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                      Titolo, Periodico) ." ******
   SANTI RUMENI
 Il 1° gennaio 2007, la Romania ha aderito all’Unione 
                      Europea. Questa nazione costituisce un’isola latina 
                      nel mondo slavo, in quanto conquistata dall’imperatore 
                      Traiano. Assai antica è la penetrazione del cristianesimo 
                      nell’antica Dacia, parecchi Goti vi subirono il martirio 
                      e poi numerosi fiori di santità sbocciarono in terra 
                      romena. Approfittiamo dell’occasione per ripercorrere 
                      brevemente i due millenni di cristianesimo in Romania mediante 
                      gli esempi dei santi.
 ***** Iniziamo con quei santi dei primi secoli venerati sia da 
                      parte cattolica che ortodossa:   SANTI NICETA e SABA martire, goti
                      
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 San Niceta | 
                            
 San Saba |  Nel 370 d.C., nell’antica Dacia, regione corrispondente 
                      all’attuale Romania, il capo dei goti intraprese una 
                      feroce persecuzione contro quei propri sudditi che professavano 
                      la fede cristiana.
 La Chiesa greca venera ben cinquantuno martiri goti di quel 
                      periodo, tra i quali i più celebri sono San Niceta 
                      (15 settembre) e San Saba(12 aprile).
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 SAN BRETANNIONEvescovo di Tomi
 (Betranion episcop al Tomisului – Dobrogea)
 

 
 San Bretannione visse nel IV secolo e fu vescovo di Tomi, 
                      odierna Costanza in Romania. Questo santo pastore si oppose 
                      coraggiosamente all’imperatore ariano Valente e si 
                      contraddistinse per la sua fedeltà alla retta dottrina. 
                      E’ festeggiato il 25 gennaio.
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 SANT’EMILIANO DI DOROSTORO(Emilian de la Durostor) martire

 Sant’Emiliano, martire presso Dorostoro in Mesia, 
                      disobbedì agli editti di Giuliano l’Apostata 
                      ed alle minacce del suo vicario Catulino, rovesciò 
                      l’altare degli idoli ed impedì il sacrificio 
                      e per questo fu dunque gettato nella fornace, conseguendo 
                      così la palma del martirio. E’ festeggiato 
                      il 18 luglio.
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 SAN GREGORIO il DECAPOLITA(Grigorie Decapolitul) monaco
San Gregorio il Decapolita visse nell’VIII secolo. 
                      Condusse prima vita monastica, poi anacoretica. Fattosi 
                      infine pellegrino, soggiornò per lungo tempo a Tessalonica 
                      e poi a Costantinopoli, dove si trovò a combattere 
                      l’iconoclastia e poi morì. Le sue reliquie 
                      sono venerate oggi in terra romena. E’ festeggiato 
                      il 20 novembre.
 ****** Numerosissimi sono i santi della Chiesa Ortodossa Romena. 
                      Iniziamo da 3 sovrani, per poi passare a tutti gli altri:   SANTO STEFANO IL GRANDE(Stefan cel Mare) voivoda di Moldavia
 1457 – 2 luglio 1504

 Stefan cel Mare (Stefano il Grande), figlio di Bogdan II, 
                      fu Voivoda di Moldavia, reso celebre dalla sua lunga resistenza 
                      all’Impero Ottomano. Con l'aiuto del principe di Valacchia 
                      Vlad III Tepes detto l’impalatore (conosciuto in occidente 
                      con il soprannome di Dracula), Stefano si assicurò 
                      il trono di moldavo nel 1457. Minacciato dai potenti paesi 
                      vicini, respinse gli invasori ungheresi nel 1467 ed invase 
                      la Valacchia nel 1471, per liberarla dal vassallaggio Ottomano.
 Quando il sultano ottomano Maometto II attaccò la 
                      Moldavia, Stefano sconfisse gli invasori nei pressi di Vaslui 
                      nel 1475 ed a Valea Alba l’anno successivo. Cercò 
                      invano l’aiuto dalle potenze europee contro l’Impero 
                      Ottomano, ma la sua determinazione nel “tagliare il 
                      braccio destro ai pagani” gli valse gli appellativi 
                      di “Atleta di Cristo” e “Difensore della 
                      Cristianità” da parte del papa Sisto IV. Dopo 
                      il 1484 Stefano dovette contrastare non solo la minaccia 
                      Ottomana, ma anche i progetti polacchi ed ungheresi di spartizione 
                      della Moldavia, finchè nel 1503 concluse un accordo 
                      di pace con il sultano Beyazid II, che ne garantì 
                      l’indipendenza, in cambio di un tributo annuale. E’ 
                      festeggiato il 2 luglio.
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 SAN COSTANTINO BRANCOVEANUvoivoda di Valacchia, martire
 

 Tirgoviste (Romania), 15 agosto 1654 – Costantinopoli 
                      (Turchia), 15 agosto 1714
 Questo sovrano della Valacchia costituisce una delle più 
                      belle figure della storia cristiana di Romania, morto martire 
                      per mano dei turchi, insieme ai quattro figli maschi Costantin, 
                      Stefan, Radu, Matei e al dignitario di corte Ianachi Vacaresco.
 Anche papa Giovanni Paolo II lo ha definito “martire”. 
                      E’ festeggiato il 15 agosto.
   SAN NEAGOE BASARABvoivoda di Valacchia
 1481 – 1521

