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				VIA VAI 9
				 
				1 Dicembre
				 
				
                  
                      
                          
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                           Di nuovo il  caos che accende facce aggressive e le  piccole  dispute... ero convinta che  fosse   il 
                      Sig.   Andreotti  a  parlare e mi   stupivo  che  lo 
                      facesse  (in tanti  anni ha aperto bocca due o  tre 
                      volte solo per  dare qualche informazione 
                      richiestagli)  con un timbro  di voce  davvero 
                      irritato, ma  tuttavia arguto, simile a quella del 
                      Presidente. Ma non era lui.  
                               
                      
                        L'ignoto passeggero ce 
                          l'ha con l'autista e giustamente perchè,  benchè 
                          l'abbia avvertito in tempo, questi non ha aperto a 
                          due passeggeri con bagagli voluminosi che dovevano 
                          scendere alla Montagnola.
                       Mi astraggo però quasi 
                        subito dalla  disputa perchè  vengo   affascinata 
                        dalla visione di  un muratore con un copricapo di 
                        carta che mi  riporta  ai  tempi   dell'infanzia, 
                        quando per gioco mio padre, piegando un foglio  di 
                        giornale,  mi  costruiva un cappelluccio  simile...
                      La  giovane negra  che sta diritta dinanzi a me ha 
                        una grossa treccia  scura che le ballonzola lungo 
                        la schiena;  con un dito sottile e  levigato  ha 
                        disperso il vapore acqueo che ricopriva i vetri... 
                        ecco che appaiono le bandiere giallo-rosse  del 
                        Comune e quelle  bianche ornate dal  festoso Ciao 
                        tricolore di Italia '90.  | 
                   
                  
                      
                        La giornata è bellissima 
                          e c'è un sole  caldo, intenso... la brina  sembra 
                          quasi neve depositata sui prati dell'Eurogarden... 
                          mi  ritorna alla  mente l'altopiano di Asiago,  una 
                          mattina di sole  simile a questa... intorno  a  me 
                          vasti campi  sepolti dalla neve alta,  il   nastro 
                          argenteo del fiume ed un silenzio ovattato...  una 
                          cartolina-ricordo fissa nella memoria in cui colori e sensazioni di felicità e di pace restano 
                          intatti e riproducibili.  
                        
                       
                      Un gruppo folto di  gente scende alla Fiera forse per  partecipare ad un  concorso.  
                             
                        
                      Appesa al 
                        mancorrente   dell'auto  penzola  un  manifestino pubblicitario  ricordo delle elezioni: "20/10   per 
                        il Comune n. 42 Ciaffarelli".
                       
                       Una signora anziana 
                        borbotta tra  sè,   non  credo preghi,   rimugina 
                        invece su qualcosa che non le va a genio...  forse  è sconcertata anche dalle mie  manovre  perchè 
                        tento di mettermi  comoda, benchè sia in  piedi, 
                        per scrivere anzi descrivere il mondo circostante.  
                        Noto le  orecchie,  grandissime, d'un anziano... 
                        buffe!   Spesso molti anziani  hanno grosse 
                        orecchie... probabilmente deriva dal fatto che il 
                        fisico si asciuga, i capelli cadono per lo più e 
                        rimangono  solo le orecchie,  grandi, magari,sin 
                        dall'adolescenza, come due antenne ritte a captare 
                        la vita intorno... strano come i Papi, spessissimo 
                        e gli uomini  politici in genere, abbiano grosse 
                        orecchie...
                        
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				6 Dicembre
				   
				 
				 
				https://lightfieldstudios.net/it/145283857/stock-photo-happy-driver-driving-bus-and.html
				 
