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                  SANTI DAI NOMI ATIPICI 
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                  APOLLO, UN SANTO DELL'ERA APOSTOLICA 
                   
                   
                  
                  “Fu molto utile a quelli che per  opera della grazia erano divenuti credenti” (San Luca) 
                  
                    
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                      Apollo (in Greco Απόλλων) è una divinità dell'antica  religione greca, dio della medicina, della musica e della profezia; in seguito  fu venerato anche nella religione romana. 
                        Quando si pensa a questo nome, ormai  in disuso all’anagrafe, si pensa al dio greco e poi romano. La tradizione  cristiana, annovera alcuni santi di nome Apollo, tra cui il grande  collaboratore di San Paolo. Ascoltiamo la catechesi di S. S. Benedetto VI in cui il 31 gennaio 2007 presenta all’udienza  generale del mercoledì alcuni collaboratori di San Paolo: Barnaba, Silvano e  Apollo.  | 
                     
                   
                    
                  "Cari fratelli e sorelle, 
                    proseguendo il nostro viaggio tra i protagonisti delle  origini cristiane, dedichiamo oggi la nostra attenzione ad alcuni altri  collaboratori di san Paolo. Dobbiamo riconoscere che l'Apostolo è un esempio  eloquente di uomo aperto alla collaborazione: nella Chiesa egli non vuole fare  tutto da solo, ma si avvale di numerosi e diversificati colleghi. 
                    Non possiamo  soffermarci su tutti questi preziosi aiutanti, perché sono molti. Basti  ricordare, tra gli altri, Èpafra (cfr Col 1,7; 4,12; Fm 23), Epafrodìto (cfr  Fil 2,25; 4,18), Tìchico (cfr At 20,4; Ef 6,21; Col 4,7; 2 Tm 4,12; Tt 3,12),  Urbano (cfr Rm 16,9), Gaio e Aristarco (cfr At 19,29; 20,4; 27,2; Col 4,10). E  donne come Febe (cfr Rm 16, 1), Trifèna e Trifòsa (cfr Rm 16, 12), Pèrside, la  madre di Rufo — della quale san Paolo dice: "È madre anche mia" (cfr  Rm 16, 12-13) — per non dimenticare coniugi come Prisca e Aquila (cfr Rm 16, 3;  1Cor 16, 19; 2Tm 4, 19). 
                    Oggi, tra questa grande schiera di collaboratori e di  collaboratrici di san Paolo rivolgiamo il nostro interessamento a tre di queste  persone, che hanno svolto un ruolo particolarmente significativo  nell’evangelizzazione delle origini: Barnaba, Silvano e Apollo. 
                  Barnaba significa «figlio dell'esortazione» (At 4,36) o  «figlio della consolazione» ed è il soprannome di un giudeo-levita nativo di  Cipro. Stabilitosi a Gerusalemme, egli fu uno dei primi che abbracciarono il  cristianesimo, dopo la risurrezione del Signore. Con grande generosità vendette  un campo di sua proprietà consegnando il ricavato agli Apostoli per le  necessità della Chiesa (cfr At 4,37). Fu lui a farsi garante della conversione  di Saulo presso la comunità cristiana di Gerusalemme, la quale ancora diffidava  dell’antico persecutore (cfr At 9,27). Inviato ad Antiochia di Siria, andò a  riprendere Paolo a Tarso, dove questi si era ritirato, e con lui trascorse un  anno intero, dedicandosi all’evangelizzazione di quella importante città, nella  cui Chiesa Barnaba era conosciuto come profeta e dottore (cfr At 13,1). Così  Barnaba, al momento delle prime conversioni dei pagani, ha capito che quella  era l'ora di Saulo, il quale si era ritirato a Tarso, sua città. Là è andato a  cercarlo. 
                    Così, in quel momento importante, ha quasi restituito Paolo alla  Chiesa; le ha donato, in questo senso, ancora una volta l'Apostolo delle Genti.  Dalla Chiesa antiochena Barnaba fu inviato in missione insieme a Paolo,  compiendo quello che va sotto il nome di primo viaggio missionario  dell’Apostolo. In realtà, si trattò di un viaggio missionario di Barnaba,  essendo lui il vero responsabile, al quale Paolo si aggregò come collaboratore,  toccando le regioni di Cipro e dell’Anatolia centro-meridionale, nell'attuale Turchia,  con le città di Attalìa, Perge, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe  (cfr At 13-14). 
                    Insieme a Paolo si recò poi al cosiddetto Concilio di  Gerusalemme dove, dopo un approfondito esame della questione, gli Apostoli con  gli Anziani decisero di disgiungere la pratica della circoncisione  dall'identità cristiana (cfr At 15,1-35). 
                    Solo così, alla fine, hanno ufficialmente  reso possibile la Chiesa dei pagani, una Chiesa senza circoncisione: siamo  figli di Abramo semplicemente per la fede in Cristo. 
                  I due, Paolo e Barnaba, entrarono poi in contrasto,  all'inizio del secondo viaggio missionario, perché Barnaba era dell’idea di  prendere come compagno Giovanni Marco, mentre Paolo non voleva, essendosi il  giovane separato da loro durante il viaggio precedente (cfr At 13,13; 15,36 - 40). 
                    Quindi anche tra santi ci sono contrasti, discordie, controversie. E questo a  me appare molto consolante, perché vediamo che i santi non sono "caduti  dal cielo". Sono uomini come noi, con problemi anche complicati. 
                    La  santità non consiste nel non aver mai sbagliato, peccato. La santità cresce  nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità a ricominciare,  e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono. 
                    E così Paolo, che  era stato piuttosto aspro e amaro nei confronti di Marco, alla fine si ritrova  con lui. Nelle ultime Lettere di san Paolo, a Filèmone e nella seconda a  Timoteo, proprio Marco appare come "il mio collaboratore". Non è  quindi il non aver mai sbagliato, ma la capacità di riconciliazione e di perdono  che ci fa santi. E tutti possiamo imparare questo cammino di santità. 
                    In ogni  caso Barnaba, con Giovanni Marco, ripartì verso Cipro (cfr At 15,39) intorno  all'anno 49. Da quel momento si perdono le sue tracce. Tertulliano gli  attribuisce la Lettera agli Ebrei, il che non manca di verosimiglianza perché,  essendo della tribù di Levi, Barnaba poteva avere un interesse per il tema del  sacerdozio. E la Lettera agli Ebrei ci interpreta in modo straordinario il sacerdozio  di Gesù. 
