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                    PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE - ANNO 1989
   Sulla scia del pellegrinaggio del 1988, 
                      avendo scritto di getto il Diario di Medjugorje non appena 
                      ritornata a casa - per fermare sulla carta le impressioni 
                      che questa esperienza aveva lasciate nella mia mente, nel 
                      mio cuore, nella mia anima - nel successivo viaggio del 
                      1989 avevo deciso di tenere un vero e proprio resoconto 
                      di tutto quello che sarebbe avvenuto fuori e dentro di me.Tuttavia per l'incalzare degli impegni e della manzanza 
                      di tempo, non riuscendo ad annotare tutto quello che avrei 
                      voluto, un pò delusa, l'avevo "dimenticato", 
                      archiviandolo tra altri scritti. Riscoprendolo solo ora. 
                      Quando, comunque, mi sono decisa a rileggerlo ho trovato 
                      che, nonostante tutto, anche se parziale è pur sempre 
                      il racconto di un'esperienza umana e religiosa che può 
                      essere condivisa. E quindi eccolo qui.
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                        | Questo 
                            nuovo pellegrinaggio è nato dal desiderio di 
                            pochi di ritornare a Medjugorje per ripetere l'esperienza 
                            meravigliosa avuta l'altr'anno. Iniziata con impegno 
                            e baldanza quest'impresa, i soliti tre organizzatori 
                            hanno diramato il loro programma, subito ben particolareggiato 
                            e realizzato, basandosi soprattutto sulla collaborazione 
                            di Jozo, il nostro amico croato che conosce bene Medjugorje.Ma poi, quando tutto sembrava così ben impostato, 
                            sono sorti improvvisi ostacoli che di volta in volta 
                            hanno smorzato gli ardori dei tre: difficoltà 
                            derivanti da imprevisti aumenti di prezzo, defezioni 
                            di alcune persone già prenotate, la delusione 
                            derivante dal fatto che Jozo, avendo vinto una borsa 
                            di studio in Spagna, sarebbe stato libero solo alla 
                            fine di ottobre, ecc.
 Tuttavia, eccoci qua Ore 8,15, inizia questo nuovo cammino 
                            verso Medjugorje e bisogna fare uno sforzo per non 
                            essere sopraffatti dallo scoramento: Roma giace sotto 
                            la sferza d'una pioggia inusitata e copiosa, il cielo 
                            è cupo ed il traffico caotico. Noi siamo in 
                            ritardo (più di un'ora) forse c'è anche 
                            un pò di malumore che serpeggia sottile e strisciante 
                            per questi ostacoli che già si frappongono 
                            tra noi e il viaggio. Siamo imbottigliati tra file 
                            di macchine intricate, senza sbocco, i minuti corrono 
                            veloci, si tenta di trovare una strada più 
                            scorrevole, ma l'intervento dei vigili sembra complicare 
                            le cose: Prenestina, Casilina, la Tangenziale, quale 
                            di quelle strade ci porterà più velocemente 
                            a Pescara?I primi "sintomi" di questi scompensi sono 
                            stati i ritardi, anzi l'assenza di alcune persone. 
                            Alle 5,30 - prima tra tante - ci ha raggiunti a casa 
                            una telefonata di Gabriella D. A. una delle più 
                            fervide sostenitrici di questo viaggio, per avvertirci 
                            che, a causa di una febbre alta di sua madre ottantenne 
                            non potevano più intervenire. Il dispiacere 
                            immenso era nella sua voce e nelle sue parole, quasi 
                            una disperazione, perchè i tre De Angelis - 
                            due vecchi diritti e determinati e Gabriella la loro 
                            figlia ormai avanti con gli anni anche lei, alta, 
                            fine, devota - sono stati i primi a dar fiducia agli 
                            organizzatori incerti se imbarcarsi in una nuova impresa, 
                            i primi a pagare tutta intera la quota del viaggio, 
                            quando ancora non era stato definito tutto il programma 
                            del nuovo viaggio.
 Vi porteremo nel cuore tutti e tre, 
                            sarete in mezzo a noi quando saliremo sul Krizevac, 
                            quando ci inginocchieremo sul Podbrdo, vicini a noi 
                            nella grande chiesa dove la folla s'assiepa instancabilmente. 
                            Pregheremo insieme a voi, per voi e per tutti quelli 
                            che l'anno passato hanno vissuto con noi la prima 
                            esperienza a Medjugorje. Gli organizzatori - sempre loro: 
                            i due Paoli e Mario - hanno raggiunto il luogo dellì'appuntamento 
                            dinanzi alla chiesa di san Martino alle 6,40 dove 
                            i più mattinieri già s'accalcavano, 
                            salivano sul pullman, prendevano i posti assegnati, 
                            scambiavano le prime impressioni col vicino. Molti 
                            già si conoscevano, altri dovevano ancora inserirsi.Ancora una volta è con noi Cosimo, il nostro 
                            perfetto autista-compagno dell'anno scorso e questa 
                            sua presenza ci conforta e ci rassicura. Non solo 
                            è un valido autista ma soprattutto è 
                            sempre disponibile alle nostre richieste, è 
                            sempre pronto ad aiutare i più deboli, è 
                            sempre il più convincente nella preghiera.
 Sono giunta alle 7,00 in punto con 
                            Donatella, Simone e Katia, tutti e quattro carichi 
                            di borse e borsette e con gli ombrelli a portata di 
                            mano perchè il cielo non prometteva niente 
                            di buono. Difatti, poco dopo, quasi a dimostrare contrarietà 
                            per questa nostra partenza, è cominciato a 
                            piovere con foga. Imperterriti - organizzatori e fumatori 
                            accaniti che presagivano una lunga astinenza - sostavano 
                            sotto l'esile riparo del muro di cinta della casa 
                            parrocchiale, in attesa dei ritardatari. Soprattutto 
                            di Francesca e dei suoi genitori e di 2 coppie di 
                            loro amici, una accompagnata dalla mamma ed una composta 
                            da Rina e Augusto, nostre vecchie conoscenze dell'anno 
                            scorso.Purtroppo i minuti corrono e scoccate le 8,00 prendiamo 
                            la decisione di partire, sperando che i nostri amici, 
                            non vedendoci, ci raggiungano a Pescara.
 Le vie sono intasate dal traffico 
                            in una maniera indescrivibile e la pioggia continua 
                            a cadere imperterrita creando disagi, caos, code, 
                            gonfiando gli avvallamenti del terreno, formando piccoli 
                            stagni... Ma, come Dio vuole, riusciamo a prendere 
                            l'autostrada che ci porterà a Pescara. Nonostante 
                            tutti queste difficoltà, Dio è con noi, 
                            ci accompagna in questo viaggio ed il Nemico che ci 
                            pone ostacoli non può che ritirarsi senza aver 
                            potuto fermare la nostra corsa, nè diminuire 
                            la nostra baldanza. I nostri animi esultano perchè 
                            ormai poche ore ci separano da Medjugorje. 
                            