				 
				  Un  accenno di pioggia che stravolge  tutto. 
				  Gli ombrelli aperti permettono però di stare col 
				  capo coperto e col naso all'aria a guardare  la grigia  palazzina  di fronte alla fermata, da  anni 
				  disabitata...   peccato! Ha un'aria   signorile  con 
				  quei bei fregi attorno alle finestre  polverose...  
				  In mezzo alla via degli operai stanno scavando una 
				  buca ed una signora piccolina s'affretta a dirmene 
				  la ragione che  ho  subito  dimenticato   perchè 
				  s'affanna,  subito  dopo a dilungarsi sulla  salute 
				  dei platani che costeggiano la via e che,  secondo 
				  lei,  sarebbero  ammalati a causa dello smog....  a 
				  me sembrano più vigorosi del solito e li ho visti 
				  straripare di fogliame dopo la recente potatura... 
				  Il  vento ha spazzato via la pioggia e lungo  lo 
				  spartitraffico della Colombo occhieggiano ridenti 
				  e colorati, a tre a tre,  dei vasi  di  fiori, 
				  bianchi quelli laterali e rossi quelli al centro, 
				  apparsi  nella notte ad  abbellire la  città... 
				  difatti il  semenzaio  stamani era deserto  e 
				  sconsolatamente triste, tutta una distesa di terra 
				  marrone e di vasi vuoti. Più avanti, delle  nuove 
				  aiuole, segni  festosi di saluto per l'imminente 
				  arrivo di Gorbaciov  o per l'apertura  dei 
				  campionati di Italia 90? 
				L'autista, un bel ragazzo, giovane, dapprima burbero, rivela 
				  invece un umore allegro e fischietta, rasserenato, 
				  destreggiandosi  nel  traffico di cui  depreca  i 
				  limiti,   diventa sciolto,  spiritoso, dà 
				  indicazioni... una ragazza non sa dove scendere e 
				  lui si dà da fare... la porta non si apre "Gli ha 
				  preso  una  paralisi"...  
				Insomma   è  decisamente 
				  meglio che trovare  un musone che non  ascolta  le 
				  richieste dei passeggeri o risponde con malgarbo...
				 Bravo autista  sconosciuto che allevii con il  tuo 
				  tono burlesco ansie e rabbie...!
				 
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				7 Dicembre
				 
				     Pioggia e attesa... le poche foglie rimaste 
				  sugli alberi si  riflettono ancora nelle 
				  pozzanghere...  
				 Penso a  mio padre che  stasera 
				  partirà  per Buenos  Aires... dove ha fratelli, cognate, nipoti... ha  settantanni 
				  suonati ed uno  spirito  giovane, un pò				  incosciente e  avventuroso, a volte tocca a me riprenderlo,  come si  fa con un  figlio un pò 
				  scapestrato, per qualche  idea fissa, qualche 
				  parola di troppo  su cui non sono d'accordo...  ma  è mio padre,  sono l'unica persona  con cui 
				  realmente comunica... lo rivedrò...
				Un vecchio, 
				  scoppola, baffoni  spioventi e capelli lunghi che 
				  incontro spesso, bofonchia a voce alta e sembra 
				  odiare tutto il mondo circostante...
				 
				 
				 
				******
				 
				 
				 
				 
				13 Dicembre
				 
				   
				 
				       
				        Improvvisamente, da un  giorno all'altro, 
				  nella via Merulana sono fioriti decine e decine di 
				  abeti infiocchettati che salutano allegri l'arrivo 
				  del Natale. 
				  Dopo la pioggia dei giorni precedenti  oggi 
				  finalmente c'è il sole!
				 Comincia intanto  quel 
				  traffico caotico, allegro e confuso che precede il 
				  Natale....  un bel  tappeto rosso è steso in Via 
				  Merulana, mettendo  una nota  allegra...  Il   sole 
				  radente crea giochi  di controluce sulle 
				  massicciate dove fervono i lavori; sulle erbe rase 
				  dell'Eurogarden dove il vapore acqueo condensatosi 
				  durante la notte  crea una rete di nebbia,  che 
				  subito si dissolve... le luci lungo la strada sono 
				  ancora accese...
				 
				 
				 
				  
				
				........				  
				 
				 
				 
				15 Dicembre
				 
				 
				     Giornata  umida, il selciato è tutto bagnato. 
				  93 non se ne vedono... alla   fermata s'affolla 
				  un'accolita   strana: gente di  colore dall'aria spaesata e un mezzo zingaro con bianchi calzoni da 
				  sci ora sporchi di fango, un cappelluccio di lana, 
				  un paio di zoccoli che sta fumando voluttuosamente 
				  una sigaretta fino al filtro.
				 Mi guardo intorno e 
				  noto  un balconcino sospeso nell'aria ornatodi 
				  vasi da cui spuntano allegri fiori rossi. 
				Incontro 
				  Etta, la mia grande amica del cuore, con cui passo due minuti... Poi mi metto guardare i frontoni diseguali dei palazzi.... poi, finalmente, ecco l'auto su cui già si rumoreggia: "Assessore al 
				  Caos", grida, disgustato, un passeggero... 
				   
