Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

VIA VAI 3

 

 

 

 

 

1 Settembre
  


  

https://www.semprenews.it/news/Chi-sono-i-Rom.html




     Giorno d'esami di riparazione, ma in giro ragazzi non ne vedo. Hanno tutti preso corse precedenti per arrivare puntuali in aula con le loro paure  e  i loro rimorsi pigiati in fondo all'anima assieme alla speranza di farla  franca.
Un altr'anno si impegneranno senz'altro di più per evitare d'essere rimandati a settembre!
C'è un cielo chiuso e grigio che dà noia, come quella bidella laggiù che è in ritardo e parla con una compagna in stretto dialetto del sud, con una cadenza cantilenante ed acuta insieme.
Accanto all'autista, una bimba ed un altro dipendente dell'Azienda che parla, parla a voce alta raccontando avvenimenti gioiosi o  pericolosi avvenuti  ad  altri autisti  nell'esercizio  delle loro funzioni e dipingendosi quasi un supereroe in alcuni scontri avuti con dei teppisti. La  bimba, silenziosa  tra  i  due omaccioni,  ascolta affascinanta e incredula col nasino all'aria e  le lunghe trecce bionde sulla schiena...

Fuori  del  finestrino  il  paesaggio  scorre con rapidità e monotonia insieme. Ma, ad  un  angolo della Colombo, su un largo spiazzo, intravvedo una
scena commovente come un quadro...  una zingara giovanissima, bianca, bella e pulita trastulla un bimbo ancora  in  fasce  con una cuffietta  bianca e azzurra, ne spia il riso che travolge il piccolo corpo ed anche la sua bocca sorride, felice, mentre scrolla nell'aria la testa altera e ben disegnata.
Un'anziana signora ben vestita e curata, si poggia ad un  ragazzo vestito con un gilet nero ed una camicia bianca di  fine cotone, adorno di bracciali,  borchie ed altri orpelli che la  moda proclama  necessari.  Nonna  e  nipote  discorrono affettuosamente con  accento  napoletano,  ma il linguaggio non è greve nè popolaresco,  vecchia nobiltà partenopea, forse. Ogni tanto una risata giovanile emerge  dall'ampio petto della donna ritornata coetanea del nipote per qualche attimo e quest'idilliaca condizione la sostiene ancor quando, svelta ed agile nonostante il peso  e l'età, scende dall'auto  ancora  presa dalla conversazione.

 

 

 

 

 

2 Settembre

 

https://www.ilmetropolitano.it/2019/09/11/roma-tor-di-valle-in-arresto-autista-di-bus-internazionali-per-ricettazione/

 

     Stamani è una giornata nè triste nè allegra, quasi incolore e quando salgo sull'auto m'immergo subito nei miei pensieri senza guardarmi attorno,  senza scrutare com'è mia  abitudine,  i miei compagni di viaggio. Ma presto mi distendo e mi  scopro ad ascoltare  un'antica melodia romanesca:  è  l'autista,  un  uomo  non ancora anziano, massiccio e dal viso largo e aperto, che canta con voce piena sciorinando il  suo intero repertorio di stornelli e barcarole tradizionali.
Tutto l'auto è pervaso da un'atmosfera nostalgica ma non  triste, persino le facce più arcigne s'addolciscono e su alcuni volti appare, inconsapevole, un sorriso.
E lui, quando non canta, fischia modulando effetti o commenta  ogni   fermata, rivolgendosi al passeggero alla sua destra, con battute  allegre. Sarà perchè ora è spuntato nel cielo un sole allegro e  penetrante; ma no, è uno di quegli spiriti gioviali che intorno dispensano un pò  di allegria e fanno dimenticare il monotono tran tran quotidiano.
Anche il cane lupo che accompagna il giovane cieco e s'accuccia quieto ai suoi piedi sonnecchiando tranquillo,  oggi  ha rialzato  il capo, risvegliandosi dal suo dormiveglia ed ascolta  con le  orecchie  diritte  ed  attente  quest'inattesa novità...
Fuori del finestrino non guardo quasi più,  tanto ormai  le  immagini  consuete  vi  sono  impresse, conosco ogni tratto della lunga strada in discesa, i  colori delle case... ma oggi noto  due  anziani turisti che si tengono sottobraccio: magro lui  in pantaloni bianchi e giacca di maglia blu, lei  con una maglietta rosa shocking. In capo hanno ambedue un cappello di paglia, classico quello dell'uomo mentre quello di lei è  leggermente arrotondato sulla  cupola e sfoggia un bel fiore dello  stesso colore sgargiante della maglietta.
Vanno così, lieti e ridenti, con un passo spedito alla conquista delle strade di Roma,  sostenendosi l'uno sul braccio dell'altro...

 


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3 Settembre

 

https://www.avvenire.it/agora/pagine/roberto-minervini-what-you-gonna-do-when-the-world-s-on-fire-mostra-del-cinema-di-venezia

Sale oltre gli archi, forse abita in uno dei palazzoni alti ed incolori di cui quella zona pullula, il ragazzetto bruno che sembra un indiano, emettendo dei suoni gutturali e chi non lo conosce si guarda attorno stupito ed impaurito.
Ma  quello è il suo unico modo di comunicare  con gli  altri, oltrechè coi gesti delle mani  sempre mobili con cui cerca di tradurre quei gridolini.
È  uno  di  quegli  esseri  che  resterà sempre ragazzo,  con quel corpo filiforme color  nocciola scuro,  quegli occhi tondi che rotea  intorno  per dar più forza alle sue mute domande. S'avvicina a chiunque veda un pò disposto a non scacciarlo  in malo  modo  e, a gesti, fa intendere  qualcosa;  a volte,  inconsapevolmente, emette quei suoi  suoni smorzati  che  colgono  alla  sprovvista  il   suo improvvisato  interlocutore, il quale non sa  più se  sorridere o no ai suoi giochi di mimo.  Spesso fa il possibile per ignorarlo, fissando un punto lontano oltre  la sua  testa,  per  evitare di guardare quegli occhi che hanno una loro  infinita eloquenza.
E  allora, quando non ha più con chi comunicare, il ragazzo fa un cenno all'autista - ormai lo conoscono tutti - ed alla prima fermata  scende, lanciando  nell'aria  suoni  scomposti. 
E, fermo sotto la pensilina, alza in aria la  mano col  pugno  chiuso verso l'auto,  quasi  fosse  un bersaglio da cogliere con rabbia ed energia... poi s'inoltra  nel  traffico e  scompare  alla  vista, destinato ad una perenne sfida.

  

   ...  Non l'avevo vista  prima  perchè era seduta ma ora, in piedi, la stranezza si nota: una delle due gambe, dal ginocchio fino al piede è enormemente  gonfia  mentre  l'altra,  più  che normale,  non desta alcuna curiosità.  Impacciata da  quell'enorme tronco che deve  trascinarsi dietro,  la donna barcolla e  s'aggrappa  all'asta d'acciaio per non cadere ad ogni scossone.
Benchè non sia corretto, il mio sguardo e  quello degli  altri  intorno  a  lei,  è   magnetizzato dall'arto  abnorme,  così in contraddizione con l'altro gemello, così diverso...

     Il giallo pastoso dei platani lungo il  viale mi distoglie e mi consola da ogni umana malinconia e  quasi  mi diverto -  sconsideratamente  -  alla buffa  visione  che appare a P.za  Numa  Pompilio, d'un  camioncino in pezzi e del suo  proprietario, un  anziano sparuto dalla faccia ansiosa che gira in tondo attorno, cercando di ravversare i  pezzi sparsi  sul  selciato.  Anche  la  faccia   ottusa dell'uomo  imponente  che io  chiamo  Carnera, si distende per un attimo in una specie di sorriso...

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5 Settembre

https://canaledieci.it/2021/05/14/incivile-abbandona-ingombranti-colombo/

 

     Indossa  un  completo grigio  perla  sfumato, l'uomo d'età avanzata ma non vecchio che siede sull'ultimo sedile dietro il guidatore, l'unico un pò  appartato.  Stentatamente, per la velocità dell'auto che a volte scarta all'improvviso dinanzi a qualche ostacolo, prende appunti su un piccolo f oglio di carta con una grafia severa e puntigliosa, quasi illegibile. Ha  uno  sguardo attento,  quasi indagatore dietro gli occhiali dalla montatura argentea.

 

Non troppo lontano, alla sua sinistra, una giovane donna scrive anch'essa, forse appunti di lavoro  o chissà,  poesie,  favole.

Appena  se  ne  avvede, l'uomo che ha ormai smesso di scrivere,  l'osserva incuriosito e senza preamboli, gentilmente le chiede se stia annotando osservazioni  o appunti relativi  alla sua professione. La donna  risponde serena che trascrive più che altro sensazioni  da trasformare  poi, col tempo, in poesia e  rimbalza la  domanda al suo interlocutore che, garbato,  le spiega di essere un medico ricercatore,  promotore d'un gruppo di una famosa Università romana  che, con  passione  ed amore, sta  portando  avanti  un lavoro  della massima importanza. È  alle  soglie d'una sensazionale scoperta che presto verrà resa nota  al mondo.

Megalomane, pazzo, visionario?  Se ne incontrano tanti lungo il percorso...
Ma lui è serio, pacato, colto, crede in ciò  che sta  dicendo, crede in  Dio,  nella Provvidenza, nell'amore  dell'uomo  e per  l'uomo...  e  forse, sentirò davvero parlare della sua scoperta!

 

     Su un enorme spazio vuoto,  uno dei pochi ormai  lungo  la Colombo,  s'innalza  una  piccola città:  un agglomerato di cassette di  legno, proprio  quelle che servono per gli ortaggi,  la frutta,  di legno di balza leggero e chiaro.  Esse si  accumulano una sopra l'altra,  una affianco all'altra,  in file  parallele che  si alzano sbilenche verso il cielo a sfidare ogni legge  di gravità.  Di giorno in giorno la piccola  città s'ingrossa a vista d'occhio e ogni  tanto  un piccolo  incendio si propaga fulmineo in  quella selva di scatole; se ne vede di lontano il fumo bruno divampare silenzioso ed aggressivo... ma il giorno  dopo, la piccola città è di nuovo là, distesa sotto il sole e sotto la pioggia: nessun dramma l'ha scalfita, essa continua a crescere giorno dopo giorno, silenziosamente inerte.

