Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

STORIA DEL PRESEPE

Presepe o presepio, derivante dalla parola latina praesepe o praesepium, che significa recinto, mangiatoia, è la rappresentazione tradizionale della nascita del Redentore che, come descrive san Luca nel suo Vangelo, venne alla luce proprio in un tal luogo:

[4]Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,
[5]per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.
[6]Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
[7]Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
[8]C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
[9]Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,
[10]ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
[11]oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
[12]Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
[13]E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

[14]"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

 

Si può pensare che fu posto in una “mangiatoia” probabilmente perché al piano inferiore, in una specie di grotta naturale di quelle grandi case orientali venivano tenuti gli animali che con il loro calore e fiato producevano più caldo, perchè forse nelle stanze non vi era più posto, a causa del grande afflusso di gente che arrivava a Betlemme per il censimento. A questo proposito, già Sant'Ambrogio, nel 300, riporta che, un bue ed un asinello avessero riscaldato col proprio calore il divino Bambino, mentre nel 400, San Girolamo descrisse più minuziosamente la grotta con la mangiatoia scavata nella roccia.

Sembra che la rappresentazione della venuta al mondo di Gesù sia avvenuta già nel III secolo, come è testimoniato da alcuni ritrovamenti nel cimitero di Sant'Agnese e nelle catacombe di Pietro, Marcellino e Domitilla.

 


Nominati per la prima volta nel III secolo da Origene, insieme alla sacra Famiglia e al bue e all'asino faranno poi parte della scena della Natività anche i Magi e i pastori.

Matteo 2 - [7] Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella
[8] e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». [9] Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
[10] Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
[11] Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra[12] Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

(Luca 2 -[8]C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
[9]Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,
[10]ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
[11]oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
[12]Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».
[13]E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

[14]«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».

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Anche se secondo alcuni la realizzazione del primo presepe è da attribuirsi a Papa Liberio (III secolo) e secondo altri è avvenuta nel 1025, con l'esposizione di alcune statue in legno rappresentative della scena della nascita di Gesù, nella chiesa di Santa Maria del Presepe a Napoli, l'idea di creare un presepe vero e proprio, viene attribuita a san Francesco che, volendo riprodurre simbolicamente la scena della nascita di Cristo, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, celebrò la Messa natalizia davanti ad una greppia colma di fieno, accanto a cui c'erano un bue ed un asino, come viene riferito da san Bonaventura. Ma anche questa è una storia un pò controversa, poichè alcuni sostengono che vi fu una vera e propria sacra rappresentazione animata da personaggi in carne ed ossa.

Durante il Rinascimento le opere artistiche sulla tematica della Natività, aumentarono notevolmente in numero e perfezione, spaziando dall'utilizzo di ogni genere di materiale, prezioso e non, dal legno al marmo, dalla terracotta all'argento, all'avorio, ecc, realizzate in piccole e grandi dimensioni e restano tuttora come preziose testimonianze non solo di arte ma soprattutto di devozione.


Anche se secondo alcuni la realizzazione del primo presepe è da attribuirsi a Papa Liberio (III secolo) e secondo altri è avvenuta nel 1025, con l'esposizione di alcune statue in legno rappresentative della scena della nascita di Gesù, nella chiesa di Santa Maria del Presepe a Napoli, l'idea di creare un presepe vero e proprio, viene attribuita a san Francesco che, volendo riprodurre simbolicamente la scena della nascita di Cristo, nella notte di Natale del 1223 a Greccio, celebrò la Messa natalizia davanti ad una greppia colma di fieno, accanto a cui c'erano un bue ed un asino, come viene riferito da san Bonaventura. Ma anche questa è una storia un pò controversa, poichè alcuni sostengono che vi fu una vera e propria sacra rappresentazione animata da personaggi in carne ed ossa.

Durante il Rinascimento le opere artistiche sulla tematica della Natività, aumentarono notevolmente in numero e perfezione, spaziando dall'utilizzo di ogni genere di materiale, prezioso e non, dal legno al marmo, dalla terracotta all'argento, all'avorio, ecc, realizzate in piccole e grandi dimensioni e restano tuttora come preziose testimonianze non solo di arte ma soprattutto di devozione.

