Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

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Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università di Udine, che ha fornito anche le immagini.

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L'APE NELL'ARTE

 



ANIMALI (E L’APE) NELL'ARTE NAIF DI GUIDO VEDOVATO

 

Renzo Barbattini, Giovanni Miani Università di Udine



 

I dipinti realizzati da Guido Vedovato hanno come soggetto animali tra cui api, gufi, civette, cani e leopardi, in cui è evidente l'interesse dell'artista per la produzione pittorica naif: Ciò soprattutto nell'assenza di proporzionalità tra gli elementi che compongono il quadro, nel colore steso attraverso campiture uniformi senza chiaroscuro.

Guido Vedovato è nato nel 1961 a Vicenza. Pittore e scultore naïf, ha iniziato a dipingere dalla fine degli anni ‘70. Come molti artisti autodidatti di allora, si è inserito nel contesto dell’arte definita naif, conosciuta dal pubblico in Europa fin dagli anni 50/60, ma che ha trovato popolarità in Italia solo in tempi successive; ha esposto le sue opere negli Stati Uniti, in diversi paesi europei (oltre che in Italia anche in Francia, in Slovenia, in Spagna, in Svizzera, nella Repubblica Slovacca, in Belgio, In Ungheria, nella Repubblica Ceca, in Russia, In Polonia), in Canada, in Israele, (http://www.guido-vedovato.it).

È presente nelle collezioni di numerosi musei d’arte naïf; il museo Cesare Zavattini di Luzzara (Reggio Emilia) è il primo ad accogliere nella sua collezione permanente opere di Vedovato: seguiranno altri musei in Europa, Russia, Canada …

I suoi dipinti sono ispirati da scene di vita con persone (il pastore, il suonatore di fisarmonica, il nonno, in montagna, in cantina, nell’orto, a far fieno, il suonatore di fisarmonica, il suonatore di mandolino, i suonatori di violino e di corno, ecc.) e da animali vari (gatti, cani, galli, vacche, pecore, tartaruga, gufi, cavallo, ecc.). Si tratta generalmente di olii su tela, in uno stile particolarmente personale e originale che non è classificabile né riconducibile a nessuna scuola e genere naïf esistente.

lio, lo stesso Guido Vedovato dice: “ ... credo che ogni quadro debba raccontare una storia.

Tra le sue numerose opere si riportano L'uomo delle api (fig. 1) e Il ladro di miele (fig. 2). Il primo dipinto è stato realizzato nel 2009 e in esso si nota un apicoltore alle prese con le sue api. In verità le arnie rappresentate sono simili alle antiche arnie in paglia; queste arnie (dette anche bugni), non razionali, erano utilizzate nei tempi passati (anche gli antichi egizi le usavano, ma su questo ci sono interi libri!).
Ciò indica, certamente, un buon livello tecnico dell’apicoltura dell’epoca; ma l’adozione di queste arnie obbligava gli apicoltori, al fine di raccogliere il miele, ad effettuare l’apicidio.
Con l’introduzione dell’arnia semirazionale, prima, e razionale, poi, si è potuto raccogliere il miele senza arrivare all’uccisione delle api.


Figura 1 - L'uomo delle api


Per quanto riguarda quest’olio, lo stesso Guido Vedovato dice: “ ... credo che ogni quadro debba raccontare una storia.
L’uomo delle api è il racconto (nostalgico ahimé!) del perduto stretto rapporto che ha legato l’uomo alla Terra. Oggi sta scemando anche la memoria di ciò, e raccontare per ricordare è il mio personale contributo affinché resti traccia di quel passato ...”. La figura umana in quest’opera è di dimensioni volutamente esagerate, ben maggiori degli edifici che si osservano sulla sinistra del dipinto.
Analogo discorso può essere fatto per l’arnia che egli stringe tra le sue mani, anch’essa assai più grande di come si osserva nella realtà.

 


Figura 2 - Il ladro di miele

Anche il secondo dipinto è del 2009 e in esso è rappresentato l’orso, il notissimo predatore degli alveari che in tutti i “sacri” testi di apicoltura è annoverato tra i “nemici” delle api. In quest’olio apparentemente si prospetta l’avverarsi di una tragedia: il grosso orso, infatti, si appresta a compiere la distruzione degli alveari per predarne il contenuto.
Le api, non intimorite, svolazzano attorno al plantigrado che a sua volta, per nulla impensierito dal giungere del contadino all’orizzonte, sembra attendere il momento giusto per compiere il misfatto.
Situazione altrimenti disastrosa se non vista attraverso l’occhio di un pittore naïf … quando anche la tragedia assume i toni della commedia.

