|   RICORDO DI PAPA GIOVANNI PAOLO II    Di questo grande Papa  è stato detto tutto, la sua vita è stata narrata in ogni particolare, tramite i reportages, i collegamenti in tempo reale, le fiction televisive, le riviste, gli album di figurine, le immagini stampate di ogni dimensione...E' stato osannato e criticato per le sue affermazioni, per il suo comportamento, per i suoi anatemi...
 Ma la cosa che rimane di lui, oltre il ricordo personale che quasi ciascuno - almeno di noi italiani - ha nel cuore, è la sua grande umanità, l'essersi fatto piccolo coi piccoli, grande coi grandi, di aver accarezzato, baciato ogni genere di gente e di terre, di aver amato con tutto il suo corpo, con tutta la sua anima, con tutta la sua mente Gesù Cristo che lui rappresentava in terra.E questo era visibile in ogni suo gesto, in ogni suo sorriso, in ogni sua parola. L'ha dimostrato combattendo contro gli accidenti e le malattie, con la  forza del suo fisico vigoroso, della sua volontà ancor più vigorosa, ma con l'aiuto di Qualcuno dall'alto che lo seguiva e lo proteggeva sempre.
 Voglio ricordare quello che di lui ha detto un altro grande vecchio, Indro Montanelli, in occasione del Giubileo dei giovani (Corriere   della 
                    sera 17 agosto 2000):"Questo vecchio nonno che le parole,   anche
                    nella sua lingua, le spiccica male, con fatica, ha detto ai giovani   cose
                    di cui la più moderna e aggiornata ha duemila anni di età. Ma è proprio   questo,
                    credo, che i giovani inconsciamente cercano in un mondo dell'effimero   come
                    quello in cui noi li abbiamo fatti crescere; qualcosa che non abbia   tempo
                    perché è eterno, e che gli offra alcunché di stabile su cui posare  - e   riposare - 
                     i piedi".
 
 
 Non aggiungo altro, non ce n'è bisogno,  ameremo e  ricorderemo sempre  Giovanni Paolo II come il "Papa venuto da lontano" che ha saputo amalgamarsi alla folla, che l'ha saputa guidare, educare ed ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore del mondo.
     
                    
                      | Immaginette tratte da duequadri del pittore Giuseppe Afrune

 | A GIOVANNI PAOLO IIPer te si è fermato il mondo!E anche se per poco la violenza, le guerre...,
 e forse è già un segno che qualcosa può 
                          cambiare!
 Sarebbe così facile...!
 E sembra semplicementre i potenti della terra
 pregano uniti dinanzi al tuo corpo
 esposto all'abbraccio amoroso e sadico
 delle folle sterminate, che da Roma e dal mondo
 accorrono per un ultimo "Grazie",
 In un silenzio compatto ed inattesoche gravita su quella bara di legno deposta sul sagrato
 e su cui è impresso l'emblema di Maria,
 una Roma attonita e silente celebra
 l'ultimo tuo Giubileo,
 con un nostalgico sguardo a quella finestra sul mondo
 da cui infaticabilmente la tua parola e la tua forza
 s'irradiavano per evangelizzare.
 Forte come quel legno,levigato dal tempo e dalle prove,
 che hanno solo scalfito e indebolito
 il tuo fragile corpo visibile,
 rendendo più vigoroso il tuo messaggio,
 stanco ma indefettibile servo di Cristo
 hai compiuto il tuo impegno di Pastore,
 errando atraverso i continenti
 ed ora finalmente riposi
 nel sonno senza tempo del giusto.
 Spronati dall'esempio e dalle tue parole, 
                          non avremo paura
 e forse anche noi riusciremo
 ad essere messaggeri di pace e di perdono.
 Patrizia di Cartantica    |  
                      |  |  
                      | Questa Poesia è stata pubblicata dalla 
                        Editrice Barbieri, sul numero 40 (Aprile-Giugno 2005) della 
                      rivista "Santini et Similia"
 |    ******   LETTERA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II ALLE DONNE  "La Chiesa - scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris  dignitatem - « desidera ringraziare la santissima Trinità per  il "mistero della donna", e, per ogni donna, per ciò che costituisce  l'eterna misura della sua dignità femminile, per le "grandi opere  di Dio" che nella storia delle generazioni umane si sono compiute  in lei e per mezzo di lei » (n. 31). 2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e  la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto  grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella  vita dell'umanità. Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano  nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso  di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi,  sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino  della vita. Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo  destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio  della comunione e della vita. Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel  nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della  tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua  costanza. Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti  della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile  contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare  ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso  del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche  più ricche di umanità. Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande  delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità  e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere  nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente  la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura. Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con  la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione  del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani. 3. Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una  storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni  latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta  nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata  e persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo  se stessa, e ha impoverito l'intera umanità di autentiche ricchezze spirituali.  Non sarebbe certamente facile additare precise responsabilità, considerando  la forza delle sedimentazioni culturali che, lungo i secoli, hanno plasmato  mentalità e istituzioni. Ma se in questo non sono mancate, specie in determinati  contesti storici, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della  Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente.Tale rammarico si traduca per tutta  la Chiesa in un impegno di rinnovata fedeltà all'ispirazione evangelica,  che proprio sul tema della liberazione delle donne da ogni forma di sopruso  e di dominio, ha un messaggio di perenne attualità, sgorgante dall'atteggiamento  stesso di Cristo.
 Egli, superando i canoni vigenti nella cultura del  suo tempo, ebbe nei confronti delle donne un atteggiamento di apertura,  di rispetto, di accoglienza, di tenerezza. Onorava così nella donna la  dignità che essa ha da sempre nel progetto e nell'amore di Dio.
 Guardando  a Lui, sullo scorcio di questo secondo millennio, viene spontaneo di chiederci:  quanto del suo messaggio è stato recepito e attuato...?
   
