Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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AGGIORNAMENTI

 

CONFERENZA SUL TEMA: "IL SANTINO"



Si informa che sabato 24 febbraio 2007, alle ore 15.30, presso il CENTRO CULTURALE SS.SALVATORE della città di Bologna, (Via Volto Santo 1), il C.E.I.S. - Collezionisti Emiliani Immaginette Sacre ha organizzato una conferenza sulla tematica de "IL SANTINO".

Il Relatore sarà l'Ing.FERNANDO LANZI, esperto cultore di storia dell'arte sacra e autore di diverse pubblicazioni.
I soci AICIS che possono inserire questo appuntamento nella loro agenda dell'ultimo fine settimana di febbraio sono invitati a non mancare. Grazie.

 

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VITA ASSOCIATIVA

 

TESSERA 2007 – SAN FRANCESCO DI PAOLA (1507-2007)


Per celebrare questo grande Santo calabrese, del quale questo anno ricorre il V centenario della morte e la cui devozione è sparsa in tutto il mondo, il Consiglio Direttivo ha stabilito, nella riunione di novembre 2006, di rappresentarlo nella tessera sociale 2007.
L’iconografia è tratta dal quadro del santo venerato nella Parrocchia S.Maria del Monte “Pignatelli” a San Sostene (CZ).


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VERSAMENTO QUOTA SOCIALE 2007 (25,00 EURO) ENTRO I PRIMI MESI


Con il presente Notiziario nr.281 viene allegato il bollettino postale per il versamento della quota che è di 25,00 euro. L’importo, come espressamente richiesto da molti soci, non è stato trascritto sul bollettino per lasciare la libertà di aggiungere eventuali offerte, come già operato nel passato.
Un ringraziamento anticipato a quanti vengono concretamente in aiuto per arrotondare la quota che volutamente il Consiglio ha lasciato inalterata per non creare difficoltà ad alcuni iscritti. Si invita ad effettuare il versamento in gennaio e si raccomanda di non scrivere dietro il bollettino postale.


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CALENDARIETTO SATEC, IN PVC, DA PORTAFOGLIO


Anche quest’anno il socio PAOLO EMILIO CAMAIORA della Satec ha voluto trasmettere per ogni socio un calendarietto in pvc del 2007 con sulla parte frontale la Madonna di Oropa. Un sentito grazie al consociato anche per aver predisposto con professionalità la Tessera sociale.


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DATE PER RIUNIONI 2007 NELLA SEDE DI ROMA


Le riunioni per il 2007 saranno tenute a Piazza Campitelli 9 nel 1° martedì di ciascun mese, con eccezione di gennaio che verrà tenuta nel secondo martedì, cioè il giorno 9.
Seguiranno poi con il 6 di Febbraio: 6 di marzo; 3 di aprile: (martedì santo); 8 di maggio; 5 di giugno; 3 di luglio.
Si sospende nel mese di agosto, che sarà chiuso per ferie. Quindi il 4 di settembre; il 2 di ottobre; il 6 di novembre e il 4 di dicembre.


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2007: RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI - MODULO PER AUTOCANDIDATURA


Allegato al presente Notiziario gli associati troveranno il modulo per l’autocan-didatura alle elezioni sociali 2007: Consiglio Direttivo, Collegio dei Revisori, Collegio dei Probiviri. Ogni socio può dichiararsi disponibile alla candidatura tenendo pre sente che le cariche sono a titolo gratuito e che richiedono una presenza a Roma, sia pure saltuaria, per procedere agli adempimenti connessi alle cariche.
Il modulo è da rispedirsi in Segreteria non oltre il 31 gennaio 2007.


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FONDO SOCIALE “GENNAIO 2007”


Un sentito ringraziamento agli associati che con la loro offerta di immaginette sa cre permettono ad altri soci di attingere al Fondo sociale “Gennaio 2007”.
Invitiamo coloro che avessero difficoltà a esser presenti con 550 santini per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”, di partecipare, per quanto possibile, al Fondo Sociale, con 50, 100, 170 immaginette per ciascuna iconografia.

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COME RICHIEDERE FINO A 40 IMMAGINETTE DEL FONDO SOCIALE


I tesserati 2006 che desiderano richiedere fino a 40 immaginette raffigurate nelle ultime pagine della presente Circolare (nr.281 di genn/febbraio ‘07) debbono:
1-inviare il modulo allegato (con Tabelle A,B,C) ben compilato, a:

(………………..- Roma)

2-Allegando una busta preindirizzata a se stessi, e preaffrancata:
con francobolli per euro 1,50, per la restituzione in via prioritaria
3-Barrando:-nella Tabella A: 25 numeri; Tab.B: 10 numeri; Tab. C: 5 numeri
4-Inscrivendo nella Tabella D il numero corrispettivo a immaginette di proprio gradimento da aggiungere in sostituzione di quelle richieste ma già esaurite. [….]

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Auguri di “Buon Anno” con i santini


Il socio PAOLO MONCIOTTI di Torino ha trasmesso i propri auguri a tutti gli associati con la riproduzione di un santino francese.
“Prendo spunto dal santino (liberty ?) per augurare a tutti, Consiglio Direttivo e soci A.I.C.I.S., un Felice e Sereno Anno Nuovo!
Il santino francese, è una cromolitografia (n° 1374) edita da Bouasse - Lebel & Soufflot, 29 rue St. Sulpice, Paris.
Riporta sul retro bianco una semplice dedica augurale (non datata), scritta a mano con lapis, fatta da una certa Lorenzina al fratello Antonio; mentre il pensiero stampato sul fronte recita:
"Possa la tenerezza infinita di Dio diffondere la gioia su voi e segnare tutti i vostri giorni con i suoi Favori

Paolo Monciott

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MOSTRE

 

ALESSANDRIA, 13 Gennaio - 28 Febbraio 2007 – “LOURDES NE LA DEVOZIONE POPOLARE – 150 ANNI DI STORIA, MISTERO E CULTURA –Mostra di pubblicazioni, immagini e oggetti d’epoca”


L’OFTAL di Alessandria e l’Associazione AQUERO organizzano, presso il Museo “C’era una volta” in Piazza della Gambarina ad Alessandria, una Mostra dal titolo: “LOURDES NELLA DEVOZIONE POPOLARE - 150 ANNI DI STORIA, MISTERO E CULTURA - MOSTRA DI PUBBLICAZIONI, IMMAGINI E OGGETTI DEVOZIONALI D’EPOCA”
Sarà inaugurata sabato 13 gennaio 2007 alle ore 17 alla presenza del Sig.Sindaco e di Mons.Vescovo e resterà aperta fino al 28 febbraio.
Obiettivo della mostra è far scoprire o riscoprire una realtà storica e sociale che ha segnato il XIX e il XX secolo: quella della devozione popolare, attraverso un’ampia esposizione di libri, pubblicazioni, stampe, cartoline, immaginette sacre, foto, labari e oggetti di varia importanza, epoca, genere, natura.
Il riferimento storico, geografico e religioso è relativo agli eventi misteriosi e straor dinari avvenuti a Lourdes dal 1858 ad oggi.
Si tratta di un’importante proposta culturale e artistica offerta a tutti i cittadini e non esclusivamente rivolta a chi tra essi vive l’esperienza della fede cristiana.
Questa mostra rappresenta una tappa dei festeggiamenti per il 75° anniversario dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) e l’avvio di quelli per il 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes (11 febbraio 1858).
Organizzazioni promotrici: OFTAL e Aquero sezioni di Alessandria
Curatori: MARCELLO VENDEMMIATI, NICOLA SAVI e ROBERTO DE SANTIS.
È disponibile il catalogo della Mostra. Per informazioni: Nicola Savi
e-mail: nicola.savi@tiscali.it - OFTAL: Tel.0131-441080


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CASTEL BOLOGNESE (RA), 4 dicembre 2006 – 5 gennaio 2007 – Mostra “SANTI AUGURI: IMMAGINETTE NATALIZIE D’EPOCA”


I soci PIER PAOLO SANGIORGI, MARIA LANDI e ANNA PELVI, in occasione delle festività natalizie hanno messo in comune le loro collezioni per realizzare una mostra di 105 esemplari di immaginette a soggetto natalizio. L’esposizione, già riportata nel nostro comunicato internet www.cartantica.it, si è aperta il 4 dicembre u.s. e presenta do cumenti informativi sull’AICIS ricavati dal sito dell’Associazione (finalità, circolare informativa, ecc) e continua con una breve storia del “santino”.
La mostra vera e propria, ripercorre i passi del vangelo: l’Annunciazione, la Visitazione e illustra in successione i vari “quadri” della Natività: adorazione degli angeli, dei pastori, dei magi, per finire con Gesù Bambino. Un percorso spirituale ed artistico di grande suggestione. La mostra, che chiuderà il 4 gennaio p.v., è allestita presso la sala di lettura della biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese in Piazzale Poggi 6, osserva il seguente orario di apertura al pubblico: mercoledì, venerdì e sabato 8.30-12.35 e dal lunedì al venerdì 14.45-18.20. Info: referente Pier Paolo Sangiorgi 0546.655827 (ore ufficio)
sito internet: http://www.comune.castelbolognese.ra.it/eventi/131.html


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ROMA, 16 dic.2006-7 gen.2006 –
Mostra di Presepi, Immaginette Sacre e Letterine di Natale


Il 16 dicembre u.s. nel Chiostro cinquecentesco della Chiesa di S.Maria in Via, (Via del Mortaro 24), a pochi passi da Via del Tritone, è stata inaugurata la Mostra dei Presepi, nel cui ambito, oltre a letterine di Natale, spiccavano le belle immaginette sacre sul tema del Natale esposte dalla socia romana ORIETTA PALMUCCI.
Il pubblico con la propria presenza, sta confermando il proprio gradimento per l’espo- sizione organizzata dalla Sezione romana del l’Associazione Italiana Amici del Presepe.
Fino al 7 gennaio sarà possibile ammirare anche un centinaio di presepi che riproducono spaccati della Roma di altri tempi.


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FOLLINA (TV), 2-3 dicembre 2006 – Mostra “PREGHIERE E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGINETTE SACRE - I SANTINI PERSONALIZZATI”


"Colori d'Inverno", il MercatIno di Natale a Follina, è una manifestazione che, solo alla terza edizione, è notevolmente cresciuta per dimensione e qualità degli espositori.Dopo un sabato dal tempo incerto, il sole e la mite temperatura della domenica, seconda giornata di mercatino, hanno propiziato un'ottima affluenza di publico, e reso questa edizione un vero successo.
Anche la mia esposizione ne ha tratto giovamento: molti sono stati i visitatori, vivo l'interesse per l'originale argomento della mostra, parecchie le gratificazioni che hanno compensato il mio lungo ed impegnativo lavoro di preparazione e allestimento!
Cito, tra quanti hanno visitato la mostra, Bru no Costella e Natale De Biasio collezionisti della zona, Luciano Busatto e Angelo Pava-nello collezionisti di Maerne (Ve) e Anna Facchi giovane collezionista di Collebeato (BS).
Annunciati, hanno dovuto purtroppo da re forfait: per imprevisti impegni Stefano Fasoli di Sommacampagna (VR), pre sente su Internet col sito museodelsantino.it e per indisposizione Lorenzo Cimenti di Tricesimo (UD).
In una delle due sale espositive erano presentati 2 pannelli con 36 santini personalizzati dalle manoscritte iscrizioni all'Associazione della Santa Infanzia, o alla Pia Opera del Sacro Cuore, o alla Corona Vivente dell'Addolorata, ecc., e tre bacheche contenenti 42 immaginette ritagliate, scritte e dipinte a mano.
Erano inoltre esposti cartelli esplicativi dell'AICIS, del sito Cartantica, delle Pubblicazioni srl (Album dei Santini) e della Barbieri Editori con i cui santini merlettati erano allestiti albero e presepe. Nella seconda saletta le 4 pareti erano tappezzate da 143 "quadretti" su cui erano esposti santini in originale con copia del loro retro ingrandito, al fine di rendere leggibile le preghiere o dediche ivi manulamente scritte.
Per esigenze di spazio le immaginette in copia inviate dai consoci AICIS erano presentate, in numero limitato, su un raccoglitore al tavolo.
Per la prossima edizione di Pasqua 2007, che sarà più ampia di spazi, più mirata nella scelta di preghiere e dediche, più preziosa per pezzi antichi che ho da poco acquisito, sarà dato il risalto che merita anche a questa fattiva collaborazione di quanti hanno risposto al mio appello e che nuovamente qui ringrazio.
Concludo riportando, dal libro delle firme, il commento più bello lasciatomi dalla ragazza di Brescia sopra citata:"Complimenti per la buona riuscita dell'esposizione: l'ambiente fresco acco gliente e famigliare, fa della mostra un gioiello spirituale da ricordare nel tempo. Buon Natale e.....alla prossima!"

MARIO TASCA


NB-Informo che sul sito: http//www.cartantica.it , alla sezione "Collaborazioni varie" è visibile la pagina: "LE MOSTRE DI SANTINI DI MARIO TASCA". Un grazie alla socia Patrizia di Cartantica che ha voluto ospitarmi sul suo bellissimo sito!

 

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TORRI DEL BENACO (VR), 17 dicembre 2006 – 6 gennaio 2007 –
Mostra di santini: “SAN GIUSEPPE E LA SACRA FAMIGLIA”


Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese (VR) ha allestito a Torri del Bena-co (vedi foto sotto, dal sito: http://www.comune.torridelbenaco.vr.it/ ) una mostra di immaginette sacre dal titolo “San Giuseppe e la Sacra Famiglia” che ha aperto i bat tenti il 17 dicembre u.s. e chiuderà il 6 gennaio 2007.
La mostra rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Comune di Torri del Benaco per il concorso a premi “Natale 2006” riservato alle Associazioni locali, che per l’occasione hanno esposto nelle vie del lungolago una serie di Presepi.
Ed è il Circolo dei Collezionisti del luogo che per l’occasione ha organizzato l’esposizione nella Chiesetta dei Caduti al Porto due collezioni sul tema in concorso, e cioè “Il Natale nei francobolli”, preparata dagli alunni della classe quin ta elementare e la mostra di immaginette devozionali “San Giuseppe e la Sacra Famiglia” del nostro socio G.Zeni di Caprino Veronese.


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CISLAGO (VA), 9-10 dicembre 2006 – Mostra: “NON SOLO NATALE”


Come annunciato a novembre sul nostro spazio di www.cartantica.it, il socio LUCIANO GALBUSERA di Cislago nell’ambito del Mercatino di Natale, che si è svolto in Cislago nei giorni 8-9-10 dicembre, ha allestito presso le Scuole Elementari una mostra di immaginette devozionali sulla tematica “Non solo Natale”.
Egli ha presentato immaginette della sua collezione inerenti al tema natalizio, ma ha anche spaziato su tematiche affini.

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MISILMERI (PA), 22 dic.2006 – 7 gennaio 2007 – Mostra “IL SANTO NATALE”


“Natale tra le rive dell'Eleuterio”: questo il titolo della mostra natalizia realizzata nel mio paese e inaugurata dal Sindaco il 22 dicembre 2006 e che rimarrà aperta ai visitatori fino al 7 Gennaio 2007.
In tale esposizione sono esposti: scarabattole dell'800, bambinelli in ceroplasta, presepi napoletani, presepi in ceramica siciliana.
E non potevano mancare i santini. Mi hanno chiesto di esporne un congruo numero a tema natalizio. Ci sono: canivet francesi, cromolito grafie, santini della Terra Santa, e immaginette contemporanee.
La mostra ha avuto il patrocinio del comune di Misilmeri.

ANTONINO COTTONE

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In progettazione: Mostra itinerante nel Lazio di immaginette sacre sul tema:
1917-2007: 90° ANN.RIO DELLE APPARIZIONI DI FATIMA


Il socio PROSPERI MAURIZIO di Cisterna di Latina sta curando un progetto di una mostra itinerante di immaginette sacre presso i Santuari della regione Lazio in occasione del 90° anniversario delle apparizioni della Madonna di Fatima.
Prosperi invita pertanto tutti i soci a parteciparvi anche solo con 10 immaginette della Vergine di Fatima o dei pastorelli, (ovviamente, molto meglio se in maggior numero) e attende una celere conferma (e-mail: p.maurizio@email.it o cell.392-7164.024), comunque entro il 31 gennaio 2007.
Sarebbe interessante una partecipazione rappresentativa di soci da tutte le regioni italiane! Telefonate!


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VEROLENGO (TO), 8-10 dic.2006–Mostra “LE MISSIONI E IL SANTO NATALE”


A Verolengo, in provincia di Torino, l’associazione di cultura, società e tempo libero IL CONFRONTO ha organizzato una manifestazione per raccogliere fondi per le Missioni.
In tale ambito la socia ANTONELLA BORDONARO ZANLORENZI ha allestito una mostra di immaginette devozionali con materiale della propria collezione.
Ha partecipato all’esposizione anche il Vice Presidente AICIS RENZO MANFE’ di Roma.
La mostra, sul tema “Le missioni e il Santo Natale” è stata inaugurata l’8 dicembre in Via Casa Parrocchiale a Verolengo, presso la sede dell’Associazione “Il Confronto”, ed è rimasta aperta al pubblico fino al giorno 10 successivo.