 

 

 

 

6 Settembre

https://www.lastampa.it/cultura/2011/03/02/news/chi-invidia-avvelena-anche-se-1.36973101

 

 

     Ho ritrovato oggi, dopo molto tempo,  la giovane donna che si guarda allo specchio, con le solite buste di plastica, tre o  quattro, accuratamente  disposte in grembo. Oggi se ne  sta ferma a guardar fuori del finestrino  con  aria corruscata e non si guarda allo specchio.
Indossa un vestito bianco e fucsia, di cotone con le bretelle che le lasciano nude le spalle nonabbronzate. È d'un biancore uniforme, malaticcio per  questa stagione che prevede almeno una  lieve tintarella dorata.
Un  uomo ancor giovane, corpulento e rozzo, dal sedile di fronte non l'abbandona con lo sguardo da quando è salito, tamburella con le dita sopra il  sostegno d'acciaio, fa del tutto per farsi notare da lei, spingendo in avanti il grosso torace, sibilando  tra i denti...

Ma lei guarda insistentemente fuori, immersa o persa nei suoi pensieri, e di tanto in tanto, con una smorfia di disgusto va aggiustando attorno al sedile, utilizzato da centinaia di persone, un foglio  di plastica trasparente che le  evita così il contatto.
La sua bocca carnosa, che mi ricorda la matrigna di Biancaneve,  Grimilde, nell'indimenticabile cartoon di Walt Disney, si contorce in una smorfia di  ribrezzo ogni volta che per aggiustarla deve, suo malgrado, toccare il materiale plastico del sedile.
La  lascio con i suoi pensieri contorti e con il suo disgusto, mentre l'uomo di fronte a lei continua a guardarla, tentando inutilmente di attirare la sua attenzione...

 

 

 

 

7 Settembre

https://it.vecteezy.com/arte-vettoriale/1904868-sindrome-di-down-mani-flat-style-icon-vector-design

 

     Salgo stentatamente a causa delle due borse colme di spesa che oggi porto a casa e mi  sistemo nell'angolo accanto all'autista, schiacciata contro il vetro del piccolo abitacolo.  È un orario inconsueto per me questo e subito, difatti, mi  trovo tra facce nuove, diverse, tranne quella
dell'anziano  laggiù col viso lungo che ciondola dal sonno.


 ... Sale a mezza via tra una fermata e l'altra e ringrazia con un vocione altisonante l'autista, lanciandogli un "Bravo!" che rimbomba per tutto il
veicolo.  È un mongoloide adulto, piccolo e tarchiato, il  volto tipico degli "affetti da sindrome di Down", calvo il cranio chiaro percorso da piccole cicatrici bianche, il volto roseo quasi infantile e segnato  inconfondibilmente dalla malattia. La bocca è una fessura rigida sul volto gonfio  e gli occhi, in cui brilla una scintilla d'intelligenza,  sono mezzi chiusi;  le corte sopracciglia bionde s'alzano su di essi a fatica.
Appena su, scorge un volto noto, un uomo di  mezza etàd ai capelli sale e pepe liscissimi, un  volto marcato dai tratti interessanti, due occhi lunghi ed un colorito olivastro - ricorda un pellerossa o un eschimese - e gli si avvicina, subito contento, dandogli una pacca sulle spalle e bofonchia qualcosa,  si lamenta di dover andare al lavoro  - che  noia, dice lui - che vorrebbe invece  passare il  suo  tempo dinanzi alla tv. 
Parla abbastanza speditamente  ma  i  suoi son discorsi da bambino anche se usa  parole  adulte.
L'altro sbuffa e rotea gli occhi intorno non seccato, solo un pò annoiato ma poi gli risponde con lo stesso tono che generalmente si usa coi piccoli.
Lui, intanto, tossisce con una tossetta forzata e secca da bimbo che vuol attrarre l'attenzione degli adulti per avere una carezza  o una chicca.  Gli  regalo qualche cubetto di liquerizia e lui  mi ringrazia contento e s'acquieta un pò, ingollandone due insieme e sciogliendoli lentamente in bocca; il succo bruno gli  tinge la piccola bocca.
Si guarda intorno, cercando ancora altri interlocutori, si  rivolge a gran voce ad un giovane bruno dai capelli  impomatati,  occhi azzurri ed indecisi se rispondere o no alla  netta domanda: "Dove vai?" che, purtuttavia non attende risposta.  E difatti  il  mongoloide seguita a sbuffare per questa noia d'andare al lavoro. 
Poco dopo però saluta tutti ormai giunto alla sua meta; scende, tragica figura senza età, attaccando discorso con una signora anziana carica di borse, ancora bofonchiando di stizza.
Il vecchio striminzito e bianco che ciondolava dal sonno,  riprende contatto con la  realtà e si rivolge agli astanti per chiarire che il lavoro del  mongoloide altro non è che frequentare un asilo e che, sia pur controvoglia, lui ci va per timore degli scappellotti che gli darebbe, altrimenti, sua nonna...
     Oltre  gli archi, sotto il  ponte, ecco  il fantasioso diramarsi della ferrovia con l'intreccio delle linee elettriche e  dei  binari scuri  contro il pietrisco bianco. Lunghe file di vagoni giacciono uno in fila all'altro come innocui serpentelli multicolori; ce n'è una fila, laggiù, tutta verde, un verde   brillante, primaverile che mette allegria.
Sulle massicciate di terra bruna nascono spontanei e  numerosi,  cespugli di varie  specie e ciuffi d'erba  tenera tra cui qualche fiore di campo che
presto  intristisce, al  contatto  con  quest'aria inquinata  dai  mille scappamenti delle  auto  che percorrono ininterrottamente la Colombo.

 

 

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20 Settembre

 

https://www.tally-weijl.com/it_IT/cropped-knit-bubble-jumper-ibf-7612959314874.html?gclid=EAIaIQobChMI14qs4PHi8QIVoAWiAx1weANOEAQYBCABEgKRC_D_BwE

 

     È una ragazza d'oggi ma non marcatamente sfacciata nè con quell'aria immatura di sfida ed aggressività che caratterizza molte delle sue coetanee: piccolina, con due occhi dolci, capelli bruni  lunghi e scomposti sulle spalle, una  bocca carnosa e ben disegnata.  Indossa   un  maglione  stretto in  vita da un cinturone di cuoio tempestato di borchie - com'è di moda -  messo addosso in  fretta stamattina presto, quando la giornata s'annunciava  fredda  e piovosa. Ma, dopo una mezzora d'acquerugiola fine, il tempo ha fatto un voltafaccia e adesso splende un sole ancora estivo che dà noia a chi ha indosso capi  di  vestiario più adatti ad un temporale.
La giovane soffoca dalcaldo che le infonde il grosso golf rosa shocking e l'agitazione l'invade: è tardi,  in  aula le lezioni della  prima ora saranno  già iniziate. È solo il secondo giorno di scuola e questo ritardo la impensierisce, forse deporrà a suo sfavore, i professori vedranno in esso un segno di disinteresse, di menefreghismo?
Si agita, cambia posto, cerca uno spiraglio da cui assaporare una boccata d'aria fresca e pulita, si ravvia nervosamente i capelli lisci  che  le invadono la fronte, scostandoli con il braccio: al polso, una ventina di braccialetti di varie fogge di  cuoio,  di  plastica,  di  fili   multicolori intrecciati.  Si aggiusta sulle spalle lo  zaino- cartella  in  cui ha disposto  con cura  i  suoi strumenti  di lavoro: squadre, righelli, matite  e penne   colorate,   fogli  da   disegno,   poichè frequenta la Scuola d'Arte Silvio d'Amico.
Non ha l'aria strafottente che di solito i giovani della  sua età sfoderano ad ogni piè sospinto  o è  quest'ansia  che  l'opprime,  il  timore   dei professori  che  la  rendono,  lei  ancora   così insicura,  ancor più bambina. Ha uno o  due  anni più  di  mia figlia e il mio cuore  di  madre  è pervaso da una tenerezza verso quest'essere  così indifeso   i  cui  occhi  quasi  cercano   in   me comprensione,   una  parola  d'incoraggiamento   a
parlare,  a  sfogarsi. Io gliene  dò  l'occasione rispondendo  ad  una sua domanda  pretestuale  che m'invitava ad indicarle la sua fermata sulla strada ancora sconosciuta per lei.
Le  dò spago,  le chiedo  dei suoi studi, l'incoraggio, la illudo dicendole che forse i suoi professori  capiranno le difficoltà  che ha incontrato nel suo lungo tragitto in autobus,  che anche loro sono al corrente delle  imprevedibili soste o intralci che possono verificarsi  sul percorso...  Lei  mi guarda con  quei  suoi  occhi bruni e dolci quasi rasserenati.
La sua fermata è ormai a pochi passi; percorrerà di  corsa gli ultimi metri che la  separano  dalla scuola e dai suoi impegni. Mi ringrazia con calore per quel pò di compagnia e di fiducia che il  mio parlare, distraendola dal suo pensiero  ossessivo, le ha trasmesso, mi saluta con effusione.
Di  fretta  salta  giù  dall'auto  ma,  prima  di schizzar via a spron battuto, si volta indietro  e mi elargisce un gran sorriso...

 

     Una selva di palazzoni dai colori  ormai stinti si stende alla mia sinistra, sormontata da una schiera  di antenne impertinentemente rivolte verso  l'alto.  Su  due  costruzioni  dei  Lloyds campeggiano  aggressivi  grossi striscioni  gialli su cui in lettere cubitali rosse gliaffittuari hanno  scritto: "SFRUTTATI  E  SFRATTATI...  VÙ CUMPRÀ...  TIÈ...   CASE  NON  IN   VENDITA...", protestando  contro le decisioni della  società intenzionata a sfrattarli.

