Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

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SACRO CUORE DI GESU'

 

INTRODUZIONE

Il 15 maggio 1956, Pio XII pubblicò l’enciclica Haurientis aquas per ricordare l’istituzione della festa del Sacro Cuore di Gesù estesa a tutta la Chiesa da Pio IX, il 23 agosto 1856.

I primi impulsi della devozione al S. Cuore, provengono dalla mistica tedesca del tardo medioevo, in modo particolare Matilde di Magdeburgo (1207 – 1282), Matilde di Hackenborn (1241 – 1299), Gertrude la Grande di Hefta (1256 – 1302) ed Enrico Suso (1295 – 1366).
La fioritura della devozione si ebbe a seguito delle rivelazioni provate del Cuore di Gesù alla visitandina santa Margherita Maria Alacoque (1647 – 1690) che insieme a San Claudio La Colombiére (1641 – 1682) propagarono il culto al Cuore di Gesù.
Le pratiche devote che contraddistinguono la devozione: l’adorazione riparatrice, l’ora santa, il primo venerdì del mese, le immagini, gli scapolari, la consacrazione delle famiglie e delle nazioni, i pellegrinaggi ai santuari, caratterizzano la vita religiosa in tutte le sue manifestazioni.

Nel XX secolo vi fu il rinnovamento nella devozione al Sacro Cuore. Mentre si mettevano in evidenza i fondamenti biblici e patristici della devozione, si giungeva ad una rinnovata concezione del simbolo: la devozione al Sacro Cuore si orienta verso il Cristo misericordioso che mostra il suo Cuore che ha tanto amato il mondo.

Importanti nello svilupp o della devozione negli ultimi secoli sono state tre encicliche: Annum sacrum (1899) di Leone XIII, Miserentissimus Deus (1928) di Pio XI e soprattutto l’enciclica Haurientis aquas (1956) di Pio XII.

Afferma Pio XII, la devozione al Sacro Cuore “è in sostanza il culto dell’amore che Dio ha per noi nel Cristo, e insieme la pratica del nostro amore verso Dio e verso gli altri uomini”.

Se vogliamo citare gli ultimi pontificati, quello di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, ecco alcuni appunti.

Giovanni Paolo II non ha scritto nessun documento dedicato unicamente al Sacro Cuore però possiamo scorgere nelle due encicliche Redemptor hominis e Dives in misericordia alcuni spunti che confermano l’idea dell’amore affermata da Pio XII: “La Chiesa sembra professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla rivolgendosi al Cuore di Cristo. Infatti, proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto - in un certo senso centrale e, nello stesso tempo, più accessibile sul piano umano - della rivelazione dell'amore misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale della missione messianica del Figlio dell'Uomo”. (DM 13).

Il pontefice Benedetto XVI nella sua lettera al preposito generale dei Gesuiti per il cinquantesimo anniversario dell’enciclica Haurientis aquas (1956), scrive, in data 15 maggio 2006: “Questo mistero dell'amore di Dio per noi, peraltro, non costituisce soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore di Gesù: esso è, allo stesso modo, il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana. E’ quindi importante sottolineare che il fondamento di questa devozione è antico come il cristianesimo stesso. Infatti, essere cristiano è possibile soltanto con lo sguardo rivolto alla Croce del nostro Redentore, “a Colui che hanno trafitto”.

Concludiamo questo breve escursus introduttivo con le parole di papa Paolo VI che scrive nella lettera Imprescrutabiles Divitias Christi, il 6 febbraio 1965: “il culto del sacro Cuore, che – lo diciamo con dolore – si è in alcuni affievolito, rifiorisca ogni giorno di più, e sia da tutti considerato come forma nobilisisma e degna di quella vera pietà che, al tempo nostro, specialmente per opera del Concilio Vaticano II, viene insistemente richiesta verso il Cristo Gesù, Re e centro di tutti i cuori”.

Questa esortazione del venerato pontefice Paolo VI ci deve far memoria che al culto del Cuore di Cristo, da tanti secoli insegnato dalla Chiesa, è sorgente di feconda santità: “la devozione al Cuore di Gesù è teocrentrica, cristocentrica, ecclesiale”.

La devozione al sacro Cuore nel mese di Giugno deve la sua origine all’iniziativa di una allieva del Monastero des Oiseaux a Parigi nel 1833: ella concepì il progetto di consacrare il mese di giugno per onorare il Sacro Cuore come si onora in maggio la Beata Vergine Maria. Il vescovo di Parigi, Monsignor de Quélen, approvò e fisso lo scopo e il modo. Nel 1899 con una lettera ai vescovi, papa Leone XIII, esortò la pratica già diffusa…. Che è giunta fino ad oggi!

Ora vogliamo dare un assaggio di santità devota al Sacro Cuore di Gesù, in ordine sparso e casuale… è solo un piccolo assaggio…

 

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SANTITÀ E SACRO CUORE

 

Annibale Maria Di Francia (1 giugno)

Sant' Annibale Maria Di Francia, sacerdote diocesano e fondatore dei Rogazionisti e delle Figlie del Div Zelo. Nasce a Messina, 5 luglio 1851, e muore nella dello stretto il 1 giugno 1927

Attingeva forza per la sua vita spirituale nella devozione al Sacro Cuore, praticata in modo privato fino dalla sua adolescenza. Animato da una illimitata carità verso il prossimo, fin da giovane considerò mezzo efficacissimo per la salvezza di tutti gli uomini il comando di Gesù: "la messe è abbondante, ma gli operai sono pochi. Pregate (=Rogate) dunque il Padrone della messe perché mandi operai alla sua messe" (Mt. 9,38). E' unanimemente riconosciuto come l'apostolo della preghiera per le vocazioni e come padre dei poveri e degli orfani, per i quali istituì gli Orfanotrofi Antoniani.

Un pensiero…

“Il 20 agosto 1911, quando con altri otto ragazzi viaggiammo – parla Teodoro Tusino, uno dei primi sacerdote rogazionisti - con lui (Sant’Annibale Maria di Francia, sac. – oggi festa liturgica – 1 giugno) per andare al suo Istituto di Oria, come il treno si mosse, il padre mi domandò: Dimmi: quanto ami Gesù? Balbettai: L’amo quanto posso! Ed egli ad insistere: Ma quanto vuoi amarlo? Non ricordo se e cosa risposi; ricordo, invece, che, dopo aver rivolto a tutti la stessa domanda, egli suggerì questa risposta: io voglio amare Gesù con l’amore con cui l’amano tutti gli angeli e tutti i santi del cielo e tutti i giusti della terra, con l’amore con cui l’ama la SS. Vergine Maria e finalmente con l’amore con cui l’ama il suo stesso divin Genitore! E spiegava: Certo non è possibile arrivare a tanto: ma che importa? Gesù gradisce i santi desideri, se ne compiace e accresce nell’anima le fiamme del suo amore”.