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BOLOGNA, 22Dicembre 2006–6 Gennaio.2007 – Mostra di immaginette devozionali:
“IL SANTO BAMBINO E LA VERGINE MARIA”


L’Opera Pia “IL PANE DI SANT’ANTONIO” di Bologna, diretta dalla Dr.sa MARA ANDREOTTI, nostra socia, con la collaborazione del C.E. I.S. – Collezionisti Emiliani di immaginette sacre di Bol gna, e con il patrocinio dell’IBC, Istituto pei i Beni Librari, il 22 dicembre, ha inaugurato la tradizionale mostra di santini antichi che sempre tanto successo di pubblico riscuote (3-5 mila persone ogni volta).
L’esposizione è stata allestita, come di consueto, presso la Basilica di S.Salvatore, Via Cesare Battisti angolo Via Volto Santo.
Gli organizzatori si sono avvalsi di diversi espositori, ma tra tutti spicca il materiale del nostro socio FILIPPO BRICCOLI di Ravenna. Egli infatti ha presentato alcuni rari “Bambini vestiti o manufatti” che fanno parte della sua ampia raccolta, unica in Italia per quantità e diversità di tipologie. Il Consiglio Direttivo AICIS ringrazia il socio Briccoli per questa preziosa collaborazione e disponibilità offerta agli amici del CEIS di Bologna

 

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CURIOSANDO TRA LIBRI E SANTINI


LE SERIE “ROSETUM” ED “SL”


Le Serie “Rosetum” (AR) e “S.L.” (EVVV) disegnate da Johannita von Fritz
Ad integrazione degli articoli relativi alla Rubrica: “Le principali ditte di santini” apparsi nelle circolari informative 278-279, il socio Sergio Montanari di Reggio Emilia ci comunica di aver raccolto l’intera Serie denominata Rosetum (AR), eccetto il n. 50 che si aspetterebbe di ottenere per scambio, o almeno in fotocopia da un socio AICIS.
Dal nome dell’autrice il socio Attilio Gardini è riuscito, contattando la casa provinciale dell’Ordine di appartenenza, (Internet: http://www.kath.ch/kloster-menzingen/defaultit.htm; www.institut-menzingech), a delineare la biografia di chi dipinse queste straordinarie immaginette.
L’autrice della prestigiosa Serie Rosetum (AR) è Suor Johannita von Fritz (al secolo Margarete) che nasce in Austria a Innsbruck il 6 luglio 1908 per tornare alla Casa del Padre il 15 febbraio 1981, da Besozzo (VA).
Tirolese d’Austria, figlia unica di agiata illustre famiglia, da piccola la nostra pittrice risponde al familiare nome di Gretel.
I suoi genitori pur riponendo ogni più bella speranza sulla figlia, la vedono a 19 anni lasciare la casa e la patria e ogni più allettante prospettiva del mondo, per entrare come aspirante presso le Suore di Carità della Santa Croce di Ingenbohl (Svizzera), sul lago dei Quattro Cantoni, una Congregazione di ispirazione francescana, fondata a metà dell’800 dal Padre Cappuccino Teodosio Fiorentini (1808-1865) e da Madre Bernarda Heimgartner (1822-1863).
La Svizzera la vede alunna interna nell’Istituto Theresianum di Ingenbohl e studentessa alla Scuola d’arte di Lucerna dove, ancora candidata, prosegue la frequenza per acquisire l’abilitazione all’insegnamento del disegno.
Ma il Signore aveva prevenuto tutti i suoi maestri, per averle donato uno squisito senso artistico e un gusto particolare per il bello e per la natura, doti eccezionali che l’accompagneranno e la sosterranno nella sua instancabile attività. Il 30 marzo 1931 a Ingenbohl emette i primi voti religiosi, per confermarli perpetui, nel 1937.
Suor Johannita passa da Ingenbohl alla Provincia Italiana di Besozzo (VA) nel 1924, dove si inaugura un collegio femminile con annessi Corsi di Lingue italiana e straniere per allieve di diverse nazionalità. I filiconici faranno un sobbalzo nel leggerne il nome: “Istituto Rosetum”.
Caro vecchio nome familiare dell’omonima serie, che adesso acquista una profondità evocativa ancora maggiore, abbinandolo all’immagine di Johannita: suora, artista e docente! Proprio qui al Rosetum trascorre la sua vita, tranne cinque anni a Varese.
Negli anni giovanili, tra il 1945 e il 1954, mentre la sua esistenza scorre nell’insegnamento al Rosetum, va a dar vita alla nostra cara collana: la serie “Rosetum” della Ditta “AR” che consta di 251 dolci e armoniose immaginette.
Dal n. 1 al 145 illustra soggetti vari; - dal n. 146 al n. 200 dipinge le Litanie lauretane; - dal n. 201 al nr. 207 narra il Padre nostro, quindi dal nr. 208 al n. 236 riprende nuove tematiche religiose, per concludere dal n. 237 al n. 251 con i Misteri del Rosario.
Riproduzione a colori su cartoncino avorio; margine liscio o leggermente frastagliato; Il colore oro è presente come riempitivo di componenti ed emblemi; Pr. AR; R: “Immagine simbolica con citazione evangelica in lingua latina”, V: “Bianco per poter stampare anniversario o invito a un evento celebrativo”, Serie ROSETUM, da 1 a 251, Dep.; Milano, 1945-’54; 63x120 mm.
In quegli anni anche la ditta milanese “EVVV” stampa le dolci raffigurazioni della nostra, producendo santini marcati nel Recto, a destra, da una sigla costituita da un cerchio diviso in quattro parti recanti le citate lettere e a sinistra dalla numerazione della serie, chiamata S.L.
Riproduzione a colori con decorazioni dorate, su cartoncino bianco; margine liscio; Pr. EVVV; R: “Immagine simbolica con citazione evangelica in lingua latina”, V: “Bianco per poter stampare anniversario o invito a un evento celebrativo”, Serie S.L., numerazione riscontrata da 1 a 48; Milano, 1945-’54; 68x118 mm.
Un progetto poderoso che Sr.Johannita realizza con umiltà, sensibilità e buon gusto, nella scelta di simboli rievocativi che rimandano facilmente alla Parola di Dio.
Dotata di un profondo senso liturgico sa ideare e preparare i bozzetti in colore delle diverse immagini pronti per la stampa. Non avendo possibilità di procedere alla pubblicazione, l’Istituto commissiona la produzione di santini ad alcuni stabilimenti grafici milanesi (AR, EVVV, e forse altri).
Dotata di un carattere vivace e creativo, sa rendersi utile in ogni condizione, qualità che la distingue, spingendo talvolta all’incredibile la sua attività instancabile. Sa esprimere con una particolare nota artistica ogni sua iniziativa dal giardinaggio alle composizioni floreali, dai lavori in vimini al macramé, fino alla ceramica dove realizza vasi e statuette di creta modellati con gusto e competenza. Nel 1965 il suo stato di salute consiglia un trasferimento alla Casa Provincializia sempre a Besozzo, dove resta fino al transito del 15 febbraio 1981. Le sue spoglie riposano nella Cappella della Congregazione, nel Cimitero di Besozzo (VA).

Attilio Gardini

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IL 70% DEGLI ITALIANI INVOCA I SANTI, PADRE PIO SU TUTTI


ROMA - E' Padre Pio il santo più invocato dagli italiani e, di gran lunga, il più appiccicato sui vetri delle auto e dei camion. Il frate di Pietrelcina stacca tutti, compresi Gesù e la Madonna, nella "classifica" degli esempi di santità a cui gli italiani si rivolgono per chiedere aiuto, come emerge - in coincidenza con la festa di Tutti i Santi - da un sondaggio sulla fede popolare effettuato da Swg per Famiglia Cristiana, che col numero in edicola questa settimana inizia la pubblicazione di una serie di 13 volumi su "I Santi nella storia".
La ricerca telefonica su un campione nazionale di cattolici praticanti ha stabilito che al 70% dei contattati è capitato di invocare l'aiuto di un santo.
Di questi, il 31% si è rivolto a Padre Pio, il 25% a Sant'Antonio, il 9% alla Madonna.
Seguono col 7% San Francesco, col 4% Santa Rita e San Giuseppe, col 2% Gesù, con l'1% San Gennaro, San Rocco, Madre Teresa di Calcutta, Sant'Agata e San Gerardo.
"Nessuna meraviglia", commenta don Tonino Lasconi, parroco a Fabriano, autore di decine di volumi sul rinnovamento della catechesi, secondo il quale "appare un'Italia ancora radicata in una fede popolare".
"Ma il fatto che la Madonna e Gesù sono pochissimo invocati - aggiunge -, che la preferenza va ai santi, che non si capisce che i piani sono diversi, è il segno che i nostri cristiani sono ignorantissimi, dopo anni di catechesi e di ora di religione".
Il 71% degli intervistati - in particolare le donne e gli abitanti delle isole - dichiara di avere in casa, in automobile o di portare con sé immagini di santi: anche qui è in testa Padre Pio (48%) davanti a Sant'Antonio (18%) e alla Madonna (15%).
Seguono col 7% San Francesco , col 3% Santa Rita, col 2% San Giuseppe e Gesù Crocefisso, con l'1% San Cristoforo, San Michele, Madre Teresa e Santa Chiara.
Significative differenze emergono in relazione alla zona di residenza: nel Nordovest prevalgono le immagini di San Francesco, nel Nordest e nelle isole quelle della Madonna, nelle regioni del Centro si predilige Santa Rita, mentre nel Sud prevale Padre Pio (71%). Qualche sorpresa viene fuori sulle figure dei santi patroni.
Se il 75% ricorda che è San Francesco il patrono d'Italia, il 4% cita San Benedetto e, anche qui, Padre Pio (il 16% 'non sa').
Riguardo alla patrona d'Italia, poi, solo il 37% sa che è Santa Caterina da Siena, mentre il 24% cita Santa Chiara, l'8% Santa Rita da Cascia, il 2% Santa Lucia e addirittura la spagnola Santa Teresa d'Avila (mentre il 27% 'non sa').
I patroni di grandi città come San Marco per Venezia, Sant'Ambrogio per Milano e San Gennaro per Napoli, sono noti a oltre l'80% degli intervistati, con una punta del 96% nel caso del protettore dei partenopei. Meno conosciuti risultano invece la patrona di Palermo (Santa Rosalia, nota solo al 51%) e il protettore di Bologna (San Petronio, che raggranella un misero 29%). E se il 56% del campione è al corrente che San Biagio è il santo invocato contro il mal di gola, parecchia confusione permane sul patrono degli studenti: solo il 13% sa che si tratta di San Giuseppe da Copertino, mentre quasi un quarto del campione 'vota' per San Giovanni Bosco (23%) e un buon dieci per cento si fa trarre in inganno dal nome di Santa Scolastica. Don Lasconi si mostra preoccupato soprattutto da ciò che il sondaggio dice sui giovani: "chi invoca un santo - spiega - è avanti nell'età.
Ai bambini non parliamo più dell'Angelo custode o del santo patrono.
Le processioni sono ormai roba da comitato parrocchiale. I santi aiutano a testimoniare la fede nella storia. Non si può pensare che tutto finisca con la Messa e i convegni. Senza i santi - conclude - la fede svanisce".
(fonte ANSA 01/11/06).


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LE PRINCIPALI DITTE DI SANTINI - I SANTINI DELLA DITTA “AR”


Il nostro socio Sig. Giuseppe Tamburini, nel compiacersi di quanto descritto in merito, desidera collaborare nel definire, in modo ancora più esaustivo, le serie della ditta AR e comunica le seguenti informazioni a completamento dei precedenti articoli di Monciotti-Gardini.

- Offset a colori con margine zigrinato e bordo dorato, n. rilevati 2-30, Pr. AR Dep. Serie D XX, R: “Gesù Bambino con angeli: Opere di Adelina Zandrino”, V: “Bianco”, Milano fine anni ‘40, 59x102 mm.

- Offset a colori con margine liscio, n. rilevati 2-66, Pr. AR Dep. Serie Turris XX, R: “Sog-getti mariani”, V: “Bianco”, Milano, anni ‘60, 60x104 mm.
- Stampa a colori su cartoncino, n. rilevati 21-71, Pr. AR Dep. Serie CL XX, R: “Opere religiose famose”, V: “Bianco con titolo dell’opera”, Milano, fine anni ’50 inizio ’60; 68x105 mm.

- Stampa a colori su cartoncino, con margini lisci, n. rilevati 2-24, Pr. AR Dep. Serie Missa, R: “Temi eucaristici, con didascalia”, V: “Bianco”, Milano, anni ’60; 65x110 mm.

- Pagellina, Stampa a colori su cartoncino, con margini lisci, n. rilevati 2-30, Pr. AR Dep. Serie Alba –Serie Oro, R: “Temi per Prima Comunione”, V: “Bianco”, Milano, anni ’60-‘70, 70x120 mm.

- Pagellina, Stampa a colori su cartoncino beige, con margini lisci, n. rilevati 1-25, Pr. AR Dep. Serie P-12-C/XX – P-13-C/XX –Serie P-14-C/XX – Serie P-16-C/XX, R: “Temi per Prima Comunione”, V:“Bianco”, Milano, anni ’60 (84x117)(88x127) mm.

- Luttini: Stampa a seppia (BN) su cartoncino (anche a pagellina), con margini lisci e angoli retti, n. rilevati 1500-2000, Pr. AR Dep.Serie XXXX, R: “Temi per esequie, con didascalia”, V: “Bianco per stampa”, Milano, anni ’18 –‘40, 71x116 mm.

- Mignon: - Offset a colori con margine liscio e angoli retti, n. rilevati 6-168, Pr. AR Dep. Serie B XXX –Serie LR XX, R:“Soggetti per l’infanzia”, V: “Bianco”, Milano, anni ‘50, 40x80 mm.

Giuseppe Tamburini


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PERCHE’ I SANTI HANNO L’AUREOLA?


L'aureola significa la gloria accidentale dei beati che deriva loro dalle particolari opere che fecero in vita e dal modo in cui essi si sono santificati.
L'uso del termine aureola, per denominare questo tipo di gloria, deriva da un'interpretazione allegorica di San Beda (673-735) di Es 25,25, riportata nella Glossa ordinaria (1).
Questo versetto contiene le indicazioni date da Dio a Mosè su come costruire la tavola dei pani della presentazione (2). Riporto qui il testo di Es 25, 24-25: "La rivestirai d\'oro puro e le farai intorno un bordo d'oro. Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d\'oro come sua cornice".
L'espressione bordo d'oro come sua cornice (ebr.: zêr zahab lemis.gartô s.âbîb) viene tradotta dalla vulgata con alteram coronam aureolam (= seconda corona d'oro, attorno alla cornice della tavola, rispetto ad una prima direttamente attorno al piano della stessa) (3).
San Beda scrisse, a proposito di questa aureola, che "in questa corona rientra il cantico nuovo che solo i vergini canteranno al cospetto dell'agnello"; san Tommaso commenta affermando che "da ciò risulta che l'aureola non è una corona comune a tutti, ma offerta ad alcuni in particolare" (S. Th., Suppl., 96,1,s.c.). La beatitudine essenziale comune a tutti e che consiste nella visione beatifica di Dio sarebbe significata dalla prima corona d'oro posta direttamente intorno al piano della tavola.
Non ripugna alla ragione che, in Paradiso, il ricordo del bene fatto possa procurare gioia ai beati: tanto più che questi comprendono tutto il valore delle loro opere buone, perfettamente conformi alla volontà di Dio e motivo particolare del premio eterno. È dunque appropriata la definizione di San Tommaso, che definisce l'aureola come una certa gioia per le opere compiute, che hanno l'aspetto di eccellente vittoria (S. Th., Suppl., 96,1,c.); certa gioia: certa perché non sarà una gioia oltre la beatitudine, ma compresa nella beatitudine derivante dalla visione di Dio; l'Aquinate chiama questa gioia anche un certo premio accidentale (S. Th., Suppl., 96,1, c.). […] (Fonte: Totus tuus.it)


Don Alfredo Morselli

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SCRITTORI, SANTI E SANTINI - I SANTINI DELLA MONACA DI MONZA a cura di E.Emme
(A.Manzoni “I promessi sposi”, ediz.1840)


“Quando venne alla luce, il principe suo padre, volendo darle un nome che risvegliasse immediatamente l’idea del chiostro, e che fosse stato portato da una santa d’alti natali, la chiamò Gertrude. Bambole vestite da monaca furono i primi balocchi che le diedero in mano; poi santini che rappresentavano monache, e que’ regali eran sempre accompagnati con gran raccomandazioni di tenerli ben da conto, come cosa preziosa con quell’interrogativo affermativo: “bello eh?”.

Marianna de Leyva, è meglio conosciuta come la Monaca di Monza resa famosa dal libro "I promessi sposi" scritto da Alessandro Manzoni.
Nasce nel 1575. A 13 anni, su pressioni della famiglia entra nel noviziato di Santa Margherita di Monza, che all'epoca ospitava una ventina di monache. Il 26.8.1591, trascorso il periodo di noviziato, l'arcivescovo autorizza la richiesta delle novizie di ricevere la professione.
Il 12.9.1591 compie la Professione e diventa Suor Virginia Maria.
Nel 1597 diviene responsabile dell'educande ed in quanto "signora" di Monza esercita autorità feudale sulla cittadina e gode di ampia libertà nel convento. Muore il 7 gennaio1650.


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CON VIL GRANATA IN MANO CHE MAI FATE, O GESU’
La prof.sa ELISABETTA GULLI GRIGIONI ci ha fatto pervenire l’unito suo articolo pubblicato sulla Rivista bimestrale “CHARTA” NR. 85 DI NOVEMBRE-DICEMBRE 2006.

Il periodico bimestrale “CHARTA”, che spesso riporta gli articoli della nostra socia Elisabetta Gulli Grigioni, nato dal desiderio di colmare un vuoto nel mondo delle pubblicazioni specialistiche italiane, è indirizzato non solo ai dotti bibliofili e grandi collezionisti della carta, ma anche al pubblico più vasto, e non per questo meno interessato (e interessante), dei frequentatori dei mercati, tappa oramai d'obbligo nella vita di ogni città d'Europa che si rispetti.
L'orgoglio di questa rivista sta infatti nell'essere diventata dal 1992 un prezioso referente per coloro che, senza la pretesa di concorrere alle aste librarie internazionali o di acquistare rari esemplari presso le grandi librerie antiquarie, trovano nei servizi di CHARTA, curati sempre da penne esperte e appassionate, un valido contributo alla propria competenza, acquisendo quelle informazioni anche di mercato necessarie ad ampliare i singoli orizzonti collezionistici.

"Anni fa, scrivendo sul collezionismo di “santini”, mi capitò di fare cenno ad alcuni luoghi, in vario modo ufficializzati, in cui sono segnalati giacimenti cospicui di immaginette devozionali conservati in regime musicale cioè dotati di catalogazione di base, con più o meno facile possibilità di accesso alla consultazione, stabilmente o almeno frequentemente proposti al pubblico mediante mostre oppure attraverso opere di studio e di riproduzione.
Tra questi, è utile ricordarlo a collezionisti e studiosi poiché l’esistenza di tali centri sembra essere spesso gravemente ignorata o dimenticata, il Centro Studi Antoniani di Padova, la Civica Raccolta delle Stampe “A.Bertarelli” di Milano, il Gabinetto delle Stampe del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, l’Archivio Storico della Curia Vescovile e della Biblioteca Capitolare di Verona, il Centro Studi Storico Religiosi del Friuli Venezia Giulia di Triste, il convento dei Cappuccini di Bassano del Grappa, il Centro Francescano di Docenza, l’Archivio Storico della Santa Casa di Loreto, il Museo del Paesaggio di Verbania Pallanza, il Centro di documentazione storica e popolare mariana del Santuario di Santa Maria Ausiliatrice di Torino.
Aggiungerò solo, come aggiornamento simbolico, poiché questo non è né il momento, né il luogo per più lunghi elenchi, il Museo dei Beni Culturali Cappuccini di Milano, ospite di una ricca raccolta che nel 2004 acquistò visibilità attraverso una mostra e un catalogo."