 

Nell’opera intitolata Due gatti (fig. 3) è particolarmente evidente l’assenza di tridimensionalità nei due animali rappresentati in primo piano, nelle case, negli alberi I due gatti appaiono appiattiti sulla superficie del quadro, quasi avessero un ruolo ornamentale nell’economia della rappresentazione anziché essere il soggetto del dipinto.

Ciò contribuisce ad avvicinare curiosamente quest’opera ad un mosaico di epoca medievale, per cui i felini e l’ambiente naturale nel quale sono inseriti sono privi del realismo che si ottiene attraverso la disposizione prospettica degli elementi del quadro.


Figura 3 - Due gatti

 

L’opera Salta più in alto! (fig. 4), anch’essa dal punto di vista formale molto simile ad una realizzazione puramente decorativa, fin dal titolo rivela una certa spiritosaggine da parte dell’artista.
L’animale in primo piano, l’albero con l’uccellino appollaiato su di un ramo, le collinette retrostanti, sono tutti elementi che paiono librarsi da terra perdendo così quel legame con il suolo che stabilisce la forza di gravità.


Figura 4 - Salta più in alto

 

Il cane raffigurato in primo piano (fig. 5), da cui il titolo del dipinto, riprende nel linearismo della sua forma i cuccioli dei giocattoli o dei cartoon televisivi per bambini. Traspare una certa tenerezza nello sguardo dell’animaletto rivolto alla luna luccicante nel vasto cielo blu-azzurro Tutt’attorno la vegetazione si dirama a formare delle linee sinuose e sottili, come degli eleganti arabeschi


Figura 5 - Cane

 

La fig. 6 riporta il dipinto Leopardo di montagna; L’opera appare priva della tridimensionalità, i corpi nello spazio circostante non presentano volumetria o spessore alcuno. Il leopardo, dalle dimensioni sia del corpo, sia delle zampe volutamente ingigantite, pare ricavato nella sua figura dallo sfondo.
L’immagine è semplice, quasi infantile, così come infantili sono le casette colorate che appaiono immerse nel vasto ambiente circostante. La base sulla quale il leopardo posa le sue grandi zampe è costituito da minuscoli quadrati colorati, non dissimili dalle tessere dei mosaici medievali che decorano numerose architetture ed edifici.


Figura 6 - Leopardo di montagna

 

Anche in Notturno con civetta (fig. 7) le dimensioni dell’uccello che vola nel cielo sono esagerate, tuttavia ciò che l’osservatore percepisce nell’immediato sono gli enormi occhi di questo animale, che appaiono come due grandi fanali colorati


Figura 7 - Notturno con civetta

 

Un’analoga impressione l’osservatore la ritrova in Gufo su girasoli (fig. 8); in quest’opera il gufo è rappresentato con occhi tondi assai luminosi di colori particolari violetto-azzurrini.
Anche i girasoli sui quali l’animale si posa sono volutamente ingigantiti e stilizzati nella loro forma. Gran parte dello spazio del quadro è occupato dall’immagine del gufo e dai girasoli.

 


Figura 8 - Gufo sui girasoli

 

CONSIDERAZIONI

Nelle opere di Guido Vedovato il disegno appare, a prima vista, duro e deformante la realtà. Ciò anche attraverso l’utilizzo di colori accesi dai forti contrasti.
Nei soggetti si pone l’individuo (umano o animale che sia) al centro dell’opera e attorno a esso si sviluppa una piccola storia che ha luogo, soprattutto, in ambienti montani. Le opere realizzate da Vedo-vato esprimono al meglio le caratteristiche salienti del cosiddetto “infantilismo” artistico proprio della produzione naif: l’estrema stilizzazione formale, la semplicità compositiva, l’abiura delle regole accademiche del disegno, il colore steso sulla superficie del quadro a campiture uniformi.

Non è estranea una nota ludica nelle opere create, sia nei dipinti incentrati sulle api e l’apicoltura, sia in quelli che prendono in considerazione altri soggetti animali, come, ad esempio, cani, gatti, leopardi, ma anche gufi e civette.
Le immagini rappresentate paiono delle illustrazioni tratte da volumi di fiabe o giocattoli fatti per il divertimento dei bambini.

Per Vedovato l’arte non è, dunque, un processo di rappresentazione fedele, e puntuale dell’esistente, bensì è un’attività strettamente connessa alla sensibilità e alla individualità dell’artista che la produce, ovvero al modo con cui il soggetto percepisce la realtà circostante.
Ciò spiega l’interesse che questo artista vicentino dimostra nei confronti dell’arte naif, intesa come una tendenza artistica che permette di esprimere al meglio l’effervescenza artistica e lo spontaneismo creativo individuale.



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RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA | Febbraio 2017| APINSIEME AMBIENTE SOCIALE

 

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