  San Neagoe Basarab regnò sulla Valacchia, attuale 
                      regione della Romania meridionale, solamente dal 1512 al 
                      1521 ed ebbe inoltre anche una vita molto breve: morì 
                      infatti all’età di soli quarant’anni. 
                      Suo bisavolo era il principe cristiano Mircea il Vecchio, 
                      difensore dell’identità cristiana della Romania 
                      e dell’intero continente europeo, allora minacciata 
                      dall’invasione turca. Il giovane Neagoe, figlio di 
                      Basarab il Giovane, nutriva una profonda fede e possedeva 
                      una grande intelligenza, unite ad un’evidente propensione 
                      per la teologia, la spiritualità e la morale sociale 
                      cristiana.
 Orientò allora la politica sociale della sua nazione 
                      su principi cristiani e fu il primo principe-scrittore romeno, 
                      quale autore dell’opera “Gli insegnamenti del 
                      principe Neagoe Basarab a suo figlio Teodosio”, idea 
                      simile a quella già attuata alcuni secoli prima dal 
                      re ungherese Santo Stefano nei confronti di suo figlio Sant’Emerico.
 Formatosi culturalmente e spiritualmente nel monastero di 
                      Bistrita, all’età si soli trent’anni 
                      Neagoe ascese al trono di Valacchia, quale voivoda, e decise 
                      di imitare nel suo nuovo alto compito l’esempio del 
                      giovane re Salomone presentato dalla Bibbia. Nel 1517 riuscì 
                      ad ottenere dal patriarca ecumenico di Costantinopoli la 
                      canonizzazione dell’patriarca San Nifone, metropolita 
                      di Valacchia, che era stato anche suo maestro.
 Neagoe si attivò per coltivare la conoscenza della 
                      retta fede da parte dei suoi sudditi ed era inoltre solito 
                      ricordare loro come Dio solo disponga dei destini delle 
                      persone e delle nazioni. Si impegnò inoltre per persuadere 
                      l’impero ottomano che i romeni seguitassero la tradizione 
                      dei regni cristiani oppressi dai turchi e che proprio in 
                      Valacchia si trovasse la loro roccaforte. Il regno di Neagoe 
                      fu caratterizzato da un grande equilibrio, rivelatosi in 
                      buona misura il principale artefice dei successi conseguiti. 
                      Le sue azioni di governo, in particolare quelle volte ad 
                      incidere direttamente sulla vita dei sudditi, furono sempre 
                      improntate sul modello evangelico e dunque volte alla realizzazione 
                      di un mondo più giusto e confacente la volontà 
                      di Cristo.
 L’opera del principe analizzò i concetti di 
                      dominio, governo, diplomazia e guerra, è può 
                      esserre a giusto titolo considerata una sorta di “Filocalia” 
                      dell’uomo politico, volta a suggerire al sovrano come 
                      poter meglio conseguire la purificazione e la perfezione 
                      cristiana nell’esercizio delle sue funzioni. Ispirata 
                      alle Sacre Scritture ed alle opere patristiche, quest’opera 
                      contribuì notevolmente ad accrescere il patrimonio 
                      culturale e spirituale romeno. La pietà popolare 
                      non esitò a riconoscere i valori umani e spirituali 
                      di questo sovrano e la Chiesa Ortodossa Romena lo considerò 
                      da sempre quale santo. Solo dopo la costituzione di un patriarcato 
                      nazionale e la fine della dittatura comunista, si poté 
                      finalmente procedere nel luglio 1992 alla sua ufficiale 
                      canonizzazione quale “difensore della fede”, 
                      insieme con i sovrani Stefan cel Mare di Moldavia e Costantin 
                      Brancoveanu di Valacchia.
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                        | SANT’ANTIMO 
                            DI IVIRIA(Antim Ivireanul) vescovo e martire

 Iviria (Georgia), 1650 circa – 
                            22 settembre 1716Fu metropolita di Valacchia e sostenitore dell’unità 
                            con la Chiesa latina.
 E’ festeggiato il 27 settembre
 | SANT’ANTONIO 
                            SIHASTRUL(Antoine Sihastrul) esicasta
 
 Vissuto nei secoli XVI e XVII.
 E’ festeggiato il 23 novembre
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                        | SAN CALINIC DI CERNICA(Calinic de la Cernica)

 Bucarest, 7 ottobre 1787 – Cernica, 11 aprile 
                            1868
 E’ festeggiato l’11 aprile
 | SAN DANIELE SIHASTRUL(Danil Sihastrul) esicasta - + 1482 circa

 E’ festeggiato il 18 dicembre |   
                        | SAN DEMETRIO IL NUOVO DI BASSARABIA(Dimitrie cel Nou Basabarov) monaco
 Visse nel XIII secolo
 E’ festeggianto il 27 ottobre
 | SANTI ELIA IOREST (Ilie Iorest)e SAVA BRANCOVICI
 metropoliti di Transilvania

 Vissero nel XVII secolo.Sono festeggiati entrambi il 24 aprile
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                        | SANTA FILOTEA DI ARGES(Filofteia de la Arges) fanciulla martire
 
 
  Tarnovo (Bulgaria), 1206 – 1218Le sue spoglie riposano presso Curtea de Arges in 
                            Romania
 E’ festeggiata il 7 dicembre
 | SAN GELASIO DI RAMETI(Ghelasie de la Râmeti) esicasta, vescovo

 Visse nel XIV secoloE’ festeggiato il 30 giugno
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                        | SAN GERMANO DI DOBRUGIA(Gherman din Dobrogea) monaco
 
 358 circa – 405/415
 E’ festeggiato il 29 febbraio
 | SANTI GIOVANNI DI GALES (Ioan dinGales) 
                            eMOSE’ MACINIC DI SIBIEL
 (Mosè Màcinic din Sibiel) sacerdoti 
                            e martiri
 
 Vissero nel XVIII secoloSono festeggiati il 21 ottobre
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                        | SAN GIOVANNI DI NEAMT-HOZEVITUL(Ioan de la Neamtu-Hozevitul) eremita

 23 luglio 1913 – 5 agosto 1960E’ festeggiato il 5 agosto
 | SAN GIOVANNI IL NUOVO 
                            DI SUCEAVA(Ioan cel Nou de la Suceava) martire