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L’IMMAGINE SACRA NEL COSIDDETTO “COLLEZIONISMO MINORE”


In questi ultimi anni, grazie al moltiplicarsi in tutta Italia di mercatini di collezionismo e di antiquariato e alla pubblicazione di varie riviste e cataloghi specializzati, si è andata sempre più diffondendo la moda di collezionare di tutto. Per rimanere in tema alla mia passione di collezionista-cultore di “santini”, mi sono interessato a ricercare nei vari settori particolari del cosiddetto “collezionismo minore” soggetti e/o motivi che avessero in comune l’immagine sacra.
In questo secondo articolo vado a presentare le Etichette di vini, liquori o bevande in genere.
Le etichette sono nate per contrassegnare la bevanda più diffusa e antica del mondo: il vino.
Ogni qualità di vino è diversa dall’altra, ciò è dovuto a diversi fattori quali le caratteristiche del terreno dove sono i vigneti, la varietà dei vitigni, le diverse pratiche di vinificazione e soprattutto le condizioni climatiche; tutti questi fattori appunto influiscono e determinano le proprietà organolettiche come l’odore, il sapore ed il colore dell’uva e quindi del vino stesso. Ogni vino si deve dunque contraddistinguere oltre che per la cosiddetta “anna ta” anche per la sua origine che può essere DOC (a Denominazione di Origine Controllata) o DOCG (a Denominazione di Origine Controllata e Garantita), da quì la necessità dell’uso dell’etichetta.
Il vino che viene prodotto in quasi tutto il mondo deriva da un tipo di vite detto “Vitis vinifera” le cui origini risalgono al IV millennio a.C. nell'antica Mesopotamia.
In seguito la cultura del vino si diffuse in tutto il Mediterraneo ed ebbe un ruolo importante nei costumi della civiltà greca prima e di quel la romana poi.
Dopo la caduta dell'impero romano la produzione di vino diminuì ma sopravvisse grazie ai monaci in quanto necessario per la celebrazione della Santa Messa.
Riprese il suo sviluppo soprattutto nel XVII secolo grazie alla introduzione delle bottiglie di vetro e all’uso del tappo di sughero che permise una migliore e duratura conservazione di questa bevanda. Ad un monaco, Dom Pérignon, cantiniere dell'abbazia di Hautvillers, si deve verso la fine del XVII secolo l’invenzione dello “champa gne” dal nome della regione di produzione, e sembra appunto sua la più antica eti-chetta che si conosca. .
Egli infatti etichettò le bottiglie con una pergamena, che ve niva legata al collo della bottiglia con un pezzo di spago, dove indicava l’annata e le vigne d’origine.
Nella seconda metà dell’800 un insetto, la fillossera, mise in pericolo le viti europee e solo grazie ad un innesto tra i vi-tigni americani resistenti alla fillossera sulla Vitis vinifera europea si riuscì a scongiurane la scomparsa.
Questo secolo vide la nascita gran di cantine in tutta Europa e, quindi, il diffondersi delle varie etichette.
Per quanto ci riguarda Italia le etichette più antiche sono di produttori piemontesi, fornitori della Casa Reale Savoia. Ma si cono-scono anche etichette siciliane, e del Granducato di Toscana. Tra le più antiche quelle della ditta delle bottiglie di Vermouth della ditta “Francesco Cinzano” di Torino.
Le prime etichette italiane riproducevano gli stemmi araldici delle famiglie produt- trici o scene di vita contadina legate per lo più alla vendemmia, poi i temi si sono allargati toccando i tutti più svariati campi.
Lo stesso discorso vale per le etichette di liquore, birra, acque minerali o altre bevande. Per quanto riguarda la tematica religiosa esistono svariate etichette con raffigurazioni a carattere religioso, Santi, Sante o Madonne venerati nella terra di produzione o che hanno un legame col vino o la vite.
-“FRANCESCO” - Rosso di Assisi – S. Francesco d’Assisi – Tratto da un affresco di Simone Martini.
-“CHIARA” - Bianco di Assisi – S. Chiara – Tratto da un affresco di Simone Martini.
-“FRASCATI” – SAN MATTEO – Raffigurazione del Santo mentre vendemmia.
-“LIEBFRAUNNILERH” – Madonna con un grap polo d’uva in mano e Bambino.
-“VALPOLICELLA” – S. AMBROGIO – Il Santo Vescovo protettore di Milano.
-“VALE DO VOUGA” – POSADA DE SANTO ANTONIO – S. Antonio col Bambino in braccio.
-“SALICE SALENTINO” – S. Mar-tino taglia il suo mantello per darlo ad un povero.
-“PINOT BIANCO” – S. Osvaldo.
-“PROSECCO DI VALDOBBIADENE” – Santa Eurosia.
-“LIQUORE MADONNA DEL FRASSINO” – Apparizione della Madonnina.
-“SINT LAURENT – BIRRA DOPPIO MALTO” – Il Santo in procinto di bere un bicchiere di birra.

Giancarlo Gualtieri -Via G. Tomasi di Lampedusa, 9 - 00144 Roma
Tel. 065014343 Cell. 3476106758 e-mail. giancarlogualtieri@tin.it


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IL CALENDARIO SPIRITUALE


Negli ultimi anni del XIX secolo, prima che si diffondesse l’abitudine di formulare gli Auguri di Buon Anno, regalando un calendarietto tascabile con un’immaginetta sacra sul fronte della copertina, così da portarlo addosso contro ogni male o tentazione, in Francia era in uso formulare gli auguri di Buon Natale e Buon Anno con un calendarietto.
Esso era sempre a tema religioso. E pur non riportando giornalmente il Santo ricordato nel Santorale, unitamente agli immancabili auguri, in una cornice piacevolmente decorata con festoni e simboli religiosi, il suo interno era dedicato a pensieri e massime.
L’ultima pagina infine riportava il calendario spirituale, che la Chiesa cattolica dedica a ciascun mese dell’anno.

Il calendario era così composto:


-Gennaio, dedicato alla S. Infanzia

-Febbraio, dedicato alla S. Famiglia

-Marzo, dedicato a S. Giuseppe

-Aprile, dedicato alla Passione di Cristo

-Maggio, dedicato alla SS. Vergine Maria

-Giugno, dedicato al S. Cuore di Gesù

-Luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue

-Agosto, dedicato al Sacro Cuore di Gesù

-Settembre, dedicato alla Santa Croce

-Ottobre, dedicato ai Santi Angeli

Novembre, dedicato alle Anime del Purgatorio

Dicembre, dedicato al Divino Salvatore.



I cultori ed i collezionisti di immaginette Sacre, ben conoscono questa produzione, in cui, validi artigiani e specialisti, sfruttando anche le tecniche innovative del tempo (litografia, fotografia), crearono un particolare tipo di immagini, facendo riferimento alle grandi passioni umane, quale punto di partenza per il ciclo della vita, ricorrendo ai Santi ed ai fatti biblici evocando le loro storie, opere, pensieri e miracoli, per trasmettere agli uomini le loro virtù.
Nel contempo, con chiaro intento promozionale e didattico, i monaci trappisti di Aiguebelle – di cui abbiamo avuto modo già di occuparci in passato – distribuivano immaginette con soggetti e temi dIversi (storia, religione, scienze, etc.).
Quelle religiose avevano anche una funzione catechista, posto che, serie prodotte in bello stile e splendidamente raffigurate, evocavano la storia del Vecchio Testamento, dei Profeti, del Nuovo Testamento, i Miracoli di Gesù, gli Apostoli, ecc.
Insomma le Immaginette sacre prodotte dei monaci trappisti non erano riferite al solo Santo raffigurato, ma all’intera sua vita o ai fatti che aveva vissuto o ad episodi della Cristianità (Miracoli, Misteri, Parabole, Martiri, Patroni, Grandi Feste, Cerimonie cattoliche, etc.).

Una delle serie sopra accennata era dedicata proprio ai Mesi religiosi, e ricalca nella ricorrenza quello già innanzi descritto nel Calendario Spirituale.
Ogni mese, in chiave sacra, viene caratterizzato da un preciso aspetto religioso e la serie è composta da 12 immaginette in cromolito, con la raffigurazione del Santo, con emblema ed attributi, mentre sul verso è riportata, oltre alla preghiera, anche il consiglio di un libro di devozione per la lettura relativo all’argomento o al personaggio trattato.


La serie è così composta:

- Gennaio, mese di S Francesco di Sales

- Febbraio, mese della Santa Famiglia

- Marzo, mese di S. Giuseppe

- Aprile, mese della Passione

- Maggio, mese di Maria

- Giugno, mese del Sacro Cuore

- Luglio, mese di Maria Maddalena

- Agosto, mese di S. Pietro

- Settembre, mese del Pellegrino

- Ottobre, mese del S. Rosario

- Novembre, mese delle Anime del Purgatorio

- Dicembre, mese dei Pastori

Come si nota la differenza tra i due Calendari è minima e ancora oggi la chiesa dedica queste ricorrenze nel mese in cui solennemente vengono festeggiate o ricordate.

Saverio Vitagliano

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Sulla stessa tematica:

CALENDARIO SPIRITUALE DELL'ANNO

".Come oggi anche in passato andavano di moda i calendari augurali (sicuramente meno illustrati) per un Buono e Santo ANNO NUOVO.
A chi/cosa è dedicato il mese, con la pratica, è riportato sulla quarta facciata del santino francese, a pagellina, n° 469, cromolitografia edita da V.ve D. Saudinos - Ritouret, 2, 4 & 6 Pl. St. Sulpice, Paris (non datato).

Gennaio: mese della Santa Infanzia
Febbraio:mese della Santa Famiglia
Marzo: mese di San Giuseppe Aprile: mese della Passione
Maggio: mese di Maria Giugno: mese del Sacro Cuore
Luglio: “ del Preziosissimo Sangue
Agosto: mese del S.Cuore di Maria
Settembre: mese della Santa Croce Ottobre: mese dei Santi Angeli
Novembre: mese delle Anime del Purgatorio
Dicembre: mese del Divin Salvatore

Superflua è l'illustrazione di ogni mese del calendario perché nella nostra mente si stampano chiare le immaginette, relative ai mesi, presenti nella nostra raccolta. BUON 2007!

Paolo Monciotti

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“UN SANTO AL GIORNO” di Rino Camilleri – Ediz.Piemme – Euro 18.00


Giorno per giorno, secondo il calendario, il breve profilo di un santo o di un beato di cui si fa memoria in quella data.
Ogni ritratto schizza con piacevole vivacità la vita, le opere, gli aneddoti, la spiritualità. Una miniera di notizie e curiosità sui personaggi più illustri della storia del cristianesimo cari al la devozione popolare. Sono eroi della fede e campioni di umanità, che presentano al lettore una santità talvolta straordinaria e sorprendente, ma più spesso quotidiana e concreta.
Una santità fatta sì di miracoli, ma anche di pazienza, di fatica, di tragica sofferenza. I santi sono gli amici di Dio, e in virtù di questa speciale amicizia sono parole di Dio vivente rivolta ancora oggi a credenti e non credenti.

 

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I “SANTARI”. VENDITORI ITINERANTI DI IMMAGINI DEVOZIONALI A CAMPLI E NEL TERAMANO.
Libro di Marina Trifoni
La Ricerca Folklorica, No. 19, La piazza. Ambulanti vagabondi malviventi fieranti (Apr., 1989), pp. 113-120 - doi:10.2307/1479139


Da una ricerca effettuata nell'area del Teramano, informazioni significative sono venute a luce sull'attività del "santari", venditori ambulanti di immagini devozionali che si mossero dai loro paesi di origine verso l'Italia settentrionale fino a giungere in Lombardia, Piemonte e in Francia.
I "santari" si dividevano in "quadrari" che vendevano stampe con vari soggetti, spesso completi di decorazioni e cornici, e che entravano nella categoria di commessi viaggiatori, ed in "puntisti" che invece distribuivano i piccoli ritratti di "santi" o santini negli ospedali, nelle piazze, nelle case, in cambio di un'offerta.
Questa seconda categoria costituì una classe sociale meno apprezzata nella comunità proprio a causa di questo chiedere un’offerta, cosa che l’avvicinava alla categoria dei medicanti.
(Fonte: http://links.jstor.org/sici?

 

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LA PONTIFICIA OPERA DELLA SANTA INFANZIA
ATTRAVERSO LE IMMAGINETTE DEVOZIONALI


Nel Calendario spirituale della Chiesa Cattolica, il mese di Gennaio è dedicato alla Santa Infanzia, nel nome e nell’amore di Gesù Bambino la cui nascita da poco è stata solennemente festeggiata.
Proprio con lo scopo di unificare l’educazione cristiana di tutti i bambini, nati anche nei paesi avvolti dal paganesimo, nel 1843 il Vescovo di Nancy, Forbin-Janson ha fondato l’Opera della Santa Infanzia .
Essa si proponeva l’evangelizzazione, il battesimo e l’educazione cristiana dei piccoli nati nel mondo pagano. L’Opera nel tempo ha poi sollevato la vita ad un gran numero di fanciulli, che i loro genitori avevano abbandonato, e destinati quindi agli stenti e a morte sicura.
Di sovente l’Opera li ha riscattati anche a prezzo di denaro, li ha nutriti, li ha allevati. Li ha educati nelle scuole, al fine di inserirli nella società o per farne in seguito utili ausiliari a loro volta per la conversione dei loro fratelli del Paese di origine.
E proprio per la sua importanza, educativa, cristiana, missionaria, unitamente all’opera della Propagazione della Fede e a quella di San Pietro Apostolo, il Santo Padre le ha dichiarate Pontificie, perché come Pastore Universale ha a cuore il bene di tutta l’umanità. […]

Saverio Vitagliano


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I “SANTINI DEL NATALE” RIACCENDONO L’ATTENZIONE
SU GESU’ BAMBINO

ROMA, mercoledì, 6 dicembre 2006 (ZENIT.org).- “L’identità del Natale non è quella delle renne, di Babbo Natale, delle slitte o di Babbo gelo”, piuttosto “pensiamo ai presepi, alla capanna, a Gesù Bambino, alle comete, agli angeli, ai Re Magi, tutti segni che evocano un messaggio dì amore di misericordia e di accoglienza”, sostiene monsignor Mauro Piacenza. Così ha detto il Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa intervenendo martedì 5 dicembre alla presentazione dell’album “Gloriae, le Miniature dei Santi” e de “I Santini del Natale”. Nel prendere la parola, l’Arcivescovo ha spiegato che, di fronte ai tentativi di indebolire o addirittura cancellare i simboli cristiani del Natale, “la Chiesa non può rinunciare ai propri simboli”.
Esprimendo poi apprezzamento per iniziative come queste, volte a far conoscere attraverso delle riproduzioni la qualità artistica e il valore devozionale dei santini antichi, mons.Piacenza ha osservato come nel disegno cristiano “tutto cospira al bene, anche le piccole cose, anche le piccole immagini. Sono come delle pennellate, moltiplicando le quali si può contribuire all’unità dell’affresco”.
“Sono tanto convinto di questa iniziativa – ha continuato monsignor Piacenza – che ho incoraggiato gli editori a proseguire anche con la preghiera eventualmente annessa ai santini” e “li ho invitati a produrre carta da regalo con soggetti che siano specificatamente espressivi delle identità di Natale e Pasqua”.
Il presule ha quindi affermato di credere che “la fede senza fanatismi, ma con amo re per la propria identità debba esprimersi e parlare anche attraverso i propri campioni e i santi sono i campioni della fede” per questo “i santini sono un modo di dare ragione della speranza che è in noi”.
Alla domanda posta da ZENIT su quale rapporto intercorra tra la devozione popolare e la grandezza della Chiesa, mons.Piacenza ha risposto che “nella Chiesa non bisognerebbe fare distinzioni tra intellettuali e meno intellettuali, la Chiesa è sempre popolare perché è di tutto il popolo, dentro a questo flusso ci sono tante componenti, tutte nella logica del corpo mistico, tutte sono correlate l’una all’altra e tutte inter-dipendenti, sussidiarie l’una e l’altra”.
Pur ammettendo che negli anni recenti si è assistito ad “un certo senso di snobismo del tutto deleterio”, l’Arcivescovo ha quindi ricordato che nei momenti di grandi cambiamenti “il sensus fidei è mantenuto dai semplici e dai poveri in spirito”.
“Abbiamo moltissime cose da imparare – ha continuato il presule – ci sarebbe da mettersi in ginocchio di fronte a certi contadini, pensiamo a mamma Margherita, e pensiamo alle storture intellettualoidi di molte persone che credono di vivere una fede illuminata, ma che tutto sommato forse vivono una sorta di gnosi e non la fede cristiana”.
Circa i tentativi di indebolire o addirittura cancellare la figura di Cristo dal Natale, monsignor Piacenza ha spiegato a ZENIT che “un certo buonismo e forme banali di dialogo” sono state utilizzate per “livellare la fede cristiana” prendendo solo quello che fa più comodo.
“C’è questa operazione di togliere i simboli perché offenderebbero la sensibilità non si sa di chi”, ha sottolineato il presule, il quale ha poi ribadito che “non si capisce chi potrebbe essere offeso dall’amore, dalla misericordia dall’accoglienza, che è il messaggio che Nostro Signore Gesù Cristo offre con il Natale”.
“Chi può essere offeso dal messaggio di una capanna come quella di Betlemme dove c’è il miracolo della vita e dell’amore supremo che si esprime nel modo più pieno della parola?”, si è chiesto il Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa.
Graziano Toni, Amministratore delegato della editrice “Pubblicazioni Collezionare Cultura” (http://www.pubblicazioni.biz - e vedi Link in Home Page di Cartantica, a destra) ha raccontato in breve l'origine della sua idea, sfociata nella realizzazione del primo “Album dei Santini”, un anno fa, che ha ottenuto un successo inaspettato: 200 mila album e 20 milioni di figurine vendute.
Oltre a raccontare delle centinaia di lettere di ringraziamento che parlano di come “le raccolte diventino un momento di aggregazione familiare, con i nonni e i genitori che partecipano al compimento dell’opera”, Graziano Toni ha poi sottolineato il ruolo catechetico che gli album sui santini possono aiutare a svolgere.
Gioia Lanzi, Presidente del Centro Studi per la Cultura Popolare e curatrice dell’album in distribuzione, ha sottolineato il ruolo fondamentale delle immagini, capaci di “andare dritte al cuore e alla mente, attraverso la sottile e buona persuasione della bellezza”.
Claudio Ventrella, Direttore editoriale di Pubblicazioni Collezionare Cultura,ha quindi sottolineato che “la vera novità portata dalla nostra casa editrice” è quella di “riscoprire i grandi valori attraverso la bellezza”, e che “la sfida è quella di coniugare l'aspetto ludico delle figurine con la bellezza e la ricchezza della nostra tradizione”.
Insieme all'Album dei Santini del Natale, è in edicola anche “Gloriae, le Miniature dei San-ti”, un percorso di 600 miniature, raccolte in 10 eleganti cofanetti. Ogni miniatura è accompagnata da una breve nota biografica del santo, con il particolare cammino alla santità di ognuno e soprattutto dai suoi segni particolari.
La collana è distribuita attraverso il canale del le edicole e delle librerie e si avvale anche della preziosa e importante collaborazione con “Famiglia Cristiana”, grazie all'uscita settimanale di 12 miniature in allegato alla rivista. [Le parrocchie possono riceve una copia dell’album di figurine adesive “I Santini del Natale” chiamando gratuitamente il numero verde 800-912 712].
Il Consiglio Direttivo dell’AICIS è stato presente alla Conferenza Stampa del 5 dicembre scorso e si è congratulato con il socio Toni Graziano per la quantità e qualità delle varie iniziative, tutte di successo.


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I SANTINI RAFFIGURANO I NOSTRI MODELLI DI SANTITA’


Riportiamo qui appresso il comunicato vaticano (VIS del 1.1.2006) che sottolinea il discorso di Benedetto XVI tenuto nella Basilica Vaticana nella solennità liturgica del 1° novembre u.s., festa di tutti i Santi.
Nell'omelia il Santo Padre ha sottolineato che "i santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina".
"Ma 'a che serve la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità?'.
Con questa domanda" - ha ricordato il Papa - "comincia una famosa omelia di San Bernardo per il giorno di Tutti i Santi. È domanda che ci si potrebbe porre anche oggi. E attuale è anche la risposta che il Santo ci offre: 'I nostri santi - egli dice - non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. (...) Ecco dunque il significato dell'odierna solennità: guardando al luminoso esempio dei santi risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. (...)
E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione".
"Per essere santi" - ha spiegato il Pontefice - "non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. (...) È necessario innanzitutto a-scoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà".
"L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso.
Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio".
"L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza e di infelicità per l'uomo è vivere lontano da Lui". "La santità" - ha sottolineato il Santo Padre - "esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell'uomo, è anzitutto dono di Dio, tre volte Santo".
"Come non rispondere all'amore del Padre celeste con una vita da figli riconoscenti? In Cristo" - ha concluso Papa Benedetto XVI - "ci ha fatto dono di tutto se stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda con Lui.
Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito, e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli. Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il 'perdere se stessi', e proprio così ci rende felici".

