Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

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IL SANTO ROSARIO

 

II PARTE

 

di

 

P. LEONARDO BELLONCI, Francescano

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IL SANTO ROSARIO

 

 

PARTE SECONDA
           

CHE COS'E' IL ROSARIO?

La voce del Papa

1 - “E’ un modo piissimo di orazione e di preghiera a Dio; modo facile e alla portata di tutti, che consiste nel lodare la beatissima Vergine, ripetendo il saluto angelico per centocinquanta volte, quanti sono i salmi del salterio di Davide, interponendo ad ogni decina la preghiera del Signore nostro Gesù Cristo” (S. Pio V, bolla ‘Consueverunt Romani Pontifices’, 17-9-1569).

2 -  “Il santissimo Rosario è preghiera insieme orale e mentale – meditazione dei principali misteri della religione - accompagnata dalla recita di quindici “Padre nostro” e di altrettante decine di “Ave Maria”, è meravigliosamente idonea a nutrire e a far sorgere in tutte le anime la carità e la verità” (Benedetto XV, Fausto appetente die, 29 giugno 1921)         

3 - “Tra le varie preci con le quali si ricorre utilmente alla Vergine Madre di Dio, nessun cristiano ignora che il primo e principale posto è tenuto dal Rosario mariano” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937)

Dunque il Rosario è PREGHIERA

4 - Il B. Paolo VI lo (il Rosario) definì “Il compendio di tutto il Vangelo, in quanto dal Vangelo esso trae  l’enunciato dei misteri e le principali formule” (B. Paolo VI, Marialis cultus).

 

PREGHIERA EVANGELICA

 

 

La voce del Papa

- “A coloro () che si sforzano di raggiungere il loro bene supremo, un mirabile disegno dalla Provvidenza ha offerto l’aiuto del Rosario: aiuto più facile e più pratico di qualsiasi altro. Perché basta una conoscenza, anche modesta, della religione, per imparare a recitare con frutto il Rosario; e, d’altra parte, esso richiede così poco tempo che non può davvero recare pregiudizio ad altri affari.
D’altra parte ciò è confermato da opportuni e luminosi esempi della storia della Chiesa; dove si legge che vi furono, in ogni tempo, persone che, sebbene ricoprissero uffici molto gravosi, o fossero assorbite da faticose occupazioni, tuttavia non tralasciarono, neppure per un giorno, questa pia consuetudine” (Leone XIII, Fidentem piumque – 20 settembre 1896)

“() Per raggiungere poi insieme questi due scopi (lo spirito e la pratica della vita cristiana), noi riteniamo che il mezzo più indicato sia il “Rosario Mariano” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 settembre 1895).
           
2 - “Così, per esempio, è apparsa in più vivida luce l’indole evangelica del Rosario in quanto

- dal Vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le principali formule;

- al Vangelo si ispira per suggerire, muovendo dal gioioso saluto dell’angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitarlo, e

- dal Vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso dell’Ave, Maria, un mistero fondamentale – incarnazione del Verbo – contemplato nel momento decisivo dell’annuncio fatto a Maria.
Preghiera evangelica è dunque il Rosario, come oggi forse più che nel passato amano definirlo i Pastori e gli studiosi.

E’ stato, altresì, compreso più facilmente come l’ordinato e graduale svolgimento del Rosario rifletta il modo stesso con cui il Verbo di Dio, inserendosi per misericordiosa determinazione nella vicenda umana, ha operato la redenzione di essa: il rosario considera, infatti, in ordinata successione i principali eventi salvifici che si sono compiuti in Cristo: dalla concezione verginale e dai misteri dell’infanzia fino ai momenti culminanti della Pasqua -  la beata Passione e la gloriosa Risurrezione -  ed agli effetti che essa ebbe sulla Chiesa nascente nel giorno di Pentecoste, sia sulla Vergine Maria nel giorno in cui, dopo l’esilio terreno, ella fu assunta in corpo ed anima alla patria celeste.
Ed è stato ancora osservato come la triplice partizione dei misteri del Rosario non solo aderisca strettamente all’ordine cronolo gico dei fatti, ma soprattutto rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e riproponga il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da S. Paolo nel celebre inno ai Filippesi: umiliazione, morte, esaltazione  (Fil 2, 6-11).

Preghiera evangelica incentrata sul mistero dell’incarnazione redentrice, il Rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico.
Infatti il suo elemento caratteristico - la ripetizione litanica del Rallegrati, Maria – diviene anch’esso luce incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio dell’Angelo e del saluto della madre del Battista: Benedetto il frutto del tuo seno (Lc 1, 42).

Diremo di più: la ripetizione dell’Ave Maria costituisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave, Maria richiama, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine,

- nato in una grotta a Betlemme,
- presentato dalla Madre al tempio,
- giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo,
- Redentore agonizzante nell’orto;
- flagellato e
- coronato di spine;
- carico della croce e
- morente sul Calvario;
- risorto da morte e
- asceso alla gloria del Padre,
- per effondere il dono dello Spirito.

E’ noto che, appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava un tempo – e la consuetudine si è conservata in varie regioni – aggiungere al nome di Gesù, in ogni “Ave Maria”, una clausola che richiamasse il mistero enunciato” (Vedi p. 342) (B. Paolo VI, Marialis cultus, nn.  44, 45, 46)

 

PREGHIERA SOCIALE E SOLENNE

 

 

La voce del Papa

“Ormai ogni anima che prega non si sente più sola ed occupata esclusivamente dei propri interessi di ordine spirituale e temporale, ma avverte, più e meglio che in passato, di appartenere a tutto un corpo sociale, di cui partecipa la responsabilità, gode dei vantaggi, teme le incertezze e i pericoli.
Questo del resto è il carattere della preghiera liturgica del Messale e del Breviario ad ogni suo tocco, segnato dall’”Oremus“, che suppone pluralità e moltitudine tanto di chi prega, quanto di chi attende esaudimento e per cui la preghiera è compiuta.
E’ la folla che prega in unità di supplicazione per tutta la fraternità umana, religiosa e civile.
Vi furono epoche difficili, assai difficili nella storia dei popoli,  per la successione di avvenimenti che segnarono in note di lacrime e di sangue le variazioni degli stati più potenti d’Europa.

E’ ben nota, a quanti seguono dal punto di vista storico le trasformazioni politiche, l’influenza esercitata dalla pietà mariana,
- a preservazione di minacciate sventure,
- a ripresa e di prosperità e di ordine sociale,
- a testimonianza di spirituali vittorie ottenute” (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno, 29 settembre 1961).

 

PREGHIERA IMPORTANTE

 

 

La voce del  Papa

1 – “Fra le diverse forme e maniere di onorare la divina Madre () ci piace espressamente additare e vivamente raccomandare, il santo Rosario.
A questo modo di pregare, nel comune linguaggio, è dato il nome di “corona”, anche perché esso ricorda, in un felice intreccio, i grandi misteri di Gesù e di Maria”.
() “In essi, concentrati e immersi, non si stancheranno mai di ammirare l’opera inenarrabile della umana redenzione, compiuta a così caro prezzo e con una successione di così grandi avvenimenti”
() “E intanto con le labbra si pronunciano le preghiere insegnate dalla Chiesa.
Preghiere così piene di lodi e di salutari ispirazioni, non potranno non essere ripetute e continuate, nel loro vario e determinato ordine, senza produrre sempre nuovi e soavi frutti di pietà” (Leone XIII – Octobri mense – 22 settembre 1891).