 Visse nei secoli XIII e XIV.E’ festeggiato il 2 giugno
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 SAN GIOVANNI DI PRISLOP (Ioan de la Prislop) 
                      eremita 
 Visse nei secoli XV e XVI.
 E’ festeggiato il 13 settembre
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 SAN GIOVANNI DI VALACCHIA (Ioan Valahul) 
                      giovane martire
 Valacchia, 1647 – Costantinopoli, 12 maggio 1662
 Figura assai singolare questo giovane adolescente che, caduto 
                      in mano turca, preferì morire piuttosto che perdere 
                      la sua purezza. Un eroe della castità dunque, in 
                      versione maschile, ben tre secoli prima della celeberrima 
                      Maria Goretti.
 E’ festeggiato il 12 maggio
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                        | SAN GIUSEPPE DI MARAMURESil Confessore
 (Iosif Maramuresului Màrturisitorul)
 vescovo
 
 + 1711
 E’ festeggiato il 24 aprile
 | SAN GIUSEPPEmetropolita serbo di Timisoara
 Vissuto nel XVI secolo.
 Le sue spoglie riposano nella Cattedrale di Timisoara.
 E’ festeggiato il 15 settembre
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                        | SAN LEONZIO DI RADAUTI(Leontie de la Ràdàuti)
 monaco esicasta

 + 1432
 E’ festeggiato il 1° luglio
 | SAN NICODEMO DI TISMANA(Nicodim de la Tismana) monaco

 1320 – 1406E’ festeggiato il 26 dicembre
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                        | SAN NIFONEpatriarca di COSTANTINOPOLI
 (Nifon Patriarhul Constantinopolului)

 1435/40 – 1508
 E’ festeggiato l’11 agosto
 |   SAN PAISIO VELICKOVSKIJ(Paisie de la Neamt)
 archimandrita di Neamt

 1722 – 1794
 E’ festeggiato il 15 novembre
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                        | SANTA PARASCEVE LA GIOVANE(Paraschiva de la Iasi) eremita

 Visse nei pressi di Costantinopoli nel X secolo,
 ma il suo culto si diffuse enormemente
 in tutti i Balcani.
 Oggi le sue spoglie mortali sono venerate
 a Iasi (Romania).
 E’ festeggiata il 13 ottobre.
 | SANTA TEODORA DI SIHLA(Teodora de la Sihla) eremita
 
 Visse nel XVII secolo.
 E’ festeggiata il 7 agosto
   |    ****** Finora un solo cattolico romeno è stato beatificato, 
                      ma per molti altri è in corso il processo di beatificazione, 
                      in prevalenza martiri caduti vittime del regime comunista 
                      nel XX secolo:   BEATO GEREMIA DA VALACCHIA(Ion Kostistik) sacerdote cappuccino

 noto in Romania come Fericitul Ieremia Valahul
 Tzazo, Valacchia, Romania, 29 giugno 1556 - Napoli, 5 marzo 
                      1625
 
 Ha sempre sognato di raggiungere l’Italia, convinto 
                      che nel nostro Paese si trovino i migliori cristiani del 
                      mondo. E i genitori – Stoika Kostist e Margherita 
                      Barbat, che sono agricoltori e anche benestanti – 
                      a 19 anni lo lasciano partire.
 Arriva a Bari quando ne ha già 22, dopo un lento 
                      viaggio e un lungo soggiorno ad Alba Iulia (Romania) come 
                      servitore di un medico. Non vi trova quello che si attendeva, 
                      e nella Quaresima del 1578 è a Napoli tra i cappuccini, 
                      accolto come “fratello laico”, senza ricevere 
                      gli Ordini sacri.
 Lasciato il nome nativo di Ion (Giovanni), diventa fra Geremia 
                      da Valacchia. Poi passa per vari conventi dell’Ordine 
                      e nel 1584 eccolo di nuovo a Napoli in quello di Sant’Eframio 
                      Nuovo, dove resterà fino alla morte.
 Nella Napoli sotto il dominio spagnolo, fra Geremia diventa 
                      una sorta di patrono della gente più derelitta, servendo 
                      intanto la sua comunità nei compiti meno gradevoli; 
                      un numero crescente di diseredati fa appello alla sua straordinaria 
                      capacità di compatire, proprio nel senso di “soffrire 
                      insieme”. Lui fa anche il mendicante, per loro: raccoglie 
                      cibo e vestiti, e non si sa bene che cosa mangi, perché 
                      la sua razione di pane e verdure sfama sempre qualcun altro.
 Accompagna tutto questo con lunghe preghiere: ama soprattutto 
                      il Pater Noster e la Salve Regina. Quando non va in giro 
                      per i poveri, è nelle celle e nelle stanze dei malati: 
                      quelli senza speranza, con piaghe ripugnanti, o paralitici, 
                      o pazzi. L’effluvio delle sue erbe aromatiche combatte 
                      la puzza dei corpi disfatti, le sue braccia sostituiscono 
                      quelle bloccate dalla paralisi. Sorride agli insulti dei 
                      dementi. Poi gli affidano un religioso, fra Martino, che 
                      nessuno avvicina più: troppe piaghe. Ci pensa lui, 
                      lavandolo ogni giorno anche dieci volte, finché a 
                      sua volta crolla: stanchezza, disgusto; non ne può 
                      più, cambia convento.
 Ma dopo qualche tempo, rieccolo accanto a fra Martino. Dice 
                      che il Signore lo vuole lì; che gliel’ha fatto 
                      capire mentre pregava. E lì rimane per quattro anni 
                      e mezzo; fino alla morte di Martino, che per molti è 
                      un sollievo. Lui piange, invece: "Povero fra Martino, 
                      era la ricreazione mia...". Al convento, ormai, viene 
                      a cercarlo anche gente importante. Dotti teologi chiedono 
                      consiglio al “fratello laico” analfabeta, la 
                      cui parlata è un miscuglio pittoresco, una sorta 
                      di italo-rumeno-napoletano.
 Quando fra Geremia muore, bisogna chiamare i soldati e poi 
                      seppellirlo segretamente, di notte, dopo un assalto popolare 
                      al convento per vederlo, toccarlo, tagliare pezzetti del 
                      saio, che sarà cambiato sei volte. Giovanni Paolo 
                      II lo ha beatificato nel 1983. I suoi resti mortali si trovano 
                      ora a Napoli, nella chiesa dell’Immacolata Concezione.
 Per maggiori informazioni:Frati Minori Cappuccini, Corso Vittorio Emanuele, 730, 80122 
                      Napoli, ITALIA
 oppure: Sanctuarul “Fericitul Ieremia”, Str. 
                      Belvedere, n° 7, 5450 Onesti (jud. Bacau), ROMANIA
 ****** 
                       