 

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S.ANTONIO ABATE, protettore delle campagne

17 gennaio


Fino a qualche decina d'anni fa non esisteva forse una sola casa colonica nella quale non vi fosse appesa da qualche parte un'immagine di Sant'Antonio.
Le famiglie più integerrime ne tenevano una anche nella stalla; si trattava spesso di un semplice santino, che il parroco offriva a chiunque ne facesse richiesta in cambio di generi di consumo.
L'immagine veniva infilzata con un chiodo e, a contrasto con la parete, si appendeva anche un ramoscello di ulivo come ulteriore benedizione in quella parte della casa - appunto la stalla - dove si conservavano i beni più preziosi, le cosiddette "stime vive".
Quando l'elettricità divenne di uso comune, raggiungendo anche le coloniche più periferiche, imperversò la moda di applicare, sotto l'immagine del santo, un lumino in ottone con una minuscola lampada che rimaneva accesa giorno e notte.
Tanta devozione verso S.Antonio era pienamente giustificata dal fatto che il grande abate ed eremita egiziano, vissuto nel IV sec., dava - e dà tuttora - ampie garanzie di protezione e salvaguardia da molti pericoli e minacce. Perché il sant'uomo non solo è considerato il protettore del bestiame domestico, ma a lui ci si dovrebbe affidare ogni volta che siamo sul punto di cedere alle tentazioni. Antonio stesso ne rimase vittima più volte nella sua secolare esistenza (si dice che sia vissuto circa centoventi anni), ma sempre, come è storicamente tramandato negli scritti di Sant'Atanasio - il suo primo biografo - seppe uscirne vittorioso. Alle sue qualità taumaturgiche infine - ma questa è storia più recente - viene attribuita anche la facoltà di guarire quel fastidioso inconveniente chiamato herpes zoster, meglio conosciuto proprio come "fuoco di Sant'Antonio".


Riccardo Matteschi


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NEL 1947 ENRICO BERLINGUER HA ADDITATO MARIA GORETTI QUALE ESEMPIO PER LE RAGAZZE COMUNISTE


A metà degli anni Ottanta, dopo la sua morte, fu ricordato un celebre discorso nel quale un giovane Enrico Berlinguer (1922-1984), nel 1947, additò come esempi alle ragazze comuniste la staffetta partigiana Irma Bandiera e Maria Goretti, che proprio in quei giorni veniva beatificata da Pio XII.
Ed è significativo che quella citazione, come ha ricordato Giglia Tedesco Tatò, "allora sembrò abbastanza tranquilla". Segno che pur alla vigilia del durissimo scontro elettorale del 1948 esistevano comunque spazi di comunicazione e anche di riconoscimento dei valori e degli ideali degli altri. E non solo prima di quella data, ma anche dopo, come si può leggere nella "Storia della Letteratura" di Giulio Ferroni, dalla quale ad esempio si apprende (anche se egli stesso lo aveva rivelato in una intervista ad Elkan) che Alberto Moravia "collaborò a 'Il cielo sulla palude' di Augusto Genina, il film che nel 1949 con il suo enorme successo preparò il clima della canonizzazione della piccola santa di Nettuno. Una personalità che poi non ha cessato di inquietare la sinistra, come dimostrò il libro de "l'Unità" scritto nel 1994 da Nadia Tarantini sulla santa e sul processo al suo uccisore poi convertito, Alessandro Serenelli.
(Fonte: Avvenire 13 dic.2007. Da un articolo di Pio Cerocchi: “Quando il giovane Enrico Berlinguer citò Maria Goretti”).


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SANTUARI E IMMAGINI MARIANE IN ITALIA


Continua l’elenco per regione dei Santuari Mariani, di Chiese e dei luoghi italiani di venerazione della Madonna, stilata dal Prof. FRANCESCO BRACALETTI.


15-SICILIA


ACICATENA CT - Madonna della CATENA
ACIREALE CT - GRAZIE
ACIREALE CT - LORETO
ACIREALE CT - PURITA'
ACQUAVIVA PLATANI CL - LUCE
ADRANO CT - AUSILIATRICE
AGRIGENTO AG - IMMACOLATA
AIDONE EN - CAVA
ALCAMO TP - MIRACOLI
ALCAMO TP - PASSAVIA
ALESSANDRIA DELLA ROCCAAG - ROCCA
ALIA PA - GRAZIE
ALTAVILLA MILICIA PA - MILICIA
ALTOFONTE PA - ALTOFONTE
ASPRA PA - -
ASSERO EN - LA MEDICA
AVOLA SR - GRAZIE
BALESTRATE PA - PONTE
BARCELLONA POZZO DI GOTTO ME - CARMINE
BIANCAVILLA CT - ELEMOSINA
BIANCAVILLA CT - S.PLACIDO
BISACQUINO PA - BALZO
BLUFI DI PETRALIA PA - OLIO
BORGETTO PA - ROMITELLO
BRONTE CT - ANNUNZIATA
BRUCOLI SR - ADONAI
BURGIO AG - RIFESI
BUSCEMI SR - BOSCO
CACCAMO PA - BUON CONSIGLIO
CALASCIBETTA EN - BUON RIPOSO […]


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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"


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Belluno - Chiusura fase diocesana processo beatificazione Papa giovanni Paolo I

Il socio BENITO CADORE di Sospirolo (BL), presente il 10 novembre u.s. nella cattedrale di Belluno, alla cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo I, ci ha trasmesso l’ immaginetta dell’amato Pontefice, gentilmente concessa dal postulatore Mons.Giorgio Lise, che ringraziamo, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.


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Orta di Atella (CE) – L’IMMACOLATA E L’ORDINE FRANCESCANO


Il socio Padre MICHELE GIULIANO,ofm di Orta di Atella ha trasmesso l’ immaginetta stampata in occasione della Professione Solenne di Fra LUIGI CAPURSI ofm fatta il 29.XI.2006 nel Santuario Diocesano di San Salvatore da Horta a Orta di Atella (CE), per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
L’immaginetta rappresenta l’affresco della volta del Santuario di Atella, dipinto nel 1734 dal pittore C.Malinconico, con in alto la Vergine Immacolata, alla sua sinistra San Francesco, a destra Santa Chiara e in basso santi e sante del glorioso Ordine Francescano. Il santino risulterà senza dubbio utile e gradito a quegli associati che collezionano su tematiche quali l’Ordine Francescano, la Vergine Maria, le Professioni religiose.


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2 gennaio, Redù di Nonantola (MO):
SAN MACARIO e la “Festa delle fave”


Il GRUPPO “VERONICA” coordinato dal socio Don DAMIANO MARCO GRENCI, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” ha trasmesso l’immaginetta di San Macario; il socio Prof. CARLUCCIO FRISON ha inviato l’unito articolo.
Ai primi giorni dell’anno, esattamente la mattina del 2 gennaio, nella Chiesa parrocchiale di Redù, piccola frazione del Comune di Nonantola (in prov. di Modena), durante la Santa Messa, si assiste ad un’antica e suggestiva cerimonia: la benedizione delle fave, che poi, alla fine della funzione, vengono distribuite a tutti i fedeli, come augurio di salute e felicità.
E’ la cosiddetta “Festa delle Fave”, legata al culto di San Macario protettore della parrocchia reduese.
Legume tipicamente mediterraneo, che per secoli fu, per il suo elevato potere calorico, un alimento fondamentale per generazioni di povera gente, le fave si arricchiscono qui di un ben altro potere simbolico e religioso, quello di divenire, per tutti coloro che le avranno consumate a digiuno, un potente mezzo per ottenere protezione dalle malattie. E ogni anno,il 2 gennaio, prima del pranzo, con devozione, tutti i parrocchiani di Redù consumano le fave benedette, precedentemente cotte in acqua e condite solo con olio, sale e un po’ di spezie. Il tutto, si diceva sopra, viene fatto in onore di San Macario; ma,ci viene subito da aggiungere, di quale San Macario si tratta, fra i diversi santi che la Chiesa ricorda con questo nome…
Solo nella Biblioteca Sanctorum ben 22 sono, infatti, i santi registrati sotto la voce Macario, i quali, sebbene siano vissuti in epoche e località diverse, presentano vicende biografiche alquanto simili. Anche tra la letteratura locale (e ringrazio l’amico Loris Sighinolfi di Nonantola per queste segnalazioni), si sono avute diverse interpretazioni sul significato della festa e sull’identificazione del Santo. Dapprima si pensava che il San Macario venerato a Redù fosse San Macario il Giovane, originario di Alessandria d’Egitto e morto in età avanzata nel 394, dopo aver vissuto per anni nel deserto, in penitenza e in contemplazione, nutrendosi esclusivamente con erbe crude e qualche legume. Da qui forse il legame con le fave. Ma si poteva, solo alla luce di ciò, legare il culto di questo santo al territorio di Redù: qualcuno ipotizzò che il culto sia stato portato in loco dai monaci benedettini che a partire dall’VIII secolo si erano qui stabiliti fondando il Monastero di Nonantola.
Allo stesso San Macario, forse, venne eretta “una cappella intorno alla quale sorse poi il borgo di Redù”.
E anche la celebrazione della festa al 2 gennaio sembrava essere un’ottima prova per validare l’identificazione del San Macario reduese con l’anacoreta San Macario Alessandrino che la Chiesa celebra appunto lo stesso giorno (vd. Immaginetta).
Sulla figura del Santo venerato a Redù vennero poi messe insieme altre piccole tessere.
A pochi km da Redù, sulla strada verso Bologna, vi è un’altra località, Sacerno, la cui chiesa risulta dedicata a S. Elena. All’interno della Chiesa, sempre di fondazione nonantolana, è conservato un altare del XIV secolo dedicato a San Macario (vedi foto) e che riporta una sua raffigurazione con la scritta: “S. MACARIO ABBAS” e la precisazione “IN ROMANA CIVITATE NATUS”.
Il che ha fatto subito pensare che il nostro San Macario non fosse un Santo orientale, bensì romano di origine.
Risulta poi che il sepolcro del Santo si troverebbe a Piacenza, nella Chiesa abbaziale di S. Sisto.
Questo SAN MACARIO ABBAS sarebbe vissuto nella seconda metà del IV secolo e, dopo essere stato per anni vice prefetto a Roma, si ritirò a vita monastica, fondando un monastero nel Piacentino intorno all’anno 394.
Altre notizie ci dicono che, alla fine della sua vita terrena, si fosse portato nella campagna bolognese per predicare e per fa re penitenza: qui morì e venne appunto sepolto a Sacerno.
Qui, nel X secolo, il corpo del Santo uomo ancora si trovava, quando venne richiesto dal Monastero di S. Sisto di Piacenza.
Durante il viaggio, le preziose reliquie fecero sosta a Redù, e il fatto dovette es-sere così sentito da tutta la comunità che ne restò una vivissima memoria, forse anche, o soprattutto, per le molte grazie ricevute. Memoria che venne perpetrata nel tempo con la dedicazione a San Macario di un culto che ha attraversato i secoli.
Già dal XVII secolo, ma forse anche prima, nella Chiesa di Redù vi era un altare intitolato ai santi Macario e Bernardo: e ancor oggi si conserva una bella Deposizione con San Macario e San Bernardo, olio su tela, cm 225 x 130, della seconda metà del XVII secolo, riferibile ad un anonimo pittore di ambito bolognese.
Ma ovviamente è la Festa delle fave il momento più tipico e significativo di questo antico culto. Come si vede, molto scarne sono le notizie sulle vicende terrene del nostro San Macario, ma ancor più difficile rimane stabilire un legame fra il nostro Santo e la “Festa delle Fave”: resta il fatto, comunque, che ogni 2 gennaio, a Redù di Nonantola, viene celebrata alla presenza di tutta la comunità una Messa Solenne dedicata a San Macario durante la quale sono distribuite ai fedeli le fave benedette.
Anche il tentare di spiegare i motivi per cui ogni anno questo rito venga ripetuto forse attualmente non è più possibile per mancanze di testimonianze certe.
Si sa che anticamente la cottura era affidata a un capo famiglia sorteggiato in canonica durante la festa di San Antonio Abate (un ulteriore legame con il San Macario Anacoreta, di cui era discepolo), dove ci si trovava per far festa: “certamente (e concludo con le stesse parole riferitemi dall’amico Sighinolfi) le fave, come altri legumi e i cereali in genere, ebbero una grande importanza per i popoli primitivi e furono presenti negli atti di culto e nei servizi propiziatori ed è possibile che attorno ad esse si sia consolidato un rito che affonda le sue radici in antichissime tradizioni”.
(Per ulteriori informazioni si può utilmente consultare:
www.parrocchie.it/redu/ nativitamariass/Sanmacario.htm)


Carluccio Frison

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ROMA, 17 gennaio: anniversario della fondazione del Convento di San Sisto Vecchio, culla della nuova Congregazione Domenicana di Madre LALIA


Il socio ANTONINO COTTONE di Misilmeri ha trasmesso l’immaginetta di Madre Lalia nell’ambito dell’iniziativa sociale “Un santino per ogni socio”e le seguenti notizie.
Il 17 gennaio 1893 è così descritto da Sr.M.Giacinta Arena, O.P. nel libro “Madre Maria Antonia Lalia”:
“Roma quel giorno si era tutta ammantata di neve. Un giorno piuttosto eccezionale quel 17 gennaio 1893! Nella Città Eterna non è facile godere dello spettacolo caratteristico di un paesaggio invernale.
Neve e neve,dunque, per le strade, sui tetti e nei giardini; freddo e silenzio ovunque. Ma una fiamma ardente scaldava dentro e sospingeva le tre Suore Domenicane [Madre Lalia e due consorelle provenienti da Misilmeri (ndr)], che, nel pomeriggio di quel giorno benedetto, circa le ore quindici, recitando il Santo Rosario, da Via Merulana e Piazza San Giovanni, scendevano, umili e felici, a San Sisto Vecchio.
Il calendario segnava la festa di S.Antonio Abate, giorno onomastico di madre Lalia. La povertà più desolante accolse le nuove ospiti, promettendo privazioni, pene, fatiche di ogni sorta, ma il cuore ripeteva dolce:“Da mihi animas, cetera tolle” [Dammi le anime, e prenditi tutto il resto, ndr].
(…) E’ del 16 maggio 1900 una preziosa lettera del Santo Vescovo Domenicano Mons.Pio Alberto Del Corona, il quale, scrivendo alla veneranda Madre, così concludeva:
“La benedetta Maria parli al suo cuore di madre per me e spanda luce e gioia di amore sopra la Comunità di S. Sisto Vecchio. E la benedetta pianta fiorisca”
Queste parole furono un augurio e una profezia insieme. La Congregazione di S.Sisto Vecchio fioriva infatti, lentamente, ma fioriva, benedetta da Dio e dagli uomini”.
Ma chi era Madre Lalia? Maria Antonia nacque a Misilmeri in provincia di Palermo il 17 maggio (1839–1914) da una famiglia molto religiosa. Trascorse l’infanzia a Palermo, ma a 15 anni a causa della sua malferma salute fu affidata alle Suore Domenicane di Misilmeri.
A 17 anni vestì l’abito di S. Domenico nel collegio di Maria a Misilmeri e dopo pochi anni ne divenne Superiora.
Riedificò il Monastero, vi fondò la Suola Elementare e curò la preparazione delle suore maestre.
Zelava la Gloria di Dio e con il beneplacito del le Autorità ecclesiastiche si spinse fino a Roma, perché voleva andare in Russia, dove fondare collegi per educare l’infanzia povera, quindi dare inizio al movimento di ritorno all’unità della Chiesa. Purtroppo i suoi piani, li stroncò P. Alberto Lepidi che le dirà una frase che resterà nella storia “In Russia andranno le tue figlie, non tu, la tua Russia sarà Roma”.
Il 17.1.1893, come sopra richiamato, Madre Lalia entrava giuliva nell’abbandonato convento di S.Sisto Vecchio a Roma,e dava inizio alla nuova fondazione e all’opera educativa.
La vita di Sr M.Antonia Lalia fu un continuo olocausto a Dio che con il pensiero e l’amore abbracciava la Croce.
Fu assidua e fervente la sua preghiera, la sua attività intensa, e tanto coraggiosa che spesso veniva ricambiata dallo Spirito con interventi e doni straordinari. Da qui la fortezza, la fiducia nella Provvidenza e la profonda umiltà nell’accettare tutte le prove. In questo stato di santo abbandono rese l’anima a Dio la notte del Giovedì Santo del 9.4.1914, nell’istituto del Sacro Cuore di Ceglie Messapico (BR).
Dal 1939 le sue spoglie mortali riposano nell’Aula Capitolare del Convento di S.Sisto, dove S. Domenico aveva posto le basi dell’ordine domenicano e Sr M.Antonia Lalia quelle della propria congregazione.
Oggi le opere di Madre Lalia sono ben visibili in diverse scuole e conventi sparsi in Italia e nell’America Latina.
Scrive Sr.Maria Rosa Lo Proto O.P., nel libro dedicato a Madre Lalia “Oggi noi sue figlie viviamo nel la luce del suo ricordo e la sentiamo presente nelle nostre opere, nella quotidianità della nostra vita, in tutte le case della congregazione, dove siamo impegnate per attuare il carisma missionario ed ecumenico, nelle varie regioni d’Italia, in Messico, Guatemala, Honduras, Perù e Russia”.

Antonino Cottone

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TIGGIANO (LE), 19 gennaio: festa di SANT’IPPAZIO, vescovo


Il socio IPPAZIO MASTRIA di Tricase ha trasmesso un'immaginetta per l’iniziativa sociale “Un santino per ogni socio”.
Sant’ Ippazio rappresenta il protettore della virilità maschile e dell’ernia inguinale.
Le terre antiche, come lo è la nostra, sono sempre scrigni contenenti tradizioni che affondano le loro origini in tempi immemorabili. Legate alla religione, alla coltura della terra o alla gastronomia, queste tradizioni non accennano ad abbandonare questi posti neanche in un'epoca "globale" come quella attuale. Mille e poi mille sono gli stimoli culturali, storici, religiosi, paesaggistici e gastronomici, nelle innumerevoli sagre e feste popolari che si tengono nel Salento e che testimoniano ed esprimono il nostro attaccamento alle tradizioni ricche di folklore e coinvolgimento emotivo.
Di origini antiche, le feste religiose conservano ancora riti particolari e tradizioni spettacolari.
Momento atteso da tutti i compaesani per incontrarsi e divertirsi insieme. Ogni comune del Salento prepara con cura la propria festa patronale anche con concerti di musica attuale o folcloristica e spettacoli pirotecnici.
Alcune feste durano anche più di un giorno. E’ quello che avviene con la Festa di Sant’Ippazio, patrono di Tiggiano di origine greca che viene festeggiato dal 4 al 6 agosto.
Sant’ Ippazio rappresenta il protettore della virilità maschile e dell’ernia inguinale; questo perché, a Nicea, durante un’accesa discussione con un oppositore, il Santo ricevette un calcio nel basso ventre,che gli provocò fortissimi dolori. La chiesa parrocchiale ha il suo fiore all’occhiello che è il pulpito, da poco restaurato, che rappresenta un pezzo raro nel Salento. (Fonte: http://www.ilgallo.org/) Andrea Cimini
La chiesa parrocchiale ha il suo fiore all’occhiello che è il pulpito, da poco restaurato, che rappresenta un pezzo raro nel Salento.
I Sinassari bizantini affermano che Ippazio partecipò al Concilio di Nicea (325) e il suo nome si trova anche nella lista dei partecipanti al Concilio di Gangra (340).
In un anno imprecisato del secolo IV, ma dopo il 340, egli fu aggredito e lapidato da eretici novaziani, imboscati in una gola nei pressi di Luziana. (I novaziani erano i seguaci della dottrina dell’antipapa scismatico Novaziano del III secolo, che rappresentava una corrente di rigorismo esagerato in materia disciplinare e penitenziale, specie nei riguardi dei ‘lapsi’, cioè quei cristiani che durante la persecuzione di Decio, avevano ceduto all’idolatria; diffusi in tutto il vasto impero romano, costituirono Chiese importanti, parallele a quelle cattoliche).
Questa tragica fine, riportata dal Martirologio Romano, è in contrasto con quanto narrato nel ‘Martirio’, che cita, torture, processi e decapitazione finale; ma come già detto c’è molta incertezza e fantasia, come del resto per quasi tutti gli antichi santi e martiri dei primi secoli.
Il suo culto fu molto diffuso nella Chiesa bizantina, che lo celebrava in date diverse, specie il 14 e 15 novembre, il 18 e 19 gennaio e altri giorni dell’anno. Effettivamente il suo culto giunse nell’Italia Meridionale al seguito dei monaci che praticavano la Regola di s. Basilio il Grande (329-379), perciò detti ‘Basiliani’.