                              | Padre Barnaba Hechich, un carismatico francescano 
                                croato che  vive da sempre in Italia, che conduce e e segue diversi gruppi del Rinnovamento, grande oratore, grande studioso 
                                  ed uomo di cultura (Presidente della Commissione per l'Edizione Critica delle Opera omnia del B. Giovanni Duns Scoto (Commissione Scotista Internazionale - insegnante di metodologia   scientifica alla Pontificia Università Antonianum, dove ha tenuto anche diversi corsi   semestrali di critica testuale, di introduzione alla filosofia di   Giovanni Duns Scoto e seminari su Scoto e sulla mariologia), parla con ardore, ringraziando 
                                  con un inno di lode il Signore e ci presenta il libriccino 
                                  che ci accompagnerà e guiderà in questo 
                                  viaggio:"Pregate col cuore", scritto da 
                                  Padre Slavsko, un francescano che opera in Medjugorje, 
                                  laureato a Friburgo in psicologia, su cui il nostro 
                                  oratore ci ragguaglia.E' un libro che riflette molto la spiritualità 
                                  di Medjugorje e P. Barnaba spera che ci serva come 
                                  scuola di preghiera, per pregare, appunto, con il 
                                  cuore e non solo meccanicamente, entrando nelle profondità 
                                  della orazione, preparandoci e permettendo a Dio di 
                                  operare. Molti terminano la preghiera senza esserci 
                                  mai "entrati".
 Altro libro consigliato è 
                                  la Via Crucis in cui il predetto P. Slavsko - cosa 
                                  proprio nuova - inserisce un pensiero dedicato alla 
                              Madonna.
 |  |  Ci illustra poi la figura di Padre Jozo Zovko che 
                            incontreremo a Thjalina, il parroco della chiesa di 
                            san Giacomo al momento delle prime apparizioni, incredulo 
                            dinanzi alle visioni di quei ragazzi, ma che colpito 
                            egli stesso dagli avvenimenti, cercherà di 
                            salvaguardare i veggenti dalle autorità comuniste 
                            che avrebbero voluto intralciare il cammino sulla 
                            terra di Maria. E' stato incarcerato per circa due 
                            anni e duramente provato, ma è uno dei più 
                          ardenti sostenitori delle apparizioni. Ci racconta, infine, delle sue esperienze 
                            personali e di alcuni "miracoli" avvenuti 
                            a Medjugorje, operati dalla forza della fede, ribadendo 
                            però che quelli più grandi sono le conversioni 
                            che là si realizzano a centinaia di migliaia.Tra aneddoti ed informazioni, ci narra poi la storia 
                            del piccolo paesino della Bosnia Erzegovina dove avvengono 
                            le apparizioni e quella dei veggenti che egli ha conosciuto 
                            personalmente sin dai primi tempi e della sorella 
                            di una di loro, presente il primo giorno all'apparizione 
                            della Madonna ma che il giorno successivo aveva però 
                            ceduto il posto alla sorella. Interrogata sul fatto 
                            se le dispiacesse o no che la Madonna non le fosse 
                            apparsa più, che l'avesse vista una sola volta, 
                            la piccola aveva risposto che era comunque contenta 
                            di aver visto la Madonna (e ti pare poco!? Che merito 
                            ho io? - avrebbe esclamato).
 I veggenti sono un dono alla Chiesa, per la chiesa, 
                            mezzi che servono a scuotere le coscienze, che servono 
                            a darci pace. Non ci può essere pace in terra 
                            se prima non c'è nei nostri cuori: le armi 
                            si possono deporre se dentro l'animo dell'uomo c'è 
                            il germe della pace, altrimenti...
 Poco conosciuto è un altro dono, quello delle 
                            due ragazze che hanno delle locuzioni interiori, cioè 
                            "sentono" interiormente i consigli che la 
                            Madonna dà loro da riferire poi ai fedeli.
 Per raggiungere la pace interiore 
                            e quindi la conversione da una vita tiepida ad una 
                            vita di fede autentica, la Madonna ci indica varie 
                            vie:
 - la Penitenza della confessione
 - la Preghiera, dedicando più ore alla preghiera 
                            che agli svaghi inutili e dannosi
 - il Digiuno - ci eravamo dimenticati del digiuno 
                            - che non è il patire la fame, ma un'offerta 
                            a Dio per amore
 - l'Eucaristia: vedere Dio, gustarLo, entrare in contatto 
                            con Lui.
 Una domanda sale, talvolta, alla 
                            bocca dei denigratori di Medjugorje: perchè 
                            la Madonna continua ancora giornalmente a farsi vedere 
                            e a far arrivare a Marja - ovunque essa si trovi - 
                            i messaggi, che poi lei riferisce al mondo?La risposta può essere questa:
 La Madonna poteva anche non apparire, ma oggi la nostra 
                            società, i mass media ci bombardano e ci sommergono 
                            ed Ella è corsa in nostro aiuto per salvarci. 
                            Se Essa fosse già scomparsa, di Medjugorje 
                            forse non si sarebbe mai più parlato e non 
                            ci sarebbero stati i numerosi frutti di fede e di 
                            conversione che si sono avverati.
 Maria vuole guidarci alla salvezza eterna e come una 
                            qualsiasi mamma che guida i suoi figli per le vie 
                            del mondo, con i Suoi messaggi ripetitivi ma amorosi 
                            e pazienti, ci sollecita a raggiungere questo traguardo, 
                            dispiegandocene i mezzi attraverso cui possiamo raggiungerlo. 
                            Nonostante la sollecitudine di Maria, siamo però 
                            restii a cambiare, a pregare, a convertirci. Abbiamo 
                            per lo più recepito i messaggi ma ancora non 
                            ci adeguiamo alle amorose richieste della Vergine. 
                            Ed Ella continua ad apparire!
 Padre Barnaba seguita ad elargirci 
                            le sue parole, ci propone anche qualche racconto esilarante 
                            e ci presenta due ragazze - che fanno parte della 
                            comunità dei Carismatici di Perugia - che animeranno 
                            con la chitarra e i canti il nostro viaggio, ci fa 
                            conoscere Emanuela e Mario, entrambi in carrozzella, 
                            la sua "segretaria" Dina ed altri partecipanti 
                            che non conosciamo ancora.Poi, sottolinea, che i giorni che stiamo per vivere 
                            saranno per noi provvidenziali per accrescere la nostra 
                            fede così tentennante, così in pericolo 
                            in questi tempi vissuti all'insegna dell'egoismo e 
                            del consumismo, contrassegnati da una mancanza d'amore 
                            verso il prossimo e in sostanza contro noi stessi. 
                            Prepariamoci, dunque, spiritualmente a questo incontro 
                            ed offriamo alla Madonna, quale piccolo dono, la nostra 
                            stanchezza, le nostre difficoltà, i nostri 
                            sacrifici, i piccoli inconvenienti che incontreremo 
                            in questo nostro cammino.
 Ci invita, infine, alla preghiera 
                            per iniziare degnamente questo pellegrinaggio che 
                            ha come meta la ricerca di noi stessi e della pace, 
                            sotto la guida e la presenza operante di Maria. Se 
                            ci affidiamo a Lei, troveremo più facilmente 
                            Gesù.Ci redarguisce, infine, perchè spesso ci vergogniamo 
                            di ringraziare il Signore e non lodiamo Dio all'inizio 
                            di ogni nostra giornata, mentre dovremmo farlo per 
                            tutto quello che ci dà - il Signore opera sempre 
                            nella nostra vita, anche oggi - e spesso preghiamo 
                            per noi ma senza aver perdonato ai nostri nemici.
 Dà quindi il via al canto a cui tutti partecipiamo 
                            intensamente, anche se non tutti siamo abituati a 
                            gesticolare alzando le mani in alto in segno di lode 
                            al Signore, come fanno invece i carismatici!
 La prima differenza che si nota tra 
                            noi almeno al momento è, infatti, la divisione 
                            in due distinti gruppi: quello di San Martino con 
                            Padre Antonio in testa e quello di Padre Barnaba e 
                            dei suoi di Palombara, di Fiano, di Riano, che sono 
                            tutti del Rinnovamento dello Spirito. Hanno quindi 
                            percorso già un cammino interiore ma soprattutto 
                            hanno dato spazio allo Spirito Santo di penetrare 
                            in loro con la sua voce e la sua luce e s'abbandonano 
                            al suo tocco e all'eloquio frequente in cui innalzano 
                            alla Trinità e a Maria il loro grazie: grazie 
                            per averli messi al mondo, grazie per tutto ciò 
                            che è loro concesso, grazie infine anche per 
                            le prove a cui vengono sottoposti.Per noi, esplosivi sì ma in fondo chiusi in 
                            certe espressioni, questa loro professione continua 
                            di fede è destabilizzante e toccante. Tuttavia, 
                            sulle prime rimaniamo un pò sconcertati da 
                            quel loro fare, specie dalle loro esclamazioni: "Alleluja, 
                            alleluja", da quei loro canti: "Diamo lode 
                            al Signor, diamo lode..." che non hanno mai fine, 
                            da quel loro gesto di portare in alto le mani e di 
                            muoverle a ritmo per dare maggiore vigore ai loro 
                            canti e alle loro preghiere. Eppure, anche se sembra 
                            un rituale, tutto ciò viene fatto con il cuore, 
                            con spontaneità e slancio da fanciulli... è 
                            proprio questo, forse, che a noi manca, un cuore fanciullo 
                            che esalti la perfezione di Dio e di tutti i suoi 
                            doni. Il movimento carismatico, a cui loro appartengono, 
                            fa proprio leva su ciò che Dio ha regalato 
                            ad ognuno di noi e che noi dobbiamo mettere a frutto, 
                            al servizio dei fratelli. Facile a dirsi, difficile 
                            a farsi.
 Rina ascolta, pensierosa, immersa 
                            nel suo mondo interiore di soferenza. E' una donna 
                            dalla struttura forte e provata che pure con coraggio 
                            affronta una dura realtà che non racconterò 
                            per delicatezza. |   
                        |  
                             
