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								| COLLABORAZIONI
 
In questo Settore vengono riportate notizie 
                    e immagini fornite da altri redattori.
 Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato 
  dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università 
    di Udine, che ha fornito anche le immagini.
 
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  da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità 
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"N.B.: L'Autore prescrive 
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                    esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, 
                    Periodico) ."
  ******  
                    
                      | L’APE INSETTO PRODIGIOSO:IL SUO LINGUAGGIO
 di Renzo Barbattini dell'Università di Udine,e Luca Mazzocchi fotografo, Bussolengo – VR; www.mondoapi.it
 Il rapido scodinzolamento dell'addome, insieme alla velocità con cui è eseguita la danza,
 indica alle compagne la distanza della fonte nettarifera dall'alveare.
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                      | Siamo nel terzo millennio:
                          l’ape riesce ancora a catalizzare
                          l’interesse di tanti
                        appassionati, apicoltori e non. Le
                        ricerche sulla biologia dell’ape,
                        sulla morfologia del suo corpo e
                        sul funzionamento dei differenti
                        apparati nelle diverse caste presenti
                        nell’alveare sono in continuo
                        sviluppo.Grazie ai nuovi
                          strumenti di studio (microscopi
                          ottici ed elettronici, attrezzature
                          fotografiche, cinematografiche e
                          televisive per riprese anche a
                          forti ingrandimenti ed esaminate,
                          poi, al rallentatore, ecc.) è possibile
                          approfondire via via le conoscenze
                          su questo insetto “prodigioso”
                          favorendo, nel contempo,
                          la comprensione dei fenomeni
                          biologici ad esso legati.
 Non è
                          difficile vedere l’ape al lavoro sia
                          all’esterno dell’alveare mentre
                          visita i fiori sia dentro all’alveare
                          mentre si dedica a diverse operazioni
                          quali l’immagazzinamento
                          del nettare e del polline nelle
                          cellette, l’allevamento della prole
                          e la costruzione dei favi.
 Spesso,
                          però, non si conoscono le basi
                          biologiche delle numerose attività
                          dell’ape. Ciò è fondamentale
                          non solo per una migliore valutazione
                          di quanto l’ape fa, ma
                          anche per una miglior conduzione
                          degli alveari; l’apicoltore,
                          infatti, meglio conosce il comportamento
                          dell’ape e più è in
                          grado di attuare in modo razionale
                          le diverse operazioni apistiche.
 
 Come può l’ape compiere
                          attività così differenziate?
 Perché
                          ha un corpo che glielo permette.
 Anch’essa non sfugge a una
                          regola generale, esistente nel
                          mondo zoologico, secondo la
                          quale in natura ogni organo e
                          ogni apparato è strutturato in
                          modo da poter assolvere a specifiche
                          funzioni; infatti, tra struttura
                          e funzione di un organo esiste
                          normalmente uno strettissimo
                          legame.
 La “prodigiosità” dell’ape,
                          quindi, sta nella “prodigiosità”
                          della sua conformazione
                          morfologica, fondamento della
                          biologia ed etologia, altrettanto
                          prodigiose.
 
 Lasciando a manuali specialistici
                          l’onere di una descrizione particolareggiata
                          del corpo dell’ape e
                          dei suoi apparati costitutivi, in
                          quest’articolo desideriamo ricordare
                          l’attività in cui l’ape raggiunge
                          la massima espressione della
                          sua prodigiosità: il cosiddetto“linguaggio”, che si esprime
mediante danze.
 La scoperta di
                          tale forma di comunicazione tra
                          le api e il suo alto contenuto d’informazioneè certamente il capolavoro
dell’etologo austriaco
prof. Karl von Frisch cui fu assegnato,
nel 1973, il premio Nobel
per la Fisiologia e la Medicina,
grazie alla definizione del linguaggio
gestuale delle api.
 
 Poichè
                          il messaggio che viene dato è in forma simbolica, nel linguaggio
gestuale dell’ape è coinvolto
tutto il corpo dell’insetto e non
solamente singoli organi o specifiche
molecole.
 Con questo linguaggio, basato
principalmente sulla danza “circolare”
e sulla danza “dell’addome”,
l’ape bottinatrice informa le
compagne sull’ubicazione della
sorgente di nutrimento che ha
scoperto e che merita di essere
sfruttata.
 Le danze sono una
                          serie di movimenti che la bottinatrice
                          compie sui favi dell’alveare
                          dopo aver individuato una fonte
                          nettarifera interessante e aver
                          raccolto un poco di nettare da far
                          assaggiare alle compagne (fig. 1).
 