 


Giovanni Eudes (19 agosto)

San Giovanni Eudes, sacerdote diocesano e fondatore dell’Ordine di Nostra Signore della carità (1641) e della Congregazione di Gesù e Maria (Eudisti, 1643)
Nato a Ri in Normandia nel 1601, muore a Caen il 19 agosto 1680. Divenuto un attivista e un devoto di Maria è ordinato sacerdote nel Collegio dei gesuiti di Caen. Da qui parte per assistere gli appestati nella regione di Argentan. In seguito si consacra alle missioni parrocchiali. Resosi conto di quanto sia importante la figura del sacerdote, riesce a far costruire un seminario, dando vita alla «Congregazione di Gesù e di Maria ». San Giovanni Eudes è il primo e più ardente apostolo del culto liturgico ai Sacri Cuori di Gesú e di Maria. Nel 1641 fonda due Congregazioni religiose, una maschile e una femminile, dedicate ai Sacri Cuori. Per lui, quindi, il culto del Sacro Cuore di Gesú è il culto della persona, in quanto esso è l'origine e la fonte della dignità e della santità della persona. Fonda poi rifugi per togliere le ragazze dalla strada e una Congregazione di Religiose per assisterle, l'ordine di «Nostra Signora della Carità del Rifugio». Scrive numerose opere, fra cui la più conosciuta e la più considerevole è «Il cuore ammirabile della Madre di Dio».

Un pensiero…

“Signore Dio, Padre delle misericordie nella tua smisurata bontà ci hai dato il Cuore amatissimo del tuo Figlio. Accorda ai nostri cuori di essere strettamente uniti tra loro come lui, affinché il nostro amore in te sia perfetto.
O Cuore amabilissimo e amorossimo del mio Salvatore, sii il Cuore del mio cuore, l’anima della mia anima, lo spirito del mio spirito, la vita della mia vita.
O Gesù, sii sempre Gesù, e io sarò sempre contento, qualunque cosa possa succedermi”.

 

Margherita Maria Alacoque (16 o 17 ottobre)

Santa Margherita Maria Alacoque, monaca dell’Ordine della Visitazione, nasce a Verosvres (Autun, Francia) nel 1647, e muore a Paray-le-Monial il 17 ottobre 1690
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perché dovette vincere la resistenza dei genitori per entrare, a ventiquattro anni, neII'Ordine della Visitazione, fondato da san Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria, restò vent'anni tra le Visitandine, e fin dall'inizio si offrì «vittima al Cuore di Gesù». Fu incompresa dalle consorelle, malgiudicata dai superiori. Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una fanatica visionaria. Il beato Claudio La Colombière divenne preziosa guida della mistica suora della Visitazione, ordinandole di narrare, nell'autobiografia, le sue esperienze ascetiche. Per ispirazione della santa, nacque la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica dei primi Nove Venerdì del mese. Morì il 17 ottobre 1690.

Un pensiero…

“Mi disse – Gesù – che dovevo perdermi nell’abisso senza fondo del Suo Cuore, questa è la dimora degli amanti; l’anima trova la sorgente delle acque vive per la purificarsi e ricevere la vita della grazia che il peccato aveva tolto; il cuore vi trova la fornace di amore ardente che non lascia più vivere che per amore”.

 

Geltrude (Gertrude) la Grande di Hefta (16 novembre)

Santa Geltrude (Gertrude) la Grande, monaca cistercense, nasce a Eisleben (Germania) all’incirca nel 1256 e muore presso il Monastero di Helfta (Germania), nel 1302

Geltrude, detta la grande, entrò nel monastero cistercense di Helfta. Donna di profonda cultura anche profana, alimentò la sua vita spirituale nella liturgia specialmente eucaristica, nella Scrittura e nei Padri. Ebbe un'elevata esperienza mistica, caratterizzata dal vivo senso della libertà dei figli di Dio e da una tenera devozione all'umanità di Cristo. Precorse il culto al Cuore di Gesù.

Un pensiero…

“O vita della mia vita, possano gli affetti del mio cuore
accesi dalla fiamma del tuo amore, unirmi intimamente a Te.
Possa la mia anima essere come morta
riguardo a tutto ciò che potrebbe cercare all’infuori di Te.

Tu sei lo splendore di tutti i colori, la dolcezza di tutti i sapori,
la fragranza di tutti i profumi, l’incanto di tutte le melodie,
la tenerezza dolcissima dei più intimi amplessi.
In Te si trova ogni delizia, da Te scaturiscono acque copiose di vita, a Te attira un fascino dolcissimo,
per Te l’anima si riempie degli affetti più santi.

Tu sei l’abisso straripante della Divinità,
o Re, nobilissimo tra tutti i re,
o Sovrano eccelso, o Principe chiarissimo,
o Signore mitissimo, o Protettore potentissimo.
O Gemma nobilissima di vivificante umanità.
O Creatore di tutte le meraviglie.

O Maestro dolcissimo, o Consigliere sapientissimo,
o Soccorritore benignissimo, o Amico fedelissimo.
Tu unisci in Te tutti gli incanti di un’intima dolcezza.
Tu accarezzi con soavità, ami con dolcezza,
prediligi con ardore, o Sposo dolcissimo e gelosissimo.
Tu sei un fiore primaverile di pura bellezza,
o Fratello mio amabilissimo, pieno di grazia e di forza,
o Compagno giocondissimo, Ospite liberale e generosissimo.

Io preferisco Te ad ogni creatura,
per Te rinuncio ad ogni piacere,
per Te sopporto ogni avversità,
non cercando in ogni cosa che la tua lode.
Col cuore e con la bocca confesso che Tu sei il Principio di ogni bene...”.

 

Giovanni Paolo II (2 aprile)

Il servo di Dio Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla), pontefice, nasce a Wadowice (Cracovia, Polonia) il 18 maggio 1920 e muore in Vaticano, 2 aprile 2005.
Nato a Wadovice, in Polonia, è il primo papa slavo e il primo papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha ribadito di voler portare avanti l'eredità del Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, fu ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti. Molto importanti sono le sue encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor hominis", la "Dives in misericordia", la "Laborem exercens", la "Veritatis splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, e della dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del suo ministero apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione per il Vangelo e per la libertà dei popoli. Ovunque messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili: dall'incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Karol Wojtyla traghetta l'umanità nel terzo millennio.

