COLLABORAZIONI
                    In questo Settore vengono riportate notizie 
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                      i testi sono stati realizzati da Fabio Arduino, 
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                      delle immagini è stata curata da Cartantica.
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                      Titolo, Periodico) ."
                    
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                    SANTI CORPI
                    
                     
                    SAN PLATANO
                    
                    
                    Culto estremamente locale è tributato 
                      a San Platano il cui nome evoca le ombreggianti piante omonime. 
                      La scarsità di fonti certe sulla sua vita, sia orali 
                      che scritte, non ci permette di ricostruire la storia dell’intera 
                      sua esistenza terrena. Una tradizionale ballata popolare, 
                      conosciuta come canto dei “goccius”, è 
                      stata tramandata di generazione in generazione, ma purtroppo 
                      non è possibile distinguervi con esattezza gli elementi 
                      storicamente attendibili da quelli puramente leggendari.
                      La fantasiosa vicenda di questo santo inizia in un celeberrimo 
                      luogo quale il Cenacolo in cui Gesù istituì 
                      l’Eucaristia. Qui gli apostoli continuarono a nascondersi 
                      per timore dei giudei dopo la passione e morte del Cristo, 
                      nonché in seguito alla sua risurrezione.
                      A sorvegliare la porta d’ingresso ed avvertire in 
                      caso di pericolo, venne posta una bambina di nome Rosa (o 
                      Rode), che fu così anche educata al cristianesimo. 
                      In seguito, in età adulta, Rosa si trasferì 
                      in Mauritania, ove convolò a nozze con un nobile 
                      romano. Da questa unione nacquero due figli, Platano e Antioco, 
                      che in segreto furono educati dalla madre al cristianesimo, 
                      vista l’avversità del marito ancora pagano.
                      I due fratelli divennero medici instancabili nel curare 
                      i malati, ma anche apostoli del Vangelo, desiderosi di portare 
                      ovunque l’annuncio di salvezza di Cristo Risorto. 
                      La loro fama giunse sino a Roma ed all’imperatore 
                      Adriano, assai preoccupato per il diffondersi della nuova 
                      dottrina predicata da Cristo. Il sovrano decise allora di 
                      fermare con la forza i suoi seguaci, ritenuti pericolosi 
                      per l’impero romano. L’imperatore e i suoi procuratori 
                      promisero ricchezze e successo ai cristiani disposti ad 
                      abiurare la loro religione e così fece anche con 
                      Platano ed Antioco, i quali si dimostrarono però 
                      irremovibilmente fermi e convinti nella loro fede che non 
                      rinnegarono.
                      Giunse così anche per loro la stagione della persecuzione, 
                      che negli intenti dei romani avrebbe dovuto distruggere 
                      la fede in Cristo, mentre al contrario si rivelò 
                      seme di nuovi cristiani. Platano e Antioco furono imprigionati, 
                      legati con pesanti catene e lasciati a digiuno per lunghi 
                      giorni. Interrogatori e vari tentativi furono messi in atto 
                      per distoglierli dalle loro convinzioni, ma essi rimasero 
                      sempre saldi nella fede e non cedettero ai pagani.
                      Numerosi fatti miracolosi intervennero a ritardare la loro 
                      atroce fine, segno dell’aiuto e della presenza divina. 
                      Condannati ad arrostire nel fuoco e nella pece bollente, 
                      non bruciarono. Allora l’imperatore ordinò 
                      di gettarli nell’arena in pasto ai leoni affamati 
                      e ad altri animali feroci, i quali anziché sbranarli 
                      li leccarono quasi volerli accarezzare, mentre tutta la 
                      folla sbigottita assisteva silenziosa. L’imperatore 
                      diede dunque ordine di abbandonarli nel mare su una piccola 
                      barca di paglia, sperando che i due morissero annegati o 
                      divorati dai pesci: ma anche questa volta si salvarono ed 
                      il vento li trascinò miracolosamente sulle coste 
                      della Sardegna, facendoli approdare nell’isola che 
                      oggi porta il nome di Sant’Antioco. Anche qui iniziarono 
                      ad esercitare la loro professione di medici ed a farsi portatori 
                      della Buona Novella, scopo al quale volevano ormai dedicare 
                      tutta la loro vita.
                      La loro fama ben presto si diffuse in tutta la Sardegna 
                      sino a Cagliari. In questa città era allora prefetto 
                      un certo Gallone, che comunicò la notizia all’imperatore. 
                      Platano venne così rimandato a Roma e qui fu probabilmente 
                      crocifisso insieme a parecchi altri cristiani, ma neppure 
                      così la morte prevalse su di lui. La tradizione vuole 
                      che i tiranni abbiano intrecciato le viscere di Platano 
                      su di un fuso ed il santo, dopo essere stato sventrato, 
                      morì decapitato. Antioco, suo fratello, morì 
                      invece abbandondosi al Signore nella preghiera, mentre i 
                      soldati al di fuori della sua caverna attendevano il suo 
                      ritorno per ucciderlo.
                      In data 13 dicembre il Martyrologium Romanum riporta la 
                      commemorazione esclusivamente di Sant’Antioco, lasciando 
                      alla sola comunità di Villaspeciosa, in provincia 
                      di Cagliari, la venerazione di San Platano. Questo paese 
                      da secoli considera questo santo quale speciale testimone 
                      di Cristo, con rinnovato ardore e devozione invoca la sua 
                      intercessione e lo considera un valido modello nel cammino 
                      verso la santità.
                    
