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                      | Matteo - Capitolo 11 IV. IL MISTERO DEL REGNO DEI CIELI1. SEZIONE NARRATIVA
 
 [1] Quando Gesù ebbe terminato di 
                          dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì 
                          di là per insegnare e predicare nelle loro città.  Domanda di Giovanni Battista e testimonianza 
                          che gli rende Gesù [2] Giovanni intanto, che era in carcere, 
                          avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò 
                          a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: [3] «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne 
                          un altro?».
 [4] Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni 
                          ciò che voi udite e vedete:
 [5] I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i 
                          lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti 
                          risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella,
 [6] e beato colui che non si scandalizza di me».
 [7] Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare 
                          di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere 
                          nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
 [8] Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto 
                          in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno 
                          nei palazzi dei re!
 [9] E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? 
                          Sì, vi dico, anche più di un profeta.
 [10] Egli è colui, del quale sta scritto:
 Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
 che preparerà la tua via davanti a te.
 [11] In verità vi dico: tra i nati di donna non è 
                          sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia 
                          il più piccolo nel regno dei cieli è più 
                          grande di lui.
 [12] Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno 
                          dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono.
 [13] La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino 
                          a Giovanni.
 [14] E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che 
                          deve venire.
 [15] Chi ha orecchi intenda.
 Giudizio di Gesù sulla sua generazione [16] Ma a chi paragonerò io questa 
                          generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti 
                          sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: [17] Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
 abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
 [18] E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno 
                          detto: Ha un demonio.
 [19] E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: 
                          Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. 
                          Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere».
 Sventura alle città delle sponde 
                          del lago [20] Allora si mise a rimproverare le città 
                          nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, 
                          perché non si erano convertite: [21] «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. 
                          Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti 
                          i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo 
                          avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.
 [22] Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio 
                          avranno una sorte meno dura della vostra.
 [23] E tu, Cafarnao,
 sarai forse innalzata fino al cielo?
 Fino agli inferi precipiterai!
 Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli 
                          compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
 [24] Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà 
                          una sorte meno dura della tua!».
 IL VANGELO RIVELATO AI SEMPLICI.Il Padre e il Figlio [25] In quel tempo Gesù disse: «Ti 
                          benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché 
                          hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti 
                          e le hai rivelate ai piccoli. [26] Sì, o Padre, perché così è 
                          piaciuto a te.
 [27] Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce 
                          il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non 
                          il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
  Gesù Signore dal giogo leggero [28] Venite a me, voi tutti, che siete affaticati 
                          e oppressi, e io vi ristorerò. [29] Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, 
                          che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le 
                          vostre anime.
 [30] Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
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                      | Matteo - Capitolo 12
Le spighe strappate [1] In quel tempo Gesù passò 
                          tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero 
                          fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. [2] Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, 
                          i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito 
                          fare in giorno di sabato».
 [3] Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece 
                          Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni?
 [4] Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani 
                          dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui 
                          né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?
 [5] O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato 
                          i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono 
                          senza colpa?
 [6] Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più 
                          grande del tempio.
 [7] Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io 
                          voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui 
                          senza colpa.
 [8] Perché il Figlio dell'uomo è signore del 
                          sabato».
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                      | Guarigione di un uomo dalla mano inaridita
 [9] Allontanatosi di là, andò 
                          nella loro sinagoga. [10] Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, 
                          ed essi chiesero a Gesù: «E' permesso curare 
                          di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo.
 [11] Ed egli disse loro: «Chi tra voi, avendo una pecora, 
                          se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e 
                          la tira fuori?
 [12] Ora, quanto è più prezioso un uomo di una 
                          pecora! Perciò è permesso fare del bene anche 
                          di sabato».
 [13] E rivolto all'uomo, gli disse: «Stendi la mano». 
                          Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra.
 [14] I farisei però, usciti, tennero consiglio contro 
                      di lui per toglierlo di mezzo.