                        | Servo di Dio ÁRON 
                            MÁRTONvescovo di Alba Iulia

 Sândominic (Romania), 28 agosto 
                            1896 -Alba Iulia (Romania), 29 settembre 1980
 Per maggiori informazioni:
 Archiepiscopia Romano-Catolica,
 Str. Mihai Viteazul 21,
 510010 Alba Iulia, ROMANIA
 | Servo di Dio MARTIN 
                            BENEDICTsacerdote francescano conventuale
 
 Galbeni (Romania), 31 luglio 1931 -
 Onesti (Romania), 12 luglio 1986
 Per maggiori informazioni:
 Cauza Pr. Dr. Martin Benedict,
 Str. Arcadie Septilici, 1/A, 600234 Bacau, ROMANIA
 
 |   
                        | Servo di Dio JÁNOS SCHEFFLERvescovo di Satu Mare, martire

 Camin (Romania), 29 ottobre 1887 -
 Bucharest (Romania), 25 marzo 1952
 Per maggiori informazioni:
 Episcopia Romano-Catolica,
 Str. 1 Decembrie 1918, nr. 2,
 440010 Satu Mare, ROMANIA
 |  
                            Servo di Dio VLADIMIR GHIKA principe, sacerdote della diocesi di Bucharest,martire
 

Istanbul (Turchia), 25 dicembre 1873 –
 Jilava (Romania), 17 maggio 1954
 |   
                        | Serva di Dio VERONICA ANTALvergine e martire

 Nisiporesti (Romania), 7 dicembre 1935 –
 Halaucesti (Romania), 24 agosto 1958
 Per maggiori informazioni:
 Cauza S.D.Veronica Antal,
 Str. Stefan cel Mare, 268/B, Roman -
 611040, jud. Neamt, ROMANIA
 | Servo di Dio BOGDÁNFFY SZILÁRD
 vescovo di Oradea Mare dei Latini,
 martire

 Crna Bara (Serbia), 11 febbraio 1911 
                            -Aiud (Romania), 3 ottobre 1953
 Per maggiori informazioni:
 Episcopia Romano-Catolica,
 Sirul Canonicilor 7, CP 14,
 410161 Oradea (BH), ROMANIA
 |   
                        | Servo di Dio ALBERT GYÖRGYPÁLsacerdote della diocesi
 di Oradea Mare dei Latini,
 martire

 Melenci (Serbia), 28 giugno 1914
 - Oradea (Romania), 19 luglio 1947
 Per maggiori informazioni:
 Episcopia Romano-Catolica,
 Sirul Canonicilor 7, CP 14,
 410161 Oradea (BH), ROMANIA
 | Servo di Dio ANTON DURCOVICI
 vescovo di Iasi, martire

 Altenburg (Austria), 17 maggio 1888
 – Sighetul Marmatiei (Romania),
 10 dicembre 1951
 Per maggiori informazioni:
 Episcopia Romano-Catolica,
 Bd. Stefan-cel-Mare 26,
 70064 Iasi, ROMANIA
 |    ****** Servi di Dio 10 MARTIRI DELL’ARCIDIOCESI DI ALBA 
                      IULIA vittime del comunismoEcco alcuni dati su di loro: 
                       
                        |  
                            Servo di Dio JÁNOS FEKETE sacerdoteBelani (Romania), 1885 -Târgu Jiu (Romania), 25 marzo 1952
 ***  
                            Servo di Dio BÉLA GAJDÁTSY sacerdoteVienna (Austria), 16 gennaio 1887- Aiud (Romania), 14 settembre 1953
 ***  
                            Servo di Dio GYOZO MACZALIKvescovo ausiliare
Sibiu (Romania), 1 marzo 1890- Jilava (Romania), 19 agosto 1953
 |   Servo di Dio DOMOKOS (FORTUNÁT) 
                            BOROS sacerdote dei Frati Minori
 Zetea (Romania), 13 giugno 1895
 - Capul Midia (Romania), 18 marzo 1953
 |   
                        |  
                            Servo di Dio ALAJOS BOGA sacerdote
 Cozmeni (Romania), 18 febbraio 1916 - Sighetu Marmatiei 
                              (Romania), 14 settembre 1954
 |  
                            Servo di Dio IMRE SÁNDOR sacerdoteVrabia (Romania), 23 agosto 1893- Râmnicu Sarat (Romania),
 29 febbraio 1956
 *** Servo di Dio JÁNOS PÁLFFYsacerdote
Satu Mare (Romania), 15 maggio 1874- Târgu Mures (Romania), 6 novembre 1958
 *** Servo di Dio GYÖRGY AMBRUS sacerdoteGhelari (Romania), 4 dicembre 1923 - Baile Mocrini 
                              (Romania), 18 febbraio 1960  |   
                        | Serva di Dio GABRIELLA HAJDÚreligiosa orsolina