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                      SAN BOTONTO
                    
                    
 
                    
                    A Torino sorge il complesso del Monte dei 
                      Cappuccini, una delle odierne immagini simbolo della città, 
                      formato dall’omonimo convento e dalla chiesa di Santa 
                      Maria al Monte.
                      Al suo interno, sotto la mensa dell’altere laterale 
                      di destra dedicato a San Francesco, sono conservate le reliquie 
                      del piccolo martire romano Botonto, avvolte in un simulacro 
                      di cera opera di Luigi Cantù ed ornate da abiti nobiliari.
                      La vicenda di questo bambino invece è purtroppo avvolta 
                      dal mistero.
                      Il 28 dicembre 1841 a Roma sulla via Nomentana, vicino a 
                      l cimitero di Sant’Agnese, vennero rinvenuti i suoi 
                      resti e quelli di altri sette martiri con una ampolla di 
                      sangue. L'iscrizione sepolcrale indica il suo nome così: 
                      “Botonto qui vixit annis III. Mensibus II. in pace.” 
                      [Botonto, che visse tre anni e due mesi, (è qui ) 
                      nella pace]. Il martirio risalirebbe dunque all’epoca 
                      della persecuzione di Diocleziano, cioè al 303 circa. 
                      Il nome “Botontòs”, che significa pastore 
                      oppure esclamante, ed il tipo di sepoltura rivelerebbero 
                      l’appartenenza del piccolo martire ad una nobile famiglia 
                      di origine greca. Per concessione di papa Gregorio XVI, 
                      le reliquie del martire vennero donate al re di Sardegna 
                      Carlo Alberto di Savoia. Questi ne decise la solenne traslazione 
                      nella chiesa del convento torinese del Monte dei Cappuccini, 
                      che avvenne il 15 gennaio 1843, con la partecipazione di 
                      una grande folla.
                    
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                      SANTA FELICITA
                    
                    
                    
                      
                      Questa martire romana è venerata a Torino nella Chiesa 
                      del Convitto delle Vedove e Nubili
                    
                     
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                      SANT’AGAPE
                    
                    
                    
                      Vergine e martire, venerata nella Parrocchia di San Michele 
                      Arcangelo in Onero
                     
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                      SAN REGIO
                    
                    
                     Venerato nel Santuario di Concesa (MI) dei Carmelitani 
                      Scalzi
                    
                      ******
                    
                      SANT’URBICO
                    
                    
                      Venerato nella Chiesa del Collegio San Vincenzo in Piacenza
                    
                      ****** 
                    
                      SAN VITALIANO
                    
                    
                      Fanciullo di appena 10 mesi e 28 giorni, venerato a Stresa
                    
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                      SAN BENEDETTO
                    
                    
                      Venerato a Piano dei Monti di Madonna del Sasso (VB), festeggiato 
                      la terza domenica di agosto
                    
                      ******* 
                    
                      SAN BENEDETTO
                    
                    
                      Venerato nell’Oratorio della Visitazione presso Fobello 
                      (VC)
                     
                    ******
                     
                    dello stesso Autore:
                     
                    
                    
                    
                     
                    
                    
                    
                    
                    
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                    Sull'argomento "Corpi Santi", vedere anche