retro: Note biografiche e Preghiera. Santino offerto da Francesco SARRA MINICHELLO.

4 - S.Giuseppe (venerato a Tricase). Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuseppe COLAZZO.

5 - San Ludovico da Casoria e Beata Maria Cristina di Savoia. Retro: Preghiera. Santino offerto da padre Michele M. GIULIANO, ofm.

6 - Servo di Dio Jean Berthier MS. Retro: Preghiera. Santino offerto da Ippazio MASTRIA.

7 - Maria SS. del Rosario, protettrice di Flocco. Retro: Preghiera di San Bernardo. Santino offerto da Giuseppe MELONE.

8 - San Felice, Martire, venerato nella Chiesa di S.Giovanni Battista a Poggio Bustone (RI). Retro Preghiera a Dio. (Serie MG49). Santino offerto da padre Michele M.GIULIANO, ofm.

9 - San Giuseppe. Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuseppe COLAZZO.

10 - Madonna di Lourdes. Retro:Preghiera. Santino offerto da Roberto DE SANTIS.

11 - Madonna di Stignano, venerata a San Marco in Lamis (FG). Retro: Preghiera. Santino offerto da socio AICIS.

12 - S.Giovanni della Croce. Retro: Preghiera. Santino offerto da Antonino COTTONE.

 

 

VITA ASSOCIATIVA

BUON ANNO 2019! PROGRAMMAZIONE RIUNIONI NELLA SEDE ROMANA DI PIAZZZA CAMPITELLI

Il Presidente Giancarlo Gualtieri augura sia agli associati che ai loro familiari un sereno 2019. Si partecipa che il Consiglio Direttivo ha stabilito le date delle riunioni mensili a Piazza Campitelli per l’anno 2019: 8 Gennaio, (2° martedì); 5 Febbraio; 5 Marzo; 2 Aprile; 7 Maggio; 4 Giugno; 2 Luglio; Agosto = vacanza; 10 Settembre (2° martedì); 1° Ottobre; 5 Novembre e 3 Dicembre.


TESSERA 2019: INVIO A QUANTI HANNO GIÀ RINNOVATO LA QUOTA SOCIALE DI EURO 38,50

Si allega il modulo di ccp per il versamento della quota sociale 2019, sempre di euro 38.50. Nella causale del modulo è stata aggiunta la voce “Offerta” per quanti vogliano aggiungere qualcosa per aiutare l’associazione per la mostra annuale. Si allega invece la Tessera per i soci per i quali è già giunta in segreteria la conferma Bancoposta del pagamento della quota sociale 2019. La Tessera commemora sul lato A il VI Cent.rio della morte di San Vicenzo Ferrer e sul lato B il V Centenario di canonizzazione di S. Francesco di Paola. Un sentito grazie al socio Paolo Emilio Camaiora (Titolare della SATEC Srl di Baranzate – MI) che anche quest’anno ha offerto agli associati il calendario tascabile del 2019.


ROMA, 5 GENNAIO 2019: A S. MARIA SOPRA MINERVA CONCERTO DI NATALE DEL GRUPPO DI MUSICA ANTICA “LA FONTEGARA”


Sabato 5 gennaio 2019, alle ore 17, nel salone della Mostra sociale AICIS si svolgerà il Concerto di Natale (con Ingresso libero) “In dulci Jubilo” , ad opera del Gruppo di Musica Antica “La Fontegara” diretto dal nostro socio il Maestro Augusto Mastrantoni di Roma. L’evento, che già nella scorsa edizione 2017/2018 ha avuto un immenso successo, è organizzato dall’Associazione Culturale Roma Tiberina “Salotto Romano” (in sala vi sarà il Presidente Sandro Bari e una foltissima rappresentanza di associati) e dall’AICIS (in sala sarà presente il Presidente Giancarlo Gualtieri con il Consiglio Direttivo e alcuni soci del Lazio). Siamo certi che la manifestazione avrà l’apprezzamento del pubblico grazie ai particolari brani scelti, alla qualità degli esecutori ed alla rarità degli strumenti adoperati. Il Gruppo sarà composto da Augusto Mastrantoni (con strumenti: organo portativo, ghironda, gemshorn, flauto doppio, canto); Dario Guerci (flauti diritti, dolzaina, cromorno, canto); e Pasquale Sculco (saz, percussioni, campane). Il Vicepresidente Aicis Renzo Manfè presenterà, volta per volta, i quattro gruppi di brani che verranno eseguiti dal Gruppo di Musica Antica “La Fontegara”.


ROMA, 20 OTTOBRE 2018: È VENUTA A MANCARE LA SOCIA MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI

La Prof. Dott. Maria Gabriella Alessandroni il 20 ottobre 2018 ci ha lasciato. L’Aicis e la famiglia ringraziano tutti gli associati che hanno inviato messaggi di condoglianze sui ‘social’ o per telefono superando anche un riserbo a comunicare i propri sentimenti più intimi, profondi e sinceri verso una donna eccezionale e a condividere insieme il dolore e la sofferenza per questa perdita inaspettata. Maria Gabriella, socia AICIS fin dagli anni novanta, è stata una assidua frequentatrice delle nostre riunioni mensili, spesso presente con articoli sulla Rivista “Santini e Santità” e preziosa suggeritrice di iniziative sociali. Nelle ultime elezioni per il quinquennio 2017-2021, era stata eletta, a livello nazionale, Consigliere del Direttivo AICIS, ma e “per problemi di salute sopraggiunti, e per voler far spazio ai giovani” , come ha motivato lei stessa nella lettera di dimissioni, ha rinunciato alla carica. Desideriamo ricordare il suo ultimo articolo, quello pubblicato sul nr. 3/2018 a pag. 18: “Roma - La Chiesetta di San Mario” .
Per l’occasione aveva anche fatto stampare, a proprie spese, il santino dei Santi Mario, Marta, Audiface e Abaco martiri, per inserirlo nella rivista in modo che ogni socio potesse averne un ricordo: è stato il suo ultimo dono a tutti i soci dell’AICIS e, simbolicamente, una piccola eredità. Un grande cuore, una grande anima, una grande umanità e cultura, una indimenticabile socia che ha avuto contatti epistolari e telefonici con moltissimi associati che le richiedevamo informazioni, consigli o volevano esprimere riconoscenza per i suoi articoli. Ecco il testo del telegramma che il Presidente dell’AICIS, Giancarlo Gualtieri ha trasmesso per l’occasione alla famiglia: “Appresa dolorosa notizia della dipartita di Maria Gabriella, associazione AICIS esprime sentite condoglianze punto Socia da oltre due decenni, Maria Gabriella rimane nel cuore di tutti per bontà, collaborazione, disponibilità, amicizia, presenza e sincero affetto punto Da questa mattina e per dieci giorni saranno celebrate Sante Messe di suffragio perché Dio doni a Maria Gabriella la gioia dell’incontro con Lui, ricco di misericordia, ed ai familiari consolazione e speranza.

GIANCARLO GUALTIERI - Presidente AICIS – Roma 21 ottobre 2018” .

 

 

 

LE LETTERINE DI NATALE IN TEMPO DI GUERRA


Riportiamo la conferenza sul tema “Le Letterine di Natale in tempo di guerra” che la dott.ssa Giuseppina Licordari Gualtieri ha tenuto il 15 dicembre 2018 all’inaugurazione della Mostra sociale Aicis “In Dulci Jubilo”.


di Giuseppina LICORDARI GUALTIERI

Il Natale è sempre un momento di riflessione sulla propria vita e sul proprio operato sia da parte degli adulti, sia da parte dei bambini per i quali questa festività assume un valore tutto speciale; possiamo conoscere tutte le loro considerazioni semplici e ingenue dalle loro letterine, e in particolare da quelle di Natale rivolte ai soldati impegnati sul fronte di guerra e scritte dai propri figli. Il materiale esaminato copre un arco cronologico che comprende le due guerre mondiali e mi hanno incuriosito alcuni testi contenuti in queste letterine che ci danno una visione diversa e non tradizionale del clima storico vissuto dai bambini in epoca bellica.


Si tratta di un materiale semplice che non ha la preziosità dei santini più antichi, ma che ha una sua specificità e si può considerare sempre una produzione artistica ottenuta con materiale povero e con creatività. Le letterine sono un misto di immagini e parole, realizzato per una funzione augurale particolare e contenente un vissuto unico e irripetibile. Esse hanno non solo un valore sentimentale, ma posseggono anche un aspetto nostalgico, perché ci restituiscono un mondo di affetti sconosciuto nella nostra odierna società. Anche questo tipo particolare di letterine cosiddette “militari” presentano le stesse caratteristiche tipologiche di quelle augurali.

L’uso della letterina di Natale nasce in Europa nel corso del XVIII secolo, come usanza augurale nelle famiglie nobili ed abbienti; infatti alcuni esemplari più antichi, ascrivibili alla città di Amburgo, riportano gli auguri per il Capodanno: in seguito l’uso augurale passa all’ambito natalizio, così l’usanza si diffonde in tutti i ceti sociali dalla fine del XIX secolo. La letterina è qualitativamente meno preziosa del santino e ad esso però molto simile, in quanto il supporto, cioè la carta, è il medesimo, i temi iconografici sono gli stessi, così come la presenza di un testo scritto e l’applicazione di decorazioni con cromolitografie che sono tutte caratteristiche presenti anche nelle immaginette sacre. Queste letterine sono una categoria particolare di materiali, perché attengono al mondo dell’infanzia e sono proprio i bambini in età scolare ad essere i protagonisti dei piccoli capolavori che sono giunti fino a noi e sono portatrici di un messaggio scritto rivolto ai genitori o alla famiglia in generale.

Sono realizzate con un materiale povero, la carta, ma pregevole nel contempo perché si può usare in mille modi e decorare in svariate maniere; la loro struttura è molto semplice e standardizzata: sono formate da due fogli di quaderno, talvolta dotati di righe orizzontali entro le quali il bambino si cimentava ad esporre i suoi pensieri augurali, oppure sono costituite da due pagine senza righe riempite a mano libera. Generalmente solo il primo foglio era decorato e negli esemplari più antichi la decorazione è più accurata, ma col passare del tempo la qualità dei decori si impoverisce e diviene meno importante.

Anche la calligrafia è una componente caratterizzante, perché nel corso del XIX secolo è di buona fattura, in quanto l’esercizio calligrafico era obbligatorio nelle scuole elementari, per cui le letterine più antiche presentano lettere ben fatte ed ordinate, con segno sottile e rotondo e andamento inclinato, con apici e fronzoli, secondo l’usanza del %tempo e sono scritte con l’uso di inchiostri diversi: dal nero, al seppia o violetto nelle lettere di inizio novecento. In seguito si nota una mano sempre più incerta, con lettere dal tratto tremante e di diversa grandezza, specie nel corso della prima metà del XX secolo, quando cessa l’interesse per i modelli calligrafici imposti dalla scuola; proprio queste particolarità si notano nelle letterine militari scritte dai vari fanciulli di cui sono sopravvissute le loro composizioni.

Inoltre si deve tenere presente che gli autori di queste letterine sono spesso fanciulli anche di prima elementare e per questo motivo la loro grafia è più incerta. Nella maggior parte delle letterine natalizie, nella prima pagina, a prescindere dalla decorazione a stampa, è posta una semplice cromolitografia ritagliata e incollata e di piccole dimensioni, collocata nella parte alta del foglio, al fine di rendere più accattivante la letterina.
La piccola cromolitografia riproduce i consueti temi natalizi con la presenza di Gesù: abbiamo Gesù Bambino da solo o nella mangiatoia, o accompagnato dagli Angeli, o benedicente entro una stella, o con i suoi genitori, tanto per citare gli schemi più consueti; oppure vengono collocati fiori, angioletti o bimbi paffutelli. La decorazione è un elemento importante e d’impatto dal punto di vista estetico perché conferisce valore al supporto cartaceo; nelle primissime letterine si nota una decorazione maggiore, quasi barocca e si usa molto color oro. La decorazione di questi manufatti segue il gusto artistico dell’epoca in cui sono prodotti: la prima pagina viene decorata da una cornice molto grande con decorazioni floreali o geometriche e lascia poco spazio al testo scritto.