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28 gennaio: festa di SAN TOMMASO D’AQUINO


Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese ha trasmesso le immaginette di San Tommaso d’Aquino (FB-Serie 400-190) per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Tommaso, (Aquino/Roccasecca, 1224/1225 – Fossa nova, 1274), filosofo scolastico e teologo, detto "Doctor Angelicus" o "Doctor Universalis" dai contemporanei, è uno dei principali pilastri teologici della Chiesa cattolica, che lo venera come santo, lo considera Dottore della Chiesa e lo festeggia il 28 gennaio.
Nasce nella famiglia dei conti di Aquino, la madre si chiama Teodora e il padre Landolfo.
Da piccolo studia presso i monaci benedettini di Montecassino, finché nel 1239, in seguito alla decisione presa da Federico II di fare dell'abbazia una fortezza militare, si iscrive all'Università di Napoli, frequentando la facoltà delle arti dal 1239 al 1243. Nel 1244, affascinato dall'ordine dei predicatori, decide di farsi domenicano, nonostante la decisa opposizione della famiglia. […]


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LOURDES NELLA DEVOZIONE POPOLARE


150 anni di storia, mistero e cultura
L’OFTAL, Sezione di Alessandria, per il 75° ann.rio di fondazione, ha stampato l’immaginetta che il socio AICIS Roberto DE SANTIS, ha trasmesso alla nostra Associazione che ha concesso il patrocinio per la Mostra “Lourdes nella devozione popolare” organizzata con l’Associazione AQUERO dal 13 gennaio al 28 febbraio 2007.
Il Consiglio Direttivo ringrazia vivamente l’OFTAL e gli organizzatori della promettente esposizione che a giorni aprirà ad Ales sandria.
Riportiamo qui appresso l’articolo di NICOLA SALVI inviato alla stampa ed alla nostra redazione.

La nostra città non è povera di iniziative e stimoli culturali di vario genere: sono il frutto della collaborazione tra il pubblico e il privato, enti, associazioni e singoli che operano con preziosa continuità in questo fondamentale settore.
Nell’ambito di queste si inserisce la proposta dell’OFTAL che organizza una mo-stra sulla devozione popolare legata a Lourdes, al suo mistero, alla sua storia.
Il titolo è significativo: “ LOURDES NELLA DEVOZIONE POPOLARE, 150 ANNI DI STORIA, MISTERO E CULTURA attraverso pubblicazioni, immagini e oggetti devozionali d’epoca” e racchiude in sé le intenzioni dei promotori e i contenuti oggettivi dell’esposizione.
Cuore di essa è la città di Lourdes, in Francia, che nel 1858 fu teatro di un evento non solo religiosamente ma storicamente e socialmente straordinario: le apparizioni della Vergine Maria ad una povera ragazzina di nome Bernardetta. Immediatamente dopo Lourdes è diventata meta di pellegrinaggi e di turismo, reli-gioso e non, fino a diventare, dopo Parigi, la città francese più visitata con oltre cin-que milioni di presenze annue. Con altrettanta immediatezza si è sviluppato l’inevitabile corollario dell'accoglienza turistica col sorgere e il moltiplicarsi di alberghi e attività commerciali.
Chi ha avuto la fortuna di vivere l’esperienza di pellegrinaggio a Lourdes sa bene come il “dominio” (la vasta area del Santuario) sia esente da questo fenomeno, se si esclude la vendita di libri sulle apparizioni e l’offerta di candele, e altrettanto bene conosce quel brulicare di negozi e negozietti presenti al di fuori dei cancelli di Porta S. Michele e Porta S. Giuseppe.
Già al tempo di Bernardetta nei pressi della Grotta, le contadine avevano trovato il modo per arrotondare i magri guadagni, vendendo prodotti dei loro campi e, successivamente, i primi “oggetti religiosi” alle persone attratte dalle visioni.
Successivamente furono presenti gli ambulanti che esibivano sui loro carretti di legno “intrugli” a base di erbe “efficaci per ogni malanno”: dai reumatismi all’asma, dal mal di stomaco all’esaurimento nervoso, al diabete.
Di questi venditori, che trovavano posto presso i cancelli dell’ospedale Nostra Si-gnora dei Sette Dolori o Saint Frai, luoghi strategicamente ottimali per la vendita, ne è rimasto ai giorni nostri soltanto uno.
Oggi le vie principali di Lourdes sono piene di negozi di oggetti di devozione e non: statue della Madonna di ogni materiale e grandezza, cartoline, immaginette sacre, libri, libretti e fascicoli sulla Vergine, Santa Bernardetta, le apparizioni, la storia, la preghiera e poi ceri, rosari, medagliette, fino alle biro, i coltellini, le caramelle e quant’altro si possa immaginare.
Questa espressione del senso religioso del popolo cristiano, come afferma il no-stro Vescovo nella presentazione del catalogo della mostra, “ è una ricchezza da promuovere e ben ordinare perché favorisca e aiuti la fede e non si fermi al solo de vozionismo”.
Il ricco materiale esposto in mostra giunge da questa esperienza che è fondamen talmente religiosa ma anche, o quindi, sociale, storica e culturale, giunge da quella terra pirenaica, giunge da quelle originarie bancarelle e da quel loro evolversi nel tempo in negozi o “supermarket” del souvenir.
Di particolare interesse il settore relativo alle pubblicazioni: tra gli altri (numerosi) è esposto il primo libro scritto sulla storia di Lourdes (Lasserre 1864), il famoso libro di E. Zola carico di invettve, l’opera di Werfel (Bernardette, 1940) da cui la 20th Century Fox ha tratto il noto film “Bernadette” di Henry King e, naturalmente, volumi di Mons. Laurentin, il massimo studioso su Lourdes.
La quantità e la varietà degli oggetti esposti dà luce alla comprensione del feno-meno devozionale, al suo ruolo e alla sua evoluzione nella società tra il XIX e XX secolo.
Il percorso espositivo delle cartoline (più di 300 tra cui una delle primissime –1899) consente non solo di osservare la trasformazione urbanistica ed architettonica di Lourdes e del Santuario ma l’evoluzione dei costumi locali e dello svolgersi stesso dei pellegrinaggi. Dal suo nascere sul finire dell’ottocento la cartolina è di-ventata oggetto privilegiato dell’interesse del pellegrino: interessante considerare che in centocinquant’anni la produzione, la vendita e la spedizione di esse tocca cifre a nove zeri!
L’immaginetta sacra è “sovrana” nel regno della devozione popolare: il lettore può immaginare quale possa esserne stata nel tempo la quantità prodotta. Di questa universalità è visibile in mostra un’ampia rappresentanza della sua varietà: per epo ca, soggetto, materiale, caratteristiche tecniche, origine tipografica e altro.
La mostra, che rientra nell’ambito dei festeggiamenti per il 75° anniversario dell’OFTAL, sarà inaugurata sabato 13 gennaio alle ore 17 presso il Museo della Gambarina in Alessandria e resterà aperta per tutto il mese di febbraio.
Grazie all’ampia e accogliente area espositiva il visitatore potrà apprezzare l’origi-nalità di essa per qualità e quantità del materiale presentato e potrà scoprire o riscoprire Lourdes, presente e rappresentato qui nelle sue diverse sfaccettature.


NICOLA SAVI

 

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NUOVE CERIMONIE DI BEATIFICAZIONE

 

BEATIFICAZIONE DI PADRE MARIANO DE LA MATA APARICIO


5 NOVEMBRE 2006 : P.Mariano de la Mata Aparicio, sacerdote agostiniano, oggi proclamato beato in Brasile
Il card. José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi ha presieduto il 5 novembre u.s., nella cattedrale di San Paolo, in Brasile, la Messa per la Beatificazione di padre Mariano de la Mata Aparicio, sacerdote di origine spagnola dell’Ordine di Sant’Agostino.
Nato in Spagna, a La Puebla de Valdavia, il 31 dicembre 1905, Mariano entra nel 1921 nell'Ordine agostiniano e nel 1930 diviene sacerdote.
Dopo aver esercitato il suo ministero in Spagna per due anni, viene destinato in Brasile, dove vive 52 anni, diventando un vero e proprio messaggero della carità: amico dei bambini e degli anziani, assistente di malati e bisognosi, conforto dei poveri. E’ conosciutissimo e popolare in tutta la città, che gira in lungo e largo, per lo più da solo, per prendersi cura delle persone. Nel 1983 gli viene diagnosticato un tumore e nonostante le cure muore il 5 aprile dello stesso anno.
La sua opera prosegue attraverso strutture educative e di inserimento lavorativo come le «Officine di Santa Rita» e con l'asilo «Casa do menor Padre Mariano», che è una scuola per i bambini poveri.
I suoi resti riposano nella chiesa di Sant’Agostino a San Paolo e la sua opera continua grazie a numerose attività che, seguendo i suoi insegnamenti, alleviano le sofferenze dei bisognosi.
In particolare è sorto un asilo per bambini indigenti, intitolato a padre Mariano,“protettore dei bambini e dei poveri”.
Il suo messaggio per l’uomo di oggi è il seguente: “Nell’esercizio delle virtù, praticate con semplicità evangelica e in un continuo crescendo di dedizione e di gioia, mosso soltanto dall’amore di Dio che gli ardeva nel cuore, risulta un autentico modello di vita.
Un esempio ben chiaro di come, con l’adempimento quotidiano del proprio dovere, sia possibile a tutti raggiungere i vertici dell’eroismo cristiano”.


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BEATIFICAZIONE DI EUFRASIA DEL SACRO CUORE DI GESU’ ELUVATHILGAL OLLUR (INDIA)

-3 DICEMBRE 2006 – CHIESA DI SANT’ANTONIO FORANE
CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI SR.EUFRASIA DEL S.CUORE DI GESU’


Il 3 dicembre u.s., prima domenica d’Avvento, è stata beatificata ad Ollur, nell’Arcidiocesi di Trichur (Kerala,India), Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù Eluvathingal (al secolo Rosa), indiana, religiosa professa della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo (1877-1952) dal cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabares.
Rosa nasce il 17.X.1877 nel villaggio di Kattoor (India). All'età di nove anni consacra a Dio la sua verginità. Contro la volontà di suo padre, all'età di dodici anni entra nel collegio delle religiose della Congregazione della Madre della Carmen di Koonammavu, Il 24 maggio di 1900, Suor Eufrasia (nuovo nome da religiosa) emette i voti perpetui. Nel 1904 è maestra di novizie, nel 1913 è nominata Superiora.
Per il suo profondo spirito di discorso la gente la chiama "madre orante".
Raggiunge un'unione molto profonda col Signore, specialmente nella sacra Eucaristia. Passa molte ore nella cappella del convento, dimentica di sé stessa e di tutto quello che la circonda. In una lettera al suo direttore spirituale esprime la sete che sente di adorare, amare e consolare Cristo nell'Eucaristia: "Dato che qui la maggiore ricchezza, la sacra messa, non si celebra spesso, sperimento un gran dolore interno e sento un gran desiderio di supplire a quell'assenza. Ho una gran fame ed una gran sete di fare qualcosa al riguardo" (3 Luglio di 1902).
Diviene un’apostola della Santa Eucaristia.
Ha anche una devozione speciale a Cristo crocifisso. Lo bacia frequentemente e parla interiormente con lui, stringendolo contro il suo petto. La sofferenza, la passione ed il dolore di Cristo provocano un gran dolore nel suo cuore.
Professa poi una filiale devozione alla Madonna, che sente come sua vera madre. Molto devota del santo rosario, recita i quindici misteri, meditando la vita di nostro Signore e della Madonna.
Conduce una vita semplice e austera, facendo atti di penitenza e mortificazione. Mangia una volta al giorno, evitando carne, pesce, uova e latte.
Coniuga nella sua vita l'azione e la contemplazione. Il suo amore a Dio si traduce nell'amore alle persone che a lei si rivolgono per difficoltà economiche o problemi familiari, o per un consiglio per curare una malattia, ottenere un impiego, superare un esame. Sono certe che ella intercederà presso la Madre di Dio e che le sue preghiere verranno ascoltate. E’ un modello esemplare di carità.
La madre Eufrasia che aveva offerto la sua vita come sacrificio di amore a Dio, muore il 29 agosto 1952.


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CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI


15 novembre 2006: promulgazione di decreto

Mamma Margherita”, la madre di san Giovani Bosco, è stata dichiarata venerabile.
Quindi quando sarà riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione, potrà essere proclamata beata.
Il decreto della Congregazione delle cause dei santi che riconosce le virtù eroiche di Margherita Occhiena è del 23 ottobre ed è stato letto in forma solenne durante un intenso momento di preghiera che si è tenuto il 15 novembre, nella Cappella della Comunità salesiana in Vaticano.
Alla cerimonia, presieduta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, hanno partecipato il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, don Raffaele Farina (che proprio nello stesso giorno è stato elevato alla dignità episcopale), il direttore dell’Osservatore Romano, Mario Agnes.
Alla cerimonia ha partecipato anche il segretario di Stato, il cardinale - e salesiano - Tarcisio Bertone che ha concluso la cerimonia intonando il canto salesiano per eccellenza, Giù dai colli, e sottolineando come nel decreto super virtutibus viene scritto che «la grazia di Dio e l'esercizio delle virtù hanno fatto di Margherita Occhiena una madre eroica, un'educatrice saggia e una buona consigliera del nascente carisma salesiano».
Il cardinale Saraiva Martins da parte sua ha sottolineato come «Mamma Margherita» con la sua vita ha testimoniato che «la santità è davvero alla portata di tutti».
La proclamazione delle virtù eroiche di Margherita Occhiena cade proprio nel 150° anniversario della sua morte, avvenuta nel 1856. La causa di beatificazione era stata aperta a Torino nel 1995.
Margherita Occhiena (1788-1856), nata il 1.4.1788 a Capriglio (AT). Ha accompagnato con particolare amore Giovanni Bosco fino al sacerdozio e poi, lasciando la cara casetta del Colle, lo ha seguito nella sua missione tra i giovani poveri e abbandonati di Torino. E’ la prima e principale Cooperatrice di don Bosco; è colei che animò l’ambiente educativo dell’Oratorio di Valdocco, e quindi “è, senza saperlo, ‘confondatrice’ della Famiglia salesiana”, osserva la sua biografia.
“Illetterata, ma piena di quella sapienza che viene dall'alto, è stata l'aiuto per tanti poveri ragazzi della strada, figli di nessuno; ha messo Dio prima di tutto, consumandosi per Lui in una vita di povertà, di preghiera e di sacrificio”, continua la biografia.

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16 dicembre 2006: PROMULGAZIONE DEI NUOVI DECRETI

Il 16 dicembre 2006, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell'Udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti:

A - Prossimamente “SANTI”

Sono stati promulgati i decreti riguardanti un miracolo attribuito all’intercessione dei seguenti Beati, per i quali verrà fissata quanto prima la data della Cerimonia di Canonizzazione.

1 - Beato SIMONE DA LIPNICA, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori, nato attorno al 1439 a Lipnica (Polonia) e morto il 18 luglio 1482 a Cracovia (Polonia).
Studente presso l’università di Cracovia, viene a contatto con San Giovanni da Capestrano, che ha appena aperto nel 1453 il primo convento di francescani. Simone, assai desideroso di entrarvi, viene persuaso a concludere prima gli studi.
Diviene frate e riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1465.
La sua devozione e la fama di predicatore gli meritano svariati incarichi all’interno dell’ordine. E’ scelto quale predicatore ufficiale delle cattedrale di Wawel, Diviene presto famoso per le sue omelie, per la chiarezza nell’interpretazione delle Sacre Scritture, a tal punto che parecchie conversioni sono ritenute frutto della sua semplicità anche nel trattare difficili questioni di fede.
A Cracovia nel 1482, mentre una terribile epidemia di peste imperversa in città, Simone non manca con altri suoi confratelli di prestarsi nel soccorso dei malati, contraendo così l’infezione letale. Sul letto di morte formula una richiesta: essere sepolto sotto l’ingresso della chiesa, in modo tale da essere calpestato da tutti i visitatori.
Muore presso Cracovia il 18 luglio 1482.

2 - Beato ANTONIO DI SANT'ANNA (al secolo: ANTONIO GALVÃO DE FRANÇA), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Alcantarini o Scalzi e Fondatore del Monastero delle Suore Concezioniste, nato nel 1739 a Guaratinguetá (Brasile) e morto il 23 dicembre 1822 a San Paolo (Brasile);
Beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998 è divenuto il primo Beato del Brasile.
Dopo aver studiato in un istituto dei Gesuiti nel 1760 entra tra i Frati Minori Scalzi della Riforma di San Pietro d’Alcantara e due anni dopo è ordinato sacerdote. La sua vita è contrassegnata dalla sua fedeltà come ministro di Dio e come religioso francescano e per una particolare devozione all’Immacolata Concezione.
E’ stato fondatore e guida del “Recolhimento de Nossa Senhora da Conceição”, meglio conosciuto come “Monastero di Luce”,che ha dato il via ad altri nove monasteri. Oltre che fondatore Fra Galvao è stato progettista e costruttore del primo Monastero che nel 1988 l’UNISCO ha dichiarato “patrimonio dell’umanità”.
Durante la sua vita il Senato di San Paolo lo ha definito “Uomo di pace e di carità” per la sua opera nei confronti dei poveri e degli ammalati.

3 - Beato CARLO DI SANT'ANDREA (al secolo: GIOVANNI ANDREA HOU-BEN), Sacerdote professo della Congregazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, nato l'11.XII.1821 a Munstergeleen (Olanda) e morto il 5.1.1893 a Dublino (Irlanda).
Sin da bambino manifestò il desiderio di darsi al sacerdozio, ma si decise solo verso i ventidue anni.
Chiese di essere ammesso nei Passionisti e, accolto dal beato Domenico Barberi, prese il nome di Carlo di S. Andrea. Professò i voti il 10.XII.1846. Terminati gli studi superiori, venne ordinato sacerdote il 21.XII.1850.
Nel 1857 fu inviato nel convento di Mount Argus presso Dublino, in Irlanda, dove trascorse quasi tutta la sua vita; la fama delle sue virtù attirò un gran numero di fedeli che affluivano per avere una sua benedizione, in particolare gli ammalati, con guarigioni sorprendenti. Lo chiamavano il ‘Santo di Mount Arges’ e di lui si può dire quello che si dice di Gesù, “passò facendo del bene”.
A causa della scarsa conoscenza della lingua irlandese non fu un grande predicatore, né missionario tra il popolo, ma si dedicò specialmente alla direzione spirituale di quanti lo visitavano, attraverso il sacramento della confessione.
Morì il 5.1.1893 a Dublino,nel convento di Mount Arges. I funerali furono un’apoteosi per la partecipazione della popolazione che le guardie stentarono ad arginare.