2 - “Ora Ci piace () considerare ed esporre come, nei divini disegni della Provvidenza, il Rosario risvegli, nell’animo di chi prega, soave fiducia di essere esaudito, e muova la materna pietà della Vergine benedetta a rispondere a tale fiducia con la tenerezza dei suoi soccorsi”.
           
() “Il Rosario non ha mira di farci scrutare i dogmi della fede e della dottrina cristiana, ma principalmente di porre quasi davanti al nostro sguardo (e) di richiamare alla nostra attenzione dei fatti.
Poiché i fatti sono presentati quasi nelle stesse circostanze di luogo, di tempo e di persona, nelle quali avvennero, impressionano maggiormente l’animo e lo commuovono salutarmente.          
E poiché queste sono generalmente inculcate e scolpite negli animi fin dalla fanciullezza, ne consegue che, appena enunciato il mistero, chiunque ha effettivamente amore alla preghiera, lo percorre senza nessuno sforzo di immaginazione, ma con moto spontaneo della mente e del cuore e, per l’aiuto di Maria, ne attinge in abbondanza una rugiada di grazie celesti” (Leone XIII Iucunda semper, 8 settembre 1894).

3 - “Il nostro supplichevole ricorso al patrocinio di Maria si fonda sul suo ufficio di mediatrice della divina grazia ()
Ora, questo suo divino ufficio forse da nessun altro genere di preghiera è così vivamente espresso come nel Rosario, dove la parte avuta dalla Vergine nella redenzione degli uomini è così messa in evidenza, che sembra svolgersi davanti al nostro sguardo; e ciò porta un singolare profitto alla pietà, sia nella successiva contemplazione dei sacri misteri, sia nella recita ripetuta di preghiere” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 sett. 1894).

4 - “Oh! quanto ci consola () il ricordo delle lettere periodicamente scritte per raccomandare il Rosario, tanto gradito a colei che si vuole onorare, e tanto utile a coloro che lo recitano bene”.
“In esso (Rosario) infatti () col nostro ripetere le stesse preghiere dimostriamo di voler ottenere dal Padre celeste il suo regno di grazia e di gloria; e con le nostre reiterate  suppliche alla Vergine Madre imploriamo per noi peccatori il suo aiuto e la sua intercessione durante tutta la nostra vita, e nella nostra ora estrema, che è la porta dell’eternità” – (Leone XIII . Fidentem piumque, 20 – settembre 1896).

5 -. “Questa preghiera (il Rosario), che alcuni chiamano ‘Salterio della Vergine’  ‘Breviario dell’Evangelo e della vita cristiana’, dal nostro Predecessore di f.m. Leone XIII è descritta e raccomandata con queste profonde parole: “Ben ammirabile è questa corona intrecciata dal saluto angelico, cui s’inframmezza l’orazione del Signore, e si unisce l’obbligo della meditazione interiore; essa è una maniera eccellente di pregare…. e utilissima  al conseguimento della vita immortale” (Enc, Diuturni temporis).
 
6 – “E’ vero che, presso alcune anime meno educate a sollevarsi oltre l’omaggio labiale, esso (Rosario) può venir recitato come monotona successione di preghiere: Il Pater noster, L’Ave Maria, e il Gloria disposte nell’ordine tradizionale di quindici decine,
Questo,  senza dubbio,  è già qualche cosa.    Ma

- dobbiamo pur ripeterlo – è solo avviamento o risonanza esteriore di confidente preghiera, piuttosto che vibrante elevazione dello spirito a colloquio col Signore, ricercato nella sublimità e tenerezza dei suoi misteri di amore misericordioso per la umanità intera.

La vera sostanza del Rosario ben meditato è costituita da un triplice elemento che dà alla espressione vocale unità e coesione, discoprendo in vivace successione gli episodi che associano la vita di Gesù e di Maria, in riferimento alle varie condizioni delle anime oranti e delle aspirazioni della Chiesa universale.
Per ogni decina di Ave Maria, ecco un quadro, e per ogni quadro un triplice accento, che è al tempo stesso contemplazione mistica, riflessione intima e intenzione pia” (S. Giovanni XXIII, Il Religioso convegno, 29 sett. 1961).

7 - “Le preghiere vocali acquistano per tanto anch’esse il loro pieno risalto: anzitutto l’orazione domenicale, che dà al Rosario tono, sostanza e vita, e venendo dopo l’annuncio dei singoli misteri, sta a segnar il passaggio da una decina all’altra; poi la salutazione angelica, che porta in sé gli echi dell’esultanza del cielo e della terra intorno ai vari quadri della vita di Gesù e di Maria; e infine il trisagio, ripetuto in adorazione profonda alla Santissima Trinità.

Oh! Sempre bello, così,  il Rosario
- del fanciullo innocente e dell’ammalato,
- della vergine consacrata al nascondimento del Chiostro o all’apostolato della carità, sempre nell’umiltà e nel sacrificio,
- dell’uomo e della donna, padre e madre di famiglia, nutriti di alto senso di responsabilità nobili e cristiane, di modeste famiglie fedeli alla antica tradizione domestica;
- di anime raccolte in silenzio, e attratte dalla vita del mondo, a cui hanno rinunziato, e pur tenute sempre a vivere col mondo, ma come anacoreti fra le incertezze e le tentazioni
Questo è il Rosario delle anime pie, che recano viva la preoccupazione della propria singolarità di vita e di ambiente” (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno, 29 settembre 1961).

8 - “Leone XIII, nell’imminenza del mese di ottobre, più volte indirizzò al mondo cattolico, per esortare i fedeli, specialmente durante quel mese, alla pia pratica del santo Rosario. ()
Era quello un forte e suadente richiamo a rivolgere fiduciose suppliche a Dio, mediante la potentissima intercessione della vergine Madre di Dio, con la recita del santo Rosario.
Questo infatti, come è a tutti noto, è un modo eccellentissimo di preghiera meditata, costituito a guisa di mistica corona, in cui le orazioni del “Padrenostro”, dell’”Ave Maria”e del “Gloria al Padre”, si intrecciano alla considerazione dei più alti misteri della nostra fede, per cui viene presentato alla mente, come in tanti quadri, il dramma dell’Incarnazione e della Redenzione di Nostro Signore” (S. Giovanni XXIII, Grata  recordatio, 26 settembre 1959).

9 - “E’ questa – del santo Rosario – per il popolo cristiano la preghiera più semplice ed accessibile, già cumulata dai Nostri venerati Antecessori da tanti incoraggiamenti e benedizioni” (S. Giovanni XXIII, L’ottobre che ci sta innanzi, 28 settembre 1960).