 

 

 

 

3 Ottobre

https://www.proprofs.com/quiz-school/story.php?title=what-anime-girl-are-you

 

 

La Colombo oggi è stranamente vuota. I prati che la costeggiano, solitamente striminziti,  oggi sembrano  delle grandi distese d'erba  tenera. 

In mezzo ad uno spiazzo, un uomo di mezza età, un barbone, è seduto, gambe incrociate, dinanzi ad una valigia da cui sta estraendo un violino, unico retaggio forse d'una sua passata esistenza...
Caso più unico che raro, l'auto è guidato da un autista giovane e cordiale che, instancabile, apre le porte ad ogni richiesta senza adombrarsi,  come avviene  invece  alla  maggior  parte  dei  suoi colleghi.
Sarà  che oggi  imprevedibilmente c'è  poco traffico,  sarà che lui è giovane e non ancora corroso  dal rumore, dal caos del traffico,  sarà perchè ha fatto amicizia con due ragazzette  che stanno andando a scuola,  ambedue belline e sportive, leggermente truccate, una mora e l'altra biondissima. 
Discorrono animatamente, ciarlieri, garruli, anche lui  che, attento ai veicoli intorno,  svolge allegramente il  suo lavoro. Prende la  vita con filosofia e forse non diventerà mai uno di quegli autisti insensibili che bofonchiano  in continuazione e col loro scorbutico agire già ti dispongono  di  cattivo  animo all'inizio d'una mattinata; racconta aneddoti alle due ragazze che ridono, spontanee. Sono giovani tutti e  tre, è giusto, naturale che si trovino d'accordo.
La  giornata s'annuncia splendida, fredda ma limpida, il sole già alto trapassa allegramente i vetri,  trapassa anche me, caldo, confortevole.  E il  nastro d'asfalto grigio scuro e  noioso  della Colombo,  si  snoda gaiamente fino alla  fine del rettilineo.
Le due fontane garriscono oggi, anch'esse  allegre e ridondanti d'acqua; ecco, siamo vicini alla fine della   corsa.  Anche  le  due  giovani  scendono
salutando l' autista che rimane solo, pensoso. Ma  non  triste,  poichè,  ciarliero  ed  allegro com'è troverà presto nuova compagnia!

 

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4 Ottobre

https://www.meteolive.it/news/Prima-pagina/1/meteo-maltempo-in-arrivo-al-centro-e-poi-al-sud-al-nord-un-po-freddo-colpo-di-scena-da-met-mese/89510/

 

     Oggi  c'è ancora il sole ma so che il  tempo cambierà in giornata o forse pioverà domani. 

Me lo dice l'agitarsi dei passeggeri percorsi come da
un brivido, la facile aggressività nelle  parole scambiate tra  persone sconosciute  le une  alle altre, piccoli segni che  denotano  quanto gli umori  atmosferici influiscano sugli  umori  degli esseri  umani;  c'è, naturalmente,  chi  sente  i cambiamenti  metereologici due o  addirittura  tre giorni prima che essi avvengano, chi li avverte in giornata,  dimostrando  una  sensibilità ed  una suscettibilità più  acuta del  solito,  chi  si sente  oppresso da inspiegabili pesi  psicologici, chi   depresso,  chi  rallentato   nelle   proprie qualità intellettive  e vitali.

C'è  tutta  una casistica  di tipi, di soggetti da studiare e con un pò d'allenamento si può diventare dei metereologi più credibili di quelli che in realtà si professano tali!

 

 

 

 

 

12 Ottobre

 

https://www.ilcaffe.tv/articolo/54919/viale-delle-terme-di-caracalla-ripristinato-il-tratto-finale-di-strada

È una giornata  serena come non se ne vedevano da tanto tempo e il sole, non ancora alto, disegna con precisi contorni  sagome  di alberi  e  palazzi che risaltano come  fossero dipinti. La bella piazza Numa Pompilio s'apre allo sguardo  mostrando  i suoi numerosi  gioielli: le vetuste mura  di Caracalla, la  bella  strada  in salita  tra  due  sponde ricoperte  di  verde,  la chiesetta d'angolo con la facciata rinnovata...

 

Alzando  appena  gli  occhi ho  notato  una  frase scritta  col gesso bianco sulla superficie  grigio scura  dell'auto:  "Persi  sì,  perdenti mai": il cielo è terso,  d'un azzurro  lieve  ma deciso. Qualche tifoso, forse un filosofo, ma è una bella frase che voglio tenere a mente.
Il mezzo carica  molti ragazzi che si  recano  a scuola:  alcuni sono ancora  insonnoliti e distratti, altri  sono intenti a ripassar le lezioni. Mi guardo intorno e sul sedile di fronte scorgo un ragazzetto smilzo dala faccia pallida che conosco: è il figlio del magazziniere che lavora presso l'Ente di cui faccio parte. Dà una mano  al padre che segue con pazienza e solerzia nel suo pesante lavoro.
Vorrebbe  cedermi il posto ma rifiuto, preferisco stare in piedi in un angolo e riprender  il  filo sconnesso dei miei pensieri mattutini...

 

Dopo poco, sale un autista  grosso, pesante e triviale nel linguaggio che comincia a chiacchierare col conducente, lamentandosi e condendo  il discorso  con  molte  parolacce:  è aumentato di peso poichè è assalito da una gran fame da quando ha smesso di fumare e ormai  sono parecchi  mesi.  L'altro, bonario  e  gentile,  di rimando  sottolinea che non fuma più da  ben  24 anni e scandisce bene anche la data...
Poi  s'immergono  in questioni sindacali  che non m'interessano. Un altro auto s'affianca al "mio" e i  due conducenti si fanno cenno e si  fermano:  i
passeggeri dell'altro,  forse danneggiato, trasbordano,  bofonchiando, sul nostro...

 

Una coppia d'anziani coniugi, sardi dall'accento, debbono scendere un pò più avanti e lei s'agita, brontola col marito che è calmo e fiducioso ma che, per  via  del comportamento della moglie, comincia a parlarle in dialetto stretto.

 

 

    

 

 

 

13 Ottobre

http://www.vita.it/it/article/2020/03/13/unione-italiana-ciechi-e-ipovedenti-2-milioni-di-disabili-a-rischio-ab/154429/

 

     ...   Seduta dinanzi ad un piccolo bar malmesso,  un'antica latteria dalle pareti di mattonelle bianche e blu e piccoli tavolini  tondi di ferro, c'è una vecchina buffa e fuori moda che indossa un lungo  vestito  stinto,  un paio d'occhiali dalla montatura coperta di strass ed un cappello  a  falde larghe d'un  incredibile color rosso scuro.Sembra appena uscita da una rivista del primo '900 e sorbisce lentamente un cappuccino che forse rappresenta il suo pasto principale. 
Esageratamente imbellettaya, le sue guance sembrano due rose di campo avvizzite... Non riesco a vedere altro  poichè l'auto corre  veloce  sul  percorso stranamente libero e vengo presa da immagini diverse:  dai filari di foglie rosse che fiere e allegre s'arrampicano sui reticolati d'un cancello e dalle palme, tempo fa sterili, dell'Amba Aradam, che ora mostrano all'aria con alterigia i grappoli carichi di frutti dorati. Incurante  del traffico, una  profusione di varietà arboree trabocca dal "mio"  Eden privato, dove zone d'ombra s'alternano a chiazze di sole...  Massicce candide,  tra il  verde biancheggiano astruse sculture...

 

     Accanto a me s'agita un pò il cieco che sembra non trovar pace: oggi, uscendo  prima  del solito dal  lavoro, l'ho ritrovato alla fermata come yanto  tempo fa quando,  libera  da  impegni casalinghi e materni, uscivo di casa molto presto.
E, dunque,  è sempre lì ad attendere  l'auto, scansando orgogliosamente le mani che vorrebbero aiutarlo, si pone accanto all'autista contando tra sè  le  fermate fino a quella a cui  scenderà.
Lento  ma  sicuro,  mette avanti il  suo  bastone bianco che trova spazio tra i sanpietrini e s'avvia verso Via Labicana, diritto ed  impettito con  la sua solida sagoma... mentre io  mi  dirigo dalla parte opposta, nell'aria risuona ancora  il ticchettio sonoro del suo bastone che colpisce  il selciato...

 

 

 

 

 

18 Ottobre

https://www.osservatoreitalia.eu/niscemi-violenta-rissa-al-negozio-di-frutta-di-via-marconi-vecchi-rancori-tra-due-ragazzi-dodici-denunce/

 

     Il  cielo  è grigio ma a tratti s'alza un vento allegro che sconvolge le foglie già in bilico sui rami. Lentamente, in cielo esce un sole pallido che ravviva la giornata.
Mentre attendo l'auto, osservo una macchia  scura di iodio  sulla mia mano, subito  distratta dal traffico in cui grossi autocarri si districano a fatica. L'auto si ferma dinanzi a me, ma l'autista -  caparbio  e intollerante - non  apre  la  porta davanti ed  io,  he stamani non ho i riflessi pronti, non so che fare, resto a terra  interdetta mentre un  fiotto di stizza infernale mi  sgorga dalle profondità dell'animo. Rimango ad attendere un  altro  93... ecco che, difatti,  arriva  quasi subito e nemmeno troppo carico.
Il  vecchio  fruttivendolo che  conosco sin da bambina  aggiusta con pignoleria le sue cassette traboccanti di  frutta e verdura,  aggiustandosi ogni  tanto  il  berretto di  grisaglia  sul  capo canuto...

 

 

 

 

19 Ottobre

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2020/06/29/news/la-veste-di-dio-321553/

 

     Non  inattesa, per me che la sento nell'aria già parecchie ore prima, la pioggia erompe e spazza via il grigiore che attanagliava la città rendendola ancora più oppressa e caotica.
Sull'auto si riversa una cascat  d'acqua: i tergicristalli detergono senza posa il vetro tempestato  di  rivoli. La gente corre a cercar riparo  sotto le tettoie dell'edicola,  corre  sul selciato,  il traffico rallenta, si ferma,  prende consistenza e diventa un lungo serpe irrequieto...