Un pensiero…

“Cuore di Gesù, fornace ardente di carità. Desideriamo, insieme con la Madre di Dio, rivolgere i nostri cuori verso il Cuore del suo Figlio divino. La madre ci aiuti a capire meglio i misteri del Cuore di suo Figlio. Fornace di carità. La fornace arde. Ardendo, brucia ogni materiale, sia legno o altra sostanza facilmente combustibile. Il Cuore di Gesù, il Cuore umano di Gesù, brucia dell’amore che lo ricolma. E questo è l’Amore per l’Eterno padre e l’amore per gli uomini: per le figlie e i figli adottivi. La fornace, bruciando, a poco a poco si spegne. Il Cuore di Gesù invece è fornace inestinguibile. (…) Desideriamo pregare la Madre del Verbo Eterno, perché sull’orizzonte della vita di ciascuna e di ciascuno di noi non cessi mai ardere il Cuore di Gesù – fornace ardente di carità. Perché esso ci riveli l’Amore che non si spegne e non si deteriora mai, l’amore che è eterno. Perché illunimi le tenebre della notte terrena e riscaldi i cuori”.

 

Leone Giovanni Dehon (12 agosto)

Il venerabile Leone Giovanni Dehon, sacerdote diocesano e fondatore dei Dehoniani. Nasce il 14 marzo 1843 a La Capelle (Soissons), nella Francia Settentrionale, e muore 12 agosto 1925, a 82 anni, nella città di Bruxelles.

Fu ordinato sacerdote nella basilica di S. Giovanni in Laterano il 19 dicembre 1868, avendo la gioia di vedere riaccostato ai sacramenti il proprio padre, che non frequentava più le celebrazioni. Fu l'apostolo infaticabile delle opere sociali, della gioventù operaia e studiosa e della devozione riparatrice al Sacro Cuore di Gesù. Edificò tutti con il profumo delle sue virtù.

Un pensiero…

“Ci sono tre strade che conducono a Dio: il timore, la speranza e l’amore. Il timore si è rivelato fecondo molto spesso sul principio della conversione. La speranza è di frequente macchiata di amor proprio. La carità è pura e feconda. (…) Dobbiamo amare nostro Signore perché il padre ce lo presenta quale oggetto del nostro amore. Se lo amiamo dobbiamo offrirci a lui per amore come egli si è offerto al Padre. (…) l’amore vero deve essere generoso e invincibile, deve mostrasi forte nell’osservanza della legge, deve resistere nelle prove, deve essere forte e coraggioso nell’azione e nelle occupazioni della vita quotidiana”.

 

Anna (Giovanna Francesca) Michelotti (1 febbraio)

La beata Anna (Giovanna Francesca) Michelotti, fondatrice delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù, nasce ad Annecy (Savoia), il 29 agosto 1843 e muore a Torino, il 1 febbraio 1888
Anna Michelotti nacque ad Annecy, in Savoia, appartenente in quel tempo politicamente agli Stati Sardi. Rimasta precocemente orfana di padre, conobbe un’infanzia assai disagiata. Se pure nella povertà, la famiglia Michelotti vive una intensa attività caritativa, soprattutto l’attenzione per i malati poveri. Ben presto questo segnò la sua vocazione alla consacrazione religiosa. Studiò a Lione, nell’Istituto delle Suore di S. Carlo, e il desiderio alla vita religiosa la spinse a chiedere di entrare nel loro noviziato. Ma la sua strada era altrove. Nel 1863 rimase sola a causa della morte della madre e del fratello Antonio. Le sembra così di coronare la sua vita entrando nelle Piccole Serve a Lione, dove prese il nome di Suor Giovanna Francesca della Visitazione, in omaggio dei suoi concittadini santi. Ma l’associazione si sciolse nel 1871 a seguito di problemi contingenti. Ritornando inizialmente ad Annecy, poi andò dai parenti paterni ad Almese, in Italia, ed infine, spinta dalla suo desiderio di consacrazione religiosa, a Torino. Qui, nel 1874, sotto la guida di alcuni sacerdoti intraprende la sua opera vestendo l’abito religioso con due postulanti. Nel 1875 viene approvato il nuovo istituto religioso delle Piccole Suore del S. Cuore di Gesù per gli ammalati poveri. L’attività e l’opera delle Piccole Suore subisce tristi eventi e lutti, anche se le fondazioni di case si moltiplicano. La Beata fondatrice morì il 1 febbraio 1888.

Un pensiero…

“Pregate la Vergine Santa che il Cuore del Suo e nostro Gesù si avvicini a noi, che i nostri cuori battano all’unisono con i palpiti del suo Cuore amorosissimo. Cuore di Gesù, siate tutto il nostro amore! Signore, non guardate alle nostre colpe, ma guardate al Sacro Cuore di Gesù ed abbiate pietà di noi”.

 

Francesca Saverio Cabrini (22 dicembre)

Santa Francesca Saverio Cabrini, fondatrice delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, nasce a S. Angelo Lodigiano nel 1850 e muore a Chicago nel 1917.

Una fragile quanto straordinaria maestrina di Sant'Angelo Lodigiano. In questo ritratto si colloca la figura di Francesca Saverio Cabrini, nata nella cittadina lombarda nel 1850 e morta negli Usa, in terra di missione, a Chicago. Divenne maestra e quindi entrò nell'Ordine delle «Sorelle della Provvidenza», poi diede vita alla missione del «Sacro Cuore di Gesù» che si occupò delle orfanelle e delle opere parrocchiali. Portò il suo carisma missionario negli Stati Uniti, tra gli italiani che vi avevano cercato fortuna. Per questo divenne la patrona dei migranti. Nel giorno della morte il suo corpo venne traslato a New York alla «Mother Cabrini High School», vicino ai suoi figli.

Un pensiero…

“Quanto è mai buono il Cuore santissimo di Gesù con noi! E che vuole egli in compenso, per tanto amore, non altro che un perfetto abbandono in lui e uno studio continuo di conformare la nostra vita alla sua crocifissa, prendendo lui per modello in tutti gli avvenimenti e in tutte le nostre azioni, unendo tutti i nostri passi a suoi, affinché di non camminare che la via del suo santo amore, come appunto convienesi…”.