				  
				 
				Ritorno  
                     
                
				 ...  Affollamento... due bimbe si trovano   vicine, 
				  dietro  le  macchinette dove si fanno i biglietti.., al riparo dalla ressa si 
				  guardano di  sottecchi, timide dapprima specie la 
				  più grandetta,  mentre l'altra fa finta d'essere 
				  impegnata a guardare da un'altra parte... poi pian
				  pianino,  Rossana e Valentina, si parlano, prendono confidenza... sono ormai vecchie amiche quando è 
				  ormai ora di scendere...
				 
				:::::::::..
				 
				 
				19 Dicembre
				 
				 
				PITTURA DI TONY ALONZO
				 
				     C'è un cielo grigio uniforme e costellato, 
				  laggiù,  verso  S.   Maria  Maggiore,  di    piccole 
				  luci... sono le luminarie colorate che quest'anno 
				  in via Merulana  hanno preso la forma  di  antiche 
				  lucerne   multicolori,  non più  gli angeli  che 
				  l'altr'anno  s'incurvavano in archi  di luce. 
				   
				  Accanto a me  passa il piccolo prete cinese  o 
				  indonesiano che,  celebrata la Messa mattutina in
				  Anna, se ne  torna al suo convento francescano
				  poco distante a passo svelto e allegro come chi sa 
				  d'aver  compiuto  il proprio  dovere.  
				   
				  
				Gli  alberi 
				  senza  foglie  sembrano delle sculture estrose che 
				  mi  vengono  incontro   mentre  l'auto  con   impeto 
				  aggredisce  la  salita di S.   Giovanni.
				 
				 A vedere 
				  tutto quel traffico,   un vecchio  con  dei   baffi 
				  aggressivi,  borbotta "...Bruciatele le macchine   e 
				  lasciate  per la  strada solo gli  autisti..."  poi 
				  all'indirizzo  di  Agnelli, sbotta: " Non gli fa i 
				  trattori, gli fa  le macchine... e, rivolto ad un 
				  altro  coetaneo, continua,  prendendosela con le 
				  donne che lavorano : "I ragazzini al nido, i  più 
				  grandetti in mezzo   alla  strada... Persino  i 
				  passeri si tengono vicini
				  i figli finchè sono piccoli e non sanno volare... 
				  Le  madri stanno  dove sta la nidiata...  eppoi si 
				  lamentano che  sono drogati,  che s'occupano  di 
				  malaffari..." 
				 Come smentire la  saggezza dei 
				  vecchi?
				 
				________
				 
				 
				 
				20 Dicembre
				 
				 
				 
				 
				 
				Ritorno  
				   
				  
				     In attesa  dell'auto mi soffermo, come spesso
				  mi accade a scrutare il   cielo...  m'affascinano 
				  come sempre quelle   nuvole bianche orlate  di grigio-
				  azzurro che  ad ogni alito di vento vengono 
				  sospinte  nell'immenso via via, assumono forme 
				  sempre nuove e  affascinanti: corpi di   donne 
				  coricate,   abbandonate, sembra, ad un  sonno 
				  placido,  evanescenti aquiloni, fantastiche 
				  costruzioni...
				 ma poi, fra il rifrangere del  sole 
				  che in questi giorni, quasi contro ogni   legge, 
				  continua a splendere imperterrito, dando alla terra 
				  un  colore  imprevedibilmente primaverile,   tutte 
				  queste  forme si  condensano in un'unica immagine
				  ricorrente: il  volto eterno, sconosciuto  eppure 
				  familiare, di Dio... 
				  Ieri, una pioggia  di sabbia si è abbattuta sulla 
				  città ed oggi le macchine sono cosparse  d'una 
				  coltre fine e polverosa color ocra. 
				  Nel mio piccolo Eden, un enorme albero è  stato addobbato con gli ornamenti tipici del Natale e fa 
				  contrasto con un  fiorire festoso, precoce  ed 
				  imprevisto di decine  e decine di   margherite 
				  biancogialle che sono nate ai suoi piedi.
				 
				 
				 
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				22 Dicembre
				 
				 
				    
				       Esco che è  quasi notte ancora e le lanterne
				  rilucono   lontane creando un'atmosfera  proprio 
				  natalizia e mi  vengono in mente i miei natali di bambina e il  piccolo Presepe costruito su un 
				  tavolinetto 30x50 situato tra la porta e il letto 
				  del mio angusto stanzino... neanche a pensarci  di 
				  metterci una luminaria,  v'era  posto solo  per 
				  qualche  pastorello, qualche pecora,  la grotta 
				  della Sacra  Famigliola, un laghetto di specchio,
				  una  palma, un  ponticello e un pozzo... ma quanto 
				  amore nel metter su quel paesaggio, quanta attesa, 
				  quanti   desideri pronunciati  o   solo pensati, 
				  dinanzi a quel   Bambino di cui   ancora  non 
				  comprendevo   bene la vita e la morte.
				 Ma di cui 
				  sentivo estremamente  importanti le parole e gli 
				  insegnamenti che, sia pur confusamente, trovavano 
				  riscontro nella voce della mia coscienza...
				 