     È già lì quando salgo e da tempo  conciona rivolgendo i suoi sproloqui a nessuno in particolare, forse a tutta la piccola platea di passeggeri.   O   forse solo a se  stesso: "L'anzianità è bella, la gioventù è brutta. Nessuno più ti rompe gli zibidei, nessuno più ti tocca la moglie" eppoi "Negri da una parte e russi dall'altra.  I comunisti erano peggio dei fascisti...!"
È uno dei reduci dell'ultima guerra di cui forse non può dimenticare le atrocità o uno dei  tanti esseri  folli che s'incontrano per la città o un piccolo Otello roso dalla gelosia.
Ha un cappotto  ormai fuori  moda  ma  pulito e stirato, gesticola alzando le mani nell'aria ma il suo pensiero, al di là di alcune osservazioni un pò  sboccate e fuori della realtà, non è del tutto incoerente. A causa della sua gestualità, della sua fisionomia aguzza e d'una certa maniera di roteare gli occhi, somiglia al grande Totò... ma la sua è solo una tragica maschera a cui manca l'arguzia, la classe e la speranza proprie del carattere dell'intramontabile Antonio De Curtis.
Mentre scende, lo seguo ancora per un pò, poi la mia attenzione viene attratta da un'altra  curiosa immagine: un ragazzetto dall'aria goffa e ottusa,
con uno zaino sulle spalle, sta curiosando in un cassonetto verde dell'immondizia.  Rimane deluso come se avesse sperato di trovarvi chissà quale tesoro nascosto.
E meravigliosi  lo  sono  davvero,  alle volte, poichè non vi si gettano solo polvere o sudiciume o  foglie secche ma anche vecchi oggetti, ricordi d'una  vita  passata, giocattoli fuori  uso.  Una volta vi vidi gettare un intero corredo da bambola tutto trine e farpalà ed il mobilio completo d'una  casetta costituito da un piccolo armadio, sedie finemente intagliate, un piccolo letto,  un tavolino...  avrebbero fatto bella mostra di sè nella  vetrina ordinata e pulita di un antiquario ma  forse nessuno se ne sarà accorto e quei piccoli oggetti preziosi d'un tempo saranno finiti distrutti nelle fauci    metalliche della tritarifiuti.

 ... Due suorine di colore  traversano la  grande piazza  lateranense.  Hanno un passo elastico, scattante che fa muovere ogni singolo muscolo  del loro  corpo, conferendogli grazia e  bellezza.  È quasi allegro, quel loroandare guizzante, come se il passo seguisse un ritmo cadenzato che provenga dall'interno.

 

 

 

21 Ottobre

 

Stamani,  come  già ieri,  il  traffico è caotico -  non  so perchè - e una  fiumana di macchine e di gente s'è riversata sulle strade e sugli autobus  romani. Il 93 si  fa  attendere  e quando  arriva  è già sovraccarico:  l'autista, ligio ai suoi doveri o esasperato anche lui, apre le portiere nonostante  il carico:  decine di persone in attesa si slanciano sui gradini  ancora liberi,  spingendosi contro la muraglia di  corpi umani già assiepati l'uno contro l'altro.  Molti, però, debbono desistere e restano accanto a me ad attenderne un altro.
Riesco a salire solo sul quinto auto,  tutti  gli altri  erano pieni come il primo.  Nonostante  la ressa, riesco a sistemarmi accanto al  conducente che,  fortunatamente, è un tipo allegro che sprizza vitalità e gioia e riesce a comunicarle anche a questo ammasso di esseri umani nevrotici o tristi di  cui  per qualche minuto diventa responsabile.

Dotato di quello spirito giulivo ed un  tantino beffardo e filosofeggiante ch'è proprio del romano verace e che permette d'affrontare a cuor leggero persino il caotico traffico della città, propina ai vicini motti di spirito e barzellette, indirizzandoli soprattutto ad un gruppetto  di persone - tre donne ed un uomo -  abbarbicati al corrimano d'acciaio accanto a lui. I quattro si lamentano, con una forte cadenza sarda, degli ingorghi e del sovrannumero di auto che s'incrociano  nelle vie, rimpiangendo forse la calma della loro bella isola dove la confusione e la nevrosi sono bandite.
L'autista, intanto, butta tutto in burla con quel suo tono agrodolce e gioviale che rallegra il cuore e dissipa, a poco a poco, le tensioni e i malumori...

 

     È una ragazza come tante eppure diversa, accurata nel vestire specialmente nel  trucco  e nell'acconciatura dei capelli che spesso porta tirati  all'insù con ciocche morbide, d'un caldo color marrone, che le ricadono gonfie attorno al viso ad incorniciarne l'ovale quasi perfetto.
Talvolta, una lieve brezza proveniente da un finestrino aperto ne sconvolge con prepotenza gaia la compostezza ed un ciuffo le scende sugli occhi; lei allora lo solleva con gesto solenne,  lo dispone di nuovo in bell'ordine al sommo della testa e continua a concentrarsi sul libro che  sta leggendo.
Ha   due  occhi  intensi,  splendidi, con tante pagliuzze dorate che brillano ad ogni  raggio di sole ma lei, purtroppo, li trucca esageratamente come  quasi tutte le  ragazze di giovane età che vogliono darsi un'aria più matura. 

E quella traccia nera e pesante toglie limpidezza e giovinezza  al  suo sguardo, lo intorbida,  lo  fa simile ad uno stagno scuro, vibrante di ombre...

 

    

 

 

4 Novembre

 

...  Grossi titoli sui giornali contro  la droga, a caratteri cubitali si espongono le proposte dei  vari ministri,  partiti ed  uomini politici, addirittura una tassa per aiutare chi si droga!

Ma più che dalla droga malefica e dai suoi procacciatori è dalla mentalità che  l'uomo moderno  ha  inculcato  in  questi  giovani, che dobbiamo fuggire: danaro, potere, successo, ecco i tre  grandi  idoli della  società contemporanea ma no,  di sempre, davanti a cui gli uomini di tutti  i tempi, anche i più generosi e di grande intelligenza, si sono prostrati senza ritegno!

 

     È una giornata grigia... ieri è piovuto e nel cielo è rimasta una scia cinerea che spegne ogni allegria, anzi rende tutti, ognuno secondo la sua indole, o troppo aggressivo o depresso.


Una suora asiatica, piccola e mingherlina, se ne sta rintanata in un angolo sovrastata da un grosso signore invadente e si guarda attorno con aria sperduta.  Di contro, invece, predomina l'aria bellicosa d'una ragazza che frequenta la scuola d'arte (ha un rotolo di disegni sotto il  braccio) che osserva tutti con occhi scontrosi: due occhi a mandorla che il trucco rende ancora più oblunghi, un ciuffo anarchico di capelli nerissimi che le si aprono sulla sommità del capo come uno zampillo, un volto cereo di cipria bianca. 


Una piccola  Butterfly nostrana in giacca e pantaloni che non ha nulla della dolcezza e della generosità d'animo della protagonista dell'omonima opera pucciniana...

 

 

 

    

 

 

5 Novembre

http://www.scudit.net/mdvespasiano.htm

 

     Mentre attendo l'autobus che tarda, seguo le manovre di un uomo alto e magrissimo, di  colore, che armeggia attorno ad uno dei cassonetti della spazzatura.  Gettato in un angolo ha scoperto lo scheletro  metallico d'una vecchia carrozzina da neonato e con un sorriso ampio che gli riempie l'esile  faccia, vi sta traslocando le  sue poche cose che, racchiuse in una scatola di cartone, trascinava dietro di sè.

L'auto è  qui, vi salgo frettosolamente ma non perdo di  vista il vecchio che, finalmente  ha ravversato  sul trabiccolo il suo  esiguo bagaglio ed ora si sta dirigendo verso la salita con l'aria di chi abbia ricevuto  un regalo inatteso...


All'angolo tra Viale Manzoni e Via  Merulana sopravvive, ancora indisturbato, un anacronistico ed autentico  cimelio  del passato, un vespasiano grigio e corroso dall'urina, dalla ruggine, dal tempo. Certo, sarà antiestetico, maleodorante ma è pur sempre un'ancora di salvezza- almeno per l'uomo -  visto che da quando  li hanno soppressi non si è però provveduto ad alcunchè di alternativo, il chè per una capitale come Roma è decisamente negativo.!


L'auto si lancia in una corsa veloce approfittando della corsia libera, raggiunge un altro mezzo che lo precedeva, gli autisti si scambiano un cenno 
di saluto e poi ripartono all'unisono, gareggiando: rallentano, si tallonano, si  sorpassano, lanciati lungo il rettilineo  finchè  non s'intravvedono i palazzi bianchi dell'Eur.


L'umidità sale dalla conca in cui è alloggiato il  Luna Park e forma una cortina di nebbia e di vapori che nasconde persino la ruota  bianca  ed imponente su cui, le luci dei lampioni ancora accese, destano scintillii ed ombre magiche...

 

 

 

8 Novembre

https://www.huffingtonpost.it/2015/11/19/roma-giubileo-sicurezza-militari_n_8601556.html

 

     Un'intera famiglia dall'accento genovese,  in visita nella capitale, si agita sull'auto come  un gregge  di  pecore  sbandate. 

A  S.  Giovanni  ci fermiamo  in  attesa del verde  del  semaforo:  un autoambulanza  corre  impazzita nel  traffico  per raggiungere il vicino ospedale, un vecchio  seduto su  un  marciapiedi trae tristi  nenie  dai  tasti d'una   fisarmonica,   gente  che   va   e   viene contravvenendo ai segnali luminosi...


Dopo  la sosta, riprendiamo il cammino,  preceduti da  un'intera compagnia di soldati,  ordinatamente seduti su due camionette militari scortate da  tre pullman  di  carabinieri,  impettiti  nelle   loro colorate uniformi d'onore rosso-blu.
"Eccoli,  eccoli..." grida quasi, la più  anziana del  gruppo genovese, ciarliera e  ridente. 
Forse  uno dei suoi figlioli è tra  quei  giovani che  si dirigono verso la vicina  città militare della  Cecchignola,  forse  oggi presterà  il giuramento  di rito, avvenimento importante  nella sua  vita  di soldato. Ed i suoi parenti  si  sono assoggettati  ad  un lungo viaggio  giungendo  dal Nord  per vederlo sfilare, innocuo soldatino,  tra altri coetanei emozionati e stanchi quanto lui. 