Fig. 1 e 2

Fig. 3 e 4


Ad imitazione del santino, viene realizzata con pizzo traforato a punzone, o stampata in rilievo e di color oro brillante. Si adeguava agli elementi decorativi dell’arte Liberty che imperava dalla fine del 1800 ai primi ventenni del 1900. In alcuni esemplari del 1914 e del 1917, in pieno clima di grande guerra, si ritrovano queste caratteristiche formali, e gli elementi ornamentali sono alquanto singolari e riprendono i motivi dei biglietti benaugurali: abbiamo una letterina del 1914 (fig.1) con foglio doppio e rigatura sottile di quinta elementare in cui nella prima facciata vi è una ricca cornice con decorazioni di color oro, stile barocco; è stampata in rilievo e nella prima pagina, nella parte alta è attaccata una cromolitografia posta entro una cornice dorata in cui campeggia la figura di un fanciullo-puttino che sostiene una ghirlanda con fiori.

 


Fig. 5

 

In un’altra del 1917 (fig.2), con foglio doppio e preziosa cornice di pizzo, traforata a punzone, decorata con volute ed elementi decorativi floreali su di un fondo imitante il tulle, nella parte alta della prima facciata è posta una cromolitografia floreale ritagliata e composta da un ferro di cavallo e un mazzetto di primule. Successivamente, dagli anni 3040 del novecento, nel periodo della seconda guerra mondiale, vi sono altre letterine natalizie che i soldati ricevevano come conforto durante le feste trascorse lontano dalle proprie famiglie, oppure scritte dai propri figli e lette alla loro presenza il giorno di Natale.

In esse la decorazione comincia a semplificarsi, la cromolitografia ornamentale diviene di proporzioni sempre più piccole e relegata in un esiguo spazio della prima pagina, infilata nella parte alta. Una letterina del 1945 (fig.3), con foglio doppio dai bordi centinati con righe di quinta, è decorata con bordi a festoni, ornata da una vasta zona di motivi floreali impressi a rilievo lungo i quattro lati della prima facciata. La cromolitografia di ridottissime misure presenta Gesù nella mangiatoia ed è applicata in alto al centro.

 

Altre due letterine di questo periodo, scritte nel Natale del 1941 (fig.4) e 1943 (fig.5), - Continua

 

 

CAPIZZI E I SUOI SERVI DI DIO


SERVO DI DIO BONAVENTURA BATTAGLIA DA CAPIZZI - di Francesco SARRA MINICHELLO

 

 


In occasione del 400° anniversario della morte del Servo di Dio Frate Bonaventura Battaglia da Capizzi è stato distribuito il santino, raffigurante il Frate, proprio mentre era intento a svolgere la mansione di ortolano nel convento. Andiamo con la storia. Frate Bonaventura Battaglia nacque a Capizzi in Sicilia nel 1522, antichissimo borgo nebroideo abbarbicato sul Monte Verna, dove trae origine il fiume Simeto.

Di sani principi, timorato da Dio, fu allevato dai genitori molto cristianamente e nel 1574 si fece frate, indossando l’abito di San Francesco, prima nell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, poi in quello dei Frati Minori Riformati Zoccolanti, della stretta Osservanza. Frate laico di cerca, ortolano nei vari conventi, condusse una vita austera e umile, in povertà e penitenza. Fu dotato da Dio del lume profetico, per combattere il maleficio e del dono delle lacrime che spargeva in copiosamente durante le orazioni. Soprannominato “l’Asino di Capizzi” perché trattava il suo corpo con umiltà e disprezzo, ebbe una vita a dir poco avventurosa, in cui ha avuto familiarità con prìncipi, dottori, frati, suore e gente comune. Una geografia da impazzire: da Capizzi a Castelvetrano, passando da Nicosia, Enna, Piazza Armerina, Caltanissetta e Trapani. Quarantaquattro anni di missione in territori siciliani, caratterizzata da viaggi che hanno dell’incredibile, incidenti di serie, disavventure, colpi di scena, imprese al limite dell’impossibile, piedi nudi che affondano nel fango con cilicio rappezzato


Il santino allegato alla Rivista per i soci Aicis, fatto stampare a Ragusa da Andrea Criscione, è stato commissionato dal sottoscritto a Mario Roberto Valenti di Capri Leone che lo ha disegnato. Il disegno originale è in china e matita e raffigura il Frate orante in ginocchio, con cilicio rappezzato, mentre tiene in mano la zappa e con l’altra mano il Santo Rosario. La visione beatifica di Gesù Cristo in una nube trasportato dagli angeli ne fanno da scena, il tutto in un grande e antico convento con porticato. Il Servo di Dio morì a Castelvetrano il 10.7.1618 in odore di Santità. Facciamo conoscere quindi un “Santo dimenticato” dagli uomini in terra, ma già Santo in paradiso nei cieli.

SERVO DI DIO ILLUMINATO XHARRA DA CAPIZZI di Francesco SARRA MINICHELLO

Il Servo di Dio Padre Illuminato Xharra nacque a Capizzi in Sicilia nel 1683. Ex Provinciale Cappuccino, rettore, dottissimo in filosofia e teologia, ingrandì il convento di Gibilmanna, vicino Cefalù, dove morì il 3.2.1760 con fama di uomo perfettamente virtuoso. Padre predicatore (presbitero) e lettore: è un onore e un vanto per la Città di Capizzi, località spesso dimenticata o disconosciuta, aver dato i natali ad una persona tanto illustre: la cittadina viene chiamata la Città di San Giacomo e dei Santi. Sono una dozzina, tra frati e suore tutti originari di Capizzi, morti in odore di Santità. Questa vigorosa e simpatica figura di religioso e di “Santo”, che trascorse tanti anni nel Santuario della Madonna di Gibilmanna, sempre in qualità di superiore zelante e dinamico, è divenuta motivo di vanto anche per la stessa Gibilmanna che lo ha accolto e che cerca ancora oggi di non dimenticare il Reverendo Padre, distintosi per bontà e amore verso il prossimo.

Fu un uomo di grande virtù che fu visto elevarsi in estasi. In seguito alla sua morte, si cercò di perpetuarne il ricordo attraverso una tela ritraendone l’effige recante questa iscrizione: “Il Reverendo Padre Illuminato da Capizzi ex provinciale, uomo veramente pio e pieno di carità, quanto per i suoi talenti e disciplina. Fu elevato all’ordine dei cap puccini come capo supremo della provincia di Messina. Ma per amore della contempla zione, della sua vita solitaria, senza ancora aver finito il triennio come provinciale abdicò con molta fermezza, perciò ritornò al convento di Gibilmanna dove dedito al culto della Beatissima Vergine Maria, si distinse nella misericordia verso i poveri e i fratelli malati che era solito confortare con dolcissime parole se non ci riusciva con la preghiera. Infatti morì ricco di meriti all’età di 77 anni da Santo, dopo aver vissuto ben 51 anni nella religione come frate cappuccino”.

Anche questa immaginetta, colore seppia su cartoncino, allegata a questa rivista per tutti i soci Aicis, è stata fatta stampare a Ragusa da Andrea Criscione, ed è stata commissionata dal sottoscritto a Mario Roberto Valenti di Capri Leone che l’ha disegnata: il disegno originale è in china e matita. Raffigura il Frate che lievita mentre prega davanti al Santissimo Sacramento e alla Statua Gaginiana della Madonna di Gibilmanna: tra gli sfarzosi tendaggi si scorge il viso di un frate che assiste alla scena. Facciamo conoscere un altro “Santo” della nostra amata terra di Sicilia. La sua festa liturgica si celebra il 3 Febbraio.

 

 


CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

7.11.2018: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI Il 7 novembre 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E. Rev.ma il Signor Card. Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti decreti riguardanti:

 

A - 14 NUOVI BEATI I] - Durante l’Udienza, il Papa ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto sulle virtù eroiche e sulla conferma del culto da tempo immemorabile (beatificazione “equipollente”) del Servo di Dio MICHELE GIEDROJC, laico professo dell’Ordine di Sant’Agostino


MICHELE GIEDROJC’ (1425-1485) Michele Giedrojć nasce a Giedrojce, in Lituania, intorno all’anno 1425. Trascorre un’infanzia con problemi di salute; tra l’altro, avendo una gamba più corta, cammina e gioca aiutandosi con due grucce, soffrendo per le derisioni dei compagni. Molto sensibile alle sofferenze altrui, si commuove per le sofferenze di Cristo. Venera Gesù Crocifisso la cui immagine porta sul suo petto.
Al suo confessore dichiara che Cristo gli parla dalla croce con le parole: “Sii paziente fino alla morte, e ti darò la corona della vita”. Ha un grande spirito di mortificazione e il dono di predicare cose future.
Nel 1460 entra tra i Canonici regolari della penitenza dei Beati Martiri di Bystrzyca, in Lituania. Alcuni mesi dopo, è inviato in un convento di Cracovia, ove emette la professione religiosa nelle mani del Padre Generale dell’Ordine. Nel 1461 inizia a studiare arti liberali presso l’Akademia Krakowska, oggi Università Jagellonica, conseguendo nel 1465 il baccalaureato in teologia. Conosce e diviene amico di diversi religiosi polacchi di quel periodo, quali: san Giovanni da Kęty, san Simone da Lipnica, san Stanislao Casimiritano, il beato Ladislao da Gielniów, padre Świętosław Milczący e padre Izajasz Boner. Nonostante la sua vocazione, rinuncia ad essere ordinato sacerdote e preferisce rimanere laico all’interno della congregazione. Conduce la sua vita a Cracovia, nel monastero annesso alla chiesa di San Marco, dedicando il suo tempo alla contemplazione della Passione di Cristo. Spesso prega davanti all’immagine della Madonna, in seguito chiamata Madre di Dio Giedroyova.

Lo stile di vita molto rigido da lui condotto gli provoca un indebolimento del corpo e aggrava le sue condizioni di salute. Muore il 4 maggio 1485 a Cracovia mentre prega in ginocchio insieme ai suoi confratelli.

II] - Nella stessa Udienza, il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti il miracolo, attribuito all’intercessione sia della Venerabile Serva di Dio EDVIGE CARBONI che della Venerabile Serva di Dio BENEDETTA BIANCHI PORRO

EDVIGE CARBONI (1880-1952) Edvige nasce a Pozzomaggiore (Italia) il 2 maggio 1880 e muore a Roma il 17 febbraio 1952. Sin da piccola ha la grazia di visioni mistiche. Spesso gioca con Gesù Bambino. Vorrebbe consacrarsi al Signore, ma a causa della malattia della mamma sceglie di assisterla e di badare all’intera famiglia. Esperta ricamatrice, con il suo lavoro, contribuisce al mantenimento dei suoi cari, tra cui un fratello e una sorella. La sua vita scorre tra l’umile lavoro quotidiano e i fenomeni mistici: bilocazioni, levitazioni, estasi, visioni, attacchi diabolici, fino a ricevere le stimmate che cerca di nascondere in tutti i modi. Per tutto questo deve affrontare pettegolezzi e calunnie fino a essere sottoposta ad una indagine canonica da parte dell’autorità ecclesiale, che ella accoglie con spirito di grande obbedienza, venendo poi completamente assolta. Fa della sua vita un servizio, dedicandosi in particolare ai poveri e agli ammalati.