				  Grosse nuvole azzurro cupo si diradano pian piano: 
				  s'addensavano  contro il cielo torpido del primo 
				  mattino, facendo corona  ai campanili diS. 
				  Giovanni...   il  selciatoè umido, coperto   d'un 
				  velo  di brina ma,  a mano a mano che l'auto corre 
				  sulla Colombo,  ecco il sole che ravviva i colori
				  delle aiuole da   poco spuntate  su  piazza  dei 
				  Navigatori:   l'erbetta d'un tenero  verde, il 
				  marrone caldo della terra e fiori bianchi e rossi 
				  che formano buffi ghirigori... e all'Eur è  ormai 
				  sfolgorante,   arrogante quasi all'altezza delle  3 
				  Fontane.   
				Anche la bella piazza  antistante  la  "Gruviera"   mostra  i  suoi   prati  rinnovati  da 
				  festoni di  verde...   ora fa un caldo più che 
				  primaverile.
				  
				 
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				29 Dicembre
				 
				 
				https://primaalessandria.it/tempo-libero/spettacoli/personaggi-famosi-di-alessandria-come-sarebbero-in-versione-cartoon/
				 
				   Alto, sciatto,  biondastro, qualche dente 
				  mancante nella  mascella inferiore, lo trovo che 
				  già  sproloquia prendendo a  interlocutore un 
				  ragazzo biondo che non può che stare ad ascoltare 
				  poichè l'altro gli fa barriera davanti al sedile 
				  e racconta  qualche sua esperienza con il suo psicologo.   "E io metto tutti a testa  in giù" 
				  - ripetedi tanto in tanto, parlando sveltamente...  " È 
				  come a scuola,  quando ti chiedevano: Ma tu stai 
				  guardando nel vuoto... e sì che guardi nel vuoto!". E continuavano a  dire: "Tuo padre e tua  madre?... 
				  Io a mia  sorella le taglio i capelli,  a mio 
				  fratello gli taglio  il pisello..."  
				Detto questo 
				  tace come se questa trasgressione verbale l'abbia 
				  liberato da un peso, se ne sta zitto, rimane 
				  fermo a guardarsi intorno, scrutando   le  facce 
				  assenti  dei  passeggeri che gli ruotano attorno, 
				  bofonchiando ogni tanto qualcosa con una punta di 
				  rabbia e d'ironia: "Ecco l''ospedale...   (è, 
				  invece il  palazzo della   Regione)...  Macelleria 
				  romana e affini - continua lui e batte con  una 
				  sottile   bacchetta estratta da  una busta di 
				  plastica  contro l'abitacolo dell'autista, 
				  invitandolo a   correre e intanto a mò di latrato 
				  vocia: "Bush, Bush...".
				