 

E scendono, infatti, all'incrocio con la Laurentina; da lì prenderanno un altro mezzo per raggiungere la cittadella militare dove, tra qualche  lagrima
di  commozione  e  qualche  risata allegra, festeggeranno il  milite, visiteranno  forse  le bellezze di Roma e ripartiranno,  esausti ma soddisfatti,   lasciando   il   giovane   al   suo momentaneo dovere.

 

 

 

9 Novembre

https://www.roma-intercultura.it/maltempo-a-roma-una-citta-bloccata-per-colpa-della-pioggia/

 

     Ci  sono delle mattine d'inverno in  cui  un sole  pallido  squarcia a fatica le nuvole e poi sparisce dando luogo ad un grigiore diffuso da cui le sagome dei palazzi e degli alberi sbucano in un gioco di strane prospettive. Roma perde quella sua fisionomia  allegra:  alcune zone,  alcuni  angoli assumono un'aria cupa, livida, ambigua.
Gli  occhi  bianchi  degli  archi  diventano essi stessi d'un grigiore cinereo,  vacuo, il  verde degli  alberi perde di  vitalità, il  traffico diventa più pesante, gli antichi palazzi sembrano nascondere  chissà  quali  segreti  o   storie inenarrabili.
E si attende, con ansia, che la pioggia intervenga con uno scroscio improvviso a lavare il cielo,  le macchine  posteggiate, a ritinteggiare  di  colori più intensi, più vivaci le facciate ingrigite  e le  mille  altre cose intorno,  che  intervenga  a detergere   quell'aria  triste  dal  volto   della città.
La  pioggia  sembra  dare ascolto  a  quella  muta preghiera: inizia a scendere sottile e  canterina: tutto si ravviva, si pulisce, si dipinge a  nuovo. Il giallo sbiadito di certi edifici assume un tono più  caldo,  gli alberi e i prati si  vestono  di colori  aggressivi  e vibranti,  il  cielo  stesso assume una corposità diversa...
Ed ecco che, spaventati da quel breve acquazzone, i romani si premuniscono di ombrelli e impermeabili e  tirano fuori dai garages  e dai parcheggi centinaia e centinaia di vetture  ferme, le  immettono  nel  traffico  già frenetico  che scorre  a  stento, ingolfandosi in dedali  di  vie sovraffollate... è il caos e il suono disarmonico dei  clacksons  si  aggiunge  agli  altri  rumori preesistenti in città.
Viaggiare coi mezzi  diventa  un  calvario e quell'attimo  allegro, gratificante di poco prima già  s'annulla   nel  ricordo;  gli   animi   si richiudono  in se stessi, si ridiventa  automi  in marcia verso i luoghi di lavoro, senza quasi  più traccia d'umanità...

 

 

 

 

10 Novembre

 

https://www.animaimpresa.it/2021/04/26/il-gruppo-giovani-di-animaimpresa-a-ripuliamoci-challenge/

  L'auto è quasi vuoto e silenzioso. Fuori  il sole  è una carezza impensata dopo la pioggia  di stanotte.
 ...  Una giovane parlotta con un'anziana  signora di sua conoscenza e la sua voce dal tono acuto si dirama per tutto il  veicolo. Evidentemente ha avuto un'infanzia difficile, fatta di solitudine e di  tristezza ed ora, quasi per  rivalsa,  sfoggia una gaiezza aggressiva, esagerata.
Ha dormito poco stanotte a causa del temporale che l'impauriva;  racconta alla donna che per  passare il tempo ha disegnato e le mostra i piccoli lavori gelosamente custoditi nel diario di scuola, com'è abitudine inveterata dei giovani d'ogni tempo. 

Le mostra  i sogni affioranti dalla sua fantasia, le trasposizioni grafiche delle sue paure e dei  suoi desideri, dei fantasmi dell'infanzia: un orologio con gli occhi  ridenti che ammiccano, un cavalluccio marino con una stella bianca sulla fronte, una bellissima dea, un piccolo drago che sbuffa fumo...
Torna  poi  alla realtà, ai suoi sogni  di  oggi: vorrebbe che sua madre ancor giovane si risposasse con  un uomo abbastanza ricco che la  manderà in Svizzera, in un collegio in cui potrà studiare  e imparare molto. E si dilunga in queste fantasie ad occhi aperti...


Altri  giovani intorno a me, parlottano sottovoce ancora assonnati, stringendo contro gli esili ma vigorosi corpi le grosse borse azzurre di plastica che contengono scarpe da ginnastica e racchette da tennis;  sono  diretti verso il grosso  complesso sportivo  delle Tre  Fontane dove effettueranno degli  allenamenti.  Sono  atleti  settentrionali, veneti  forse, che debbono disputare non so  quale gara;  non appena scorgono i campi attrezzati, ma soprattutto  l'imponente  ruota del Luna  Park,  i loro volti si animano infantilmente,  s'illuminano di gioiose risa e il loro parlottio diventa ilare, rumoroso. 

Scendono di corsa alla fermata sbracciandosi a salutare l'autista che pazientemente  ha atteso che trasbordassero i grossi sacchi blu.

 

   

 

 

 

 

11 Novembre

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/trilussa_foglie_gialle

 

Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle
come farfalle
spensierate?

 

Venite da lontano o da vicino
da un bosco o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso che vi porta via?

 

Trilussa

 

 

     Piove  ancora... Via Merulana è cosparsa di foglie gialle che mano mano aumentano per colpa del vento che a tratti s'alza e si gonfia tra gli alberi ancora non del tutto scarni.
All'angolo della strada una negra magra siede sullo scalino d'un negozio ancora chiuso, stringendosi nelle lunghe vesti colorate, rimpiangendo  forse la sua terra d'origine.  Salgo sull'auto e la vedo ancora, piccola figuretta triste e scura con una fascia rossa e provocante che le cinge il capo...

     Accanto a me un vecchietto dalla faccia larga e simpatica  per via della fossetta sul mento, parla da solo, sottovoce come chi è abituato a lunghi  soliloqui. Anche un uomo piccolo con gli occhiali dalla  montatura  pesante, un volto percorso  da lunghe pieghe longitudinali, ha dei tic  ripetuti e parlotta tra sè; un  indiano  dal volto  scuro e imperscrutabile, quasi  minaccioso, dorme rollando ad ogni movimento dell'auto, mentre
la negra mia vicina staglia contro la  trasparenza del vetro il suo bellissimo profilo di razza.  Due donne parlano da oltre venti minuti senza mai  far
languire  il discorso, un altro vecchio dorme,  il capo poggiato sul vetro...
A San Giovanni una giovane donna scarmigliata  con un   bimbo  in  braccio,  irrompe   nell'auto  e sgarbatamente   spintona   un    anziano    cieco impeccabilmente   vestito che si barcamenava egregiamente  nella ressa.
Un altro  figlio, ormai ragazzetto, la segue e chiede permesso, s'insinua tra la folla con bel garbo, quasi a voler far perdonare il nervosismo della madre...

 

 

 

14 Novembre


https://www.guidasogni.it/2016/04/26/sognare-soldati/

 

     Vengono dalla Cecchignola,  questi giovani soldati  che  oggi  riempiono  l'auto,  i corpi adolescenti allungatii sui seggiolini, con  quei capelli  cortissiimi sulla fronte e sulla  nuca; sono poco più che ragazzi dai volti stanchi e tirati dalla fatica. Ridono e scherzano fra loro con fare aggressivo proprio dei giovani  ancora timidi ed immaturi e le loro risa acerbe e le voci risuonano nell'auto nei più  svariati  ialetti poichè provengono da ogni parte d'Italia.
Un  odore  stantio di caserma aleggia e ridesta nell'animo di vecchi soldati ricordi ormai  sopiti e quel  maturo ex-combattente seduto in uno  dei posti  riservati vi guarda con un occhio non  più spento ma colmo di immagini: rivede se stesso alla vostra età, le traversie della guerra ma anche la
spensieratezza degli anni giovanili; ognuno di voi gli rammenta il giovane pieno di grinta e  insieme di  speranze che marciava serio, convinto e  pieno d'amor di Patria.
La donna anziana seduta più indietro vi osserva con occhio tenero: pensa al nipote anch'esso sotto le armi in un'altra città lontana ed ha timore di non rivederlo mai più.
In  me destate un senso d'affetto  e  comprensione poichè  vi vedo così indifesi ancora  contro  le realtà della  vita e la vostra  bellicosità è solo  un'arma  senza pallottole.  I  vostri occhi chiari o scuri si velano di nostalgia se per caso nominate la casa o la famiglia lontane: "Al  mio paese c'è tanto verde, non come qui in città..." dice  uno  con  un  forte  accento  sardo,   quasi incomprensibile e questo dà la stura ad un fiotto di  parole:  ognuno vuol dir la sua,  cercando  di convincere gli altri che il suo luogo natio è il più bello del mondo.

 

 

 

 

15 Novembre

https://picchionews.it/cronaca/porto-recanati-aziona-l-allarme-di-emergenza-su-un-autobus-e-viaggia-senza-biglietto-denunciato-19enne

 

     Non c'è di peggio quando qualche  passeggero non abituale della linea chiede informazioni sulla tale  o  talaltra  via adiacente  al  percorso  da
raggiungere;  è un intrecciarsi di notizie  quasi mai precise: "Scenda alla fermata dopo la mia,  la vede, laggiù la tenda a strisce? dopo due fermate
deve   scendere,   girare   a   sinistra...".  
Il malcapitato che non sa orizzontarsi, va  avanti nella calca tentando di raggiungere l'autista  che sembra dargli maggiori garanzie, ma purtroppo alle volte  i conducenti sono nuovi della linea e  sono sguarniti  di  notizie  confortanti...  allora  il poveretto,  deluso,  scende  alla  prima  fermata,
riprende  l'auto successivo sperando in  ulteriori informazioni.
Talvolta,  invece, ci si trova di fronte  a  certi individui  malfidati che non si accontentano neanche delle notizie più dettagliate fornite da qualche  passeggero con esperienza pluriennale di quella linea e, caparbio, ripete la sua domanda ad ogni   volto   proteso  verso  di   lui   finchè, finalmente  convinto,  si  dà pace  e  resta  in silenzio fino alla meta.