                  Un altro compagno di Paolo fu Sila, forma grecizzata di un  nome ebraico (forse sheal, «chiedere, invocare», che è la stessa radice del nome  «Saulo»), di cui risulta anche la forma latinizzata Silvano. Il nome Sila è  attestato solo nel Libro degli Atti, mentre il nome Silvano compare solo nelle  Lettere paoline. Egli era un giudeo di Gerusalemme, uno dei primi a farsi cristiano,  e in quella Chiesa godeva di grande stima (cfr At 15,22), essendo considerato  profeta (cfr At 15,32). 
                    Fu incaricato di recare «ai fratelli di Antiochia,  Siria e Cilicia» (At 15,23) le decisioni prese al Concilio di Gerusalemme e di  spiegarle. Evidentemente egli era ritenuto capace di operare una sorta di  mediazione tra Gerusalemme e Antiochia, tra ebreo-cristiani e cristiani di  origine pagana, e così servire l'unità della Chiesa nella diversità di riti e  di origini. 
                    Quando Paolo si separò da Barnaba, assunse proprio Sila come nuovo  compagno di viaggio (cfr At 15,40). Con Paolo egli raggiunse la Macedonia (con  le città di Filippi, Tessalonica e Berea), dove si fermò, mentre Paolo proseguì  verso Atene e poi Corinto. Sila lo raggiunse a Corinto, dove cooperò alla  predicazione del Vangelo; infatti,  nella seconda Lettera indirizzata da Paolo a quella Chiesa, si parla di «Gesù  Cristo, che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo» (2 Cor 1,19). 
                    Si  spiega così come mai egli risulti come co-mittente, insieme a Paolo e Timoteo,  delle due Lettere ai Tessalonicesi. Anche questo mi sembra importante. Paolo  non agisce da "solista", da puro individuo, ma insieme con questi  collaboratori nel "noi" della Chiesa. 
                    Questo "io" di Paolo  non è un "io" isolato, ma un "io" nel "noi" della  Chiesa, nel "noi" della fede apostolica. E Silvano alla fine viene  menzionato pure nella Prima Lettera di Pietro, dove si legge: «Vi ho scritto per mezzo di Silvano, fratello fedele»  (5,12). Così vediamo anche la comunione degli Apostoli. Silvano serve a Paolo,  serve a Pietro, perché la Chiesa è una e l'annuncio missionario è unico. 
                  Il terzo compagno di Paolo, di cui vogliamo fare memoria, è  chiamato Apollo, probabile abbreviazione  di Apollonio o Apollodoro. 
                    Pur trattandosi di un nome di stampo pagano, egli  era un fervente ebreo di Alessandria d'Egitto. Luca nel Libro degli Atti lo  definisce «uomo colto, versato nelle Scritture... pieno di fervore» (18,24-25).  L’ingresso di Apollo sulla scena della prima evangelizzazione avviene nella  città di Efeso: lì si era recato a predicare e lì ebbe la fortuna di incontrare  i coniugi cristiani Priscilla e Aquila (cfr At 18,26), che lo introdussero ad una  conoscenza più completa della "via di Dio" (cfr At 18,26). 
                    Da Efeso  passò in Acaia raggiungendo la città di Corinto: qui arrivò con l'appoggio di  una lettera dei cristiani di Efeso, che raccomandavano ai Corinzi di fargli  buona accoglienza (cfr At 18,27). A Corinto, come scrive Luca, «fu molto utile  a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; confutava infatti  vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che  Gesù è il Cristo» (At 18,27-28), il Messia. 
                    Il suo successo in quella città  ebbe però un risvolto problematico, in quanto vi furono alcuni membri di quella  Chiesa che nel suo nome, affascinati dal suo modo di parlare, si opponevano  agli altri (cfr 1 Cor 1,12; 3,4-6; 4,6). Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi  esprime apprezzamento per l’operato di Apollo, ma rimprovera i Corinzi di lacerare  il Corpo di Cristo suddividendosi in fazioni contrapposte. 
                    Egli trae un  importante insegnamento da tutta la vicenda: sia io che Apollo – egli dice –  non siamo altro che diakonoi, cioè semplici ministri, attraverso i quali siete  venuti alla fede (cfr 1 Cor 3,5). Ognuno ha un compito differenziato nel campo  del Signore: «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto  crescere... Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio,  l'edificio di Dio» (1 Cor 3,6-9). Rientrato a Efeso, Apollo resistette  all’invito di Paolo di tornare subito a Corinto, rimandando il viaggio a una  data successiva da noi ignorata (cfr 1 Cor 16,12). 
                    Non abbiamo altre sue  notizie, anche se alcuni studiosi pensano a lui come a possibile autore della  Lettera agli Ebrei, della quale, secondo Tertulliano, sarebbe autore Barnaba. 
                    Tutti  e tre questi uomini brillano nel firmamento dei testimoni del Vangelo per una nota in comune oltre che per  caratteristiche proprie di ciascuno. In comune, oltre all’origine giudaica, hanno  la dedizione a Gesù Cristo e al Vangelo,  insieme al fatto di essere stati tutti e tre collaboratori dell'apostolo Paolo.  In questa originale missione evangelizzatrice essi hanno trovato il senso della  loro vita, e in quanto tali stanno davanti a noi come modelli luminosi di disinteresse  e di generosità. 
                    E ripensiamo, alla fine, ancora una volta a questa frase di  san Paolo: sia Apollo, sia io siamo tutti ministri di Gesù, ognuno nel suo  modo, perché è Dio che fa crescere. 
                    Questa parola vale anche oggi per tutti,  sia per il Papa, sia per i Cardinali, i Vescovi,  i sacerdoti, i laici. Tutti siamo umili ministri di Gesù. Serviamo il Vangelo per quanto possiamo, secondo i nostri doni,  e preghiamo Dio perché faccia Lui crescere oggi il suo Vangelo,  la sua Chiesa. 
                  Il Martirologio  Romano (M.R.) annovera alcuni santi di nome Apollo o Apollonio: 
                  
                    
                      
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                        Sant'Apollo di Bawit, abate 
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                      Sant'Apollo di Bawit  abate, venerato il  22 ottobre. 
                               
                        È vissuto nel secolo IV,  probabilmente tra gli anni 316 e 395. Eremita, di origine egiziana che dopo un  primo momento di solitudine ed isolamento, circa quarant'anni nella Tebaide, come  altri padri del deserto divenne guida-abate di un cenobio presso Hermopilis. 
                         