10 - “Lo stesso Concilio Vaticano II esorta, poi, a promuovere, accanto al culto liturgico altre forme di pietà, soprattutto quelle raccomandate dal Magistero.
Tuttavia, come è ben noto, la venerazione dei fedeli verso la Madre di Dio ha assunto forme molteplici, secondo le circostanze di luogo e di tempo, la diversa sensibilità dei popoli  e la loro differente tradizione cultuale.
Ne deriva che le forme in cui tale pietà si è espressa, soggette all’usura del tempo, appaiono bisognose di un rinnovamento che permetta di sostituire in esse gli elementi caduchi, di dar valore a quelli perenni e incorporare i dati acquisiti della riflessione teologica e proposti dal Magistero ecclesiastico.
Ciò dimostra la necessità che le conferenze episcopali, le chiese locali, le Famiglie religiose e le comunità dei fedeli favoriscano una genuina attività creatrice e procedano, nel medesimo tempo, ad una diligente revisione degli esercizi di pietà verso la Vergine; revisione che auspichiamo, rispettosa della sacra tradizione e aperta ad accogliere le legittime istanze degli uomini del nostro tempo. Pertanto ci sembra opportuno, Venerabili Fratelli, indicarvi alcuni principi secondo cui bisogna operare in questo campo” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 24).

11 - “Vogliamo ora, Fratelli carissimi, soffermarCi alquanto sul rinnovamento di quel pio esercizio, che è stato chiamato compendio di tutto quanto il Vangelo: la Corona della Beata Vergine Maria, del Rosario.

Ad essa i nostri Predecessori hanno dedicato vigile attenzione e premurosa sollecitudine: ne hanno più volte raccomandata la recita frequente, favorita la diffusione, illustrata la natura, riconosciuta l’attitudine a sviluppare una preghiera contemplativa, che è insieme di lode e di supplica, ricordata la connaturale efficacia nel promuovere la vita cristiana e l’impegno apostolico.

Anche noi, fin dalla prima udienza generale  del Nostro pontificato (3 Luglio 1963), abbiamo dimostrato la Nostra grande stima per la pia pratica del Rosario, e in seguito ne abbiamo sottolineato il valore in molteplici circostanze, ordinarie alcune, gravi altre, come quando, in un’ora di angoscia e di insicurezza, pubblicammo l’Epistola Enciclica Christi Matri (15 settembre 1966), perché fossero rivolte supplici preghiere alla Beata Vergine del Rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace; appello che abbiamo rinnovato nella Nostra Esortazione Apostolica Recurrens mensis October (1 ottobre 1969), nella quale commemoravamo il quarto centenario della Lettera Apostolica Consueverunt  Romani Pontifices del Nostro Predecessore, San Pio V, che in essa illustrò e, in qualche modo, definì la forma tradizionale del Rosario” (Paolo VI, Marialis cultus, n. 42).

12 - “Che il Rosario, nella sua forma stabilita da S. Pio V – come in quelle più recenti, che, col consenso della legittima autorità lo adattano alle necessità odierne – sia veramente, secondo  il desiderio del nostro amato predecessore Giovanni XXIII, ‘Una grande preghiera pubblica e universale, di fronte ai bisogni ordinari e straordinari della Chiesa Santa, delle nazioni e del mondo intero’.
Questo Rosario, che è come una ‘sintesi del Vangelo’, è ‘Ormai una devozione della Chiesa’” (B. Paolo VI, Recurrens mensis october, 7 ottobre 1969).

13 - “E’ importante d’altra parte osservare come la Chiesa traduca i molteplici rapporti che la uniscono a Maria in vari ed efficaci atteggiamenti cultuali:

- in venerazione profonda, quando riflette alla singolare dignità della Vergine divenuta, per opera dello Spirito Santo, madre del Verbo incarnato;
- in amore ardente, quando considera la maternità spirituale di Maria verso tutte le membra del Corpo mistico;
- in fiduciosa invocazione, quando esperimenta l’intercessione della sua Avvocata e Ausiliatrice;
- in servizio di amore, quando scorge nell’umile Ancella del Signore la Regina di misericordia e la madre di grazia;
- in operosa imitazione, quando contempla la santità e le virtù della piena di grazia (Lc 1, 28);                                                                                  
- in commosso stupore, quando vede in lei, come in una immagine purissima ciò che essa  tutta desidera e spera di essere;
- in attento studio, quando ravvisa nella cooperatrice del Redentore, ormai pienamente partecipe dei frutti del mistero pasquale, il compimento profetico del suo stesso avvenire, fino al giorno in cui Purificata da ogni ruga e da ogni macchia (Ef 5, 27) diverrà come una sposa ornata per lo sposo” (Ap 21, 2), Gesù Cristo  (B. Paolo VI, Marialis cultus,  n. 22).

14 - “A ciascun battezzato è rivolto l’ardente auspicio della Lettera agli Efesini: Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di […] conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio (13, 17-19).

Il Rosario si pone a servizio di questo ideale, offrendo il ‘segreto’ per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo.

Potremmo dirlo ‘la via di Maria’.
E’ la via dell’esempio della Vergine di Nazaret, donna di fede, di silenzio e di ascolto.
E’ insieme la via di una devozione mariana animata dalla consapevolezza  dell’inscindibile rapporto che lega Cristo alla sua Madre santissima: i ‘Misteri di Cristo’ sono anche, in un certo senso, i ‘Misteri della Madre’, persino quando non vi è direttamente coinvolta, per il fatto stesso che Ella vive di Lui e per Lui.
Facendo nostre nell’’Ave Maria’ le parole dell’angelo Gabriele e di sant’Elisabetta, ci sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo cuore, il Frutto benedetto del suo grembo” (Lc 1, 42),  (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae n. 24).

15 - “Va ricordato con il Concilio Vaticano  II che la Liturgia, quale esercizio dell’ufficio sacerdotale di Cristo  e culto pubblico, è ‘il culmine verso cui tende l’amore della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua forza’, occorre anche ricordare che  la vita spirituale ‘non si esaurisce’ nella partecipazione alla sola Liturgia.
Il cristiano, chiamato alla preghiera in comune, nondimeno deve anche entrare nella sua camera per pregare il Padre nel segreto (Mt 6, 6), anzi, deve pregare incessantemente come insegna l’Apostolo (cfr  1 Ts 5, 179).
Il Rosario si pone, con una sua specificità, in questo variegato scenario della preghiera ‘incessante’, e se la Liturgia, azione di Cristo e della Chiesa, è ‘azione salvifica per eccellenza’, il Rosario quale meditazione su Cristo con Maria, è ‘contemplazione salutare’.
Immergersi infatti di mistero in mistero, nella vita del Redentore, fa sì che quanto Egli ha operato e la Liturgia attualizza venga profondamente assimilato e plasmi l’esistenza” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 13).

16 - “Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero.

Nella sua semplicità e profondità rimane, anche in questo terzo millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità.
Essa ben s’inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a prendere il largo (Duc in altum!) per ridire, anzi ‘gridare’ Cristo al mondo

- come Signore e Salvatore,
- come la Via, la verità e la vita (Gv. 14,6),
- come ‘traguardo della storia umana’,
- il fulcro nel quale convergono gli ideali della storia e della civiltà.
Il Rosario infatti, pur caratterizzato nella sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae).

 

 

La voce dei Fedeli

1 -  “Il Rosario contiene in sintesi i misteri di Cristo, che sono anche i punti fondamentali della sua rivelazione:
- l’incarnazione, includente il riferimento alla Trinità;
- la divinità e umanità di Cristo;
- la redenzione per mezzo della sua passione e morte;
- la sua risurrezione e ascensione;
- la discesa dello Spirito Santo e la Chiesa;
- Maria;
- la vita eterna e
- la gloria degli angeli e dei santi.
            E’ l’insieme delle verità rivelate da Cristo e concesse agli uomini come  un dono che supera ogni loro possibilità di concezione e conquista” (R. Spiazzi, Le litanie della Beta Vergine, p.156).