 Mario M.
 | Un attimo di panico 
                            - subito acquietato - lo proviamo quando la Dottoressa 
                            Rosita Taddeini dà segni di sofferenza, ma 
                            un pò d'aria la rianima e ripartiamo più 
                            spediti, anche perchè la pioggia sembra diradarsi.                           Mario M., intanto, ha un nuovo giocattolo 
                            quest'anno: una cinepresa nuova di zecca appartenente 
                            a Frà Ignazio che gliel'ha per il momento affidata 
                            e che lui sventaglia sotto il naso di tutti, riprendendo 
                            passo passo i momenti salienti della partenza e del 
                            viaggio. Ci regalerà, comunque, dei ricordi 
                            inestimabili. Come Dio vuole raggiungiamo Pescara 
                            alle 12,00 passate sotto una pioggia torrenziale ma 
                            il cuore è tutto rallegrato dalla presenza 
                            di Francesca, Gabriella, di Franco, di Rina e Augusto 
                            e dei loro amici che, avendo ritardato per varie ragioni 
                            - si sono trovati imbottigliati nel traffico dell'Appia, 
                            rallentato da un incidente occorso ad un motociclista 
                            che è rimasto ucciso - sono arrivati al punto 
                            di incontro per la partenza appena cinque minuti dopo 
                            che eravamo andati via, ma non si sono persi di coraggio 
                            e ci hanno inseguiti fino a raggiungerci.  |   
                        | Esplicate le formalità 
                            relative all'imbarco, ci ritroviamo tutti in fila 
                            per salire sulla scaletta interna d'imbarco. Un pò 
                            di caos nel prender possesso delle poltrone prese 
                            d'assalto anche da altri due gruppi di pellegrini, 
                            poi si incomincia a far la fila per la toilette, per 
                            il ristorante, ecc. ecc.  |   
                        |  |  
                       
                        |  |  |   
                        | Nel primo pomeriggio iniziano i preparativi 
                            per la Messa che si svolgerà in una delle sale 
                            ritrovo per i passeggeri. I giovani provano i canti, 
                            P. Antonio, P. Barnaba e don Giusto si preparano spiritualmente 
                            a concelebrare, i piccoli indossano le loro vesti 
                            da chierichetti... Intensa e solenne, la celebrazione, 
                            coinvolgente l'omelia. |   
                        |  |  
                       
                        |  |   
                        | L'Hotel LoveArriviamo che è ormai notte 
                            e non possiamo vedere la bellezza del paesaggio nè 
                            quant'altro ci circonda e il piccolo hotel-villaggio 
                            che ci accoglie, ma già dall'ampio salone possiamo 
                            notare che si trova proprio sul mare, su un ampio 
                            terrapieno a picco sulle acque.Ci ha atteso là un amico di Jozo che si chiama 
                            Nicksa: non più giovanissimo, alto, un volto 
                            incisivo, capelli lunghi che gli saltellano sul viso 
                            perchè accompagna i suoi discorsi "fitti 
                            fitti" rivolti a Jozo, con lunghi scarti della 
                            testa. Le ragazze l'hanno già soprannominato 
                            "Raffaella Carrà" proprio per il 
                            modo in cui agita il capo. Lo ritroveremo poi come 
                            guida in un successivo pellegrinaggio...
 
