Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

SANTI... REGALI DELLA CHIESA ORTODOSSA E DELLE CHIESE ORIENTALI

 

(Alcuni di questi Santi vengono riconosciuti dalla chiesa Russa-ortodossa o dalla chiesa greca o anche da quella cattolica)

 

 

SAN COSTANTINO XI PALEOLOGO

Fu l'ultimo imperatore bizantino e partecipò al concilio ecumenico di Firenze-Ferrara dove la chiesa latina e quella ortodossa si unirono, ma venne contrastato dal clero e dal popolo di Costantinopoli.

Successivamente dovette affrontare l'ultimo assedio dei turchi alla città in cui rimase ucciso dopo aver combattuto con eroismo.

La sua festa si celebra il 20 maggio.

Costantino viene venerato come santo e martire dalla chiesa Ortodossa, e da alcune chiese cattoliche.

 

 





SANTO STEFANO DECANSKI, RE SERBO

 

Nato verso il 1275 dal primo matrimonio del santo Re Stefano II Uros Milutin e di Anna di Bulgaria, matrimonio poi annullato per dare la possibilità a Stefano II di prendere in moglie la figlia dell'imperatore Andronico II, di appena sei anni, il principe Stefano perse il diritto al trono.

Tenuto in disparte in Montenegro, Stefano, che aveva ricevuto una buona educazione ed istruzione, finalizzata alla storia del proprio popolo ed alle Sacre Scritture ed insegnamenti della Fede Ortodossa, venne dapprima mandato come ostaggio dal capo tartaro Nogy. Egli non fece alcuna resistenza, affidandosi a Dio e poco dopo riuscì a ritornare a casa sua sano e salvo.

Più tardi, ribellandosi agli ordini del padre si trovò a combattere contro di lui e i due eserciti si fronteggiarono per qualche tempo, finchè poi non decisero di terminare quella guerra asssurda. Ma fu un vero tranello nei confronti di Stefano che venne imprigionato dal padre che diede ordine di accecarlo, inviandolo poi a Costantinopoli come ostaggio del proprio suocero Andronico II.

Si racconta che a Stefano, ormai cieco, mentre stava pregando sarebbe apparso san Nicola di Mira che, mostrandogli gli occhi estirpati, avrebbe detto che presto glieli avrebbe restituiti. Mentre si trovava a Costantinopoli venne accolto nel monastero del Pancreator dove si distinse per la sua saggezza e dolcezza.
Alcuni anni più tardi, San Nicola gli si manifestò di nuovo dicendogli che gli era apparso per mantenere la sua promessa e segnandolo con una croce gli avrebbe restituito la vista.

Nel 1321, quando Milutin morì, Stefano andò a corte, per rivendicare i propri diritti al trono, mostrandosi a tutti completamente guarito e propose al fratellastro Costantino, che era stato nominato erede al trono dal re, di condividere il potere. Questi però rifiutò la proposta, e allora Stefano gli fece guerra che vinse perchè i nobili si erano schierati al suofianco.

Il 6 gennaio 1322, l'arcivescovo Nicodemo lo incoronò re ed assieme a lui venne incoronato il figlio Dusan, cioè il futuro zar Stefano Dusan (1331-1355) con il titolo di "giovane re".
Per ringraziare Dio di quanto aveva ricevuto, Stefano fondò il monastero di Decani, il convento più importante della Serbia, da cui prese poi il nome di "Decanski", con il quale sarebbe stato ricordato nel futuro.

Alla morte della moglie Teodora, nel 1334 sposò Maria Paleologa di appena dodici anni, il che poi lo portò ad essere coinvolto nelle lotte intestine dei bizantini.
Nel 1329 dovette combattere contro di essi che si erano alleati con i bulgari, su cui riuscì vincitore nella battaglia di Velebuzd del 1330, vittoria che potenziò la sua nazione balcanica pressata sia dai latini che dai tartari.

ll giovane Dusan, temendo che il padre potesse preferirgli il secondogenito Simeone, gli mosse guerra e lo catturò nel palazzo-fortezza di Nerodimlje, imprigionandolo nella città di Zvecan, nel Kosovo.
L'11 novembre 1331 Stefano morì in circostanze non ben definite, si dice affogato per ordine del figlio e per questo viene ritenuto martire.
Nelle Chiese Orientali viene ricordato l'11 novembre, mentre il 29 giugno si ricorda la traslazione delle reliquie.