2 - “Il Rosario ci insegna a vivere, a operare con Cristo, alla scuola di Maria” (R. Spiazzi, Le litanie della Beta Vergine, p. 156)

3 - “Ciò che più conta (nel Rosario) è il canto dell’anima, ossia l’apertura e l’elevazione interiore, l’offerta di sé, il contatto intimo, spirituale, fra l’anima e Maria. Le parole non sono altro che l’espressione di questa preghiera interiore”
(Il Rosario) “E’ un canto ripetuto con insistenza, quasi per desiderio di far sentire a Maria il nostro amore  e la nostra supplica. Trattandosi di un canto di figli alla Madre, la ripetizione delle stesse parole non può essere monotona, noiosa; sono parole del cuore, sempre le stesse, come nell’amore” (R. Spiazzi, Le litanie della Beata Vergine, p.153).

 

 

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IL ROSARIO MEDITATO

Che cos’è la meditazione?

1 - “Ogni meditazione è pensiero, ma non ogni pensiero è meditazione. Spesso abbiamo pensieri sui quali il nostro spirito si ferma senza disegno né intenzione alcuna, ma per semplice passatempo… Questo pensiero, per quanto attento, non può meritare il nome di meditazione, ma dev’essere semplicemente chiamato Pensiero.
Talvolta noi pensiamo attentamente a una cosa, per conoscerne le cause, gli effetti, le qualità; questo pensiero si chiama ‘studio’.
Ma quando pensiamo alle cose divine, non solo per apprendere, bensì per affezionarci ad esse, questo si dice meditare e tale esercizio è esercizio di meditazione” (San Farncesco di Sales, Teotimo, 5, 2, Ed Paoline, 1943, v. I. p. 381),  p. 5.

2 - Su questo argomento non dobbiamo andare a cercare la testimonianza dell’uno o dell’altro Pontefice: TUTTI ne parlano.

 

La voce del Papa

1 - E il perché più vero (di contemplare i misteri del Rosario) ce lo dice il B. Paolo VI - : “Senza contemplazione il Rosario è corpo senz’anima, la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: Quando pregate non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità” (Mt 6, 7).

Noi numeriamo alcune testimonianze ordinandole cronologicamente.

2 “Questa preghiera (il Rosario), che alcuni chiamano ‘Salterio della Vergine’ o ‘Breviario dell’Evangelo e della vita cristiana’, dal nostro Predecessore è descritta e raccomandata con queste profonde parole: “Ben ammirabile è questa corona intrecciata dal saluto angelico, cui s’inframmezza l’orazione del Signore, e si unisce l’obbligo della meditazione interiore; essa è una maniera eccellente di pregare”… e utilissima  al conseguimento della vita immortale” (Leone XIII, Diuturni temporis, 03 novembre 1898).

3 – “A tali invocazioni fatte a viva voce si aggiunge la contemplazione dei sacri misteri, per cui ci sono quasi sotto gli occhi le gioie, i dolori e i trionfi di Gesù Cristo e della sua Madre, in modo che ricevano conforto nei dolori; così che seguendo quegli esempi santissimi, per gradi di virtù sempre più alti, ascendiamo alla felicità della patria celeste”.
Il Rosario è “La frequente meditazione della redenzione da lui (Cristo) operata”.
Nel Rosario al dovere della meditazione s’intreccia “Come un mistico serto di salutazioni angeliche, intercalate dalla preghiera a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (Leone XIII – Superiore anno, 30 agosto 1884)

4 - “Anzitutto (il Rosario) è contemplazione pura, luminosa, rapida di ogni mistero, cioè di quelle verità della fede che parlano della missione redentrice di Gesù. Contemplando ci si trova in una comunicazione intima di pensiero e di sentimento con la vita e con la dottrina di Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, vissuto sulla terra

- a redimere,
- a istruire,
- a santificare
- nel silenzio della vita nascosta, fatta di preghiera e di lavoro
- nei dolori della sua beata Passione,
- e nel trionfo della Risurrezione: come
- nella gloria dei cieli, ove siede alla destra del Padre, sempre in atto di assistere e di vivificare di Spirito Santo la Chiesa da lui fondata, e progredente nel suo cammino attraverso i secoli.

- Il secondo elemento è la riflessione, che dalla pienezza dei misteri di Cristo si diffonde in viva luce sopra lo spirito dell’orante. Ciascuno avverte nei singoli misteri l’opportuno e buon insegnamento per sé, in ordine alla propria santificazione e alle condizioni in cui vive; e sotto la continua illuminazione dello Spirito Santo, che dal profondo dell’anima in grazia sollecita per noi con gemiti inenarrabili (Rm 8, 26), ognuno raffronta la sua vita con il calore di insegnamento, che sgorga da quei medesimi misteri, e ne trova inesauribili applicazioni per le proprie necessità spirituali, come per quelle del vivere suo quotidiano.

- In ultimo è intenzione: cioè indicazione di persone, o istituzioni, o necessità di ordine personale e sociale, che per un cattolico veramente attivo e pio rientrano nell’esercizio della carità verso i fratelli, carità che si diffonde nei cuori ad espressione vivente della comune appartenenza al corpo mistico di Cristo.
In tal modo il Rosario diventa supplica universale delle anime singole e dell’immensa  comunità di credenti, che da tutti i punti della terra si incontrano in un’unica preghiera: sia nella invocazione personale, a implorazione di grazie per i bisogni individuali di ciascuno; come nel partecipare al coro numeroso e unanime di tutta la Chiesa per i grandi interessi dell’intera umanità. La Chiesa, quale il Redentore divino la volle, vive tra le asprezze, le avversità e le tempeste di un disordine sociale che sovente si volge in minaccia paurosa. Ma i suoi sguardi sono fissi e le tempeste della natura e della grazia sempre protese verso il supremo destino delle eterne finalità”. (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno, 29 sett. 1961).

5 - “Diletti Fratelli e figli, su questo argomento del Rosario di Maria,  inteso come supplicazione mondiale per la pace del Signore e per la felicità anche quaggiù delle anime e dei popoli, il cuore ci suggerirebbe altre pie considerazioni suadenti e toccanti. Ma preferiamo offrire alla vostra attenzione, come complemento di questa Lettera Apostolica, un nostro piccolo saggio di devoti pensieri, distribuiti per ogni decina del Rosario, con riferimento alla triplice accentuazione – mistero, riflessione e intenzione – di cui abbiamo accennato sopra”. (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno,29 sett. 1961).

6 - “La contemplazione in comunione con Maria di una serie di misteri della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, () esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gioia del Signore risorto che inonda la Chiesa; contemplazione che, per sua natura, conduce a pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita” (B. Paolo VI, Marialis cultus, nn. 47, 49).

7 – “Il Rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI: ‘Senza contemplazione il Rosario è corpo senz’anima e la sua recita rischia di diventare meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità (Mt 6, 7).
Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu più vicina e ne dischiudano le insondabili ricchezze’.
Mette conto di soffermarci su questo profondo pensiero di Paolo VI, per far emergere alcune dimensioni del Rosario che meglio ne definiscono il carattere proprio di contemplazione cristologica” (S. Giovanni Paolo II,  Rosarium Virginis Mariae, n. 12).

8 - “Recitare il Rosario () non è altro che ‘contemplare con Maria il volto di Cristo’” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 3).