                        È  anche da ricordare anche il suo ritorno nella vita ecclesiale e civile quando,  come  aveva fatto anche sant’Antonio il  Grande, lascia il deserto per combattere Giuliano l'Apostata. 
                          Santi Apollonio e  Filemone martiri in Egitto (8 marzo) 
                          
                        Sant' Apollonio il filosofo  e martire di Roma (21 aprile) 
                        
                        Sant' Apollonio il filosofo  e martire di Roma (21 aprile) 
                        
                        Santi Apollonio e  Filemone martiri in Egitto (8 marzo) 
                        
                        Santi Marciano, Nicandro, Apollonio (Apollo) e compagni martiri in Egitto (5 giugno)
                          
                        Sant'Apollonio martire, venerato il 10  aprile. “Ad Alessandria d’Egitto, sant’Apollonio, sacerdote e martire”.
                        Tra gli altri santi di nome Apollo non riportati nel  Martirologio Romano, ricordiamo: 
                        
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Apollo       (Apollonio) eremita in Nitria
                               
                             
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Apollo       martire in Bitinia, con Isacco e soci
                             
                           
                          - 
                              
Apollo       di Pelusio, eremita
                             
                           
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Apollo       vescovo, ricordato con il vescovo Alessio in Bitinia
                             
                           
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Apollo       collaboratore di San Paolo
                           
                         
                          
                        Infine le Chiese Orientali ricordano; 
                        
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Apollo       “Il Pastore”, monaco, venerato nella Chiesa Copta il 30 gennaio
                               
                             
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Apollo,       venerato nella Chiesa Copta il 13 ottobre
                           
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                        Sant'Apollonio martire in Egitto con Marciano 
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                  Concludendo, la figura di sant’Apollo ci rammenta che ognuno  di noi ha un suo ruolo nell’avvento del Regno di Dio, il quale è veniente per  grazia, come ci ricorda san Paolo: : «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è  Dio che ha fatto crescere... Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il  campo di Dio, l'edificio di Dio» (1 Cor 3,6-9). 
                  “Ad una  comunità parrocchiale  fu annunciato che  nella notte solenne 
                    del sabato di  Pasqua il Messia sarebbe ritornato.
                    Il Regno  dei Cieli sarebbe stato portato a pieno compimento: era giunta la fine dei  tempi. 
                    Il Messia  avrebbe cominciato la sua missione proprio dalla loro comunità. 
                    Il giorno  di sabato, si radunarono tutti.  
                    Le donne  avevano preparato la cena,  
                    gli uomini  avevano provato a lungo la musica, i canti e le danze.  
                    Sapevano  che in quella notte, finalmente, il Messia sarebbe arrivato. 
                    La festa  incominciò...  
                    Mezzanotte:  di lì a poco l'avrebbero visto! 
                    L'una del  mattino: il suo arrivo era imminente. 
                    Le due: i  cuori battevano più forte. 
                    Le tre: la  stanchezza cominciava a farsi sentire. 
                    Le quattro:  alcuni cominciarono a perdersi d'animo. 
                    Le cinque:  sonnecchiavano e sbadigliavano tutti ... Non arrivava ancora ...  
                    A mezzogiorno,  il Messia bussò finalmente alla porta! 
                    Entrando  disse educatamente:  
  «Scusatemi,  ma ho incontrato un bambino che piangeva e mi sono fermato a consolarlo...». 
                    Finché ci  saranno bambini che piangono, il Messia non arriverà...” (da “il Gufo”). 
                  Bibliografia: 
                  
                    - 
                      
AA.       VV.,       Enciclopedia dei Santi “Bibliotheca Sanctorum”, 12 voll., Città Nuova,       1990
                     
                    - 
                      
C.E.I.,       Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana,       2007, pp. 1142
                     
                    - 
                      
Sito       web de “il Gufo”
                     
                    - 
                      
Sito       web della Santa Sede
                     
                    - 
                      
Sito       web di Wikipedia
                     
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Damiano       Marco Grenci, collezione privata di immaginette sacre, 1977 - 2008
                     
                   
                   
                   
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                  GENOVEFFA DETTA GINEVRA 
                    
                    
                   
                   
                  Il  nome ha origini letterarie, essendosi diffuso durante il tardo Medioevo con  l'affermarsi del ciclo di avventure di Re Artù. Deriva dal nome di una divinità  celtica, a sua volta derivato dal normanno Gwenhwyar, col significato di  "risplendente tra gli Elfi". 
                    Esso fu ripreso da Chrétien de Troyes,  che diede questo nome al famoso personaggio della moglie di Re Artù. Egli lo  tradusse in francese antico, trasformandolo in Guenievre, da cui deriva anche  l'italiano Ginevra. Nella versione anglosassone della leggenda, compare anche  la variante Guinivere. Altri significati attribuiti a questo nome sono  tessitrice, anch'esso di derivazione celtica, e onda bianca. 
                  GINEVRA, NEI SANTI 
                  Non  vi sono attualmente sante di nome Ginevra, ma poiché il nome Genoveffa deriva  dalla stessa radice, solitamente l'onomastico viene celebrato il 3 gennaio,  giorno dedicato a Santa Genoveffa di Parigi. 
                    
                  
                    
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                      Santa Geneviève di  Parigi 
                        (in italiano Genoveffa) 
                           Nanterre,  422 - Parigi 3 gennaio 512 
                        Santa Geneviève è  venerata  dalla Chiesa cattolica come santa e patrona della città di Parigi e della  polizia. 
                          Il suo culto è stato riscoperto anche dalle Chiese Ortodosse in  Occidente. 
                        3 gennaio - Martirologio Romano  (M.R.): 
                                 
                        “A Parigi, in Francia, deposizione di santa  Genoveffa, vergine di Nanterre, che a quindici anni, su invito di san Germano  vescovo di Auxerre, prese il velo delle vergini, confortò gli abitanti della  città atterriti dalle incursioni degli Unni e soccorse i suoi concittadini in  tempo di carestia”.  | 
                     
                    
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                      Santa Genoveffa di Brabante 
                           