				 
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				2.1.90 - 
				 
				  
				AL " MAURIZIO COSTANZO SHOW" - 
				 
				L'anno  comincia  sotto buoni auspici. Giorni   fa 
				  sono  stata  invitata alla trasmissione del  nostro 
				  più  grande show  man, Maurizio Costanzo; ieri la 
				  sua  segretaria di  redazione mi ha  confermato  la 
				  mia  presenza  sul palco del   Teatro  Parioli; nel 
				  famoso salottino in cui si riuniscono celebrità  e 
				  persone sconosciute ma con qualcosa da dire.
				Grossa chance per  me - emerita sconosciuta - ed 
				  ancor più grande fortuna comparire accanto ad uno 
				  dei più grandi  uomini politici, scrittore e  uomo 
				  di  spirito  per   eccellenza,  il  Presidente   del 
				  Consiglio,   onorevole  Giulio  Andreotti.  
				 Grande 
				  soddisfazione, anche se il timore di non  riuscire 
				  a  spicciar parola  o di  dire  magari delle 
				  baggianate,  mi ha  tormentato sino all'ultimo. 
				  Un intrico di   telefonate  per  avvertire   amici e 
				  parenti  di  questa   eccezionale  serata  in    cui 
				  avrebbero potuto vedermi accanto a due  personaggi  
				  (Anreotti  e  Costanzo) amati e  odiati   in  egual 
				  misura   dagli  italiani,  io  piccola e 
				  insignificante,  a  cui la parola "scrittrice" sta 
				  un pò  troppo larga, eppure  annoverata   tra  gli 
				  ospiti. 
				  "Cosa  dirò?"  mi chiedevo "che  domanda  mi  farà 
				  l'intrigante   Maurizio?. Forse  - mi dicevo  -  non 
				  riuscirò   nemmeno  a chiedermi nulla,  tanta   sarà 
				  l'attenzione   dedicata  all'Onorevole... Insomma, 
				  come Dio ha voluto, tra lo stress psicologico e la 
				  scelta d'un abbigliamento adatto all'occasione, ma
				  soprattutto   al   mio   stato d'animo, è arrivata
				  l'ora di andare; avrei dovuto esser là alle 18,30,
				  avrei potuto usufruire  anche della macchina messa 
				  a  disposizione  da Canale 5, ma ho rifiutato, non  
				  me la  sentivo di  andare da  sola, volevo sentirmi
				  protetta  fino  all’ultimo   dalla presenza e dall'
				  affetto di mio marito e dei miei figli, almeno  al
				  primo impatto con l'ambiente  e con le personalità
				  che avrei dovuto affrontare.  
				  
				 
				Abbiamo perciò preso la nostra auto, come per una 
				  normale passeggiata in centro, siamo scesi a pochi
				  passi dal teatro  davanti  al quale abbiamo sostato
				  un pò per trovare il coraggio di prendere di petto
				  la situazione, un bel the corroborante per tirarmi
				  su, le battute  eccitate di mio  figlio  undicenne 
				  che aveva già intravvisto Costanzo, il loro  nervosismo 
				  controllato,   la  mancata presenza  (ma   era  così
				  presto!)   di  mio   fratello   all'appuntamento... 
				 insomma,  il  tempo passava. 
				  Ad  un  certo  momento  ho visto   passarmi dinanzi
				  l'imponente figura   di Edmund  Purdom  - un attore
				  noto  negli  anni ’50, soprattutto per il kolossal  “Sinuhe l’egiziano”- che dall'ingresso per gli 
				  attori entrava in teatro e mi son decisa seguirlo,
				  subito  fermata da un  giovane di guardia che mi 
				  chiedeva, ovviamente,  dove volessi  andare. Poi,
				  chiarito  l'equivoco,  l'ho seguito su per scale e 
				  brevi corridoi dall'aria un pò decadente, sino ad 
				  un piano rialzato: là, in poco spazio, c’erano i 
				  camerini adibiti a sala trucco e a sartoria, la 
				  stanza  riservata a Costanzo e una  saletta dove, 
				  volendo, si  poteva   prendere  un rinfresco prima
				  della registrazione. 
				  La signora Dible,  un'attempata ma arzilla 
				  ottantottenne  dalla fluida parlantina è già di 
				  casa e sta  parlando fitto fitto con i  truccatori 
				  mentre Purdom,  sempre un bell'uomo nonostante la 
				  decadenza fisica  naturale e l'esagerata dose di 
				  alcool di cui si  nutre e che ne appesantisce 
				  l'andatura,  s'aggira angustamente nel  piccolo 
				  locale sovraffollato e dopo aver scambiato qualche
				  parola con la vecchietta - che parla perfettamente
				  inglese, non so se perchè se sia  d’origine anglosassone
				  o  perché  tra  i  tanti  mariti  ne  ha  avuto uno 
				  inglese  - la  trascina verso  la  sala   del buffet
				  dove è appena  stata  stappata  una   bottiglia di
				  spumante. 
				  Mi sono seduta su una panchetta di legno stretta e 
				  scomoda posta dinanzi alla stanzetta del trucco e 
				  mi guardo intorno con un'aria spaesata, non sapendo 
				  bene come comportarmi, un pò  imbarazzata   dalla 
				  disinvoltura   degli altri che, pur  mostrando un 
				  certo nervosismo sono abituati da lungo tempo alle 
				  entrate in scena.
				 