                    
                      |  |    ******  Corpus Domini Da "Quaderno a Quadretti"di Patrizia di Cartantica
( Diario depositato presso Archivio Diaristico 
                    Naz.le - Comune di Pieve S. Stefano)  Oggi in Via Merulana passerà il Papa, portando tra 
                    le mani l'Ostensorio con il Santissimo, per la consueta processione 
                    del Corpus Domini, che dalla Basilica di San Giovanni in Laterano 
                    lo condurrà a quella di Santa Maria Maggiore. Sono 
                    già tre giorni che in giro c'è aria di voler 
                    mettere ordine: vigili vanno e vengono senza sosta, controllando 
                    ogni angolo, uomini in tuta sistemano le striscie bianche 
                    e rosse, inutili però a trattenere l'entusiasmo dei 
                    fedeli che si affolleranno al passaggio del Santo Padre, lungo 
                    i bordi della strada.Stamani presto l'asfalto è stato irrorato di acqua 
                    con rumorose macchine e i bidoni della spazzatura sono stati 
                    accostati agli angoli delle vie interne, dai muri sono stare 
                    raschiate via, ove possibile, le immagini pubblicitarie e 
                    quelle politiche... insomma gli idoli di questa nostra società 
                    consumistica. Il traffico, nonostante queste varie attività, 
                    scorre veloce sulla strada senza i quotidiani problemi. E'' 
                    quasi un piccolo miracolo.
 