BENEDETTA BIANCHI PORRO (1936-1964) Benedetta nasce a Dovadola (Italia) l’8 agosto 1936 e muore a Sirmione del Garda (Italia) il 23 gennaio 1964. Di salute fragile sin dalla nascita, a tre mesi ha la poliomielite, che la fa diventare zoppa a causa di una gamba più corta. La sua aspirazione è diventare medico per curare i malati. A 13 anni comincia ad accusare un deterioramento generale delle sue condizioni per il morbo di Recklinghausen. Dà alcuni esami di medicina, ma gradualmente diventa cieca, sorda e paralitica. Nel buio del suo dolore viene illuminata da una luce: Gesù. La dolcezza della sua presenza le fa dire: “La vita in sé e per sé mi sembra un miracolo, e vorrei poter innalzare un inno di lode a Chi me l’ha data” . Benedetta diventa un dono per gli altri. In tanti vengono a visitarla, attratti dal mistero di una ragazza che colpita da una sofferenza tremenda reagisce con amore e speranza: “Ho trovato che Dio esiste - afferma - ed è amore, fedeltà, gioia, certezza” . Poco prima di morire consegna questo suo messaggio: “Amate la vita, perché anch’io sono stata contenta di quello che Dio mi ha dato”.


7.11.2018: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI Il 7 novembre 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E. Rev.ma il Signor Card. Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti decreti riguardanti:


III] - È stato inoltre promulgato il Decreto riguardante il martirio dei Servi di Dio: - ANGELO CUARTAS CRISTOBAL e 8 COMPAGNI - MARIANO MULLERAT Y SOLDEVILLA - GIACOMO ALFREDO MILLER ANGELO CUARTAS CRISTOBAL E 8 COMPAGNI

 

Papa Francesco, il 7 novembre 2018, nel corso dell’Udienza concessa al Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il Cardinale Angelo Becciu, autorizza la Congregazione a pubblicare il Decreto sul Martirio dei Servi di Dio Angelo Cuartas Cristobal e otto compagni di classe che sono stati assassinati per odio alla fede tra il 1934 e il 1937.
Questi nove giovani sono una rappresentazione di molti che hanno subìto persecuzioni, maltrattamenti e morte per la sola “colpa” di aver osato seguire le orme di Cristo. Quando alcuni mass media richiamano il riconoscimento dei nostri martiri, parlano di “martiri della guerra civile”, ma non è del tutto corretto. Gli eventi dolorosi che coinvolgono i nove ragazzi sono da collocarsi negli anni 1934/37, in una Spagna scossa da violenze scoppiate tra i partiti conservatori cattolici, vincitori delle elezioni, e le sinistre, forti del sostegno dei movimenti operai. La rivoluzione di ottobre è molto violenta nelle Asturie, in particolar modo a Oviedo, occupata dai minatori che saccheggiano la città ed uccidono numerosi ecclesiastici, tra cui questi nove seminaristi. I primi sei martiri che seguono sono uccisi nel 1934, mentre gli altri tre nel periodo 1936/37. Con questi sono già 1901 martiri spagnoli del XX secolo riconosciuti dalla Chiesa, anche se, secondo alcuni studi, si stima che le cifre della morte a seguito della persecuzione religiosa durante la repubblica e la guerra civile spagnola ammontino a più di 10.000. La Congregazione per le Cause dei Santi aveva concesso il nulla osta per introdurre la causa di beatificazione di questi Servi di Dio in data 12 maggio 1993.

ANGELO CUARTAS CRISTOBAL (1910-1934)
Angelo nasce a Cabo de Lastres (Colunga) nelle Asturie il 1° giugno 1910, in una famiglia numerosa, da Giuseppe, pescatore, e da Giuseppina Cristóbal Granada, casalinga. Nel 1923, a tredici anni entra nel Seminario di Valdediós per gli studi umanistici. Giovane timido, ma molto affabile e sensibile, con un forte senso della responsabilità, è scelto per il compito di sacrestano. Inoltre, è “fan del calcio” come quasi tutti i giovani seminaristi di quel tempo; quando gioca con i suoi compagni di squadra, chiede sempre la posizione di centravanti. Per gli studi di filosofia e teologia passa poi nel Seminario diocesano di Oviedo. Nel maggio 1934 viene ordinato suddiacono. Don Angelo è cosciente di essere in pericolo di vita già dal 1931, ma non ha mai voluto andarsene. Nel 1934 Don Angel Cuartas, a seguito di una irruzione di rivoluzionari, si nasconde in un vicino se
minterrato nel quartiere di San Lázaro, insieme ad altri seminaristi. Ma con gli altri viene preso, portato sulla strada di Oviedo e sparato nel fosso di quella strada. È il 7.10.1934. Il suo corpo viene sepolto nella cappella del cimitero di Lastres. È riesumato nel 2013 e i suoi resti portati a Oviedo insieme a quelli dei suoi compagni martiri.

e 8 COMPAGNI, MARTIRI

1 - JESUS PRIETO LOPEZ ACEBEDO (1912-1934) Jesus nasce a Tapia de Casariego, parrocchia di Santa María de la Roda, il 28 agosto 1912 da Giuseppe Maria e Marcellina López Acebedo. È il settimo di undici fratelli. Come ricorda sua sorella Benigna, “era affettuoso, gentile e molto buono, perché per lui andava tutto bene, non ha mai litigato. Era andato al seminario di sua spontanea volontà ed era molto volente roso” . Aveva 22 anni quando fu ucciso il 7 ottobre 1934.

2 - JOSÈ MARIA FERNANDEZ MARTINEZ (1915-1934) Josè Maria nasce a Stub Cimero (Pola de Lena), il 9 maggio 1915. Ancora piccolissimo rimane orfano della mamma. Durante la sua infanzia è un allievo della scuola marista di Pola de Lena. I suoi amici lo ricordano come “molto carino, socievole e allegro” . Entra nel seminario minore di Valdediós nel 1927. Anche lui vive con preoccupazione la situazione politica del momento. È consapevole del pericolo. Viene brutalmente assassinato il 7 ottobre 1934 a soli diciannove anni.

3 - MARIANO SUAREZ FERNANDEZ (1910-1934) Mariano nasce nella parrocchia di San Andrés de Linares (El Entrego), nel 1910. Suo padre, un minatore e conoscitore di movimenti sociali, avverte lui e suo fratello del pericolo che stanno correndo a partire dall’anno 1931: “Guarda, arrivano dei tempi difficili e la Chiesa sarà perseguitata” , ha detto loro. Suo fratello ha lasciato il seminario a causa di una malattia, e Mariano ha perseverato. Al momento della sua morte aveva 24 anni.

4 - CESAR GONZALO ZURRO FANJUL (1912-1934) Suo padre Luigi è nativo di Valladolid e sua madre Mercedes Fanjul Ania di Avilés, dove anche Cesare nasce il 22 ottobre 1912. All’età di 11 anni entra nel Seminario. Ha una speciale devozione per la Madonna. Molti testimoni ricordano che è uno studente brillante e uno scrittore drammaturgo dilettante, come dimostra la sua opera “Il traditore Dolfus” rappresentata con i suoi colleghi in seminario pochi mesi prima della sua martirio. La morte lo coglie l’11 ottobre 1934 ad Oviedo, mentre sta frequentando il secondo anno di teologia. Aveva 21 anni.

5 - JUAN JOSÈ CASTANON FERNANDEZ (1916-1934) Juan Josè nasce a Moreda de Aler il 6 agosto 1916 da Giuseppe e Manuela Fernández Díaz. Entra nel Seminario di Valdediós nel 1928 a 12 anni. Le testimonianze dicono che lo chiamavano “Castañín” e che aveva una particolare devozione alla Madonna. Ha sempre difeso la sua vocazione sacerdotale quando la gente cercava di dissuaderlo. Aveva 18 anni quando muore per mano dei rivoluzionari il 7 ottobre 1934.

6 - MANUEL OLAY COLUNGA (1911-1937) Manuel nasce a Noreña il 25 luglio 1911 da Francesco e Angelina Colunga. È il settimo di dodici figli di una famiglia di agricoltori. Nel 1925, a quattordici anni, entra nel seminario minore. Scampa alla morte nel 1934, anzi quando apprende del martirio dei seminaristi nel ‘34, vuole celebrare un’Eucaristia il 7 di ogni mese in suffragio delle loro anime. All’inizio della guerra, nel luglio 1936 si trova in viaggio verso León insieme ad un novello sacerdote che si sta recando nella sua città natale per celebrarvi la sua prima Messa, quando devono nascondersi. Scoperti ed imprigionati il 18 giugno 1937, vengono portati prima a Gijón e poi nei pressi di Oviedo. Qui con uno stratagemma, durante la notte, i rivoluzionari fanno uscire dal carcere Manuel e gli sparano alla testa uccidendolo sul colpo. Era il 22 settembre 1937. I suoi resti non sono stati trovati.

7 - SIXTO ALONSO HEVIA (1916-1937) Sixto Alonso nasce a Poago il 1° febbraio 1916 da Sisto Alfonso e Maria Hevia Hevia: è il più vecchio di undici fratelli. La famiglia risiede a Luango (Spagna). Fin da bambino desidera farsi sacerdote. E così a tredici anni, nel 1929, entra in seminario. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile, si trova in famiglia per le vacanze estive. Arrestato insieme al padre, viene rinchiuso per breve tempo nella chiesa parrocchiale adibita a carcere. Il 27 maggio 1937 alcuni rivoluzionari lo sorprendono mentre si trova vicino al porto di Ventanielles: lo aggrediscono brutalmente pugnalandolo a morte, mentre il ragazzo invoca l’aiuto di Dio. I fratelli ricordano che ha detto ai suoi genitori: “Se mi succede qualcosa, dovete perdonare” . Aveva 21 anni.

8 - LUIS PRADO GARCIA (1914-1936) Luis nasce a San Martín de Laspra, il 4 marzo 1914, da Giuseppe e Vincenza, in una famiglia molto umile e numerosa: era il decimo di tredici fratelli. Nel 1930 entra in seminario a Valdediós grazie a una borsa di studio. Chiamato cinque anni dopo a prestare servizio militare, chiede e ottiene di essere mandato a Burgos dove può continuare gli studi presso il seminario locale. Allo scoppio della guerra si trova in famiglia. Sua sorella Paz ricorda che, conoscendo il marti
rio dei seminaristi avvenuto nel ‘34, Luis con orgoglio aveva affermato che “sarebbe stato felice di essere un martire”. Quando scoppia la guerra, si nasconde presso amici, ma viene denunciato, quindi arrestato in quanto seminarista e, infine, assassinato sulla spiaggia di Gijón il 4 settembre 1936.

MARIANO MULLERAT Y SOLDEVILLA (1897-1936) Mariano nasce a Santa Coloma de Queralt (Spagna) il 24.3.1897 da ricca famiglia, proprietaria terriera. Nel 1914 entra nella Facoltà di Medicina di Barcellona e nel 1921, e con il titolo di medico, si trasferisce ad Arbeca, in Catalogna, dove sposa Dolors Sans i Bové. Uomo educato, promuove L’Escut (1923-1926), un giornale locale pubblicato ogni due settimane in catalano. Pubblica regolarmente articoli su questioni morali, civiche e spirituali. Nel 1924, pur non appartenendo ad alcun partito politico, viene eletto sindaco di Arbeca e poi rieletto nel 1927. Durante questo periodo, alterna le responsabilità municipali con l’ufficio del medico di città. Questo uomo profondamente religioso e convinto praticante cattolico, viene giustiziato in odio alla Fede dai militanti su una strada nei pressi di Arbeca il 13 agosto 1936, vittima di persecuzioni religiose che si erano diffuse in tutta la Spagna durante la Guerra Civile.