				  Spaccesi,  che  si lamenta per un  occhio   malato, 
				  riempie con la sua  imponente figura e con la sua 
				  irruenza  il  piccolo andito...  Per   fortuna,  un 
				  ragazzo, chiamiamolo così, dall'aria depressa, mi
				  chiama nella sala trucco per firmare  la lettera
				  liberatoria in cui mi prendo carico di quello  che 
				  dirò, sollevando tutti da ogni responsabilità.
				Maurizio 
				  Costanzo, mi  distoglie da quelle  ambascie; 
				  ritrovo la mia  calma e per rincuorarmi ancora di 
				  più, mi siedo dinanzi allo specchio e chiedo alla 
				  simpatica truccatrice di mettermi il mascara che, 
				  nella  fretta, ho   dimenticato; con abili  mano 
				  l'operazione viene compiuta in un batter di ciglia 
				  (per così dire)  e per aggiunta,  poiché sono del
				  tutto cerea in  viso, sfuma leggermente le  guance
				  pallide. L'effetto è buono: fisicamente oggi sono 
				  in forma e  il mio bel maglione Positano blu, che
				  riservo alle occasioni importanti, d'un blu scuro
				  ma brillante,  ravvivato da intarsi  di  velluto
				  e perline,  contrasta delicatamente coi colori del 
				  mio viso. 
				   
				  
				
                  
                     | 
                     
                      Ritorno sulla  panca su cui mi raggiunge Purdom  a 
                      cui  chiedo un autografo, fanciullescamente; ancora lo  ricordo per la  sua interpretazione di "Sinuhe 
                      l'egiziano", un film che ho visto nell'adolescenza 
                      e che rivedo ogni volta con passione, ricordo  che 
                      forse  lo  tormenta un pò - è passato  così tanto 
                      tempo e forse pur avendo impersonato altre  figure 
                      ugualmente   importanti nel corso degli   anni,  sia 
                      nel  cinema che nel  teatro, molti  lo  raffigurano 
                      ancora in quel personaggio, per lui  probabilmente
                      ormai  molto  scomodo perchè gli  rammenta la sua 
                      passata, perfetta bellezza d'un tempo o altre cose
                      trascorse, i sogni, le speranze della  giovinezza,
                      realizzati forse ma poi sprecati così come  spesso
                      accade  alla  stragrande maggioranza degli esseri 
                      umani.
                         
                          Lui  con  condiscendenza e modi gentili, reso  solo 
                          un  pò  goffo e rallentato nei movimenti a  causa 
                          dell'alcool,   mi accontenta e sul libro che  gli 
                          porgo - un  grosso quaderno dalla  copertina 
                          colorata su cui io  ho scritto una cinquantina di 
                          favole e forse m'illudo di poter parlare anche  di 
                          quelle  in  trasmissione   -  su cui  a  lui  pare 
                          ravvisare un quadro di qualche pittore famoso,  mi 
                          scrive una frase: "A Patrizia, buon anno '90" e  la 
                          firma.
                       
                        Intanto, mentre Costanzo sta parlando con un altro 
                        ospite  -  Ninì  Salerno - ecco  che arriva il 
                        Presidente  Andreotti, annunciato dal  passaggio delle  sue guardie   del  corpo  che   lo  scortano 
                        direttamente   nel camerino di  Costanzo,  dove, 
                        scalzato subito l'attore, l'illustre uomo politico 
                        sosta per uno scambio di idee e vi resta mentre il 
                        padron di casa   cambia  alloggio,  fingendo  di 
                        impartire le sue  raccomandazioni o facendo 
                        conoscenza con gli altri ospiti.
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				  Finalmente  chiama  anche me che nel  frattempo  ho 
				  continuato a rimuginare su quello che potrei o non 
				  potrei  dire  nel corso della  trasmissione...  mi 
				  faccio avanti e mi ritrovo in una stanza caotica, 
				  forse  un  grande bagno con dei  lavamani, tutta 
				  ingombra  di assi o  di scenari... non so  mi  sono 
				  distratta,    tutta  presa  come   sono  da  questo 
				  momento,  da questo incontro con il   personaggio 
				  Costanzo. 
				Costanzo    piccolo   quanto  me, forse 
				  meno?,  grasso e  stretto nell'immancabile  vestito 
				  blu  che ora porta  sbottonato, il viso ironico e 
				  provocatorio di sempre, lo stesso che gli  vediamo 
				  in   televisione,  due  occhi   acuti,  penetranti, 
				  indagatori  ma in fondo buoni -  occhi  tondi da 
				  persona positiva e generosa - e mi accoglie con un  "Venga,   cara..." complimentandosi con me   per il 
				  mio  diario,  chiedendomi   se mi piacerebbe  che 
				  venisse  pubblicato...     
				 Gli rispondo,
				  riallacciandomi alla trasmissione di ieri sera, in 
				  cui aveva chiesto  agli ospiti di esternare  i 
				  propri sogni o desideri, che uno dei miei sogni si 
				  sta   realizzando  ora, partecipando  al  suo   show, 
				  l'altro,  appunto sarebbe quello  di poter 
				  pubblicare  qualcosa  di mio. Mi dice   che  posso 
				  intervenire  nel  corso dei  discorsi che si 
				  intrecceranno e mi chiede qualcosa inerente a  ciò 
				  che ho scritto, ma  non ho memoria della  domanda, 
				  frastornata come sono... mi sento solo rispondere 
				  che vi sono tanti personaggi da poter  descrivere, 
				  tra  cui uno che io  ho soprannominato  "il  Signor 
				  Andreotti"   -  non so se potrò  citarlo  senza  far 
				  inquietare il Presidente - e un altro "il  tifoso" 
				  perchè   ovviamente tifoso della Roma con  tutto 
				  quel giallorosso  che si porta addosso:  bretelle, 
				  cappelluccio, ecc... ma quando tocco questo tasto 
				  sembra  seccarsi  leggermente  e mi   dice  di  non 
				  parlarne, sennò si arrabbia lui... Non so di che squadra sia tifoso, ma non certo della Roma...
				 