                    
                      | Ieri minacciava pioggia ma, come sempre, la giornata si è 
                        rischiarata e il passaggio del Papa si svolgerà sotto 
                        un cielo sereno. Ora, infatti, c'è un bel sole tiepido 
                        e fa piacere sentirselo addosso e il verde degli alberi che 
                        costeggiano la via è deciso e pulito; le chiome svettano 
                        dritte, senza neanche ondeggiare, come soldatini in parata... ... Come annunciato, la santa Messa è stata celebrata 
                          dal Santo Padre: la sua voce tremula e un pò affaticata 
                          si è potuta ascoltare per tutta la via, trasmessa dagli 
                          altoparlanti sistemati sugli alberi del viale. Nell'aria c'era 
                          un'atmosfera di attesa e di trepidazione e il traffico era 
                          inesistente -. diradato al massimo e deviato nelle vie adiacenti 
                          - ha concesso a quest'arteria pulsante di vita che è 
                          la via Merulana, un attimo di pausa, raro e simile solo a 
                      quei pochi giorni che precedono o seguono il Ferragosto romano. Lenta, la processione aveva iniziato il suo cammino, snodandosi 
                    come un lungo nastro colorato che s'agitasse al vento, mostrando 
                    i suoi vistosi colori: dapprima gli appartenenti alle Confraternite, 
                    poi gli Ordini Religiosi, i chierici, i comunicandi, le suore 
                    e infine S.S. Giovanni Paolo II che, protetto dal baldacchino 
                    dorato, sorreggeva stanco ma con mani sicure, tenendolo stretto 
                    come un vessillo, il pesante Ostensorio sfolgorante che racchiudeva 
                    il Corpo del suo Signore. |  |    
 Intorno a lui, quasi a serrarlo in una morsa difensiva i 
                    suoi accompagnatori e decine di guardie della sicurezza, che 
                    con occhi indagatori percorrevano la folla assiepata ai lati 
                    della strada, pronte a sventare eventuali altri possibili 
                    attentati contro il Pontefice.Acclamazioni e fiori da qualche finestra, battimani al passaggio 
                    del mezzo che portava il santo Padre e subito dopo un ondeggiare 
                    frenetico, uno sbandamento: fedeli che, uscendo dalle transenne, 
                    si aggiungevano in coda agli altri che si dirigevano verso 
                    Santa Maria Maggiore, gente che tornava a casa in direzione 
                    opposta, ragazzini che correvano cercando di precedere la 
                    processione....
 Il Papa intanto aveva raggiunto il sagrato della basilica 
                    dov'era stato allestito un improvvisato altare ornato di fiori 
                    e di luci: la piazza era gremita e dalle finestre prospicienti 
                    sporgevano teste curiose che avevano seguito il corteo dai 
                    davanzali abbelliti con drappi e coperte, là in alto 
                    sui palazzi ai lati della chiesa, le nere figure di molti 
                    poliziotti in vedetta si stagliavano nel cielo rosso del tramonto 
                    come innocue sagome di cartone... ... Intanto s'è fatta notte, una serata senza stelle 
                    ma la piazza è tutta illuminata dai fari predisposti 
                    torno torno e dalle numerose fiaccole che i fedeli hanno portato 
                    in processione. Qualche preghiera, qualche invocazione alla 
                    Madonna, poche parole del Papa, poi, quasi simultaneamente, 
                    le luci si sono spente per permettergli di andarsene indisturbato, 
                    mentre la folla curiosa rimane ancora là ad osservare 
                    i rapidi mutamenti di scena: l'altare diventato disadorno, 
                    alcuni camioncini che si fanno strada per portar via transenne 
                    e altoparlanti... Molti fedeli giunti a Roma per l'occasione, 
                    continuano ad aggirarsi per la piazza, gustandosi lo scenario 
                    e l'aria fresca della sera, poi a poco a poco anch'essi si 
                    disperdono in altre direzioni. Solo alcuni bimbi, eccitati 
                    dalla passeggiata notturna, rimangono a giocare intorno alla 
                    fontana, come piccoli passeri allegri e cinguettanti. Le finestre 
                    si sono ormai chiuse, le fiaccole spente restano a terra dimenticate, 
                    i fari che illuminano la loggia della basilica diffondono 
                    intorno un tenue chiarore aureo che dà vita - una volta 
                    tanto - ai meravigliosi dipinti che passano di solito inosservati... ******
 