4 - Beata MARIA EUGENIA DI GESÙ (al secolo: ANNA EUGENIA MILLERET DE BROU), Fondatrice dell'Istituto delle Suore dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, nata il 26 agosto 1817 a Metz (Francia) e morta il 10 marzo 1898 ad Auteuil (Francia). La famiglia è di origine italiana.
Dopo la morte della madre nel 1832 Anna vive un periodo di apatia dalla quale fu scossa grazie alla predicazione di padre Lacordaire, nella Quaresima del 1836.
Spronata dal religioso, Anna incontra l'abate Maria Teodoro Combalot che da tempo voleva fondare una comunità di suore per l'educazione delle figlie della borghesia liberale.
Dopo un periodo di "noviziato" e di studio della teologia, il 30 aprile 1839 da vita a Parigi, alla nuova Congregazione "Istituto dell'Assunzione di Maria". Nel 1844 prende il nome di Maria Eugenia di Gesù e assume la conduzione dell'Opera fino alla morte, il 10 marzo 1898.


B1 - Prossimamente “BEATI”


Sono stati promulgati anche i decreti riguardanti un miracolo attribuito all’intercessione dei seguenti Venerabili Servi di Dio, per i quali, pertanto, verrà fissata quanto prima la data e il luogo della Cerimonia di Beatificazione di ciascuno.

1 - Venerabile Servo di Dio CARLO LIVIERO, Vescovo di Città di Castello e Fondatore della Congregazione delle Suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore, nato il 29 maggio 1866 a Vicenza (Italia) e morto il 7 luglio 1932 a Fano (Italia).
Viene consacrato sacerdote nel 1888. Parroco a Gallio (VI) e ad Agna (PD), viene nominato vescovo di Città di Castello il 6 gennaio 1910 dal Sommo Pontefice Pio X.
Due saranno i suoi obiettivi principali: 1- insegnare ad amare Cristo; 2 - soccorrere ogni povertà.
A tale scopo predica, esorta con ogni mezzo con la parola, con l'esempio, con la stampa, con le sue opere.
Carlo Liviero è nato povero, conosce la voce dei poveri, voce sommessa che non si impone da sè: voce che deve essere ascoltata nel silenzio, nella preghiera, nella lotta faticosa per costruire il nuovo. Aperto a ogni categoria di persone, soprattutto i poveri sono e saranno i compagni di viaggio del Servo di Dio, oggi Venerabile.

2 - Venerabile Servo di Dio STANISLAO DI GESÙ MARIA (al secolo: GIOVANNI PAPCZYNSKI), Sacerdote e Fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani sotto il titolo dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nato il 18 maggio 1631 a Podegrodzie (Polonia) e morto il 17 settembre 1701 Góra Kalwaria (Polonia).
Dichiarato “venerabile” il 13 giugno 1992, è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione in data 16 dicembre 2006. Ha saputo diffondere e difendere con coraggio la verità dell'Immacolata Concezione prima ancora che fosse definita come dogma di fede.


3 - Venerabile Serva di Dio CELINA CHLUDZINSKA v. BORZECKA, Fondatrice della Congregazione delle Suore della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, nata il 29 ottobre 1833 ad Antowil (Polonia) e morta il 26 ottobre 1913 a Cracovia (Polonia).
Dichiarata “venerabile” l’11 febbraio 1982, è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione in data 16 dicembre 2006.


4 - Venerabile Serva di Dio MARIA CELINA DELLA PRESENTAZIONE (al secolo: GIOVANNA GERMANA CASTANG), Monaca professa del Second'Ordine di San Francesco, nata il 24 maggio 1878 a Nojals (Francia) e morta il 30 maggio 1897 a Bordeaux (Francia).
Dichiarata “venerabile” il 22 gennaio 1957, è stato riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione in data 16 dicembre 2006.


B2 - Prossimamente “BEATI”


Sono stati promulgati inoltre i decreti riguardanti il riconoscimento del martirio dei seguenti Servi di Dio, per i quali, pertanto, verrà fissata quanto prima la data e il luogo della Cerimonia di Beatificazione.

1-il martirio dei Servi di Dio:


A - EMANUELE GÓMEZ GONZÁLEZ, Sacerdote Diocesano, nato il 29 maggio 1877 a San José de Ribarteme (Spagna).
Fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1902. Nel 1904, dopo aver esercitato il ministero sacerdotale nella sua terra natale, passò all’Arcidiocesi di Braga, in Portogallo, dove fu parroco delle parrocchie di Nossa Senhora do Extremo (1905-1911) e di Santo André e São Miguel de Taias e Barrocas (1911-1913).
Nel 1913, a causa della persecuzione religiosa nei confronti della Chiesa cattolica portoghese, ottenne la licenza per potersi recare in Brasile. Arrivando nel Paese, fu indirizzato al Vescovo di Santa Maria, nel Rio Grande do Sul, che lo nominò parroco di Soledade il 23 gennaio 1914. Il 29 dicembre 1915 venne nominato parroco della parrocchia di Nonoai, a nord dello Stato. A Nonoai svolse la sua missione evangelizzando il suo popolo con dedizione fino al 1924.

B-ADILIO DARONCH, Laico, nato il 25 ottobre 1908 a Dona Francisca (Brasile).
Nel 1911 la famiglia si trasferì a Passo Fundo e nel 1913 a Nonoai. Adilio faceva parte del gruppo di adolescenti che accompagnava p. Manuel in visita alle comunità dell’interno, tra cui quella degli indios Kaingang.
Oltre a fare il chierichetto, Adílio e altri compagni erano alunni della scuola fondata dal sacerdote. P. Manuel e Adílio vennero uccisi per odio alla fede il 24 maggio 1924.
Nella Pasqua di quell’anno si incamminarono verso l’Alto Uruguay per la Pasqua dei militari. Si sarebbero poi recati alla colonia Três Passos per assistere i coloni di origine tedesca.
Quando arrivarono alla località “Feijão Miúdo”, alcuni malviventi li attaccarono e li uccisero a colpi di arma da fuoco.
Furono i primi sepolti a Três Passos. Quarant’anni dopo, nel 1964, i loro resti mortali vennero dissotterrati e le ossa furono portare a Nonoai.
Nel 1997 la diocesi aveva avviato il processo di beatificazione.

2 - il martirio della Serva di Dio ALBERTINA BERKENBROCK, Laica, nata l'11 aprile 1919 a São Luis (Brasile) ed ivi uccisa in odio alla fede il 15 giugno 1931. Battezzata il 25.5.1919, cresimata il 9 marzo 1925, fece la prima Comunione il 16 agosto1928.
Albertina crebbe nel caldo ambiente familiare, ricco di serenità e fiducia in Dio, aiutando i propri genitori. A 12 anni venne assalita da un impiegato dell’ufficio del padre il 15 giugno 1931.
Difese la dignità del suo corpo e la sua verginità e si mantenne pura, fino al limite della sua forza fisica. Non riusciva nel proprio intento, l’impiegato la sgozzò con un temperino. In una preghiera a lei dedicata, i fedeli chiedono a Dio di concedere “che, per la sua testimonianza di vita, diventiamo forti nella fede, coltiviamo i valori del Vangelo e viviamo fedelmente gli impegni del nostro Battesimo”. “Glorifica tua figlia Albertina, che ad appena dodici anni versò il suo sangue per non perdere la sua purezza”, pregano.

3 - il martirio del Servo di Dio EUFRASIO DI GESÙ BAMBINO (al secolo: EUFRASIO BARREDO FERNÁNDEZ), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, nato l'8 febbraio 1897 a Cancienes (Spagna) e ucciso in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1934. Infatti nell’ottobre del 1934 nelle Asturie, il padre Eufrasio, con i confratelli, si vide costretto ad abbandonare il Convento per il pericolo di vita.
Nel fuggire subì la lussazione di un'anca, che lo obbligò a rifugiarsi in casa di amici. Il 12 ottobre, per non essere di peso alla famiglia che lo aveva accolto, chiese di essere trasferito all'Ospedale Provinciale, dove, riconosciuto come religioso e come priore dei Carmelitani, fu condannato subito a morte. Verso mezzogiorno del medesimo giorno, fu fucilato nel mercato vecchio del rione di San Lázar di Oviedo, come si afferma, in odio alla fede.
Le sue ultime parole furono "Vi perdono, figli miei. Viva Cristo Re!"

4 - il martirio dei Servi di Dio LORENZO, VIRGILIO e 44 COMPAGNI, dell'Istituto dei Fratelli Maristi delle Scuole, uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936.

A - MARIANO ALONSO FUENTE (in religione LORENZO), nato il 21 Novembre 1881 in Castrecías, Burgos (Spagna), e ucciso in odium fidei l’8 Ottobre 1936 in Montcada, Barcellona (Spagna).


B - TRIFÓN LACUNZA UNZU (in religione, VIRGILIO), nato il 3 luglio 1891 in Ciriza, Pamplona (Spagna), e ucciso in odium fidei l’8 Ottobre 1936 in Les Corts, Barcellona (Spagna)

C-e inoltre 44 COMPAGNI
Anche i Fratelli Maristi ebbero i loro martiri; la Congregazione fu fondata il 2 gennaio 1817 a La Valle in Francia da san Marcellino Champagnat (1789-1840), con lo scopo prima di affiancare e poi autonomamente, nell’apostolato specie a favore dei fanciulli delle campagne, i Padri Maristi della Società di Maria, fondati dal servo di Dio Giovanni Colin (1790-1875) e di cui padre Marcellino era uno dei primi membri.

5 - il martirio dei Servi di Dio ENRICO IZQUIERDO PALACIOS nato il 17 febbraio 1890 in Oviedo, Asturias (Spagna), and ucciso in odium fidei il 23 dicembre 1936 in Santander, Cantabria (Spagna).
e 13 COMPAGNI, dell'Ordine dei Frati Predicatori, uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936;

6 - il martirio dei Servi di Dio OVIDIO BERTRANDO (al secolo: ESTEBAN ANUNCIBAY LETONA), nato il 26 dicembre 1892 in Mijancas, Vitoria (Spagna), e ucciso in odium fidei il 18 Novembre 1936 in Lorca, Cartagena (Spain).
con ERMENEGILDO LORENZO, LUCIANO PAOLO, STANISLAO VITTORE e LORENZO GIACOMO, Membri dell'Istituto dei Frati delle Scuole Cristiane, nonché GIUSEPPE MARIA CÁNOVAS MARTÍNEZ, Coadiutore Parrocchiale, uccisi in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa in Spagna nel 1936;

7- il martirio delle Serve di Dio

A - MARIA DEL MONTE CARMELO FRADERA FERRAGUTCASAS, nata il 25 Ottobre 1895 in Riudarenas, Girona (Spagna). Religiosa professa della Congregazione delle Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria.

B - ROSA FRADERA ERRAGUTCASAS, nata il 20 Novembre 1900 in Riudarenas, Girona (Spagna).
Religiosa professa della Congregazione delle Figlie del Sanissimo e Immacolato Cuore di Maria.

C - MADDALENA FRADERA FERRAGUTCASAS, nata il 12 Decembre 1902 in Riudarenas, Girona (Spagna). Religiose professe della Congregazione delle Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria.
Sono state tutte e tre uccise in odio alla Fede durante la persecuzione religiosa il 27 Settembre 1936 in Lloret de Mar, Girona (Spagna).

8- il martirio della Serva di Dio LINDALVA JUSTO DE OLIVEIRA, della Società delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paul, nata il 20 ottobre 1953 nel Sitio Malhada da Areia (Brasile) e uccisa in odio alla Fede il 9 aprile 1993 a Salvador do Bahia (Brasile). Quando si trasferì nella città di Natal, studiava e lavorava per mantenersi e aiutare la famiglia. Dopo aver concluso il secondo ciclo, si prese cura del padre, anziano e malato, con affetto e pazienza. Quando questi morì, Lindalva, di 33 anni, entrò nella Società delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Pauli. Voleva servire Cristo nei poveri. Terminato il periodo di noviziato, venne inviata all’internato Dom Pedro II, a Salvador, Bahia, ricevendo il compito di coordinare un’infermeria con 40 anziani del padiglione maschile.
La mattina del 9 aprile 1993, Venerdì Santo, partecipò alla Via Crucis con i fedeli della parrocchia di Boa Viagem, in compagnia delle sorelle della Comunità dell’internato. Di ritorno, mentre si avviava a servire la colazione agli anziani, venne brutalmente assassinata con 44 coltellate da Augusto Peixoto, di 46 anni, uno dei pazienti.
Mons.Lucas Moreira Neves ha scritto: “Era convinta di aver indovinato la sua vocazione; era nata per dedicarsi a Dio nella persona dei poveri e degli anziani, e non desiderava altro se non vivere questa dedizione in modo totale e con un grande amore”.


C-Nuovi “VENERABILI”


Infine, sono stati promulgati i decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio che, pertanto, acquisiscono il titolo di “Venerabile”.

1 - le virtù eroiche del Servo di Dio MAMERTO ESQUIÚ, dell'Ordine dei Frati Minori, Vescovo di Cordoba in Argentina, nato l'11 maggio 1826 a San José de Pedra Blanca (Argentina) e morto il 10 gennaio 1883 a Posta del Suncho (Ar-gentina). (Foto a destra).

2 - le virtù eroiche del Servo di Dio SALVATORE MICALIZZI, Sacerdote professo della Congregazione della Missione, nato il 5 novembre 1856 a Napoli (Italia) ed ivi morto il 14 ottobre 1937. Nato a Napoli il 5 novembre 1856, ordinato sacerdote il 23 settembre 1882, per due anni fu impegnato nel ministero sacerdotale nell’archidiocesi di Napoli. Poi nel 1884 entrò nella Congregazione della Missione, pronunciandovi i voti religiosi il 25 maggio 1886.
Vero uomo di Dio, visse di preghiera, morì pregando e fu trovato in ginocchio ai piedi del letto. Di ubbidienza cieca, di castità angelica, si distinse soprattutto per lo spirito di povertà e di perfetto distacco, dalle cose terrene.
Il suo zelo non conobbe limiti, specialmente quando si trattò di prodigarsi per la salvezza dei poveri e la santificazione del Clero.
La sua parola semplice e piena di unzione, penetrava nei cuori e li trasformava. Ornato delle più elette virtù, favorito anche da carismi soprannaturali, seppe nascondere tutto sotto il velo di una profonda umiltà.
Quanti lo conobbero, lo stimarono e proclamarono santo.
Morì santamente a 84 anni nella Casa dei Vergini, in Napoli, il 14 ottobre 1937.

3 - le virtù eroiche del Servo di Dio GIUSEPPE OLALLO VALDÉS, Religioso professo dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio dal 1836, era nato il 12 febbraio 1820 a L'Avana (Cuba) e morto il 7 marzo 1889 a Camagüey (Cuba).
Fin dal 15 marzo 1820 fu affidato all’orfanotrofio di san Josè. Ricevette una formazione religiosa. Così ha iniziato colui che sarebbe stato poi conosciuto come Padre Olallo, esempio di pietà, carità e patriottismo.
Morì a Camaguey e grande è stato il cordoglio di tutte le classi sociali. Sulla sua tomba, costruita con il contributo pubblico, si può leggere: “Questo monumento giungerebbe al cielo se lo firmassero i cuori dei poveri grati che Padre Olallo assistette per 53 anni nell’ospedale di San Giovanni di Dio di Porto Principe.
Rinunciare a se stessi per dedicarsi completamente a chi geme nel letto del dolore e della miseria è perseguire l’immortalità senza presentirlo né volerlo”.
Oggi Padre Olallo è oggetto di una profonda devozione popolare. Gli vengono attribuiti molti favori e miracoli. La sua fama di santità ha fatto sì che nel 1990 fosse avviata la sua causa di beatificazione.


4 - le virtù eroiche del Servo di Dio STEFANO KASZAP ISTVÁN, seminarista della Compagnia di Gesù, nato il 25 marzo 1916 a Székesfehérvár (Ungheria) ed ivi morto il 17 dicembre 1935 in concetto di santità.


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PROCESSI DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

 

BELLUNO, 10 novembre 2006: chiusa la fase diocesana del processo di Beatificazione di GIOVANNI PAOLO I


Il 10 novembre 2006, in coincidenza con i primi vespri di san Martino, patrono della città, il vescovo di Belluno-Feltre Giuseppe Andrich ha presieduto il rito di chiusura della fase diocesana del processo di Beatificazione di Papa Luciani. Mons.Andrich aveva accanto a sé il vicepostulatore mons.Giorgio Lise, gran parte dei 190 testimoni ascoltati tra Belluno, Vittorio Veneto, Venezia.
Un processo voluto nel 2003 dall'allora vescovo di Belluno-Feltre, Vincenzo Savio, convinto che «l'avventura di santità di Albino ci aiuterà a riscoprire le radici di una santità presente anche nei nostri padri; ancor più: sento che Papa Luciani ci prenderà per mano e inviterà ciascuno di noi ad inoltrarci con coraggio in quell'itinerario di santità a cui siamo tutti chiamati in Cristo Gesù».
Nato a Forno di Canale, (oggi Canale d'Agordo), ai piedi del le Dolomiti bellunesi, il 17 ottobre 1912, ordinato sacerdote il 7 luglio 1935, Luciani viene nominato vescovo di Vittorio Veneto da Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958 e 11 anni dopo, il 15.XII.1969, Paolo VI lo nomina Patriarca di Venezia.
ll 26.VIII.1978 viene eletto al Soglio Pontificio assumendo il nome di Giovanni Paolo I.
Muore 33 giorni dopo. Passa alla storia come «il Papa del sorriso».
I primi a sollecitare l'apertura della causa di beatificazione sono stati i vescovi brasiliani.
«Quando nel febbraio 2001 fece l'ingresso in diocesi mons.Savio, nessuno pensava a questa possibilità - ammette mons.Andrich, che tra l'altro è compaesano di Luciani -. Lui stesso diceva a me, suo Vicario generale, di temere il pericolo di mitizzare una persona sull'onda della popolarità. Dopo un anno, colpito intimamente dal sentire della gente e cogliendo le molte richieste anche da fuori diocesi, mons. Savio promosse le necessarie consultazioni per avviare la causa».

 

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BARCELLONA (Spagna), 3 dicembre 2006: introduzione della causa di beatificazione di MAGDALENA i TAURINA (1897-1956)


(ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Barcellona, monsignor Lluís Martínez Sistach, ha presieduto l’atto nel quale è stato introdotto il processo di beatificazione della fondatrice dell’Istituto delle Operaie Parrocchiali (http://www.magdalena-aulina.net/), Magdalena Aulina i Taurina (1897-1956).
L’apertura del processo diocesano, che ha avuto luogo venerdì scorso, 3.XII.2006, ha contato sulla presenza della Vice-direttrice generale dell’Istituto religioso, Manuela Esparza, in rappresentanza di Maria Concepció Parra, la Direttrice Generale, che per motivi di salute non ha potuto essere presente.
Com’è necessario in questi casi, hanno assistito il giudice delegato dell’Arcivescovo, il promotore di giustizia e la notaia-segretaria. Erano presenti anche membri dell’Istituto religioso di varie parti del mondo.
L’Arcivescovo di Barcellona ha detto che “Magdalena ricevette dal Signore un carisma che seppe accogliere e coltivare, ben consapevole che i carismi sono per il bene del popolo di Dio”.
Mons.Martínez Sistach ha ricordato che la pratica relativa a Magdalena, nata a Bañolas e morta a Barcellona verrà ora inoltrata all’Arcidiocesi e in seguito passerà alla Congregazione per le Cause dei Santi, e ha chiesto che “questo lavoro che inizia ora metta in rilievo le virtù cristiane di Magdalena Aulina”.
Magdalena iniziò un’opera parrocchiale e di assistenza ai giovani nella sua località d’origine, dove fondò un’istituzione chiamata “Casa Nostra”.
Una delle caratteristiche delle Operaie sono proprio i centri-famiglia “Casa Nostra”, in cui vivono non solo membri dell’Istituto, ma anche i loro familiari, dando così un senso di accoglienza desiderato dalla fondatrice.
Nel 1941 Magdalena inviò alcune collaboratrici in Navarra, dove continuarono le attività apostoliche, creando la Pia Unione di Operaie Parrocchiali (1945).
Roma accolse una comunità nel 1951, e nel 1962 la Santa Sede approvò l’Istituto secolare, unendo – come voleva la fondatrice – il carattere secolare con la piena consacrazione a Gesù Cristo. L’Istituto Secolare delle Operaie Parrocchiali è presente in Europa, America e Africa.
Il motto di Magdalena era “Fare Chiesa” per promuovere la vita cristiana nelle famiglie perché, come lasciò scritto, solo da una rinnovata cristianizzazione della famiglia può venire il miglioramento della società.