9 - “Meditare il Rosario significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 24).

10 - “La ricchezza di questa preghiera tradizionale, il Rosario, (che) ha la semplicità di una preghiera popolare, ma anche la profondità teologica di una preghiera adatta a chi avverte l’esigenza di una contemplazione più matura” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 39).

11 - “() il motivo più importante per riproporre con forza la pratica del Rosario è il fatto che esso costituisce un mezzo validissimo per favorire tra i fedeli quell’impegno di contemplazione del mistero cristiano che ho proposto nella mia Lettera apostolica ‘Novo millennio ineunte’ come vera e propria ‘pedagogia della santità’: “C’è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell’’’arte della preghiera”. Mentre nella cultura contemporanea, pur tra tante contraddizioni, affiora una nuova esigenza di spiritualità, sollecitata anche da influssi di altre religioni, è più che mai urgente che le nostre comunità cristiane diventino “autentiche ‘scuole’ di preghiera”.
Il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana.
Sviluppatosi in Occidente, esso è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla “preghiera del cuore” o “preghiera di Gesù” germogliata nell’’humus’’ dell’Oriente cristiano” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 5).

12 - “’Maria ripropone continuamente ai credenti i ‘misteri’ del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica.
Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 11)

13 - “Il modulo (del Rosario) è quello di una presentazione orante e contemplativa, che mira a plasmare il discepolo secondo il cuore di Cristo.
In effetti () nella recita del Rosario tutti gli elementi offrono un’efficace meditazione all’ecumenismo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae,  n. 17).

14 - “A dare maggiore rilevanza a questo invito (Contemplare Cristo con Maria), prendendo occasione del centonovesimo anniversario della menzionata enciclica di Leone XIII, desidero che questa preghiera nel corso dell’anno venga particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, l’anno che va dall’ottobre di quest’anno all’ottobre del 2003 ANNO MARIANO” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 3).

15 - “Il Rosario, se riscoperto nel suo pieno significato, porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre una ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del popolo di Dio, e la nuova evangelizzazione” (S. Giovanni Paolo II, Rosariuim Virginis Mariae).

16 - “In effetti, esso (il Rosario) non è che ‘un metodo di contemplazione’” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae: 28).

 

La voce dei Fedeli

“Ora, dilettissimi fratelli, vi prego che meditiate quanto siamo debitori a questa felicissima Madre di Dio, e quanta gratitudine dobbiamo a Dio.
Infatti quel corpo beato

- che la Vergine generò,
- che nutrì nel suo seno,
- che avvolse in fasce,
- alimentò con cura materna… ora lo riceviamo dal sacro altare e beviamo il suo sangue nel mistero della nostra redenzione” (S. Pier Damiani, Ser. 2 De nativ. Virg.).

 

 

 

IL ROSARIO MEDITATO
(una voce laica)

Cinque per il dolore e dieci per la gioia
(Una voce laica)

Meditazioni sul Rosario (Ed. Paoline 1973.

Nella prefazione J. Neville Vard, metodista, si pone questo problema: “Se uno mi chiedesse perché un metodista, è arrivato ad adoperare il Rosario, potrei fornirgli due motivi.

1 – Ci dev’essere  qualche cambiamento e una certa varietà nei mezzi usati per mantenere una mentalità cristiana e le relative aspirazioni, altrimenti la vita della fede si indebolisce. Un modo ovvio di realizzare questo scopo nell’attuale periodo di sempre più frequenti incontri e scambi ecumenici è il tentativo di pregare con sussidi che appartengono non alla propria tradizione, ma sono ampiamente usati altrove nella vita della Chiesa. Questo metodo presenta il duplice vantaggio di stimolare la preghiera in una forma nuova e allargare l’esperienza personale del commercio con lo Spirito.

2 – Il secondo motivo, evidentemente legato con il precedente, è che nel metodismo il silenzio riguardo alla Madre di Gesù è addirittura soffocante (p. 7).

Il Rosario occidentale è una catena di grani per contare le Avemarie, mentre si sviluppa un programma di preghiera e di meditazione (p. 7).

Queste preghiere (Pater, Ave, Gloria) a memoria sono combinate con uno schema di  meditazioni sui quindici (ora 20)  temi, tutti presi dalla Bibbia, tranne gli ultimi due. Tali temi sono detti ‘misteri’ e si dividono in tre gruppi: Gaudiosi, dolorosi, gloriosi.
Durante la recita di ciascuna decina del Rosario si tiene presente nella mente uno di  questi temi o misteri per la meditazione, cosicché tutte le volte che si dice il Rosario la mente è occupata in cinque grandi idee cristiane (p. 10).

Nessun altro schema di preghiere è così largamente usato nell’Occidente cristiano (p. 10-11).

Spesso l’equilibrio si inverte e le preghiere occupano per un certo tempo il primo piano e ciò può portare  a una forma di semplice attenzione a Dio, che è più simile alla  contemplazione (p. 13).

 

 

IL ROSARIO E LE VIRTU' CRISTIANE

 

LE VIRTU' TEOLOGALI

La voce del Papa

1 – “Ma come abbiamo altra volta ricordato, il Rosario produce un altro notevole frutto, adeguato alle necessità dei nostri tempi.
Questo: che in un’epoca in cui la virtù della fede è esposta ogni giorno a così gravi periocoli e asalti, il cristiano trova nel Rosario mezzi abbondanti per alimentarla e rafforzarla” (Leone XIII, Fidentem piumque, 29 settembre 1896).

2 – “Il Rosario mariano non solo è efficace sommamente  a vincere i nemici di Dio e della Religione, ma è pure uno stimolo e uno sprone alla pratica delle virtù evangeliche che esso insinua e coltiva negli animi nostri.

- Anzitutto nutre la fede cattolica, la quale rifiorisce appunto con l’opportuna meditazione dei sacri misteri, ed eleva le menti alle verità rivelateci da Dio ().
La fede, se sarà autentica, avrà () potere () fino a farlo prorompere in quella potenza degna di Paolo: Chi ci separerà dall’amore di Cristo, la tribolazione, o l’angoscia, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la persecuzione, o la spada? (Rm 8, 35); Non vivo più io; ma Cristo vive in me (Gal 2, 20).

Ravviva poi la speranza dei beni immortali, in quanto il trionfo di Gesù Cristo e della sua Madre, da noi meditato nell’ultima parte del Rosario, ci mostra il cielo aperto e ci invita alla conquista della vita eterna,
Così, mentre una brama sfrenata delle cose della terra è penetrata nel cuore dei mortali e sempre più ardentemente gli uomini agognano le ricchezze caduche, i piaceri effimeri, tutti sentono un utile richiamo ai tesori celesti Dove ladro non entra, né tignola può rodere (Lc, 12, 33) e ai beni che mai periranno.

E la carità, che si è illanguidita e raffreddata in molti, come non si riaccenderà a ricambio d’amore nell’animo di coloro che ricorderanno  con cuore afflitto i tormenti e la morte del nostro Redentore e le sofferenze della sua Madre addolorata?.
Da questa carità verso Dio non può non scaturire necessariamente un più intenso amore per il prossimo, solo che si fermi il pensiero  sulle fatiche e sui dolori che il Signore nostro patì, per reintegrare nella perduta eredità tutti i figli di Dio” (Pio XI – Ingravescentibus malis – 29 settembre 1937).