GIACOMO ALFREDO MILLER (1944-1982) Giacomo nasce a Stevens Point (Stati Uniti d’America) il 21 settembre 1944. Nel 1959 entra nel noviziato junior del Missouri dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Nell’agosto del 1962 riceve l’abito e il nome di fratello Leo William. Trascorre tre anni alla Cretin High School a Saint Paul, nel Minnesota, dove insegna spagnolo, inglese e religione e forma una squadra di calcio. Nell’agosto 1969, dopo aver emesso i voti perpetui, è mandato alla scuola missionaria Lasalliana a Bluefields (Nicaragua) ove insegna fino al suo trasferimento nel 1974 a Puerto Cabezas, sempre in Nicaragua, dove è direttore. Sotto la sua direzione, la scuola passa da 300 a 800 studenti. Accetta il compito di dirigere e supervisionare la costruzione di dieci nuove scuole rurali. Nel 1979 i suoi superiori lo rinviano negli Stati Uniti, a Cretin, a causa della Rivoluzione Sandinista. Nel 1981 è inviato in Guatemala, (continua)
(Fonte: lasalle.org)


B - 10 NUOVI VENERABILI Sono stati promulgati 10 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.


1 - GIOVANNI IACONO (1873-1957) Giovanni nasce a Ragusa il 14 marzo 1873 da umile famiglia di cristiani praticanti. Terminati gli studi classici si arruola nell’esercito. Al termine del servizio militare, sentendo forte la chiamata al sacerdozio, entra nel seminario di Catania. Ordinato sacerdote il 21.9.1902, è inviato a Roma, al Collegio Apollinare, per completare gli studi e dove incontra Angelo Roncalli, futuro Papa. Qui si distingue per pietà, bontà, umiltà e carità. Completati gli studi a Roma, torna a Catania come padre spirituale del seminario arcivescovile e Canonico penitenziere della Cattedrale. È poi nominato Rettore del seminario. Nel 1918 Papa Benedetto XV lo nomina Vescovo di Molfetta - Giovinazzo - Terlizzi, nelle Puglie. È consacrato Vescovo l’8.9.1918 nella Cattedrale di Catania dal Card. Nava. Fà il suo ingresso nella Diocesi di Caltanissetta il 28.9.1921 e vi rimane fino al giugno del 1956. Si ritira quindi a Ragusa ove si spegne il 25 maggio 1957.

2 - ALFREDO MARIA OBVIAR (1889-1978) Alfredo Maria nasce il 29.8.1889 a Lipa (Batangas, Filippine). Orfano già da giovane, è accolto e assistito dai parenti di sua madre. Nel 1907 entra nel Seminario dei Gesuiti di S.Francesco Saverio ed è ordinato sacerdote il 15.3.1919. Il suo ministero inizia subito a Luta, ora Malvar (Batanga) ove mostra un singolare carisma per insegnare il catechismo, specie agli anziani, e continua come Pastore della Cattedrale a Lipa City (1927-1944). Riceve la nomina di Vicario generale della diocesi, e di cappellano dei Carmelitani del Monastero di Lipa. Il 29.6.1944 diviene vescovo ausiliare di Lipa, “facendo della formazione dei catechisti volontari rurali l’obiettivo principale del suo ministero” . Con le dimissioni del vescovo Versoza, Mon.Obviar riceve dalla Santa Sede l’incarico di Amministratore Apostolico della diocesi di Lucena, (continua)

3 - GIOVANNI CIRESOLA (1902-1987) Giovanni nasce a Quaderni di Villafranca (Verona) il 30.5.1902. Perde la mamma a sei anni e qualche anno dopo è accettato come studente esterno presso il Seminario Vescovile di Verona. Sceglie don Giovanni Calabria come suo consigliere spirituale. Rimane sotto la sua guida severa per tutta la vita. Il 10 luglio 1927, è ordinato sacerdote. Inviato a diverse parrocchie come parroco, si prende cura dei giovani. Nell’agosto del 1932, Padre Ciresola entra a Cancello di Mizzole come parroco. Continua a prendersi cura dei giovani e nel 1936 fonda una comunità di giovani donne che si dedicano a Cristo: ha inizio la Congregazione delle Povere Ancelle del Preziosissimo Sangue di Cristo approvata dal decreto dell’8.12.1958 con sede a Quinto (VR). (continua)

4 - LUIGI BOSIO (1909-1994) Luigi Santo Bosio nasce ad Avesa, provincia di Verona, il 10 aprile 1909, quartogenito di Umberto, possidente, e di Regina Avesani, lavandaia. Nel 1919 entra in seminario. Il 1° novembre 1931 è ordinato sacerdote. Nel 1932 è Curato a Legnago, nel 1937 a Presina ove il 1° marzo 1939 ne diventa il primo parroco. Il 9 giugno 1940 fa il suo ingresso nella parrocchia di Belfiore. Nella canonica vivranno con lui i genitori e la sorella Maria. Il 14 giugno 1943 viene posta la prima pietra della nuova chiesa di Belfiore, intitolata alla Natività di Gesù. L’altare maggiore è consacrato il 25 marzo 1947, mentre l’altare della Madonna il 25.3.1952. L’ultimo lavoro compiuto dal Sevo di Dio nella chiesa della Natività di Belfiore è lo Studium Pietatis, una cappella invernale, inaugurata il 27 dicembre 1966. (continua). (Fonte: postulazionecausesanti.it)

5 - LUIGI MARIA RAINERI (1895-1918) Luigi Raineri nasce a Torino il 19.11.1895 Spinto da vocazione, nel 1908 entra nella Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti). Studia poi nell’istituto “Vittorino da Feltre” di Genova e consegue la maturità come privatista. Nel 1914 professa i voti temporanei, poi, nell’imminenza della prima guerra mondiale, è chiamato alle armi. Dopo essere stato riformato per motivi di salute, a Tortona è dichiarato idoneo dopo una terza visita medica. A Tortona conosce San Luigi Orione. Nel 1915 riceve gli Ordini Minori. Iscritto alla scuola per allievi ufficiali di Caserta, cerca di mantenersi fedele al suo ideale di religioso, tendendo di continuo alla santità, benché l’ambiente attorno a lui sia ben diverso dallo studentato barnabitico. Passare dal chiostro alla caserma, è un’esperienza traumatica, ma Luigi (che i commilitoni chiamano “il pretino”) l’affronta con coraggio. (continua)

6 - RAFFAELLA DELLA PASSIONE (1836-1918) Raffaella nasce a Quito (Ecuador) il 22 marzo 1836 da Ignacio Veintemilla e Josefa Villacìs, che vivono un’autentica vita cristiana. Fin da giovane celebra con grande devozione la festa di San Rafael Arcangelo e sente il desiderio di consacrarsi a Gesù. Fa i primi voti di povertà, castità e obbedienza in privato e veste l’abito di Santa Mariana de Jesus. Subisce per nove mesi il carcere a causa del colpo di stato del fratello generale Ignacio Veintemilla, che era stato nominato presidente dell’Ecuador nel 1882. Nel 1883, a 47 anni viene espatriata dal suo Paese e si reca a Lima dove continua con una vita ritirata e devota. Nella Chiesa di San Pedro fonda il rosario vivente. Nel 1894 incontra padre Eustasio Esteban OSA che diviene suo direttore spirituale (continua)


7 - MARIA ANTONIA DI GESÙ (1700-1760) Maria Antonia nasce a El Penedo (Spagna) il 5 ottobre 1700, arcidiocesi di Santiago di Compostella (Spagna). Viene educata fin da bambina
ad una fede profonda e al lavoro. Le sofferenze patite e le grazie ricevute in fanciullezza fanno presagire il futuro misticismo. Il 19 marzo 1722, festa di San Giuseppe, al quale è assai devota, contrae matrimonio. Dopo la nascita di due figli e l’emigrazione del marito per ragioni economiche, ode l’invito del Signore a seguirLo. Lo fà con una vita di totale rinuncia di sé, nella continua preghiera e disponibilità assoluta all’azione del Signore. È arricchita con i doni di svariati fenomeni mistici che si manifestano anche esteriormente: benché analfabeta, ad esempio, legge e scrive senza l’aiuto di maestri. È dotata di un tale dinamismo apostolico, (continua). (Fonte: postocd.org)

8 - ARCANGELA BADOSA CUATRECASAS (1878-1918) Arcangela nasce a San Juan les Fonts (Girona, Spagna) il 16.6.1878. All’età di 10 anni, perde il papà e, un anno dopo, la mamma. Arcangela ed i sei fratelli orfani sono accolti dagli zii Christian Francisco Gelada, un meccanico di professione, e Joaquina, sposati, senza figli. Dopo la morte dello zio, Arcangela inizia a lavorare in un laboratorio. Tutti i fratelli abbracciano la vita religiosa, mentre lei rimane ad Olot occupandosi della zia Joaquina fino alla sua morte, avvenuta il 17 novembre 1907. Nel 1907, entra tra le suore di Nostra Signora del Monte Carmelo a Orihuela. Il 2 agosto 1909 pronuncia i voti religiosi e, nel 1915, quelli perpetui. Si stabilisce nella comunità carmelitana di Elda, dove lavora per la prima volta nella scuola creata dalle suore e poi in ospedale. La sua biografia dice (continua)

A - 1 NUOVO BEATO È stato promulgato il Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio RICHARD HENKES per il quale siamo in attesa di conoscere la data della cerimonia di Beatificazione.

1 - RICCARDO HENKES (1900-1945) Richard nasce il 26 maggio 1900 a Ruppach (Germania). Fin da piccolo desidera diventare sacerdote missionario. Dal 1912 frequenta la scuola elementare dei Padri Pallottini a Vallendar-Schoenstatt. Nel 1919 entra nel noviziato dei Pallottini nel Limburgo, ove studia filosofia e teologia ed è ordinato sacerdote professo della Società dell’Apostolato Cattolico il 6.6.1925. Lavora come insegnante e pastore nelle case di studio della comunità di Vallendar-Schoenstatt e delle Alpi (Basso Reno). Dal 1931 è insegnante in Slesia, prima a Katscher, dal 1937 a Frankenstein. Sottolineando l’immagine cristiana dell’umanità rispetto a quella del nazionalsocialismo, entra in conflitto con il regime nazista. Nel 1941 divenne Parroco a Strandorf a Hultschiner Ländchen. Qui familiarizza con la situazione di tensione tra la popolazione tedesca e quella ceca e cerca la mediazione.(continua)

9 - MARIA ADDOLORATA DEL SACRO COSTATO (1920-1954) Maria Pasqualina Luciani nasce il 2 maggio 1920 a Montegranaro (AP) sesta figlia di Enrico Luciani e Camilla Dezi. Dopo la sua Prima Comunione, la famiglia si trasferisce a Morrovalle (MC). Terminate le elementari Maria aiuta i familiari nei lavori agricoli. A tredici anni sente insistente la vocazione religiosa, ma resta accanto a sua madre rifiutando anche due proposte di fidanzamento. Solo il 4.6.1945, entra nel monastero delle Suore della Passione di Gesù Cristo, ossia le Passioniste claustrali di Ripatransone: il 22.8.1946 veste l’abito religioso e cambia il nome in suor Maria Addolorata del Sacro Costato. Poco dopo la professione dei voti temporanei, avvenuta il 15.11.1947 si ammala. Ricoverata nell’ospedale di Macerata nel settembre 1950, le viene diagnosticata una pleurite; (continua)

10 - LODOVICO COCCOPANI (1849-1931) Lodovico nasce a Calcinaia (Italia) il 23 giugno 1849. Il 14.9.1867 ottiene alla Normale di Pisa il diploma di maestro per le scuole elementari di grado superiore e insegna a Pisa e poi a Fucecchio (FI) per due anni. Nel 1871 vince il concorso come Esattore della Camera di Commercio di Pisa lavorando fino al 1883. Si dedica poi solo alle attività caritative vivendo del lavoro del fratello Don Lionello e del patrimonio familiare. Il 7.12.1907 veste l’abito di terziario francescano e l’anno successivo emette la Professione religiosa. Lodovico è sempre più coinvolto nell’evangelizzazione e nelle opere di carità. Aderisce a vari comitati di assistenza civile e religiosa. Presidente della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e membro del Terzo Ordine Francescano ispira tutta la sua attività alla spiritualità di San Francesco. Per questo unisce all’aiuto materiale (continua)

 

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21.12.2018: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI Il 21 dicembre 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza S.E. Rev.ma il Signor Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i seguenti decreti riguardanti:

 

A - 1 NUOVO BEATO È stato promulgato il Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio RICHARD HENKES per il quale siamo in attesa di conoscere la data della cerimonia di Beatificazione.

