Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.

Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università di Udine, che ha fornito anche le immagini.

Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

 

******


 

LE API, ISPIRAZIONE PER L’ARTISTA JEANETTE ZIPPEL

 Renzo Barbattini, Università di Udine, 1

, Rinaldo Nicoli Aldini, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, 2

 

Un’artista tedesca che è anche apicoltrice e studiosa esplora, con forme espressive d’avanguardia, il mondo dell’ape mellifera e delle api selvatiche anche nell’intento di sensibilizzare il pubblico, con la sua variegata operosità, alla tematica

 

l

Le multiformi modalità espressive degli artisti contemporanei e d’avanguardia e gli eterogenei, talora enigmatici o imprevedibili traguardi a cui approdano non è detto che suscitino sempre e in chiunque emozioni estetiche effettive o durature ma, accanto a non rare iniziali perplessità, possono stimolare la fantasia dell’osservatore più di certe opere del passato, possono dare spazio a libertà d’interpretazione estranee a lavori più tradizionali ed esteticamente più coinvolgenti, possono forse incontrare maggiormente la sensibilità di certi fruitori dei nostri giorni.

Sono in ogni caso testimonianza del nostro tempo.

L’ape, da sempre l’insetto di maggiore importanza concreta nell’accompagnare il plurimillenario cammino dell’umanità, rientra con frequenza paragonabile probabilmente solo a quella di farfalle e falene nel novero degli esapodi che hanno ispirato l’artigianato, la decorazione e le arti figurative da un lontano passato fino ai giorni nostri, anche attraverso il linguaggio sempre attuale dei simboli.

 

Le api e l’organizzazione dell’alveare sono inesauribile materia di studio e fonte di ispirazione per Jeanette Zippel che coniuga innate doti artistiche, affinate da studi presso prestigiose Accademie di Belle Arti, con ampie conoscenze teorico-pratiche sugli apoidei selvatici e sull’apicoltura.

Con sensibilità l’artista opera una sintesi estetico-scientifica fra due mondi apparentemente distanti.

Nata nel 1963, ha studiato pittura e arte all’Accademia di Stoccarda e all’Accademia di Monaco; risiede a Heidenheim, in Germania. Notizie approfondite sulla sua attività artistica si possono trovare all’indirizzo web: www.jeanettezippel.de

 

Nella vasta produzione di quest’artista (disegni, dipinti, sculture e, più di recente, anche video) l’ape e l’apicoltura occupano un posto fondamentale. Ciò si spiega con il fatto che la Zippel è apicoltrice: conduce, infatti, 18 alveari e lei stessa afferma che tale attività, più che finalizzata a produzioni apistiche, è sempre stata un laboratorio di ricerca; in questo contesto ha visto le api non solo come ottime produttrici di miele ma anche come compagne pazienti.

 

Quello che lei chiama il “fenomeno ape” è il Leitmotiv dei suoi lavori artistici, per cui l’osservazione delle forme (ad esempio le cellette dei favi e la loro costruzione) e delle danze delle bottinatrici, con cui informano le altre api operaie dell’alveare, è stata fondamentale per la loro realizzazione.

 

Tra i suoi lavori ispirati alla tematica se ne segnalano innanzitutto due, entrambi del 1999: Alveare trasparente 1 (fig.1) (Bien-transparent 1, Bee-transparent 1) Alveare trasparente 2 (fig. 2) (Bien-transparent 2, Bee-transparent 2)

 

 

Foto n. 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto n. 2

 

Nelle due opere tridimensionali un’intelaiatura in legno sorregge alcuni ripiani orizzontali in vetro; su ognuno di questi vi sono “lingue” in cera d’api (fig. 3 e fig. 4).

 

 

 

 

Figura n. 3

Figura n. 4

 

L’insieme di queste “lingue” evoca in un certo senso un glomere. In entrambi i lavori l’artista scandisce lo spazio, racchiuso in un cubo, con mensole trasparenti che lo segmentano senza togliere luminosità né visibilità all’intera composizione, e vi inscrive sagome ovoidali, ellittiche o a doppia cuspide che nel colore richiamano anche la cera e il miele: quasi una proiezione spaziale, idealizzata, dei favi nell’arnia come armonico insieme inserito in geometrica volumetria, mentre forse non manca un remoto rimando ai favi ravvicinati, spioventi, paralleli e a contorno curvilineo, che le colonie d’api realizzano non nell’arnia razionale ma in natura o in ricoveri di fortuna.