 Madaras (Romania), 8 gennaio 1915 -
 Oradea (Romania), 20 aprile 1963
 | Servo di Dio SÁNDOR BOKORsacerdote

 Cluj-Napoca (Romania), 15 luglio 1915 - Baiut (Romania), 
                            13 giugno 1972
 |  Per maggiori informazioni:
 Archiepiscopia Romano-Catolica, Str. Mihai Viteazul 21, 
                      510010 Alba Iulia, ROMANIA
 ***** Servi di Dio SETTE VESCOVI GRECO-CATTOLICI RUMENI martiri 
                      del regime comunistaDurante la sua Visita Apostolica in Romania, papa Giovanni 
                      Paolo II non esitò a rammentare ai cattolici di tale 
                      nazione la necessità di ricordare i martiri del XX 
                      secolo, che si sarebbero sicuramente poi rivelati “seme 
                      di nuovi cristiani”. Sabato 8 maggio 1999, nell’omelia 
                      della Divina Liturgia in rito greco-cattolico celebrata 
                      presso la cattedrale di San Giuseppe in Bucarest, il pontefice 
                      ricordava: “Vengo ora dal cimitero cattolico di questa 
                      città: sulle tombe dei pochi martiri noti e dei molti, 
                      le cui spoglie mortali non hanno neppure l'onore di una 
                      cristiana sepoltura, ho pregato per tutti voi, ed ho invocato 
                      i vostri martiri e i confessori della fede, perché 
                      intercedano per voi presso il Padre che sta nei cieli. Ho 
                      invocato in particolare i Vescovi, perché continuino 
                      ad essere vostri Pastori dal cielo: Vasile Aftenie e Ioan 
                      Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, 
                      Alexandru Rusu. Il vostro martirologio si apre con l'ideale 
                      concelebrazione di questi vescovi che hanno mescolato il 
                      loro sangue con quello del sacrificio eucaristico che quotidianamente 
                      avevano celebrato. Ho invocato anche il Cardinale Iuliu 
                      Hossu, che preferì restare con i suoi fino alla morte, 
                      rinunciando a trasferirsi a Roma per ricevere dal Papa la 
                      berretta cardinalizia, perché questo avrebbe significato 
                      lasciare la sua amata terra”.
 Per questi sette vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Romena 
                      unita con Roma, che non esitarono a versare il loro sangue 
                      per Cristo e per il suo gregge al tempo del regime comunista, 
                      sin dal 28 gennaio 1997 si era ottenuto dalla Congregazione 
                      per le Cause dei Santi il nulla osta per l’avvio della 
                      loro comune causa di canonizzazione, che ora procede spedita 
                      per giungere presto al riconoscimento ufficiale da parte 
                      della Chiesa del loro martirio.
 Si riportano di seguito alcune note biografiche sui sette 
                      vescovi e la preghiera in lingua romena per la loro beatificazione.   
                       
                        |  
                            Servo di DioALEXANDRU RUSU

   | Saulia de Campie (Romania), 22 novembre 
                            1884 – Gherla (Romania), 9 maggio 1963 Alexandru Rosu nacque il 22 novembre 1884 a Sãulia 
                            de Câmpie, dai genitori Vasile, sacerdote, e 
                            Rozalia. Nel 1903 si trasferì a Budapest per 
                            intraprendere gli studi teologici. Sette anni dopo 
                            conseguì il dottorato in teologia e finalmente 
                            il 20 luglio 1910 poté ricevere l’ordinazione 
                            presbiterale. Fu nominato professore e poi titolare 
                            alla cattedra di Teologia Dogmatica all’Accademia 
                            Teologica di Blaj
 Nel 1920 fu nominato segretario metropolitano e nel 
                            1923 canonico del Capitolo metropolitano.
 Il 30 gennaio 1931 presso Blaj fu consacrato vescovo 
                            di Maramures da parte del Metropolita Vasile Suciu 
                            ed il 2 febbraio fece il suo ingresso a Baia-Mare. 
                            Nel marzo del 1946 il Sinodo Metropolitano elesse 
                            il vescovo Alexandru Rusu come Metropolita, elezione 
                            riconosciuta dalla Santa Sede ma non dall’allora 
                            governo dittatoriale.
 Arrestato il 28 ottobre 1948, fu e portato a Dragoslavele, 
                            nel Monastero Caldarusani, e poi Sighetul Marmatiei. 
                            Sopravvisse anche in quest’ultimo penitenziario 
                            e quindi fu nuovamente trasferito a Curtea de Arges 
                            e poi isolato nel Monastero Cocos. Nel 1957 fu condannato 
                            a 25 anni di carcere per istigazione ed alto tradimento. 
                            Nel 1963 si ammalò ed il 9 maggio dello stesso 
                            anno morì presso Gherla. Venne sepolto nel 
                            cimitero dei carcerati senza alcun rito religioso.
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                        |  
                            Servo di DioIOAN BALAN