1 - RICCARDO HENKES (1900-1945) Richard nasce il 26 maggio 1900 a Ruppach (Germania). Fin da piccolo desidera diventare sacerdote missionario. Dal 1912 frequenta la scuola elementare dei Padri Pallottini a Vallendar-Schoenstatt. Nel 1919 entra nel noviziato dei Pallottini nel Limburgo, ove studia filosofia e teologia ed è ordinato sacerdote professo della Società dell’Apostolato Cattolico il 6.6.1925. Lavora come insegnante e pastore nelle case di studio della comunità di Vallendar-Schoenstatt e delle Alpi (Basso Reno). Dal 1931 è insegnante in Slesia, prima a Katscher, dal 1937 a Frankenstein. Sottolineando l’immagine cristiana dell’umanità rispetto a quella del nazionalsocialismo, entra in conflitto con il regime nazista. Nel 1941 divenne Parroco a Strandorf a Hultschiner Ländchen. (continua)

B - 11 NUOVI VENERABILI Sono stati promulgati 11 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.

1 - Venerabile Servo di Dio GIOVANNI PIETRASZKO (1911-1988) Jan Pietraszko nasce il 7 agosto 1911 a Buczkowice (Polonia). Diplomatosi al liceo nel 1931, entra nel Seminario di Cracovia per la Facoltà di Teologia. Il 5 aprile 1936 è ordinato sacerdote. Negli anni 1938-1939 e 1943-1944 è segretario dell’Arcivescovo Sapieha e nel 1947 è Prefetto del Seminario di Cracovia. Nel settembre 1948 gli viene affidata la cappellania universitaria presso la Collegiata Church of St. Anny. Nel 1957 diviene Parroco di questa chiesa alla quale è legata tutta la sua vita sacerdotale. “Divenne famoso come predicatore eccezionale, cappellano degli studenti e dell’intelligence, come autentica testimonianza del Vangelo, predicando la dottrina di Cristo e vivendo la sua parola. Ha avuto un’influenza significativa sulla città di Cracovia. (continua)

2 - Venerabile Servo di Dio GIUSEPPE CODICÈ (1838-1915) Giuseppe nasce a Budrio (Italia) il 3 marzo 1838. A scuola evidenzia la predisposizione per lo studio, ma ben presto si fa largo in lui il desiderio di voler essere utile agli altri. Nel 1854 entra in Seminario e il 30.9.1860 a Modena è ordinato sacerdote. In questo periodo contrae una grave forma di tubercolosi polmonare, che gli impone di tornare a casa per curarsi. Si teme per la sua vita. Il recupero è lentissimo, ma la guarigione diviene una realtà. L’impegno di Codicè si concentra nella sua terra natale, dove collabora con vari parroci: alla Pieve, a Cento di Budrio, a Selva Malvezzi e a Vedrana. Gli anni ‘60 del 1800 sono densi di contraddizioni, conseguenza diretta della nascita del Regno d’Italia, non ancora perfettamente legato alle realtà territoriali. Il 20.5.1866, un mese prima dell’inizio della IIIª Guerra d’Indipendenza Italiana, entra in vigore la Legge Crispi – nota anche come “legge dei sospetti” – che coinvolge molte persone in maniera indiscriminata. Tra le vittime ci sono tanti sacerdoti, arrestati perché sospettati di segrete cospirazioni contro il nuovo Stato. Il 26.6.1866 è catturato anche Don Giuseppe che, come altri 45 ecclesiastici della diocesi di Bologna, è accusato(continua)

3 - Venerabile Servo di Dio GIOVANNI UKKEN (1880-1956) Agostino Giovanni Ukken nasce a Parappur (India) il 19 dicembre 1880. Rimane presto orfano per cui il parroco locale fornisce al ragazzo un riparo e un’educazione nella scuola elementare superiore. Intorno al 1895 Giovanni entra nel Seminario minore di Trichur per completare la sua istruzione e nel 1898 è inviato a Kandy nello Sri Lanka per studiare per il sacerdozio. Viene ordinato sacerdote il 21.12.1907. È Rettore del seminario minore di Thrissur dal 1910 al 1917 e segretario del Vescovo. Come Parroco guida le parrocchie (continua)

4 - Venerabile Servo di Dio DOROTEO HERNANDEZ VERA (1901-1991) Doroteo nasce a Matute de Almázan (Spagna) il 28 marzo 1901. Figlio di una famiglia povera, vive a Sigüenza. Desideroso di farsi sacerdote entra in seminario e riceve l’ordinazione il 20 marzo 1926. Inizia la sua attività pastorale a Soria, come cappellano del Collegio del Sacro Cuore. Viene imprigionato durante la guerra civile spagnola dal 14 aprile al 26 agosto 1937. Dopo essere stato rilasciato, decide di iniziare il suo lavoro apostolico nella prigione (continua)

5 - Venerabile Servo di Dio MELCHIORRE FORDON (1862-1927) Józef Fordon nasce a Grodno (allora Polonia e oggi Bielorussia) il 5 agosto 1862 da nobile famiglia. Dopo gli studi ginnasiali entra nel seminario di Vilnius. Nel 1887 è ordinato sacerdote a Kaunas. Dal 1893 al1903 è parroco a Dąbrowa Białostocka, dove costruisce una chiesa. Quando nel 1907 l’arcivescovo di Vilnius, Edward Ropp viene internato dalle autorità zariste, don Józef raccoglie le firme in sua difesa sia tra il clero che tra i laici e le invia al Papa Pio X. Si oppone poi alle unità di trattamento forzato per convertire all’Ortodossia. Per questo viene bandito dall’attività pastorale nell’impero russo. Vive a Ponary vicino a Vilnius, e poi a Biała Waka, dove costruisce un’altra chiesa. È noto come l’apostolo della sobrietà e il fondatore di Maria Służek si interessa della catechesi dei bambini nei villaggi remoti e la cura dei malati e dei poveri. Presta particolare attenzione al sacramento della penitenza. Dopo 23 anni di sacerdozio diocesano, nel 1910 entra a far parte dei Francescani Conventuali a Leopoli ed assume il nome di Melchiorre. Terminata la formazione monastica, torna nella sua città natale di Grodno,(continua)

6 - Venerabile Servo di Dio GIROLAMO MARIA BIASI (1897-1929) Arcangelo Biasi nasce il 7 dicembre 1897 a Sfruz (TN). Entra nel Collegio di Camposampiero (PD) dei Frati Minori Conventuali. Il 4.10.1915 emette la professione semplice con il nome di Girolamo Maria, quindi nell’ottobre del 1916 viene trasferito a Roma, dove il 18.7.1918, presso l’Ateneo Lateranense si laurea in filosofia e l’8.12.1918 emette la professione solenne. Padre Girolamo è compagno di studi a Roma con padre Kolbe. Egli è uno dei sette giovani frati che, con s. Massimiliano Kolbe, la sera del 16 ottobre 1917 fonda la Milizia dell’Immacolata, l’Associazione religiosa con cui vuole affidare il mondo a Maria. Desidera essere sacerdote per dilatare il Regno di Dio, ma il Signore vuole altro: deve interrompere gli studi e tornare a Camposampiero malato di tubercolosi. Riesce comunque ad essere ordinato sacerdote (continua)

7 - Venerabile Servo di Dio MICHELE ZAVALA LOPEZ (1867-1947) Michele nasce a Rancho Nuevo de Santa Clara (Messico) il 12 novembre 1867. Vive una modesta infanzia e quando è adolescente entra nel Seminario di Morelia e poi di Yuriria (Guanajuato). Nel 1888 entra nell’Ordine di Sant’Agostino ed è ordinato sacerdote nel 1894. Dopo alcuni mesi di pratica pastorale nella cappellania di El Sabino, un villaggio nei pressi di S. Nicolas de Agustinos, Guanajuato, è inviato alla città di Queretaro. Nel 1904 tornò in Morelia come Definitore e Segretario provinciale. Ricopre altri vari incarichi (continua)

8 - Venerabile Servo di Dio ANTONIETTA GIUGLIANO (1909-1960) Antonietta nasce a New York l’11 luglio 1909 da genitori originari di Afragola. Orfana di madre a cinque anni, ritorna in Italia all’età di sei. Il padre l’affida alle Suore della Carità di Regina Coeli, a Napoli, ove approfondisce la sua vita interiore. A sedici anni comincia a percepire la vocazione alla vita religiosa, anche in contrasto con i progetti della famiglia, la quale desidera per lei un matrimonio adeguato alla sua buona posizione economica. Ritornata ad Afragola nel 1925, la Serva di Dio redige un minuzioso Regolamento di vita cristiana, che costella la settimana di compiti, impegni, buoni propositi, esami di coscienza e penitenze. Sua confidente è la cognata Raffaelina Tuccillo. Inizialmente orientata per un istituto missionario, Antonietta si consiglia con un cugino sacerdote, il quale la esorta a ponderare con maggiore attenzione la sua scelta e le suggerisce di rivolgersi a padre Sosio. Quel suggerimento è la modalità di cui si serve la Provvidenza per far incontrare i due Fondatori delle Piccole Ancelle di Cristo Re. Padre Sosio ne vaglia la perseveranza, la fortezza, la prudenza (continua)

9 - Venerabile Servo di Dio LEONARDA DI GESÙ CROCIFISSO (1908-1953) Angela Maria Boidi nasce a Quargnento (Alessandria) il 10 luglio 1908. Dopo le elementari studia dalle Suore Vincenziane di Alessandria, a Casa Sappa. Nel 1925 è eletta Segretaria diocesana della Gioventù femminile di Azione Cattolica ed è confermata fino al 2.7.1931, quando entra a Ovada nel Monastero della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo (Passioniste) con il nuovo nome di Sr. Leonarda di Gesù Crocifisso e inizia il Noviziato nel 1932. Emette i primi voti il 6.6.1933 e la professione perpetua il 6.6.1936. il 19.10.1941 è eletta Vicaria della Superiora del Monastero poi confermata nell’ottobre 1944. Il 25 ottobre 1947 Madre Leonarda è eletta Presidente (Superiora) del Monastero e nel 1950 viene riconfermata. Grande organizzatrice, (continua)3.

