Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

SANTE CURIOSITA'


 

VARIE

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LA FEDE DI ALESSANDRO MANZONI

Il grande scrittore Alessandro Manzoni, che in gioventù s'era allontano dalla religione, in età matura divenne molto pio e perseverante, fu devotissimo al SS. Sacramento e nella Comunione frequente trovò la forza della coerenza.

Ogni domenica, nella chiesa di S.Fedele, a Milano, egli si accostava alla Comunione con devozione tale da meravigliare tutti.
Inoltre, insegnava il Catechismo ai fanciulli della Parrocchia e si dispiaceva immensamente se talvolta qualche contrattempo non gli permetteva di farlo.
Alla figlia Vittoria, che si preparava alla Prima Comunione, scrisse una bellissima lettera, inculcandole gli insegnamenti per mantenersi costanti sulla via della virtù.

:"... I sentimenti che hai della ineffabile Grazia, che ti prepari a ricevere, mi dà soave fiducia che essa sarà per te un principio di grazie continue e di non interrotte benedizioni... non vi è vero contento se non nell'unione con Dio... chiedi al Signore, con ferma speranza, quello di cui senti già tanto bisogno: chiedigli anticipatamente quello che ti sarà necessario quando il mondo, con le sue lusinghe e con le sue dottrine egualmente bugiarde, ti proporrà, t'intimerà, ti mostrerà in pratica una legge contraria a quella, che ti deve salvare..."

Scrisse anche alcuni versi, degni di lui, che forse ai nostri orecchi moderni suoneranno un pò arcaici, ma quello che comunque trasmettono è un'immensa e profonda Fede. E questa non ha età::

 

 

A Gesù Sacramentato

Si, tu scendi ancor dal cielo:
Sì, tu vivi ancor fra noi:
Solo appar, non è quel velo
Tu l'hai detto, il credo, il so.

Come so che tutto puoi
Che ami ognora i tuoi redenti,
Che si addicono i potenti
A un amor che tutto può.

 

 

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Prima della S. Comunione

Ostia umil! - Sangue innocente,
Dio presente, - Dio nascosto,
Figlio d'Eva, - eterno Re!

China il guardo, - o Dio pietoso,
A una polve - che Ti sente,
Che si sperde - innanzi a Te.

Vieni, Signor, riposati,
Regna ne' i nostri petti,
Sgombra da' nostri affetti
Ciò che immortal non è.

Sii nostro: ogni tua visita
Prepari un tuo ritorno,
Fino a quell'aureo giorno
Che ci rapisca in Te.

Vieni, vieni, Gesù mio,
In possesso del mio core,
Tutto infiammalo d'amore,
Onde viva sol per Te.

 

 

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Dopo la S. Comunione

Sei mio, con Te respiro,
Vivo di Te, gran Dio!
Confuso, a Te col mio
Offro il tuo stesso amor.

Empi ogni mio desiro,
Parla, chè tutto intende,
Dona, chè tutto attende
Quando ti alberga un cor.

Questo terror divino
Questo secreto ardor,
e' che mi sei vicino,
E' l'aura tua, Signor.

Sospir dell'alma mia.
Sposo, Signor, che fia,
Nel tuo superno amplesso
Quando di Te, Tu stesso
Mi parlerai nel cor?

Con che fidente affetto
Vengo al Tuo santo trono,
Mi atterro al tuo cospetto,
Mio Giudice, mio Re!
Con che ineffabil gaudio
Tremo dinanzi a Te!

Cenere e colpa io sono,
Ma vedi che T'implora,
Chi vuole il tuo perdono,
Chi merita, chi adora
Chi rende grazie in me!

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Bibliografia: Cultura Religiosa Popolare - Le fonti della Grazia - Volume V Gennaio 1933

 

 

GIOCA COI FANTI... E LASCIA STARE I SANTI

Non così ha fatto una casa editrice di carte da gioco francese - la Edition Dusserre, Parigi -, seguita poi da molte altri produttori, di cui molti italini, che ha messo sul mercato un mazzo di carte per il poker o ramino o altro composto da 54 carte, che si chiama " I Santi - Patroni delle Corporazioni e Protettori".

Le carte rappresentano 48 santi tra i più conosciuti e sui quattro 2 del mazzo sono elencati in ordine alfabetico i vari Patronati e protezioni. Le immagini sono a colori e si tratta per lo più di rappresentazioni di statue lignee o di vetrate o dipinti. Davvero curiose e interessanti!

 

 

 

LA SPADA NELLA ROCCIA E SAN GALGANO

No, non si tratta della leggenda di Re Artù, bensì di quella relativa ad un santo poco conosciuto, San Galgano.
Nato nella prima metà del XII secolo, le notizie sulla sua vita sono poche e confuse; sembra che sin dalla fanciullezza ebbe visioni angeliche, come quella in cui San Michele chiedeva a sua madre di consacrarlo cavaliere.
Sembra inoltre, che egli abbia passato la sua gioventù tra battaglie e dissipazioni, sino a quando un altro angelo gli ordinò di seguirlo al di là di un fiume.
Il giovane obbedì e, giunto sul monte Siepi, si trovò dinanzi ad una piccola casa rotonda dove ebbe l'apparizione dei 12 Apostoli che gli consegnarono un libro aperto che però lui non poteva leggere, essendo analfabeta. Ma, alzando gli occhi al cielo, ebbe la visione di Dio.
Gli apostoli gli ordinarono poi di costruire una chiesa di forma rotonda là dove si sarebbe fermato il suo cavallo.
Il giovane santo, ancora con indosso le sue vesti e la spada da cavaliere, volle piantare in terra la spada, a mò di croce, per pregare ma, invece della nuda terra, fu la pietra, miracolosamente malleabile, ad accoglierla per poi stringerla in una morsa tenacissima.
Egli comprese il segno: si sfilò l'abito fino ad allora indossato per combattere e vi fece un foro nel mezzo, trasformandolo in veste monacale e s'inginocchiò in contemplazione, conducendo d'allora in poi una vita esemplare che si concluse dopo pochi anni.