 

Laura Baraggia

La serva di Dio Laura Baraggia nasce nel 1851 e muore nel 1923. Il suo Diario autobiografico è la fonte in leggere il suo desiderio di rendere gloria a Dio, il quale solo le basta! Il Diario è rivolto a tutti coloro che prendono sul serio la proposta cristiana di amare e di far amare il Cuore dell’Amore, il Cuore di Cristo da cui sgorga la salvezza, la tenerezza, la consolazione. Madre Laura incontra Gesù come Amore Eucaristico, si sente amata in modo speciale, fa esperienza di Gesù dimenticato ed offeso. Tutto questo la porta a fondare il 22 settembre 1880 la congregazione della Suore della Famiglia del Sacro di Gesù a Brentana di Subiate (MI) con lo scopo di riparare e consolare il suo dolcissimo Cuore, ad amare e far amare Gesù.

Un pensiero…

“Quest’anno mi dici (Gesù) che sarà un anno pieno di pene e che un grande sacrificio vuoi, ma sarà un anno tutto d’Amore. Che vuoi? Qual sarà il sacrificio? Non cerco altro, Amor mio, che la Tua Santa Volontà, il tuo piacere. Fin d’ora accetto tutto ciò che tu mi manderai.. fammi grazia di vivere sempre unita a te, Amor mio Sacramentato. Ho passato tre giorni di dolorose pene, dubbi, calunnie, le più umilianti, dolori d’animo e di corpo. Senza l’aiuto di te, Amor mio, avrei potuto resistere? Tu vuoi proprio un stretta unione con te, Amor Sacramentato. Vuoi che tutte le mie azioni, parole, pensieri, affetti, respiro, tempo, siano per te solo. Eccomi qui Gesù, fa tu quanto vuoi da me: io sarò (…) …null’altro cerco che di accontentare il tuo cuore santissimo e ripararlo di tante offese che ricevi”.

 

Benedetto Menni (24 aprile)

San Benedetto Menni, nasce a Milano, l’11 marzo 1841, e muore a Dinan (Francia), il 24 aprile 1914

Benedetto Menni, al secolo Angelo Ercole è stato il restauratore dell’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) in Spagna, nonché il fondatore nel 1881 delle Suore ospedaliere del Sacro Cuore, particolarmente dedite all’assistenza dei malati psichiatrici. Nato nel 1841, lasciò il posto in banca per dedicarsi, come barelliere, ai feriti della battaglia di Magenta. Entrato tra i Fatebenefratelli, fu inviato a soli 26 anni in Spagna con l’improbo compito di far rinascere l’Ordine, che era stato soppresso. Ci riuscì tra mille difficoltà – tra cui un processo per presunti abusi a una malata di mente, concluso con la condanna dei calunniatori – e in 19 anni da provinciale fondò 15 opere. Su suo impulso la famiglia religiosa rinacque anche in Portogallo e Messico. Fu poi visitatore apostolico dell’Ordine e anche superiore generale. Morì a Dinan in Francia nel 1914, ma riposa a Ciempozuelos, nella sua Spagna. È santo dal 1999.

Un pensiero…

“Non cerco e non posso vivere se non amando Gesù (…) fate scoccare, all’indirizzo del Cuore di Gesù, insieme al Cuore di Maria, i dardi infuocati del vostro amore, mediante giaculatorie e interiori aspirazioni (…) Quale pace sperimenteremmo se, prostrati dinanzi al Divin Cuore di Gesù, modellassimo il nostro cuore al suo...”.

 

Maria Amata Fazio (23 febbraio)

Madre Maria Amata Fazio nacque a Palermo nel 1915, decima di dodici figli. Conseguito il diploma magistrale, nel 1934 entrò nell’Istituto delle Serve dei Poveri, fondato dal beato Giacomo Cusmano. Appena professa, le vennero affidate le novizie. Ma l’anelito da sempre avvertito verso la vita contemplativa la spinse a chiedere e ottenere il passaggio all’Ordine della Visitazione, nel Monastero di Palermo (1948). Compiuto il tempo di noviziato ad Annecy, culla dell’Ordine, ritornò a Palermo, ove ben presto venne eletta Superiora, tale rimanendo – con le dovute interruzioni – per ben 27 anni, facendo rifiorire il Monastero nei muri e soprattutto nelle persone. Difficoltà all’esterno e sofferenze nell’intimo furono sue compagne fedeli, senza fermarla mai. Nel 1996 fu colpita da paralisi, che, inchiodandola sulla sedia a rotelle, la fissò in uno stato di incessante preghiera e sofferenza. Si spense serenamente il 23 febbraio 2005.

Un pensiero…

"Sentii che la grazia, soltanto la grazia, era l’unico possibile, adeguato sostegno all’impossibilità umana. Attraimi a te… corriamo… è la preghiera di chi non ha ancora consumato le sue nozze perché ancora non pronta, non purificata.. Attraimi, corriamo… il Re m’introdusse nelle sue stanze… la Divinità, lo Spirito, mi’introdusse nella santa Umanità del Cristo; nelle stanze del Suo Cuore… Cor Jesu, templum Dei sanctum!... Gioiremo, esulteremo in te. Celebreremo i tuoi amori più del vino… è il gaudio della Comunione eucaristica..”

 

Suor Maria del Sacro Cuore (2 agosto)

Sr. Maria del Sacro Cuore (1825 – 1903), Fondatrice della Guardia d'onore. La Guardia d'Onore al S. Cuore di Gesù è la risposta più semplice e più conforme al desiderio espresso da Gesù a S. Margherita Maria Alacoque. Fu ispirata da Gesù alla Serva di Dio Sr. Maria dei S. Cuore e cominciò ad essere praticata nel Monastero della Visitazione in Bourg (Francia). Leone XIII la dichiarò Arciconfraternita per la Francia e per il Belgio il 26 novembre 1878, il P. Giovanni Baccichetti, dei Ministri degli Infermi (Camilliani), la trapiantò in Italia. Il 18 luglio 1879 il primo Centro da lui stabilito in Roma fu - dallo stesso Leone XIII - dichiarato Arciconfraternita per l'Italia e Nazioni prive di una propria Direzione generale, ed ha la sua sede nella Basilica di S. Camillo in Roma

Un pensiero …

“Eterno Padre, accetta in sacrificio di propiziazione per i bisogni della Santa Chiesa e in riparazione dei peccati degli uomini, il Sangue prezioso e l'Acqua che uscirono dalla ferita del divin Cuor di Gesù ed abbi pietà di noi”.