 Secondo giornoE' una mattinata splendida e possiamo 
                            ammirare finalmente il luogo in cui ci troviamo: un 
                            bel villaggio con tante casette gialle in cui ci hanno 
                            disposto a due a due - tanto era tutto per noi - alberi 
                            in fiore, scorci caratteristici. Abbiamo riposato 
                            bene, disseminati nelle varie, piccole abitazioni 
                            ed ora con il sole ci godiamo un momento di tranquillità, 
                            benchè sia già incalzante la necessità 
                            di riprendere il percorso per raggiungere la nostra 
                            meta.Diamo la sveglia ai più piccoli che ancora 
                            se la dormono della grossa, ci riuniamo nel giardino 
                            che dà sul mare per una foto di gruppo, eppoi 
                            con tutti i nostri bagagli rimontiamo sul pullman, 
                            alla volta di Markaska sullo sfondo d'un paesaggio 
                            caratterizzato da incombenti montagne, da lampi di 
                            verde nel grigio del pietrisco...
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                        | Al Santuario della Piccola Lourdes 
                            facciamo una sosta, poi proseguiamo sulla strada a 
                            strapiombo sul mare che degrada fino ad ampie e chiare 
                            anse e che ci regala paesaggi d'intatta bellezza. 
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                        | Ripartiamo e Jozo prende il microfono 
                            per esortare a fare, una volta a Medjugorje, una buona 
                            confessione, cercando le radici profonde dei nostri 
                            peccati per vedere di estirparle definitivamenteSulla destra, intanto, si sussegue un paesaggio sempre 
                            vario, una costa costellata di miriadi piccole isole, 
                            ma ad un tratto ci si rende conto di aver sbagliato 
                            la strada ed è necessario quindi tornare indietro, 
                            arrampicandoci su per le ripide montagne che ci riserveranno 
                            spettacolari vedute.
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                        | ... Delle piccole viti stentate crescono 
                            entro confini di cemento, chiesette semplici e bianche, 
                            case diroccate ed il verde intenso di alberi rigogliosi 
                            che s'addensano in macchie boschive, poi ancora zone 
                            brulle, ghiaia, alberelli contorti e disseccati dall'estate 
                            appena trascorsa. Intanto Katia con voce intensa ci 
                            legge alcuni Messaggi della Madonna: "Cari figli", 
                            così ci chiama la Madre di Dio!.  Lasciamo la Dalmazia incastonata tra questi ostici 
                            monti, per immergerci nei caldi colori dell'interno 
                            della Bosnia Erzegovina, mentre P. Barnaba, raccontandoci 
                            delle sue esperienze come coadiuvatore di P. Amorth, 
                            uno dei più famosi esorcisti, ci illustra i 
                            pericoli in cui incorrono molte anime avvicinandosi 
                            all'astrologia, alla cartomanzia, alle sedute spiritiche, 
                            alle superstizioni. L'uomo deve pur credere in qualcosa 
                            e quando la fede in Dio comincia a vacillare, ecco 
                            che diventa facile bersaglio dei "ministri" 
                            del maligno.Infine, ci intrattiene sulla storia della Jugoslavia 
                            ed in particolare della Bosnia-Herzegovina. Sotto 
                            la dominazione turca per i francescani da sempre presenti 
                            in quelle zone e per i devoti cristiani era molto 
                            difficile avere dell'acqua benedetta e così 
                            quando si poteva si faceva benedire il sale. Quando 
                            si aveva bisogno dell'acqua santa, si metteva nell'acqua 
                            comune qualche granello di sale.
 ...Sfilano sotto i nostri occhi grossi mucchi colorati 
                            di pannocchie appena raccolte che spiccano nel verde 
                            dell'erba, sfilano panni stesi e filari di tabacco 
                            appesi ad asciugare al sole, casupole di grosse pietre 
                            grigie e squadrate, piccoli recinti in cui pascolano 
                            poche sparute pecore... i bellissimi colori dell'autunno 
                            già inoltrato, ci sono tutti.  |  
                        |  |  
                       
                        |  
                            Siamo ormai vicini a Medjugorje 
                              e P. Antonio, emozionato, intona con forza, con 
                              la sua calda voce l'inno alla Regina della Pace. 
                              Anche Mario D.B. che ancora conosco poco, ma che 
                              mi va a genio per le sue pungenti battute, e che 
                              di solito brontola per attrarre l'attenzione, è 
                              stranamente silenzioso. Una volta arrivati nel piccolo 
                              centro di Miletina, c'è un pò di confusione 
                              per la sistemazione nelle varie case, ma alla fine 
                              tutto si conclude più o meno felicemente, 
                              anche con la nostra adesione a condividere, io, 
                              Paolo, Mario e Giuliana un'unica camera da letto. 
                              Sulle prime forse non ci sarà sembrata una 
                              felice trovata ma poi negli anni quella condivisione, 
                              condita di semplici facezie e di risate di cuore, 
                              si è trasformata in un bellissimo ricordo. |   
                        |  | La giornata trascorre con i suoi tempi 
                            cadenzati: pranzo, riposo, visita alla chiesa e successiva 
                            celebrazione.I pellegrini sono innumerevoli e moltissimi i sacerdoti 
                            che concelebrano nella chiesa, diventata ormai troppo 
                            piccola per contenere il fiume di gente che arriva 
                            a Medjugorje.
 Tanti, infatti, sono quelli che ascoltano la Messa 
                            seduti intorno alla chiesa o sui prati o in piedi, 
                            addossati alle mura perimetrali esterne mentre altrettanti 
                            attendono il loro turno per la confessione. Quest'anno, 
                            nel piazzale, hanno costruito dei nuovi confessionali 
                            in legno ed un trabiccolo in legno su cui risaltano 
                            i cartelli che indicano le lingue in cui ogni singolo 
                            sacerdote è pronto a confessare....
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                        |  |  |   Terzo giorno
                       