Dusan ebbe rimorso di questo atto innaturale e si pentì e l'anno seguente, nella festa degli apostoli Pietro e Paolo, portò i resti del corpo del padre da Zvecan a Decani. Successivamente il corpo di Stefano, incorrotto, produsse molti miracoli, specie per quanto riguardava le malattie degli occhi.



 

 


SAN DEMETRIO DI UGLIC E MOSCA, PRINCIPE MARTIRE

 

Figlio di Ivan il Terribile, nacque nel 1581, dalla sua settima moglie. Dopo la morte del padre salì al trono suo fratello Teodoro che, aizzato dai tutori e da altri membri della corte si fece persuaso che il fratello minore potesse prendere il suo posto, benchè vivesse a Uglic, sul fiume Volga, dove era stato trasferito con la madre ed altri membri della famiglia.

Sembra che il fanciullo fosse cresciuto con il cattivo carattere del padre ed allevato nell'odio verso il fratello, così affidò al genero al genero Boris F. Godunov pensò di eliminare il pericoloso soggetto, cercando prima di avvelenarlo e, dopo un inutile tentativo, inviando da lui un assasino, accompagnato dal figlio e daun nipote.

Il sicario incontrò il principino nel cortile del palazzp e tentò di sferrargli un colpo di coltelo alla gola che però non l'uccise, poi spaventato, scappò via lasciando i due suoi piccoli complici che finirono l'opera, uccidendolo e gettandolo dall'alto di un terrazzo. In quello stesso momento si fece avanti la madre del piccolo principe e mise in allarme il castello e tutto il vicinato. La folla inferocita fermò ed uccise i cospiratori.
Sembra però che la versione ufficiale poi riportata presentasse la morte del piccolo Demetrio come prodotta da lui stesso per una crisi epilettica sopravvenuta mentre aveva in mano un coltello. Insomma non è mai stata fatta luce piena su questa vicenda e con la morte dello zar Teodoro, che non aveva figli, finì anche la dinastia dei principi moscoviti Danilovic.

Salito al trono Basilio Sujskij, volle dimostrare le tante falsità che si erano raccontate sulla morte di Demetrio, così ordinò di riportare il corpo del piccolo da Uglic a Mosca, cosa che avvenne il 3 giugno del 1606.
Riaperta la bara, venne ritrovato il corpo incorrotto di Demetrio e questo convinse tutti dellasantità del fanciullo, il che portò alla sua canonizzazione, sia per l'innocenza che per la purezza. I suoi resti vennero sotterrati nella cappella funebre degli zar, al Cremlino, nella cattedrale dell'Arcangelo Michele, L
E' uno dei piccoli martiri della chiesa russa e viene ricordato il 3 giugno ed il 15 maggio.

 

 

 

 

 



Santa Ketevan, di fede ortodossa, era la moglie del re Davide di Kakezia e madre di re Teimuraz.

 

Nel 1613 Shah Abbas, imperatore di Persia, avendo conquistato il regno georgiano di Kakheti, prese in ostaggio la regina Ketevan, tenendola nella prigione di Shiraz, nel sud dell'Iran, per dieci anni, cercando di convertirla alla fede islamica e farla entrare nel suo harem, ma Ketevan si oppose a questa alternativa, il che le comportò atroci sofferenze e torture, fino allo strangolamento finale, che avvenne il 12 settembre 1624. Reliquie di questa santa martire e sovrana georgiana, sono venerate anche dalla Chiesa Cattolica.

Un anno prima della sua morte, due frati agostiniani erano riusciti a raggiungere Shiraz con l'intento di fondarvi una missione ed erano divenutati confessori di Ketevan. Dopo la sua morte, questi sacerdoti ne nascosero il corpo ed alcune parti di esso vennero poi trasferite, nel 1627, a Goa, custoditi in una scatola nera, nella cappella del capitolo del convento di Sant'Agostino.