 

Maria Deluil-Martiny (27 febbraio)

La beata Maria di Gesù Deluil-Martiny, prima Zelatrice della Guardia d'onore, nasce a Marsiglia, il 28 maggio 1841, e muore a La Servianne (Marsiglia), il 27 febbraio 1884

Il cardinale Dechamps, al tempo arcivescovo di Malines-Bruxelles, l'ha definita "la Teresa d'Avila del nostro secolo". Siamo nell'Ottocento e Maria Deluil-Martiny, nata a Marsiglia nel 1841, è a contatto con importanti personalità. Non solo francesi. Il vescovo missionario Daniele Comboni, infatti, quando è in Francia ricorre al suo consiglio. Da giovinetta ha come confessore il Curato d'Ars e a lei si interessa persino Papa Pio IX. Sotto la guida del padre Calage giunge - dopo essersi votata alla castità rimanendo in famiglia e aiutando i genitori, i poveri e i sacerdoti missionari - a fondare con alcune consorelle, in Belgio, l'Istituto claustrale delle Figlie del Cuore di Gesù, dedite all'adorazione eucaristica e alla preghiera per missioni e santificazione del clero. Prende il nome di Maria di Gesù. Dà vita a due monasteri ad Aix-en-Provence e a La Servianne (Marsiglia). Qui il giardiniere del monastero la uccide a colpi di pistola in odio alla fede il 27 febbraio del 1884. È beata dal 1989.

Un pensiero…

“Gesù, mio Salvatore, lascia che io offra a Te, e, per mezzo tuo, all'Eterno Padre, il Sangue preziosissimo e l'Acqua che uscirono dalla ferita fatta al tuo divin Cuore sull'albero della croce. Degnati di applicare efficacemente questo Sangue e quest'Acqua per la salvezza di tutte le anime e specialmente dei poveri peccatori e della mia povera anima. Purifica, rigenera, salva tutti gli uomini in virtù dei tuoi meriti. Concedimi, infine, o Gesù, di penetrare nel tuo Cuore e di rimanervi per sempre. Amen”.

 

Claudio de la Colombiere (15 febbraio)

San Claudio de la Colombiere, sacerdote gesuita e apostolo del Sacro Cuore, nasce a Grenoble (Francia), il2 febbraio 1641, e muore a Paray-le-Monial (Francia), il 15 febbraio 1682

Il gesuita francese Claudio de la Colombiere (1641-1682) fu superiore del collegio di Paray-le-Monial e confessore delle vicine suore della Visitazione. Tra esse c'era Margherita Maria Alacoque, propagatrice del culto al Sacro Cuore di Gesù, che sarebbe divenuta santa. Egli fu guida ai fedeli, disorientati dalle dispute tra Francia e Roma per le dottrine gianseniste. Venne poi mandato a Londra come cappellano della futura regina Maria Beatrice d'Este. Fu poi arrestato con l'accusa di voler restaurare la Chiesa cattolica in Inghilterra. Espulso, tornò a Paray-le-Monial, dove morì solo tre mesi dopo. È santo dal 1992.

Un pensiero…

“La santità consiste nell’accordare la nostra volontà a quella di Dio. (…) Bisogna abituarsi presto nelle piccole cose, fare atti di sottomissione tutti i giorni riguardo a tutto ciò che Dio può volere di più fastidioso, di più penoso per la natura. A tutto questo aggiungete che, se voi fate la sua volontà, egli farà la vostra. (…) Datevi da fare, dunque, sotto la croce, a raccogliere con la Maddalena, le gocce di sangue che ne cadono. Mettetevi anche voi sotto la croce e accoglierete questa pioggia sul vostro corpo, perché vi santifichi. Considerate tutte le piaghe di Gesù; entrate in esse, fino nel suo cuore. Considerate tutte le virtù che egli pratica e cercate, almeno durante (questi) otto giorni, di praticarle a ogni occasione: la pazienza, l’umiltà, il perdono, l’obbedienza, lo zelo, la carità, la mortificazione”.

 

Caterina da Siena (29 aprile)

Santa Caterina da Siena, religiosa domenicana, dottore della Chiesa, patrona d'Italia e d’Europa, nasce a Siena, il 25 marzo 1347, e muore a Roma, il 29 aprile 1380
Nata nel 1347 Caterina non va a scuola, non ha maestri. I suoi avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua ""cella"" di terziaria domenicana (o Mantellata, per l'abito bianco e il mantello nero). La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. Li chiameranno "Caterinati". Lei impara a leggere e a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a donne di casa e a regine, e pure ai detenuti. Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d'Italia con Francesco d'Assisi; Giovanni Paolo II nel 1999 la proclama patrona d’Europa.

Un pensiero…

“Il Costato di Gesù ti mostra il segreto del Cuore, che è quello che egli ha fatto e dato per noi, l’ha fatto per vero proprio amore”.

 

Michele Garicoits (14 maggio)

San Michele Garicoits, sacerdote diocesano, nasce a Ibarre (Bassi Pirenei, Francia), il 15 aprile 1797 e muore a Bétharram (Francia), il14 maggio 1863
Nato a Ibarre, nei Bassi Pirenei, in Francia, il 15 aprile 1797 era pecoraio, al servizio di un possidente, ma i suoi discorsi erano da adulto ponderato e sicuro, tanto da meritarsi il titolo di «dottorino». Eppure aveva fatto pochi studi, perché i suoi genitori avevano cinque figli e pochi beni. Nel 1819 entrò in seminario a Dax; nel 1823 fu ordinato sacerdote e due anni dopo divenne insegnante di filosofia nel seminario maggiore di Bétharram. Di fronte a un clero impreparato e disorientato decide di cambiare questa situazione. Ebbe così l'idea di creare un istituto per sacerdoti da inviare come collaboratori del clero nelle parrocchie, nei collegi e nei seminari: voleva farne elementi di stimolo creativo, spirituali vitamine nell'impoverito organismo del clero. Fondò così l'istituto dei Preti del Sacro Cuore di Gesù (noti come Preti di Bétharram). Nata nel 1835, l'iniziativa fu poi approvata nel 1841, mentre intorno al fondatore si andava formando un alone di santità. Nel 1853, però, lo colpisce una paralisi, poi superata. Dopo un anno, è di nuovo a letto per altri nove anni, fino alla morte, avvenuta a Bétharram, il 14 maggio 1863.