   | Teius (Romania), 11 febbraio 1880 – Bucarest 
                            (Romania), 4 agosto 1959
 Ioan Balan nacque a Teius l’11 febbraio 1880. 
                            Frequentò gli studi teologici presso il seminario 
                            centrale di Budapest. Nel 1903 ricevette l’ordinazione 
                            presbiterale, per poi proseguire i suoi studi a Vienna. 
                            Ritornato a Blaj, ma nel 1909 si trasferisce a Bucarest, 
                            ove necessitava un confessore greco-cattolico. Nel 
                            1919 tornò nuovamente a Blaj divenendone canonico 
                            metropolitano e due ani dopo rettore dell’Accademmia 
                            di Teologia. Nel 1929 fu nominato nella comissione 
                            vaticana che doveva redigere il nuovo Codice di Diritto 
                            Canonico delle Chiese Orientali. Nel novembre 1936 
                            fu consacrato vescovo di Lugoj, in seguito alla nomina 
                            del vescovo Alexandru Nicolescu come Metropolita. 
                            Rifiutando di passare all’ortodossia, condivise 
                            la sorte di altri vescovi greco-cattolici e fu arrestato 
                            il 28 ottobre 1948 alle ore 15. Fu dunque portato 
                            al Palazzo Patriarcale di Dragoslavele e poi al Monastero 
                            Caldarusani nel febbraio 1949. Di lì fu nuovamente 
                            trasferito al penitenziario di Sighetul Marmatiei 
                            nel maggio1950. Cinque anni dopo gli fu imposto il 
                            domicilio obbligatorio presso il MOnastero Curtea 
                            de Arges. Nel 1956 venne invece trasferito al Monastero 
                            femminile di Ciorogarla, vicino a Bucarest, ove rimase 
                            isolato sino alla fine della sua vita terrena. Ammalatosi 
                            gravemente, si spense in un ospedale di Bucarest il 
                            4 agosto 1959 e venne sepolto nel cimitero cattolico 
                            Belu. Nei suoi confronti non era mai stato celebrato 
                            un processo e conseguentemente non era mai stata emessa 
                            una condanna.
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                        |  
                            Servo di DioIOAN SUCIU

   | Blaj (Romania), 4 dicembre 1907 – 
                            Sighet (Romania), 27 giugno 1953 Ioan Suciu nacque il 4 dicembre 1907 a Blaj da una 
                            famiglia di preti greco-cattolici.. Buon amico di 
                            Tit Liviu Chinezu, studiarono insieme teologia a Roma 
                            presso il Collegio Greco. Preso il dottorato in teologia, 
                            dopo sei anni di studi presso l’Istituto Angelicum 
                            fu ordinato sacerdote il 29 novembre 1931. Fece dunque 
                            ritorno a Blaj per divenire professorre dell’Accademia 
                            di Teologia. Il 6 maggio 1940 fu nominato vescovo 
                            ausiliare di Oradea Mare, col titolo di Moglena-Slatina 
                            in Bulgaria, quale aiuto del vescovo Valeriu Traian 
                            Frentiu. L’ordinazione episcopale ebbe luogo 
                            il 22 luglio 1940. Il 29 agosto del 1941 fece il suo 
                            ingresso quale nuovo vescovo di Oradea il futuro cardinale 
                            Iuliu Hossu, del quale Iaon Suciu rimase ausiliare. 
                            Il vescovo Valeriu Traian Frentiu ritornò ad 
                            Oradea nel 1947, ma Ioan Suciu venne destinato all’Arcidiocesi 
                            di Alba-Iulia e Fagaras quale amministratore apostolico. 
                            Monsignor Suciu tenne una serie di conferenze nelle 
                            principali città del Paese, dichiarando l’impossibilità 
                            di un accordo fra il cristianesimo ed il materialismo 
                            ateo.
 Arrestato il 28 ottobre del 1948, venne portato a 
                            Dragoslavele e poi al Monastero Caldarusani. Nel maggio 
                            del 1950 fu portato al Ministero degli Interni e nell’ottobre 
                            dello stesso anno al penitenziario di Sighetul Marmatiei, 
                            dove soffrì fame, freddo, malattie e numerose 
                            torture. Ivi morì il 27 giugno 1953 nella cella 
                            numero 44. Fu sepolto nel cimitero dei poveri, cioè 
                            dei suicidi e dei vagabondi, e ad oggi non si è 
                            ancora venuti a conoscenza del luogo esatto ove riposino 
                            le sue spoglie mortali.
 In due lettere indirizzate ai suoi fedeli nell’ottobre 
                            1948 affermava: “Per la Chiesa Romena Unita 
                            è arrivato il Venerdì Santo. Adesso, 
                            cari fedeli, abbiamo l'occasione di mostrare se apparteniamo 
                            a Cristo o se siamo della parte di Giuda, il traditore... 
                            Non lasciatevi ingannare da parole vane, dai comitati, 
                            da promesse, da menzogne, ma restate saldi nella fede 
                            per la quale i vostri genitori e i vostri avi hanno 
                            versato il loro sangue... Non possiamo vendere né 
                            Cristo né la Chiesa... Se prenderanno le vostre 
                            Chiese, pregate il Signore, come lo fecero i primi 
                            cristiani, quando gli imperatori pagani distruggevano 
                            i loro luoghi di preghiera e bruciavano i loro libri 
                            santi”. Queste sue parole risuonarono anche 
                            al Colosseo il 7 maggio 2000 in occasione della Commemorazione 
                            Ecumenica dei Testimoni della Fede del XX secolo presieduta 
                            da Giovanni Paolo II.
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                        | Servo di DioIULIU HOSSU