10 - Venerabile Servo di Dio AMBROGINA DI SAN CARLO (1909-1954) Filomena D’Urso nasce a Maranola (LT) il 1° gennaio 1909. Il padre la impegna fin da piccola nel duro lavoro dei campi e mal sopporta le sue visite in chiesa. A 19 anni Filomena lascia tutto ed entra nella Congregazione di Gesù Redentore (già detta del Patrocinio di S. Giuseppe), con il nome di Sr. Ambrogina di San Carlo. Fà il noviziato a Roma, quindi è trasferita a Perugia. Assimila e vive la consacrazione religiosa seguendo lo spirito e il carisma della fondatrice dell’Istituto Victorine Le Dieu. All’inizio del 1930 è mandata a Varlungo, a sud di Firenze, in una casa dove sono accolti bambini bisognosi. A questa missione la Serva di Dio dedica tutta se stessa, (continua)

11 - Venerabile Servo di Dio TANCREDI FALLETTI DI BAROLO (1782-1838) Carlo Tancredi nasce a Torino nel 1782 dal marchese Ottavio e da Paolina d’Oncieu di Chaffardon. Il padre, già proprietario del castello e delle tenute agricole presso le zone di Barolo nelle Langhe, è figura di spicco della politica e della cultura illuminista del Risorgimento italiano. Il giovane studia, viaggia con il padre, diviene Guardia d’Onore a Cavallo e poi Ciambellano alla corte dello stesso Napoleone. Nei salotti aristocratici francesi incontra la giovane nobile Juliette Colbert che sposa a Parigi il 18.8.1806. Nel 1810 è nominato conte dell’impero e nel 1814 si trasferisce a Torino a Palazzo Barolo con la moglie. Giulia e Carlo Tancredi non possono avere figli, ma decidono di adottare come tali i poveri di Torino. Viaggiano molto, in tutta Italia e all’estero. Dal 1821 è membro del consiglio comunale, e nel biennio 1826-1827 è sindaco di Torino. In questa veste, realizza scuole gratuite per i figli dei poveri. In seguito si dedica ad attività filantropiche: (continua)

 

 

“IMAGERIE DE DEVOTION”: CONVENGNO INTERNAZIONALE A PARIGI 2019

“PRECIEUX SOUVENIRS”

 

Incontro int.le sulla storia della devozione popolare in Europa Parigi, Bibliothèque du Saulchoir, 21-22 novembre 2019: “Précieux Souvenirs” colloque internazional sur l’histoire de l’imagerie de devotion en Europe Note a margine di un prossimo Convegno Internazionale di Carluccio FRISON Sempre alla ricerca di informazioni e novità filiconiche, di recente ho reperito in rete questa interessante notizia sullo svolgimento a Parigi, nel prossimo mese di novembre, di due giornate interamente dedicate alla storia “de l’imagerie de devotion” in Europa, notizia che merita -a mio modesto avviso- da parte di tutti noi, appassionati collezionisti di santini, una più attenta considerazione. Nel presentarla in questa sede, mi sia consentito anche di esprimere poche, veloci considerazioni personali.


Intanto, poche parole di presentazione: chi poi volesse maggiori ragguagli può senz’altro visitare la rete Internet. Per reperirle, è sufficiente inserire nel motore di ricerca il nome della Biblioteca parigina: la prestigiosa Bibliothèque du Saulchoir. Questa è la sede, ubicata presso il Convento domenicano di Saint-Jacques, che ospiterà il colloquio internazionale.
La sede - ripeto - è veramente prestigiosa, e molti sono i motivi che hanno animato tale scelta: la Biblioteca parigina si presenta, infatti, come un punto di passaggio obbligato per lo studio della devozione popolare nelle sue diverse espressioni; inoltre conserva anche una ricchissima collezione di immaginette formata da più di 200.000 pezzi, di cui molte sono state schedate e classificate in ordine alfabetico per editore, soggetto ecc. E già per questo meriterebbe una visita! Il convegno è aperto agli studiosi del settore e ai collezionisti, non solo francesi. Le tematiche degli interventi e i nomi dei vari relatori invitati, tutti “chercheurs européens spècialistes”, si possono leggere nel depliant ufficiale.

Tentare di ricostruire cinque secoli di storia dell’iconografia devozionale in Europa, esaminando il fondamentale ruolo svolto da città quali Anversa, Asburgo e, ovviamente, Parigi non sarà certo un’impresa facile: questo dei due giorni della Saulchoir è comunque un inizio, un tentativo con cui si cercherà di fare un primo bilancio su questi nostri “preziosi ricordi”, il cui collezionismo ha in questi anni suscitato un interesse indiscutibile presso un sempre più ampio pubblico di persone, ma che, nonostante una ricca bibliografia, non è stato sufficientemente valorizzato.
Da ultimo, si desidera inoltre cercare di aprire nuove piste di ricerca sul modello (mi piace ripotarlo) degli incontri italiani di Piombino. Ora non posso dire se potrò essere presente “di persona personalmente” a Parigi, anche se, come appassionato cultore di santini, da vero “filiconico” mi piacerebbe assai! In ogni caso, con queste mie note ho voluto solo divulgare la notizia così che se qualche consocio potesse essere presente al Colloquio, al suo rientro da Parigi mi/ci farebbe cosa graditissima se potesse raccontarci le sue impressioni. E per coloro che non potranno essere presenti, mi auguro che almeno gli “Atti” con gli interventi presentati siano pubblicati quanto prima.

 

 

MOSTRE DI SANTINI

LE MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE IN ITALIA

RE VAL VIGEZZO (VB) - 15 dicembre 2018/15 gennaio 2019 Mostra di immagini “SANTINI DI NATALE - DA BETLEMME A NAZARETH”

 

Fino al 15 gennaio 2019 continua nel Santuario del Sangue di Re (VB) la bella esposizione di immagini e immaginette dal XVII al XX secolo, allestita dal nostro socio P.L. Patritti Bonzani e inaugurata il 15 dicembre 2018.
Molto interessanti i pezzi in esposizione che il nostro socio ha tratto dalla propria collezione, sul tema “Santini di Natale – Da Betlemme a Nazareth”, nell’ambito dei festeggiamenti dell’Anno Gaudenziano. Infatti, in comunione con la Diocesi di Novara, quest’anno si ricorda il 60° della consacrazione del nuovo Tempio del Sangue di Re, avvenuta nel 1958.

Per l’occasione è stato realizzato un logo commemorativo per il 60° del Nuovo Tempio, edificato dal 1922 al 1958, su progetto dell’architetto bolognese Edoardo Collamarini. Il logo rappresenta stilizzata in azzurro (colore liturgico mariano) la grande Cupola. È colorato all’interno in grigio chiaro, che ci indica che la Basilica è interamente scolpita in sasso proveniente dalle cave ossolane.



FOLLINA (TV), 1-2, 8-9 dicembre 2018
Mostra di immaginette sacre “COLORI D’INVERNO I SANTINI DI NATALE”

Il socio Mario Tasca anche quest’anno ha presentato a Follina (TV) la propria esposizione di immaginette sacre. Nonostante i quadri fossero un sunto delle manifestazioni dei precedenti anni il socio Tasca ha avuto la soddisfazione di molti visitatori che hanno espresso il proprio interesse per la bella mostra
L’esposizione si è svolta nell’ambito dell’annuale locale manifestazione “I Colori d’Inverno”, una ‘classica’ ormai in questo comune della provincia di Treviso i cui primi reperti della propria civiltà risalgono a 120.000 anni fa. Nella zona espositiva, sabato 8 dicembre alle ore 16.00 l’”Armonioso Duo” di Follina ha tenuto un applaudito concerto di musiche natalizie.

 


PALERMO, 24 dicembre 2018/6 gennaio 2019
Mostra di santini antichi: “IMMAGINI DAL CIELO”

 

Lo scorso 24 dicembre 2018 si è svolta all’Oasi della Speranza di Palermo l’inaugurazione della mostra di immaginette sacre “Immagini dal Cielo: speciale mostra di Santini Antichi”.
L’esposizione nasce da un’idea di Franco Mazzola e di alcuni parrocchiani. “Da qualche tempo le persone della borgata di Chiavelli mi dicevano che conservavano a casa dei santini antichi e che li avrebbero messi a disposizione dell’Oasi per farne una mostra”. Francesco Mazzola è riuscito a raccogliere 1850 Santini, tutti offerti dalla borgata. I Santini esposti occupano l’arco temporale che va dal 1400 al 1950. Questi sono stati raggruppati secondo alcuni temi: Gesù; la Madonna e i Santi; gli eventi del Vangelo; i Santi per Ricorrenze Sacramentali; i Misteri della Fede ed i Santi Speciali.

Dietro molti santini c’è sia una parte figurata, sia una parte letterata, infatti dietro a molti di questi ci sono delle preghiere al giorno d’oggi perse.
Lo scopo della mostra è di far rivivere questi vecchi Santini che dai nostri genitori e dai nostri nonni venivano celebrati con amore e devozione. La mostra è dedicata a Maria Regina della Speranza, affinché la memoria sacra di queste Immagini dal cielo, contemplate dai nostri occhi, sia stampata anche nei nostri cuori. La mostra con orario 17-20, chiuderà il 6 gennaio 2019.



PERUGIA, 8 dicembre 2018/6 gennaio 2019
Mostra di santini: “LA GRANDE GUERRA: BAGLIORI DI FEDE”

 

Il giorno 8 dicembre u.s. è stata inaugurata nelle Logge del Duomo di Perugia, a P.za del Duomo, una esposizione di immaginette sacre e cartoline a soggetto religioso, organizzata dal Museo Capitolare locale, dal Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo e dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.
La mostra, curata da Luciano Tosi, ha per tema “La grande guerra: Bagliori di Fede” e chiuderà il 6 gennaio p.v. con orario da martedì a venerdì ore 9-14 e da sabato a domenica ore 10-17. Ingresso gratuito.



MONTAGNAREALE (ME), 12/19 gennaio 2019
Mostra di santini su Sant’Antonio Abate: “UNA FIAMMA NEL DESERTO”

 

La mostra itinerante di Immagini Sacre su Sant’Antonio Abate verrà inaugurata il prossimo 12 Gennaio 2019 presso la Chiesa Madre Maria Ss. delle Grazie a Montagnareale (ME). Seguirà alle 16.30 una conferenza sullo stesso tema.
Gli espositori saranno i soci Aicis Salvatore Enrico Pappalardo e Daniele Pennisi sul tema “Una fiamma nel deserto - Immagini sacre su Sant’Antonio Abate”. La mostra che ha il patrocinio dell’AICIS - Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, di Percorsi Sacri Ass. Culturale e dello stesso Comune di Montagnareale, chiuderà al pubblico sabato 19 gennaio 2019.



BORGARO (TO), 19-21 dicembre 2018
Mostra di immagini sacre “IL NATALE PER TUTTI”

 

Salvatore Nicoletta anche quest’anno ha condiviso alcuni pezzi della sua nutrita raccolta di cartoline, santini e letterine di Natale, in una esposizione che si è svolta a Borgaro da mercoledì 19 a venerdì 21 dicembre.

Un’esposizione di cartoline, santini e letterine natalizie, davvero adatta a tutti: alle persone più anziane, per ritrovare il ricordo dell’infanzia, quando le lettere di auguri venivano scritte a mano utilizzando pennino e inchiostro di china; a coloro che hanno vissuto gli ultimi anni delle cartoline, ai giovani che ormai mandano mail e messaggi WhatsApp e che possono scoprire il fascino di una tradizione che sta andando pian piano scomparendo.
La mostra si è tenuta presso i locali della Pro Loco, in Piazza Europa con un ottimo afflusso di pubblico.

 


TARQUINIA (VT), 25 dicembre-6 gennaio 2019
Mostra di immagini sacre “IL NATALE NELL’IMMAGINETTA SACRA”

 

A Tarquinia, con il patrocinio dell’AICIS e del Circolo Filatelico Numismatico Tarquinense, il socio Edmondo Barcaroli il 25 dicembre u.s. ha aperto nei locali della sede filatelica una mostra di filatelia a tema natalizio inserendo anche la tematica “Il Natale nell’immaginetta Sacra”.
L’interessante esposizione sarà fruibile al pubblico fino al 6 gennaio 2019.