Un pensiero…

"Oh! Se si potesse costituire una società di Preti che abbia come programma lo stesso programma del Cuore di Gesù....: disponibilità e obbedienza assoluta, perfetta semplicità, inalterabile mitezza!... per esercitare l’immensità della carità nei limiti della loro posizione... a imitazione di Maria, l’Ancella del Signore..."

 

Daniele Comboni (10 ottobre)

San Daniele Comboni Vescovo, fondatore dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, nasce a Limone del Garda (Brescia), il 15 marzo 1831, e muore a Khartum (Sudan), il 10 ottobre 1881
Nacque a Limone sul Garda il 15 marzo 1831, venne educato a Verona, e si forma in una orbita culturale Mitteleuropea; morto a Khartoum in Sudan il 10 ottobre 1881, appartiene in pieno alla storia del movimento missionario, rinvigoritosi grazie alla sua opera, concretizzando di fatto quel risveglio apostolico che - iniziato nel secolo XIX - arriverà sino a noi. Stratega della nuova missionarietà in Africa, Comboni è l'apostolo della Nigrizia, e considera la fede come l'unica arma con cui è possibile restituire agli africani la propria dignità. Daniele Comboni è stato proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II il 17 marzo 1996 e da lui canonizzato il 5 ottobre 2003.

Un pensiero…

“L'Opera che sto per fondare, e che spero di iniziare già quest'anno con l'erezione di due grandi Vicariati Apostolici nell'Africa centrale, che la S. Sede aprirà in seguito al mio Piano per la Rigenerazione dell'Africa, che consacrerò ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, si riallaccia intimamente alla bell'Opera della Guardia d'Onore del Sacro Cuore di Gesù, della quale lei è la fervente zelatrice. Vede, cara Suora (Maria Deluil-Martiny), l'unione intima che deve passare tra me e lei. E' per questo che la terrò informata di tutti i progressi della grande Opera, che deve essere anche sua, come mia è la sua. Raccomandi quest'Opera agli associati per moltiplicare le preghiere in favore della conversione dell'Africa, come io promuoverò l'Opera della Guardia d'Onore del Sacro Cuore, non solamente in Africa, ma in tutto il mondo. Il Sacro Cuore di Gesù sia con noi e noi siamo fedeli e felici di consacrare la nostra vita per gli interessi della Sua gloria”. (..) “Preghi anche per noi. Stiamo bene nelle mani di Dio e nascosti nel Sacro Cuore”.

 

Gaetano Catanoso (4 aprile)

San Gaetano Catanoso, sacerdote diocesano e fondatore delle Suore Veroniche del Volto santo, nasce il
Chorio di San Lorenzo (RC), il 14 febbraio 1879 e muore a Reggio Calabria, il 4 aprile 1963.
Gaetano Catanoso nacque a Chorio di San Lorenzo, Archidiocesi di Reggio Calabria, il 14 febbraio 1879. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1902, fu parroco di Pentedattilo e della Candelora in Reggio Calabria, dove realizzò un centro irradiante di vita eucaristica, divulgando la devozione al Volto Santo. Guida illuminata delle anime, da essere definito "il Confessore della Chiesa reggina", fu anche Cappellano delle carceri e dell'ospedale, Padre spirituale del Seminario diocesano, Canonico Penitenziere della Cattedrale. Promosse e sostenne iniziative di sostentamento per le vocazioni ecclesiastiche e fondò la "Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo". Morì il 4 aprile 1963, fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 e canonizzato nel 2005.

Un pensiero…

“Come sono commoventi, o Gesù Sacramentato, le parole che dicesti alla beata Margherita: Eccoti questo Cuore che ha tanto amato gli uomini (…) le medesime parole tu ripeti nella santa Messa a ciascuno dei tuoi ministri, dicendogli: Eccoti questo Cuore! È il capolavoro della Spirito santo! È come lo strumento delle affezioni più nobili, più pure e più sublimi che si possono immaginare; è il cuore del miglior padrone, del più amoroso padre, dell’amico più sincero. Eccoti questo Cuore, che ha tanto amato gli uomini! Tanto!... che soave parola!”.

 

Maria Droste Zu Vischering (8 giugno)

La beata Maria del Divino Cuore di Gesù (Droste Zu Vischering), nasce Münster, l’8 settembre 1863 e muore in Oporto, l’8 giugno 1899.

La beata Maria Droste Zu Vischering nacque l’8 settembre 1863 a Münster, da una delle più antiche famiglie dell’aristocrazia della Westfalia insieme con il fratello Max. Il cammino ascetico della Beata, iniziato con la Prima Comunione, ebbe il suo culmine nei favori mistici ossia i “carismi” che la rendono apostolo della devozione del Cuore di Gesù. Questo è il messaggio della Beata alla Chiesa, che ha le sue radici nel 1883 quando, ventenne, ebbe più perfetta conoscenza del culto del Sacro Cuore, al quale in quell’anno l’intera famiglia si era consacrata. Dopo una breve esperienza tra le Suore di S. Giuseppe di Chambery e alcuni anni di volontario ritiro nel castello di Darfeld, entra, nel 1888, tra le Suore del Buon Pastore. Morirà a Oporto nel 1899, nella comunità dove era superiora da quattro anni.

Un pensiero…

"I am linked with Eternal Love through the Blessed Sacrament. In His Temple within me, the Saviour has revealed his goodness and kindness to me. I have received the inestimable alms of God. His love urges me... So for all mankind, I beg your Eternal Love. Let me pour out this Love into the hearts of all. Let me welcome with compassion the poor, the oppresed, the rejected, those in danger, and lead them all to You, the Good Shepherd. Grant me this grace through the Blessed Sacrament, the source of Your human-divine love."

“Sono legato all’Amore Eterno attraverso i Sacramenti. Nel suo tempio dentro me, il Salvatore ha rivelato la sua bontà e la sua bontà nei miei confronti. Ho ricevuto l’inestimabile elemosina di Dio. Il suo amore mi incoraggia…e così per tutto il genere umano, io chiedo il tuo Eterno amore. Lascia che io riversi questo Amore nei cuori di tutti. Lascia che io accolga con compassione i poveri, gli oppressi, i reietti, coloro che sono in pericolo e guidali tutti verso di te, il Buon Pastore. Garantiscimi questa grazia attraverso i sacramenti, la sorgente del tuo amore umano e divino”.