 

L'introduzione dei "personaggi del popolo" nella figurazione presepiale è da attribuirsi a san Gaetano che, nella prima metà del 1500 realizzò il primo presepe animato da personaggi contemporaneanei, statue in legno abbigliate secondo la moda dell'epoca e altre rivestite in fogge diverse. Quest'usanza si diffuse a macchia d'olio in tutto il Paese, specialmente a Napoli, dove san Gaetano realizzò un presepe per i malati dell'Ospedale, con il sostegno benevolo della Chiesa che ne promosse la diffusione anche nelle case private.


Nei due secoli successivi la fabbricazione delle figure presepiali artigianali di alta qualità andò sempre più diffondendosi, specialmente in Sicilia con figure in cera, sopratutto splendidi Bambinelli, in Puglia con figure in cartapesta dipinta, con un'anima in fil di ferro, a Genova con figure in terracotta e a Napoli, dove soprattutto si estese largamente alla produzione di scenari caratteristici delle zone partenopee e di scene di vita quotidiana. Vennero quindi realizzati ogni sorta di personaggi: uomini e donne, pastori e contadini, soldati e pescatori, bambini e animali, ecc. con svariate tecniche: manichini in legno con braccia e gambe in fil di ferro (il chè permetteva una flessione degli arti, dando l'impressione del movimento, abiti principeschi. All'estero si hanno pregevoli esempi di presepi meccanici.


Dagli inizi del XIX secolo la tradizione presepiale si diffonderà alle singole famiglie: ognuna in casa realizzerà la scena della Natività con statuine in gesso o terracotta o cartapesta. A Roma le famiglie più in vista si faranno realizzare scenari ambientati nella campagna romana o nella antica Palestina ed alcune di esse, ponendo una corona di mortella sul portone di casa, faranno intendere che ammetteranno in casa propria visitatori e zampognari, per ricreare la giusta atmosfera natalizia davanti alla mistica rappresentazione. Uno dei più celebri presepi romani era quello della famiglia Forti, realizzato ogni anno sulla cima della torre degli Anguillara (che oggi non c'è più), che in piazza Sonnino dominava la Casa di Dante.


I presepi delle famiglie comuni, invece, erano realizzati con statuette semplici e con ornamenti prodotti generalmente dalle fornaci di Santa Maria delle Coppelle o con "pupazzi" in terracotta prodotti da artigiani detti "pupazzari". Un noto "pupazzaro" fu il padre di Bartolomeo Pinelli, quello dei celebri acquerelli, mentre a Trastevere, i più rinomati furono i componenti della famiglia Sgarzini, che costruì le statuette fino alla metà del secolo scorso. Il presepe romano era caratteristicamente 'classicheggiante', su uno sfondo che richiamava la campagna romana della Roma antica od ottocentesca, con dovizia di grotte, casette, osterie, pastori e greggi, archi e colonne romane disseminate in qua e là.


Nel secolo scorso, dopo un'iniziale declino di questa tradizione, dovuta anche alle nuove dottrine anticlericali e agli eventi luttuosi delle guerre, sopravvissuta comunque nel cuore, nelle case e nelle manifestazioni dei piccoli paesi con rappresentazioni e rievocazioni dal vivo, la tradizione presepiale ha ripreso il suo posto specialmente nelle case, anche se accanto ad esso compare, ormai inevitabile, l'albero di Natale, decisamente più profano e legato a tradizioni non religiose, se le statuine in gesso o cartapesta d'una volta sono state per lo più sostituite da brutte copie in plastica, se non c'è più tempo e pazienza per realizzare con le proprie mani alcuni particolari, come le immagini di sfondo o le casette e si ricorre a paesaggi già belli e stampati su carta, a casette anch'esse in plastica. Inoltre, visto che ormai tutto il mondo può comunicare e interscambiare, c'è una vera inflazione di presepi di matrice etnica, che hanno un pò snaturato la nostra tradizione presepiale, ma che comunque fanno colore e che per fortuna, sono ancora in terracotta o argilla.

Tuttavia, anche con questi piccoli difetti, la magia del Presepe è sempre viva e pregnante; viva, quindi il Natale, la natività di Nostro Signore Gesù Cristo ed il Presepe, piccolo o grande che sia, purchè ci sia!

 

 

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