   | Milas (Romania), 30 gennaio 1885 – 
                            Bucarest (Romania), 28 maggio 1970 Iuliu Hossu nacque il 30 gennaio 1885 a Milas dai 
                            genitori Ioan, sacerdote, e Victoria. Nel 1904 intraprese 
                            gli studi teologici presso il Collegio De Propaganda 
                            Fide di Roma. Nel 1906 e nel 1908 conseguì 
                            rispettivamente i dottorati in filosofia e teologia. 
                            Il 27 marzo 1910 ricevette l’ordinazione presbiterale 
                            dal vescovo Vasile Hossu. A Lugoj rivestì gli 
                            incarichi di protocollista, archiviario, bibliotecario 
                            ed infine vicario e segretario episcopale. Il 3 marzo 
                            1917 fu nominato vescovo dell’eparchia greco-cattolica 
                            di Gerla in Transilvania, rimasta vacante, metre lui 
                            svolgeva il ministero di cappellano militare. Il 1° 
                            dicembre 1918 gli toccò proclamare la Dichiarazione 
                            di Unità della Romania nella pianura di Blajului, 
                            con la quale si sanciva la separazione della Transilvania 
                            dall’impero austro-ungarico e l’unificazione 
                            con la Moldavia e la Valacchia nel nascente stato 
                            rumeno. Nel 1930 l’eparchia di Gherla mutò 
                            la sua denominazione in Cluj-Gherla, spostando il 
                            suo centro nella città di Cluj Napoca.
 Qui si verificò un periodo di occupazione tra 
                            il 1940 ed il 1944. Il 28 ottobre 1948 il vescovo 
                            Hossu fu arrestato dal governo comunista e portato 
                            a Dragoslavele. Più tardi fu trasferito al 
                            Monastero ortodosso Caldarusani e nel 1950 nel penitenziario 
                            di Sighetul Marmatiei. Nel 1955 poi arrivò 
                            a Curtea de Arges, nel 1956 al monastero di Ciorogarla 
                            ed infine nuovamente a Caldarusani. Così scriveva 
                            nell’agosto 1961, mentre vi si trovava forzatamente 
                            rinchiuso, nelle prime pagine delle sue memorie: “Il 
                            tuo amore, Signore, non sono riusciti a togliermelo 
                            via; esso mi basta: ti chiedo perdono per tutti i 
                            miei peccati e umile ti ringrazio con tutto il mio 
                            essere per tutto quello che hai dato a me, il tuo 
                            indegno servo”.
 Iulia Hossu fu ormai privato di ogni libertà 
                            sino alla sua morte, avvenuta il 28 maggio 1970 presso 
                            l’Ospedale Colentina di Bucarest, ove le sue 
                            ultime parole furono: “La mia battaglia è 
                            finita, la vostra continua”. Papa Paolo VI lo 
                            aveva creato Cardinale “in pectore” nel 
                            1969, primo di nazionalità romena, per poi 
                            renderle pubblica la nomina nel 1973, tre anni dopo 
                            la morte del pastore.
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                        | Servo di DioTIT LIVIU CHINEZU

   | Huduc, odierna Maioresti (Romania), 1904 – 
                            Sighet (Romania), 15 gennaio 1955 Tit Liviu Chinezu nacque nel 1904 presso Huduc, odierna 
                            Maioresti. Suo padre era sacerdote greco-cattolico. 
                            Nel 1925 inizio gli stiudi teologici a Roma, presso 
                            il collegio Sant’Atanasio. Ottenuto il dottorato 
                            in filosofia e teologia, poté ricevere l’ordinazione 
                            presbiterale il 31 gennaio 1930. Nel 1931 fece ritorno 
                            a Blaj e fu nominato professore alla Scuola Normale 
                            di Maestri elementari. Nel 1937 venne poi trasferito 
                            all’Accademia Teologica e nel 1947 a Bucarest 
                            come protopope. Il 28 ottobre fu arrestato e portato 
                            al Monastero di Neamt, insieme ad altri 25 sacerdoti 
                            greco-cattolici. Trasferito poi a Caldarusani, il 
                            3 dicembre 1949 ricevette l’ordinazione episcopale 
                            da altri vescovi prigionieri. Nonostante tutte le 
                            precauzioni prese affinché il regime non venisse 
                            a sapere dell’evento, la notizia si diffuse 
                            ugualmente ed il neovescovo Tit Liviu Chinezu fu allora 
                            trasferito al penitenziario di Sighetul Marmatiei. 
                            A causa dei lavori forzati, della fame e del freddo 
                            Tit Liviu Chinezu si ammalò gravemente, avvisato 
                            l’infermiere del carcere della sua situazione, 
                            questi con la scusa di portarlo in infermeria lo ha 
                            isolò ancor di più in una cella più 
                            grande, non riscaldata, ove dopo soli due giorni, 
                            il 15 gennaio 1955, morì letteralmente congelato 
                            per il freddo. Venne sepolto di notte, senza feretro, 
                            in un luogo imprecisato del cosiddetto Cimitero dei 
                            Poveri. Nei suoi confronti non era mai stato celebrato 
                            un processo e conseguentemente non era mai stata emessa 
                            una condanna.
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                        | Servo di DioVALERIU TRAIAN FRENTIU
 

 | Resita (Romania), 25 aprile 1875 – Sighet 
                            (Romania), 11 luglio 1952 Valeriu Traian Frentiu nacque il 25 aprile 1875 presso 
                            Resita, da suo padre Ioachim, sacerdote, e dalla mamma 
                            Rozalia. Studiò teologia a Budapest tra il 
                            1894 ed il 1898, per poi essere ordinato prete il 
                            28 settembre 1898. Solo nel 1902 conseguì però 
                            poi il dottorato. Operò nell’Eparchia 
                            di Lugoj come canceliere, parroco e vicario, finché 
                            il 4 novembre 1912, all’età di soli 37 
                            anni, fu nominato vescovo. Il 25 febbraio 1922 fu 
                            poi trasferito alla sede episcopale di Oradea, ove 
                            il 3 maggio dello stesso anno prese possesso della 
                            diocesi. Dopo la morte del Metropolita Alexandru Nicolescu 
                            avvenuta nel 1941, il vescovo Frentiu fu nuovamente 
                            trasferito, ora come Amministratore Apostolico nell’Arcidiocesi 
                            di Alba Iulia e Fagaras, che resse per l’intero 
                            periodo della seconda guerra mondiale. Nel 1947 fece 
                            ritorno ad Oradea, ove fu arrestato il 28 ottobre 
                            1948. Venne portato prima nel campo di concentramento 
                            di Dragoslavele e poi, nel febbraio 1949, al Monastero 
                            di Caldarusani. Nel 1950 finì al penitenziario 
                            di Sighetul Marmatiei, dove non riuscì più 
                            a sopportare le crudeltà perpetrate dal regime 
                            e si spegne il 11 luglio 1952. Proprio come successo 
                            ad altri vescovi morti a Sighet, anche Valeriu Traian 
                            Frentiu fu sepolto di notte, senza feretro, nella 
                            fossa comune nel Cimitero dei Poveri, onde evitare 
                            pellegrinaggi alle tombe dei martiri uccisi a Sighet.
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                        | Servo di DioVASILE AFTENIE