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                        | Ci avviamo verso il punto d'incontro, 
                            ma prima facciamo una sosta nella casa in cui sono 
                            alloggiati i miei figli. Stanno ancora facendo colazione 
                            con gli altri compagni, una lauta colazione - direi 
                            - imbandita da Mila, la padrona di casa. E' una donna dalla struttura forte, contadina, con 
                            un viso sorridente, che cerca in ogni modo di soddisfare 
                            i suoi "ospiti" e cerca di comprendere, 
                            anche se poi non ci riesce, quello che noi, talvolta 
                            concitatamente, le chiediamo.
 I due piccoli, Simone e Tommaso, sono suoi ospiti 
                            ed ella cerca di chiudere un occhio sulla loro estroversione 
                            e mobilità che li trascina dentro e fuori della 
                            casa, senza sosta, nei momenti che dovrebbero essere 
                            dedicati al riposo quotidiano. Ecco che si avvicinano 
                            alla pergola dell'uva ormai matura e ne staccano alcuni 
                            grappoli sugosi, oppure danno il tormento al cane 
                            che riposa nel cortiletto. O ancora scorrazzano intorno 
                            alla casa alla ricerca di melograni - quante piante, 
                            qui intorno, cariche di frutti - o di more.Tuttavia 
                            Mila, forse memore delle scorribande dei suoi figli 
                            alla loro stessa età, li guarda silenziosa 
                            e sorride... Adiacente alla casa in cui pernottano, un'altra abitazione 
                            simile alla prima, preceduta da un cortiletto in cui, 
                            sotto un pergolato, quattro persone stanno recitando 
                            il Rosario. Predomina su tutte la voce di Edmondina, 
                            la nostra arzilla compagna ottantaduenne che con la 
                            sua cadenza romagnola dà il via alle preghiere.Tutti hanno una faccia radiosa, sono tutti contenti 
                            della sistemazione, tranne F. e M. che hanno come 
                            compagno di stanza Frà Ignazio che, purtroppo 
                            per loro, dormendo, russa sonoramente. Non hanno chiuso 
                            occhio e pregano gli organizzatori di trovare per 
                            loro un'altra sistemazione, lontana da "quella 
                            fonte di rumore".
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                        |  |   
                        | Sul tetto della casa vicina, interrotto 
                            dal nostro frastuono, uno spazzacamino - figura ormai 
                            d'altri tempi e quasi sconosciuta a noi di città 
                            - saluta il nostro gruppo vociante e ci dice qualcosa 
                            nella sua lingua, per noi oscura.Saliamo sul pullman e ci avviamo verso la chiesa - 
                            intorno alla quale si innalzano nuove costruzioni, 
                            insegne, bancarelle, negozi... (insomma anche qui 
                            il consumismo fa passi da gigante, ma è anche 
                            questo che i pellegrini vogliono!) - dove lasciamo 
                            solo poche persone che non se la sentono d'affrontare 
                            l'ardua salita e i due ragazzi in carrozzella, Emanuela 
                            e Mario e ci dirigiamo verso il Krizevac.
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                        | Iniziamo a salire con 
                            gioia sotto il sole già alto e tra una stazione 
                            e l'altra recitiamo una posta di Rosario, ci fermiamo, 
                            preghiamo e cantiamo all'unisono. |   
                        |  |  |   
                        | In alcuni momenti la commozione 
                            è forte, la voce s'incrina... |   
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                        |   Anche i due piccoli si sono avventurati in questa 
                            che per loro è una sfida ed una prova di forza.
 Camminano innanzi al nostro gruppo tenendo tra le 
                            mani una piccola croce di legno che di tanto in tanto 
                            si passano di mano.
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                            Le mani alzate verso Te, Signorper offrirti il mondo.
 Le mani alzate verso Te, Signor
 gioia in me nel profondo...
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 La salita è come sempre difficile 
                            ma è un dono da parte di chi la fa e che tuttavia, 
                            arrivato al culmine dell'ascesa, riceve il quadruplo 
                            o anche di più di quello che ha dato.Arrivare a toccare la croce che svetta sul monte è 
                            davvero esaltante.
 Forse è solo l'impegno fisico che viene ricompensato 
                            dall'arrivo a quell'altezza? Non credo, a me sembra 
                            davvero di essere, in quel momento, più vicina 
                            a Dio.
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 Discesa dal Krizevac |  ******
 Nel pomeriggio Padre Barnaba ci riunisce 
                      tutti in un piccolo cortile fiorito per una Liturgia penitenziale. 
                      Ci sediamo sulle panche di legno, un pò storditi 
                      dal profumo dei fiori, timorosi e compunti come scolari 
                      alla prima lezione, tutti intenti a seguire le sue parole 
                      che parlano al nostro cuore di serenità e di desiderio 
                      di migliorare, scalzando i macigni che noi stessi abbiamo 
                      sepolto nelle nostre coscienze.Mentre la luce dorata del tramonto incipiente ci accarezza, 
                      come fosse la mano benedicente di Dio, ad uno ad uno ci 
                      dirigiamo verso lo stesso P. Barnaba o verso P. Antonio 
                      per una buona confessione.
 E' quasi sera, nel piccolo paese le luci 
                      sono poche, utilizziamo qualche torcia portata con noi e, 
                      seguendo P. Barnaba ci dirigiamo verso una chiesetta di 
                      cui solo lui conosce la strada, tra le viuzze polverose 
                      e non asfaltate, finchè ad un suo richiamo capiamo 
                      di essere vicini alla meta. Qualche pietra affiora dal terreno 
                      e, puntando su di esse la torcia, ci accorgiamo che non 
                      sono pietre qualunque ma dei cippi funerari. Si, siamo proprio 
                      nel piccolo cimitero in fondo al paese. Lì per lì 
                      un moto di stizza (o forse è timore?) ci anima poi 
                      lo seguiamo in silenzio nella piccola cappella del cimitero.La funzione è intensa, meditata, coinvolgente mentre 
                      le lunghe ombre causate dal piccolo cero che illumina l'abside, 
                      creano evanescenti figure che danzano sulle pareti. Ma non 
                      ci si può distrarre quando Cristo è là 
                      sull'altare e ci invita alla Sua Mensa.
 E Padre Barnaba, sembra proprio un inviato 
                      del Signore per insufflare in questi nostri animi così 
                      vuoti un pizzico di Spirito Santo, con la forza della sua 
                      fede, della sua intelligenza, della sua cultura, del suo 
                      impegno. Siamo tutti toccati da questa celebrazione 
                      ed usciamo nel buio disperdendoci tra le tombe come pecore 
                      sbandate. Ma, all'improvviso, da un angolo oscuro, la voce 
                      di Mario, intonata ed intensa, si alza nell'oscurità, 
                      accompagnata dall' inseparabile chitarra, a cantare la sua 
                      disperazione e la sua richiesta d'amore a Dio. E' un momento 
                      magico, un momento da ricordare.Mario è un giovane uomo che dopo un incidente di 
                      moto è rimasto paralizzato. Non ha perduto solo la 
                      mobilità delle sue gambe, ha perduto una famiglia, 
                      una vita, le speranze, la fede. Ma forse ora, avrà 
                      finalmente deposto nelle mani di Dio il suo dolore.
 In serata si svolgono altre varie attività 
                      oltre alla cena e ad una liturgia delle guarigioni, ma il 
                      meglio - ma non si parla di spiritualità, questa 
                      volta - deve ancora venire. La sera, infatti, gli organizzatori 
                      vanno di casa in casa per controllare che tutto proceda 
                      nel migliore dei modi per tutti i partecipanti. Ed ogni 
                      volta si viene accolti da persone raggianti e dalla famiglia 
                      che li ospita e che ci propina un dolcetto, un goccio di 
                      grappa appena distillata.Torniamo alla nostra camera "quadrimoniale" col 
                      cuore lieto e leggero nel silenzio della notte rotto appena 
                      da qualche latrato di cane o di qualche piccolo animale 
                      selvatico, fissando il cielo bosniaco dove sembra esserci 
                      un affollamento incredibile di stelle luminose. Stelle che 
                      ormai nei nostri cieli gonfi di smog e di luci è 
                      impossibile vedere ad occhio nudo. Beandoci di questi regali 
                      che la natura ci offre, raggiungiamo la nostra casa e dormiamo 
                      il sonno dei giusti.
 Quarto giornoE' ancora buio quando ci svegliamo e ci 
                      apprestiamo a partire per Thjalina dove avremo la possibilità 
                      di ascoltare la Messa presieduta da P. Jozo e P. Barnaba.Quando arriviamo, il sole inonda il piazzale antistante 
                      la chiesa già stracolmo di pellegrini tra cui ci 
                      facciamo spazio per entrare in chiesa.
 P. Jozo ha un aspetto familiare è dolce ma diventa 
                      ieratico e solenne quando parla della Madonna, delle apparizioni 
                      e soprattutto dei messaggi e la sua voce si fa allora tagliente 
                      e ferma quando ci indica i nostri errori e ci invita a seguire 
                      il cammino indicato dalla Madre di Dio.
 La volta della chiesa è del tutto simile a quella 
                      della chiesetta cimiteriale, tutta doghe di legno d'un bel 
                      marrone intenso che spiccano contro il bianco-avorio delle 
                      pareti. In fondo all'abside spicca, nera e contorta una 
                      grande croce di ferro battuto. Dalle finestre aperte entra 
                      prepotente un raggio di sole ed improvvisamente una rondine 
                      che volteggia in alto, a lungo, e poi si posa su un piccolo 
                      cornicione. Sembra attenta anch'essa alle parole del frate 
                      che, quando parla in croato, sembra davvero ispirato dallo 
                      Spirito Santo.
 Terminata la funzione usciamo all'aperto 
                      ed attendiamo che P. Jozo dia una benedizione individuale 
                      ai pellegrini che si mettono in fila dinanzi a lui.  Per chi vuole c'è un'altra salita, 
                      questa volta notturna e quindi più difficile, al 
                      monte Krizevac. Molti aderiscono all'idea e si rimettono 
                      in cammino per l'ardua ascesa che assomiglia ad un viaggio 
                      spirituale verso Dio. Senz'altro il cammino, al lume fioco 
                      delle torce, è molto difficile anche se la luce delle 
                      stelle è abbastanza chiara per vedere gli ostacoli 
                      delle grosse pietre talvolta scivolose.Eppure, pian piano arriviamo alla Croce che svetta bianca 
                      nell'oscurità. E' un altro passo verso il cielo, 
                      verso l'immenso. E mentre siamo lassù per un momento 
                      di riposo e di riflessione e ci immergiamo nelle oscure 
                      profondità del nostro animo, in cielo le stelle dispiegano, 
                      a milioni, i loro eterni misteri.
 Quinto giorno
                       