3 -  “Tale fruttuosa preghiera non soltanto ha una grandissima efficacia nello stornare i mali e nel tener lontane le calamità, come chiaramente dimostra la storia della Chiesa, bensì anche  aumenta doviziosamente la vita cristiana, ‘in primo luogo sostenta la fede cattolica che facilmente rifiorisce attraverso l’opportuna considerazione dei misteri divini e innalza la mente fino alle verità rivelate’ (Pio XI, Ingravescentibus malis) (B. Paolo VI, Christi Matri, 15 settembre 1966).

4 - “Il Rosario, se riscoperto nel suo pieno significato, porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un’ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del popolo di Dio e la nuova evangelizzazione.
Mi piace ribadirlo anche nel ricordo glorioso di un altro avvenimento: i 40 anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962), la “Grande grazia” predisposta dallo Spirito di Dio per la Chiesa del nostro tempo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 3).

 

Promosso dai Papi

E’ solo il tentativo di un panorama parziale.
Riteniamo valida l’affermazione di ‘Spiritualità Domenicana’ (17/07/2001): “Molti sono i Papi che hanno scritto documenti sul Rosario; a cominciare da Urbano IV (1261-64) fino a  Benedetto XVI; ancora di più sono i Papi, che pur non avendo scritto documenti specifici sul Rosario, hanno esaltato e raccomandato questa preghiera”.

1Urbano IV affermò che ‘Ogni giorno il popolo      cristiano riceve nuove grazie per mezzo del Rosario”.

- Sisto IV proclamò che questa formula di preghiera “Torna opportuna non solo a promuovere l’onore di Dio e della Vergine, ma anche ad allontanare i pericoli che il mondo ci prepara’.

2 - Leone X la disse: ’Istituita contro gli eresiarchi e contro il serpeggiare delle eresie’.

3 - Giulio III la chiamò: “Ornamento della Chiesa di Roma”.

4 - Pio V, parlando di questa preghiera, disse che “Al suo diffondersi, i fedeli, infiammati da quelle meditazioni e infervorati da quelle preghiere, incominciarono d’un tratto a trasformarsi in altri uomini; le tenebre delle eresie a dileguarsi e a manifestarsi più chiara la luce della fede cattolica’.

5 - Clemente X, “Decretò che il giorno anniversario di quella grande battaglia (di Lepanto) fosse considerato festivo in onore della Vergine delle vittorie”.

6 - Gregorio XIII dichiarò che ‘Il Rosario fu istituito da S. Domenico, per placare l’ira di Dio, e per ottenere l’intercessione della beata Vergine’.
E dopo le vittorie di Timisoara e Corfù, stabilì “Che, in attestato di riconoscenza, tutta la Chiesa celebrasse la solennità della Madonna del Rosario” (ribattezzando così il titolo dato a quel giorno da S. Pio V).

7  - Leone XIII, è stato chiamato “Il Papa del Rosario”: ha lasciato ben 12 scritti (encicliche, esortazioni ecc.). La somma delle pagine (risultanti da Internet) dei suoi 12 scritti è superiore alla somma delle pagine degli scritti di tutti gli altri Papi sullo stesso argomento (sempre da Internet)

* Supremi apostolatus - 01 settembre 1883)
* Superiore anno (30 agosto 1884),
* Vi e’ ben noto - 20 settembre 1887    
* Octobri mense   (settembre 1891
* Magnae Dei Matris  (18 Settembre 1892)
 * Laetitiae Sanctae  (8 Settembre 1993)
* Iucunda Semper (8 settembre 1894)
* Adiutricem populi  (5 settembre 1995)
* Fidentem Piumque (20-settembre-1896)
* Piu’ volte (31 – ottobre – 1896.     
* Augustissimae Virginis    (12  – IX – 1897)
* Diuturni Temporis   (03 – 09 – 1898).

8 - Benedetto XV - Fausto Appetente Die (29 – giugno – 1921). Parlando di questo terzo amore evidenzia tre piaghe e dice: “quante sono le anime oggi, che,

- prive del pane della vita, cioè della dottrina celeste, muoiono di inedia;
- sedotte da un’apparenza di verità, si sono allontanate dalla fede,
- per ignoranza o per pervertimento della volontà si sono distolte dal Vicario di Gesù Cristo ().
“Per porre riparo a questi mali e alle calamità di ogni genere di questo secolo, come abbiamo bisogno della materna protezione di Maria”! ()
Raccomandiamo () caldamente in quest’epoca perturbata “La pratica del Rosario di Maria”.
Per questo motivo il santo pontefice, ad eternare il ricordo della grazia ottenuta, decretò che il giorno anniversario di quella grande battaglia fosse considerato festivo in onore della Vergine delle vittorie; festa che poi Gregorio XIII consacrò col titolo del Rosario” (Leone XIII, Supremi pontificatus 1 – settembre – 1883).

9 - Benedetto XV  “La pratica del Rosario di Maria () noi, seguendo i nostri predecessori e in particolare Leone XIII, di santa memoria, (l’) abbiamo raccomandata, quando se n’è presentata l’occasione e raccomandiamo ancora caldamente in  quest’epoca così perturbata” (Fausto appetente die, 29 giugno 1921).

10 - Pio XI - nella “Ingravescentibus malis”, (1937) scrive che il Rosario  è il “Breviario dell’Evangelio e della vita Cristiana”, è un “Mistico serto”, una “Mistica corona”.

11 - Pio XII nella Lettera Enciclica “Ingruentium malorum” del 15 – 09 – 1951 raccomanda la preghiera del Rosario e dice: “Benché non vi sia certamente un unico modo di pregare per conseguire questo aiuto (nell’’aggravarsi delle necessità’), tuttavia Noi stimiamo che il Rosario mariano sia il mezzo più conveniente ed efficace”.

12 - S. Giovanni XXIII, in “Il religioso convegno” raccomandò la recita del S. Rosario affermando che esso “Come esercizio di cristiana devozione tra i fedeli di rito latino, che sono notevole porzione della famiglia cattolica, prende posto: per gli ecclesiastici dopo la S. Messa e il Breviario, e per i laici dopo la partecipazione ai Sacramenti. Esso (Rosario) è forma devota di unione con Dio e sempre di alta elevazione spirituale”. Esso infatti è

- “Contemplazione pura, luminosa e rapida delle verità della fede (misteri)”;
- “Riflessione, che dalla pienezza dei misteri di Cristo si diffonde in viva luce sopra lo spirito dell’orante”;
- “Intenzione pia: cioè indicazione di persone o istituzioni, o necessità di ordine personale o sociale”

13 – Il B. Paolo VI nell’immortale esortazione apostolica Recurrens mensis october (7 – 10- 1969) afferma, alla fine del documento, che il Rosario potrà esser detto “Nella sua forma stabilita dalla tradizione, oppure anche in quelle più recenti che, col consenso della legittima autorità, lo adatta alle necessità odierne”. Una grande novità, ma legittimissima. Il Rosario infatti non è una preghiera liturgica. E’ una devozione. Dolcissima, meravigliosa, ma solo una ‘devozione’. Ciò che importa in questa preghiera ‘ripetitiva’ è la ‘contemplazione”. Dice il Papa nella grande Enciclica Marialis cultus (1974):

“Per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava una volta aggiungere al nome Gesù, in ogni Ave Maria, una ‘clausola’ (cfr Appendice 1, p. 342) che richiamasse il mistero enunciato” (46). 
Infatti la contemplazione  è un elemento essenziale del Rosario. “Senza di essa il Rosario è corpo senz’anima e la sua recita rischia di diventare meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani che credono di essere esauditi per la loro loquacità. Per sua natura la recita del Rosario esige un ‘ritmo tranquillo’ e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la ‘meditazione’ dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signor fu  più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze” (Paolo VI, Marialis cultus., n. 47).