CASSANO, 5/10 gennaio 2019
Mostra “ARTE E DEVOZIONE POPOLARE – LE IMMAGINETTE SACRE DAL 1750 AL 1950”

 

Sabato 5 gennaio 2019, alle ore 16.30, verrà inaugurata la mostra di Rocco Atene su “Arte e devozione popolare: le immaginette sacre dal 1750 al 1950”, nei locali del Centro sociale anziani di Lauropoli, in corso Laura Serra Cassano, nr.25.
L’esposizione è promossa e organizzata dal Centro studi Cresesm. Introdurrà i lavori il giornalista Martino Zuccaro che evidenzierà il valore storico, religioso dei “santini” nel vissuto quotidiano; interverranno, inoltre, il vescovo della diocesi di Cassano mons. Francesco Savino.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 10 gennaio (Orario: 10/12.30 e 16.30/19.30. Oltre che all’ambito artistico, per i manufatti più antichi e agli ex voto, i santini sono stati, in varie epoche, testimonianza di pietà popolare o di religiosità popolare.
La Chiesa cattolica ha sempre dedicato molta attenzione a tale fenomeno religioso, polare e sociale, in quanto per gli studiosi cristiani le immaginette sacre, sia per i collezionisti che per i devoti, sono state un fenomeno vasto e complesso.
A tal punto che lo stesso Paolo VI se ne occupò nell’Evangelium nuntiandi, in quanto coinvolge non solo la liturgia ma anche le pratiche religiose, il culto dei santi, le processioni, le feste religiose e simili.



ROMA, 13 dicembre 2018/13 gennaio 2019
Mostra di immaginette sacre “GAUDETE CHRISTUS EST NATUS”


Il 13 dicembre u.s. presso la Cripta della Basilica di Sant’Antonio a Via Merulana 124 è stata inaugurata l’annuale manifestazione dei presepi.
In tale ambito il socio Augusto Mastrantoni ha presentato una tematica natalizia di santini sullo specifico tema “Gaudete Christus est natus” . La mostra chiuderà domenica 13 gennaio 2019.



ROMA, 2-3 marzo 2019
Mostra di immagini sacre “19 MARZO – SAN GIUSEPPE”

 

Sabato 2 e domenica 3 marzo l’AICIS – Assoc.Italiana Cultori Immaginette Sacre presenterà una piccola esposizione nell’ambito della manifestazione nazionale “Roma Colleziona” che sì terrà nello stesso periodo nel quartiere romano Laurentino, nel Complesso “Seraphicum”, a Via del Serafico 3.
Esporranno i soci Giancarlo Gualtieri e Renzo Manfè con il seguente orario: Sabato 2, 10-18 e domenica 3, 9-14.



URURI (CB), 16-19 marzo 2019
Mostra di immagini sacre
“L’ICONOGRAFIA DI SAN GIUSEPPE NELLA DEVOZIONE POPOLARE”

 

Da sabato 16 a martedì 19 marzo 2019 il socio Emilio Antonio Beltotto sarà presente ad Ururi (Campobasso) con una esposizione di immaginette sacre della propria collezione dal 1800 ai giorni nostri con diverse immaginette della Regione Molise e di tutte le regioni italiane. Molte sono le località del Molise dove, ancora oggi, si possono ammirare gli altari di San Giuseppe.
Esiste anche l’usanza di alcune famiglie, particolarmente devote, di erigere nelle proprie case degli altari in onore del Padre putativo di Gesù in occasione della festa liturgica del grande Santo. E il socio Beltotto proprio in una di queste case di Ururi, esattamente presso la famiglia Di Pietro/Manes in Contrada Macchie nr. 25, allestirà la mostra sul tema “L’iconografia di San Giuseppe nella Devozione Popolare” con circa 200 immaginette suddivise in otto pannelli. L’esposizione ha il patrocinio dell’AICIS – Assoc. Italiana Cultori Immaginette Sacre.
Ururi è un piccolo centro nel molisano di circa tremila abitanti a 64 chilometri da Campobasso. Ha come patrono il SS.mo Legno della Croce, ma venera grandemente San Giuseppe.



ROMA, 15 dicembre 2018/6 gennaio2019:
VII MOSTRA NAZIONALE DEL SANTINO NATALIZIO “IN DULCI JUBILO”

 

Il 15 dicembre 2018, alle ore 17,00, è stata inaugurata a Roma, presso il Convento di Santa Maria sopra Minerva a Piazza della Minerva 42, la VII edizione della mostra natalizia annuale dell’AICIS, sui santini del Santo Natale che nel 2018 ha come tema: “IN DULCI JUBILO - Il Natale nelle immagini sacre dal XVI al XX secolo.
In questa edizione è stata aggiunta una sezione dedicata a: “L’Italia e le due Guerre mondiali del ‘900”, che sta riscuotendo un buon successo.
Altra novità, un settore della Mostra è dedicata ai Santini Orientali.
L’esposizione sociale chiuderà il 6 gennaio 2019. Un sentito ringraziamento va a quanti hanno trasmesso il prezioso materiale esposto ed a coloro che hanno collaborato per il montaggio o per l’assistenza negli orari di apertura dell’esposizione.


Le foto sotto sono del Segretario Aicis Antonino Cottone.

 

 

 

Santi Patroni di Regioni e Province italiane

 

I “SANTI PATRONI” DELLE REGIONI
E DELLE PROVINCE D’ITALIA

di Giancarlo Gualtieri

9a REGIONE: LOMBARDIA [2ª parte] Province: MANTOVA, MILANO, MONZA, PAVIA, SONDRIO e VARESE


I Santi patroni della città di MANTOVA sono:


SANT’ANSELMO DA BAGGIO (Milano, 1035 circa – Mantova, 18 marzo 1086).
Anselmo da Baggio o Anselmo II di Lucca, nacque probabilmente a Milano verso il 1035, nella nobile famiglia da Baggio, che aveva il capitaneato della pieve di Cesano Boscone. Era nipote di quell’Anselmo I che era stato vescovo di Lucca e poi eletto papa il 1° ottobre 1061 con il nome di Alessandro II.
Fu nominato cardinale nel 1062, poi fu eletto vescovo di Lucca nel 1073 e infine nominato come legato pontificio in Lombardia, Anselmo fissò la sua residenza a Mantova, dove morì il 18 marzo 1086. È autore di una Collectio canonum, che dal suo primo biografo è chiamata Apologeticus in 13 libri, tutta intesa a dimostrare il primato del pontefice romano sulle altre autorità sia ecclesiastiche, come il Concilio, sia laiche, e la necessità, per gli ecclesiastici, di una vita fondata sulla povertà evangelica.
La contessa Matilde di Canossa, a furor di popolo, ordinò che venisse sepolto sotto l’altare maggiore della cattedrale cittadina. In considerazione dell’enorme devozione dei mantovani e dei numerosi miracoli fu canonizzato l’anno successivo dal papa Vittore III e divenne subito patrono di Mantova. Il suo corpo, esumato alcuni secoli dopo, fu trovato incorrotto, e tale rimane ancora oggi. Ogni anno nella ricorrenza della morte, viene tolta la copertura esterna dell’altare ed il corpo del santo è reso visibile a tutti i fedeli (Fig. 11).

SANT’ANDREA APOSTOLO (Betsaida, 6 a.C. – Patrasso, 30 novembre 60)
Andrea nacque a Betsaida nel 6 A.C. sulle rive del lago omonimo in Galilea. Assieme al fratello Pietro esercitò il mestiere di pescatore e la tradizione vuole che Gesù stesso lo chiamò ad essere suo discepolo invitandolo ad essere per lui “pescatore di uomini”. Andrea riconobbe per primo in Gesù il Messia e così lo fece conoscere al fratello. Presto entrambi i fratelli diventarono discepoli di Cristo.
Sant’ Andrea viaggiò moltissimo e portò la parola di Gesù in Asia Minore ed in Scizia e lungo il Mar Nero. Secondo la tradizione, Andrea fondò la sede episcopale di Bisanzio (Costantinopoli). Andrea fu martirizzato per crocifissione a Patrasso in Grecia nel 60 D.C. Sant’Andrea Apostolo insieme a San Luigi Gonzaga e San Pio X sono considerati compatroni della Diocesi di Mantova.
La città di Mantova gli dedicò la Basilica Concattedrale, opera di Leon Battista Alberti, nella cui cripta si conservano due reliquiari con terra intrisa di sangue di Cristo, che avrebbe portato il soldato romano Longino (Fig. 12).

SAN LUIGI GONZAGA (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591) Luigi, primogenito della nobile famiglia dei Gonzaga, fin dalla prima infanzia fu educato alla vita militare, ma all’età di 17 anni entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma. Nel 1591 morì, all’età di soli 23 anni, ucciso dalla peste contratta per aver soccorso un appestato che si era caricato in spalla per portarlo in ospedale. Benedetto XIII lo dichiarò «protettore degli studenti» nel 1729.
Nel 1926 fu proclamato patrono della gioventù cattolica da papa Pio XI e nel 1991 Giovanni Paolo II lo nominò patrono dei malati di AIDS. Il 21 giugno viene festeggiato nel Santuario basilica a Castiglione delle Stiviere ed in molti paesi della diocesi di Mantova che lo considera compatrono (Fig. 13).

SAN PIO X (Riese, 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914)
Giuseppe Melchiorre Sarto nacque da una modesta famiglia, a Riese (Treviso), comune che dal 1952 ha assunto la denominazione di Riese Pio X, in provincia di Treviso. Fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1858 e il 10 novembre 1884 fu nominato vescovo di Mantova e perciò ora è celebrato come compatrono della diocesi di Mantova (Fig. 14). Come vescovo di Mantova partecipò al primo Congresso catechistico nazionale tenutosi a Piacenza tra il 24 e il 26 settembre 1889 e presentò un voto a favore di «...un catechismo popolare storico-dogmatico-morale redatto in domande brevi e risposte brevissime». Successivamente ricoprì la carica di Patriarca di Venezia.
Con la nomina a Patriarca egli ricevette pure la berretta cardinalizia nel concistoro del 12 giugno 1893. Il 3 agosto 1903 fu eletto alla cattedra di Pietro, assumendo il nome di Pio X. È il pontefice che nel Motu proprio “Tra le sollecitudini” (1903) affermò che la partecipazione ai Santi misteri è la fonte prima e indispensabile della vita cristiana.Difese con forza l’integrità della fede cattolica, propose e incoraggiò la comunione eucaristica anche dei fanciulli, avviò la riforma della legislazione ecclesiastica, si occupò positivamente della questione romana e dell’Azione Cattolica, curò la formazione dei sacerdoti, fece elaborare un nuovo catechismo che porta il suo nome, favorì il movimento biblico, promosse la riforma liturgica e il canto sacro imponendo il canto gregoriano nella liturgia).
Anche sul piano della gestione patrimoniale fu lui a unificare i redditi dell’obolo di San Pietro e quelli del patrimonio del Vaticano. Ma, soprattutto, riformò la Curia romana con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, sopprimendo vari dicasteri divenuti inutili. Raccomandò ai paesi cattolici l’uso della pronuncia ecclesiastica latina nelle scuole.
Pio X creò il primo cardinale sudamericano della storia della Chiesa. L’11 dicembre 1905 elevò a questa dignità ecclesiastica il vescovo brasiliano Joaquim Arcoverde Cavalcanti. Morì il 21 agosto 1914. È stato il 257º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1903-1914). Pio X fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 durante il pontificato di Pio XII. La festa fu fissata al 3 settembre, ora prevista il 21 agosto.