Il tempo è passato, ma la spada è sempre lì nella nuda terra, nella piccola chiesetta sul monte Sepi dove si espone, dal lunedì di Pasqua fino alla domenica successiva al Ferragosto, anche il capo di San Galgano, che viene poi riportato nella Chiesa di Chiusdino.

 

 

 

UN SANTO INESISTENTE - SAN NAPOLEONE



 

A questo nome, tanto famoso, in realtà non corrisponde alcun santo.

Eppure, nelle alterne vicende della storia, quando il Bonaparte era all'apice del potere, dopo la vittoria di Austerliz, qualcuno pensò che bisognava pure trovargli un santo protettore.

Venne così individuato un santo martire chiamato Neopulo o Neapolis, amico di S. Saturnino, il cui nome venne adattato all'augusto personaggio, trasformandolo in san Napoleone.

Su di lui venne intessuta dunque una "passio" che lo vedeva dapprima torturato poi in prigione fino alla morte.

La festa di San Napoleone martire venne collocata al 15 agosto, giorno del genetliaco dell'Imperatore, sostituendolo a quello ben più importante della festività dell'Assunta.

 

 

S. GIACOMO IL MAGGIORE DA PESCATORE A CAVALIERE

Nell’alto Medioevo, San Giacomo viene raffigurato come un cavaliere con la spada e a cavallo che sbaraglia i Mori.
Come è possibile? Come è potuta accadere una simile trasformazione, quando sappiamo che l'Apostolo di Gesù era un pescatore e successivamente un predicatore? E che cosa ha a che fare con i mori?

Una tradizione da sempre riconosciuta, vuole che S. Giacomo abbia cristianizzato la Spagna e che le sue reliquie fossero state portate a Santiago de Compostela, diventata poi nei secoli meta di pellegrinaggi di devoti.

Durante una delle guerre contro i mori, pare che un’invocazione a S. Giacomo abbia del tutto cambiato le sorti della battaglia. Si gridò al miracolo, per aver visto il Santo con la spada sguainata che cavalcava dinanzi alle truppe spagnole. Da quel giorno, dunque, cambiò anche l’iconografia.

Ciò servì anche da spunto a 13 uomini d’arme per costituire un Ordine di cavalieri per la difesa e l’assistenza ai pellegrini diretti a Compostela, in analogia con gli altri Ordini cavallereschi creatisi per gli stessi motivi a Gerusalemme.

La festa di San giacomo è il 25 luglio..

San Giacomo è Patrono dei Pellegrini e degli Escursionisti in genere.

 

 

 

I 4 EVANGELISTI E LA LORO SIMBOLOGIA

I 4 Evangelisti vengono quasi sempre rappresentati con un simbolo che ne ha contraddistinto l’iconografia:

San Matteo viene affiancato da un angelo che gli offre una penna o un calamaio, quasi a suggerire il testo del suo vangelo. L’angelo allude all’umanità di Cristo e alla sua Incarnazione. Vista la sua occupazione in vicioè quella di esattore delle imposte per conto dei Romani, il santo è Patrono delle Guardie di Finanza e comunque di chi si occupa della riscossione del denaro pubblico (Banchieri, Cambiavalute, Contabili).

San Luca viene rappresentato assieme a un bue, che allude al Sacrifico del figlio di Dio, alla sua Passione e Morte, oppure viene riprodotto mentre dipinge la Vergine Maria o con la borsetta del medico, come sembra sia stato in vita. Dunque è considerato Patrono delle arti e delle Accademie figurative, nonché dei medici.

San Marco viene affiancato da un leone che rappresenta, oltre che la forza della Resurrezione, anche la forza di chi annuncia la Verità. Il Leone di san Marco è anche rappresentato sulla bandiera di Venezia, di cui è Patrono. E' anche Patrono dei segretari e dei giornalisti.

San Giovanni è rappresentato assieme ad un’aquila che, secondo i bestiari antichi, era l’unico animale a poter fissare il sole. Essa rappresenta la gloria dell’Ascensione, testimoniando anche l’ingegno e l’illuminazione divina. S. Giovanni è protettore dei teologi, degli scrittori e degli stampatori e, essendo rimasto illeso – secondo una leggenda – dal martirio d’essere gettato in una caldaia d’olio bollente, è anche Patrono di tutti i mesteri in cui si è esposti alle ustioni: armaioli, candelai, nonchè degli scrittori.

 

 

- La Chiesa di ghisa

 

- Lacrime e Sorrisi - Madonne prodigiose

- Santi Cefalofori

- Vesti e arredi liturgici

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