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 Vista del Krizevac dal Podbrdo |   
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                            Stamani ci attende la salita alla 
                              collina delle Apparizioni, il Podbrdo.La giornata è splendida e tutto il creato 
                              sembra attendere qualcosa di bello.
 Il Podbrdo è molto meno impervio del Krizevac 
                              e quindi è quasi una passeggiata arrivare 
                              in cima.
 Sul terreno sassoso è tutto un pullulare 
                              di croci lasciate dai pellegrini e diventate veri 
                              e propri altarini sotto cui ci si inginocchia per 
                              pregare e lasciare un lumino, una richiesta scarabocchiata 
                              in fretta su un pezzetto di carta, un rosario...
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                        |  |  
                       
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                        | 
                             Momenti d'amicizia |   
                        |  |  |   
                        | Momenti di intensa 
                            preghiera solitaria, momenti di amorosa sollecitudine 
                            nei confronti dei più deboli |   
                        |  
                            
 Momenti di preghiera corale |   
                        |  |   
                        |  
                            
 Vista di Medjugorje dal Podbrdo |    ****** 
                       
                        |  
                             Incontro con Viska |   
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                        |  |   
                        | Come sempre, lei accoglie i pellegrini 
                            di ogni nazionalità con un gran sorriso. Eppoi, 
                            questa volta, c'è Padre Barnaba che lei conosce 
                            sin dalle prime apparizioni.Con la sua voce cantilenante inizia a recitare un 
                            Pater, un'Ave e un Gloria, ci parla dei messaggi della 
                            Madonna, ci incita a seguire i Suoi consigli e ad 
                            un rinnovamento interiore, ci racconta le straordinarie 
                            esperienze che ha vissuto con gli altri veggenti, 
                            anche quelle negative di quando li sottoposero a varie 
                            prove mediche per accertare la loro buona fede, ci 
                            racconta che non sta ancora bene dopo una grave malattia. 
                            Sia lei che Marja hanno avuto gravi problemi di salute 
                            che hanno però superato con l'aiuto di Dio.
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                        | Abbiamo poi anche un brevissimo incontro 
                            con Ivanka che ci dice poche parole: "Dio non 
                            ci chiede molto. Solo di fare in modo straordinario 
                            le cose ordinarie (questo è il cammino che 
                            seguiva anche San Josè Maria Escrivà 
                            de Balaguer). Là dove il Signore ci ha fatto 
                            fiorire, dobbiamo continuare a fiorire". Successivamente partecipiamo, come ogni sera alla 
                            Messa, oggi concelebrata da circa 50 sacerdoti, a 
                            cui assiste una moltitudine di persone. E'' una grande, 
                            intensa emozione.  Più tardi abbiamo anche un incontro con Jelena, 
                            una giovanetta che ha locuzioni interiori, "sente" 
                            cioè interiormente la Madonna che le parla 
                            e la guida.  |  
                       