                     
                      | 
 |  VEGLIA
 
Notte di paurae di speranza
 sotto l'infinita distesa
 d'un cielo compatto
 che trattiene il respiro
 per ascoltare
 le mille domande
 degli uomini.
  Solo,come quel suo Cristo impotente,
 contro lo spettro angoscioso
 della guerra
 il Papa veglia e prega,
 la bianca figura crocifissa
 sul trono di Pietro.
 Patrizia di Cartantica  |   
                      |  |  |  |  ******  CORPUS DOMINI - (Da "ViaVai" di P.F.R.)
    24 maggio 1989 Padre Antonio ha fatto a me e a Paolo un gran regalo per 
                    il nostro diciottesimo anniversario che ricorre oggi: ci ha 
                    donato dei biglietti per partecipare alla Messa che domani 
                    il Papa celebrerà sul sagrato di San Giovanni, in occasione 
                    del Corpus Domini. Io riceverò la comunione dalle mani 
                    stesse del S. Padre, mentre Paolo leggerà una piccola 
                    preghiera dei fedeli; festeggeremo, così, cristianamente 
                    questo lungo cammino intrapreso insieme.
 Nei giorni scorsi, come ogni anno, c'è stato un femento 
                    di lavori in strada e stavolta ancora più seriamente 
                    che per il passato: hanno persino rimesso a posto il selciato 
                    della via Merulana, buttandovi su di corsa il brecciolino 
                    nuovo e qualche negoziante ha dato una mano ripulendo targhe, 
                    fregi, vetrine, mentre dei giovani imbiancavano, laddove i 
                    manifesti non venivano via o dove qualche frase a grandi caratteri 
                    risultava troppo apertamente slogan politico.
 Dunque, pregusto già la giornata di domani e guardandomi 
                    intorno, osservando i preparativi festosi che il quartiere 
                    sta approntando per l'appuntamento annuale con il Pontefice, 
                    mi scopro felice e nemmeno il disordine più caotico 
                    del solito, il menefreghismo degli automobilisti, uno sciopero 
                    degli autobus che inizierà tra poco e la gente s'accalca 
                    alla fermata, temendo di non fare in tempo a raggiungere ognuno 
                    la sua meta, nemmeno tutto questo caos di macchine, che sembrano 
                    raddoppiate in confronto ad ieri e che saettano come piccoli 
                    missili rombanti chiassosamente, mi dà sui nervi... 25 Maggio 1989 ... Pian piano ritrovo la letizia e le impressioni di ieri 
                    e il ricordo di quella bianca figura un pò curva per 
                    gli anni e per il peso dei paramenti, quegli occhi piccoli 
                    nel volto tondeggiante eppure scarno, seminascosti nell'incavo 
                    delle orbite e che pure, una volta fissi su di te, sembrano 
                    trapassarti l'anima e allo stesso tempo, donarti un lampo 
                    azzurro di serenità. Io e mio figlio abbiamo potuto avvicinarci al Papa che dispensava 
                    la comunione, riportandone un'impressione indelebile, mio 
                    marito, invece - come stabilito - a pochi passi dal Vicario 
                    di Cristo ha letto la breve preghiera dei fedeli con voce 
                    appena un pò mutata dall'emozione...    
                     
                      |  |  
                          CORPUS DOMINI La grande piazza brulica
 di folla, che a fatica
 trattiene bisbigli e irrequietezza,
 mentre un coro allegro
 di rondini accompagna
 il coro dell'Alleluja
 e tu al mio fianco
 scalpiti
 per raggiunger gli amici,
 ancora inconsapevole
 di quella figura bianca
 che al centro del sagrato
 dispensa
 il Corpo di Cristo.
 E sta li', le spalle un poco curve
 per l'eta' ed il peso
 dei panni e della tiara.
 Ma il volto slavo
 chiaro e pensoso, si rasserena
 negli occhi vivi e pungenti
 sotto le palpebre stanche.
 
 Il Santo Padre compita
 le sillabe, scandendole
 una ad una
 con quel tono solenne,
 facilmente imitabile...
 Anche da te.
  ...Un volo impaziente di piccioni
 frulla sul nostro capo
 in lenta processione e poi si placa,
 come ad un muto cenno
 di Dio...
  
                             Patrizia di Cartantica |  |   
                      |  |  |   
                      |  |  |   ******  CIAO DA ROMA  Caro Wojytila, caro Padre Santoche sei stato il nostro Vescovo Romano
 ch'ora stai con Gesù e col Padreterno,
 chiedi de fà un miracolo ogni tanto,
 così da dacce de lassù 'na mano
 pe' rende meno brutto quest'inferno.
 ... er caos, le liti, la maleducazionela gente che se sveja tutta storta
 senza più fede e piena d'egoismo...
 Fà che ce sia un pò de comprensione,
 de gentilezza, amore ed altruismo,
 com'era ai tempi belli de 'na vorta.
 Perchè su quest'amata ed odiata terranun ce sia più nè fame nè la guerra,
 nè odio, nè paura e nè rancore.
 Tu che mo' stai tranquillo all'al di là
 dacce coraggio contr' ogni avversità,
 e come te facce accettà er dolore,
  spianandoce la strada verso er celo,e aspettace lassù ner Paradiso,
 dandoce un poco de rassegnazione.
 E dì allo Spirito d'entrà subito in azione
 de mettece, insomma, subito le mani,
 pé consolà un pò tutti li romani.
 Senza de te qui a Roma c'è un gran gelo
 e le lacrime ce scorrono sul viso...
 Perchè caro Wojytila, Padre Santo
 ce manchi già, ce manchi puro tanto!
 Patrizia di Cartantica  ******* 
                    