Nel corso del tempo il convento venne ricostruito e modificato e quasi demolito nel 1835, mentre nel 1842 fu soggetto al crollo della volta principale e non fu possibile ritrovare i resti della regina Ketevan.

In base a fonti letterarie, di molti storici e di studi topografici e fotografici, venne ricostruita una mappa dell'edificio religioso e nel 2004, finalmente vennero ritrovati i resti della santa, contenuti in un sarcofago in pietra,che sottoposti a vari confronti, portarono alla scoperta che i resti dovevano essere di origine georgiana e più specificatamente della regina Ketevan..


La Chiesa georgiana la ricorda il 25 settembre, corrispondente al 12 settembre del calendario giuliano.

SANTA KETEVAN

 

 

 

 

 




 

 

San Vukašin nacque in Erzegovina, nel villaggio di Klepcic, probabilmente verso la fine del XIX secolo.

Durante la seconda guerra mondiale, probabilmente all'inizio delle ostilità, il croato Ustašas, lo fece arrestare e trasportare assieme ad altri serbi nel terribile campo di concentramento di Jasenovac dove fu sottoposto ad una serie di atroci torture.
Fu infine portato davanti ad un soltato Ustascia, che era stato delegato alla sua esecuzione e che però gli offrì una via di scampo se avesse gridato a voce alta: “Viva Ante Pavelic!”, che era il capo dei nazionalisti croati.
Ma egli rifiutò ripetutamente e ad ogni rifiuto veniva ferito pesantemente: prima gli tagliarono le orecchie, poi il naso, la lingua e infine la faccia.

Ma Vukasin non si arrese e così venne alfine trucidato.
Nel 1998, il Santo Sinodo dei vescovi della Chiesa Ortodossa Serba l'ha proclamato santo e martire. La sua festa è celebrata al 16 maggio.


SAN VUKASIN, RE

 

 

 

 

 

SANTI NICOLA II E SANTA ALEXANDRA, ZAR E ZARINA DI RUSSIA,
FIGLI E SANTA ELISABETTA FEDOROVNA

 

Nicola II, imperatore martire e "grande portatore della Passione", la zarina Aleksandra e i loro figli, Aleksej, Olga, Tat'jana, Marija e Anastasija, loro figli, unitamente a Elizaveta (sorella della zarina, Elisabetta Fëdorovna, fondatrice di un ordine di monache e uccisa durante la rivoluzione) vengono festeggiati come santi martiri il 17 luglio, dal 2000, quando la Chiesa ortodossa russa, tramite il Patriarca Aleksej II, li ha dichiarati santi martiri.
Questo,
a motivo del loro comportamento durante la deportazione e prigionia e dopo aver constatato dalla lettura delle loro lettere e dei diari che perdonavano ai loro carcerieri ed assassini in nome della loro fede, di augurarsi la fine della guerra civile anche se c'era una possibilità di salvezza all' arrivo dell'armata bianca.

Nicola II rifiutò, infatti, la proposta di fuggire arrivata tramite una lettera anonima inviata dallo stesso Soviet, giustificando la sua decisione con un'altra lettera in cui quale sosteneva che quella azione avrebbe provocato un gran spargimento di sangue.

Un'altra lettera, poi, della granduchessa Olga, in cui ella dice che suo padre, lo zar, chiede a tutti il perdono anzichè la vendetta: "poiché il male che adesso domina nel mondo diventerà ancora più grande. Il male, infatti, non può sconfiggere il male, ma solo l'amore può farlo...".

 




 

SANTA OLGA

Olga o Helga di Kiev, chiamata dopo il battesimo Elena, nacque a Pskov nell' 879 da un nobile variago e nel 903 andò sposa a Igor, figlio di Rurik, che qualche anno più tardi diventò Gran Principe di Kiev. Nel 945 però Igor morì assassinato e poichè il loro figlio Svjatoslav era troppo piccolo per poter regnare, lei governò fino alla sua maggiore età.