                            Esistono quattro racconti in latino che  riguardano Genoveffa e si fondano su un modello comune: una donna innocente (sposa  di Sigfrido conte palatino), sedotta (dal maestro di corte), calunniata dal suo  seduttore e vittima di un castigo iniquo (annegata con il suo bimbo). 
                            C’è anche  la cerva dispensatrice di latte, la battuta di caccia che conduce alla scoperta  di chi è stata abbandonata ed altro. 
                            La vicenda storica di Genoveffa l’avvicina  al racconto di Maria di Brabante, consorte di Luigi II, duca di Baviera, punita  per un presunto adulterio nel 1256   a Mangeistein. 
                            Archeologicamente ci sono tracce di culto  nella cappella di Fraukirch, presso Thür, e recenti scavi (1951) hanno rivenuto  una sepoltura, che si desidera sia quella di Genoveffa. 
                            Si racconta che il  marito durante una battuta di caccia ha la prova della sua innocenza. 
                            Il culto  a santa Genoveffa non è ufficiale. Dal XVII  secolo è venerata come santa il 18 gennaio.
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                      Santa Genoveffa Torres Morales  
                          Fondatrice della Congregazione delle Suore  del Sacro Cuore e dei Santi Angeli. 
                            Nata ad Almenara nel 1870, muore a Saragozza,  5 gennaio 1956. la sua canonizzazione è del 2003. 
                         Il M.R. la ricorda il 5 gennaio: 
                                 
                        “A Saragozza in Spagna, santa  Genoveffa Torres Morales, vergine, che, provata fin dalla fanciullezza dalle  durezze della vita e affetta da cattiva salute, fondò la Congregazione delle  Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli per l’assistenza alle donne”.   | 
                     
                    
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                      Beata  Maria Geneviève (Genoveffa) Meunier (Costanza), Carmelitana  Scalza. 
                           Nata il 28 maggio 1765   a Saint-Denis e morta a Parigi il 17 luglio 1794. 
                            Fa  parte delle Carmelitane di Compiègne, beatificate nel 1906. 
                             
                            Il M.R. la ricorda  il 17 luglio:  
                        “A Parigi in Francia, beate Teresa di Sant’Agostino (Marta  Maddalena Claudina) Lidoine e quindici compagne, vergini del Carmelo di  Compiègne e martiri, che durante la rivoluzione francese furono condannate a  morte per avere fedelmente osservato la disciplina monastica e, giunte sul  patibolo, rinnovarono le promesse di fede battesimale e i voti religiosi”.  | 
                     
                    
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                      Beata  Maria Geneviève (Genoveffa) Giuseppina Ducrez (Maria Luisa di san Francesco), religiosa  Orsolina di Sant’Angela Merici. 
                           Nata il 27 settembre 1756   a Condé. Mort il 17 Ottobre 1794 a Valenciennes. 
                            Fa parte del gruppo delle Orsoline di Valenciennes, beatificate nel 1906.  
                        Il M.R. la ricorda il 17 ottobre:  
                        “A Valencienne in Francia, beata Maria Natalia di San  Luigi (Maria Luisa Giuseppa) Vanot e  quattro compagne, vergini dell’Ordine delle Orsoline e martiri, che, condannate  a morte durante la rivoluzione francese in odio alla fede cattolica, salirono  il patibolo recitando il salmo Miserere”.  | 
                     
                    
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                      Beata Maria Geneviève  (Genoveffa) de la Foresterie, laica della diocesi di  Angers. 
                           Nata a il 3 gennaio 1741   a Lion-d’Angers; morta il 16 aprile 1794 ad Avrillé. Fa  parte del gruppo dei martiri di Angers, beatificati nel 1984. 
                         Il M.R. la  ricorda il 1 febbraio:  
                        “In Francia, la passione delle beate Maria Anna Vaillot e quarantasei compagne, martiri; raggiunsero  la corona del martirio durante la rivoluzione francese”.  | 
                     
                    
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                      Venerabile Genoveffa De Troia,  laica della diocesi di Foggia. Terziaria Francescana.  
                          Nata a Lucera (FG), il 21  dicembre 1887; morta a Foggia l’11 dicembre 1949. È venerabile nel 1992.  | 
                     
                    
                      Serva  di Dio Geneviève (Genoveffa) de Trudaine vedova Quarré de Chelers,  laica della Diocesi di Arras. 
                           Nata a Parigi nel 1744; morta a Arras, il 15  maggio 1794. fa parte del gruppo dei martiri in corso di canonizzazione della  Diocesi di Arras e Cambrai. 
                        Serva  di Dio Geneviève (Genoveffa) Barbe Goyon, monaca domenicana. 
                         Nata a  Parigi nel 1717, morta a Parigi il 1 maggio 1794. fa parte del gruppo dei  martiri della diocesi di Parigi e Montpellier in corso di canonizzazione.  | 
                     
                   
                    
                  BIBLIOGRAFIA E FONTI 
                  
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AA. VV. da newsaints.faithweb.com
                     
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AA.  VV.,  Enciclopedia dei Santi “Bibliotheca Sanctorum”, 12 voll., Città Nuova, 1990
                     
                    - 
                      
C.E.I.,  Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana,  2007, pp. 1142
                     
                    - 
                      
Damiano  Marco Grenci, collezione privata di immaginette sacre, 1977 - 2008 
                     
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                  LA "FIGLIA DEL SOLE", ELIANA 
                    
                  
                  La  Bibliotheca Sanctorum riporta a pagina 680 il ricordo di santa Eliana. Risulta compagna di fede e di martirio delle sante  Filantia, Taziana e Marciana di Amasea nel Ponto.  
                    La fonte, memoria della loro  testimonianza a Cristo, è il Martirologio Siriaco e il Martirologio Geronimiano  che le ricordano il 18 agosto. 
                  Una  traccia di culto di santa Eliana è nella cappella delle S. Reliquie presso il  Cottolengo di Torino. È custodita un’urna, di splendida fattura, che custodisce  il simulacro in cera della Martire. Visto  il caso, viene da pensare se non sia un “corpo santo”; ma non ci sono  documenti. 
                  
                  Come  mai questo culto?  
                  Un  po’ di storia del Santo torinese. 
                  