 Gesù è il "servo del Signore" [15] Ma Gesù, saputolo, si allontanò 
                          di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, [16] ordinando loro di non divulgarlo,
 [17] perché si adempisse ciò che era stato detto 
                          dal profeta Isaia:
 [18] Ecco il mio servo che io ho scelto;
 il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.
 Porrò il mio spirito sopra di lui
 e annunzierà la giustizia alle genti.
 [19] Non contenderà, né griderà,
 né si udrà sulle piazze la sua voce.
 [20] La canna infranta non spezzerà,
 non spegnerà il lucignolo fumigante,
 finché abbia fatto trionfare la giustizia;
 [21] nel suo nome spereranno le genti.
 Gesù e Beelzebùl[22] In quel tempo gli 
                          fu portato un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo 
                          guarì, sicché il muto parlava e vedeva. [23] E tutta la folla era sbalordita e diceva: «Non 
                          è forse costui il figlio di Davide?».
 [24] Ma i farisei, udendo questo, presero a dire: «Costui 
                          scaccia i demòni in nome di Beelzebùl, 
                          principe dei demòni».
 [25] Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: 
                          «Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna 
                          città o famiglia discorde può reggersi.
 [26] Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde 
                          con se stesso; come potrà dunque reggersi il 
                          suo regno?
 [27] E se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, 
                          i vostri figli in nome di chi li scacciano? Per questo 
                          loro stessi saranno i vostri giudici.
 [28] Ma se io scaccio i demòni per virtù 
                          dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi 
                      il regno di Dio.
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                      | [29] Come potrebbe uno penetrare nella casa dell'uomo 
                          forte e rapirgli le sue cose, se prima non lo lega? 
                          Allora soltanto gli potrà saccheggiare la casa. [30] Chi non è con me è contro di me, 
                          e chi non raccoglie con me, disperde.
 [31] Perciò io vi dico: Qualunque peccato e bestemmia 
                          sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro 
                          lo Spirito non sarà perdonata.
 [32] A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo 
                          sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, 
                          non gli sarà perdonata né in questo secolo, 
                      né in quello futuro.
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                      | Le parole rivelano il 
                          cuore
 [33] Se prendete un albero buono, 
                          anche il suo frutto sarà buono; se prendete un 
                          albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: 
                          dal frutto infatti si conosce l'albero. [34] Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi 
                          che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla 
                          pienezza del cuore.
 [35] L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, 
                          mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose 
                          cattive.
 [36] Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli 
                          uomini renderanno conto nel giorno del giudizio;
 [37] poiché in base alle tue parole sarai giustificato 
                          e in base alle tue parole sarai condannato».
  Il segno di Giona [38] Allora alcuni scribi e farisei 
                          lo interrogarono: «Maestro, vorremmo che tu ci 
                          facessi vedere un segno». Ed egli rispose: [39] «Una generazione perversa e adultera pretende 
                          un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non 
                          il segno di Giona profeta.
 [40] Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti 
                          nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo 
                          resterà tre giorni e tre notti nel cuore della 
                          terra.
 [41] Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare 
                          questa generazione e la condanneranno, perché 
                          essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, 
                          ora qui c'è più di Giona!
 [42] La regina del sud si leverà a giudicare 
                          questa generazione e la condannerà, perché 
                          essa venne dall'estremità della terra per ascoltare 
                          la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più 
                          di Salomone!
  Ritorno offensivo dello spirito immondo [43] Quando lo spirito immondo esce 
                          da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, 
                          ma non ne trova. [44] Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, 
                          da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata 
                          e adorna.
 [45] Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori 
                          ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di 
                          quell'uomo diventa peggiore della prima. Così 
                          avverrà anche a questa generazione perversa».
  I veri parenti di Gesù [46] Mentre egli parlava ancora alla 
                          folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in 
                          disparte, cercavano di parlargli. [47] Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre 
                          e i tuoi fratelli che vogliono parlarti».
 [48] Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: 
                          «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
 [49] Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: 
                          «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli;
 [50] perché chiunque fa la volontà del 
                          Padre mio che è nei cieli, questi è per 
                          me fratello, sorella e madre».