                      | 
                         POESIE DEDICATE A GIOVANNI PAOLO II DALLA DOTTORESSA ROSITA TADDEINI |  
                      |  |  
                      | AL SOMMO PONTEFICE KAROL WOJTILA    Al tramonto di un dì di primaveraal calar del sole è scesa la morte,
 ma le stelle hanno brillato nella sera
 ancor più per una Santa sorte.
 Il Papa Wojtila ha lasciato la terra,additando autorevolmente il cielo
 e tutta la Verità dello Spirito, che serra
 il suo Mistero celato da mistico zelo.
 Al mondo ha parlato con lealtà,con puro amore ogni creatura ha amato,
 evidenziando del male la realtà,
 seminando in ogni cuore, la Santità.
 Percorrendo a volo d’angeloha calcato più volte ogni terra,
 ha donato di Cristo il Vangelo
 eludendo più volte la guerra.
 Ha superato e fatto superare il dolore,offrendo la sua gioia ad ogni cuore.
 Ha incitato a vincere il timore
 avendo compreso il senso dell’”Amore”.
 Nel 2005 gli occhi di tutto il mondohanno visto in Lui un altro Cristo in Croce.
 In questa Pasqua è stato dolore profondo
 non aver udito con la sua voce
 commemorare la Gloria del Cristo Risorto.
 Nel passato su alte vette si è cimentatoPer scoprire il Volto dell’Infinito.
 I profondi abissi dell’anima ha scandagliato
 per ricevere dello Spirito il santo invito.
 Ora i suoi occhi chiusi indicano all’Umanitàquanto grande è la Misericordia di Dio,
 che la Vita e Resurrezione di Cristo è Verità,
 per ridare all’uomo la dignità del suo io.
 La sua vita ha realizzato la santità.Possa Egli quale Santo Pastore
 guidare tutto il fiume dell’Umanità
 all’infinito mare dell’Amore.
 |  
                      |  |  
                      | A PAPA GIOVANNI PAOLO II    Oh quella carezzache andava dritta al   cuore...
 Oh, quell'abbraccioche   donava vigore...
 Oh quel bacioche fugava  il timore...
 Oh quella stretta di manoche era piena di carità...
 Oh quella parola di Fedeche annunciava la   Verità...
 Oh quel passo benedettosu terra straniera...
 Oh quel saluto santoad ogni bandiera...
 Oh quello sguardo voltoall'alba della nuova era...
 Tu eri Apostolo itineranteper lenire ogni dolore...
 Tu eri il santo Pastoreche additava l'Amore...
 A te, venerato Papa,che possiedi la santità
 vada la   nostra lode,
 perchè tu sei Luce,
 anche dal cielo,
 al nostro cammino
 verso   l'Eternità...
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                           POESIE DEDICATE A GIOVANNI PAOLO II DA PADRE LUCIO ZAPPATORE, O. CARM |  
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                      | AR PAPA NOSTRO, GAJARDO E TOSTO |  
                      |    Ciài lassati così, a poco a poco,
 sempre più curvo in quer vestito bianco.
 
 Fino all’urtimo hai fatto véde er foco
 
 ch’ardeva drento ar core tuo, mai stanco.
 
 
 
 Quanno ch’hai dato er pugno sur leggìo,
 
 perché nun ce riuscivi più a parlà,
 
 se semo messi tutti a pregà Iddio,
 
 che te facesse ancora un po’ campà.
 
 
 
 Ciài visto ‘n quela piazza? Che rimpianto!
 
 Ce bastava sapé che stavi lì:
 
 saressimo restati nun sai quanto,
 
 pe’ fatte compagnia e facce sentì.
 
 
 
 Ma mo te ne sei annato veramente,
 
 e ce resta quer: “damose da fà”!
 