Francesco Mottola (29 giugno)

Il servo di Dio Francesco Mottola, sacerdote diocesano e fondatore della Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, nasce e muore a Tropea (Catanzaro), rispettivamente il 3 gennaio 1901 e il 29 giugno 1969.
Don Francesco Mottola nacque a Tropea (Catanzaro) il 3 gennaio 1901, e i suoi genitori Antonio e Concetta Braghò, gli fecero frequentare fin da piccolo la scuola elementare, media e ginnasiale nel Seminario vescovile di Tropea, di cui fu il primo seminarista nel 1911. Da lì passò al Seminario regionale di Catanzaro per proseguire con gli studi filosofici e teologici, venendo ordinato sacerdote nel 1924; da subito ebbe diversi incarichi nelle organizzazioni diocesane dell’Azione Cattolica, nel contempo insegnò teologia per diversi anni. Dal 1929 e fino al 1942 fu rettore del seminario di Tropea e insegnante di materie letterarie e dal 1931 fu nominato anche canonico della cattedrale. Fu promotore di varie iniziative culturali, come il circolo “Francesco Acri” e direttore della rivista “Parva favilla”; conferenziere, scrittore, predicatore, confessore, direttore spirituale, svolse la sua attività pastorale polivalente molto ricercato da tante anime, che indirizzò sulla via della perfezione, sia a voce che con intenso epistolario. Dal 1935 cominciò ad organizzare in piccoli gruppi, sacerdoti e laici, secondo un’ideale di azione caritatevole e preghiera contemplativa, come “certosini della strada”. Fondò varie Case della Carità per l’accoglienza e l’assistenza dei disabili a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Roma; per la loro cura fondò la “Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore” un Istituto secolare, eretto poi a livello diocesano, dal vescovo mons. Vincenzo De Chiara il 25 dicembre 1968. Aveva 41 anni quando nel 1942 rimase colpito da una paralisi, che gli tolse persino l’uso della parola e che sembrò stroncare la sua attività sacerdotale, ma padre Francesco Mottola seppe dimostrare la grandezza autentica della sua personalità, accettando con amore e speranza il sacrificio e la croce, che gli era stata caricata addosso. E il suo misticismo si accentuò con il dolore quotidiano e con l’impossibilità di comunicare agevolmente, morì nella sua Tropea il 29 giugno 1969; fu un cantore lirico di Gesù, della Trinità, del Corpo Mistico, della Madonna, dell’Eucaristia, del sacerdozio, del suo “lavoro” cioè del suo ministero pastorale sfociato anche in Opere reali ed assistenziali, come le sue “Case di Carità”. Don Francesco Mottola è stato definito “una perla del clero calabrese”.

Un pensiero…

“Vulnerasti cor meum, Deus! Quid reddam tibi? (“Hai ferito il mio cuore, o Dio! Come ti ripagherò?) “Tutto me stesso: è nulla, ma tu ami questo nulla ed io non ho altro. Non faccio, Gesù che questo proposito: darmi tutto e stare in pace nel tuo Cuore divino”

 


Faustina Kowalska (5 ottobre)

Santa Faustina Kowalska nasce a Glogowiec (Polonia), il 25 agosto 1905 e muore a Cracovia, il 5 ottobre 1938, è una religiosa mistica dell’Amore Misericordioso del Cuore di Gesù
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli dell’invito divino a lei, perché richiami l’attenzione su ciò che è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula: Gesù, confido in te) e la volontà di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33 anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina Misericordia.

Un pensiero…

“Dal Diario di Santa Faustina Kowalska: Il Mio Cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza da parte delle anime che vivono nel mondo. Hanno tempo per ogni cosa; per venire da Me a prendere le grazie non hanno tempo. E perciò mi rivolgo a voi, a voi, anime elette! Anche voi non comprendete l’amore del Mio Cuore? E anche qui è rimasto deluso il Mio Cuore. Non trovo il completo abbandono al Mio amore. Tante riserve! Tanta diffidenza! Tanta cautela! Per tua consolazione ti dirò che ci sono anime che vivono nel mondo, che Mi amano sinceramente; dimoro nei loro cuori con delizia. Ma non sono molte. Anche nei conventi ci sono tali anime che riempiono di gioia il Mio Cuore; in esse sono impressi i Miei lineamenti e per questo il Padre Celeste guarda a loro con un compiacimento particolare. Esse saranno la meraviglia degli angeli e degli uomini. Il loro numero è molto piccolo. Esse costituiscono una difesa di fronte alla giustizia del Padre Celeste ed impetrano la Misericordia per il mondo. L’amore di queste anime ed il loro sacrificio mantengono l’esistenza del mondo. Quello che ferisce più dolorosamente il Mio Cuore è l’infedeltà di un’anima che Io ho scelto in modo particolare. Quelle infedeltà sono come lame taglienti che trafiggono il Mio Cuore"

 


Alfonso Maria de' Liguori (1 agosto)

Sant' Alfonso Maria de' Liguori, vescovo, dottore della Chiesa e fondatore della Congregazione del Ss. Redentore, nasce a Napoli nel 1696, e muore a Nocera de' Pagani (SA) il 1 agosto 1787.
Nasce a Napoli il 27 settembre 1696 da genitori appartenenti alla nobiltà cittadina. Studia filosofia e diritto. Dopo alcuni anni di avvocatura, decide di dedicarsi interamente al Signore. Ordinato prete nel 1726, Alfonso Maria dedica quasi tutto il suo tempo e e il suo ministero agli abitanti dei quartieri più poveri della Napoli settecentesca. Mentre si prepara per un futuro impegno missionario in Oriente, prosegue l'attività di predicatore e confessore e, due o tre volte all'anno, prende parte alle missioni nei paesi all'interno del regno. Nel maggio del 1730, in un momento di forzato riposo, incontra i pastori delle montagne di Amalfi e, constatando il loro profondo abbandono umano e religioso, sente la necessità di rimediare ad una situazione che lo scandalizza sia come pastore che come uomo colto del secolo dei lumi. Lascia Napoli e con alcuni compagni, sotto la guida del vescovo di Castellammare di Stabia, fonda la Congregazione del SS. Salvatore. Intorno al 1760 viene nominato vescovo di Sant'Agata, e governa la sua diocesi con dedizione, fino alla morte, avvenuta il 1 agosto del 1787. Come scrittore, sant'Alfonso è popolarissimo. Pubblicò centoundici opere tra grandi e piccole. Alcune di esse hanno raggiunto centinaia di edizioni in gran parte delle lingue del mondo. Quelle di ascetica e di spiritualità si ristampano continuamente ancora oggi: Uniformità alla volontà di Dio; Modo di conversare continuamente e alla familiare con Dio; Pratica di amare Gesù Cristo; Visite al al Cuore di Gesù Sacramentato e a Maria santissima; Meditazioni sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; Glorie di Maria; Massime eterne; Necessità della preghiera.