  Matteo - Capitolo 13 2. DISCORSO PARABOLICOIntroduzione
 [1] Quel giorno Gesù uscì 
                          di casa e si sedette in riva al mare. [2] Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta 
                          folla che dovette salire su una barca e là porsi 
                          a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
 [3] Egli parlò loro di molte cose in parabole.
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                      | Parabola del seminatore E disse: «Ecco, il seminatore 
                            uscì a seminare. [4] E mentre seminava una parte del seme cadde sulla 
                            strada e vennero gli uccelli e la divorarono.
 [5] Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non 
                            c'era molta terra; subito germogliò, perché 
                            il terreno non era profondo.
 [6] Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non 
                            avendo radici si seccò.
 [7] Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero 
                            e la soffocarono.
 [8] Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, 
                            dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.
 [9] Chi ha orecchi intenda».
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                      | Perchè Gesù parla in parabole [10] Gli si avvicinarono allora i discepoli 
                          e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». [11] Egli rispose: «Perché a voi è dato 
                          di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non 
                          è dato.
 [12] Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; 
                          e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
 [13] Per questo parlo loro in parabole: perché pur 
                          vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.
 [14] E così si adempie per loro la profezia di Isaia 
                          che dice:
 Voi udrete, ma non comprenderete,
 guarderete, ma non vedrete.
 [15] Perché il cuore di questo popolo
 si è indurito, son diventati duri di orecchi,
 e hanno chiuso gli occhi,
 per non vedere con gli occhi,
 non sentire con gli orecchi
 e non intendere con il cuore e convertirsi,
 e io li risani.
 [16] Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri 
                          orecchi perché sentono.
 [17] In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno 
                          desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, 
                        e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!
 Spiegazione della parabola del seminatore [18] Voi dunque intendete la parabola 
                          del seminatore: [19] tutte le volte che uno ascolta la parola del regno 
                          e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò 
                          che è stato seminato nel suo cuore: questo è 
                          il seme seminato lungo la strada.
 [20] Quello che è stato seminato nel terreno 
                          sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito 
                          l'accoglie con gioia,
 [21] ma non ha radice in sé ed è incostante, 
                          sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione 
                          a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.
 [22] Quello seminato tra le spine è colui che 
                          ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e 
                          l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa 
                          non dà frutto.
 [23] Quello seminato nella terra buona è colui 
                          che ascolta la parola e la comprende; questi dà 
                          frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora 
                          il trenta».
 Parabola della zizzania [24] Un'altra parabola espose loro così: «Il 
                          regno dei cieli si può paragonare a un uomo che 
                          ha seminato del buon seme nel suo campo. [25] Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, 
                          seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
 [26] Quando poi la messe fiorì e fece frutto, 
                          ecco apparve anche la zizzania.
 [27] Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli 
                          dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel 
                          tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
 [28] Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. 
                          E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
 [29] No, rispose, perché non succeda che, cogliendo 
                          la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.
 [30] Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino 
                          alla mietitura e al momento della mietitura dirò 
                          ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela 
                          in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo 
                          nel mio granaio».
 Parabola del grano di senapa [31] Un'altra parabola espose loro: «Il 
                          regno dei cieli si può paragonare a un granellino di 
                          senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. [32] Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, 
                          una volta cresciuto, è più grande degli altri 
                          legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli 
                          del cielo e si annidano fra i suoi rami».
  Parabola del lievito [33] Un'altra parabola disse loro: «Il 
                          regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una 
                          donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché 
                          tutta si fermenti». 
 |  
                      |  |  
                      |  | Le folle ascoltano solo parabole [34] Tutte queste cose Gesù disse 
                          alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, [35] perché si adempisse ciò che era stato detto 
                          dal profeta:
 Aprirò la mia bocca in parabole,
 proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
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                      |  |  
                      | Spiegazione della parabola della zizzania [36] Poi Gesù lasciò la folla 
                          ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono 
                          per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel 
                          campo». [37] Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme 
                          è il Figlio dell'uomo.
 [38] Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli 
                          del regno; la zizzania sono i figli del maligno,
 [39] e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La 
                          mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono 
                          gli angeli.