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                            E' una specie di lunga intervista 
                              in cui ella ci racconta le sue esperienze spirituali 
                              e cosa vuol dire aver delle locuzioni. Difficile 
                              trovare il termine adatto, è un messaggio 
                              diretto che lei sente provenire dalla Madonna che 
                              le dà consigli e suggerimenti per crescere 
                              nella spiritualità, per superare difficoltà, 
                              per vivere al servizio degli altri, perdonando, 
                              pregando. All'inizio, confessa Jelena, ha avuto anche un pò 
                              di paura, non sapeva cosa pensare, poi con l'aiuto 
                              di un sacerdote che le consigliò di pregare 
                              perchè se quello che le capitava era un dono 
                              della Madonna, Ella le avrebbe dato anche i mezzi 
                              per metterlo a frutto. Maria le aveva raccomandato 
                              la preghiera, ma Jelena non aveva una gran voglia 
                              di pregare, poi pian piano, proprio pregando, ha 
                              cominciato ad amare l'orazione. Jelena prova una 
                              gran pace quando la Madonna le parla e le dice di 
                              divulgare le sue parole, indicandoci Gesù 
                              come unico amico a cui rivolgersi, suggerendoci 
                              la via della pace interiore per arrivare poi ad 
                              una pace universale e facendoci sapere che con le 
                              sue apparizioni viene a rinnovare anche le parrocchie 
                              e la chiesa tutta.
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                        | Assistiamo per l'ultima volta alla 
                            Messa serale con grande partecipazione, lasciamo anche 
                            noi un lumino davanti alla scarna croce di legno che 
                            si trova lateralmente alla chiesa, aggiungendolo ai 
                            tanti che già tappezzano la zona sottostante, 
                            ci aggiriamo come pecore sbandate intorno ai confessionali... 
                            insomma siamo un pò tristi che questa grande 
                            esperienza stia volgendo ormai alla fine. 
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                        | La cena si svolge nelle case in un'atmosfera un 
                            pò appannata dal senso di vuoto che già 
                            ci opprime, ma poi ci scrolliamo di dosso ogni tristezza 
                            e al seguito degli organizzatori, passiamo di casa 
                            in casa, accolti con gioia dagli amici e dalle famiglie 
                            ospiti che ci offrono, come al solito, dolcetti e 
                            grappa. Qui la grappa la fanno in casa e non è 
                            sottoposta alle tasse che esistono nel nostro paese. 
                            Ogni famiglia ha i suoi alambicchi, storte e quant'altro 
                            e in questo periodo, ognuna di esse ne distilla una 
                            gran quantità sotto una piccola tettoia vicino 
                            casa. L'odore acre e pungente della bevanda che si raffina 
                            ci inebria ed il suo borbottio nel ribollire è 
                            l'unico rumore che udiamo, a parte le nostre risate 
                            che interrompono il silenzio, mentre rientriamo per 
                            l'ultima volta nella nostra casa, in questa notte 
                            fredda e nebbiosa che non ci consente d'ammirare il 
                            solito fiabesco corteo di stelle.
 |    Sesto giornoMario D. B. si è svegliato presto 
                      questa mattina ed ha una faccia felice che finora non gli 
                      avevamo mai vista, si muove con sveltezza con la sua carrozzella, 
                      ci gira intorno, ci provoca con le sue battute, ma si vede 
                      che ha una serenità tutta nuova. Ieri notte, mentre 
                      noi facevamo il giro delle case, ha chiesto a Jozo, a P. 
                      Antonio e a Cosimo di portarlo sul Podbrdo.Sì perchè tra Mario e Cosimo si è instaurata 
                      una bella amicizia, eppoi hanno scoperto di essere anche 
                      vicini di casa. Cosimo si è dato da fare per lui, 
                      facendolo scendere e salire dal pullman ogni volta, issandolo 
                      sulla sua carrozzella, accogliendo senza reagire i suoi 
                      scatti d'ira... insomma ha dimostrato, come sempre, di essere 
                      un vero cristiano e, come dico io, il primo pellegrino tra 
                      noi!
 Armati solo di qualche lampadina e da tanto amore, si sono 
                      dati tutti da fare per portarlo su. Una volta arrivato in 
                      cima alla collina, Mario ha sostato per un bel pò, 
                      pregando a suo modo, deponendo sulle pietre del Podbrdo 
                      e nelle mani della Madonna - che lì è apparsa 
                      - il suo pesante fardello di rancore e di dolore.
 
 Salutiamo Jozo che si è prodigato per noi, come accompagnatore, 
                      come traduttore nei nostri difficili rapporti con i singoli 
                      padroni di casa - solo a causa della lingua, s'intende! 
                      - che ci ha aiutato, guidato, consigliato. E' un amico impareggiabile, 
                      insostituibile, che vorremmo poter avere a portata di mano 
                      nel momento del bisogno. Ma, chissà... sembra probabile 
                      che ciò sarà possibile ben presto!
 Caricati i bagagli sul pullman, seduti 
                      ognuno al suo posto, abbiamo quindi lasciato Miletina, le 
                      cui poche case si son dissolte subito nella nebbia autunnale 
                      di questa mattinata di fine ottobre, con un gran magone 
                      dentro... ma poi per ringraziare il Signore di averci dato 
                      tanto, abbiamo trasformato in un canto gioioso e prolungato 
                      la nostra malinconia. 
                       