 

 

 

 

16 Novembre

https://www.lacronacadiroma.it/2020/11/ama-al-via-le-preselezioni/

 

 

     Lo incontro abitualmente tutte le mattine, io ferma in attesa dell'auto e lui lì, pazientemente intento a quel suo monotono lavoro di ramazzare la
via  con quella scopa di saggina troppo alta per lui, minuto e piccolo, tenuto su dalle bretelle di quella  tuta rossa ormai tendente al grigio...
È  instancabile:  piano  piano,  dal  centro  del marciapiede raccoglie e trascina con sè  cartacce d'ogni  genere,  cicche  di  sigarette   consumate
nell'attesa dell'auto e foglie, soprattutto, appassite ma splendide per i loro svariati colori che vanno dal verde tenero al marrone  bronzeo, tipico  di  queste  foglie  di  platano  grandi  e legnose  che  cadono ai piedi  dei  grossi  alberi fiancheggianti la strada.
Incurante della gente, lui scende dal bordo e continua a ramazzare, spazzando spesso anche sui piedi  di qualche distratto che di lui e  del  suo lavoro non s'avvede.
A  volte,  d'inverno, una  pioggia  improvvisa  lo coglie  di sorpresa e lui, con la  granata  sempre stretta  tra  le  mani, lascia  il  mucchietto  di spazzatura  testè  radunato,  per  raggomitolarsi sotto una sporgenza dei grossi palazzi  adiacenti; poi,  non  appena spiove, torna  tenace  alla  sua
incombenza.
Salgo sull'auto e gli getto un ultimo sguardo: lui è  sempre  lì,  incurante  del  traffico  e  dei rumori,  indefesso e minuto, sempre  più  piccolo man mano che mi allontano...

 

 

17 Novembre

https://www.italiachiamaitalia.it/roma-atti-di-teppismo-sul-bus-giovani-denunciati-da-autista/

 

     Anche gli autobus hanno una loro fisionomia: lente e pesanti le vecchie vetture, scattanti ed aggressivamente snelle quelle di nuova produzione che,  se potessero - ma ciò è  reso  impossibile dal  caotico  traffico -  volerebbero  sul liscio rettilineo che porta all'obelisco dell'Eur

Ed ognuno di essi ha una voce diversa: bassa e rombante quella delle vecchie leve che arrancano sbuffando su per le salite,  con un respiro asmatico,  quasi  stanco, con un brontolio ogni tanto  che ne segna il passo  aritmico. 

I  più moderni, invece, hanno una voce sonora e allegra e filano con rapidità, con un timbro metallico  da complesso jazz che a volte mi affascina e quasi mi costringe a tamburellare con le dita contro il corrimano d'acciaio, per accompagnarne il ritmo.

 

 

 

18 Novembre    

 

     Mi reggo distrattamente agli appositi sostegni ma una frenata troppo brusca quasi mi getta addosso ad un'anziana signora intenta  a leggere;  mi scuso e getto un'occhiata al  piccolo libro su cui è china: è un libretto di preghiere che essa sfoglia  lentamente dopo aver  letto assorta. Attorno a un dito ha un anello di metallo dalla forma strana, che a tutta prima non riconosco: è un rosario in miniatura con 10 piccoli spunzoni che rappresentano le 10 Ave Maria da compitare.
È  uno spettacolo un pò insolito,  purtroppo, vedere qualcuno che per riempire l'ozio del  tempo sprecato, si metta a pregare.  Insolito, poichè ormai  i veri cristiani sono pochi benchè Roma ospiti  la Città del Vaticano,  centro della Cristianità...
E molti si meravigliano e mi guardano in tralice quando, giunti poco dopo S. Giovanni sulla  scesa di Via Merulana, mi segno con la Croce passando dinanzi alla piccola aedicola della Madonna. Quasi sempre delle lampade votive sono accese, dimostrando che qualcuno ancora partecipa la  sua devozione.
Poco più avanti, un'altra bellissima immagine  di Maria col Bambino inondata di fiori prorompe  da una nicchia nell'edificio che costeggia la  chiesa
di S. Marcellino, nel muro ed è inondata di fiori sempre freschi.

E sul muro grigio, quattro  lumini rossi consumati  hanno ormai assolto il loro compito e restano lì come un segnale ardente  che indichi una strada da seguire...

 

 

 

19 Novembre

 

     Indossa vari strati di maglie incolori e un paio di pantaloni rossi ricavati da una vecchia tuta, stringe a sè una chitarra lucida con le mani nodose e magre. Tossisce ripetutamente ed il suo corpo mingherlino ne è scosso tutto, così i pochi capelli già sconvolti dal vento di  poco prima.  Gli  occhi  lividi, affossati sopra gli zigomi accesi. quasi tumefatti, vagano di qua e di là disperatamente.
 

Forse oggi  sta cercando un  luogo più riparato e non  troppo  scomodo  dove  fermarsi; di  solito staziona in via Merulana o nelle strade adiacenti, seduta su un grande cartone disteso sul marciapiedi, la schiena poggiata sul muro e strimpella malamente su quello strumento scordato, canticchiando un motivetto a bassa voce.

Una  voce roca e stonata che diventa più acuta quando ringrazia  per quelle poche lire che  qualche passante le getta, con fare incurante, sul cartone ondulato  e  che lei intasca, svelta, nelle ampie tasche dei suoi pantaloni sformati.

 

 

28 Novembre

https://www.pinterest.it/pin/559853797419545445/

 

     ...   Oggi, stranamente, è  una   giornata tranquilla e l'auto è quasi vuoto. Si respira. 

A  volte,  quando c'è affollamento, i mezzi  sono simili a enormi scatole di sardine, si fa fatica a salire per l'eccesso di persone assiepate dinanzi alle  uscite. Faticosamente si penetra attraverso il groviglio umano di corpi, odori, profumi spesso tanto violenti che si fà fatica ad accettare  i propri vicini condannati, anch'essi  controvoglia, a questa promiscuità

     ... Ecco la sua voce inconfondibile, asprigna come il volto duro che solo raramente s'addolcisce un poco quando ricade nell'inflessione del dialetto,  umbro  o  toscano,  non l'ho ancora compreso. 

Ha  sempre da  cicalare con qualche compagna di viaggio e di lavoro, da discutere  su questo o quello,  criticando  questa o quella persona.  E le muti interlocutrici, ne  ha  sempre tre o quattro attorno,  annuiscono e subiscono silenziosamente i suoi concitati sproloqui.
Oggi  quasi non la riconoscevo: indossa una pelliccia di visone e sottobraccio porta una borsa di coccodrillo; forse si muove un pò a disagio perchè tutto ciò non  fa  parte del suo personaggio corrente, di donna comune che lavora come inserviente delle pulizie  presso qualche grosso ente.
Tuttavia, quel pò di femminilità che alberga  in ogni donna, la rende oggi lieta d'apparire in una veste diversa e si pavoneggia sotto gli sguardi ammirati e un pò invidiosi delle sue compagne.

Il suo volto ed il suo corpo popolano già s'addolciscono e prendono pieghe morbide sotto il vellutato manto di pelli, trasformandola  per  un pò, come per magia, da Cenerentola a principessa.

 

 

 

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2 Dicembre

https://www.ebay.it/itm/233924984034?hash=item367703fce2:g:U4AAAOSwr-xgR7rA&var=533570255676

 

     Contro un cielo grigio chiaro e uniforme, livide nuvole si gonfiano a dismisura; di  contro, i colori intorno balzano aggressivi e lucidi di pioggia, tranne il vecchio caseggiato che ospitava l'Ufficio d'Igiene, con la sua sagoma sbreccata e gli  stucchi  ottocenteschi cadenti e polverosi, d'un bruno sporco.
A  P.za  Numa Pompilio il solito caos dei giorni piovosi, ma non vi faccio neanche caso  poichè sono attratta dalla figura quasi irreale d'un gabbiano solitario e che solca sperso la città e le nubi e si dirige verso il mare.
Gonfie e verdissime le cime degli alberi, allegri i ciuffi dei cespugli ora spogli di fiori, più scure, quasi nere, le fessure di Porta Ardeatina dove stormi di piccioni nidificano indisturbati.

     ... Due zingare giovanissime ed arruffate, la terza un pò più adulta, scura di carnagione con un viso affilato e due occhi grandi e lunghi da gazzella  che ne rivelano l'origine caucasica.  Ha una cicatrice profonda, in via di guarigione,  che le corre dall'angolo esterno della  palpebra fin quasi all'attaccatura dei capelli corvini diligentemente  ravviati  e tenuti assieme da un grosso garofano giallo di stoffa leggera, lasciando scoperti fronte e zigomi alti.
Tra le braccia stringe orgogliosamente un bambino paffuto  e  bellissimo, capelli biondi e morbidi come una  lanugine dorata e due occhi chiari  ed innocenti.  È vestito di tutto punto con un completino alla moda che gli lascia scoperte le braccia grassocce e le gambine in continuo movimento.  I  piedini costretti da scarpine di pelle lucida scalciano nell'aria come in cerca  di libertà...