 [40] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel 
                          fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
 [41] Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali 
                          raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli 
                          operatori di iniquità
 [42] e li getteranno nella fornace ardente dove sarà 
                          pianto e stridore di denti.
 [43] Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del 
                        Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!
 Parabole del tesoro e della perla [44] Il regno dei cieli è simile 
                          a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde 
                          di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi 
                          e compra quel campo. [45] Il regno dei cieli è simile a un mercante che 
                          va in cerca di perle preziose;
 [46] trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i 
                          suoi averi e la compra.
 Parabola della rete [47] Il regno dei cieli è simile 
                          anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere 
                          di pesci. [48] Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e 
                          poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano 
                          via i cattivi.
 [49] Così sarà alla fine del mondo. Verranno 
                          gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni
 [50] e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà 
                      pianto e stridore di denti.
 Conclusione [51] Avete capito tutte queste cose?». 
                          Gli risposero: «Sì». [52] Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto 
                          discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone 
                      di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
 V. LA CHIESA, PRIMIZIA DEL REGNO DEI CIELI1. SEZIONE NARRATIVA
Visita a Nazaret
 [53] Terminate queste parabole, Gesù 
                          partì di là [54] e venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga 
                          e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene 
                          a costui questa sapienza e questi miracoli?
 [55] Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua 
                          madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, 
                          Simone e Giuda?
 [56] E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli 
                          vengono dunque tutte queste cose?».
 [57] E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse 
                          loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella 
                          sua patria e in casa sua».
 [58] E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.
 Matteo - Capitolo 14 Erode e Gesù [1] In quel tempo il tetrarca Erode ebbe 
                          notizia della fama di Gesù. [2] Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è 
                          Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò 
                      la potenza dei miracoli opera in lui».
 |  
                      |  |  
                      |  | Esecuzione di Giovanni Battista [3] Erode aveva arrestato Giovanni e lo 
                          aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di 
                          Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. [4] Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito 
                          tenerla!».
 [5] Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo 
                          perché lo considerava un profeta.
 [6] Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade 
                          danzò in pubblico e piacque tanto a Erode
 [7] che egli le promise con giuramento di darle tutto quello 
                          che avesse domandato.
 [8] Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, 
                          su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
 [9] Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei 
                          commensali ordinò che le fosse data
 [10] e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.
 [11] La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla 
                          fanciulla, ed ella la portò a sua madre.
 [12] I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo 
                      seppellirono e andarono a informarne Gesù.
 |  
                      |  | Prima moltiplicazione dei pani [13] Udito ciò, Gesù 
                          partì di là su una barca e si ritirò 
                          in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, 
                          lo seguì a piedi dalle città. [14] Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla 
                          e sentì compassione per loro e guarì i 
                          loro malati.
 [15] Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli 
                          e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è 
                          ormai tardi; congeda la folla perché vada nei 
                          villaggi a comprarsi da mangiare».
 [16] Ma Gesù rispose: «Non occorre che 
                          vadano; date loro voi stessi da mangiare».
 [17] Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani 
                      e due pesci!».
 |  
                      | [18] Ed egli disse: «Portatemeli qua». [19] E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, 
                          prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi 
                          al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò 
                          i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono 
                          alla folla.
 [20] Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono 
                          via dodici ceste piene di pezzi avanzati.
 [21] Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila 
                      uomini, senza contare le donne e i bambini
 |  
                      |  | Gesù cammina sulle acque 
                        e Pietro con lui [22] Subito dopo ordinò ai 
                            discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra 
                            sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. [23] Congedata la folla, salì sul monte, solo, 
                            a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo 
                            lassù.
 [24] La barca intanto distava gia qualche miglio da 
                            terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.
 [25] Verso la fine della notte egli venne verso di loro 
                            camminando sul mare.
 [26] I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono 
                            turbati e dissero: «E' un fantasma» e si 
                            misero a gridare dalla paura.
 [27] Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, 
                            sono io, non abbiate paura».
 [28] Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda 
                            che io venga da te sulle acque».