I Drevljani avrebbero voluta darla in sposa al loro principe Mal che sarebbe diventato a sua volta re, ma ella non acconsentì, tenendo saldamente il potere per il futuro del figlio e quand'essi mandarono una ventina di persone per cercare di persuaderla, essa li fece uccidere seppellendoli vivi.
Successivamente si comportò nel medesimo modo, facendo credere ai Drevljani che avrebbe potuto sposare Mal e intanto aveva invitato molte persone influenti e quand'esse arrivarono, diede loro il benvenuto con un bagno caldo, facendoli ardere vivi.
Ancora non contenta, invitò gli altri componenti della tribù slava alla tomba del marito morto e fattili ubriacare li fece uccidere tutti, poi per sterminarli definitivamente mandò il suo esercito a uccidere i sopravvissuti, eliminando così l'intera popolazione.

Successivamente Olga l'assassina diede posto a Olga la Santa. Dovendo viaggiare per amministrare il regno e per prendere accordi con le altre popolazioni, Olga arrivò a Costantinopoli dove si convertì, chiedendo il Battesimo ed assumendo il nome di Elena. Suo padrino fu l'imperatore Costantino VII Porfirogenito.

Una volta tornata in patria cercò di diffondere nel suo regno il cristianesimo di rito bizantino, dedicandosi ad opere caritatevoli, ma la maggior parte del popolo rimase ancorato al paganesimo, finchè nel 959 chiese all'imperatore germanico Ottone I, l'invio nelle sue terre di un missionario che evangelizzasse la popolazione.
Ciò avvenne solo nel 961 con l'arrivo del monaco Adalberto di Treviri a Kiev che, però, rimase là solo un anno perchè la popolazione gli era ostile ed anche il re Svjatoslav, diventato Gran Principe di Kiev, rimase ancorato alle vecchie tradizioni pagane.

Il battesimo di tutto il popolo avvenne solo nel 988, per ordine del gran principe Vladimir, che si prodigò per far venerare la nonna Olga e che, nel 996, fece traslare il suo corpo nella chiesa delle Decime, costruita in pietra e dedicata alla Madonna,
Il
corpo non mostrava segni di corruzione e questo allora tra gli ortodossi era un requisito per la canonizzazione.

La venerazione a Santa Olga venne confermata dal
sinodo russo del 1574 e la sua festa venne fissata all'11 luglio del calendario giuliano.
È ritenuta santa sia dalla Chiesa cattolico-romana che dalle Chiese ortodosse.

 





SANTA NONNA REGINA

 

 

Santa Nonna nacque verso la fine del III secolo, ricevendo un’educazione cristiana. Sposò un membro della setta giudeo-pagana degli ipsistari, cioè adoratori dell’Altissimo, riuscì poi a convertirlo al cristianesimo.

Egli divenne poi sacerdote e più tardi vescovo, poichè in Oriente era previsto il clero ammogliato.
Egli è noto e venerato come Gregorio il Vecchio e centro del suo culto e di quello della sua famiglia fu la città di Nazianzo in Cappadocia.

Ovviamente anche i figli erano molto religiosi ed anche tre dei loro figli sono diventati santi:

il figlio maggiore San Gregorio Nazianzeno (ricordato il 2 gennaio), dottore della Chiesa, che più volte nelle sue lettere ricordò la vita virtuosa della madre;

Santa Gorgonia (9 dicembre), sposata con tre figli,

e San Cesario (25 febbraio), medico.

Gregorio il Vecchio morì prima della moglie che morì in età molto avanzata, nel 374.
il Martyrologium Romanum la commemora al 5 agosto.

La loro vita familiare viene spesso citato come grande esempio di santità.




 

SANT'ERACLIO IMPERATORE

Flavio Eraclio, imperatore bizantino, nacque in Cappadocia nel 575, figlio di Epifania ed Eraclio, uno dei più potenti generali che aveva a lungo combattuto contro i Persiani.

Anch'egli si arruolò nell'esercito e tra il 609 ed il 610 partecipò alla rivolta organizzata contro l'imperatore Foca che uccise personalmente.
Sposò Eudocia da cui ebbe due figli (Epifania e Costantino diventato poi re col nome di Costantino III.
Alla morte di Eudocia, Eraclio sposò la nipote Martina, il che gli valse lo sdegno del patriarca Seregio.

Intanto i Persiani, guidati da re Cosroe, invasero l'impero bizantino, la Palestina e l'Egitto distruggendo i luoghi sacri e portando via, così si dice, alcune reliquie della vera croce di Cristo.
Eraclio rispose con un subitaneo ttacco attraversando l'Armenia e arrivando in Persia dove sconfisse i nemici e depose il re.