                        |  | Il nostro viaggio per il momento finisce a Dubrovnik 
                            dove arriviamo prima del previsto. Della città 
                            vediamo poco perchè più che altro ci 
                            aggiriamo attorno a porto per non disperderci in un'area 
                            più vasta e sconosciuta per noi. Passiamo qualche 
                            decina di minuti in un supermercato, poi un pò 
                            stanchi saliamo finalmente sulla nostra imbarcazione. Siamo ormai alla conclusione del viaggio, su una 
                            bella e lussuosa nave che ci riporterà alla 
                            nostra terra.Quasi tutti commossi, partecipiamo alla Messa con 
                            intensità, così come avveniva a Medjugorje, 
                            mentre i ragazzi animano la celebrazione con i canti. 
                            Anche Mario, ormai è dei nostri, collabora, 
                            canta con serietà durante la Messa, poi ride 
                            e scherza con tutti.
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                        |  |   
                        |  |   
                        | E visto che oggi è il mio compleanno, 
                            ha acconsentito a cantarmi la sua bella canzone, forse 
                            sarebbe meglio definirla una preghiera, quella che 
                            inaspettatamente aveva cantato quella sera nel cimitero 
                            e che è diventata il leit-motiv del nostro 
                            pellegrinaggio. |   
                        |  
                            
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 RISONANZE - Questo viaggio è stato 
                              meraviglioso, siamo stati veramente una cosa sola, 
                              così come vuole il Signore. Pregate per noi 
                              - Rina e Augusto - E' stato bello conoscervi e stare 
                              con voi, ho sperimentato una comunione molto forte. 
                              Grazie! - Nadia  - Sempre più ho conosciuto 
                              l'Amore. A Medjugorje ho chiesto di ricevere la 
                              capacità di donarmi. Grazie a Dio, alla Vergine 
                              e agli organizzatori - Rosita - Gesù mio, per quella acutissima 
                              spina che trapassava le tue dolcissime tempie, ti 
                              prego non abbandonare mai questa famiglia, guidala 
                              con la tua santa protezione - Edmondina - Grazie, grazie, grazie, grazie, 
                              grazie...Sempre uniti nel Signore, alleluja - Dina 
                              - Tutto è grazia, in questo 
                              caso è stata una pioggia di grazie delle 
                              quali mi sento profondamente responsabile. Un grazie 
                              di cuore e un augurio di ogni bene agli organizzatori 
                              - Emma - Un grazie di cuore per quanto 
                              avete fatto per la mia Francesca. Ma attenzione! 
                              Un ammonimento: guai a voi se non rifarete il pellegrinaggio 
                              il prossimo anno. Intesi! Con tanto affetto e gratitudine 
                              - Graziella  - Grazie per la compagnia - Filomena  - Grazie per avermi fatto conoscere 
                              Medjugorje - Concetta  - Grazie per avermi fatto provare 
                              una sensazione spirituale interiore che forse non 
                              proverò più nella mia vita. Grata 
                              per sempre - Naida  - Con affetto e gratitudine e 
                              alla prossima - Liana  - Siete grandi. Dio vi benedica 
                              e continuate così, che va bene. Un forte 
                              abbraccio - Teodora  - La nostra mamma celeste ci tenga 
                              sempre uniti nel Suo cuore - Emanuela  - Il Signore mi ha donato in questa 
                              vita 100 volte tanto di più di quello che 
                              mi aspettavo... tanti amici. Grazie - Franca  - Creature tuttte della terra 
                              lodate il Signore e cantate a Lui con gioia - Maria 
                              Rita - Questi giorni meravigliosi li 
                              porterò nel mio cuore per sempre. Grazie 
                              a voi tutti - Gioia - Vi ringrazio per la bella esperienza 
                              E' stato il mio primo pellegrinaggio. Grazie ancora 
                              - Emilia  - Anche se è la seconda 
                              esperienza sono contenta del gruppo e degli organizzatori. 
                              Grazie - Giuseppina  - Possa il Signore darmi sempre 
                              la gioia di questi giorni - Francesco  - Ringrazio il Signore e la Vergine 
                              per questa splendida esperienza di fede -   - Che cosa, Signore, sono venuta 
                              a cercare? Forse solo me stessa, forse solo Te Signore, 
                              anzi Te e con Te ritrovo me. Alleluja - Angela  - Non è un traguardo ma 
                              una pista di lancio. La Madonna ci ha indicato la 
                              via. A te ora la risposta. Lei verrà con 
                              te. Ti ricordo P. Barnaba  - A me questa esperienza mi è 
                              piaciuta molto e mi è servita anche spiritualmente 
                              - Simone (10 anni)  - Niente capita a caso. La presenza 
                              della Madonna nella nostra vita è la realtà 
                              dell'Amore materno di Dio. Per questo abbandoniamoci 
                              con estrema fiducia - Don Giovanni Giusto  - A Medjugorje sono stati giorni 
                              meravigliosi di pace interiore e di preghiera. Grazie 
                              a chi mi ha dato l'opportunità di provare 
                              questa grande gioia - Antonietta  - Ringrazio il gruppo della gioia 
                              che ho provato di stare insieme a tutti loro - Aurelia   
 I Mitici
 P. Antonio, Paolo R., Jozo, Cosimo, Paolo, P. Barnaba... 
                              manca Mario M.
  ****** Il giorno dopo  Sarà la stanchezza che pur 
                              non mi pareva di sentire, sarà il rientro 
                              nel mondo di tutti i giorni, ma il mio morale è 
                              decisamente a terra: riecco i problemi quotidiani, 
                              il traffico, gli autobus ultraffiollati, le divergenze 
                              d'opinioni, il consumismo e chi più ne ha 
                              più ne metta. Mi sento sovrastata, schiacciata 
                              da questo cumulo di obblighi, dalla banalità 
                              della gente e della vita quotidiana. Dio, dammi 
                              la forza... Ma sì, già lo so, 
                              questa sensazione di estrema fragilità è 
                              il risultato della nostalgia, già provata 
                              in passato, di questa esperienza di Medjugorje che 
                              si vorrebbe non abbandonare mai, per far restare 
                              intatta dentro di noi quella sensazione di pace 
                              e di comunione con Dio e con gli uomini. Ma il coraggio sta proprio nel 
                              continuare a vivere o almeno tentare di farlo, nel 
                              clima sereno interiore che si instaura in Medjugorje, 
                              nel farne partecipi gli altri, quelli che abbiamo 
                              lasciato qui, quelli che non credono, quelli che 
                              sono alla ricerca di Dio, del Suo perdono e della 
                              Sua luce, quelli che vivono annaspando in un vuoto 
                              esistenziale fatto di conflitti, quelli che si lasciano 
                              assoggettare ai legami terreni ed hanno dimenticato 
                              che l'uomo è composto non solo di materia 
                              ma soprattutto di spirito. E allora eccomi, sono pronta, anche 
                              se spesso cederò all'impazienza, alla nostalgia 
                              o ai richiami della vita materiale, all'orgoglio, 
                              alla superbia. Eccomi a farmi ancora portavoce di 
                              quello che ho vissuto per la seconda volta a Medjugorje. 
                              Eccomi a portare agli altri un pò di speranza, 
                              un pò di serenità... *******   Mio Dio hai per noi grandi progetti. Ed anche 
                              se noi siamo così piccoli, tu ci dai la possibilità 
                              di realizzarli! |     |  |