Sembra implicito in questi due lavori l’intento di sottolineare l’ordine che domina le costruzioni delle api: la simmetria e la complessità del nido si conservano, benché trasfigurate, e assurgono quasi a simbolo di magica perfezione.

La staticità dei ‘favi’ allungati e un po’ acuminati agli apici sembra valorizzare l’evidenza dell’edificio, della “casa” delle api, mentre al contrario il vibrante andamento sinuoso della serie pluristratificata di sottili ovoidi può forse evocare il divenire, il quotidiano fluire; implicitamente, l’incessante attività e operosità delle api.

… volo … (... fliegen …, ... flight ...), del 2004 (fig. 5). Il disegno monocromatico a china, quasi doppia matassa e groviglio di fili, richiama un insetto in volo e si direbbe voglia sottolineare proprio l’atto del volare, reso più evidente dai contorni delle quattro ali, rispetto alla caratterizzazione del corpo dell ’insetto, di cui riconosciamo, più evanescente, soprattutto un addome anellato che sembra ricondurlo all’ambito degli imenotteri, lasciando però una certa libertà d’immaginazione al fruitore dell’opera.

 

… volo … (... fliegen …, ... flight ...), del 2005 (fig. 6). Con un numero limitato di linee e di macchie, in questo caso la Zippel delinea un imenottero in volo, visto quasi frontalmente, enfatizzandone plasticità e dinamismo sia con la forma del corpo, di cui definisce abilmente i volumi, sia con la sagoma delle ali, più lieve, di cui con pochi segni grafici delimita le superfici non senza un accenno - fugace ma efficace - alle venature.

Questo disegno, come il precedente, fa parte di una serie denominata “Descrizione del volo”, nata dal desiderio dell’artista di meglio comprendere, disegnandoli, i movimenti che l’ape compie quando vola.

 

I due disegni esprimono vigore ma, soprattutto il secondo, sembra puntare anche sulla leggerezza della silhouette di un’ape (non troppo dissimile da quella di una vespa) nell’atto di volare.

 

 

 

Questo lavoro è costituito da una pluralità di semisfere di legno, cinque in tutto, ricoperte esternamente di cera d’api con impresse le faccette esagonali delle celle di favi. Qui è la perfezione della sfera, dischiusa a mo’ di contenitore cavo, l’implicito richiamo al mondo dell’ape, alle attività e al nido di questi insetti, anche grazie al rivestimento cereo delle ‘scodelle’ o cupole tridimensionali, con spesse pareti.

Quasi una sintesi tra il rimando al favo e al concetto di contenitore o recipiente (cellette o alveoli), e quello alla forma, non di rado sferoidale con rilievi a reticolo poligonale, dei microscopici granuli pollinici bottinati dall’ape sui fiori assieme al nettare e idealmente ‘marcati’ dall’impronta di un loro possibile destino: i favi dell’alveare. Poiché la costruzione dei favi è compiuta dalle api di casa “che lavorano assieme”, l’artista definisce tale attività come “principio sociale”.

Essa deriva da un’equa distribuzione delle forze durante la costruzione delle cellette. Al fine di utilizzare la minore quantità possibile di materiale, le api lavorano la cera con le mandibole, stirandola, ed è da questo processo e dal mutuo contatto tra cellette vicine che trae origine ogni struttura a sezione esagonale.

Principio sociale (Sozialies Prinzip), del 2002 (fig. 7).

 

 

Ottica dell’ape (Bienoptik), del 2003 (fig. 8).

Con questo quadro Jeanette Zippel ipotizza una rappresentazione della visione “a mosaico” propria delle api.

 

 

L’occhio delle api, come quello di tutti gli insetti adulti, è morfo-funzionalmente definito “composto” in quanto costituito da numerose unità strutturali, gli ommatidî, ciascuno dei quali ha un suo completo apparato visivo rappresentato in superficie da una corneola. Ogni ommatidio è isolato da quelli circostanti, per cui l’insetto ha una visione complessiva “composta” grazie all’azione indipendente di ogni unità (con un effetto paragonabile a quando si osserva un oggetto attraverso un fascio di cannucce da seltz) (fig. 9).

 

Figura 9

 

Il vantaggio di rappresentare il soggetto del quadro utilizzando una griglia computerizzata, come in questo caso, risiede nel fatto che lo spettatore percepisce le componenti come ‘sfumate’, in modo analogo a come gli insetti percepiscono il paesaggio durante il volo. La griglia corrisponde quindi alla visione sfaccettata che si otterrebbe guardando con gli occhi composti di un’ape l’ambiente circostante. I colori sono stati scelti in funzione dello sfondo, in quanto quest’ultimo risulta fondamentale per il loro effettivo risalto.