 

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3 Dicembre

 

     Torno  a  casa  con  la  contentezza  d'una giornata di riposo che mi attende. I ragazzi che escono da scuola, quelli sì che sono sempre allegri  e  vocianti e pronti alle battute, allo scherzo!
Anche una signorina di mezza età (pardon,  adesso si dice signora!), seduta accanto a loro, ritorna per poco la ragazzina gioiosa d'una volta e si diverte  ai loro motteggi, segue i  loro  discorsi affatto coerenti, s'aggrega alle loro risate.
Ha un viso reso compatto e luminoso dalla cipria chiara;  ogni dettaglio del suo abbigliamento denota una meticolosità ed un'accuratezza infinite,  proprie di chi non ha altri oltre se stesso a cui badare: mantella verde all'ultima moda, camicetta bianca fermata al collo da una spilla  antica,  capelli biondi e lisci di  media lunghezza.
S'inebria ai ricordi suscitati da quello stuolo di liceali, rispolvera frasi latine, binomi, teoremi, le cui regole imparate a suo tempo a perfezione, ora le tornano nitide alla mente.
Tira in ballo Il Sabato del Villaggio:  "Godi fanciullo mio,  stato  soave, stagion lieta  è codesta..."  e citando Leopardi, Talete,  Pitagora s'accomuna  ai giovani nel contestare  alcuni professori... anche lei aveva una professoressa di matematica severa, inflessibile...  I   ragazzi stanno al gioco  la  coinvolgono  nei  loro discorsi, nient'affatto sgarbati.
Lei sorride e quando si tratta di scendere, li saluta contenta per quel momento bello del suo passato che oggi ha rivisitato e per quella gioia che quei ragazzi le anno donato e che le formicola dentro...
Ora al suo posto s'è installata un'altra  donna truccatissima, impermeabile di plastica decorata a pelle di serpente, orecchini argentei a losanga, un  bracciale  che  ne  riprende il  disegno geometrico...  una  di  quelle  che  non  vogliono invecchiare... 

Ma nonostante quest'anelito,  che dovrebbe farla partecipe della gioia di quei giovani, lei sta lì immobile e chiusa  nei  suoi pensieri, incurante della loro euforia.

 

 

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9 Dicembre

 

 

     Giornata  di tramontana: l'aria è limpida  e freschissima,  è come una sferzata  energica che colpisce e fortifica non solo il corpo  ma anche l'anima.
Alla  fermata, attesa d'oltre mezzora - orari del cavolo, borbotto tra me - il conducente avrà forse le sue buone ragioni ma noi, utenti  inermi, abbiamo  le  nostre! Lungo i bordi  della strada, sotto le pensiline, decine di volti stralunati dal freddo e dall'attesa che si trasforma in rabbia, una  volta conquistato a fatica un piccolo  spazio scomodo sull'auto appena arrivato.
Per scaricarsi dal nervoso s'intrecciano discorsi che vanno avanti per tutto il percorso e che mi pongono dinanzi a realtà simili alla  mia  o diverse:  operai, impiegati, pensionati,  signore bene... 
Quasi schiacciata contro il gelo del metallo e del vetro, guardo  fuori dell'ampio  cruscotto: la vettura sembra sospinta da un vento riottoso  che manda avanti  nuvoloni  grigi  carichi  di pioggia  e  fa fremere le cime degli  alberi  che sfrecciano rapide ai  lati della  strada.
Per  contrasto, il cielo dinanzi a me è  limpido, con pennellate nette di nuvole bianche e  compatte come ovatta; l'obelisco di S. Giovanni e le  belle facciate  dei palazzi circostanti  sono  ricoperti da una luce strana, dolcissima che piove dall'alto come una cascata dorata.
D'incanto, in me e nei miei vicini, s'acquieta la rabbia e la tensione di poco prima e presto discendo  dal mezzo con l'anima placata, di  nuovo in pace coi miei simili.

 

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10 Dicembre

https://www.romaincarrozza.it/passeggiate-in-carrozzella-a-roma.html

 

     È sabato, intorno c'è calma ed anche i rumori sono assopiti come il sole soffice,  non aggressivo, che scivola lieve, sereno sulle cose, rallegrando persino la malinconica struttura della Fiera  di Roma che oggi ospita la  Mostra  "Natale Oggi".

 

     Sono sicuramente madre e figlia le due  donne che simpatiche e ciarliere riempiono l'auto  della loro presenza, del loro accento aggressivo e dolce a un tempo. Vengono da Bologna - come saprò  più tardi  - dove la prima neve ha già fatto  la  sua comparsa  e, prevedendo cattivo tempo  anche  qui, sono partite ricoperte di quelle pesanti  pellicce che  le ingoffano...

Mettono buonumore con  quelle risate  e  quei  volti  aperti, gioviali  così dissimili  dai visi d'uomini e donne  indaffarati, intristiti e nervosi a cui Roma si sta abituando.
Dove è andato a finire il popolino romano, quello autentico  d'una volta, che viveva  all'ombra  del Cupolone  e  le  cui battute  salaci  e  spontanee
facevano sorridere divertiti milioni di turisti in cerca di folklore?

In quale dei tanti ghetti sorti da poco, lo hanno relegato?

Sempre più rare anche le carrozzelle,  altro emblema della Roma trasteverina,  che transitavano ovunque?  Qualcuna posteggia   ancor  oggi  -  ma  pare  proprio   un anacronismo  - presso il Pantheon, a Piazza  della Rotonda  e  sempre  più   raramente  se  ne  vede passare  una,  a passo stanco, per  via  dei  Fori Imperiali  o  in qualche stradina  attorno  Piazza Navona...

 

 

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15 Dicembre

 

 

     L'immagine  della Madonna incassata nel  muro risalta, luminosa e dolcissima, contro il grigiore della pietra. Oggi il suo sguardo sembra carezzare amorevolmente  la  sagoma inerme che le  dorme  ai piedi: uno dei tanti senza tetto della città che, non  trovando  altro, s'è  riparato  nel  piccolo spazio  sottostante  la nicchia  e  ancora  dorme, nonostante il traffico, tutto ravvolto in un  gran foglio di cartone che lo ripara dal freddo.

Nell'auto, invece, si soffoca per la troppa gente ed io, piccola ed impacciata, spesso mi  sento sovrastata da qualcuno più imponente, come quest'uomo ingombrante  che non trova pace  e fa forza, ora di qua ora di là col suo corpaccione.
Per   distrarmi   mi  soffermo  su   dei   piccoli particolari, forse insignificanti, che pure  hanno per  me  una magica personalità: l'anello d'oro giallo che risalta sul dito d'un uomo, una grossa borsa  che un omino ha  trascinato  da  un  capo all'altro dell'auto e che si è aperta,  rivelando un  paio di scarpe consunte; i baffi  ispidi  d'un vecchio mezzo addormentato che sussultano ad  ogni suo  respiro, una rosa rossa dallo stelo  esile e diritto che, bella e sterile ad un tempo nella sua perfezione,  s'innalza sulla folla, inguainata  nel suo trasparente involucro di cellophane...

 

 

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16 Dicembre

https://napoli.fanpage.it/storia-e-origine-degli-zampognari-dal-dio-pan-e-nerone-al-natale-di-oggi/

 

     Il freddo di questi giorni è intenso  e aspettare alle fermate per oltre mezzora  non è proprio esilarante. Il vento fa vibrare gli alberi ormai  spogli  e  la struttura di  ferro  di  quel brutto  ma  moderno  edifico  alle  mie  spalle, suscitando suoni disarmonici e lugubri.
Unica nota  simpatica che solleva lo  spirito in questo frangente, è la presenza di due zampognari che come me aspettano il mezzo pubblico;  con  i pellicciotti  d'agnello, i calzari e lo  strumento ora silenzioso che portano in spalla, sembrano due figure  arcane, davvero un'apparizione estranea  a questa città in cui sovrani regnano l'anarchia  e il consumismo.
Un  bimbo li guarda con due occhi sgranati  dalla meraviglia:  credeva forse che gli zampognari fossero solo figurine in creta o in  plastica  da mettere nel Presepe!

Salgono  sull'auto goffamente,  impacciati dal costume  e dai calzari, proteggendo con le mani  i loro strumenti dalla ressa e poco dopo scendono in una zona popolosa; mentre la vettura s'allontana, le prime note delle zampogne, tenere e commoventi s'alzano, a zittire le voci stridule  e caotiche della  città,  a  riportare in  vita  una  storia importante  e  dimenticata,  a  far  tornare  alla memoria quella calda, gioiosa atmosfera dei Natali della nostra infanzia...

 

 

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17 Dicembre

 

 

https://www.guidasogni.it/2017/07/28/sognare-autobus/

 

     A Piazza dei Navigatori, in un'ampia zona finora brulla che costeggia una  scuola -  un vecchio edificio dipinto d'un giallo  triste - fervono  ora dei lavori: si costruisce una  nuova corsia, piazzuole, parcheggi, aiuole;  la terra nuda mostra i suoi umori d'un marrone intenso che contrasta col bianco del cemento. Tra pochi  mesi le  aiuole  si  riempiranno di  fiori  dai  colori brillanti.

     Una ragazza appena arrivata sull'auto  saluta una compagna  di scuola salita qualche fermata prima, che subito l'interpella: "Che hai fatto  ai capelli?".  "Li  ho tagliati..."  risponde quella scuotendo vigorosamente  la zazzerina bruna e cercando nell'altra un cenno d'approvazione. Mah.."   fa   questa,  con   una   cert'aria   di compatimento.  Lei è bruttina, incolore,  neanche simpatica mentre la brunetta invece ha un bel viso
solare appena dorato da un residuo d'abbronzatura, due   occhi  intensi  e  nerissimi  che  spiccano luminosi  in  primo piano in  mezzo  alla cornice leggiadra dei corti capelli. È carina, insomma  e forse  l'altra  è invidiosa  di  quella  bellezza incurante  e acerba, senza  sovrastrutture  mentre lei tenta invano d'acquistare colore e uno sguardo profondo  con un pò di trucco e di minimizzare  i difetti d'un viso angoloso...
Sono studentesse, portano i libri in leggeri zaini multicolori  che  ai miei  tempi  non  esistevano, c'erano  solo  delle lunghe cinghie elastiche  di
gomma...  Ho  nostalgia,  talvolta,  guardando  le scolaresche vocianti e gaie che incontro, di  quei tempi,  delle  ragazzate,  della   spensieratezza:
nessuna   responsabilità se  non  quelle   della frequenza e dello studio.
Le due giovani portano, inoltre, enormi contenitori di plastica in cui racchiudono i loro disegni; frequentano la scuolad'arte e durante tutto il percorso, specie quando gli autobus  sono stracolmi, fanno una gran fatica a rigirarsi nella calca con quell'ingombro.
Altre ragazze parlottano e ridono senza complessi -  o  almeno così  pare - coi visi pallidi  o truccati secondo la loro personalità,  coi loro jeans  firmati  o sformati, con  le  piastrine  di metallo per raddrizzare i denti; tenere, vocianti, strattonandosi  scendono in gruppo sulla  Colombo, poco prima della Laurentina...
Le porte s'aprono ad ingoiare un altro nugolo di viaggiatori ed uno di  essi sollecita  la  mia curiosità:  sul viso minuto porta una  mascherina bianca che gli copre il naso e la bocca, lasciando fuori  solo  un  paio d'occhi febbrili  e  un  pò tristi.  Vorrà evitare i germi, lo smog  o  sarà solo un povero essere sfigurato o folle?  Chissà!
Dopo  poche  fermate ridiscende e  sparisce  nella folla, senza lasciar traccia...