 Tu nun ciài detto “dateve”, ma in mente,
 
 te vorzi mette in mezzo p’ aiutà.
 
 
 
 Io penzo che l’hai detto a sta magnera,
 
 sapenno che la strada de quaggiù,
 
 sarebbe stata certo più leggera,
 
 si ‘n mezzo a noi ce stassi puro Tu!
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                      | Poesia letta nel 2011 nell'Auditorium di Via della Conciliazione, in occasione del ringraziamento ufficiale del Comune di Roma per la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, davanti ad autorità civili e religiose, nonchè uni numeroso pubblico. |  
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                      | NUN TE POTEMO DA SCORDA' |  
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                          | Foto da http://www.logifranchi.it
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                        E' passato un anno e sembra jeri... Ancora te vedo affacciato alla finestra senza potè fiatà,quer giorno ch'hai fatto er mejo discorzo
 quello senza parole,,,
 
 Ancora rivedo la gente 
a vejà in piazza S. Pietro
 quanno che stavi pe morì:;
 q                        uer serpentone de chilometri de gente
 venuta p'arringrazziatte,
 er pienone in piazza S.Pietro er giorno der funerale...
 
 Eppuro pare appena jeri.
 Perchè?
 
 Perchè nun te potemo da scordà...
 Ciài lassato un vòto qua, drento ar core,
 che ancora non riuscimo a cormà.
 
 E pe ajutà tutti a nun scordasse de te,
 me sò permesso de buttà giù
 sti du' verzi in romanesco:
 la lingua co la quale puro tu 'na vorta ciài parlato.
 
 E fu l'urtima vorta che ce parlassi a noi
 parrochi de Roma.
 fu er tu' testamento spirituale:
 Damose da fà... volemose bene...semo romani".
 
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                      | P. Lucio ha una particolare predilezione per i Papi, è difatti ricordato soprattutto per il suo vivace scambio di battute con Papa Giovanni Paolo II nel 2004, durante l'Udienza prima della Quaresima, in cui il Pontefice aveva riunito, come ogni anno, tutti i Parroci romani.P. Lucio, verso la fine dell'incontro, aveva invitato Papa  Wojtyla, che notoriamente salutava i fedeli in tutte le lingue del mondo, a rivolgersi all'assemblea, riunita a Roma, una volta tanto in dialetto romanesco.
 E Giovanni Paolo II, accogliendo la sua richiesta, salutò i convenuti con tre famose frasi popolari, rimaste poi nel ricordo collettivo: "Damose da fà... - Volemose bbene... Semo romani...", concludendo poi, tra gli applausi: “Non ho  imparato il romanesco: vuol dire che non sono un buon Vescovo di Roma…”
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                         'NA FINESTRA SU NER CIELO |  
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                        Dio che pace, che luce. finarmenteso' arrivato quassù. Ma sai ch'edè?
 Me sento un pò pijato co la mente
 a guardà giù, p'annà a vedè che c'è.
 Famme oprì 'sta finestra: giù se senteun bisbijo de canti e nun zocchè.
 Anvedi là a San Pietro quanta gente
 che sta a fà er funerale proprio a me!
 
 L'ho cercati p'er monno da quer dì:
 peccui se spiega come a 'sta magnera,
 li giovani mò stanno tutti lì.
 
 Ma senti er Cardinale che sta a dì:
 com'ha fatto a vedemme da la tera
 affacciato 'n finestrra a benedì?
 
 "Dottò, chiudemo 'sta finestra lì?"
 No, Nun è proprio er caso... nun è ora:
 dovemo da restà a parlacce ancora...
 
 
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                      | La poesia è stata letta al S. S. Benedetto XVI nel marzo 2006. Per tutta risposta il Pontefice ringraziò definendo meravigliosa, quella poesia nata dalla penna di un Sacerdote di Roma, sottolinenando di voler meditare e tener presente che quella "finestra" era sempre "aperta".
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                         L'ABBITINO DE PAPA GIOVANNI PAOLO II ° |  
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                      | E' stato l'Abitino benedettola prima garza, quella ch'ha fermato
 er zangue che scoreva giù dar petto
 quer giorno che successe l'attentato.
 
 Da quanno ch'eri ancora regazzetto
 portavi sempre ar collo inturcinato
 sto segno de Maria, der su' affetto,
 che co le mano sua Lei cià donato.
 