La composizione richiama anche la policromia di un tessuto che rappresenti una fioritura e, ingrandita, rivela che le unità compositive sono elementi monocolori ravvicinati o a contatto ma distinti, che concorrono all’immagine non frammentata di un insieme organico: tessere di un mosaico nel quale da un lato possiamo cogliere una rappresentazione a reticolo in qualche misura simile - tralasciando momentaneamente il rigore scientifico riguardo ai colori effettivamente percepiti dall’ape - all’immagine dell’ambiente recepita dall’insetto grazie al suo sistema visivo, mentre dall’altro lato potremmo intravvedervi, in filigrana, anche un richiamo alla superficie di un favo con regolari cellette.

Quelle che seguono (foto a pagina seguente) sono opere che qualcuno ha definito “sculture viventi”. Jeanette Zippel infatti ha animato queste sue realizzazioni offrendo luoghi di nidificazione ad api selvatiche. In tal modo cerca di conciliare la sua visione artistica con l’obiettivo primario della conservazione della biodiversità.

 

Nel giugno 2000 ha partecipato all’”Itinerario scultoreo dell’Alto Adige” (Lana, provincia di Bolzano) presentando Bienenbäume (Bee Trees) - che possiamo tradurre come Alberi di api selvatiche -, sculture viventi alte 3 m, che si completeranno da sé, con l’ausilio delle api selvatiche, in quattro tronchi di castagno. www.hannometzler.at/lana_art

Nei tronchi sono state ricavate, trapanando, strette gallerie profonde circa 10 cm (fig. 10). In questi tunnel potrebbero nidificare varie specie di api selvatiche, ad esempio le osmie; tali insetti sono per così dire invitati a perfezionare il lavoro dell’artista facendo la loro parte, secondo un coinvolgimento interattivo tra artista-soggetto e api-oggetto che la creatività del primo vuole attivamente stimolare.

Gli ingressi delle gallerie sono stati disposti lungo i contorni di silhouettes ingrandite di apoidei. Tali spazi di possibile nidificazione diventano n essi stessi, secondo l’artista, “segnali – tracce – impronte - espressioni”

 

.

Fig. 10 – J. Zippel, Alberi di api selvatiche

 

Fig. 11 - J. Zippel, Alberi di api selvatiche, particolare che evidenzia le sagome di apoide

 



Le sagome o silhouettes sono state rese più evidenti marcando il legno con l ’ausilio del fuoco (fig. 11). Gli scheletrici tronchi con monconi di rami risaltano, per contrasto, in un naturale contesto verdeggiante di vegetazione. Nel 2001 la Zippel ha realizzato una scultura per il Giardino delle api “Nicolussi - Leck” (Frangarto, provincia di Bolzano). La scultura, situata di fronte alla valle di Merano e posta fra cespugli fioriti che forniscono cibo alle api selvatiche, è costituita da diverse lastre di pietra sagomate e sovrapposte, ognuna delle quali è provvista di fori di vario calibro, profondi approssimativamente 10 cm, entro cui possono nidificare alcuni apoidei selvatici (fig. 12).

 

 

 

Opere simili, concepite anche per favorire la nidificazione di apoidei, si trovano a Stoccarda nel Giardino delle api, ospedale “Robert Bosch” (Bienengarten Robert Bosch Hospital) (fig. 13)

 

 

 

 

 

 

e a Tenerife (Isole Canarie) presso il Giardino delle api del Parco culturale “Mariposa” (El Jardin de Abejas, Parque cultural Mariposa) (fig. 14).

ù

Queste singolari sagome verticali, erette nel contesto di parchi o giardini botanici, si presentano al visitatore come imprevisti “totem” che interrogano la fantasia: singolari inquietanti mummie segmentate o avvolte in bende oppure levigate e tornite, quasi pupe d’insetti in attesa di sfarfallare?

Imponenti pendolini esoterici, scandagli o sonde?

Oppure anche – perché no? - giganteschi pugnali o stiletti conficcati verticalmente nel suolo, quasi un richiamo alla Natura e alla Terra colpevolmente violate e ferite dall’uomo.

Bibliografia consultata

 

CONTESSI A., 2016 – Le api. Biologia, allevamento, prodotti. – Edagricole – New Business Media, Bologna, 4a ed., XIX-570 pp.

 

TREMBLAY E., 1999 – Entomologia applicata. Volume primo (Generalità e mezzi di controllo). – Liguori Editore, Napoli, 6a edizione, 270 pp.