Un pensiero…

“Amore amabile dal mio Salvatore. Tu sei la sede di tutte le virtù: Tu la fonte di tutte le grazie. Tu la sacra fornace dove si accendono del divino amore tutte le anime sante. Tu sei l'oggetto di tutta la compiacenza di Dio: tu il Rifugio de' tribolati: tu la Stanza delle anime, che vi amano”.

 


Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance (27 giugno)

La beata Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance, vergine e fondatrice della Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore di Gesù, nasce a Le Havre, il 14 maggio 1820, e muore a Montluçon (Francia), il 27 giugno 1885.
Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance, nacque il 14 maggio 1820 a Le Havre in Francia da Raimondo Amato e Anna de Raffin, quinta dei loro sei figli; la famiglia era di nobili origini, imparentata con i reali di Francia e nei suoi avi ci furono numerosi Crociati e il santo abate Amabile. Ricevé l’educazione in famiglia e poi a sette anni dalle suore “Fedeli Compagne di Gesù”. Proseguì passando al celebre pensionato “Les Oiseaux” di Parigi, dove ebbe inizio quella sua devozione al Sacro Cuore di Gesù a cui consacrò tutta la sua vita; in quella Casa nel 1833 mons. De Quelen autorizzò la celebrazione del primo mese dedicato al Sacro Cuore. Lasciato il pensionato per motivi di salute, fu affidata dalla madre inferma alla zia Madame de Raffin, che era anche sua madrina; da lei Luisa ricevette un’educazione spirituale e dottrinale molto profonda, leggendo con passione il Vangelo e gli scritti di s. Teresa d’Avila; a 13 anni ricevette la Prima Comunione, che costituì l’esperienza più bella della sua vita. Nel 1837 a 17 anni ritornò a “Les Oiseaux” di Parigi, dove approfondì la sua devozione al Sacro Cuore entrando in rapporto con il gesuita Rousin, uno dei propagatori di quella devozione. L’8 settembre 1843 pronunciò il voto di consacrazione al Sacro Cuore e seguì la zia nel suo progetto di fondare un’Associazione per diffonderne il culto; ma il 4 dicembre 1845 la zia morì improvvisamente e Luisa si trovò erede del suo progetto e anche dei suoi beni. Commossa soprattutto dalla miseria delle chiese rurali della regione, nel 1848 fondò l’Opera dei Tabernacoli, per aiutare il loro mantenimento; nel 1850 accolse anche alcune bambine rimaste orfane, in un locale attiguo alla casa paterna, ponendo le basi per un orfanotrofio, che nel 1852 fondò a Moulins. Nel 1854 fondò l’Opera dell’Adorazione riparatrice; dopo il 1854 a 34 anni, fu colpita da una malattia grave alle gambe che la costrinse a stare più a letto che in piedi per sette anni, sarà una malattia che l’accompagnerà per tutta la vita, ma Luisa de Montaignac non si stancò mai dal continuare la devozione al Sacro Cuore. Dopo vari tentativi di aggregare il suo gruppo come Terz’Ordine a delle Congregazioni votate al Sacro Cuore, alla fine su consiglio del gesuita Gautrelet (1807-1886), fondatore dell’Apostolato della Preghiera e suo direttore spirituale, Luisa Teresa diede vita nel marzo 1874 alla “Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore” approvata dal vescovo di Moulins; l’Istituzione era divisa in due gruppi, le “Oblate Religiose” che potevano vivere in comune e le “Oblate Secolari” che avevano per scopo le opere di carità per i bisognosi. Nel dicembre 1875 Luisa Teresa fu nominata segretaria generale dell’Apostolato della Preghiera, diretto allora dal gesuita Enrico Ramière; pur essendo quasi immobile per la sua malattia, poté allargare le sue relazioni e seguire specie per corrispondenza le sue Oblate. Nel 1880 le Oblate decisero di unire i due rami, le Religiose e quelle dette delle ‘Riunioni’ in unica Congregazione, eleggendo Luisa Teresa superiora generale.
Nonostante la rottura con padre Ramière, la Congregazione ottenne il 4 ottobre 1881 l’approvazione della Santa Sede. Un anno dopo Luisa fondò l’opera dei “Piccoli Samueli” per preparare i ragazzi a scegliere la vita sacerdotale o religiosa. Purtroppo in seguito, nel 1888, quando l’Istituzione fu approvata dalla Congregazione romana, solo le Oblate religiose vennero riconosciute, le Oblate Secolari o delle ‘Riunioni’ e le Dame aggregate, vennero soppresse. La causa per la sua beatificazione fu introdotta a Roma il 15 dicembre 1914 e papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata il 4 novembre 1990.

Un pensiero…

“Ho chiesto per voi…per tutte le vostre intenzione e per la mia, che dove ottenere una perfetta devozione al Cuore di Gesù, che consiste in una fede profonda nel suo amore, generosa per i suoi benefici, sempre attiva per la sua gloria e finalmente un ardente desiderio di piacere alla pratica di chi ha dato un esempio e che sono le uniche capaci di rimuovere gli ostacoli per lo stabilimento dei suoi amici in mezzo a noi “.

He pedido por vosotros…. Por todas vuestras intenciones y por la mia tambièn que tengo que obtener una perfecta devociòn al corazòn de Jesùs, que consiste en una Fe profunda en su amor, generoso por sus beneficios, siempre activa para su gloria y finalmente un ardiente deseo de placer con respecto a la practica de quien ha dado un ejemplo y que son las unicas capaces de remover los obstaculos para el establecimiento de sus amigos en medio de nosotros.

 

LITANIE AL SACRO CUORE

Signore, pietà.
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, unito alla Persona del Verbo di Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, maestà infinita abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fornace dì carità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di carità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tesoro inesauribile di sapienza e di scienza abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, paziente e misericordioso abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, colmato di insulti abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, vittima per i peccatori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, speranza di chi muore in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, gioia di tutti i santi abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.
Gesù, mite e umile di cuore, Rendi il nostro cuore simile al tuo.
Preghiamo.
O Dio Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi, fa' che da questa fonte inesauribile attingiamo l'abbondanza dei tuoi doni.
Per Cristo nostro Signore. Amen.


Per saperne di più :


- Il Sacro Cuore di Gesù

 

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