Il figlio di Cosroe chiese ad Eraclio la pace in cambio della restituzione delle sante reliquie che vennero riportate a Gerusalemme.
Eraclio morì nel 641 e viene venerato come santo solo dalla chiesa greca.

 

 

 




 

SAN ROMANO DI RJAZAN, PRINCIPE

Figlio del Principe Oleg, visse nel XIII secolo e gli successe nel 1258 quando la Russia era occupata dai Tartari.

Nel 1270 un funzionario della riscossione dei tributi entrò in urto con il principe e lo denunciò al Khan Meng Timur.

Egli lo convocò dinanzi a sè e lo accusò di tradimento imponendogli di sacrificare agli dei, cosa che Romano rifiutò con tutte le forze, professando la sua fede cattolica. Venne quindi torturato a morte e decapitato nel luglio del 1270.

I suoi resti vennero gettati ai cani che però non li toccarono e vennero recuperati dai suoi dignitari di corte che li portarono a Rjazan dove vennerato tumulati con tutti li onori.

 



 

SAN BORIS MICHELE

Nato nella prima metà del secolo IX, diventò Khan di Bulgaria nell'852.

Sotto l'impulso dei Santi Cirillo e Metodio e dei loro discepoli, aderì alla fede cattolica e venne battezzato col nome di Michele nell'864. Questo contribuì notevolmente anche all'adesione dei suoi sudditi al Cattolicesimo.

La chiesa bulgara si organizzò per suo conto, restando indipendente sia da Roma che da Costantinopoli, accogliendo però dalla chiesa orientale forme liturgiche e derogando dalle regole del celibato della chiesa romana.

Nell'893 Boris si ritirò dalla vita pubblica, trasferendosi in un monastero e il successore Vladimir restaurò la religione pagana.
Solo più tardi la Bulgaria divenne effettivamente cristiana.

Boris morì nel 907 dopo una vita cristianamente vissuta e venne subito venerato come santo e isapostolo (uguale agli apostoli) per la sua opera di diffusione del Cristianesimo. Viene ricordato il 2 maggio.

 

 



SANT'IGOR DI CERNIGOV, PRINCIPE

Divenne principe di Kiev nel 1146 ma, deposto dalla cittadinanza e sostituito dal principe Izyaslav, si rinchiuse in convento dove prese il nome di Ignazio, vivendo in preghiera

Il 19 settembre 1147, mentre sostava in preghiera dinanzi all'icona della Madonna, venne assalito da una folla di facinorosi che lo uccisero, trascinandone il corpo per le vie della città.

Si dice che sulla sua tomba si accendessero miracolosamente delle candele.

Nel 1150 il suo corpo venne traslato nella cattedrale di Cernigov. Viene ricordato il 5 giugno (nel calendario giuliano) ed il 18 giugno in quello gregoriano.

 

 




SANT'ALESSANDRO NIEVSKIJ

 

Figlio di Jaroslav e Feodosia di Halic, granduchi di Vladimir, nacque nel 1220 e a 15 anni venne eletto principe di Novogorod.

La sua terra venne occupata dagli svedesi che furono però fermati dalle sue truppe sulle rive della Neva e per questo venne chiamato "Nevskij".

Si dice che prima di ingaggiare la battaglia gli fossero apparsi i santi principi Boris e Gleb che gli preannunciarono la vittoria.

Nonostante il suo impegno, venne avversato dai boiardi che lo costrinsero all'esilio, successivamente però venne richiamato in patria per fermare l'avanzata dei Cavalieri Teutonici che volevano occupare Novgorod, attestandosi sul lago Peipus dove i Cavalieri si inabissarono a causa della pesantezza delle loro armature.

Combattè poi contro i Norvegesi e tenne a bada gli altri paesi limitrofi, non potendo nulla, invece, contro i Mongoli a cui si sottomise. Sentendo vicina la morte si allontanò dalla corte e si rinchiuse nel convento di Gorodec dove morì nel 1263.

Viene ricordato dalla chiesa Russa il 23 novembre.

 

 

 

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