   | Lodroman (Romania), 14 giugno 1899 – Vacaresti 
                            (Romania), 10 maggio 1950 Vasile Aftenie nacque il 14 giugno 1899 a Lodroman, 
                            dai genitori Petru e Agafia. Nel 1919 si iscrisse 
                            alla Facoltà Teologica ed inseguito fu inviato 
                            a studiare presso il Collegio Greco di Sant’Atanasio 
                            a Roma. Nel 1925 ottenne il dottorato in filosofia 
                            e teologia e fece ritorno in patria. Il 1° gennaio 
                            1926 ricevette l’ordinazione sacerdotale dal 
                            metropolita Vasile Suciu. Dopo un mese fu nominato 
                            professore dell’Accademia di Teologia di Blaj. 
                            Fu poi nominato protopope di Bucarest nonché 
                            canonico del Capitolo arcivescovile di Blaj. Il 1° 
                            ottobre 1939 divenne rettore della suddetta Accademia 
                            teologica. Nell’aprile 1940 fu nominato vescovo 
                            titolare di Ulpiana, ricevendo l’incarico di 
                            ausiliare del metropolita Alexandru Nicolescu, vescovo 
                            di Fagaras ed Alba Julia. La consacrazione episcopale 
                            ebbe luogo il 5 giugno 1940 nella cattedrale di Blaj. 
                            Ritornò a Bucarest come Vescovo vicario. Falliti 
                            diversi tentativi volti a comprometterlo, fu infine 
                            arrestato il 28 ottobre del 1948 dal regime comunista. 
                            Insieme ad altri cinque vescovi greco-cattolici fu 
                            portato a Dragoslavele e poi al Monastero ortodosso 
                            Caldarusani, trasformato in un campo di concentramento. 
                            Nel maggio 1949 venne trasferito ed isolato presso 
                            il Ministero degli Interni, ove subì orrende 
                            torture, richiedenti una resistenza sovrannaturale. 
                            Mutilato e con la barba strappata, fu rinchiuso nel 
                            carcere di Vacaresti, ove si spense il 10 maggio 1950. 
                            Fu seppellito nel cimitero cattolico di Belu con rito 
                            religioso officiato da un prete romano-cattolico.
 |    ****** PREGHIERA PER LA LORO BEATIFICAZIONE (in lingua romena): Doamne Isuse Hristoase, Tu ne-ai cerut sã ne mãrturisim 
                      credinta în fata lumii întregi, pentru ca si 
                      Tu sã dai mãrturie pentru noi în fata 
                      Tatãlui Ceresc.
 Priveste, Doamne, mãrturia ce Ti-au dat-o Episcopii 
                      greco-catolici, prin fidelitatea lor, eroicã pânã 
                      la moarte, fatã de Biserica Ta si de Sfântul 
                      Pãrinte Papa, vicarul Tãu pe pãmânt.
 Te rugãm deci, pentru mãrirea Ta si binele 
                      Bisericii, sã arãti si pe pãmânt 
                      vrednicia acestor servi ai Tãi, ridicându-i 
                      la cinstea altarelor, iar nouã sã ne dai, 
                      prin mijlocirea lor, harurile de care avem nevoie, pentru 
                      ca toatã viata noastrã lui Hristos Dumnezeu 
                      sã o dãm.
 Cã Tie se cuvine toatã mãrirea, cinstea 
                      si închinãciunea, Tatãlui, si Fiului, 
                      si Sfântului Spirit, acum, si pururea, si în 
                      vecii vecilor. Amin.
 Per maggiori informazioni:Procesul de Beatificare, Calea Motilor 24, 400001 Cluj-Napoca, 
                      ROMANIA
 ***** Questi tre personaggi nacquero o morirono in territorio 
                      oggi romeno: SANTO STEFANO PONGRACZ sacerdote gesuita, martire
 Vintu de Jos (Romania), 1583 circa – Košice (Slovacchia), 
                      8 settembre 1619
 Canonizzato il 2 luglio 1995
 Per maggiori informazioni:
 Arcibiskupský úrad, Hlavná ulica, 28, 
                      SK-041 83 Košice, SLOVAKIA
 ******
 
 BEATO VILMOS APOR vescovo di Gyor, martire 
 Segesvár (Romania), 29 febbraio 1892 – Györ 
                      (Ungheria), 2 aprile 1945
 Beatificato il 9 novembre 1997
 Per maggiori informazioni:
 Egyházmegyei Hatóság, Káptalandomb 
                      1, 9021 Gyor, HUNGARY
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 Servo di Dio JÁNOS HÁM arcivescovo di Esztergom-Budapest
 Gyöngyös (Ungheria) 5 gennaio 1781 - Satu Mare 
                      (Romania), 30 dicembre 1857
 Per maggiori informazioni:
 Primási és Érseki Hivatal, Úri 
                      utca 62, H-1014 Budapest, HUNGARY
 ***** Concludo questa seppur incompleta panoramica della santità 
                      romena segnalandoun filo di sangue che unisce la Romania 
                      al Piemonte, terre oggi unite da un forte fenomeno migratorio: 
                      si tratta del Venerabile EMANUELE NEGRI, originario di Fossano 
                      (CN) e martirizzato in Romania nel 1597.   dello stesso Autore:    |  |