                    
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                      Dopo  la chiusura forzata dell’ “Ospedaletto”, san  Giuseppe Benedetto Cottolengo non si scoraggia e sempre a Torino, in zona Valdocco (l’attuale sede centrale), dà inizio alla  “Piccola Casa della Divina Provvidenza”. 
                       Acquista alcuni locali per ospitare  nuovi malati e, ogni volta che se ne presenta la necessità, accoglie le persone  bisognose creando locali appositi, senza pensare assolutamente alla  disponibilità di risorse per sostenerle, confidando solo nella Divina  Provvidenza. 
                       È così che nascono numerosi gruppi che denomina “famiglie”:  l’ospedale per i malati, la casa per uomini e donne anziani, le famiglie dei  sordomuti, degli epilettici, dei disabili psichici detti “Buoni Figli” e “Buone  Figlie”, ecc. Per il servizio dell’Opera, Cottolengo fonda diverse  congregazioni religiose.  | 
                     
                    
                      Ecco..  il santo Cottolengo denomina queste “famiglie” con il nome di un santo. Santa Eliana è una  di loro. Oltre il simulacro suddetto, la Chiesa custodisce altri immagini che  richiamano il culto alla Martire di Amasea.                        | 
                     
                   
                    
                  
                    
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                  Infine.  Eliana. L'interpretazione di questo nome è duplice. Potrebbe derivare dalla  parola greca élios (sole) ed assumere il significato di figlia del sole. Oppure  può significare discendente di Elia (quindi: Nome maschile di origine ebraica.  E' il nome di uno dei profeti della Bibbia. E' composto dalle radici El -  abbreviazione di Elohim che vuol dire Dio - e yah - abbreviazione di Yahvè che  vuol dire Dio; assume il significato di Dio è Dio). 
                  
                    
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                      Scrive san Pietro Giuliano Eymard:  “(L’anima) Nell’adorazione si slancia come aquila sino alla cima della  montagna, ove l’amore ha la sua dimora. E là contempla il Sole d’amore per  conoscerne la bellezza e la sua potenza. 
                       Egli osa, come il discepolo  prediletto, riposare sul divin petto del Salvatore, per riscaldarsi,  ritemprarsi, e corroborare le forze e quindi partirne come il raggio dal Sole  da cui emana”. 
                       E scrive anche: “L’eucaristia è la vita dell’anima e dell’umana  società, come il sole è la vita dei corpi e del mondo. Senza il sole la terra è  sterile.  
                      Ma l’astro del giorno obbedisce al sommo Sole, il verbo divino Gesù  Cristo che illumina ogni uomo e agisce per mezzo della sua eucaristia  nell’intimo delle anime così da trasformare le famiglie e le nazioni”.   | 
                     
                    
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                  Concludendo.  Pensando al significato del nome “Eliana” e alla simbologia Sole - Eucaristia:  buona "abbronzatura" alla luce del Tabernacolo, per essere figli e figlie nel  “Sole che sorge dall’alto”! 
                    
                  
                    
                      
                          
                        “Signore, 
                          che io mai più torni a volare rasoterra! 
                          Che sia sempre illuminato 
                          dai raggi del Sole divino – Cristo –  nell’Eucaristia!, 
                          che il mio volo non si interrompa, 
                          fino a trovare il riposo del tuo Cuore!” 
                        (San Josè  Maria Escrivà. de Balaguer) 
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                  Bibliografia: 
                  
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AA. VV.,       Enciclopedia dei Santi “Bibliotheca Sanctorum”, 12 voll., Città Nuova,       1990
                     
                    - 
                      
C.E.I.,       Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana,       2007, pp. 1142
                     
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Damiano Marco       Grenci, collezione privata di immaginette sacre, 1977 – 2008
                     
                   
                   
                    
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                  LUDOVICA : "COLEI CHE E' GLORIOSA IN BATTAGLIA"
                  Introduzione 
                  Eccomi ad una mia nuova ricerca  nata da una promessa a me stesso quando ho saputo il sesso certo del primo  nipote di Lorenzo G., il figlio di Adriano M. e Pamela. Ricordo la gioia, “è  una femmina!, quindi si chiamerà Ludovica”. 
                  L’etimologia del nome Ludovica. È  di origine germanica e di tradizione francona. Deriva dalle forme medioevali  Clodovicus e Clodoveo, adattati poi come Lodovicus e Ludovicus sul modello del  francone Hlodowig. È composto dalle radici germaniche "hloda",  gloria, e "wig", battaglia. 
                  Quindi è un nome che può tradursi  in “celebre guerriera”, oppure “gloriosa in battaglia”.. vedremo! 
                  La tradizione cristiana elenca  solo beati con questo nome, anche se nella forma “Luisa” ci sono anche alcune  sante. Noi però consideriamo solo nella forma “Ludovica”. Eccole! 
                  Appunti agiografici 
                    
                    
                  
                    
                      Beata Ludovica Albertoni, terziaria francescana  
                      Martirologio Romano, 31 gennaio  (1 febbraio nel proprio Diocesi di Roma): A Roma, beata Ludovica Albertoni,  che, dopo avere educato cristianamente i figli, alla morte del marito, entrata  nel Terz’Ordine di San Francesco, portò aiuto ai poveri, scegliendo di divenire  da ricca poverissima.   | 
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                      Beata Ludovica di Savoia, principessa e monaca clarissa 
                        Bourg-en-Bresse, Francia, 28  luglio 1462 - 24 luglio 1503  
                      Martirologio Romano, 24 luglio: A  Orbe nella Savoia, beata Ludovica, religiosa, che, figlia del beato duca  Amedeo, sposò Ugo principe di Châlon e alla sua morte abbracciò in umiltà e  fedeltà la regola di santa Chiara secondo la riforma di santa Coletta.   | 
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                      Beata Maria Ludovica di Gesù Trichet, religiosa e cofondatrice  
                        Poitiers, Francia, 7 maggio 1684  – Saint-Laurent-sur-Sèvre, Vandea,  28 aprile 1759  
                      Martirologio Romano, 28 aprile:  Nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia, beata Maria Luisa di Gesù  Trichet, vergine, che vestì come prima associata l’abito della Congregazione  delle Figlie della Sapienza, che governò con saggezza.   | 
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                      Beate Maria Natalia di S. Ludovico (Maria Ludovica Giuseppa) Vanot e compagne martiri  
                      Martirologio Romano, 17 ottobre 
                       A Valencienne ancora in Francia,  beata Maria Natalia di San Luigi (Maria Luisa Giuseppa) Vanot  e quattro compagne, vergini dell’Ordine delle Orsoline e martiri, che,  condannate a morte durante la rivoluzione francese in odio alla fede cattolica,  salirono il patibolo recitando il salmo Miserere.  | 
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                      Beata Ludovica Hashimoto [ルドビコ 橋本] 
                         
                          Bambina della diocesi di Funai 
                      Nata nel 1616 a Kyōto in Giappone.  
                      Fa  parte del gruppo di 188 martiri giapponesi († 1603-39), il cui capo lista è  Pietro Kibe, che saranno beatificati il 24 Novembre 2008.  | 
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                      Beata Lucia Ludovica [ルシア・ルイサ]  
                         