14 - S. Giovanni Paolo II.
Per lui il Rosario meditato è ideale anche in un’ora di adorazione

* “Lo stesso Rosario, compreso nel suo significato profondo, biblico e cristocentrico () potrà essere una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata in compagnia e alla scuola di Maria” (S. Giovanni Paolo II, “Dominicae Caenae”, n. 12).

* Dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 indisse l’Anno del Rosario.

* Scrisse la grande enciclica “Rosarium Virginis Mariae”. In essa propone anche una metodologia per recitare il Rosario senza noia e senza distrazione (vedi in Modi di pregare  il Rosario, Parte IV, p. 253ss).

* Completò la recita del Rosario aggiungendo i Misteri luminosi. Fece di questa devozione la sua preghiera prediletta.

* Nell’Angelus del 26 ottobre 1997 disse: “Nella recita del Santo Rosario non si tratta di ripetere formule, quanto piuttosto

- di entrare in colloquio confidenziale con Maria,
- di parlarle, di manifestarle speranze,
- di confidarle pene,
- di aprirle il cuore,
- di dichiararle la propria disponibilità nell’accettare i disegni di Dio,               
- di prometterle fedeltà in ogni circostanza, soprattutto in quelle difficili e dolorose, sicuri della sua protezione, convinti che Ella ci otterrà da suo Figlio tutte le grazie necessarie alla nostra salvezza”.

 

 

DISPOSIZIONI ED INDULGENZE

 

La voce del Papa

1  - () “Rinnoviamo le singole indulgenze già lo scorso anno elargite:
- sette anni e sette quarantene per ogni volta:
- indulgenza plenaria a coloro che, confessati e comunicati, reciteranno almeno per dieci giorni, il Rosario;
- pienissimo perdono delle colpe e condono delle pene, a quanti, nel giorno della festa del Rosario, o nell’ottava, parteciperanno con l’anima purificata al divino banchetto, pregando, in qualche chiesa, Dio e la sua santissima Madre, secondo la Nostra intenzione”.

Perciò “Stabiliamo () e ordiniamo che, in

tutto il mondo cattolico, la solennità della Madonna del Rosario sia celebrata quest’anno con particolare devozione e con splendore di culto.
Ordiniamo inoltre che dal giorno primo di ottobre ai due del successivo mese di novembre, in tutte le chiese parrocchiali, e, se gli ordinari lo riterranno vantaggioso e conveniente, anche nelle altre chiese e nelle cappelle dedicate alla Madre di Dio, si recitino devotamente almeno cinque decine del Rosario con l’aggiunta delle Litanie Lauretane.
Desideriamo poi che,
- quando il popolo si raccoglie in tali preghiere,
- o si offra il santo sacrificio della Messa,
- oppure si esponga solennemente il Santissimo Sacramento, e
- alla fine si impartisca ai presenti la benedizione con la vittima consacrata”.

“A favore di coloro che eseguiranno quanto più sopra abbiamo disposto, apriamo volentieri i celesti tesori della Chiesa, affinché in essi trovino lo stimolo e insieme il premio della loro devozione”.

- “Perciò a coloro che, entro il tempo stabilito, parteciperanno alla pubblica recita del Rosario con le Litanie, e pregheranno secondo la nostra intenzione, concediamo ogni volta  l’indulgenza di sette anni e sette quarantene”.

- “A coloro che, entro il suddetto tempo, per almeno dieci giorni, compiranno la medesima pratica o in pubblico nelle chiese, o, per giusti motivi, nelle loro case, concediamo l’indulgenza plenaria, purché alla pratica aggiungano la confessione e la comunione”.      
       
- Concediamo questa indulgenza plenaria delle loro colpe anche a quanti, nella stessa solennità della beata Vergine del Rosario o in uno degli otto giorni successivi, si saranno parimenti accostati al tribunale della penitenza e alla mensa del Signore, e in qualche chiesa avranno pregato secondo la Nostra intenzione, per le necessità della santa Chiesa”. (Leone XIII – Supremi Apostolatus  - 1 settembre 1883).

2 - “Mossi da queste considerazioni e dagli esempi dei nostri predecessori, stimiamo assai opportuno, nelle presenti circostanze, ordinare solenni preghiere, affinché la Vergine augusta, invocata col santo Rosario, ci impetri da Gesù Cristo, suo Figlio, aiuti pari ai bisogni” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 1 settembre 1883).

3 - ”Noi in considerazione pertanto di queste ragioni non solo esortiamo caldamente tutti i cristiani a compiere, senza stancarsi, il pio esercizio del Rosario, o pubblicamente o in privato, nelle loro case e famiglie, ma vogliamo anche che tutto il mese di ottobre dell’anno in corso sia consacrato e dedicato alla celeste Regina del Rosario” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 1 settembre 1883).

4 - “Per tale motivo, approssimandosi il mese di ottobre, in cui il mondo cattolico celebra la festa della Madonna del Rosario, abbiamo stabilito di rinnovare quest’anno tutte le prescrizioni dell’anno scorso. 

Decretiamo pertanto e ordiniamo che, a partire dal primo ottobre fino al novembre successivo, in ogni chiesa parrocchiale e negli oratori pubblici dedicati alla Madre di Dio, o anche negli altri, a giudizio dell’Ordinario, siano quotidianamente recitate  almeno cinque decine del Rosario, con le litanie.

Che se il Rosario si recita alla mattina, si celebri contemporaneamente la santa Messa; se invece di sera, si esponga il Santissimo Sacramento all’adorazione dei fedeli, e quindi ai presenti si impartisca la benedizione.

E’ inoltre Nostro desiderio che, ove non vi si oppongano le leggi civili, a incremento della pubblica pietà, le confraternite del santo Rosario escano per le strade in solenne processione.

Affinché poi i celesti tesori della Chiesa siano a disposizione della pietà cristiana, rinnoviamo le singole indulgenze, già l’anno scorso elargite.

Concediamo, cioè, a tutti i fedeli, che nei giorni stabiliti interverranno alla pubblica recita del Rosario e pregheranno secondo la Nostra intenzione, come pure a coloro che, per legittimo impedimento, lo reciteranno in privato,

- l’indulgenza di sette anni e sette quarantene per ogni volta.
- Inoltre concediamo l’indulgenza plenaria a coloro che, in detto periodo, confessati e comunicati, reciteranno, almeno per dieci giorni, il Rosario nel modo sopra indicato, in chiesa o, per giusto motivo, in casa.
- In terzo luogo, concediamo pure tale pienissimo perdono delle colpe e condono delle pene a quanti, nel giorno della festa del Rosario, o nell’ottava, parteciperanno con l’anima purificata al divino banchetto, pregando, in qualche chiesa, Dio e la sua santissima Madre, secondo la nostra intenzione” (Leone XIII, Superiore anno, 30m agosto 1884).