 Sabbato er giorno suo annasti via:
 hai chiuso l'occhi e s'è squarciato il velo.
 Te sei aritrovao 'n compagnia
 
 de l'angeli e li santi su ner cielo,
 che t'hanno ariportato da Maria,
 lassù in pizzo a la cima der Carmelo
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                      | "L'Abitino" è lo Scapolare che per devozione alla Madonna del Carmelo viene indossato da laici, frati e sacerdoti e che S. S. Giovanni Paolo II portò sin da ragazzo.Quando venne ferito nell'attentato l'abitino che indossava si macchiò di sangue e successivamente alla sua guarigione, Giovanni Paolo II chiese ai Frati Carmelitani della Chiesa di Santa Maria in Trasportina, su via della Conciliazione, di fornirgliene uno nuovo.
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                         PURO LUI! |  
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                        Ma che me dichi? Puro er Presidentes'è messo a straparlà come un romano?
 E puro a Lui jè ritornato in mente
 quer che ce disse er Papa "brevimano":
 Cor: "Damose da fà" smovi la gente;Cor " Volemose bene", dai la mano:
 "Semo romani" e senti certamente
 er core che te sbatte a tutto spiano.
 Quanno ch'er Presidente te viè a dìch'esse romani è un privileggio: certo,
 me dichi come fai a nun stupi?
 
 Romano. si sto tempo se fa incerto,
 ricordete che si sei nato qui,
 è segno ch'è la sorte che t'ha scerto.
 
 Essi degno peccui de 'sta Città:
 nun te stà a abbatte più... tira a campà!
 
 
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                      | 2005, 5 Ottobre - Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampicita Papa Giovanni Paolo II che, pur se molto malato, sempre arguto, aveva parlato in romanesco ai Parroci di Roma.  |  
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                      | MA CHE CIAI COMBINATO? |  
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                      | Caro Giovanni Paolo Siconno,se  pò sapè che ciài combinato?
 Al'improviso chiami, e tutto er monno
 ristà qua, un'artra vorta incolonnato.
 
 Stessa sorfa, lo stesso serpentone
 d'er dì che ciài lassati senza fiato,
 veje, canti, preghiere, commozione,
 stavorta a dichiaratte già Beato.
 
 E' proprio vero che tu ciài stregato.
 quanno che chiami tu 'n ce sò raggioni,
 partimo tutti, puro chi è aggravato...
 E nun peseno viaggi e processioni.
 
 Mò aritornamo a casa, ma cor core
 sempre pronto a risponne 'gni momento,
 ce basta un fischio e se mettemo a core:
 quanno sarà 'sto novo appuntamento?
 
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                      | 1 Maggio 2010 |  
                      |  |  ******   BEATIFICAZIONE  
   PREGHIERA  AL   BEATO  GIOVANNI  PAOLO   II-  di S.E. Card. Angelo COMASTRI –
 Vicario  Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano
 Beato  Giovanni Paolo II, dalla finestra del Cielo donaci la tua benedizione!Benedici  la Chiesa, che tu hai amato e hai servito e hai guidato, spingendola  coraggiosamente sulle vie del mondo per portare Gesù a tutti e tutti a Gesù.
 Benedici  i giovani, che sono stati la tua grande passione.
 Riportali  a sognare, riportali a guardare in alto per trovare la luce che illumina i sentieri  della vita di quaggiù.
 Benedici  le famiglie, benedici ogni famiglia!
 Tu  hai avvertito l’assalto di satana contro questa preziosa e indispensabile  scintilla di Cielo, che Dio ha acceso sulla terra.
 Giovanni  Paolo, con la tua preghiera proteggi la famiglia!
 Prega  per il mondo intero, ancora segnato da tensioni, da guerre e da ingiustizie.
 Tu  hai combattuto la guerra invocando il dialogo e seminando l’amore:
 prega  per noi, affinché siamo instancabili seminatori di pace.
 Beato  Giovanni Paolo, dalla finestra del Cielo fa’ scendere su tutti noi la  benedizione di Dio. Amen.
 
       http://www.giovannipaolosecondo.splinder.com http://www.vicariatusurbis.org/Beatificazione    
 
  
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