                          Donna sposata della diocesi di Funai;  terziaria dell’Ordine Domenicano e Francescano.  
                      Nata nel 1548 a Nagasaki in Giappone.  Fa parte del gruppo dei beati 200 martiri giapponesi († 1597-1637), il cui capo  lista è il beato Alfonso Navarrete Benito.  | 
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                  CONCLUSIONE 
                  Siamo alla conclusione dopo  questa carrellata di santità di nome Ludovica. 
                    Concludiamo con una preghiera  che ha come titolo “Una vita nuova”: 
                  Seguire Gesù e restare 
                      in comunione con Lui  
                      fino alla fiducia estrema in Dio 
                      al di là di ogni dubbio e sofferenza, 
                      vuol dire accogliere l’eternità in una vita colma di morti, 
                      e intravedere al di là dei fallimenti e delle paure 
                      la vita nuova e il mondo nuovo 
                      dove né lacrime né peccati 
                      potranno separarci dall'amore di Dio. 
                  Seguire Gesù e restare 
                      in comunione con lui, 
                      fino all’amore estremo e al dono di sé, 
                      certi che il perdono e la riconciliazione 
                      possono vincere ogni odio, diffidenza ed esclusione, 
                      che la solidarietà e la condivisione possono superare 
                      ogni barriera, ogni conflitto tra egoismo ed ingiustizia, 
                      significa - al di là di ogni morte che ci minaccia - 
                      accogliere nella propria vita il Regno di Dio 
                      che ha fatto nuova ogni cosa 
                      e aprire a questo mondo che muore 
                      per gli antichi odi 
                      il sentiero della vita nuova, nell’amore 
                      vissuto in modo vero e concreto. 
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                  Bibliografia e fonti 
                     .     AA.  VV.,  Enciclopedia dei Santi “Bibliotheca Sanctorum”, 12 voll., Città Nuova, 1990 
                     .     C.E.I.,  Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana,  2007, pp. 1142
                       .     Damiano  Marco Grenci, collezione privata di immaginette sacre, 1977 - 2008 
                     .     sito  web di Newsaints.faithweb.com
                     .    sito  web di Wikipedia 
                  
                   
                  
                  da: Quaderno 54 
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                  BELLA COME UN GIGLIO - GIGLIOLA 
                  Tra i molti nomi atipici c’è anche Gigliola. Il nome deriva in  parte da Gilio, Gilles (ovvero Egidio), ma anche da Lilius, che significa  "bella come un giglio".  
                    
                  Il nome “Egidio” nei Testimoni del Vangelo, 
                      tra Martirologio Romano e “santa  memoria” 
                    
                  
                    
                      Sant'Egidio, abate 
                      1  settembre. Martirologio Romano. 
                        
                       Nel territorio di Nîmes nella Gallia  narbonense, ora in Francia meridionale, sant’Egidio, da cui poi prese il nome  la cittadina fiorita nella regione della Camargue, dove si tramanda che egli  costruì un monastero e pose termine al corso della sua vita mortale.   | 
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                      Sant’Egidio da Sansepolcro, pellegrino  eremita 
                      Venerato il 1 settembre. 
                       La tradizione vede in Egidio, e nel suo compagno  Arcano, i pellegrini del X secolo che avrebbero costruito la primitiva cappella  dedicata al Santo Sepolcro di Cristo, attorno alla quale sorsero   un’abbazia benedettina (successivamente camaldolese) e il borgo  che darà origine alla città di Sansepolcro, nei pressi di Arezzo.                        | 
                     
                   
                    
                  
                    
                      Sant' Egidio Maria di San Giuseppe  (Francesco Pontillo), religioso dei Frati Minori 
                         
                      7  febbraio.  
                      Martirologio Romano: A Napoli, sant’Egidio Maria di San Giuseppe  (Francesco) Pontillo, religioso dell’Ordine dei Frati Minori, che ogni giorno  per le vie della città mendicava con grande umiltà dal popolo l’elemosina,  dando in cambio parole di consolazione  | 
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                      Sant’Egidio, martire dell’Ordine  Mercedario 
                         
                          Egidio  con tre compagni (Luigi, Giovanni e Paolo), inviati in missione a Fez in  Marocco e mentre stavano predicando la fede in Cristo, vennero catturati dai  mussulmani.  
                        Subirono diversi maltrattamenti ed infine furono decapitati  coronando la fede con il martiri. Non sono inseriti nel Martirologio Romano, ma  l’Ordine li ricorda, insieme, il 17 giugno.   | 
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                      Beato Egidio da Laurenzana, eremita  francescano  
                         
                      10  gennaio.  
                      Martirologio Romano: A Laurenzana in Basilicata, beato Egidio  (Bernardino) Di Bello, religioso dell’Ordine dei Frati Minori, che visse  segregato in una grotta.  | 
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                      Beato Egidio Rodicio Rodi, religioso salesiano,  martire 
                         
                          4  agosto. Martirologio Romano: A Barcellona sempre in Spagna, beati martiri  Giuseppe Batalla Parramòn, sacerdote, Giuseppe Rabasa Bentanachs e Egidio Gil  Rodicio, religiosi, della Società Salesiana, che nella stessa persecuzione  combattendo per la fede ricevettero la vita eterna.
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                      Beato Egidio di Santarem (da Vaozela), sacerdote Ordine dei Predicatori 
                         
                          14  maggio.  
                        Martirologio Romano: A Santarém in Portogallo, beato Egidio da Vaozela, sacerdote, che, docente di medicina a  Parigi, abbandonò la sua vita di dissolutezze e, entrato nell’Ordine dei  Predicatori, respinse tutte le tentazioni con le lacrime, la preghiera e i  digiuni.  
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                      Beato Egidio d’Assisi, religioso 
                         
                          23  aprile. 
                          