5 - “Ciò si spiega con quell’intimo sentimento di pietà che trasporta le anime verso questa sacra corona, sino ad amarla teneramente e considerarla come l’inseparabile compagna e il fedele sostegno della loro vita.
Stringendola tra le loro dita nelle supreme agonie, essi sono sicuri di avere in mano un pegno dell’Immarcescibile corona di gloria.
Tale speranza è poi grandemente rafforzata dai tesori di indulgenza, di cui il Rosario fu arricchito nella più larga misura dai nostri Predecessori e da Noi stessi; purché, s’intende, di esse si abbia la dovuta stima.
Non vi è dubbio che queste indulgenze, quasi dispensate dalle mani della Vergine misericordiosa, giovano molto ai moribondi e ai defunti, affrettando loro la gioia della sospirata pace e della luce eterna”.(Leone XIII -. Fidentem piumque – 20 settembre 1896).

6 - “E’ nostra volontà che il devoto esercizio sia introdotto in tutte le chiese consacrate a Maria, in quelle ore che per ciascuna saranno riconosciute più opportune e più comode ai fedeli”  (Leone XIII  - Più volte  - 31 ottobre 1896).

7 - “Dopo ciò, non restava che far conoscere ai fedeli l’immenso valore e i grandissimi vantaggi annessi al Rosario mariano, per i numerosi privilegi di cui è stato arricchito, e soprattutto per il tesoro di indulgenze di cui gode.
E certo non è difficile capire quanto questi vantaggi debbano stare a cuore  a coloro che pensano seriamente alla loro salvezza.
Qui infatti si tratta di ottenere, totalmente e parzialmente  la remissione della pena temporale, da scontare in questa o nell’altra vita, anche dopo che è stata cancellata la colpa,
Tesoro questo, senza dubbio preziosissimo, perché costituito dai meriti di Cristo, ai quali si sono aggiunti quelli della Madre di Dio e dei santi.
A tale tesoro, il nostro predecessore Clemente VI a ragione riferiva quelle parole della Sapienza Inesauribile tesoro è essa per gli uomini: quei che ne fanno uso si procacciano presso Dio amicizia (Sap 7, 14).
Già i papi in forza del loro supremo potere ricevuto da Dio, hanno largamente aperto le sorgenti di tali grazie agli iscritti alle confraternite del Santo Rosario, e a coloro che recitano il Rosario con devozione” (Leone XIII, Diuturni temporis, 5 settembre 1898).

8 - Il documento di questo Papa con cui concludiamo questa parte è l’ultimo sul Rosario.
Dopo aver ricordato le costanti iniziative  a vantaggio della pia pratica del Rosario (tra esse: la dedica del mese di ottobre “consacrato a questa devozione”; l’aggiunta, nelle litanie Lauretane, dell’invocazione.’ Regina del santissimo Rosario; richiamati i vantaggi spirituali – indulgenze – di cui è stato arricchito dai suoi Predecessori) annuncia la promulgazione di una ‘Costituzione’ sui diritti, privilegi, indulgenze riservati alle Confraternite del Rosario” e ai fedeli che “Recitano il Rosario con devozione” (Leone - XIII Diuturni temporis  03 settembre 1898)

 

 

 

 

continua con Terza Parte

 

DELLO STESSO AUTORE:

- Il Santo Rosario - I Parte


- Il Santo Rosario - III Parte 1

- Il Santo Rosario - III Parte 2

- il Santo Rosario - IV Parte

 

 

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Prima - L'Eucaristia è predetta

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Seconda - L'Eucaristia, l'Istituzione

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Terza - L'Eucaristia dal I al IX Secolo del Cristianesimo

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quarta - L'Eucaristia nel XIX e XX Secolo

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quinta - Appendici - Preghiere e Canti

 

Via Crucis Bibliche- Parte prima: La redenzione prevista nell'Antico Testamento:


- La Redenzione prevista nei Salmi


- La Redenzione prevista da Isaia

- La Redenzione prevista dai Profeti (I)

- La Redenzione prevista nei Profeti (II)

- La Redenzione prevista dai Profeti (III)


Parte seconda - La Redenzione raccontata - Via Crucis Storiche -
Nel gruppo delle Via Crucis che abbiamo indicato come ‘Storiche’ sono riportate tutte le notizie delle quali gli Evangelisti sono stati spettatori (Giovanni e, almeno in parte, Marco per quanto gli poteva provenire da S. Pietro), o che hanno potuto raccogliere da fonti sicure (Matteo e Luca, sia – quest’ultimo – direttamente dalla Madonna, sia da “ricerche accurate”).
La ‘storicità’ della persona, dell’insegnamento, della Passione-Morte-Risurrezione di Gesù del resto è confermata dalla trasparenza dei racconti, condotti senza alcun ornamento o artificio letterario, oltrechè da fonti non cristiane:

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Matteo

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Marco

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Luca

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di Giovanni

Parte Terza - La Redenzione contemplata - Nel gruppo delle Via Crucis che contemplano la Redenzione alla luce della Risurrezione si essenzializza il binomio: Morte-Vita.
Dunque la scansione delle ’Stazioni’ perde i suoi contorni. In sintonia con la Liturgia Cattolica, viene messo a fuoco lo scontro tra la Morte (Satana) e la Vita (Cristo), che ci ha meritato la redenzione.
In particolare: In MORTE–VITA (I, II, III) si è insistito sul fatto che dalla morte viene la vita.
Perciò in ogni citazione sono messi in vista, anche graficamente, i due termini e fatti correlativi.
I testi sono tratti dagli ‘Atti degli Apostoli’ e dalle ‘Lettere’ del Nuovo Testamento.
In IL GRANDE DRAMMA (I) campeggia lo SCONTRO tra Cristo e la Morte.
In IL GRANDE DRAMMA (II) quello tra i Cristiani uniti a Cristo e la Morte.
I testi di queste ultime due Via Crucis sono tratti dall’Apocalisse di S. Giovanni.
Chiude la raccolta una ‘Via Crucis’ di intonazione ‘tradizionale’.

- Via Crucis MORTE E VITA I - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
          

- Via Crucis MORTE E VITA II - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento

- Via Crucis MORTE E VITA III - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
               
- Via Crucis IL GRANDE DRAMMA II - Riflessioni, predizioni e letture profetiche di accadimenti storici contenuti nel libro dell’Apocalisse - Seconda parte

 

- Appendici - Via Crucis Tradizionale

 

e

- Pietà popolare - Prima parte

 

- Pietà popolare - Seconda Parte (Prima Sezione)

- Pietà popolare - Seconda parte (Seconda Sezione)

- Pietà popolare - Terza parte (Sezione I)

- Pietà popolare - Terza Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Terza Parte (Sezione III)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione I)


- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione III)

 

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione I)

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione II)

 

Per altre Via Crucis, vedere in Religiosità:

- Il cammino della croce - Fioretti quaresimali

- Via Crucis figurata

 

- Via Crucis con Gesù

- Via Crucis con Maria


- Via Crucis accompagnati da San Josè Maria Escrivà de Balaguer

 

- Via Crucis accompagnati da don Tonino Bello

 

- Via Crucis accompagnati da David M. Turoldo

- Via Crucis con amore

 

- Via Crucis a più voci

- Via Crucis fotografica

 

- Via Crucis Spagnola

 

- Via Dolorosa

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- Da Gerusalemme al Golgota - Personaggi

 

 

 

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