 [29] Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo 
                            dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò 
                            verso Gesù.
 [30] Ma per la violenza del vento, s'impaurì 
                            e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, 
                            salvami!».
 [31] E subito Gesù stese la mano, lo afferrò 
                            e gli disse: «Uomo di poca fede, perché 
                            hai dubitato?».
 [32] Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
 [33] Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono 
                            davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio 
                            di Dio!»
 |  
                      | Guarigioni nel paese di Genèsaret
 [34] Compiuta la traversata, approdarono 
                          a Genèsaret. [35] E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse 
                          la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati,
 [36] e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo 
                          mantello. E quanti lo toccavano guarivano.
  Matteo - Capitolo 15 Discussioni sulle tradizioni farisaiche [1] In quel tempo vennero a Gesù 
                          da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: [2] «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la 
                          tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani 
                          quando prendono cibo!».
 [3] Ed egli rispose loro: «Perché voi trasgredite 
                          il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?
 [4] Dio ha detto:
 Onora il padre e la madre
 e inoltre:  Chi maledice il padre e la madre sia messo 
                          a morte.  [5] Invece voi asserite: Chiunque dice al 
                          padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è 
                          offerto a Dio, [6] non è più tenuto a onorare suo padre o sua 
                          madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome 
                          della vostra tradizione.
 [7] Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:
 [8] Questo popolo mi onora con le labbra
 ma il suo cuore è lontano da me.
 [9] Invano essi mi rendono culto,
 insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
 |  
                      | Insegnamento sul puro e sull'impuro
  
 | [10] Poi riunita la folla disse: «Ascoltate 
                        e intendete!
 [11] Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, 
                        ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».
 [12] Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai 
                        che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?».
 [13] Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è 
                        stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata.
 [14] Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un 
                        cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
 [15] Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola».
 [16] Ed egli rispose: «Anche voi siete ancora senza 
                        intelletto?
 [17] Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, 
                        passa nel ventre e va a finire nella fogna?
 [18] Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. 
                        Questo rende immondo l'uomo.
 [19] Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli 
                        omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le 
                        false testimonianze, le bestemmie.
 [20] Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il 
                        mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo».
 |  
                      | Guarigione della figlia di una Cananèa
 [21] Partito di là, Gesù si diresse verso 
                          le parti di Tiro e Sidone. [22] Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle 
                          regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, 
                          figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata 
                          da un demonio».
 [23] Ma egli non le rivolse neppure una parola.
 Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, 
                          vedi come ci grida dietro».
 [24] Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle 
                          pecore perdute della casa di Israele».
 [25] Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: 
                          «Signore, aiutami!».
 [26] Ed egli rispose: «Non è bene prendere il 
                          pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».
 [27] «E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini 
                          si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro 
                          padroni».
 [28] Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero 
                          grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». 
                          E da quell'istante sua figlia fu guarita.
 Molte guarigioni presso il lago [29] Allontanatosi di là, Gesù giunse presso 
                          il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. [30] Attorno a lui si radunò molta folla recando con 
                          sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; 
                          li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.
 [31] E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che 
                          parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano 
                          e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.
 Seconda moltiplicazione dei pani [32] Allora Gesù chiamò a sé i discepoli 
                          e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da 
                          tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non 
                          voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo 
                          la strada». [33] E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare 
                          in un deserto tanti pani da sfamare una folla così 
                          grande?».
 [34] Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». 
                          Risposero: «Sette, e pochi pesciolini».
 [35] Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,
 [36] Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, 
                          li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano 
                          alla folla.
 [37] Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati 
                          portarono via sette sporte piene.
 [38] Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, 
                          senza contare le donne e i bambini.
 [39] Congedata la folla, Gesù salì sulla barca 
                          e andò nella regione di Magadàn.
 Matteo - Capitolo 16 Si domanda a Gesù un segno dal cielo [1] I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo 
                          alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal 
                          cielo. [2] Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: Bel 
                          tempo, perché il cielo rosseggia;
 [3] e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è 
                          rosso cupo. Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo 
                          e non sapete distinguere i segni dei tempi?