                        Martirologio Romano: Venerato a Perugia, il beato Egidio da Assisi, religioso  dell’Ordine dei Minori,  fu compagno di san Francesco e rifulse nelle sue  peregrinazioni per la fede intrepida e la mirabile semplicità.  
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                      Beato Egidio Dalmasia, religioso  dell’Ordine Mercenario 
                         
                          Morto  santamente nel 1399 con la fama di sapiente letterato e teologo, zelante  missionario e evangelico conquistatore alla fede cristiana dei Mori in Africa.   
                        Non è inserito nel Martirologio Romano, ma l’Ordine lo ricorda il 29 maggio.   | 
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                      Venerabile  Egidio Bollesi, laico OFS 
                         
                          24  agosto 1905 – 25 aprile 1928   a Pola (Istria)
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                      Venerabile  Egidio (Giovanni Battista) Laurent, religioso dei Canonici Regolari Lateranensi 
                         
                          Montjovet,  Aosta, 12 settembre 1884 - Verrès,  Aosta, 30 dicembre 1941  
                          Giovanni  Battista Laurent, religioso dei Canonici Regolari Lateranensi col nome di  Egidio, è dichiarato “venerabile” il 14 maggio 1991 dal servo di Dio Giovanni  Paolo II.
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                      Venerabile  Egidio del Sacro Cuore di Gesù (Severino Malacarne), sacerdote passionista 
                         
                          11  Aprile 1877 a  Gualdo di Portomaggiore (FE) - 29 Novembre 1953 a Roma.  
                        Le sue spoglie  mortali sono presso la chiesa dei Passionisti di Cesta di Copparo (FE).  
                        È  proclamato Venerabile il 26 marzo  1999 dal servo di Dio Giovanni Paolo II.  | 
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                      Servo di Dio Egidio Marcelli (Lorenzo  dello Spirito Santo), religioso passionista 
                        30  agosto 1874 a  Caprarola (VT) - 14 Ottobre 1953 a Nettuno (RM)                          | 
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                      Servo di Dio Egidio (Gil) Parés Vilasau, sacerdote diocesano, martire 
                         
                      3  ottobre 1880 a  Barcellona – 26 luglio 1936 a  Guinardó, Barcellona                          | 
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                      Servo di Dio Egidio (Gil) Belascain  Ilagorri, religioso vincenziano, martire 
1  Settembre1883 a Legarda in Navarra – 7 novembre 1936 a Paracuellos de  Jarama, Madrid. 
Fa  parte del gruppo di 33 martiri il cui capo lista  è il servo di Dio Giuseppe Maria Fernàndez Sànchez.                        | 
                     
                   
                    
                  
                    
                      Egidio Biscaro, sacerdote comboniano,  martire  
                         
                      22  settembre 1928 a  Foresto di Cona (VE) - 29 gennaio 1990 a Pajule (Uganda),
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                      Egidio Delle Ponti, laico miracolato a Lourdes 
                         
                          10 agosto 1880 a Pulsano – 22 luglio 1948 a Ravenna
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                      Egidio Negrin, vescovo diocesano  
                         
                          Detto il “vescovo  dell’Eucarestia”. 
4 aprile 1907 a Santa Maria (TV) - 15 gennaio 1958 a Treviso
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                  Bibliografia e fonti 
                  
                    - 
                      
AA.       VV.,       Enciclopedia dei Santi “Bibliotheca Sanctorum”, 12 voll., Città Nuova,       1990
                     
                    - 
                      
C.E.I.,       Martirologio Romano, Libreria Editrice Vaticana,       2007, pp. 1142
                     
                    - 
                      
Grenci       Damiano Marco, collezione privata di immaginette sacre, 1977 – 2008
                     
                    - 
                      
Sito web di       newsaints.faithweb.com
                     
                    - 
                      
Sito       web di santibeati.it
                     
                    - 
                      
Sito       web di Wikipedia
                     
                   
                    
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                  UN SANTO DI NOME VILMO
                  Il nome Vilmo è presente nella  tradizione italiana. Tutti si chiedono: ma esiste un santo con questo nome? 
                    L’unico testimone della fede di  nome Vilmo è il beato di origine ungherese, nato il 29 febbraio 1892 a Sighişoara  (Segesvár), anticamente in Ungheria, ora Romania: Vilmos Apor. 
                  Il nome Vilmos è la versione  ungherese del nome Guglielmo. 
                  Guglielmo deriva dal nome  germanico Willihelm, giunto in Italia  per tradizione francone. Documentato nelle forme medioevali Guilihelmus, Guillelmus, Gulliemus,  Guilgelmus e Wilielmus e negli ipocoristici Lemnus, Memmus, Welmus e Willus. Deriva dalle radici germaniche  wilja, volontà, e helma, elmo, di incerto significato complessivo. 
                    Il nome Guglielmo ha altre  versioni linguistiche: Guillem  (catalano); Viljami, Vilhelmi, Ville  (finlandese); Guillaume (francese); William, Will, Willy, Bill, Billy  (inglese); Vilius, Viliumas  (lituano); Willem (olandese); Guilherme (portoghese); Guillermo  (spagnolo) e Willhelm, Willi (tedesco). 
  Le varianti Zelmo e  Azelma sono caratteristiche dell'Emilia-Romagna, Memmo è toscano, mentre Gelmo-Gelma e Vilmo-Vilma sono caratteristiche delle Venezie. 
                    
                  
                    
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                  Vilmos Apor, figlio di nobili  ungheresi, nasce nel 1892. Nel 1909 entrò nel seminario di Györ. Il vescovo  Széchényi lo inviò all'Università dei Gesuiti di Innsbruck, dove conseguì la  laurea in teologia. Venne ordinato sacerdote il 24 agosto 1915. 
                    Durante la  prima guerra mondiale fu cappellano militare su un treno ospedale della Croce  Rossa. A 26 anni divenne il più giovane parroco d'Ungheria, a Gyula. Nella  travagliata situazione sociale e politica fu un punto sicuro di riferimento per  i suoi parrocchiani. 
                     