 

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BOLOGNA, 25 febbraio 2006: introduzione della causa di beatificazione di TOMAS TYN, OP (1950-1990)


Il 25 febbraio 2006, nella Basilica Patriarcale di San Domenico in Bologna è stato avviato solennemente il processo di beatificazione, alla presenza di Mons. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna
Thomàs nacque a Brno il 3 maggio 1950. Dopo gli studi superiori si trasferì a Warburg in Westfalia, dove entrò nell’Ordine domenicano. Concluse i suoi studi a Roma conseguendo il dottorato in teologia e fu ordinato sacerdote da Paolo VI il 29 giugno 1975. Fu quindi assegnato nel convento domenicano di Bologna.
Fu figlio fedele di San Domenico e discepolo di S. Tommaso d’Aquino, eccellente studioso,filosofo e teologo, religioso e sacerdote ardente,in particolare nella predicazione, contribuì alla conversione di molte persone.
Non molto tempo dopo aver offerto la sua vita a Dio come sacrificio di riconciliazione per la libertà della Cecoslovacchia di allora, morì in concetto di santità, dopo una breve e dolorosa malattia, il 1° gennaio 1990 a Nackarge mund, in Germania, dove è anche sepolto. (Fonte: http://www.amicidomenicani.it)


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BRESCIA, settembre 2006: introdotta la causa di beatificazione di Madre TERESA GABRIELI (1837-1908)


Il vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei, ha dato il via lo scorso settembre al processo per la causa di beatificazione di Madre Teresa Gabrieli (1837-1908), confondatrice delle Suore delle Poverelle, insieme al Beato don Luigi Palazzolo. La cerimonia si è svolta nella chiesa della Casa Madre dell’Istituto Palazzolo, a Bergamo.
«In mezzo alle difficoltà della vita e della storia – ha detto mons. Amadei - tu, madre Teresa Gabrieli, hai saputo ascoltare la voce di Dio che ti indicava strade nuove. Con fedeltà creativa hai raccolto e continuato l’eredità carismatica del Beato Luigi Palazzolo e hai testimoniato l’Amore Crocifisso aprendo il tuo cuore di sorella e madre a chiunque avesse bisogno di te, soprattutto ai piccoli e ai poveri».
Nata il 13 settembre nel 1837 da povera famiglia di contadini, Madre Teresa Gabrieli, fu mandata a scuola dal papà e così conseguì il diploma di maestra di grado superiore. L'incontro, determinante, con Luigi Palazzolo (1827-1886) avvenne intorno al 1860, attraverso un «dono del Signore» che il sacerdote le fece: un'orfanella storpia e piagata, che la giovane Teresa accolse nella sua casa e curò amorevolmente. Così il 22 maggio 1869 prendeva vita la nuova Istituzione e nella stessa notte la donna consacrò la sua vita al Signore.
Tante le attività delle Poverelle nei primi anni di vita, tra cui l'accoglienza delle orfanelle e l'oratorio femminile: due progetti che la Madre cofondatrice portò avanti in mezzo a numerosissime difficoltà. La vita di Teresa Gabrieli, innamorata di Cristo, si spense a Bergamo nel 1908.
Per conoscere meglio la figura di Madre Teresa Gabrieli e l'attività delle sue suore, oltre che quella del fondatore Luigi Palazzolo, c'è la possibilità di visitare il museo rinnovato di recente e che ha sede a Bergamo.


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PALERMO, novembre 2006: chiusa la fase diocesana della causa di Beatificazione di Don NUNZIO RUSSO (1846-1906)


Credeva nel ruolo missionario che la parrocchia avrebbe assunto nei decenni successivi, nell'importanza della donna nell'opera di apostolato, nell'impegno che il cattolicesimo doveva assumere sul piano sociale.
Don Nunzio Russo visse a Palermo nella seconda metà dell'Ottocento, in uno dei momenti più difficili della Chiesa siciliana, ma seppe vivere il suo ministero in maniera profetica, puntando tutto sull'evangelizzazione dei poveri, sulla presenza della Chiesa nella stampa, nella scuola, nel mondo del lavoro.
Da oggi un altro palermitano comincia la sua scalata verso gli altari.
Dopo trent'anni è giunta al termine la fase diocesana del processo di beatificazione di don Nunzio Russo, nato nel 1841 e morto esattamente cento anni fa, fondatore delle Figlie della croce, che ne continuano l'impegno educativo ed evangelizzatore in Italia e in America Latina. Determinante è stato il lavoro svolto negli ultimi sei anni da don Mario Torci via, postulatore della causa, che ha dovuto passare ai raggi X gli archivi di don Russo, unica testimonianza del suo operato. «Ne è venuto fuori un uomo di Dio che seppe intuire in maniera profetica i bisogni della Chiesa - spiega don Torcivia -. Si dedicò alle missioni popolari nell'agro palermitano abbandonato, alla promozione della parrocchia e del ruolo delle donne nella vita parrocchiale».
Ieri pomeriggio, nella Cattedrale di Palermo, il cardinale Salvatore De Giorgi ha presieduto una seduta straordinaria del tribunale ecclesiastico, durante la quale sono stati posti i sigilli alle scatole con tutti i documenti da inviare in Vaticano. Un momento atteso da anni dalle 110 suore divise in 17 comunità (di cui 11 in Italia, 6 in Messico e una in Brasile), che hanno scelto di «seguire un uomo dalle mille sfaccettature, che ha ancora tanto da dire alla Chiesa e al clero» spiega suor Maria Inzinna, madre generale delle Figlie della Croce.
Un carisma particolare al quale è stata dedicata una giornata di studio, alla Facoltà teologica di - , per ricostruire quella «figura di prete poliedrica - afferma don Francesco Stabile, che ha pubblicato una biografia e le lettere di don Russo - che deve essere riscoperta dal nostro clero».
Alessandra Turrisi (Fonte: Avvenire: 13 nov.2006)


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VARIE NOTIZIE DAL MONDO

 

26 agosto 2006: DECEDUTO IL TEOLOGO DOMENICANO PADRE MARIE-DOMINIQUE PHILIPPE (1912-2006)


Lo scorso 26 agosto è morto il noto teologo domenicano Marie -Dominique Philippe, che aveva da poco festeggiato i 70 anni di sacerdozio e stava per compiere 94 anni. Il Segretario di Stato vaticano, cardinal Angelo Sodano, ha inviato un telegramma nel quale, a nome del Papa Benedetto XVI, ha espresso cordoglio per la scomparsa di un maestro della dottrina e della spiritualità che, "nel corso di molti anni, ha guidato e formato numerose persone alla scuola di Cristo,radicandole in un amore profondo per la Chiesa e nella fedeltà al Successore di Pietro".
Il padre Philippe nacque in Francia nel 1912; entrato nel 1930 nell'Ordine domenicano, negli anni Trenta e Quaranta fu docente di teologia e filosofia all'istituto del Saulchoir, costituendo con altri docenti una opposizione a quei teologi del proprio Ordine - specie Chenu e Congar - che in quell'epoca rilanciavano il modernismo elaborando una "nouvelle théologie" che combatteva la Scolastica, relativizzava il dogma e secolarizzava l'impegno cristiano.
Dal 1945 al 1962, Philippe fu docente nell'università svizzera di Friburgo, restando fedele all'insegnamento di san Tommaso e a quello di Aristotele, considerati come maestri di saggezza, questo solo filosofica, quello anche teologica.
Influenzato dall'esperienza di Marthe Robin, il padre Philippe concentrò i suoi interessi nella teologia ascetica e mistica, diventando un direttore spirituale molto stimato e ricercato, tenendo corsi formativi anche per le associazioni professionali e per quelle in difesa della famiglia.
Nel 1975, sempre a Friburgo, fondò la Comunità dei Fratelli di San Giovanni, alla quale si dedicò completamente anche quando, nel 1982, tornò in Francia. Col tempo la Comunità si dotò di un ramo religioso e di uno laico, di un ramo contemplativo e di uno apostolico; attualmente la Comunità ha 930 membri consacrati e oltre 3.000 oblati laici, diffusi in 91 priorati, presenti in 21 Paesi, la metà dei quali in Francia. (Fonte: Corrispondenza Romana del 16/09/06)


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CATANIA, 6 settembre 2006: festa della NATIVITA’ di MARIA


Il Prof. ANTONINO BLANDINI di Catania ci ha proseguito l’unito Suo articolo pubblicato da L’Osservatore Romano l’8 settembre u.s.
Nel “fondo sociale” di Gennaio inseriamo il santino di S.Maria Ognina, qui trasmesso dal Prof.Blandini per gli associati.
Viene celebrata con la consueta solennità a Catania l’annuale ricorrenza liturgica della Natività di Maria, presso il santuario parrocchiale diocesano di Nostra Signora di Ognina. La celebrazione è presieduta dall’Arcivescovo metropolita Salvatore Gristina e vi partecipa l’intera comunità cittadina.
Il santuario presso il quale avviene la celebrazione ha un significato storico: è stato ricostruito sui ruderi di un vetusto tempio abbaziale basiliano, “extra moenia, in litore maris”, distrutto dal terremoto del 1693 e che in epoca medievale, sorgeva sul sito del famoso tempio di Athena Longatis, sulla spiaggia del Porto Ulyssis e sulle rive del fiume Lontane, cantato da Omero, Plinio, Virgilio, mentre Diodoro Siculo e Stefano di Bisanzio fanno riferimento ad un fortilizio, chiamato “Italion”, nei pressi del “Longon”, attaccato da Amilcare Barca durante la I guerra punica.
L’animatore della più grande festa estiva mariana della scogliera Etnea, della riviera dei Ciclopi e dell’intera costa jonica della - Orientale è Mons. ANTONINO FALLICO fondatore della Famiglia Ecclesiale di Vita Consacrata “Missione Chiesa Mondo” e delle C.E.B., vicario episcopale per la Pastorale e arciprete del Borgo marino di Ognina, nella periferia Nord-Est, dove s’estendeva il celebre porto naturale dell’antica Catania, in gran parte coperto dalla lava nell’eruzione del 1381 e di cui parla, ne “I Malavoglia”, Giovanni Verga.
Catania bizantina, fin dal VI secolo, aveva conosciuto la festa orientale del “Genetliaco della Madre di Dio”, il felice anniversario della Nascita di Maria.
La venerata patrona dei pescatori del Golfo di Ognina, pertanto, da molti seco li, è onorata con devozione filiale e fraterna – la Madonna è considerata cavallerescamente membro dell’equipaggio di ogni peschereccio e a Lei va una quota del pescato - nella chiesa di Santa Maria, che, nel 1308, si trovava inserita nelle “Rationes decimarum Italiane” della Sede Apostolica e, nel 1390, era un beneficio della mensa vescovile.
Qui la mattina dell’8 settembre avviene la commovente cerimonia della “Svelata” del simulacro ottocentesco della Vergine Maria, chiamata dal popolo affettuosamente la “Bambina” alla presenza di un gran numero di fedeli giunti da tutti i quartieri del capoluogo, mentre le campane, le salve a cannone, la banda musicale, le sirene delle imbarcazioni e delle navi, le acclamazioni della folla annunciano il “ritorno” della Madonna nella sua casa.
Dopo il pensiero introduttivo del parroco e le invocazioni oranti per la riapparizione sulla nicchia dell’altare della statua della Madonna, Patrona della gente del mare di Catania, il vicario generale dell’Arcidiocesi, Mons. Agatino Caruso, presiede la Santa Messa e tiene l’omelìa. Per tutta la giornata, il santuario è meta di pellegrini che s’accostano ai sacramenti della Riconcliazione e dell’Eucarestìa.
Le celebrazioni sono precedute, la sera, da un triduo predicato dal novello sacerdote Salvatore Cucè sul tema “Maria speranza della Chiesa e del mondo” e da una veglia celebrata al molo Piccolo e dedicata a “Maria stella polare della comunità cristiana”. Nei giorni di preparazione alla festa liturgica “In Nativitate” e fino a domenica 10, animeranno il pittoresco Borgo costiero diverse manifestazioni culturali, folkloristiche, sportive e ricreative, come le tavole rotonde su “Sport e Salute” e sulle “Feste, storia e cultura in Santa Maria in Ognina”, la Sagra del Tonno Rosso, l’XI Regata storica dei Borghi Marinari dell’Jonio, la VII Giornata dedicata ai portatori di handicap “Portatevi un amico a mare”, a cura del Comando generale delle Capitanerie di Porto, rappresentazioni teatrali, spettacoli musicali, tornei di pallavolo, mostre di pitture lungo la via Marittima, filmati sulla vita e il lavoro dei pescatori del Golfo di Catania a cura del Museo del Mare, che sorge nei pressi della Grotte di Ulisse, gare di barche, trofei velici, l’asta dei doni con la barca addobbata a festa, la IX Traversata a mare dell’Associazione di Vontariato “Giampi” per persone disabili, la donazione di sangue a cura del Centro Raccolta dei fratres di Santa Maria in Ognina.
Sabato 9, alle 16.30, l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina presiederà, sul sagrato del santuario di fronte alla spiaggia del Porto di Ulisse, la concelebrazione della s. Messa festiva, con la partecipazione del clero del Vicariato e della Fraternità Sacerdotale della Missione Chiesa-Mondo e la presenza delle massime Autorità civili e militari della Città e della Provincia, perché fin dal 1755 la Vergine Santissima, sotto il titolo di Ognina “intra moenia” od Ogninella, è compatrona di Catania. Il suggestivo rito segna il resoconto del bilancio dell’attività ecclesiale e l’inizio del nuovo anno pastorale.
Successivamente il simulacro di Nostra Signora sarà collocato su un peschereccio che solcherà il mare del Golfo e della Scogliera fino al porticciolo di San Giovanni Li Cuti. L’<ammiraglia>, con a bordo anche il metropolita e il vicario episcopale, sarà seguita da un variopinto corteo di barche e scortata dai mezzi di navigazione delle Forze dell’Ordine delle acque territoriali.
Al largo, sarà offerta una corona d’alloro in memoria dei Caduti in mare.
Migliaia di lumini galleggianti si specchieranno sulle onde rischiarate dalle fiaccole, dalle luminarie e dai fuochi artificiali che saranno accesi lungo la costa dai proprietari, dai bagnati, dai turisti e dai villeggianti dei lidi balneari, dei solaria, dei ristoranti, degli alberghi della nera e rocciosa riviera lavica del lungomare, l’elegante arteria panoramica della costiera cittadina. Tanti fedeli con i più svariati natanti sogliono avvicinarsi alla Santa Maria per porgere fiori, offerte, doni, ex voto e chiedere grazie ricambiati dai canti, dalle benedizioni, dalle preghiere dell’equipaggio che pilota con fierezza uno straordinario fercolo mariano solcante, al canto di inni sacri, l’azzurro mare della riviera jonica.
Un fantastico spettacolo piromusicale concluderà la traversata a mare della città di cui la Madre di dio è la castellana.
Domenica 10, i festeggiamenti saranno conclusi in santuario da affollate celebrazioni dell’Eucarestia, con la consacrazione delle famiglie e l’omaggio floreale dei bambini e, nelle strade del Borgo, dalla processione del simulacro della Vergine col Bambino sul fercolo ricoperto di rose e seguito da migliaia di fedeli, che partecipano con fervida devozione alle varie soste del sacro corteo nei luoghi più significativi della storica contrada: i siti delle chiesette della Patrona, s.Agata alle Sciare o della Traslazione, del Compatrono, s. Euplio in Ognina, della Madonna della Lettera al Rotolo, dell’edicola votiva della Bella Madre di Valverde e i punti di “confine” con le altre parrocchie sorelle, San Giuseppe, Santa Lucia, Santa Maria della Guardia, Stella Maris, Santa Maria delle grazie a Carruba. al limite della diocesi suffraganea di Acireale.
La conclusione della processione avviene sul luogo più suggestivo del Golfo, nei pressi della garitta spagnola, della torre sveva, e del Molo grande del Porto, da dove vengono accesi, a mezzanotte, spettacolari giochi pirotecnici che salutano il rientro del simulacro della Vergine nel santuario a Lei dedicato.

Antonino Blandini

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Una Messa a 40 anni dalla morte del Servo di Dio ARNALDO CANEPA (1892-1966)


Lo scorso 2 novembre, a 40 anni dalla scomparsa, presso la chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio, a Roma, è stato ricordato il servo di Dio Arnaldo Canepa, fondatore del Centro oratori romani (Cor). A presiedere l'Eucaristia è stato monsignor Luigi Moretti, vicegerente della diocesi di Roma.
Nato a Roma il 24 settembre 1892, Canepa si dedicò sempre ai ragazzi e ai fanciulli. Per loro ha rinunziato alle sue attività professionali si è privato gradualmente di tutto il suo avere scegliendo di vivere in francescana povertà. alla sua morte, nel 1966, erano 64 gli oratori aperti grazie al suo impegno. La causa di beatificazione si è aperta il 26 maggio 1993.



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MOZAMBICO, 6 Novembre 2006: uccisi Waldyr dos Santos, gesuita, e Idalina Neto Gomes, volontaria portoghese.