 [4] Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma 
                          nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona». 
                          E lasciatili, se ne andò.
 Il lievito dei farisei e dei sadducei [5] Nel passare però all'altra riva, i discepoli 
                          avevano dimenticato di prendere il pane. [6] Gesù disse loro: «Fate bene attenzione e 
                          guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei».
 [7] Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo 
                          preso il pane!».
 [8] Accortosene, Gesù chiese: «Perché, 
                          uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane?
 [9] Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i 
                          cinquemila e quante ceste avete portato via?
 [10] E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte 
                          avete raccolto?
 [11] Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando 
                          vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?».
 [12] Allora essi compresero che egli non aveva detto che si 
                          guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei 
                      e dei sadducei.
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                      | 
                          Professione di fede e primato di Pietro
 | [13] Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa 
                        di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente 
                        chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». [14] Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, 
                        altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
 [15] Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
 [16] Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, 
                        il Figlio del Dio vivente».
 [17] E Gesù: «Beato te, Simone figlio di 
                        Giona, perché né la carne né il 
                        sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta 
                        nei cieli.
 [18] E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra 
                        edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi 
                        non prevarranno contro di essa.
 [19] A te darò le chiavi del regno dei cieli, 
                        e tutto ciò che legherai sulla terra sarà 
                        legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai 
                        sulla terra sarà sciolto nei cieli».
 [20] Allora ordinò ai discepoli di non dire ad 
                        alcuno che egli era il Cristo.
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                      | Primo annunzio della passione
 [21] Da allora Gesù cominciò a dire apertamente 
                          ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire 
                          molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli 
                          scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. [22] Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare 
                          dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà 
                          mai».
 [23] Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da 
                          me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi 
                          secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
 Condizioni per seguire Gesù [24] Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se 
                          qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda 
                          la sua croce e mi segua. [25] Perché chi vorrà salvare la propria vita, 
                          la perderà; ma chi perderà la propria vita per 
                          causa mia, la troverà.
 [26] Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà 
                          il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O 
                          che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria 
                          anima?
 [27] Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella 
                          gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà 
                          a ciascuno secondo le sue azioni.
 [28] In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti 
                          che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo 
                          venire nel suo regno».
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                      | Matteo - Capitolo 17 La trasfigurazione
 | [1] Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, 
                          Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, 
                          su un alto monte. [2] E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò 
                          come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
 [3] Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano 
                          con lui.
 [4] Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, 
                          è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui 
                          tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia».
 [5] Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa 
                          li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: 
                          «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale 
                          mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
 [6] All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia 
                          a terra e furono presi da grande timore.
 [7] Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: 
                          «Alzatevi e non temete».
 [8] Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se 
                          non Gesù solo.
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                      | Domanda su Elia
[9] E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò 
                          loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché 
                          il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti». [10] Allora i discepoli gli domandarono: «Perché 
                          dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?».
 [11] Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia 
                          e ristabilirà ogni cosa.
 [12] Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno 
                          riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così 
                          anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera 
                          loro».
 [13] Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni 
                          il Battista.
 
 L'epilettico indemoniato [14] Appena ritornati presso la folla, si avvicinò 
                          a Gesù un uomo [15] che, gettatosi in ginocchio, gli disse: «Signore, 
                          abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico 
                          e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua;
 [16] l'ho gia portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto 
                          guarirlo».
 [17] E Gesù rispose: «O generazione incredula 
                          e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando 
                          dovrò sopportarvi? Portatemelo qui».
 [18] E Gesù gli parlò minacciosamente, e il 
                          demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu 
                          guarito.
 [19] Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, 
                          gli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto 
                          scacciarlo?».
 [20] Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità 
                          vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete 
                          dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso 
                          si sposterà, e niente vi sarà impossibile.
 [21] Questa razza di demòni non si scaccia se non con 
                          la preghiera e il digiuno] ».
 Secondo annunzio della passione[22] Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù 
                          disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato 
                          nelle mani degli uomini [23] e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». 