				  Gentilmente mi accompagna verso il corridoio e  mi ritrovo tra le  quinte insieme agli altri per le 
				  prove relative all'entrata in scena... io sarò  la 
				  prima a star  dietro alla tenda blu di velluto da 
				  cui dovrò uscire e, scesi  quattro   gradini,  mi 
				  ritroverò  sul palcoscenico dove alla  sinistra,
				  sulla seconda poltroncina di bambù  troverò il 
				  posto  assegnatomi. Mi  hanno  già sistemato il 
				  piccolo microfono  che mi spunta dal maglione ed 
				  ora  faccio le  prove microfono; la  stessa  prassi 
				  viene seguita dagli altri ospiti... tutto   pronto 
				  per l'inizio della trasmissione. Dietro le  quinte 
				  passano   alcuni minuti in  attesa,  scambiando 
				  qualche parola; io mi sento a disagio e sembro un 
				  pesce fuor  d'acqua, intorno a me  tecnici, gente 
				  che va  e  viene, le guardie  del corpo 
				  dell'onorevole  e  lui che, disinvolto, gentile  ed 
				  estroverso   racconta qualche aneddoto a Spaccesi 
				  che gli ronza intorno come una mosca attirata dal 
				  miele, ma include anche me nell'ascolto, volgendo ogni tanto anche verso di  me,  che gli  sono 
				  vicinissima, lo sguardo velato dagli occhiali.  La 
				  sua voce pacata,   quasi  monocorde, vibra 
				  d'ironia...   la  signora  Dible mi  esorta a non 
				  essere  timida  -  lei  non lo è  mai  stata-... 
				  Bracardi,  stasera vestito in giallo, mi si è
				  presentato allegramente per darmi coraggio ed ora è pronto ad entrare in scena... 
				 
				  Ecco la  sigla   e lui e Costanzo  sono  già sul 
				  palcoscenico   dove  iniziano i  convenevoli   e  le 
				  battute  con  il   pubblico... poi  il  regista   mi 
				  invita  a pormi   dietro alla tenda blu mentre 
				  Costanzo spiega, in  poche ma eloquenti  parole,  il 
				  perchè della mia presenza in trasmissione: "... un 
				  diario... non pubblicato - non capisco perchè...				    -".  
				  "Entri  - mi  incita la voce del regista e  le  mie 
				  mani, afferrate a  due ganci di stoffa rossa, che 
				  contrasta col blu elettrico della tenda, scostano
				  i  due  lembi   di stoffa e  sono  nella   luce  dei 
				  riflettori, scendo i quattro micidiali gradini che 
				  portano  sul  proscenio e  che rappresentano  per
				  molti  un  ostacolo, stringo la mano di   Costanzo, 
				  tesa ad aiutare e salutare, mi  avvio  al  posto 
				  assegnatomi e siedo,   cercando  di  trovare   una 
				  posizione  conveniente alla mia  piccola  statura; 
				  seguono  man mano  gli altri ospiti  e ultimo, 
				  accolto da calorosi applausi, il Presidente che si
				  siede al posto  d'onore, sul divanetto  accanto  a 
				  Purdom. 
				 