Il Provinciale della Compagnia di Gesù del Portogallo ha comunicato che il 6 novembre (h.1.30 a.m.) un gruppo di uomini armati ha assalito la Residenza di Angone, nella Provincia di Tete, in Mozambico, uccidendo il Padre Waldyr dos Santos, di anni 69, brasiliano, e Idalina Neto Gomes, di anno 30, missionaria portoghese dell’Associazione Portoghese “Laici per lo Sviluppo”. Nell’attacco sono rimasti feriti il Padre Mario J. de Almeida, portoghese di anni 37, e il Fratello José Araújo de Andrade, mozambicano di anni 76.
Gli assalitori sono poi fuggiti a bordo delle auto del la comunità. Lo riferisce una nota dei Gesuiti inviata dall’Agenzia Fides. La zona dove è avvenuto il greve fatto di sangue si colloca al confine tra il Mozambico Malawi, Zambia e Zimbabwe, e ha visto negli ultimi tempi il sorgere di gravi for me di banditismo, che preso di mira missioni cattoliche e residenze di religiosi.
(Fonte: Agenzia Fides 7/11/2006)


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9 NOVEMBRE 2006: TRE SERATE NEL CENTENARIO DELLA MORTE DELLA BEATA ELISABETTA DELLA TRINITA’ (1880-1906)


Quando la giovane ragazza Elisabeth Catez abbandonò la sua vita di musicista e di turista, d’amica elegante e briosa, divenendo claustrale contemplativa al Carmelo di Digione in Francia, alcuni rimasero molto meravigliati: "Sarà senz’altro uno sbaglio..., ad Elisabetta piace troppo ballare, la musica..., la vita!". E invece: ...un’altra breve esistenza bruciata nell’AMORE DELLA SS. TRINITÀ.
Elisabetta, nata a Camp d'Avor (presso Bourges) nel 1880, entra al Carmelo all’età di 21 anni, nel 1901, e solo pochi anni dopo, il 9 novembre 1906, per una malattia allora incurabile, termina la sua esistenza terrena.
Dalla sua morte, la diffusione della fama e del messaggio di Elisabetta si è effettuata attraverso i suoi scritti e soprattutto per la sua famosa preghiera: "O mio Dio, Trinità che adoro". Mai più Elisabetta pensava di presentare una sua dottrina personale e originale. Ma quella che noi possiamo chiamare "dottrina spirituale", lei la desunse dalla Scrittura, in particolare dal Vangelo secondo Giovanni e dalle lettere del suo "caro San Paolo". Elisabetta ha letto e riletto (ruminato) i testi biblici. Si è fatta una "tutt’ascolto" della Parola di Dio. Ed ora siamo noi che ascoltiamo ciò che Elisabetta ha saputo estrarre dalle vive sorgenti della Scrittura.
A cento anni dalla morte la beata Elisabetta della Trinità è stata ricordata presso il monastero delle Carmelitane Scalze «Santa Teresa di Gesù Bambino» di Milano (via Marcantonio Colonna 30) con tre serate di «lectio divina».

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10 Dicembre 2006: è deceduto il card. SALVATORE PAPPALARDO


Il socio Antonino COTTONE di Misilmeri, celerissimo come un’agenzia di stampa, ha comunicato in redazione la scomparsa del cardinale Salvatore Pappalardo.
La sua tristezza per il decesso del presule ha contagiato anche i presenti nella nostra redazione.
L’arcivescovo emerito di Palermo è morto domenica 10, in mattinata, all'età di 88 anni, nella casa diocesana di Baida, la frazione palermitana divenuta la sua residenza dopo essere andato in pensione.
Era nato a Villafranca Sicula il 23 settembre 1918. Il 17 ottobre 1970 era stato nominato da Papa Paolo VI Arcivescovo di Palermo e dallo stesso Paolo VI creato Cardinale nel Concistoro del 5 marzo 1973. Il 4 aprile 1996 Papa Giovanni Paolo II ha accolto la rinuncia all'Arcidiocesi palermitana per raggiunti limiti di età.
Pappalardo è stato Presidente della Conferenza Episcopale - na, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana e ha partecipato ai Conclavi per l'elezione di Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Per le sue benemerenze nell'impegno sociale e nella lotta alla criminalità mafiosa,il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo aveva insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana.
Nei suoi 26 anni di episcopato a Palermo, aveva saputo portare il vento di rinnovamento del Concilio in - , promuovere il laicato, affrontare la sfida di una società in trasformazione drammaticamente colpita dalla stagione delle stragi di mafia.
Ebbe la forza di riconoscere esplicitamente l'esistenza della criminalità organizzata e fece scalpore quando durante l'omelia al funerale di Carlo Alberto Dalla Chiesa pronunciò a frase di Tito Livio “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” ("mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata"); duro atto d'accusa contro lo Stato nella stagione degli omicidi eccellenti.
Il card.Pappalardo è stato un pastore «zelante e generoso», ha affermato Benedetto XVI nel telegramma di cordoglio inviato al card.Salvatore De Giorgi. «Ricordo con ammirazione la sua feconda e molteplice attività apostolica animata dal desiderio di annunciare Cristo e di accompagnare con il suo illuminato magistero il cammino di crescita morale e culturale della società palermitana», ha scritto il Pontefice all’arcivescovo di Palermo.


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15 Dicembre 1856-2006: Celebrazioni per il 150° anniversario della nascita della Serva di Dio Suor Veronica Barone, terziaria francescana (1856-1878).


Venerdì 15 dicembre alle 17,30, in occasione del 150° ann.rio della nascita di Suor Veronica Barone (1856 - 1878), per la quale è in atto la causa di beatificazione, il Vescovo di Caltagirone, Mons. Vincenzo Manzella, ha celebrato una Messa nella chiesa di San Giovanni Battista. Al termine della funzione i fedeli in processione hanno raggiunto la chiesa dei Cappuccini, dove sono custodite le spoglie della religiosa.
Veronica nasce a Vizzini il 15.XII.1856. Il 3.X.1861, affetta da una strana affezione cutanea, si trova istantaneamente guarita dopo la visione di S. Veronica Giuliani che così le aveva parlato: “Vieni a me, piccina mia”. Da quel momento ha numerose visioni. Il 13.7.1868, dopo la comunione nella Chiesa di S.Giovanni, vede uscire dal Crocifisso un abbagliante splendore a forma di stella.
Un mese dopo, dalla stessa statua vede uscire dal cuore trafitto una gran luce e distingue una voce che le dice di prepararsi alla guerra. Di lì a poco giace su un letto in un mare di dolori, ma promettendo di iscriversi al Terzo ordine Francescano, guarisce perfettamente. Ma altre prove non tardarono a venire: i demoni la torturarono a loro piacere, ora la percuotono a loro piacere, ora la percuotono, ora la lanciano per aria, or la buttano sul letto e la legano fin quasi a soffocarla.
Una volta, essendo esposto il SS.mo Sacramento in San Giovanni Battista, levitò per un’ora intera. Negli ultimi anni della sua vita, adattandosi in certi periodi ad assaggiare solo un po’ d’uva, si cibò soltanto della Comunione che le veniva somministrata ogni giorno. Dio la premiò con il dono della profezia, con la conoscenza dei pensieri altrui e della rivelazione di quanto si cercava di occultare.
Si spense dopo lunga malattia il 5 gennaio 1878. Due giorni prima aveva detto con precisione: “Domani l’altro mi troverò nella Chiesa dei Cappuccini”.
(Fonte: http://www.vizzinidascoprire.it/veronicabarone.htm)
Nel corso del 2007 sono previste diverse iniziative per onorare questa donna, esempio di fede e di gioia fraterna per le nuove generazioni.


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Palermo, PAOLO ROMEO è il nuovo arcivescovo


«Da adesso più niente di questa grande diocesi mi sarà estraneo Il cardinale Pappalardo di cui ero amico mi ha insegnato ad amarla».


Da Roma, Mimmo Muolo


Il primo a fargli gli auguri è stato il presidente della Repubblica. Mancavano una manciata di minuti a mezzogiorno, nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, dove era in corso la cerimonia degli auguri di Natale e di fine anno con il Corpo diplomatico. E Giorgio Napolitano, che aveva saputo della nomina di monsignor Paolo Romeo ad arcivescovo di Palermo, si è avvicinato al nunzio apostolico in Italia - il quale poco prima, in qualità di decano, gli aveva rivolto il suo saluto a nome degli ambasciatori accreditati - per porgergli le sue felicitazioni.
«Sì, in pratica è stato il Capo dello Stato il primo a farmi gli auguri - conferma il nuovo arcivescovo del capoluogo - no, che Avvenire raggiunge telefonicamente nel primo pomeriggio nella sede della Nunziatura -. Il presidente era molto contento per la nomina, anche se un po' dispiaciuto per il fatto che lascerò Roma. E anche il ministro D'Alema, presente alla cerimonia, mi ha detto: "Perdiamo un amico a Roma, ma quella che il Santo Padre le affida è una grande missione"». (Avvenire 20 dic.06).


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L'annuncio al clero diocesano riunito a Baida
Da Palermo, Alessandra Turrisi (Fonte: Avvenire, 20.XII.2006)


A Palermo, ieri a mezzogiorno, in contemporanea con la Sala stampa vaticana l'annuncio della nomina di mons. Paolo Romeo è stato dato dal cardinale Salvatore De Giorgi, a tutto il clero riunito per un ritiro nella casa diocesana di Baida.
«Quasi alla vigilia del Santo Natale - ha detto con voce commossa l'arcivescovo che lascia dopo dieci anni l'arcidiocesi - na per raggiunti limiti di età - tocca a me dire a voi con le parole dell'angelo di Bethlem: "Vi annunzio una grande gioia".
Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato il mio successore nella santa Chiesa di Palermo, mons.Paolo Romeo, che nelle più significative celebrazioni della nostra Chiesa è stato tante volte con noi: l'ultima, in occasione delle esequie del compianto card. Pappalardo. Egli - ha aggiunto - porta alla Chiesa di Palermo la ricchezza delle sue doti di mente e di cuore e una molteplice esperienza pastorale vissuta e maturata in vari continenti a servizio diplomatico della Santa Sede e nel contatto diretto con popoli di culture e di religioni diverse. A lui diciamo con fede ed esultanza: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore", e lo salutiamo con affetto e devozione».
Un saluto a distanza scandito dall'applauso di centinaia di sacerdoti e laici accorsi a Baida, un'altura che domina Palermo, per ascoltare la notizia che riporta un - no al vertice della Chiesa palermitana.
Mons.Romeo, infatti, è nato ad Acireale, il 20.2.1938. Il 17.XII.1983 è stato nomi-nato arcivescovo di Vulturia e Nunzio Apostolico in Haiti, ricevendo l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1984. Proprio in quell'isola, a causa della grave situazione politica, la Chiesa locale racconta che seppe portare avanti la sua missione con grande coraggio senza esitare, in alcune circostanze, ad esporsi al rischio e a mettere a repentaglio la sua stessa vita.
«Lì si è scoperto il grande cuore di questo vescovo», commenta monsignor SALVATORE DI CRISTINA, fino a poco tempo fa vescovo ausiliare di Palermo e oggi arcivescovo eletto di Monreale (si insedierà in diocesi sabato prossimo).
Dal 17.4.2001 mons.Romeo era nunzio apostolico in Italia.
L'occasione di ieri è stata colta dal card.De Giorgi, anche per dire il suo grazie alla Chiesa che lo ha accolto e amato. «Dell'apertura del cuore del popolo palermitano - ricorda - ho fatto in questi anni una esperienza indimenticabile, soprattutto in occasione della visita pastorale nelle parrocchie, nelle scuole, negli ospedali.
Mi ha fatto conoscere e apprezzare più direttamente l'amicizia fraterna degli amatissimi presbiteri che avrò sempre in cima ai miei affetti sacerdotali, il servizio gioioso dei diaconi, il prezioso carisma della vita consacrata, la fioritura delle vocazioni nel Seminario, la generosa dedizione degli operatori pastorali, la crescente vitalità del laicato, l'attesa dei giovani ansiosi di certezze, la vivacità dei ragazzi aperti al futuro, la sofferenza degli ultimi, dei malati, dei senza casa, dei senza lavoro, dei carcerati, degli immigrati, con i quali il Signore ha voluto identificarsi, il calore e il cuore grande di un popolo che ho imparato ogni giorno ad amare di più e al quale ho dato tutto me stesso».
Spendersi totalmente per la Chiesa di Palermo è stata la caratteristica di questo pastore, al quale monsignor Di Cristina ha voluto rivolgere il grazie di tutta la diocesi.
«Grazie al Signore per avercelo dato - ha affermato emozionato monsignor Di Cristina -, per averlo dato a questa Chiesa. Siamo testimoni della sua donazione di se stesso. Continuerà a esercitare il ministero della preghiera per la Chiesa di Palermo». Il cardinale De Giorgi saluterà la diocesi il 5 febbraio prossimo, mentre il nuovo arcivescovo farà il suo ingresso nella diocesi palermitana il 10 febbraio.


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26 Dicembre 2006- Le reliquie di santa Te resa di Lisieux lasciano Rimini, ultima tappa della «peregrinatio» italiana


La santa del Carmelo di Lisieux ha concluso il suo giro d'Italia. È la terza volta che le reliquie di Teresa Martin (più nota con il nome di santa Teresa di Lisieux o di Gesù Bambino) attraversano la Penisola. Parte del corpo della giovane patrona delle Missioni contenuta nel reliquiario, il 17 dicembre è arrivato a Rimini,nella parrocchia di S.Giustina dove era iniziata la «peregrinatio» delle stesse reliquie. La citata parrocchia, che è anche il centro italiano della Missione Teresiana, che vede coinvolti giovani «under 18» e famiglie nella preghiera per preti e religiosi, ha svolto un programma di concerti e veglie di preghiere.
La partenza per Lisieux è avvenuta nel pomeriggio del giorno di Santo Stefano.


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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DELLA PACE 2007


Città del Vaticano (Agenzia Fides) -

E’ stato pubblicato nel mese di dicembre il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace, che si celebre il 1° gennaio 2007.
Il tema scelto dal Santo Padre è “Persona umana, cuore della pace”. “Sono infatti convinto - scrive il Papa - che rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni”.
Come ha sottolineato il Card. Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace presentando il testo ai giornalisti, “possiamo affermare che il Messaggio di quest’anno va letto e interpretato come una continuazione e un completamento del Messaggio precedente. La persona e la pace si richiamano costantemente in una feconda circolarità che costituisce la premessa e il presupposto più solido per dare corpo ad un corretto approccio culturale, sociale e politico alle complesse tematiche relative alla realizzazione della pace nel nostro tempo”.
Il Messaggio è articolato in 3 parti, in ognuna delle quali il tema della persona umana viene trattato in relazione ai vari aspetti della promozione della pace.
Come ha sottolineato il Card. Martino, “nella prima parte si evidenzia il senso e il valore della connessione tra persona umana e pace intese e proposte attraverso le categorie teologico-spirituali del dono e del compito; nella seconda, la verità della persona umana è messa in relazione con il concetto nuovo e innovativo di ecologia della pace; nella terza, la verità della persona umana è considerata in riferimento alla complessa realtà del rispetto dei suoi diritti fondamentali, del diritto umanitario internazionale e di alcune responsabilità inerenti all’azione delle Organizzazioni internazionali. Il Messaggio si conclude con un invito ai cristiani a farsi operatori di pace”. (Fonte: Agenzia Fides 12/12/2006)


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COLONIA, 6 GENNAIO: FESTA DEI RE MAGI


Le reliquie dei Magi “rubate” a Milano


“Il Barbarossa portò via con sé le spoglie dei tre Re e in tutti i luoghi toccati nel viaggio sorsero nomi come «alla stella».
Entrando nella basilica di Sant'Eustorgio si notano numerose stelle a otto punte.
La stella polare è un simbolo alchemico che richiama l'idea di centro, di polo, dell'origine spirituale del mondo; fa parte della tradizione esoterica e oggi si usa per indicare i punti cardinali (la cosiddetta «rosa dei venti»).
In realtà, è un rimando alla stella che guidò i Re Magi verso Gesù Bambino ed è presente in Sant'Eustorgio, poiché è lì che i Magi furono sepolti.
Le prime notizie delle spoglie dei Magi risalgono a quando l'imperatrice Elena, madre di Costantino, nel 326 si recò a Gerusalemme dove, insieme alla reliquia della vera croce, ritrovò anche i loro resti che decise di portare a Costantinopoli.
La leggenda narra che il vescovo Eustorgio, tra il IV e il VII secolo, spostò le spoglie a Milano (in realtà le spoglie furono donate alla città dai crociati).
La data non è certa, poiché Milano ebbe due vescovi con lo stesso nome; probabilmente, però, si trattò del primo, un greco mandato come governatore da Costantinopoli, che i milanesi vollero come loro nono vescovo.
Sembra che Eustorgio abbia trasportato le reliquie su un carro trainato da due vacche.
Durante il viaggio, un lupo ne assalì una, sbranandola, ma il Vescovo riuscì ad ammansirlo e lo costrinse a proseguire il viaggio trainando il carro al posto della bestia morta.
Nei pressi di Milano il carro si fece sempre più pesante, tanto che Eustorgio non riuscì a entrare in città per Porta Ticinese; decise allora di fare edificare una chiesa suburbana nel punto in cui il carro si era fermato, per ospitare le spoglie di Gaspare,Melchiorre e Baldassarre (poi ribattezzati dai milanesi Dionigi, Rustico ed Eleuterio). Alla sua morte, nel 355, i milanesi lo fecero seppellire in quella stessa chiesa che poi prenderà il suo nome. (Sopra: Chiesa di S.Eustorgio)
Per un certo periodo di tempo, le reliquie vennero dimenticate e riscoperte solo nel 1158, durante i lavori di potenziamento delle difese cittadine. Per essere meglio protette all'interno delle mura, vennero traslate in San Giorgio, chiesa fondata nel 750 e rifatta in forme romaniche nel 1129, collocata lungo l'attuale via Torino. […] (Fonte: www.corriere.it/vivimilano)


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IL LIBRO ROSSO DEI MARTIRI CINESI:


Testimonianze e resoconti autobiografici. Autore:Gerolano Fazzini
Per la prima volta in Italia i documenti che dimostrano la crudezza della persecuzione cristiana nel periodo maoista in Cina. Attraverso le storie di alcuni sopravvissuti ai campi di prigionia, il lettore si rende progressivamente conto della sistematica persecuzione a causa della fede e delle tecniche messe in campo dagli aguzzini per ottenere confessio-ni, informazioni e l’abiura della fede cristiana.

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L’avanzata dell’islam: 600 moschee


La cifra esatta pare impossibile da ottenere. E grande è la reticenza dei rappresentanti delle comunità islamiche in Italia quando si rivolge loro la domanda. Ma tra mezze ammissioni e silenzi imbarazzati, un dato finalmente emerge: le moschee in Italia sono ben più di 600, oltre la metà delle quali situate nel Nord. Il che significa che i luoghi di culto riservati ai musulmani nel nostro Paese sono più che triplicati nel giro di cinque anni. (Fonte: Il Giornale, 24.XII.2006)


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MESSAGGI

 

RICCO’ ALFREDO – Via Folloni 7 – 42100 REGGIO EMILIA RE – Tel.0522-792189 – E-mail: cheru78@tin.it



“Cerco santini di Venerabili, Servi di Dio, Beati/e, Santi/e con questi nominativi: ANDREA, ANNA, LUIGI (moderni e vecchi d’epoca). Scambierò con altre raffigura zioni richieste. Grazie.

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MARIO LEONARDI – Via Leonardo da Vinci 41
95029 VIAGRANDE (CT)CT)


Ciao a tutti. Vi informo che la scorsa estate a causa di un virus nel pc ho dovuto resettare tutto. Ho perso quindi tutto l'archivio. Di conseguenza non sono stato in grado di rispon dere o corrispondere con nessuno: in pratica non posseggo più alcun indirizzo. Chiedo scusa agli amici ed ai miei corrispondenti e li invito caldamente a scrivermi. Vi risponderò al più presto e rinnovo le mie scuse per il suddetto incidente.
Cerco santini della Divina Pastora o Madre del Salvatore o Mater Salvatoris, santini di N.S.del Rosario di Pompei.
Cerco anche santini di Maria Bambina, Annunziata, Immacolata, Addolorata, del Carmelo, delle grazie, del rosario, della mercede. Nella mia collezione FB 400 mi mancano i numeri: 182- 213-152-1511-532-327-319-325-1510-1509-1508-1507-1505-1504-1503-1501-1502-720-704-645-306-305-300-299-297-295-101 che non riesco a trovare. Se qualcuno mi aiuterà gliene sarò infinitamente grato. Possiamo scambiare i doppioni, oppure altro materiale: Vi ringrazio anticipatamente.


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