 

ZIPPEL J., 2001 - Arbeiten mit Bienen, Belebte Skulptur, Projekte und Daueranlagen 1998 – 2001. Buchpräsentation “belept Skulptur” und neue Arbeiten (21/7–22/9/2001, Galerie Angelica Harthan, Stuttgart).

 

ZIPPEL J., 2005 – Bienen Facetten, 2002 – 2005. Katalog zu den Ausstellungen “… fliegen …” (29/1 –14/3/2005, Galerie Angelica Harthan, Stuttgart), “personel navigant” (19/3-22/5/2005, Centre d’Art Contemporain André Malraux, Colmar), “Werkkomplexe” (Sommer 2006, Stadthaus Ulm).


 

******

Dello stesso Autore:

 

Api nell'Arte

 

- Api nell'Arte antica

- Api nell'Arte Barocca

 

- Api nell'Arte del Bernini

 

- Api nell' Arte Medievale

- Api nell'Arte Umanistica e rinascimentale

- Api nell'Arte del '700 e dell'800

- Api nell'Arte del Novecento

 

- Api nell'Arte Naif

- Ma quante api sono? Il monumento equestre al granduca Ferdinando I dei Medici a Firenze

Api e Religione -

 

- Api nell’iconografia dei Santi

 

Api e Arti Varie

 

- Api e Ceroplastica artistica

- Api e Scultura

 

- Api e Vetro

- Api e Street Art


- Connubio tra umanità e natura nei ritratti di Lea Bradovich

- Dentro la natura - L'amico delle api, Enrico Visani

- - L'Ape nelle opere metafisiche di Pier Augusto Breccia


- L'Ape nella metafisica - Le sculture di Rabarama e la sintesi tra umanità e natura

- L'Ape e la natura nelle sculture di Jessica Carroll

- L'ape nell'arte naif di Giuliano Zoppi


- Omaggio agli artisti


- Omaggio agli artisti: Giuseppe Lega-

- L'ape e i dipinti realisti di Nevenka Gorjanc

- Animali ( e l'ape) nell'arte naif di Guido Vedovato

- Eppur volare: l'ape nell'arte di Magrini

- Le realizzazioni "apistiche" di Judi Harvest

- L’Ape fra Romanticismo e Dadaismo nei fotomontaggi di Šivic

- Luisa Carretta: In volo con le api

- I Dipinti I “APISTICI” di Branko Cusin

- Omaggio di un artista equadoregno ad un illustre entomologo e apidologo italiano

- Insetti, pratiche apistiche, Flora e avversità delle api illustrati da Marco Mattei

- L'Ape nell'Arte Contemporanea

- Le dinamiche api di Wall

- L'ape di Mark Ryden tra mistero e realtà

- L'Ape di Mark Rowney - Circondato dalla natura

- Scene di un piccolo popolo - Michel Favre

- Api e bombi nell'arte pittorica di Pat Gordon

- Api e Moda

- Api e Cinema

- Le Api, ispirazione per l'artista Jeanette Zippel

- Vedovato e l'uomo delle api

Api nel collezionismo e nella pubblicità



- Api e Figurine Liebig

- Api Pubblicitarie

- Le "false api" nell'arte, nell'editoria, nella pubblicità

- Sempre più spesso le api impollinano anche la pubblicità

Il mondo delle Api

- Api e loro linguaggio

 

- Api per amiche

- Api - Perchè pungono

- Ape, insetto prodigioso


- L'entomologo Celli, grande amico delle Api

- Giorgio Celli, amico dell'ambiente e delle Api

Api nel mondo infantile

- Api e Bimbi

- Api e Favole

- Che occhi grandi che hai...

Api e loro prodotti

 

- Dalle Api un liquore davvero speciale

- Il Miele e lo Sport

- La Cera delle api e le Religioni

- Api e Mummie

- Propoli

 

- 42° Congresso Internazionale di Apicoltura (Apimondia) a Buenos Aires, 2011

- Per un'apicoltura a misura dei disabili

 

e, di altro argomento:

- Appunti di vacanze - Il rifugio di Resy

- Metamorfosi del legno

- Pellegrinaggio in Terrasanta

 

 

Di altri Autori:

- sull'argomento "Miele" in Collaborazioni varie, di Maria Cristina Caldelli: DOLCILOQUIO - A TAVOLA CON IL MIELE ITALIANO.


- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura".

 

 

 

 

 

Ciao a Tutti | Contattami | Nota Legale | Ringraziamenti |©2000-2020 Cartantica.it