				  Maurizio, come si poteva ben prevedere, gli dedica le prime domande  per soddisfare la curiosità  dei 
				  suoi utenti ed anche perchè penso proprio che  sia 
				  affascinato anche lui, una volta tanto, dall'aria 
				  sorniona ma  vigile, dalle battute pronte  eppure
				  enunciate con tutta calma da Andreotti....
				Il resto non ve lo so dire, ho raccontato in breve le mie esperienze di viaggiatrice sugli autobus, hanno per lo più tutti voluto sapere di che si parla là sopra, Andreotti ha fatto una battuta, già sapendo dare la risposta, quando ha chiesto se si parlasse del Governo e dei suoi emissari, ed il tenore delle battute, sicuramente un pò negative, sui rappresentanti del governo, voleva saperese ero impiegata presso la Democrazia Cristiana... "No,no...." ho risposto quasi spaventata, dando adito ad Andreotti di farsi una bella risata... 
				   
				  
				Intanto anche gli altri esternano i loro pensieri, previsioni, progetti per il futuro... Alla fine, debbo fare la passerella, davanti a tutto il pubblico, poi, non so come, mi ritrovo accanto ad Andreotti, che attende la sua scorta e si complimenta per quel poco che ho dato, poi, finalmente, mi ricongiungo ai miei, mi avvio verso l'uscita, dove qualcuno si complimenta direttamente con me, m'accendo una sigaretta...
				Che serata....
				 
				*********
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				8 Gennaio 1990
				 
				
                  
                     | 
                          
       Piove, una pioggia uggiosa.Speravo tanto che 
                      fosse neve come tre anni   fa, quella magnifica 
                      notte dell'Epifania... ma forse un avvenimento del 
                      genere può  accadere una volta sola  nella  vita. 
                       
                        Come ogni anno  m'ero attardata con  Paolo a 
                        riempire con  dolciumi le calze per i  agazzi da 
                        appendere alla cappa della cucina; fuori c'era un 
                        traffico rado e le  poche macchine emettevano un 
                        rumore  soffice soffice...  
                         
                      
                       Come  colta da un 
                        presentimento, mi affacciai e davanti a me s'apri 
                        il fantastico ed imprevisto scenario della   via 
                        Merulana incipriata   di  neve:  un  velo leggero 
                        leggero, quasi trasparente che le luci soffuse dei 
                        lampioni rendevano  più roseo ed evanescente... 
                        una trama appesa  ai rami degli alberi e sui  fili 
                        della  luce, uno  sfumato intreccio di festoni che 
                        agghindavano i davanzali delle finestre...   
                      
                           Una  ragazza  dai lunghi capelli  ricci  si 
                        lamenta che sono due ore che sta sui mezzi...  
                         
                      
                      Sono   rientrata al lavoro dopo 4 gg,   di  ferie. Scalpore per la mia apparizione in Tv. Chissà che 
                        darebbero alcune mie colleghe e colleghi per esser 
                        stati al mio posto. Non posso  trattenermi dal 
                        pensarlo e nello  stesso tempo come se 
                        quest'avvenimento  non fosse capitato a me...  un 
                        sogno ad occhi  aperti che non mi ha scalfito più
                        di tanto... 
                       
                      Ma sarò strana?
                       | 
                   
                 
				 
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				10 Gennaio
				 
				
                  
                     | 
                    Una giornata  tranquilla ma che sotto sotto mi 
                      sembra nasconda un "movimento sotterraneo" come  un 
                      mare  apparentemente calmo sopra e in  profondità 
                      animato da  turbolenze.  
                       
                    
                      Come sempre recito  i 7 
                        Pater,  Ave e Gloria così come suggerito  dalla 
                        Madonna di Medjugorje per  la Pace nel mondo, ma  oggi  io 
                        prego per la pace interiore di ogni singolo, forse 
                        più  importante poichè, raggiunta  quella 
                        sicuramente i rapporti con gli  altri   sarebbero 
                        diversi. 
                       
                        La mia attenzione viene afferrata da una figuretta 
                        che,  sulla discesa  di Via Druso, sembra  scivolar 
                        via, come se pattinasse... è una ragazza vestita 
                        interamente di viola: scarpe, pantaloni attillati, 
                        una  mantella,  un  cappellino di lana...  mi  fa 
                        venire in mente  una figurina di carta degli  anni 
                        30, quelle che si ritagliavano per poi incollarle 
                        sulle  letterine di  Natale o per guarnire  i 
                        quaderni d'una volta, con la copertina nera... 
                         
                      
                       Un 
                        sole, appannato da  un alone di nebbia,  ci  insegue 
                        tra gli alberi dei Vivai del Sud...
                       
                       | 
                   
                 
				 
				 Continua
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