I Santi patroni della città di MILANO sono:


SANT’AMBROGIO (Treviri, incerto 339-340 – Milano, 4 aprile 397)
Aurelio Ambrogio nacque nel 339-340, da un’importante famiglia senatoria romana (la famiglia degli Aurelii, da parte materna, la famiglia dei Simmaci, da parte paterna), a Treviri (Gallia), dove il padre esercitava la carica di prefetto del pretorio delle Gallie. Arrivò a Milano nel 370 nel corso del suo incarico come governatore dell’Italia Annonaria per la provincia romana Aemilia et Liguria.
Il 7 dicembre del 374 fu eletto vescovo di Milano, acclamato da tutto il popolo al grido di “Ambrogio vescovo!”. e tale rimase fino alla morte. In tale data, da allora, ogni anno i milanesi festeggiano il loro Santo Patrono oltre che con messe solenni nella Basilica a lui dedicata e dove sono conservate le sue spoglie, anche con la caratteristica “Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!” che si svolge intorno al Castello Sforzesco (Fig. 15).

SAN CARLO BORROMEO (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584).

Carlo di nobile famiglia lombarda, fu avviato a soli 12 anni alla vita clericale, a 22 anni venne chiamato a Roma e ordinato cardinale e nel 1563 fu nominato Vescovo di Milano. Nel 1576 si prodigò di persona per aiutare la popolazione di Milano colpita dall’epidemia di peste. Morì a soli 46 anni in seguito a una violenta febbre, il suo corpo venne deposto nella cripta del duomo di Milano, mentre il suo cuore si trova nella basilica dei santi Ambrogio e Carlo al Corso a Roma.

A Milano, la città che più di tutte è legata alla figura di San Carlo, compatrono della Diocesi, l’Arcivescovo, ogni anno il 4 novembre, presiede in Duomo la Celebrazione eucaristica, ricordandolo come uno dei personaggi più importanti della storia della cristianità milanese e lombarda. È venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro massimi dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a san Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa (Fig. 16).

SANTI GERVASIO E PROTASIO MARTIRI (sec. II-III)
I corpi Gervasio e Protasio furono ritrovati a Milano, in una antica zona cimiteriale, il 17 giugno 386, grazie ad uno scavo commissionato dal vescovo Ambrogio e traslati nella nuova basilica da lui costruita. Nell’835 in occasione del rifacimento della Basilica di Sant’Ambrogio le spoglie dei due fratelli e quelle di Ambrogio furono rimosse dai loculi e poste in un’unica urna di porfido.

Il 14 maggio 1874 le reliquie dei santi furono deposte in una nuova urna più preziosa, in argento e cristallo. La festa dei due martiri viene celebrata il 19 giugno anniversario della loro solenne traslazione del 386 nella basilica di S. Ambrogio; il 14 maggio la liturgia ambrosiana ricorda la reposizione dei corpi dei SS. Ambrogio, Gervasio e Protasio nella nuova urna (Fig. 17).

SAN GALDINO VALVASSI DELLA SALA (Milano, 1096 circa – Milano, 18 aprile 1176) Galdino, appartenente ad una famiglia di sangue blu, sin da giovanetto decise di intraprendere la carriera ecclesiastica. Alessandro III lo nomina Cardinale della Santa Romana Chiesa e successivamente Arcivescovo di Milano e suo Legato Apostolico in Lombardia. Fu un fervido sostenitore della popolazione milanese, nella lotta contro l’imperatore Federico Barbarossa.
È ricordato in special modo per le sue opere caritatevoli a Milano, rivolte nello specifico ai poveri e a quanti erano finiti in prigione per debiti non saldati, attività ricordata appunto con l’epiteto di “pane di San Galdino”. Il giorno di ricorrenza di san Galdino nella Chiesa cattolica è, secondo il rito ambrosiano, il 18 aprile, anniversario della sua morte (Fig. 18).

I Santi patroni della città di MONZA sono:


SAN GIOVANNI BATTISTA (Ain Karem, Giudea - regno di Erode, fine I sec. a.C. – Macheronte - Transgiordania, ~32 d.C.)
Giovanni detto il Battista, è stato un asceta proveniente da una povera famiglia sacerdotale ebraica originaria della regione montuosa della Giudea. Le ricorrenze del Battista sono: la natività, il 24 giugno, unico santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra anche la nascita terrena; il suo martirio, il 29 agosto; il concepimento il 23-25 settembre (per le Chiese d’Oriente).
Ogni 24 giugno è festa grande per Monza, che ricorda la solennità della nascita di San Giovanni Battista, patrono della basilica e suo compatrono. La giornata inizia con la Messa solenne in Duomo, alla presenza delle autorità civili, concelebrata dai sacerdoti del capitolo, e presieduta dal monsignor vicario generale. Per l’occasione la Basilica è vestita a festa, e gli altari sono abbelliti con scenografiche composizioni floreali create da esperti fioristi provenienti da tutta la Brianza. chiamate “Altari fioriti”; i festeggiamenti si concluderanno con lo spettacolo pirotecnico al Parco della Villa Reale (Fig. 19).

SAN GERARDO DEI TINTORI (Monza, 1134? – Monza, 6 giugno 1207).
Gerardo era di condizione agiata; dopo la morte del padre, con i beni ereditati, fondò un ospedale con lo scopo di assistere i poveri e i malati. Gerardo svolse l’incarico di direttore dell’ospedale fino alla morte.
Lo scheletro di Gerardo è riposto in un’urna di cristallo con decorazioni d’argento esposta alla vista dei fedeli. Il 6 giugno, anniversario della morte, si celebra a Monza la festa patronale in suo onore. Nella tradizionale fiera sono presenti numerose bancarelle che vendono ciliegie (attributo iconografico del santo: la leggenda narra che egli era solito pregare in chiesa fino a tarda ora. Una sera, per convincere i canonici del Duomo a lasciarlo rimanere oltre l’orario di chiusura, promise loro un cesto di ciliegie; benché fosse pieno inverno, gliele consegnò subito la mattina successiva).
La statua di san Gerardo, in piedi sopra il suo mantello, viene collocata in mezzo al fiume, a ricordo del famoso miracolo dell’attraversamento del Lambro (un giorno mentre si trovava in duomo a pregare, il fiume Lambro, ingrossandosi improvvisamente, ruppe il ponte che collegava l’ospedale con la città. L’ospedale stesso rischiava di essere allagato, Gerardo, subito accorso, stese il suo mantello sull’acqua, vi salì e su di esso attraversò il fiume, raggiungendo i suoi malati, quindi ordinò alle acque di non entrare nelle stanze degli infermi) (Fig. 20).

I Santi patroni della città di PAVIA sono:

SAN SIRO DI PAVIA (IV secolo – Pavia, IV secolo)
Siro è stato, secondo la tradizione, il primo vescovo di Pavia; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Secondo la tradizione Siro sarebbe stato il ragazzo che portò le ceste di pani e di pesci che poi Gesù moltiplicò. Fu poi a Roma al seguito di Pietro e quindi nella Pianura Padana a predicare e a convertire quelle popolazioni.
Divenne quindi il vescovo di Ticinum Papiæ il nome dato dai romani a Pavia. Il corpo del patrono della città si trova nella cappella a lui intitolata nel Duomo di Pavia, opera del Bramante. Secondo una leggenda detta “la maledizione di San Siro”, un sacerdote medioevale, infuriato col clero, annunciò che la torre più alta della città sarebbe caduta di venerdì 17. Questo avvenne veramente, il venerdì 17 marzo del 1989, la Torre Civica di Pavia crollò rovinosamente. Ci vollero oltre vent’anni prima che Pavia sia ritornata a festeggiare il suo santo patrono in Cattedrale.
Ogni 9 dicembre tutte le pasticcerie di Pavia vendono i tipici dolci detti “sansirini” a base di pan di spagna al cacao, leggermente imbevuti di rhum, farciti con crema di burro alla nocciola e ricoperti da una glassa al cioccolato, con la scritta “San Siro” (Fig. 21).

SAN TEODORO DI PAVIA (VII secolo – 778)

Teodoro è stato il ventunesimo vescovo di Pavia, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Morì attorno al 778. Le spoglie del santo vennero poste nella chiesa di San Giovanni in Borgo, per poi essere traslate nella basilica di Sant’Agnese, in seguito intitolata a san Teodoro.
Nella basilica, sulla parete sinistra del transetto si trova l’affresco con la storia di san Teodoro, realizzato nel 1514, il ciclo si compone di 12 riquadri con gli episodi della vita del santo che la tradizione indica come salvatore della città longobarda, assediata invano da Carlo Magno in quanto protetta con miracoli dal suo vescovo. La storia illustrata del Santo inizia con un angelo che appare al re longobardo Desiderio per suggerirgli l’elezione di Teodoro a vescovo di Pavia e si conclude con la sua morte. A Pavia il 20 maggio si festeggia, sin dal Medioevo, San Teodoro patrono della città, dei barcaioli e della gente del fiume (Fig. 22).

I Santi Patroni della città di SONDRIO sono:

 

SANTI GERVASIO E PROTASIO MARTIRI (sec. II-III) Gervasio e Protasio (morti a Milano nel III secolo), detti anche Gervaso e Protaso, furono due fratelli gemelli milanesi, martiri della cristianità, a Protasio fu tagliata la testa con un colpo di spada, mentre Gervasio morì a seguito dei numerosi colpi di flagello ricevuti. La tradizione vuole che siano stati figli di Vitale e Valeria, anche loro uccisi perché cristiani.
Dal ritrovamento dei corpi dei due santi iniziò a diffondersi il loro culto, inizialmente nelle città del nord: Brescia e Ravenna per poi giungere fino a Roma dove, durante il pontificato di Innocenzo I, venne eretta una chiesa in loro nome, ora intitolata a san Vitale. Anche Sondrio li ha voluti come santi protettori, dedicando a loro la chiesa Collegiata dei SS. Gervasio e Protasio, uno dei più antichi luoghi di culto di tutta la Valtellina. Ogni 19 giugno vengono festeggiati i Santi Gervasio e Protasio Patroni di Sondrio e di Bormio (Fig. 23).

Il Santo patrono della città di VARESE è:

 

SAN VITTORE IL MORO (Mauretania, III secolo – Lodi Vecchio, 303) Vittore il Moro nacque in Mauretania nel III secolo d.C. e morì a Lodi Vecchio nel 303 d.C. Fu cresciuto nel culto dell’esercito e degli dei pagani e fu di stanza a Milano nell’esercito dell’impero romano sotto l’imperatore Massimiano Erculeo. Quando gli fu ordinato di perseguitare i fedeli di Cristo, venne in contatto con la fede cristiana e fu subito conquistato dall’amore della parola di Gesù.

Così, a poco a poco, si convertì al cristianesimo e si fece impartire anche il battesimo. Nell’anno 303, durante la persecuzione di Massimiano, con altri due soldati, Nabore e Felice, abbandonò la vita militare per non tradire la propria fede. Venne arrestato, torturato e condannato dal tribunale alla pena capitale. Nonostante la fuga, venne catturato e decapitato. Gli venne quindi edificata una tomba sontuosa, accanto alla quale S. Ambrogio volle far seppellire suo fratello Satiro.
Nel giorno della sua ricorrenza, l’8 maggio, Varese celebra la festa per il suo Patrono con riti, concerti ed altri eventi collaterali. Da alcuni anni poi sono stati riproposti il “Rito del faro”, un pallone di bambagia acceso dal celebrante durante le messe più solenni, un’antica tradizione che allude al sacrificio della vita da parte del martire e la settimana del “Palio città di Varese” al quale partecipano tutti i rioni della città che si sfidano in diverse gare (Fig. 24)

 

 

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