 
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La bottinatrice cede il nettare raccolto alla magazziniera mediante
 la trofallassi e, dopo aver deposto il polline, è pronta a partire per una nuova missione
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La trofallassi, non è solo uno scambio di cibo tra operaie ma uno
 dei principali momenti di comunicazione all'interno dell'alveare.
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                      | Quando la distanza del pascolo
                        dall’alveare è inferiore ai 100
                        metri, la bottinatrice esegue la
                        danza “circolare”; essa, cioè,
                        descrive alcuni movimenti circolari
                        quasi completi, variando
                        spesso la direzione. Stimolate da questi movimenti, altre api le si
                        avvicinano toccandola con le
                        antenne protese in avanti. Così
                        facendo, possono recepire
                        anche informazioni sulla qualità
                        del nettare raccolto che, nel frattempo,                          è stato rigurgitato in piccole
                        gocce dalla bottinatrice.Dal
                        nettare a loro offerto e dall’odore
                        dei fiori di cui il corpo dell’ape
                        danzatrice è impregnato, le api
                        sono, quindi, in grado di riconoscere
                        l’odore del pascolo che
                        dovranno cercare.
 La rapidità e la
                        velocità, con cui questa danza è
                        eseguita, indicano l’abbondanza
                        della sorgente alimentare. Maggiore è la vivacità, maggiore sarà
                        il numero delle bottinatrici “reclutate”
                        che lasceranno il nido per
                        andare alla sua ricerca.
 Se, invece,
                        la sorgente alimentare si trova
                        a una distanza dall’alveare superiore
                        ai 100 metri, la bottinatrice
                        esegue la danza “dell’addome”.
 
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                      | Danza “circolare” e danza “dell’addome”
                          non sono nettamente
                          separate; se. infatti, le distanze
                          dei pascoli scoperti sono intermedie,
                          si hanno danze di transizione
                          dall’una all’altra.Durante la danza “dell’addome”
                          la bottinatrice percorre sul favo un
                          tratto rettilineo, compie un semicerchio
                          all’indietro fino all’inizio di
                          questo tratto, lo ripercorre nuovamente
                          e ripete un semicerchio
                          nella direzione opposta a quella
                          del precedente fino al tratto rettilineo
                          e così via.
 Mentre percorre il
                          tratto rettilineo, l’ape muove con
                          rapidità l’addome a destra e a
                          sinistra (13-15 volte al secondo),
                          vibrando contemporaneamente
                          le ali.
 La frequenza di queste evoluzioni
                          sul favo, il numero degli“scodinzolamenti” lungo la linea
retta e il numero di volte che viene percorso tale tratto indicano la
distanza della fonte nettarifera
dall’alveare. Più l’ape è lenta e più
la sorgente è lontana: ad esempio,
se la bottinatrice in 60 secondi
percorre 24 volte la linea retta
allora il pascolo si trova a 500
metri; se invece il tratto viene percorso,
nella medesima unità di
tempo, solamente 8 volte, ciò
indica una distanza del pascolo di
circa 2500-3000 metri.
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                      | La danza “dell’addome”, tramite
                        l’assaggio di piccole gocce di
                        nettare rigurgitato, fornisce alle
                        altre api anche informazioni circa
                        la qualità del bottino ma, soprattutto,
                        fornisce indicazioni circa la
                        direzione che le api “reclutate”
                        devono seguire nel momento in
                        cui usciranno dall’alveare.La
                        posizione del tratto rettilineo
                        rispetto alla verticale, durante la
                        danza sui favi, indica l’angolo da
                        assumere rispetto al sole nel
                        viaggio di andata verso la sorgente
                        segnalata.
 
 Le conoscenze riguardanti il linguaggio
                        gestuale delle api non si
                        limitano alle danze sopradescritte.
                        In particolari circostanze le api
                        eseguono altri tipi di danze, ad
                        esempio quella “di gioia” allorchè
                        sta per sfarfallare una nuova regina
                        o al termine di una giornata di
                        intensa e proficua raccolta di
                        cibo, oppure quella del “massaggio”
                        per rianimare altre api ferme
                        sulla porticina perchè intirizzite
                        dal freddo e quindi incapaci di
                        rientrare nell’alveare.
 