                          Ed essi furono molto rattristati.
 La tassa per il tempio pagata da Gesù e da Pietro
 [24] Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori 
                          della tassa per il tempio e gli dissero: «Il vostro 
                          maestro non paga la tassa per il tempio?».
 [25] Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, 
                          Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, 
                          Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e 
                          i tributi? Dai propri figli o dagli altri?».
 [26] Rispose: «Dagli estranei». E Gesù: 
                          «Quindi i figli sono esenti.
 [27] Ma perché non si scandalizzino, và al mare, 
                          getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la 
                          bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala 
                      a loro per me e per te».
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                      |  |  
                      | Matteo - Capitolo 18 2. DISCORSO ECCLESIASTICOChi è il più grande
[1] In quel momento i discepoli si avvicinarono 
                          a Gesù dicendo: «Chi dunque è il 
                          più grande nel regno dei cieli?». [2] Allora Gesù chiamò a sé un 
                          bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
 [3] «In verità vi dico: se non vi convertirete 
                          e non diventerete come i bambini, non entrerete nel 
                          regno dei cieli.
 [4] Perciò chiunque diventerà piccolo 
                          come questo bambino, sarà il più grande 
                          nel regno dei cieli.
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                      | Lo scandalo
 
 [5] E chi accoglie anche uno solo di questi bambini 
                          in nome mio, accoglie me. [6] Chi invece scandalizza anche uno solo di questi 
                          piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che 
                          gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, 
                          e fosse gettato negli abissi del mare.
 [7] Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che 
                          avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale 
                          avviene lo scandalo!
 [8] Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione 
                          di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è 
                          meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che 
                          avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco 
                          eterno.
 [9] E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, 
                          cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare 
                          nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed 
                          essere gettato nella Geenna del fuoco.
 [10] Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, 
                          perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono 
                          sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
 [11] E' venuto infatti il Figlio dell'uomo a salvare 
                      ciò che era perduto] .
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                      | La pecora smarrita
 [12] Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e 
                            ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove 
                            sui monti, per andare in cerca di quella perduta? [13] Se gli riesce di trovarla, in verità vi 
                            dico, si rallegrerà per quella più che 
                            per le novantanove che non si erano smarrite.
 [14] Così il Padre vostro celeste non vuole che 
                            si perda neanche uno solo di questi piccoli.
 |  |  
                      | Correzione fraterna
 [15] Se il tuo fratello commette una colpa, và e 
                          ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai 
                          guadagnato il tuo fratello; [16] se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, 
                          perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o 
                          tre testimoni.
 [17] Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; 
                          e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te 
                          come un pagano e un pubblicano.
 [18] In verità vi dico: tutto quello che legherete 
                          sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello 
                          che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche 
                          in cielo.
 Preghiera in comune
[19] In verità vi dico ancora: se due di voi 
                          sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque 
                          cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. [20] Perché dove sono due o tre riuniti nel mio 
                          nome, io sono in mezzo a loro».
 
 Perdono delle offese[21] Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, 
                          quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca 
                          contro di me? Fino a sette volte?». [22] E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a 
                          sette, ma fino a settanta volte sette.
 
 Parabola del servo spietato23] A proposito, il regno dei cieli è simile a un 
                          re che volle fare i conti con i suoi servi. [24] Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era 
                          debitore di diecimila talenti.
 [25] Non avendo però costui il denaro da restituire, 
                          il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, 
                          con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così 
                          il debito.
 [26] Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: 
                          Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni 
                          cosa.
 [27] Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò 
                          andare e gli condonò il debito.
 [28] Appena uscito, quel servo trovò un altro servo 
                          come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava 
                      e diceva: Paga quel che devi!
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                      |  | [29] Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: 
                        Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. [30] Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare 
                        in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
 [31] Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati 
                        e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
 [32] Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: 
                        Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché 
                        mi hai pregato.
 [33] Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, 
                        così come io ho avuto pietà di te?
 [34] E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, 
                        finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
 [35] Così anche il mio Padre celeste farà a 
                        ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello»
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