                    Il 21 gennaio 1941 papa Pio XII lo nominò Vescovo di Györ,  diocesi fondata da Santo Stefano. Durante la seconda guerra mondiale il Vescovo  difese gli ebrei, alzando la voce anche contro gli stessi politici al potere.  
                    Nel 1945 i russi, nella Settimana Santa, attaccarono Györ e Vilmos venne colpito a morte da  alcuni soldati per difendere alcune ragazze rifugiatesi  nell'episcopio. Questo accadeva il  Venerdì santo. Vilmos morì il lunedì di Pasqua seguente: 2 aprile 1945. 
                  La causa di canonizzazione ebbe  inizio nel 1989. la Congregazione per le cause dei santi riconobbe il martirio “in odium fidei” il 7 luglio 1977, fu  beatificato dal beato Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997, in piazza S. Pietro  a Roma. 
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                  Il nome Guglielmo è presente nel Martirologio Romano ben 50  volte. Ecco l’elenco in ordine di data di commemorazione: 
                  San Guglielmo di Volpiano o di Fruttuaria, abate di S.  Benigno di Digione (1 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Repin, sacerdote e martire (2 gennaio) 
                    San Guglielmo di Bourges, vescovo (10 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Carter m. (11 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade, sacerdote, fondatore (22  gennaio) 
                    Beato Guglielmo Patenson, sacerdote e martire (22 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Ireland, martire (24 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Saultemouche, martire 87 febbraio) 
                    San Guglielmo il Grande (di Malavalle), eremita 810  febbraio) 
                    Beato Guglielmo Harrington, martire (18 febbraio) 
                    Beato Guglielmo Richardson, sacerdote e martire (27 febbraio) 
                    Beato Guglielmo Hart, sacerdote e martire (15 marzo) 
                    Beato Guglielmo Pike, martire (21 marzo) 
                    San Guglielmo Tempier di Poitiers, vescovo (29 marzo) 
                    Beato Guglielmo Gnoffi di Noto, eremita (4 aprile) 
                    San Guglielmo di Eskill, abate (6 aprile) 
                    Beato Guglielmo Thomson, martire (20 aprile) 
                    San Guglielmo Firmato da Mantilly, eremita (24 aprile) 
                    Beato Guglielmo Marsden, martire (25 aprile) 
                    San Guglielmo da Foggia, eremita (26 aprile) 
                    San Guglielmo Southernem martire (30 aprile) 
                    Beato Guglielmo Tirry, agostiano martire(2 maggio) 
                    San Guglielmo di Pontoise, sacerdote (10 maggio) 
                    Beato Guglielmo da Tolosa, agostiniano (18 maggio) 
                    San Guglielmo di Gellone, monaco (28 maggio) 
                    Beato Guglielmo Arnaud, martire di Avignonet (29 maggio) 
                    Beato Guglielmo Scott , martire (29 maggio) 
                    Beato Guglielmo Filby, sacerdote e martire (30 maggio) 
                    Beato Guglielmo Greenwood, sacerdote certosino, martire (6  giugno) 
                    San Guglielmo di York, vescovo (8 giugno) 
                    Beato Guglielmo Exmew, sacerdote certosino, martire (19  giugno) 
                    San Guglielmo da Montevergine o di Vercelli, abate (25  giugno) 
                    Beato Guglielmo Andleby, martire (4 luglio) 
                    Beato Guglielmo Webster, martire (26 luglio) 
                    Beato Guglielmo Davies, martire (27 luglio) 
                    San Guglielmo Pinchon, vescovo (29 luglio) 
                    Beato Guglielmo Horne, certosino, martire (4 agosto) 
                    Beato Guglielmo Plaza Hernandez, sacerdote e martire (9  agosto) 
                    Beato Guglielmo Lampley martire (11 agosto) 
                    Beato Guglielmo Freeman, martire (13 agosto) 
                    Beato Guglielmo Lacey , sacerdote e martire (22 agosto) 
                    Beato Guglielmo Dean, martire (28 agosto) 
                    Beato Guglielmo Browne, martire. (5 settembre) 
                    Beato Guglielmo Way, martire (23 settembre) 
                    Beato Guglielmo Spenser, martire (24 settembre) 
                    San Guglielmo Courtet, martire (29 settembre) 
                    Beato Guglielmo Hartley, martire (5 ottobre) 
                    Beato Guglielmo Knight martire (29 novembre) 
                    Beato Guglielmo di Fenoglio, certosino (19 dicembre) 
                    Beato Guglielmo Howard, Visconte di Stafford, martire (29  dicembre) 
                    
                  
                  Altri santi e beati i cui nomi sono ricordati localmente o  all’interno degli ordini religiosi sono: 
                  San Guglielmo di Fruttuaria, abate (senza data) 
                    Beato Guglielmo de Loarte, mercedario (2 gennaio) 
                    Beato Guglielmo Vives, mercedario (3 gennaio) 
                    Beato Guglielmo de Sanjulia, mercedario (14 gennaio) 
                    Beato Guglielmo di Morgex, sacerdote (7 febbraio) 
                    Beato Guglielmo Zucchi, sacerdote (7 febbraio) 
                    San Guglielmo d'Aquitania, duca (10 febbraio) 
                    Beato Guglielmo Giraldi, mercedario (6 marzo) 
                    Beato Guglielmo di Norwich, martire (25 marzo) 
                    Beato Guglielmo di San Romano, mercedario (6 aprile) 
                    San Guglielmo da Firenze, mercedario, martire (3 maggio) 
                    Beato Guglielmo Tandi, mercenario (6 maggio) 
                    Beato Guglielmo di Monferrato, domenicano (16 giugno) 
                    San Guglielmo di Hirsau, abate (5 luglio) 
                    Beato Guglielmo di Altavilla, mercedario (6 agosto) 
                    San Guglielmo Sanz, mercenario, martire (6 agosto) 
                    Beato Guglielmo da Castellammare di Stabia, francescano,  martire (8 agosto) 
                    Beato Guglielmo da Parma, mercedario (14 agosto) 
                    Beato Guglielmo de Eril, mercedario (15 ottobre) 
                    Beato Guglielmo da Montreal, mercedario (21 ottobre) 
                    Beato Guglielmo da Granada, mercedario (21 ottobre) 
                    Beato Guglielmo de Anglesi, mercedario (24 ottobre) 
                    Beato Guglielmo di Paolo   da Maniace, abate (30 novembre) 
                    Beato Guglielmo de Bas, mercedario (3 dicembre) 
                    San Guglielmo di San Leonardo, mercenario, martire (4  dicembre) 
                    San Guglielmo Saggiano, mercenario, martire (5 dicembre) 
                    Beato Guglielmo de Carraria, mercedario (10 dicembre) 
                    Beato Guglielmo de Rovira, mercedario (14 dicembre) 
                  Concludo con il testo del Martirologio Romano che fa memoria del beato Vilmos: 
                  “A Györ in Ungheria,  beato Guglielmo Apor, vescovo e martire, che, durante la guerra, aprì la sua  casa a circa trecento profughi e, percosso la sera del Venerdì Santo per aver  difeso alcune ragazze dalle mani dei soldati, tre giorni dopo spirò”. 
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                  BIBLIOGRAFIA E SITI
                  * AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) –  Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed.  Città Nuova 
                    * C.E.I. - Martirologio Romano -  Libreria Editrice Vaticana – 2007 -  pp. 1142 
                    * Grenci Damiano Marco – Archivio  privato iconografico e agiografico: 1977 – 2013 
                    * sito web di newsaints.faithweb.com 
                    * sito web di wikipedia.org 
                    
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