 

Il fiore è colore e profumo. L'odore del nettare, che sarà portato
 dalla bottinatrice nell'alveare, sarà un ulteriore aiuto per le
 compagne che devono trovare il luogo del bottino.
Molto probabilmente
                        in futuro la ricerca
                        scientifica giungerà alla scoperta
                        di altre danze e di altre forme di
                        comunicazione; ad esempio non
                        si conoscono ancora i mezzi
                        d’informazione che regolano la
                        raccolta del polline.
 L’insieme di queste conoscenze,
                        note e meno note, acquisite e
                        future, spesso porta a descrivere
                        l’ape come un insetto non solo
                        prodigioso, ma anche “intelligente”.
 Quest’ultima definizione è, a
                        nostro avviso, piuttosto azzardata.
                        L’ape, infatti, pur essendo
                        dotata di un sistema nervoso dal
                        cerebro molto più sviluppato di
                        quello di altri insetti, dimostra di
                        possedere sì notevoli facoltà psichiche
                        che, però, non sfociano
                        in un’intelligenza simile a quella
                        dell’uomo - capace di repentini
                        adattamenti a situazioni nuove -
                        ma in istinti. Questi istinti,
                        comunque, rivestono una grande
                        importanza: si pensi alle
                        numerose attività cui l’ape si
                        dedica durante la sua vita e alle
                        capacità di orientamento, di
                        memoria e di trasmissione delle
                        informazioni.
 
 Con il suo libro, Karl von Frisch
                      ha dimostrato che l’ape può
                        essere definita un animale simbolico
                        poiché usa un trasferimento
                        d’informazione per mezzo di
                        segni convenzionali che consente,
                        ad esempio, ad alcune api di
                        comunicare alle altre i luoghi
                        dove si trova il cibo attraverso
                        una danza pendolare che crea
                        una figura di movimento a forma
                        di otto, in modo che possano
                        orientarsi, in rapporto alla posizione
                        del sole, verso la direzione
                        giusta per raggiungere il nettare.
 Quanto esposto in questo articolo
                        non è probabilmente sufficiente
                        per illustrare a pieno la vita
                        della società delle api, di quell’insieme
                        che alcuni hanno definito
                        come “superorganismo” vedendo
                        in esso delle attività vitali proprie
                        quali la nutrizione, la sopravvivenza,
                        la riproduzione e la difesa;
                        tutto ciò dovrebbe, comunque,
                        essere utile per meglio valutare
                        gli stretti rapporti esistenti
                        tra le principali strutture del
                        corpo, il loro funzionamento e i
                        comportamenti di questo imenottero
                        aculeato.
 
Biologia L’Apis | N. 1 GENNAIO 2015 29 (Le foto sono di L. Mazzocchi) |     
                    
                      | Bibliografia
 
 - Domenichini G., 1986 - Apporti
                          dell’entomologia al progresso scientifico,
                          Ann. Fac. Agr. U.C.S.C. (Piacenza),
                          26: 205-224.- Free J. B., 1982 - L’organizzazione
                          delle api, Edagricole, Bologna,.
 - Frilli F., Barbattini R., Milani N., 2001
 - L’ape, forme e funzioni. Calderini
                          edagricole, Bologna: X + 112 pp.
 - 
                          Frisch K. von, 1951 - Nel mondo
                          delle api, quarta edizione, Edizioni
                          Agricole, Bologna
 - 
                          Laurino L., Dal Moro A., Rojatti F.,
                          1985 
                          - L’ape ed i suoi prodotti,
                          Cons. Apic. Prov., Udine.
 -                   Lindauer M., 1975 
                          - Il linguaggio
                          delle Api sociali, Zanichelli, Bologna.
 - Pardi L., 1983 - Karl von Frisch: il
                          dialogo oltre il confine della specie,
                          L’Apicoltore moderno, 74: 213-220.
 - Wilson E. O., 1971 - La società degli
                      insetti, Einaudi, Torino.
 |      Dello stesso Autore: 
                    
                      | Api nell'Arte     |  |  
                      |  |  
                      | Api e Religione -   |  
                      |  |  
                      |  |  |  
                      | Api nel collezionismo e nella pubblicità
 
 |  
                      | Il mondo delle Api
 
   |  
                      | Api nel mondo infantile
 
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                      | Api e loro prodotti    |  
                      |   |  
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                      | Di altri Autori:
 
- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura". |  
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