Alla mia destra sfilano casupole decrepite ed incolori, con piccoli appezzamenti di terreno  sul davanti, anacronistici orti o stentati giardinetti senza  verde  in cui solo i  panni  tesi  all'aria fanno  colore  contro le reti  metalliche  che  ne delimitano i confini.

 

 

 

 

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19 Dicembre

 

https://www.facebook.com/risiluminarie/posts/via-merulana-roma-/1341201752597271/

 

 

     Sabato  mattina, ore 7,45. Sono riuscita  ad alzarmi e ad uscire prima del consueto.

In  strada mi attende uno spettacolo insolito: il cielo, ancora non completamente chiaro, è illuminato dai lampioni  accesi e in cima a Via Merulana -  da Largo  Brancaccio a S.ta Maria  Maggiore - due schiere   d'angeli  pensili  e  ridenti  tentano d'allacciarsi in aria formando archi rilucenti  di piccole lampade rosse.
Ormai è Natale e la città si è addobbata a dovere,  i negozi traboccano di allettanti doni e la gente va e viene frettolosa, indaffarata come se dovesse compiere chissà quali grandi cose.  E, invece, la  maggioranza si perde in questo alienante trepestio, spinta dal consumismo e dalla pubblicità, comprando leccornie e giocattoli sempre più sofisticati e costosi,  perdendo di vista  i valori spirituali e morali che la  festa imporrebbe.
Dimenticato e negletto, il piccolo Dio nasce,  per i  più,  solo  nei  negozi  d'arte  sacra  tra  i pastorelli  e  le pecore o,  tutt'al  più,  nella mangiatoia del Presepe della Parrocchia attorno  a cui   bimbi  ed adulti si  fermeranno  incuriositi dopo aver ascoltato, distratti da mille pensieri e guardando furtivamente l'ora, la Messa di Natale.

 

     L'auto  giunge  rombando e  ne discende  un gruppo di gente frenetica mentre altra si accinge a salirvi. Un ragazzetto sui dodici anni, biondo  e spettinato,  con un grosso zaino  ballonzolante sulla schiena, salta i due gradini che lo separano da  terra e incita il nonno, un omino piccolo e scarno,  a fare altrettanto  con rapidità.   Il vecchio fa del suo meglio e gli tiene dietro con gran vigore anche se con il fiato grosso che,  nel gelo  del mattino, si condensa in  piccole  nuvole frettolose anch'esse di scomparire nell'aria.
Intanto io salgo come sempre a  fatica per il sovraccarico di  passeggeri e mentre l'auto si avvia con aggressività su  per  la  salita,  a sinistra,  diretti verso il grande complesso del Santa Maria, vedo ancora due sagome buffe in corsa: innanzi, il nipote leggero e allegro come un passero  e  il nonno,  dietro,  che  cerca  di stargli al passo con piccoli balzi svelti...

 

Molti  si spingono sin da  lontani quartieri sino al  fornito  mercato di  Piazza  Vittorio, ritenuto ancora economico, tornando a casa carichi di   buste  enormi  e  pesanti,  convinti   d'aver concluso  qualche  affare... Come  quella  donnina piccola e insignificante che osservo ogni  mattina correre lesta lesta verso la fermata,  sacrificata da grossi fagotti ma contenta.
Oggi è la volta d'un anziano signore, lucido e ben vestito che si protende a sorreggere un  monte di  buste posate  in  terra.  M'offr  d'aiutarlo quand'è  il  momento  della discesa  ed  egli mi ringrazia con effusione e, quasi  leggendomi nel pensiero:  "Perchè  non  si accontenta di acquistare un pò di roba per volta?",  sentenzia:"Si soffre meno una volta sola!"
Il  mezzo  s'allontana velocemente mentre  lui  è ancora  là,  sotto la  pensilina,  circondato  dai numerosi involti bianchi, come un pastore in mezzo
ad un gregge sparuto di pecore...

 

 

 

 

21 Dicembre

http://www.gypsypedia.it/wp-content/uploads/2019/01/303Pena_madre-zingara1.jpg

 

     Sulla piazza S. Giovanni staziona, con regolarità impertinente, una zingara che nasconde il  volto alle centinaia d'auto che si  fermano dinanzi  al semaforo. Spesso il visetto triste di una  bimba di pochi anni, esile e sudicio,  spunta fuori da una fascia incolore che cinge  il  collo dell'altra, formando come una piccola amaca  entro cui  la  bimba  dorme,  acciambellata  come un animaletto nonostante il rumore intenso del traffico.  

La   zingara  s'avvicina con passo claudicante ad ogni auto: nei gesti e negli occhi traspare  tutta  la sapienza antica dei  suoi  avi che, abbandonata la vita nomade si sono  costretti a  vivere nelle grandi città,  conservando  però attitudini  e costumi tra cui  questo dell'accattonaggio.
Studiato  ed  accurato il tendere della  mano,  lo sguardo  supplichevole, l'incedere  malfermo,  che stringa il cuore dei più ed apra il borsellino...
sono sicura che sotto quel drappo colorato che  le nasconde parte del viso,  quasi voglia far immaginare chissà quale mostruosa ferita od anomalia,  si cela solo un volto giovane,  al di sotto dei ventanni ed una bocca ben disegnata  che se la ride dell'espressione compassionevole di chi la guarda.
La bimba, invece, ha un visetto decisamente triste; a volte siede sul marciapiedi e gioca con immaginari compagni o con qualche oggetto  trovato ai  margini  della strada dove  trascorre  la  sua infanzia malinconica...

 

 

 

 

28 Dicembre

https://www.rete8.it/cronaca/montesilvano-59-enne-romeno-muore-sul-bus-di-linea/attachment/autobus-gente/

 

     In  questi giorni di  festa e  in quelli precedenti il Natale, la confusione per le  strade è stata indescrivibile: una rutilante altalena di suoni,  colori,  di  luci  e  di   esseri  umani affannati,  nervosi,  concitati, alla  ricerca  di chissà cosa...
Oggi il traffico scorre meglio, molti sono restati a casa, altri già partiti per le vacanze invernali o per passare in un'altra atmosfera  il Capodanno.  Difatti  per le vie e sull'auto, persino, è stato tutto uno scambiarsi d'auguri... Auguri  per  cosa? Per lo scambio di doni? Per  i giorni di vacanza?  Quanti   penseranno  alla festività religiosa, a quella Natività da cui è venuta la salvazione dell'uomo?

 

     ...  Dinanzi a me, diritti ed eleganti  nelle loro divise blu, si allineano tre giovani cadetti che sembrano tre figurini usciti da una rivista di moda  dei  primi del Novecento; belli  con  quelle facce pallide e pulite sottolineate dall'oro delle rifiniture  e  dei bottoni che rifulgono  ad  ogni lieve spostamento del corpo. Si reggono  impettiti ai corrimano,  silenziosi  e  severi;  la loro inattesa  salita ha zittito ogni  discorso,  ogni voce  attorno, ogni voce, anche quella  stridula, quasi  antipatica di quella donna  laggiù.  Così come sono saliti, in un battibaleno  ridiscendono, impenetrabili e affascinanti... un'apparizione!

Due  ragazze magre, indubbiamente giovani -  pochi anni di differenza - l'una parecchio truccata, una riga  nera  sugli occhi azzurri, bruni  i  capelli
morbidi  ed una bocca procace ben  disegnata, l'altra più minuta con gli occhi azzurri anche lei,  ma senza trucco sul volto chiaro, chiacchierano con un'aria  di  complicità.
Una  anziana  signora che siede sul sedile a cui esse si appoggiano stentatamente nella ressa, le prende non so come per madre (la bruna) e figlia
(la  biondina  esile). La seconda scoppia in una risata  gioiosa mentre l'altra si rabbuia e  quasi se ne ha a male, protesta a  voce alta facendo girare molta gente distratta o assorta nei  propri pensieri.  Dopo  che la signora,  scusandosi  più volte si è alzata per scendere, le due parlottano ancora chiedendo intorno conferma della loro età, coinvolgendo nel giudizio un anziano signore  che, quasi a voler scusare l'errore della sua oetanea, ma  a bassa voce, forse intimamente poco  convinto anche lui - poichè la ragazza bruna dimostra più dei  suoi dichiarati 21 anni - s'affretta a  dire: "Ma sa, bisogna scusarla, era una signora anziana, forse non ci vedeva bene!..."

 

     Ogni volta che l'auto s'avventa giù per  la discesa che da Porta Ardeatina conduce a Caracalla costeggiando  i Vivai del Sud, i rami bassi  degli
alberi  che  si protendono oltre  il  marciapiedi battono  sul  mezzo  risonante producendo uno schiocco secco che spaventa chi non vi è  avvezzo e  riporta  alla realtà chi per qualche istante s'è lasciato andare ai sogni... come quel signore anziano laggiù che dormiva col capo ciondoloni  o l'uomo  grosso  e calvo - eppure è abituato al percorso - che prova un gusto sadico a far alzare chicchessia dal posto riservato agli invalidi, ogni volta che sale sull'auto.
Ora sobbalza come se avesse ricevuto uno schiaffo in piena faccia e stavolta sono io che, con  un pizzico di cattiveria e di giustizia - mi rallegro per quella piccola punizione inflittagli...

 

 

 

 

 

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